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Perspicacia nello studio delle Scritture, volume 2
it-2 “Manasse”

MANASSE

(Manàsse) [uno che rende dimentichi; uno che fa dimenticare].

1. Figlio primogenito di Giuseppe e nipote di Giacobbe. Dopo che Giuseppe era diventato amministratore annonario dell’Egitto, il faraone gli diede in moglie Asenat, figlia di Potifera il sacerdote di On. Da Asenat Giuseppe ebbe due figli: Manasse ed Efraim. Chiamò il primogenito Manasse perché, egli disse, “Dio mi ha fatto dimenticare tutto il mio affanno e tutta la casa di mio padre”. — Ge 41:45, 50-52.

Quando benedisse Manasse ed Efraim, Giacobbe insisté nel porre la mano destra sulla testa di Efraim e la sinistra su quella di Manasse, anteponendo in tal modo a Manasse il minore Efraim. (Ge 48:13-20) Questo indicava che Efraim sarebbe diventato più grande di Manasse.

Manasse ebbe figli da una concubina sira (1Cr 7:14), e Giuseppe visse abbastanza a lungo da vedere i figli di Machir figlio di Manasse. — Ge 50:22, 23.

2. Tribù di Israele discesa da Manasse figlio di Giuseppe e composta di sette famiglie patriarcali. Circa un anno dopo che gli israeliti avevano lasciato l’Egitto, gli uomini validi di Manasse dai 20 anni in su erano 32.200. (Nu 1:34, 35) In questo numero era senza dubbio incluso Gaddi, uno dei dieci uomini che dopo avere esplorato la Terra Promessa fecero una relazione sfavorevole. (Nu 13:1, 2, 11, 25-33) Quando circa quarant’anni più tardi si fece un secondo censimento, gli uomini della tribù erano saliti a 52.700, 20.200 più di Efraim. (Nu 26:28-34, 37) Fu senz’altro a proposito dell’inferiore ruolo futuro di Manasse che Mosè parlò di “decine di migliaia di Efraim”, ma di “migliaia di Manasse”. — De 33:17.

Nel deserto la tribù di Manasse, al comando di Gamaliele figlio di Pedazur suo capo principale, si accampava a O del tabernacolo, insieme a Efraim e Beniamino. La divisione di queste tre tribù era la terza in ordine di marcia. — Nu 1:10, 16; 2:18-24; 7:54; 10:23.

Conquiste a est e a ovest del Giordano. Quando gli israeliti sconfissero Sihon e Og re degli amorrei, Mosè concesse ai rubeniti, ai gaditi e a metà della tribù di Manasse le terre che avevano occupato, a condizione che partecipassero alla conquista del paese a O del Giordano. (Nu 32:20-33; 34:14, 15; De 29:7, 8) La parte N della regione a E del Giordano sembra fosse stata occupata primariamente grazie agli sforzi dei manassiti; infatti fu in parte conquistata da Iair, da Noba e dai “figli di Machir”. Per questa ragione Mosè assegnò loro la zona. — Nu 32:39-42; De 3:13-15; 1Cr 2:21, 22.

In seguito uomini della “mezza tribù di Manasse” che avevano già ricevuto la loro eredità attraversarono il Giordano e parteciparono alla conquista del paese a O. (Gsè 1:12-18; 4:12) Erano pure fra coloro che si radunarono davanti al monte Gherizim quando Giosuè “lesse ad alta voce tutte le parole della legge, la benedizione e la maledizione”. (De 27:12; Gsè 8:33, 34) Guidati da Giosuè gli israeliti abbatterono la potenza cananea, e in sei anni circa sconfissero 31 re. (Gsè 12:7-24) Quindi, benché rimanesse ancora del territorio da conquistare, Giosuè, con l’aiuto del sommo sacerdote Eleazaro e dei rappresentanti delle dieci tribù divinamente nominati (fra cui il manassita Anniel figlio di Efod), suddivise il paese in possedimenti ereditari. — Nu 34:17, 23; Gsè 13:1-7.

Eredità terriera. Metà della tribù di Manasse, naturalmente, aveva già la sua eredità a E del Giordano, che includeva Basan e parte di Galaad. (Gsè 13:29-31) Al S c’era Gad, la cui città di confine era Maanaim. (Gsè 13:24-26, 30) La regione era in gran parte un altopiano con un’altitudine media di 610 m. Vi sorgevano Golan, una delle sei città di rifugio, e Beestera (Astarot), un’altra città levitica. — Gsè 20:8, 9; 21:27; 1Cr 6:71.

L’altra metà dei manassiti ricevettero la loro eredità a O del Giordano. (Gsè 17:2, 5) Il loro territorio confinava a S con Efraim, a NO con Aser, a NE con Issacar e a O con il Mediterraneo. Da Micmetat il confine fra Efraim e Manasse raggiungeva Tappua e proseguiva lungo la valle del torrente di Kana fino al Mediterraneo. (Cfr. Gsè 16:5-8; 17:7-10). Mentre alcune città di Efraim erano enclavi nel territorio di Manasse, i manassiti avevano enclavi (Bet-Sean, Ibleam, Dor, En-Dor, Taanac, Meghiddo e le rispettive borgate dipendenti) sia nel territorio di Issacar che in quello di Aser. (Gsè 16:9; 17:11) I manassiti non scacciarono i cananei da queste città, ma col tempo li assoggettarono ai lavori forzati. (Gsè 17:11-13; Gdc 1:27, 28; cfr. 1Cr 7:29). Due di queste enclavi, le città di Taanac (Aner?) e Ibleam (Bileam o Gat-Rimmon?), furono assegnate ai leviti discendenti di Cheat. — Gsè 21:25, 26; 1Cr 6:70.

Storia. Ultimata la suddivisione del paese, Giosuè benedisse gli uomini di Ruben, di Gad e della “mezza tribù di Manasse” a E, e li incoraggiò a continuare a servire Geova. (Gsè 22:1-8) Essi partirono da Silo, e, giunti vicino al Giordano, costruirono un altare. Questo quasi provocò una guerra civile, perché le altre tribù lo considerarono un atto di infedeltà e ribellione. Comunque la questione venne risolta pacificamente quando fu spiegato che l’altare non era stato eretto per immolarvi sacrifici, ma come testimonianza di fedeltà a Geova. — Gsè 22:9-31.

In seguito il giudice Gedeone, manassita, fu impiegato da Geova per liberare gli israeliti dall’oppressione madianita. (Gdc 6:11-16, 33-35; 7:23; 8:22) Iefte fu evidentemente un altro giudice della tribù di Manasse. Durante il suo mandato Israele fu liberato dai continui attacchi ammoniti. — Gdc 11:1, 32, 33.

Durante il regno di Saul, primo re d’Israele, i rubeniti, i gaditi e la “mezza tribù di Manasse” a E riportarono una netta vittoria sugli agareni e sui loro alleati. (1Cr 5:10, 18-22) In quello stesso periodo alcuni manassiti, fra cui uomini di notevole valore, abbandonarono Saul per unirsi a Davide. (1Cr 12:19-21) Dopo la morte di Saul e del suo successore Is-Boset, 18.000 manassiti della regione a O del Giordano e altre migliaia della regione a E del Giordano si radunarono a Ebron per acclamare Davide re di tutto Israele (1070 a.E.V.). — 1Cr 12:31, 37, 38.

Anni dopo, le estese riforme religiose intraprese da Asa re di Giuda indussero molti manassiti ad abbandonare il regno settentrionale “visto che Geova suo Dio era con lui”. (2Cr 15:8, 9) In occasione di una grande assemblea tenuta nel 15º anno del regno di Asa (963 a.E.V.), anch’essi insieme agli altri fecero un patto per cercare Geova. (2Cr 15:10, 12) Similmente, durante il regno di Ezechia re di Giuda (745-717 a.E.V.), anche se molti manassiti schernirono i messaggeri latori dell’invito del re a recarsi a Gerusalemme per celebrare la Pasqua, altri furono pronti a umiliarsi e ad accettare l’invito, e parteciparono poi alla distruzione di quanto era connesso con l’idolatria. — 2Cr 30:1, 10, 11, 18; 31:1.

Qualche tempo prima (ca. 760 a.E.V.), Tiglat-Pileser (Tilgat-Pilneser) III aveva portato in esilio i manassiti residenti a E del Giordano. (1Cr 5:23-26) Sembra che all’epoca ci fossero dei conflitti fra le tribù di Efraim e di Manasse, anche se entrambe le tribù erano unite nell’opposizione a Giuda. — Isa 9:20, 21.

Quasi un secolo dopo la fine del regno delle dieci tribù (dal 648 a.E.V. in poi) Giosia re di Giuda estese anche ai luoghi devastati di Manasse e ad altre località fuori dei confini di Giuda la distruzione di altari, banchi dell’incenso, pali sacri e immagini, tutte cose usate nella falsa adorazione. Questo stesso re di Giuda fece restaurare il tempio, lavoro che fu finanziato dalle contribuzioni di israeliti di varie tribù, fra cui Manasse. — 2Cr 34:1-11.

Dopo il ritorno dall’esilio in Babilonia (537 a.E.V.) alcuni manassiti si stabilirono a Gerusalemme. — 1Cr 9:1-3.

Nella visione di Ezechiele, la parte assegnata a Manasse si trovava fra quella di Neftali e quella di Efraim. (Ez 48:4, 5) Manasse figura anche fra le tribù dell’Israele spirituale. — Ri 7:6.

3. Nome che compare nel testo masoretico in Giudici 18:30 per una modifica apportata dagli scribi. Il brano riguarda l’apostasia dei daniti, e la Traduzione del Nuovo Mondo lo rende così: “Gionatan figlio di Ghersom, figlio di Mosè, lui e i suoi figli divennero sacerdoti della tribù dei daniti”. (Vedi anche Ga, NVB, PIB, VR). Gli scribi ebrei inserirono fra le prime due lettere del nome originale ebraico una lettera (nun = n) scritta più in alto rispetto alle altre, in modo da leggere “Manasse” anziché “Mosè”, e questo per riguardo verso Mosè. Gli scribi cercarono così di evitare il biasimo o il disonore che poteva ricadere sul nome di Mosè a motivo dell’azione di Gionatan. Oltre che nel testo masoretico modificato, “Manasse” compare anche nel manoscritto Vaticano 1209 della Settanta greca e nella Pescitta siriaca. Il manoscritto Alessandrino della Settanta greca e la Vulgata latina in Giudici 18:30 hanno invece “Mosè”.

4. Re di Giuda, figlio e successore del re Ezechia. (2Re 20:21; 2Cr 32:33) Sua madre si chiamava Efziba. Manasse, 14º re di Giuda dopo Davide, salì al trono quando aveva 12 anni e regnò per 55 anni (716-662 a.E.V.) a Gerusalemme. (2Re 21:1) Fece ciò che era male agli occhi di Geova, in quanto ricostruì gli alti luoghi che suo padre aveva abbattuto, eresse altari a Baal, adorò “tutto l’esercito dei cieli” e costruì altari per la falsa religione in due cortili del tempio. Manasse fece passare i suoi figli attraverso il fuoco, praticò la magia, ricorse alla divinazione e promosse pratiche spiritiche. Inoltre mise nella casa di Geova l’immagine scolpita del palo sacro che aveva fatto. Indusse Giuda e Gerusalemme a “fare ciò che era male più delle nazioni che Geova aveva annientato d’innanzi ai figli d’Israele”. (2Re 21:2-9; 2Cr 33:2-9) Geova inviò dei profeti che non furono però ascoltati. Manasse fu pure colpevole di spargere sangue innocente in gran quantità (2Re 21:10-16), incluso, secondo scritti rabbinici, quello di Isaia che, sempre secondo questi scritti, fu segato a pezzi per ordine di Manasse. — Cfr. Eb 11:37.

Manasse fu punito per non avere prestato ascolto al messaggio di Geova. Infatti il re d’Assiria lo portò prigioniero a Babilonia, una delle città in cui risiedeva. (2Cr 33:10, 11) ‘Manasse di Giuda’ è menzionato in un elenco di 22 “re di Hatti, la spiaggia e le isole” che pagavano un tributo a Esar-Addon re d’Assiria. Il nome di Manasse compare anche in un elenco di re che pagavano un tributo ad Assurbanipal. — Ancient Near Eastern Texts, a cura di J. B. Pritchard, 1974, pp. 291, 294.

Mentre era in cattività, Manasse si pentì, si umiliò e pregò Geova. Dio esaudì la sua implorazione e lo rimise sul trono a Gerusalemme. (2Cr 33:12, 13) Dopo di che Manasse “edificò un muro esterno per la Città di Davide”, stabilì comandanti militari nelle città fortificate di Giuda ed eliminò gli dèi stranieri e l’immagine idolatrica dalla casa di Geova, come pure gli altari che aveva eretto “sul monte della casa di Geova e a Gerusalemme”. Manasse preparò l’altare di Geova e cominciò a immolare sacrifici su di esso, incoraggiando anche altri a servire Geova. Comunque la popolazione faceva ancora sacrifici sugli alti luoghi, sebbene a Geova. (2Cr 33:14-17) Alla morte di Manasse, salì al trono suo figlio Amon. — 2Cr 33:20.

5. Israelita e uno “dei figli di Paat-Moab” che avevano preso mogli straniere ma che poi ai giorni di Esdra le mandarono via “insieme ai figli”. — Esd 10:30, 44.

6. Altro israelita, uno “dei figli di Asum” che mandarono via le mogli straniere a motivo della zelante presa di posizione di Esdra a favore della pura adorazione. — Esd 10:33, 44.

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