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  • Adempiamo il nuovo comandamento dell’amore
    La Torre di Guardia 1965 | 15 settembre
    • amorevole da fare. — Giac. 1:12; 1 Giov. 4:17, 18.

      21. Poiché il nuovo ordine di Dio è vicino, quali prospettive ci assicura il vero amore, e che cosa dovremmo essere spinti a fare?

      21 Il nuovo ordine di Dio è vicino e in esso i suoi sudditi terreni, mediante l’amore, produrranno opere mille volte più meravigliose di qualsiasi cosa egoistica che sia mai stata fatta nell’ordine presente. Renderanno questa terra non solo un paradiso letterale ma anche un paradiso spirituale, pieno del frutto dello spirito di Dio: amore, gioia, pace, longanimità, benignità, bontà, fede, mitezza e padronanza di sé. Avendo a cuore i vostri vitali interessi, preghiamo affinché “il vostro amore abbondi sempre più in accurata conoscenza e pieno discernimento; affinché vi accertiate delle cose più importanti, onde siate senza difetto e non facciate inciampare altri fino al giorno di Cristo, e siate pieni del giusto frutto, che è per mezzo di Gesù Cristo, a gloria e lode di Dio”. — Filip. 1:9-11.

  • Il Concilio Vaticano riafferma “la realtà dell’inferno”
    La Torre di Guardia 1965 | 15 settembre
    • Il Concilio Vaticano riafferma “la realtà dell’inferno”

      L’INFERNO non è un soggetto popolare. Ecco perché i teologi e il clero in generale lo ignorano. Questo disse un noto predicatore protestante della città di New York nel suo libro Heaven and Hell, asserendo che nella sua chiesa, una delle più grandi e moderne della città, per sessant’anni questo soggetto non era più stato trattato nel tema di un sermone.

      Evidentemente, proprio per questa riluttanza da parte del clero a predicare riguardo all’inferno come luogo di eterno tormento, il Concilio Vaticano II, nella sua terza sessione, si sentì chiamato a riaffermare la credenza cattolica romana nella realtà di un luogo di eterno tormento. Così un rapporto dell’UPI riferisce: “Il Concilio Ecumenico ha votato in quattro votazioni pressoché unanimi, approvando un testo che sancisce la certezza quotidiana del futuro della chiesa nei cieli. Il testo, contenuto nel capitolo 7 di un trattato sulla chiesa, fu modificato per riaffermare la realtà dell’inferno come luogo di punizione eterna dei peccati”. — Democrat and Chronicle, Rochester, New York, 20 ottobre 1964.

      Proprio una settimana più tardi, il Times di New York riferì che un prelato al concilio aveva detto inoltre al riguardo: “Molti milioni di persone non riescono a capire come Dio, nostro Padre, possa condannare un individuo all’inferno per tutta l’eternità per una mancanza come quella di mangiare carne di venerdì, mettendolo alla stregua di un ateo adultero. La mentalità responsabile di questa legislazione sembra più legale che genuinamente religiosa, e pone la chiesa in una posizione di ridicolo”. Notate, tuttavia, che il prelato non trova nulla da eccepire all’insegnamento del tormento eterno, ma piuttosto a che cosa meriti tale punizione.

      Che cosa si intende esattamente per “realtà dell’inferno”? Mentre c’è qualche disaccordo tra i teologi cattolici romani

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