-
‘Come potrei commettere questo grande male?’La Torre di Guardia 2014 | 1° novembre
-
-
Dopodiché fece imprigionare Giuseppe (Genesi 39:13-20).
“AFFLISSERO CON I CEPPI I SUOI PIEDI”
Non si sa molto di come fossero all’epoca le prigioni in Egitto, ma gli archeologi hanno trovato dei resti di grandi strutture simili a fortezze con celle e segrete. Giuseppe descrisse in seguito questi luoghi usando la parola “buca”, che dà l’idea di un luogo buio e tetro (Genesi 40:15; nota in calce). Dal libro dei Salmi veniamo a sapere di un ulteriore maltrattamento a cui fu sottoposto Giuseppe: “Afflissero con i ceppi i suoi piedi, la sua anima entrò nei ferri”, o come dice un’altra versione “gli misero addosso un collare di ferro” (Salmo 105:17, 18; [PS]). In alcuni casi gli egiziani usavano dei ceppi che bloccavano le braccia dei prigionieri serrandone i gomiti dietro la schiena; altre volte impiegavano collari di ferro che stringevano il collo dei prigionieri. Giuseppe deve aver sofferto tantissimo a causa di questo trattamento; soprattutto perché non aveva fatto niente per meritarlo.
Questa situazione, inoltre, si protrasse a lungo; la Bibbia dice che Giuseppe “restava là nella casa di prigionia”, e ci rimase per anni.a Giuseppe non sapeva se sarebbe mai stato liberato.
-
-
‘Come potrei commettere questo grande male?’La Torre di Guardia 2014 | 1° novembre
-
-
a La Bibbia indica che Giuseppe aveva 17 o 18 anni quando cominciò a lavorare nella casa di Potifar e che vi rimase abbastanza a lungo da diventare un uomo, quindi almeno alcuni anni. Quando fu liberato dalla prigione aveva 30 anni (Genesi 37:2; 39:6; 41:46).
-