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TessalonicaPerspicacia nello studio delle Scritture, volume 2
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315 a.E.V. costruì Tessalonica. La chiamò così in onore di sua moglie, sorella di Alessandro Magno, che aveva questo nome. La nuova città sorgeva sulla costa occidentale della Penisola Calcidica, sul Golfo Termaico (ora chiamato golfo di Salonicco), dove si incontravano la strada che raggiungeva il Danubio a N e la Via Egnatia (la grande strada lastricata costruita dai romani), che si estendeva per centinaia di chilometri attraverso la Macedonia fino all’Adriatico.
Prima della metà del II secolo a.E.V. la Macedonia era divisa in quattro distretti, e Tessalonica era la capitale del secondo. Verso la metà del II secolo a.E.V. la Macedonia diventò provincia romana, e Tessalonica divenne la sede amministrativa del governo della provincia. Perciò, quando l’apostolo Paolo e Sila giunsero nella città, che si trovava circa 120 km a O di Filippi, constatarono che era una fiorente metropoli.
Per tre sabati Paolo predicò nella sinagoga di Tessalonica e in seguito a ciò alcuni ebrei e una moltitudine di proseliti greci divennero credenti e si unirono a Paolo e Sila; fra loro c’erano “non poche delle donne principali”. (At 17:1-4) Non è precisato per quanto tempo Paolo vi sia rimasto, ma fu abbastanza a lungo perché lui e il suo compagno di viaggio trovassero lavoro per provvedere al proprio sostentamento. Quindi Paolo, benché come apostolo avesse diritto all’aiuto materiale di coloro ai quali impartiva istruzione spirituale, dimostrò col suo esempio che ‘una persona deve guadagnarsi il cibo che mangia’. (1Co 9:4-18; 1Ts 2:9; 2Ts 3:7-12) Probabilmente questo fu fatto in parte a motivo della tendenza di alcuni ad essere pigri. Mentre era a Tessalonica Paolo, in due occasioni, ricevette in dono dai fratelli di Filippi le cose di cui aveva bisogno. — Flp 4:16.
In seguito gli ebrei di Tessalonica che avevano rifiutato il messaggio di Paolo radunarono una turba di oziosi presi dal mercato e assalirono la casa di Giasone dove stava Paolo. Ma quando appresero che colui che cercavano non c’era, trascinarono Giasone e altri credenti dai capi della città (alla lettera, dai “politarchi”). (At 17:5-9; cfr. nt. al v. 6). Particolarmente interessanti sono alcune iscrizioni dell’epoca rinvenute a Tessalonica e dintorni in cui sono menzionati funzionari locali detti politarchi.
Per motivi di sicurezza, i fratelli di Tessalonica mandarono di notte Paolo e Sila a Berea. Lì Paolo riscontrò che i bereani ‘erano di mente più nobile dei tessalonicesi, poiché non solo ricevettero la parola con la massima premura ma esaminavano attentamente le Scritture ogni giorno per vedere se le cose dette dall’apostolo stavano così’. Ben presto però sorsero difficoltà quando da Tessalonica giunsero oppositori ebrei che fomentarono un tumulto, rendendo necessario che Paolo se ne andasse di nuovo segretamente. — At 17:10-15.
Meno di un anno dopo aver lasciato Tessalonica, Paolo, che ora si trovava a Corinto, scrisse la prima lettera ai Tessalonicesi. Aveva mandato Timoteo a confortarli e incoraggiarli, e tramite lui aveva ricevuto buone notizie. Nella lettera li lodò per l’ottimo esempio che avevano dato a “tutti i credenti della Macedonia e dell’Acaia”, e li esortò a non scoraggiarsi a motivo della persecuzione. (1Ts 1:1-8; 3:1-13; 4:1) Questa lettera potrebbe essere stata il primo degli scritti canonici di Paolo e, con la probabile eccezione del Vangelo di Matteo, il primo libro delle Scritture Greche Cristiane ad essere messo per iscritto. Poco dopo Paolo scrisse una seconda lettera ai Tessalonicesi, affinché non si lasciassero sviare da falsi insegnanti. — 2Ts 1:1; 2:1-3.
Negli anni successivi Paolo senza dubbio tornò a Tessalonica passando dalla Macedonia nel corso dei suoi viaggi. (At 20:1-3; 1Tm 1:3) E alcuni tessalonicesi che sono menzionati per nome, Aristarco e Secondo, furono suoi compagni di viaggio. (At 20:4; 27:2) Dema, che abbandonò Paolo a Roma, andò a Tessalonica, forse sua città natale. — 2Tm 4:10.
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Tessalonicesi, Lettere aiPerspicacia nello studio delle Scritture, volume 2
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TESSALONICESI, LETTERE AI
Due lettere ispirate delle Scritture Greche Cristiane, forse le prime scritte dall’apostolo Paolo, che si identifica come lo scrittore di entrambe. (1Ts 1:1; 2:18; 2Ts 1:1; 3:17) Quando queste lettere furono messe per iscritto, Silvano (Sila) e Timoteo erano con Paolo. (1Ts 1:1; 2Ts 1:1) Questo indica che furono inviate da Corinto, poiché non risulta che i tre abbiano lavorato di nuovo tutti insieme dopo la sosta a Corinto durante il secondo viaggio missionario di Paolo. (At 18:5) Dal momento che l’attività svolta dall’apostolo a Corinto per 18 mesi pare fosse iniziata nell’autunno del 50 E.V., probabilmente fu più o meno in quell’epoca che egli scrisse la prima lettera ai Tessalonicesi. (At 18:11; vedi CRONOLOGIA [Il successivo periodo apostolico]). La seconda deve essere stata scritta non molto tempo dopo, probabilmente verso il 51 E.V.
Tutti i principali cataloghi del II, III e IV secolo E.V. includono entrambe le lettere considerandole canoniche. Queste inoltre sono in piena armonia col resto delle Scritture nell’esortare i servitori di Dio a tenere sempre una condotta eccellente. Degna di nota è anche l’importanza data in queste lettere alla preghiera. Paolo,
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