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  • w98 1/4 pp. 28-31
  • Rispettate la loro dignità?

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  • Rispettate la loro dignità?
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1998
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  • Esempi di dignità
  • Dignità nei rapporti familiari
  • Nella congregazione cristiana
  • Conservare la propria dignità
  • Onoriamo Geova comportandoci con dignità
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 2008
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    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1994
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    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 2006
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    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 2006
Altro
La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1998
w98 1/4 pp. 28-31

Rispettate la loro dignità?

RADUNATI come bestiame e stivati sulle navi in condizioni di indicibile lerciume e fetore, gli indigeni africani venivano trasportati nelle Americhe come merce umana. Era previsto che almeno la metà morisse prima di giungere a destinazione. I familiari venivano separati senza pietà, per non rivedersi mai più. La tratta degli schiavi fu uno degli episodi più oscuri del trattamento disumano che l’uomo ha riservato al suo prossimo. Altri episodi analoghi si verificarono allorché potenti conquistatori soggiogarono crudelmente popolazioni indigene inermi.

Privare una persona della dignità può essere più brutale che percuoterla fisicamente. Ne distrugge il morale. Benché la schiavitù sia stata abolita in quasi tutti i paesi, si continua a calpestare la dignità umana, forse in modi più subdoli.

Da parte loro i veri cristiani si sforzano di seguire l’esortazione di Gesù Cristo di ‘amare il prossimo come se stessi’. Perciò si chiedono: ‘Rispetto la dignità altrui?’ — Luca 10:27.

Esempi di dignità

Secondo il Vocabolario della lingua italiana di Nicola Zingarelli (ed. 1998), la dignità è lo “stato o condizione di chi (o di ciò che) per qualità intrinseche o per meriti acquisiti, è o si rende meritevole del massimo rispetto”, onore, stima. Come si addice questa descrizione alla condizione del Sovrano universale, Geova Dio! In effetti le Scritture mettono spesso in relazione Geova e la sua sovranità con la dignità. Mosè, Isaia, Ezechiele, Daniele, l’apostolo Giovanni e altri ebbero il privilegio di ricevere visioni ispirate dell’Altissimo e della sua corte celeste, e le loro descrizioni concordano nel descriverne la somma maestà e dignità. (Esodo 24:9-11; Isaia 6:1; Ezechiele 1:26-28; Daniele 7:9; Rivelazione [Apocalisse] 4:1-3) In una preghiera di lode, il re Davide disse: “Tue, o Geova, sono la grandezza e la potenza e la bellezza e l’eccellenza e la dignità; poiché ogni cosa nei cieli e sulla terra è tua”. (1 Cronache 29:11) Davvero nessuno è più degno di onore e stima di Geova Dio stesso.

Nel creare l’uomo a sua immagine e somiglianza, Geova gli concesse un certo grado di rispettabilità, amor proprio e dignità. (Genesi 1:26) Perciò, nei nostri rapporti con gli altri, dobbiamo accordare a ciascuno il dovuto onore e rispetto. Quando lo facciamo, mostriamo in effetti di riconoscere la Fonte della dignità umana, Geova Dio. — Salmo 8:4-9.

Dignità nei rapporti familiari

Sotto ispirazione l’apostolo Pietro, un uomo sposato, esortò i mariti cristiani ad assegnare alla moglie “onore come a un vaso più debole”. (1 Pietro 3:7; Matteo 8:14) “D’altra parte”, avvertì l’apostolo Paolo, “la moglie abbia profondo rispetto per il marito”. (Efesini 5:33) La Bibbia richiede quindi che nel matrimonio si mostri onore e rispetto per la dignità del coniuge. In quali modi possiamo farlo?

Come l’acqua dà vita a una pianta che cresce, la gentilezza nel parlare e i gesti di benignità fra marito e moglie, in pubblico e in privato, possono alimentare l’intima relazione che c’è fra loro. Viceversa, parlare in tono aspro, insultare o fare battutine e commenti taglienti, sarcastici, come si nota spesso fare nelle commedie televisive, è distruttivo. Può suscitare sentimenti negativi di incapacità e risentimento e causare perfino depressione e ferite emotive che non guariscono facilmente.

Rispettare la dignità altrui significa anche accettare gli altri come sono, non pretendendo che si conformino a un ideale preconcetto né facendo paragoni ingiusti. Questo è importante specialmente fra moglie e marito. L’intimità fiorisce dove si comunica e ci si esprime liberamente e nessuno ha paura di essere criticato o rimproverato. Quando un coniuge è libero di essere se stesso, la casa diventa davvero un rifugio dal duro e spietato mondo esterno.

Le Scritture comandano ai figli di ubbidire ai genitori e di rispettarli. A loro volta i genitori saggi e amorevoli tengono giustamente conto della dignità dei figli. La lode calorosa quando si comportano bene unita a paziente disciplina quando occorre è molto utile per imprimere in loro la “norma mentale di Geova”. Criticarli in continuazione, urlare e usare epiteti umilianti come “stupido” o “deficiente” serve solo a irritarli. — Efesini 6:4.

Un anziano della congregazione cristiana, padre di tre maschi e tre femmine, dice: “Alla Sala del Regno impartivamo la disciplina necessaria il più silenziosamente possibile. Una leggera gomitata o un’occhiata severa erano di solito sufficienti. Se occorreva una disciplina più energica, la impartivamo in privato, a casa, non sotto gli occhi di altri bambini. Ora che i nostri figli sono più grandi, la disciplina consiste nel dare a ciascuno di loro gli amorevoli e saggi consigli della Parola di Dio secondo i rispettivi bisogni. Cerchiamo di mantenere il riserbo su tali questioni personali, rispettando così il diritto alla privacy e la dignità di ciascun figlio”.

Da non trascurare è il bisogno di buone maniere nel parlare e nell’agire in seno alla famiglia. Anche se c’è familiarità non significa che non si debbano usare espressioni come “per favore”, “grazie”, “scusami” e “mi dispiace”. Le buone maniere sono fondamentali per rispettare sia la dignità propria che quella altrui.

Nella congregazione cristiana

“Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò”, disse Gesù. (Matteo 11:28) Gli oppressi, i depressi e addirittura i bambini erano irresistibilmente attratti da Gesù. Erano disprezzati dagli ipocriti e arroganti ecclesiastici e uomini di potere di quel tempo. Ma in Gesù trovavano qualcuno che rispettava la loro dignità.

Imitando Gesù, anche noi vogliamo essere fonte di ristoro per i nostri compagni di fede. Ciò significa cercare le opportunità per edificarli col nostro modo di parlare e di agire. Quando si conversa, è sempre appropriato essere sinceramente prodighi di commenti positivi e benevoli. (Romani 1:11, 12; 1 Tessalonicesi 5:11) Dimostriamo di essere sensibili ai sentimenti altrui stando attenti a ciò che diciamo e a come lo diciamo. (Colossesi 4:6) Anche vestendo in modo appropriato e mantenendo il giusto decoro alle adunanze cristiane dimostriamo profondo rispetto per la dignità del nostro Dio, la sua adorazione e i nostri conservi.

Gesù rispettava la dignità delle persone anche quando faceva qualcosa per loro. Non cercava mai di esaltarsi a loro spese o di umiliarli. Quando un lebbroso andò da lui chiedendo di essere guarito, Gesù non lo scacciò come individuo impuro e indegno, né diede spettacolo richiamando l’attenzione su di sé. Quando il lebbroso lo supplicò: “Signore, se tu vuoi, puoi rendermi puro”, Gesù lo trattò con rispetto, dicendogli: “Lo voglio”. (Luca 5:12, 13) È molto bello quando non solo aiutiamo i bisognosi ma assicuriamo loro che non sono affatto un peso, che li amiamo e li apprezziamo! Di solito nel mondo i timidi, i depressi e i disabili vengono trascurati, evitati o umiliati. Ma dovrebbero trovare vera fratellanza e sentirsi accettati quando sono in mezzo ai loro fratelli e alle loro sorelle cristiani. Dobbiamo fare la nostra parte perché esista questo spirito.

Gesù amava i discepoli considerandoli “i suoi” e “li amò sino alla fine” nonostante le loro mancanze e le loro fisime. (Giovanni 13:1) Capì che avevano un cuore puro e che erano devoti al Padre suo con tutta l’anima. In maniera simile noi non dovremmo mai attribuire motivi errati ai nostri compagni di fede solo perché forse non fanno le cose a modo nostro o perché le loro abitudini o la loro personalità ci irritano. Il rispetto per la dignità dei fratelli ci spingerà ad amarli e ad accettarli come sono, fiduciosi che anche loro amano Geova e lo servono con motivi puri. — 1 Pietro 4:8-10.

In particolar modo gli anziani dovrebbero stare attenti a non creare indebita ansietà in quelli affidati alla loro cura. (1 Pietro 5:2, 3) Quando si riuniscono con un componente della congregazione che ha commesso un peccato, gli anziani dovrebbero mitigare le loro parole mostrando benignità e considerazione ed evitare di fare domande imbarazzanti se non è necessario. (Galati 6:1) Anche quando si rende necessario impartire un’energica riprensione o disciplina, dovrebbero ugualmente rispettare la legittima dignità del trasgressore e non ferire il suo amor proprio. — 1 Timoteo 5:1, 2.

Conservare la propria dignità

Essendo stati creati a immagine e somiglianza di Dio, nei limiti del possibile dobbiamo riflettere le sue magnifiche qualità, compresa la sua dignità, nella nostra vita quotidiana. (Genesi 1:26) Similmente, nel comando di ‘amare il prossimo come se stessi’ è implicita la necessità di avere dignità e rispetto di se stessi in maniera equilibrata. (Matteo 22:39) Se vogliamo che gli altri ci rispettino e ci trattino dignitosamente, dobbiamo dimostrare di meritarlo.

Un fattore importante per conservare la propria dignità e il rispetto di se stessi è mantenere una coscienza pura. Una coscienza contaminata e sensi di colpa portano facilmente l’individuo a pensare di non valere nulla, a sentirsi frustrato e depresso. Perciò se uno ha commesso un grave errore, dovrebbe immediatamente fare i passi per pentirsi e chiedere aiuto spirituale agli anziani, in modo da ottenere “dalla persona di Geova stagioni di ristoro”. Tale ristoro include ritrovare la propria dignità e il rispetto di se stessi. — Atti 3:19.

Ancora meglio è sforzarsi costantemente di salvaguardare la propria coscienza addestrata secondo la Bibbia, non permettendo che alcuna cosa la macchi o la indebolisca. Esercitare padronanza di sé in ogni aspetto della vita — nel mangiare, nel bere, negli affari, nello svago, nei rapporti con persone dell’altro sesso — ci aiuterà a mantenere la coscienza a posto e ci permetterà di riflettere la gloria e la dignità di Dio nella nostra vita. — 1 Corinti 10:31.

Che dire se continuiamo ad avere sensi di colpa per i nostri errori o se il ricordo di abusi subiti ci fa soffrire? Questi sentimenti possono distruggere la nostra dignità personale e farci cadere in una profonda depressione. Come sono confortanti le parole del re Davide che troviamo in Salmo 34:18: “Geova è vicino a quelli che hanno il cuore rotto; e salva quelli che sono di spirito affranto”! Geova è pronto e desideroso di sostenere i suoi servitori quando si trovano a combattere contro la depressione e sentimenti di indegnità. Il mezzo per ritrovare il rispetto di se stessi e la propria dignità sta nel supplicarlo e nel chiedere aiuto a coloro che sono spiritualmente qualificati, come i genitori cristiani, gli anziani e altri componenti maturi della congregazione. — Giacomo 5:13-15.

D’altro canto dobbiamo stare attenti a non confondere la dignità personale con l’arroganza. Le Scritture consigliano di “non pensare di sé più di quanto sia necessario pensare; ma di pensare in modo da avere una mente sana, ciascuno secondo la misura di fede che Dio gli ha distribuito”. (Romani 12:3) È appropriato coltivare il rispetto di sé, ma non vogliamo avere un concetto esagerato di noi stessi né confondere la dignità umana con i tentativi egoistici e assurdi di certuni di salvare la faccia.

Il rispetto per la dignità altrui è pertanto un requisito cristiano. I nostri familiari e i nostri conservi cristiani meritano rispetto, onore e stima. Geova ha concesso a ciascuno di noi un certo grado di dignità e di onore che dovremmo riconoscere e conservare. Ma, soprattutto, dobbiamo coltivare profonda riverenza per l’eccelsa dignità e maestà del nostro Padre celeste, Geova Dio.

[Immagine a pagina 31]

I giovani devono mostrare rispetto verso i disabili

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