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  • Matteo 11:28-30 | “Venite a me, [...] e io vi darò riposo”
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  • Significato di Matteo 11:28-30
  • Contesto di Matteo 11:28-30
  • “Il mio giogo è piacevole e il mio carico è leggero”
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1995
  • Un giogo piacevole e un carico leggero
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1971
  • Un modo pratico per alleviare lo stress
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 2001
  • ‘Venite da me e io vi ristorerò’
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova (per lo studio) 2019
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Versetti biblici spiegati
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VERSETTI BIBLICI SPIEGATI

Matteo 11:28-30 | “Venite a me, [...] e io vi darò riposo”

“Venite da me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete su di voi il mio giogo e imparate da me, perché io sono mite e modesto di cuore, e troverete ristoro per voi stessi. Infatti il mio giogo è piacevole e il mio carico è leggero” (Matteo 11:28-30, Traduzione del Nuovo Mondo).

“Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo. Prendete su di voi il mio giogo e imparate da me, perché io sono mansueto e umile di cuore; e voi troverete riposo per le anime vostre; poiché il mio giogo è dolce e il mio carico è leggero” (Matteo 11:28-30, Nuova Riveduta).

Significato di Matteo 11:28-30

Gesù rivolse a quelli che lo ascoltavano il caloroso invito ad andare da lui. Garantì loro che se avessero imparato da lui avrebbero trovato ristoro e sollievo.

“Venite da me, voi tutti che siete stanchi e oppressi”. Quelli ai quali Gesù rivolse questo invito erano oppressi da regole e tradizioni umane imposte dai capi religiosi (Matteo 23:4; Marco 7:7). Inoltre la gente comune era stanca e schiacciata dalle preoccupazioni, perché per provvedersi il necessario per vivere doveva lavorare molto e duramente.

“Io vi ristorerò”. Gesù promise di dare sollievo, o riposo, a coloro che avrebbero accettato il suo premuroso invito. Riuscì a dare questo ristoro aiutandoli a capire quello che Dio si aspettava veramente da loro (Matteo 7:24, 25). Sapere questo li liberò da false idee e da rigide tradizioni religiose (Giovanni 8:31, 32). Conoscere e mettere in pratica gli insegnamenti di Gesù avrebbe richiesto sforzi, ma farlo sarebbe stato fonte di sollievo.

“Prendete su di voi il mio giogo e imparate da me”. Nei tempi biblici, per portare carichi pesanti spesso si usava un giogo, una sbarra di legno che veniva messa sopra le spalle. Per questo motivo il termine “giogo” assunse anche il significato di sottomissione all’autorità o alle direttive di un’altra persona (Levitico 26:13; Isaia 14:25; Geremia 28:4). L’espressione “imparate da me” può anche essere resa “diventate miei discepoli (o “allievi”)”. Quindi Gesù stava incoraggiando quelli che lo ascoltavano a diventare suoi discepoli seguendo, o imitando, il suo esempio (Giovanni 13:13-15; 1 Pietro 2:21).

“Troverete ristoro per voi stessi”. Gesù non promise una soluzione immediata a tutti i problemi. Aiutò comunque i suoi ascoltatori a trovare conforto e speranza (Matteo 6:25-32; 10:29-31). Coloro che diventarono suoi discepoli e accettarono i suoi insegnamenti riscontrarono che servire Dio non era un peso, anzi li faceva sentire pienamente soddisfatti (1 Giovanni 5:3).

“Infatti il mio giogo è piacevole e il mio carico è leggero”. A differenza dei capi religiosi di quel tempo, Gesù era umile e mite (Giovanni 7:47-49). Non era mai duro né esigente. Al contrario, era gentile e avvicinabile. Le aspettative che aveva nei confronti dei suoi discepoli erano ragionevoli (Matteo 7:12; Marco 6:34; Luca 9:11). Inoltre indicò loro come potevano ottenere la misericordia di Dio e provare il sollievo che deriva dall’avere una buona coscienza (Matteo 5:23, 24; 6:14). Le belle qualità di Gesù non solo attiravano le persone, ma le spingevano anche ad accettare il suo piacevole giogo e a diventare suoi discepoli.

Contesto di Matteo 11:28-30

Gesù pronunciò le parole riportate in Matteo 11:28-30 nell’anno 31, mentre era impegnato in una campagna di predicazione in Galilea. L’apostolo Matteo è l’unico evangelista che menziona il premuroso invito che fa Gesù. Essendo un ex esattore di tasse ed ebreo lui stesso, Matteo sapeva per esperienza personale quanto la gente comune venisse oppressa non solo dalla tassazione romana ma anche dal corrotto sistema religioso giudaico. Quindi si sentì senza dubbio rincuorato quando vide Gesù usare l’autorità che gli era stata data da suo Padre, Geova,a per invitare gli umili e gli oppressi ad andare da lui (Matteo 11:25-27).

Il Vangelo di Matteo mette in risalto le straordinarie qualità che Gesù mostrò nel suo ruolo di Messia promesso e di futuro governante del Regno di Dio (Matteo 1:20-23; Isaia 11:1-5).

Leggi Matteo capitolo 11 nell’edizione per lo studio della Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture. Questa Bibbia è facile da capire e contiene registrazioni audio, note esplicative, riferimenti marginali, immagini, video e cartine.

Per una panoramica del libro di Matteo guarda questo breve video.

a Geova è il nome proprio di Dio (Salmo 83:18). Vedi l’articolo “Chi è Geova?”

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