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  • Festa delle capanne
    Perspicacia nello studio delle Scritture, volume 1
    • alla Piscina di Siloam con una brocca d’oro (tranne il primo giorno della festa, un sabato, quando l’acqua veniva attinta da un recipiente d’oro nel tempio, in cui era stata portata da Siloam il giorno prima). Egli si regolava in modo da essere di ritorno da Siloam con l’acqua nel momento stesso in cui i sacerdoti nel tempio si accingevano a disporre i pezzi del sacrificio sull’altare. Quando entrava nel cortile dei sacerdoti dalla Porta dell’Acqua del tempio veniva annunciato dai sacerdoti con tre squilli di tromba. L’acqua veniva quindi versata in un bacino da cui scendeva ai piedi dell’altare, e contemporaneamente anche il vino veniva versato in un bacino. Strumenti musicali accompagnavano nel tempio il canto dell’Hallel (Salmi 113–118), mentre gli adoratori agitavano rami di palma verso l’altare. Questa cerimonia voleva ricordare ai gioiosi partecipanti le parole profetiche di Isaia: “Con esultanza di sicuro attingerete acqua alle sorgenti della salvezza”. — Isa 12:3.

      Un’altra cerimonia simile si ripeteva ciascuno dei sette giorni della festa: i sacerdoti in processione facevano un giro intorno all’altare, cantando: “Ah, ora, Geova, salva, ti prego! Ah, ora, Geova, concedi successo, ti prego!” (Sl 118:25) Il settimo giorno facevano il giro sette volte.

      Secondo fonti rabbiniche, c’era un altro aspetto insolito della festa che, come quello dell’acqua attinta da Siloam, era in uso all’epoca del ministero terreno di Gesù. Questa cerimonia iniziava al termine del 15 tishri, primo giorno della festa, in effetti all’inizio del 16 tishri, secondo giorno della festa, e si ripeteva per le cinque sere successive. I preparativi si facevano nel cortile delle donne. Venivano eretti quattro grandi candelabri d’oro, ciascuno con quattro coppe d’oro. Quattro giovani di discendenza sacerdotale salivano su una scala a pioli con grandi brocche d’olio, per riempire le 16 coppe. I vestiti vecchi dei sacerdoti venivano usati come stoppini. Scrittori ebrei dicono che queste lampade facevano una luce così forte che si poteva vedere da notevole distanza e illuminava i cortili delle case di Gerusalemme. Degli uomini, fra cui alcuni anziani, danzavano con torce accese in mano e cantavano cantici di lode, accompagnati da strumenti musicali.

      Tra parentesi, è interessante notare che Geroboamo, il quale si separò da Roboamo figlio di Salomone e diventò re del regno settentrionale delle dieci tribù, celebrava (nell’ottavo mese, non nel settimo) una specie di festa delle capanne, a quanto pare per tenere lontane da Gerusalemme le tribù. Ma naturalmente i sacrifici venivano offerti ai vitelli d’oro che aveva eretti contravvenendo al comando di Geova. — 1Re 12:31-33.

      Probabilmente Gesù alludeva al significato spirituale della festa delle capanne e forse alla cerimonia dell’acqua di Siloam quando “l’ultimo giorno, il grande giorno della festa, . . . stava in piedi e gridò, dicendo: ‘Se qualcuno ha sete, venga a me e beva. Chi ripone fede in me, come ha detto la Scrittura: “Dal suo intimo sgorgheranno torrenti d’acqua viva”’”. (Gv 7:37, 38) E poteva avere in mente le lampade e le torce accese nell’area del tempio durante la festa, che illuminavano Gerusalemme, quando poi disse agli ebrei: “Io sono la luce del mondo. Chi segue me non camminerà affatto nelle tenebre, ma possederà la luce della vita”. (Gv 8:12) Poco dopo la conversazione con gli ebrei forse Gesù collegò Siloam con la festa e le sue luci quando incontrò un uomo nato cieco. Dopo avere detto ai discepoli “io sono la luce del mondo”, sputò per terra e con la saliva fece dell’argilla che mise sugli occhi dell’uomo, dicendogli: “Va, lavati nella riserva d’acqua di Siloam”. — Gv 9:1-7.

      I rami di palma che venivano agitati durante questa festa ci ricordano anche le folle che agitavano rami di palma durante l’ingresso di Gesù in Gerusalemme poco prima della sua morte, per quanto questo non sia avvenuto durante la festa delle capanne, ma prima della Pasqua. (Gv 12:12, 13) Inoltre l’apostolo Giovanni, che vide in visione i 144.000 schiavi di Dio suggellati sulla fronte, scrisse: “Dopo queste cose vidi, ed ecco, una grande folla, che nessun uomo poteva numerare, di ogni nazione e tribù e popolo e lingua, che stavano in piedi dinanzi al trono e dinanzi all’Agnello, vestiti di lunghe vesti bianche; e nelle loro mani c’erano rami di palme. E continuano a gridare ad alta voce, dicendo: ‘La salvezza la dobbiamo al nostro Dio, che siede sul trono, e all’Agnello’”. — Ri 7:1-10.

      Certo la festa delle capanne era una degna conclusione della parte principale dell’anno agricolo e del ciclo di feste annuali. Tutto ciò che vi è collegato comunica gioia, ricche benedizioni dalla mano di Geova, ristoro e vita.

  • Festa delle settimane
    Perspicacia nello studio delle Scritture, volume 1
    • FESTA DELLE SETTIMANE

      Vedi PENTECOSTE.

  • Festa dello squillo di tromba
    Perspicacia nello studio delle Scritture, volume 1
    • FESTA DELLO SQUILLO DI TROMBA

      Questa festa ricorreva il primo giorno (o novilunio) del settimo mese, etanim (tishri). Per gli ebrei era l’inizio dell’anno secolare, e perciò era più importante della festa della luna nuova tenuta negli altri 11 mesi. Il comando relativo alla festa dello squillo di tromba stabiliva inoltre che doveva essere un giorno di santo congresso, in cui non si doveva fare alcun lavoro faticoso.

      Il nome della festa deriva dal comando: “Dev’essere per voi un completo riposo, un memoriale

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