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    Ausiliario per capire la Bibbia
    • Mosè solo il suo rappresentante e strumento nel dare la Legge a Israele. (II Cron. 34:14) Anche angeli ebbero una parte in questo rappresentando Dio, infatti la Legge “fu trasmessa mediante angeli per mano di un mediatore”. Ma poiché Mosè fu costituito da Geova Dio mediatore del patto fra Lui e Israele, se ne parla come se fosse stato il legislatore. — Gal. 3:19; Ebr. 2:2.

      “Legislatori” umani

      Dio non ha istituito governi mondani, umani, né ha conferito loro autorità, ma ha permesso che esistessero, ne ha eliminati alcuni e ha lasciato che altri si affermassero secondo il suo proposito. (Deut. 32:8; Dan. 4:35; 5:26-31; Atti 17:26; Rom. 13:1) Alcuni governanti diventano i legislatori della loro nazione, stato o comunità. Ma le loro leggi e i loro statuti sono giusti solo finché sono in armonia con la legge del Grande Legislatore, Geova Dio, e non se ne discostano. Il famoso giurista britannico, sir William Blackstone, disse a proposito della legge di Dio che governa le cose naturali: “È in vigore su tutto il globo, in tutti i paesi e in ogni tempo: nessuna legge umana ha alcuna validità, se contraria a questa; e quelle che sono valide derivano ogni loro forza e ogni loro autorità, direttamente o indirettamente, da questo originale”. E anche: “Su questi due fondamenti, la legge naturale e la legge rivelata [che si trova solo nelle Sacre Scritture], si basano tutte le leggi umane, per cui non si dovrebbero tollerare leggi umane che le contraddicano”. — Chadman’s Cyclopedia of Law, Vol. I, pp. 89-91; confronta Matteo 22:21; Atti 5:29.

      Nella congregazione cristiana

      Giacomo fratellastro di Gesù scrisse ad alcuni cristiani che avevano la tendenza a essere orgogliosi, vanitosi e critici nei confronti dei loro fratelli cristiani: “Cessate di parlare gli uni contro gli altri, fratelli. Chi parla contro un fratello o giudica il suo fratello parla contro la legge e giudica la legge. Ora se tu giudichi la legge, non sei operatore della legge, ma giudice. Vi è un legislatore e giudice, colui che può salvare e distruggere. Ma tu chi sei da giudicare il tuo prossimo?” Quindi prosegue parlando di quelli che si vantavano di ciò che avrebbero fatto in futuro, come se non fossero vincolati dalle circostanze, invece di dire: “Se Geova vuole”. (Giac. 4:11-16) Giacomo aveva parlato della “legge regale”: “Devi amare il tuo prossimo come te stesso”. (Giac. 2:8) Quei cristiani, non manifestando amore per il prossimo, anzi parlandone male, si ergevano in effetti a giudici della legge divina, atteggiandosi a legislatori.

      L’apostolo Paolo aveva dato un consiglio simile nella lettera ai romani, parlando di alcuni che giudicavano gli altri su cose relative al mangiare e al bere: “Chi sei tu da giudicare il servo di un altro? Egli sta in piedi o cade al suo proprio signore. In realtà, egli sarà fatto stare in piedi, poiché Geova lo può far stare in piedi”. — Rom. 14:4.

      Alla luce di quanto detto sopra, come si devono dunque intendere le istruzioni di Paolo circa un grave caso di fornicazione nella congregazione di Corinto? Egli aveva detto: “Io da parte mia, benché assente nel corpo ma presente nello spirito, certamente ho già giudicato, come se fossi presente, l’uomo che ha operato in questo modo.... Non giudicate voi quelli di dentro, mentre Dio giudica quelli di fuori? ‘Rimuovete l’uomo malvagio di fra voi’”. Poi aveva parlato di giudicare questioni di questa vita, e di uomini ‘posti come giudici nella congregazione’. — I Cor. 5:1-3, 12, 13; 6:3, 4; confronta Giovanni 7:24.

      Paolo, con l’autorità di cui era investito quale apostolo di Gesù Cristo, essendo responsabile della purezza e del benessere delle congregazioni (II Cor. 1:1; 11:28) scriveva a quelli che avevano autorità nella congregazione per nomina del corpo direttivo. (Atti 14:23; 16:4, 5; I Tim. 3:1-13; 5:22) Essi avevano la responsabilità di mantenere la congregazione pura agli occhi di Dio, approvata. Quegli uomini, nel giudicare il caso summenzionato, un’aperta e flagrante violazione della legge di Dio, non si sarebbero eretti a giudici della legge di Dio, né avrebbero stabilito leggi a loro piacimento. Non sarebbero andati oltre i limiti della legge data da Dio. Avrebbero agito in conformità della legge del grande Datore di statuti, denunciando l’impurità della fornicazione. Chi praticava impurità del genere non poteva entrare nel regno di Dio, secondo la sua legge (I Cor. 6:9, 10), non poteva rimanere nella congregazione di Cristo. Ma anche in quel caso gli uomini responsabili della purezza della congregazione espellendo gli impuri non infliggevano la punizione che Dio stesso, il Legislatore, avrebbe inflitto agli impenitenti che continuassero a seguire tale condotta, cioè la pena di morte. — Rom. 1:24-27, 32.

      Paolo richiama inoltre l’attenzione dei cristiani sul fatto che “i santi giudicheranno il mondo”, e che “giudicheremo gli angeli”. Qui non parla del presente, ma del futuro, quando coloro che regneranno con Cristo nel regno sederanno quali giudici celesti, per amministrare la legge di Dio. — I Cor. 6:1-3; Riv. 20:6; confronta I Corinti 4:8.

      Benedizione di Mosè a Gad

      Nel benedire le tribù di Israele poco prima di morire, Mosè disse a proposito di Gad: “Benedetto colui che allarga i confini di Gad.... E [Gad] prenderà per sé la prima parte, poiché lì è riservata la parte del legislatore”. (Deut. 33:20, 21) Questo uso del termine “legislatore” può essere inteso nel senso che quasi tutte le tribù ricevettero a sorte la loro eredità, sotto la direttiva di Giosuè e del sommo sacerdote Eleazaro. Ma la tribù di Gad, insieme a quella di Ruben, poco dopo la disfatta dei madianiti, aveva chiesto della terra a E del Giordano. Era terra particolarmente adatta all’allevamento del bestiame, che quelle tribù avevano in gran quantità. Mosè accolse con favore tale richiesta e concesse loro quella parte del paese. (Num. 32:1-5, 20-22, 28) Perciò la loro era una “parte del legislatore”, Mosè, legislatore di Israele.

  • Lemuel
    Ausiliario per capire la Bibbia
    • Lemuel

      (Lemuèl) [appartenente a Dio].

      Non meglio identificato re dell’antichità le cui parole sono riportate nel capitolo 31 di Proverbi. Sulla sua identità si è molto discusso e alcuni commentatori ritengono che Lemuel fosse un altro nome di Salomone. Altri lo identificano con Ezechia. Le parole del re Lemuel costituiscono “il messaggio ponderoso che sua madre gli diede nella correzione”. (Prov. 31:1) Tuttavia non si conoscono né il tempo né le circostanze in cui il re ricevette tali informazioni dalla madre. Questo “messaggio ponderoso” esorta a non aver nulla a che fare con una donna cattiva, avverte che le bevande inebrianti possono pervertire il giudizio, sottolinea la necessità di giudicare con giustizia e infine descrive una buona moglie.

  • Lenticchia
    Ausiliario per capire la Bibbia
    • Lenticchia

      Pianta annuale delle Leguminose coltivata dall’uomo sin dall’antichità e tuttora estesamente coltivata in Egitto e Palestina, e anche in

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