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  • La più grande causa di decessi di ogni tempo

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  • La più grande causa di decessi di ogni tempo
  • Svegliatevi! 1971
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Svegliatevi! 1971
g71 22/8 pp. 3-7

La più grande causa di decessi di ogni tempo

L’INFLUENZA del 1918 e del 1919 fu la più grande epidemia influenzale che si sia abbattuta sulla terra nella storia narrata. Questa spaventosa influenza si diffuse fra il popolo quasi in ogni luogo. In relativamente poche settimane fece perire più persone di quante non ne morissero nella prima guerra mondiale.

La maggioranza dei decessi ebbe luogo in pochi mesi di un solo anno! Un’autorità disse: ‘Se l’epidemia avesse continuato il suo matematico ritmo di accelerazione, la civiltà sarebbe facilmente scomparsa dalla terra in un periodo di alcune altre settimane’.

Suo inizio e diffusione

L’influenza si manifestò dapprima nella primavera del 1918. Fu relativamente mite, poiché un caso durava circa tre giorni. Ma nell’autunno di quell’anno si manifestò la varietà mortale. Si notò che quelli che in precedenza avevano avuto “l’influenza di tre giorni” in genere sembravano immuni ai “germi letali”.

Alcuni dissero che l’epidemia influenzale era cominciata in Spagna, così prese il nome di “influenza spagnola”. Madrid, in Spagna, fu duramente colpita dall’influenza nel maggio del 1918. Comunque, l’influenza si era vista in Cina e negli Stati Uniti nel marzo del 1918. In effetti, nessuno sembra conosca con precisione dove avesse inizio e come.

Boston è considerato il punto di partenza dell’influenza letale negli Stati Uniti. In pochi giorni si diffuse con rapidità alla costa orientale. Quasi simultaneamente, l’influenza colpì i campi dell’esercito in tutto il paese. Il Campo Grant, a Rockford, nell’Illinois, fu in grave difficoltà con decine di migliaia di persone costrette a stare a letto. In ventiquattro ore, morirono 115 soldati. La cifra si avvicinò alla più alta media giornaliera di Americani uccisi in battaglia.

Lo stato colpito più duramente fu la Pennsylvania, con più di un terzo di milione di casi e 10.000 decessi in meno di due settimane. A Filadelfia, duecento cadaveri furono ammassati in un obitorio costruito per trentasei. I morti furono accatastati a tre e a quattro nei corridoi e nelle stanze. La maggioranza non furono imbalsamati, quindi il fetore era grandissimo nelle stanze non refrigerate. Quando ci fu un’improvvisa scarsità di casse da morto nella città, un laboratorio di riparazioni per tram fu convertito in una fabbrica di casse da morto.

Si diffuse in tutta la terra. In una remota regione dell’Africa Centrale un ufficiale coloniale britannico riferì di aver trovato che villaggi da 300 a 500 famiglie erano stati spazzati via dall’influenza. La giungla aveva di nuovo il sopravvento. Notizie dalla Persia settentrionale dichiararono che in un villaggio dopo l’altro non c’erano superstiti. In Alasca molti villaggi di Eschimesi furono spazzati via fino all’ultimo uomo e bambino. Giunse alle isole del Pacifico. In Tahiti, dove 4.500 persone morirono in quindici giorni, i cadaveri erano ammucchiati su roghi che ardevano di continuo.

Si crede che solo due luoghi nel mondo sfuggirono all’epidemia mondiale: S. Elena, un’isola di meno di centotrenta chilometri quadrati nell’Atlantico meridionale, e Maurizio, una piccola isola nell’oceano Indiano.

Suo significato

Ma di quale significato è per noi una pestilenza di circa cinquant’anni fa? Ebbene, relativamente poche persone oggi comprendono che l’epidemia influenzale del 1918-1919 fu l’adempimento della profezia biblica. Gesù Cristo predisse che il “segno” degli “ultimi giorni”, che avrebbe preceduto le grandi benedizioni del suo dominio del Regno, sarebbe stato contrassegnato da avvenimenti inconfondibili. Fra questi ci sarebbero stati estese penurie di viveri, terremoti e “in un luogo dopo l’altro pestilenze”. (Luca 21:7, 10, 11) Inoltre, Gesù spiegò: “Tutte queste cose sono il principio dei dolori d’afflizione”. (Matt. 24:8) Così quell’epidemia influenzale del 1918-1919 fu solo un principio. Nonostante la moderna tecnologia medica, il cancro, le malattie cardiache, sì, e l’influenza, ancora devastano la terra.

Il mondo non ha mai visto in precedenza una “piaga mortale” insieme ad altri profetizzati avvenimenti di tali proporzioni globali come dal 1914. (Riv. 6:3-8) I “dolori d’afflizione” sono stati su di noi da oltre cinquant’anni e dobbiamo ricordare che Gesù disse: “Quando vedrete avvenire queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino. Veramente vi dico: Questa generazione non passerà affatto finché tutte le cose non siano avvenute”. (Luca 21:31, 32) Quindi, per il nostro giorno il significato è che solo un breve tempo è rimasto prima della fine di questo malvagio sistema di cose.

Ricordi della pestilenza

Certo, molte persone che leggono questo non erano in vita al tempo di quell’epidemia del 1918-1919. Essi possono trovar difficile afferrare la vastità di ciò che accadde. Tuttavia ci sono oggi in vita persone che erano viventi allora ed è interessante sapere ciò che ricordano. Un sopravvissuto disse: “Dappertutto apparivano gli stessi aspetti. L’influenza cominciava con febbre alta e dolori alle ossa. La febbre durava cinque giorni. Se non c’erano complicazioni, in genere ci si rimetteva presto, benché alcune persone si lamentassero d’essere in seguito enormemente deboli. Altri dicevano che influiva sul loro cuore o danneggiava loro i reni o i polmoni. Un gran numero di persone, dopo quattro giorni d’influenza, prendevano la polmonite e questo causava il loro decesso”.

Molti superstiti dell’influenza ne riferiscono un aspetto assai insolito: la più alta incidenza si verificava fra i giovani adulti precedentemente sani, in particolar modo fra i maschi. Questo è in contrasto con la solita epidemia influenzale, in cui le vittime principali sono i vecchi e i deboli. “C’era un certo tipo di costituzione robusta, di aspetto sano”, ricordò un agricoltore del Minnesota. “Superò il suo mite caso d’influenza in tre giorni, ma se ne andò in giro prima di quanto non avesse dovuto, e, quando ne risentimmo parlare, lo stavano seppellendo”.

Molti furono gli uomini forti in servizio militare che soccomberono. Il dott. Ralph C. William, ex assistente del capo della sanità degli Stati Uniti, ha di quei paurosi giorni vivi ricordi: “Eravamo sommersi da soldati, naviganti, marinai e guardacoste. In città semplicemente crollavano nelle vie e venivano portati da noi. . . . Ci fu un sergente della Marina. Fu portato dentro privo di sensi e dopo tre ore quell’uomo era morto. Proprio così. Si sapeva comunemente che (a Chicago) morivano dalle 400 alle 500 persone al giorno. Morivano più persone di quante se ne potessero seppellire. Era una cosa spaventosa”.

La subitaneità con cui l’influenza colpì il popolo colse le persone di sorpresa. Un uomo di Brooklyn disse: “Il suo inizio era insidioso eppure molto doloroso. La gente non ne sentiva la vastità; non si rendeva conto che era così diffusa. Quando alla fine si accorse di questo fatto, ci fu grande timore. La gente era perplessa. Non sapeva che cosa fare”.

I morti furono tanti in Australia che un giornalista disse che era impossibile scavare abbastanza in fretta fosse singole. I morti erano semplicemente presi dalle loro case e depositati in una sola fossa grande.

Il numero delle processioni funebri sembrava senza fine. Un’atmosfera di timore, tristezza e depressione si abbatté sulla terra. “Vedevamo persone tristi andare al funerale di un parente o di un amico”, disse un sopravvissuto, “e quando ne sentivamo parlare di nuovo esse pure erano morte. Era spaventoso”. Un altro sopravvissuto ne fece questo riassunto: “Ogni momento pareva che si abbattesse su una persona il cordoglio”.

Una testimone di Geova ricorda vivamente quei giorni a Sheboygan, nel Wisconsin. “Eravamo del tutto stupiti”, ella disse. “Mentre andavamo di porta in porta nel ministero del Regno, vedevamo bare quasi in ogni casa. Molte persone non ascoltavano quando cercavamo di confortarle con il messaggio del regno di Dio. Erano troppo colpite dal cordoglio”.

Trattamento

Di solito il miglior consiglio che i medici avessero da offrire ai loro pazienti era quello di dir loro di riposarsi a letto, tenersi caldi e bere liquidi in abbondanza. Nella cura dei loro pazienti alcuni medici usavano metodi nuovi. A Chicago un medico curò circa 600 pazienti con una bevanda a base di pompelmo, che parve efficace. Si riferisce che egli perdesse un solo paziente, suo figlio che lasciò il letto per aver cura della sua fiorente attività di imprese funebri.

“Mio padre e mia madre e io ci ammalammo tutti in una notte”, disse un uomo di Cincinnati, dove si riferì che vi erano 40.000 casi d’influenza. “Mia madre aveva la polmonite e non si attendeva che vivesse. Ma un giovane medico consigliò di friggere una grossa padella di cipolle e di mettergliene un impiastro molto caldo sul petto. Mia zia Clara fece questo per tutta la notte. Fu come tirarne fuori mia madre. La mattina dopo sapemmo che sarebbe sopravvissuta”.

In molte città era impossibile avere l’aiuto dei medici. A Filadelfia, per esempio, più di un terzo dei medici della città erano essi stessi a letto.

Precauzioni

Fu presa quasi ogni precauzione immaginabile per evitare di prendere l’influenza. “Indossa pigiami freschi”, si esortava in alcune comunità. Ad altri si diceva: “Non dare la mano a nessuno”. “Prendi olio di ricino”. “Non viaggiare in metropolitana”.

In molte località le persone si mettevano una maschera sul viso. Ad Ann Arbor, gli studenti dell’Università del Michigan ebbero l’ordine di mettersi la maschera in ogni tempo sotto pena di sospensione. A San Francisco, il sindaco pubblicò in tutta la città un’ordinanza che diceva che tutti dovevano mettersi sul viso una maschera o avrebbero avuto una multa di $100 (L. 65.000) o sarebbero stati messi in isolamento per dieci giorni. A nessun passeggero era permesso a Seattle di prendere il tram se non portava la maschera.

La Biblioteca Pubblica di New York smise di mettere in circolazione i libri. Molte città proibirono ai barbieri di radere la barba ai loro clienti, perché richiedeva stretto contatto. Le vie di Dublino furono lavate con disinfettanti. A Boston, le chiese chiudevano la domenica; in molte città, le adunanze pubbliche furono proibite. Scuole, cinema e bar furono chiusi.

A New York quelli che “starnutivano in faccia” erano soggetti a multe e condanne al carcere. In Chicago, fu detto alla polizia d’“arrestare, se necessario, migliaia di persone, per porre fine agli starnuti in pubblico”. I molti avvertimenti contro gli starnuti in pubblico contribuirono a prevenire una più grande diffusione della pestilenza. Secondo i ricercatori medici in Gran Bretagna, un solo starnuto può diffondere più di 85.000.000 di batteri. E i ricercatori degli Stati Uniti hanno scoperto che uno starnuto può lanciare nell’aria fino a 4.600 particelle a una “velocità iniziale” di 46 metri al secondo. Spesso le particelle sono lanciate a una distanza di tre metri e mezzo. Le particelle, che rimangono sospese nell’aria per più di mezz’ora dopo lo starnuto, non sono semplicemente innocue goccioline d’acqua. Si trovò che una particella o gocciolina creava 19.000 colonie di batteri. Non c’è da meravigliarsi se il Telegram di Toronto, nel Canada, riferì che è ora noto “che l’eccessiva quantità di starnuti che si facevano nell’epidemia d’influenza del 1918 contribuivano a farne un orrore”.

Pedaggio

La pestilenza si lasciò dietro un vertiginoso pedaggio di decessi stimato fra i 20.000.000 e i 27.000.000. Il dott. Edwin Oakes Jordan, noto batteriologo americano, nel suo Epidemic Influenza, stampato nel 1927, cita il totale dei decessi causati dall’influenza come 21.642.283. Di questi quasi 16.000.000 si ebbero in Asia, più di 2.000.000 in Europa, più di 1.300.000 in Africa e più di 1.000.000 nell’America Settentrionale. I decessi nell’America Meridionale furono elencati come 327.000. Australia e Oceania insieme subirono insieme oltre 1.000.000 di decessi.

L’influenza fece mettere a letto circa 500.000.000 di persone. La pestilenza fu particolarmente pericolosa per le donne incinte. Così, in milioni di case, ci fu una doppia tragedia.

I letali germi dell’influenza scomparvero quasi così rapidamente come eran venuti. Dove andassero rimane un mistero per la medicina fino a questo giorno. Poiché il virus dell’influenza spagnola non fu mai visto al microscopio in quel tempo, oggi gli scienziati non sanno se quel virus letale differisce nell’aspetto dal virus dell’influenza asiatica dei recenti anni.

Gli uomini della pubblica sanità di quel tempo ammisero che ogni sforzo umano sembrava inutile per fermare la pestilenza e che i più esperti medici del mondo non erano stati in grado di limitare la durata dell’epidemia.

A molte persone allora viventi poté sembrare che la fine completa di questo sistema di cose predetto da Gesù Cristo fosse immediatamente vicina. Ma gli avvenimenti di quei giorni furono solo “il principio dei dolori d’afflizione”. Tuttavia, come Gesù spiegò: “Questa generazione non passerà affatto finché tutte queste cose non siano avvenute”. Quella generazione di persone che erano in vita durante la prima guerra mondiale e immediatamente dopo sta per avvicinarsi ora al termine. Questo fatto, insieme agli altri avvenimenti del nostro giorno, è un’evidente indicazione che questo sistema di cose è molto vicino alla sua fine completa. Ma quale sarà la vostra determinazione quando quel tempo arriverà? Dipende da ciò che ora farete per acquistare dinanzi a Dio la giusta reputazione. — Matt. 24:3, 8, 34.

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