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Un’amministrazione per realizzare il proposito di DioLa Torre di Guardia 2006 | 15 febbraio
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Un’amministrazione per realizzare il proposito di Dio
“[Dio] opera tutte le cose secondo il modo che la sua volontà consiglia”. — Efesini 1:11.
1. Perché tutte le congregazioni dei testimoni di Geova si raduneranno il 12 aprile 2006?
LA SERA di mercoledì 12 aprile 2006 circa 16 milioni di persone si raduneranno per osservare il Pasto Serale del Signore. In ciascuno dei luoghi in cui si riuniranno ci sarà un tavolo con del pane non lievitato, come simbolo del corpo di Cristo, e del vino rosso, come simbolo del sangue che egli versò. Verrà pronunciato un discorso per spiegare il significato della Commemorazione della morte di Gesù, e verso la fine verranno fatti passare fra tutti i presenti questi emblemi, prima il pane e poi il vino. Saranno relativamente poche le congregazioni dei testimoni di Geova in cui qualcuno dei presenti prenderà gli emblemi. In molti casi nessuno mangerà il pane e berrà il vino. Come mai solo pochi cristiani, quelli che hanno la speranza di vivere in cielo, prendono gli emblemi, mentre la maggioranza, che ha la speranza di vivere per sempre sulla terra, non li prende?
2, 3. (a) In che modo Geova creò secondo il suo proposito? (b) Qual era il proposito di Geova nel creare la terra e gli uomini?
2 Geova è un Dio che ha un proposito. Nel realizzare questo proposito egli “opera tutte le cose secondo il modo che la sua volontà consiglia”. (Efesini 1:11) Per prima cosa creò il suo unigenito Figlio. (Giovanni 1:1, 14; Rivelazione [Apocalisse] 3:14) Poi, mediante questo Figlio, Geova creò una famiglia di figli spirituali e infine l’universo fisico, compresa la terra e l’uomo su di essa. — Giobbe 38:4, 7; Salmo 103:19-21; Giovanni 1:2, 3; Colossesi 1:15, 16.
3 Geova non ha creato la terra come banco di prova per allargare la sua famiglia di figli spirituali in cielo, come insegnano molte chiese della cristianità. L’ha creata per uno scopo preciso: “perché fosse abitata”. (Isaia 45:18) Dio ha creato la terra per l’uomo e l’uomo per la terra. (Salmo 115:16) Tutto il pianeta doveva diventare un paradiso, pieno di esseri umani giusti che l’avrebbero coltivato e se ne sarebbero presi cura. Alla prima coppia umana non fu mai prospettata l’idea che un giorno sarebbero andati in cielo. — Genesi 1:26-28; 2:7, 8, 15.
Messo in discussione il proposito di Dio
4. In che modo agli albori della storia umana fu messo in discussione il modo in cui Geova esercita la sovranità?
4 Un figlio spirituale di Dio si ribellò e decise di far fallire il proposito di Geova, abusando del dono divino del libero arbitrio. Costui turbò la pace che regna fra tutti quelli che si sottomettono amorevolmente alla sovranità di Geova. Satana istigò la prima coppia umana a scegliere la strada dell’indipendenza da Dio. (Genesi 3:1-6) Non negò la potenza di Geova, ma mise in discussione il suo modo di esercitare la sovranità e quindi il suo diritto di governare. Fu così che, proprio agli albori della storia umana, qui sulla terra fu sollevata la fondamentale contesa della sovranità di Geova.
5. Quale contesa secondaria fu sollevata, e chi chiamava in causa?
5 Strettamente legata a questa contesa principale, relativa alla sovranità universale, vi è una contesa secondaria che Satana sollevò ai giorni di Giobbe. Satana mise in dubbio il motivo per cui le creature si sottomettono a Geova e lo servono. Insinuò che lo fanno per motivi egoistici, e che se venissero messe alla prova si rivolterebbero contro Dio. (Giobbe 1:7-11; 2:4, 5) Questa sfida, pur riguardando in origine un servitore umano di Geova, chiamava in causa anche i figli spirituali di Dio, compreso il suo Figlio unigenito.
6. In che modo Geova si dimostrò fedele al suo proposito e al suo nome?
6 Fedele al suo proposito e al significato del suo nome, Geova fece in modo di divenire un Profeta e un Salvatore.a Disse a Satana: “Porrò inimicizia fra te e la donna e fra il tuo seme e il seme di lei. Egli ti schiaccerà la testa e tu gli schiaccerai il calcagno”. (Genesi 3:15) Mediante il Seme della sua “donna”, la parte celeste della sua organizzazione, Geova avrebbe risposto alla sfida di Satana e avrebbe dato ai discendenti di Adamo la speranza della liberazione e della vita. — Romani 5:21; Galati 4:26, 31.
“Il sacro segreto della sua volontà”
7. Quale proposito rivelò Geova mediante l’apostolo Paolo?
7 Nella sua lettera ai cristiani di Efeso l’apostolo Paolo diede una bellissima spiegazione di come Geova amministra le cose per realizzare il suo proposito. Scrisse: “[Dio] ci fece conoscere il sacro segreto della sua volontà. Esso è secondo il suo beneplacito, che egli si propose in se stesso per un’amministrazione al pieno limite dei tempi fissati, cioè radunare di nuovo tutte le cose nel Cristo, le cose nei cieli e le cose sulla terra”. (Efesini 1:9, 10) Il glorioso proposito di Geova è che ci sia un universo senza divisioni, pieno di creature che si sottomettono amorevolmente alla sua sovranità. (Rivelazione 4:11) In questo modo il suo nome sarà santificato, Satana sarà smascherato come bugiardo e la volontà di Dio sarà fatta “come in cielo, anche sulla terra”. — Matteo 6:10.
8. Cosa significa il termine tradotto “amministrazione”?
8 Il “beneplacito” o proposito di Geova sarebbe stato realizzato attraverso “un’amministrazione”. Paolo usò un termine che significa letteralmente “gestione domestica”. Questo termine non indica un governo, come il Regno messianico, bensì un modo di gestire le cose.b La maniera meravigliosa in cui Geova avrebbe amministrato le cose in modo da adempiere il suo proposito includeva un “sacro segreto” che sarebbe stato svelato in maniera progressiva nel corso dei secoli. — Efesini 1:10; 3:9, note in calce.
9. In che modo Geova rivelò in maniera progressiva il sacro segreto della sua volontà?
9 Mediante una serie di patti Geova rivelò gradualmente come si sarebbe realizzato il suo proposito in relazione al Seme promesso in Eden. La promessa che fece ad Abraamo stipulando un patto con lui rivelò che il Seme promesso sarebbe venuto sulla terra come discendente di Abraamo e sarebbe stato il mezzo mediante cui “tutte le nazioni della terra” si sarebbero benedette. Quel patto indicava anche che altri sarebbero stati associati alla parte principale del seme. (Genesi 22:17, 18) Il patto della Legge stipulato con l’Israele carnale rivelò che il proposito di Geova era di avere “un regno di sacerdoti”. (Esodo 19:5, 6) Il patto con Davide mostrò che il Seme sarebbe stato a capo di un Regno che sarebbe durato a tempo indefinito. (2 Samuele 7:12, 13; Salmo 89:3, 4) Dopo che il patto della Legge ebbe condotto gli ebrei al Messia, Geova rivelò ulteriori aspetti della realizzazione del suo proposito. (Galati 3:19, 24) Gli esseri umani che dovevano essere associati alla parte principale del seme avrebbero formato il predetto “regno di sacerdoti” e sarebbero stati introdotti in “un nuovo patto” diventando il nuovo “Israele”, un Israele spirituale. — Geremia 31:31-34; Ebrei 8:7-9.c
10, 11. (a) In che modo Geova rivelò l’identità del Seme promesso? (b) Perché l’unigenito Figlio di Dio venne sulla terra?
10 In armonia con l’amministrazione del proposito divino arrivò il tempo perché il Seme predetto comparisse sulla terra. Geova mandò l’angelo Gabriele ad annunciare a Maria che avrebbe partorito un figlio a cui si doveva dare nome Gesù. L’angelo le disse: “Questi sarà grande e sarà chiamato Figlio dell’Altissimo; e Geova Dio gli darà il trono di Davide suo padre, ed egli regnerà sulla casa di Giacobbe per sempre e del suo regno non ci sarà fine”. (Luca 1:32, 33) In questo modo l’identità del Seme promesso divenne chiara. — Galati 3:16; 4:4.
11 L’unigenito Figlio di Geova sarebbe venuto sulla terra e sarebbe stato messo alla prova fino al limite. Gesù avrebbe avuto modo di rispondere in maniera perfetta alla sfida di Satana. Sarebbe rimasto fedele a suo Padre? Vi era implicato un sacro segreto. L’apostolo Paolo in seguito spiegò il ruolo di Gesù e scrisse: “Il sacro segreto di questa santa devozione è per ammissione grande: ‘Egli fu reso manifesto nella carne, fu dichiarato giusto nello spirito, apparve agli angeli, fu predicato fra le nazioni, fu creduto nel mondo, fu ricevuto in gloria’”. (1 Timoteo 3:16) Sì, rimanendo irremovibile nella sua integrità fino alla morte, Gesù rispose una volta per tutte alla sfida di Satana. Ma c’erano altri dettagli del sacro segreto che dovevano essere ancora svelati.
“Il sacro segreto del regno di Dio”
12, 13. (a) Qual è un aspetto del “sacro segreto del regno di Dio”? (b) Cosa comportava il fatto che Geova scegliesse un numero limitato di esseri umani per farli andare in cielo?
12 Durante uno dei suoi giri di predicazione in Galilea, Gesù indicò che il sacro segreto era intimamente legato al suo Regno o governo messianico. Ai discepoli disse: “A voi è concesso di capire i sacri segreti del regno dei cieli [“regno di Dio”, Marco 4:11]”. (Matteo 13:11) Un aspetto di quel segreto era che Geova avrebbe scelto un “piccolo gregge” di 144.000 esseri umani per affiancarli a suo Figlio come parte del seme, affinché regnassero in cielo insieme a lui. — Luca 12:32; Rivelazione 14:1, 4.
13 Visto che gli esseri umani sono stati creati per vivere sulla terra, perché alcuni di loro andassero in cielo era necessaria “una nuova creazione” da parte di Geova. (2 Corinti 5:17) L’apostolo Pietro, che era uno di quelli scelti per avere questa eccezionale speranza celeste, scrisse: “Benedetto sia l’Iddio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo, poiché secondo la sua grande misericordia ci ha dato una nuova nascita per una speranza viva mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti, per un’eredità incorruttibile e incontaminata e durevole. Essa è riservata nei cieli per voi”. — 1 Pietro 1:3, 4.
14. (a) Che parte avevano i non ebrei nel “sacro segreto del regno di Dio”? (b) Perché possiamo comprendere queste “cose profonde di Dio”?
14 Un altro aspetto del sacro segreto in relazione al futuro dominio del Regno era che, tra quei pochi esseri umani che sarebbero stati chiamati a regnare con Cristo in cielo, Dio voleva che ci fossero anche non ebrei. Paolo spiegò questo particolare dell’“amministrazione” di Geova, ovvero del suo modo di gestire la realizzazione del suo proposito, dicendo: “In altre generazioni questo segreto non fu fatto conoscere ai figli degli uomini come ora è stato rivelato ai suoi santi apostoli e profeti mediante lo spirito, cioè che persone delle nazioni sarebbero state coeredi e membra dello stesso corpo e partecipi con noi della promessa unitamente a Cristo Gesù per mezzo della buona notizia”. (Efesini 3:5, 6) La comprensione di questo aspetto del sacro segreto fu rivelata ai “santi apostoli”. Allo stesso modo oggi, se non fosse per l’aiuto dello spirito santo, non capiremmo queste “cose profonde di Dio”. — 1 Corinti 2:10; 4:1; Colossesi 1:26, 27.
15, 16. Perché Geova ha scelto di fra il genere umano coloro che regneranno insieme a Cristo?
15 Dei “centoquarantaquattromila” visti insieme all’“Agnello” sul celeste monte Sion viene detto che sono stati “comprati dalla terra”, “comprati di fra il genere umano come primizie a Dio e all’Agnello”, Cristo Gesù. (Rivelazione 14:1-4) Geova ha scelto il primo dei suoi figli celesti perché divenisse la parte principale del seme promesso in Eden, ma perché i compagni di Cristo li ha scelti di fra il genere umano? L’apostolo Paolo spiega che questi, che sono in numero limitato, sono stati “chiamati secondo il . . . proposito [di Geova]”, “secondo il beneplacito della sua volontà”. — Romani 8:17, 28-30; Efesini 1:5, 11; 2 Timoteo 1:9.
16 Il proposito di Geova è quello di santificare il suo sacro ed eccelso nome e rivendicare la sua sovranità universale. La sua “amministrazione”, o maniera di gestire le cose, è incomparabilmente saggia; in virtù d’essa Geova ha inviato il suo Figlio primogenito sulla terra perché fosse messo alla prova sino al limite. Inoltre, ha deciso che al governo o Regno messianico di suo Figlio avrebbero partecipato esseri umani che avrebbero anch’essi sostenuto la Sua sovranità sino alla morte. — Efesini 1:8-12; Rivelazione 2:10, 11.
17. Perché possiamo essere contenti che Cristo e i governanti a lui associati siano vissuti come esseri umani?
17 Mandando suo Figlio sulla terra e scegliendo di fra il genere umano quelli che sarebbero stati i coeredi di suo Figlio nel governo del Regno, Geova ha mostrato il grande amore che prova per i discendenti di Adamo. Come poteva questo essere di beneficio per altri che si sono dimostrati fedeli a Geova, da Abele in poi? Essendo nati schiavi del peccato e della morte, gli esseri umani imperfetti avevano bisogno di essere guariti e portati alla perfezione sia sul piano spirituale che su quello fisico, in armonia con il proposito originale di Geova per il genere umano. (Romani 5:12) Com’è confortante per tutti quelli che sperano di vivere per sempre sulla terra sapere che il loro Re li tratterà con amore e comprensione, proprio come ha fatto con i suoi discepoli durante il suo ministero terreno! (Matteo 11:28, 29; Ebrei 2:17, 18; 4:15; 7:25, 26) E com’è rassicurante sapere che i re-sacerdoti associati a Cristo in cielo sono stati uomini e donne di fede che, proprio come noi, hanno dovuto fare i conti con debolezze personali e superare i problemi della vita! — Romani 7:21-25.
L’infallibile proposito di Geova
18, 19. Perché le parole di Paolo in Efesini 1:8-11 ci sono più chiare, e di cosa parlerà il prossimo articolo?
18 Ora capiamo meglio il significato delle parole che Paolo rivolse ai cristiani unti e che sono riportate in Efesini 1:8-11. Egli disse che Geova aveva fatto loro conoscere “il sacro segreto della sua volontà”, che essi erano “designati come eredi” insieme a Cristo, e che erano “preordinati secondo il proposito di colui che opera tutte le cose secondo il modo che la sua volontà consiglia”. Comprendiamo che ciò rientra nella meravigliosa “amministrazione” con cui Geova realizza il suo proposito. Questo ci aiuta anche a capire perché al Pasto Serale del Signore solo pochi dei cristiani presenti prendono gli emblemi.
19 Nell’articolo che segue vedremo cosa significa la Commemorazione della morte di Cristo per i cristiani che hanno la speranza celeste. Vedremo anche perché milioni di persone che hanno la speranza di vivere per sempre sulla terra dovrebbero avere molto a cuore ciò che la Commemorazione simboleggia.
[Note in calce]
a Il nome divino significa letteralmente “Egli fa divenire”. Geova può divenire qualunque cosa sia necessario per realizzare il suo proposito. — Esodo 3:14, nota in calce.
b Dalle parole di Paolo si capisce che ai suoi giorni questa “amministrazione” stava già operando, mentre le Scritture indicano che il Regno messianico fu istituito solo nel 1914.
c Per una trattazione dettagliata di questi patti e del loro ruolo nell’adempimento del proposito di Dio vedi La Torre di Guardia del 1º febbraio 1989, pp. 10-15.
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Si radunano le cose in cielo e le cose sulla terraLa Torre di Guardia 2006 | 15 febbraio
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Si radunano le cose in cielo e le cose sulla terra
“È secondo il suo beneplacito . . . radunare di nuovo tutte le cose nel Cristo, le cose nei cieli e le cose sulla terra”. — EFESINI 1:9, 10.
1. Che ne sarà del cielo e della terra ‘secondo il beneplacito di Geova’?
PACE in tutto l’universo! È questo il glorioso proposito di Geova, “l’Iddio della pace”. (Ebrei 13:20) Egli ispirò l’apostolo Paolo a scrivere che è “secondo il suo beneplacito . . . radunare di nuovo tutte le cose nel Cristo, le cose nei cieli e le cose sulla terra”. (Efesini 1:9, 10) Cosa significa esattamente il verbo che in questo versetto è tradotto “radunare di nuovo”? Il biblista John Lightfoot osserva: “L’espressione implica la completa armonia dell’universo; esso non conterrà più elementi estranei e discordanti, ma tutte le sue parti troveranno il proprio centro e il proprio vincolo d’unione in Cristo. Il peccato e la morte, il dolore e il fallimento e la sofferenza, cesseranno”.
“Le cose nei cieli”
2. Chi sono “le cose nei cieli” che devono essere radunate?
2 L’apostolo Pietro riassunse la meravigliosa speranza dei veri cristiani scrivendo: “Secondo la sua promessa noi aspettiamo nuovi cieli e nuova terra, e in questi dimorerà la giustizia”. (2 Pietro 3:13) I “nuovi cieli” qui promessi si riferiscono alla nuova autorità governativa, il Regno messianico. “Le cose nei cieli” che Paolo menziona nella sua lettera agli Efesini devono essere radunate “nel Cristo”. Si tratta del numero limitato di esseri umani scelti per regnare insieme a Cristo nei cieli. (1 Pietro 1:3, 4) Questi 144.000 cristiani unti sono “comprati dalla terra”, “comprati di fra il genere umano”, per essere coeredi di Cristo nel suo Regno celeste. — Rivelazione 5:9, 10; 14:3, 4; 2 Corinti 1:21; Efesini 1:11; 3:6.
3. Perché si può dire che gli unti sono ‘seduti nei luoghi celesti’ anche mentre sono sulla terra?
3 I cristiani unti sono generati dallo spirito santo, o nascono di nuovo, come figli spirituali di Geova. (Giovanni 1:12, 13; 3:5-7) Dal momento che Geova li adotta come “figli”, diventano fratelli di Gesù. (Romani 8:15; Efesini 1:5) Per questo motivo, anche mentre sono sulla terra, vengono descritti come ‘destati e seduti insieme nei luoghi celesti unitamente a Cristo Gesù’. (Efesini 1:3; 2:6) Occupano questa elevata posizione spirituale in quanto sono stati “suggellati col promesso spirito santo, che è una caparra della [loro] eredità”, riservata loro nei cieli. (Efesini 1:13, 14; Colossesi 1:5) Essi, dunque, sono “le cose nei cieli” di cui bisognava radunare il numero completo, preordinato da Geova.
Inizia il radunamento
4. Quando e come ebbe inizio il radunamento delle “cose nei cieli”?
4 In armonia con l’“amministrazione” di Geova, ovvero con il suo modo di gestire le cose, il radunamento delle “cose nei cieli” doveva avere inizio “al pieno limite dei tempi fissati”. (Efesini 1:10) Il tempo stabilito arrivò alla Pentecoste del 33 E.V. Quel giorno fu versato spirito santo sugli apostoli e su un gruppo di discepoli, sia uomini che donne. (Atti 1:13-15; 2:1-4) Questo dimostrò che il nuovo patto era entrato in vigore, segnando la nascita della congregazione cristiana e della nuova nazione dell’Israele spirituale, l’“Israele di Dio”. — Galati 6:16; Ebrei 9:15; 12:23, 24.
5. Perché Geova creò una nuova “nazione” che prendesse il posto dell’Israele carnale?
5 Il patto della Legge stipulato con l’Israele carnale non produsse “un regno di sacerdoti e una nazione santa” che prestasse servizio in cielo per sempre. (Esodo 19:5, 6) Gesù disse ai capi religiosi ebrei: “Il regno di Dio vi sarà tolto e sarà dato a una nazione che ne produca i frutti”. (Matteo 21:43) Questa nazione, l’Israele spirituale, è composta da cristiani unti introdotti nel nuovo patto. Ad essi l’apostolo Pietro scrisse: “Voi siete ‘una razza eletta, un regal sacerdozio, una nazione santa, un popolo di speciale possesso, affinché dichiariate le eccellenze’ di colui che vi ha chiamati dalle tenebre alla sua meravigliosa luce. Poiché una volta voi non eravate un popolo, ma ora siete il popolo di Dio”. (1 Pietro 2:9, 10) L’Israele carnale non era più il popolo del patto di Geova. (Ebrei 8:7-13) Come aveva predetto Gesù, il privilegio di far parte del Regno messianico fu tolto loro e dato ai 144.000 membri dell’Israele spirituale. — Rivelazione 7:4-8.
Introdotti nel patto del Regno
6, 7. Quale patto speciale stipulò Gesù con i suoi fratelli generati dallo spirito, e cosa significa questo per loro?
6 La sera che istituì la Commemorazione della sua morte, Gesù disse ai suoi apostoli fedeli: “Voi siete quelli che avete perseverato con me nelle mie prove; e io faccio un patto con voi, come il Padre mio ha fatto un patto con me, per un regno, affinché mangiate e beviate alla mia tavola nel mio regno, e sediate su troni per giudicare le dodici tribù d’Israele”. (Luca 22:28-30) Gesù qui si riferiva a un patto speciale che stipulava con i suoi 144.000 fratelli generati dallo spirito, i quali sarebbero rimasti ‘fedeli fino alla morte’ e avrebbero ‘vinto’. — Rivelazione 2:10; 3:21.
7 Gli appartenenti a questo gruppo limitato rinunciano a ogni speranza di vivere per sempre sulla terra come esseri umani di carne e sangue. Regneranno con Cristo in cielo, sedendo su troni per giudicare l’umanità. (Rivelazione 20:4, 6) Analizziamo ora altri brani biblici che si applicano solo a questi unti e che spiegano perché le “altre pecore” non prendono gli emblemi alla Commemorazione. — Giovanni 10:16.
8. Cosa indicano gli unti prendendo il pane? (Vedi il riquadro a pagina 23).
8 Gli unti partecipano alle sofferenze di Cristo e sono disposti a subire una morte simile alla sua. Paolo, che apparteneva a questo gruppo, disse che era disposto a fare qualsiasi sacrificio pur di ‘guadagnare Cristo’, “per conoscere lui e la potenza della sua risurrezione e la partecipazione alle sue sofferenze”. Sì, Paolo era disposto a ‘sottomettersi a una morte simile alla sua’. (Filippesi 3:8, 10) Molti cristiani unti hanno ‘portato nel loro corpo’ fisico “il trattamento mortifero riservato a Gesù”. — 2 Corinti 4:10.
9. Quale corpo è raffigurato dal pane alla Commemorazione?
9 Quando istituì il Pasto Serale del Signore, Gesù disse: “Questo significa il mio corpo”. (Marco 14:22) Si stava riferendo al suo corpo letterale, che di lì a poco sarebbe stato percosso e macchiato di sangue. Il pane senza lievito era un appropriato simbolo di quel corpo. Perché? Perché nella Bibbia il lievito può raffigurare il peccato o la malvagità. (Matteo 16:4, 11, 12; 1 Corinti 5:6-8) Gesù era perfetto, e il suo corpo umano era senza peccato. Egli avrebbe offerto quel corpo perfetto come sacrificio propiziatorio. (Ebrei 7:26; 1 Giovanni 2:2) Di questa sua azione avrebbero beneficiato tutti i cristiani fedeli, che avessero la speranza di vivere in cielo oppure quella di vivere per sempre su una terra paradisiaca. — Giovanni 6:51.
10. In che modo quelli che prendono il vino alla Commemorazione ‘partecipano al sangue del Cristo’?
10 Parlando del vino che i cristiani unti bevono in occasione della Commemorazione, Paolo scrisse: “Il calice di benedizione che noi benediciamo, non è una partecipazione al sangue del Cristo?” (1 Corinti 10:16) In che modo quelli che prendono il vino ‘partecipano al sangue del Cristo’? Di certo non partecipano all’azione di provvedere il sacrificio di riscatto, in quanto essi stessi hanno bisogno di essere redenti. I loro peccati sono perdonati ed essi sono dichiarati giusti per vivere in cielo grazie alla loro fede nel potere di redenzione del sangue di Cristo. (Romani 5:8, 9; Tito 3:4-7) È in virtù del sangue sparso di Cristo che i 144.000 coeredi di Cristo sono ‘santificati’, appartati, purificati dal peccato per essere “santi”. (Ebrei 10:29; Daniele 7:18, 27; Efesini 2:19) Versando il suo sangue, Cristo ‘comprò a Dio persone di ogni tribù e lingua e popolo e nazione, e le ha fatte essere un regno e sacerdoti al nostro Dio, ed esse regneranno sulla terra’. — Rivelazione 5:9, 10.
11. Cosa indicano gli unti bevendo il vino alla Commemorazione?
11 Quando istituì la Commemorazione della sua morte, Gesù passò agli apostoli fedeli il calice di vino e disse: “Bevetene, voi tutti; poiché questo significa il mio ‘sangue del patto’, che dev’essere versato a favore di molti per il perdono dei peccati”. (Matteo 26:27, 28) Proprio come il patto della Legge tra Dio e la nazione di Israele era stato convalidato con il sangue di tori e di capri, il sangue di Gesù convalidava il nuovo patto che Geova avrebbe stipulato con l’Israele spirituale a partire dalla Pentecoste del 33 E.V. (Esodo 24:5-8; Luca 22:20; Ebrei 9:14, 15) Bevendo il vino che simboleggia il “sangue del patto” gli unti indicano che sono stati introdotti nel nuovo patto e che ne ricevono i benefìci.
12. In che modo gli unti vengono battezzati nella morte di Cristo?
12 Agli unti viene ricordata anche un’altra cosa. Gesù disse ai suoi discepoli fedeli: “Voi berrete il calice che io bevo, e sarete battezzati col battesimo con cui io sono battezzato”. (Marco 10:38, 39) In seguito l’apostolo Paolo parlò di cristiani ‘battezzati nella morte di Cristo’. (Romani 6:3) Gli unti vivono una vita di sacrificio. La loro è una morte di sacrificio in quanto rinunciano a qualsiasi speranza di vivere per sempre sulla terra. Il battesimo di questi cristiani unti nella morte di Cristo viene completato quando, dopo essere morti fedeli, vengono risuscitati come creature spirituali per ‘regnare insieme’ a Cristo in cielo. — 2 Timoteo 2:10-12; Romani 6:5; 1 Corinti 15:42-44, 50.
Chi prende gli emblemi
13. Perché quelli che hanno la speranza terrena non prendono gli emblemi alla Commemorazione, e perché assistono alla Commemorazione?
13 Visto che prendere il pane e il vino che vengono passati durante la Commemorazione comporta tutte queste cose, chiaramente sarebbe fuori luogo che chi ha la speranza terrena prendesse tali emblemi. Quelli che hanno la speranza terrena discernono di non essere unti, membra del corpo di Cristo, né sono nel nuovo patto che Geova ha stipulato con coloro che regneranno insieme a Gesù Cristo. Visto che “il calice” rappresenta il nuovo patto, solo quelli che sono nel nuovo patto prendono gli emblemi. Quelli che sperano di vivere per sempre nella perfezione umana sulla terra come sudditi del Regno non sono né battezzati nella morte di Gesù né chiamati a regnare con lui in cielo. Se prendessero gli emblemi indicherebbero una cosa che nel loro caso non è vera. Perciò non li prendono, pur assistendo alla Commemorazione in veste di rispettosi osservatori. Sono grati di tutto ciò che Geova ha fatto per loro mediante suo Figlio, compreso il fatto che li ha perdonati sulla base del sangue sparso di Cristo.
14. In che modo gli unti traggono forza spirituale dal prendere il pane e il vino?
14 Il suggellamento finale del numero relativamente piccolo di cristiani chiamati a regnare in cielo con Cristo sta per essere completato. Sino alla fine della loro vita di sacrificio sulla terra, gli unti traggono forza spirituale dal prendere gli emblemi alla Commemorazione. Si sentono uniti ai loro fratelli e alle loro sorelle quali membra del corpo di Cristo. Prendere gli emblemi del pane e del vino ricorda loro che hanno la responsabilità di rimanere fedeli sino alla morte. — 2 Pietro 1:10, 11.
Si radunano “le cose sulla terra”
15. Chi è stato radunato al fianco dei cristiani unti?
15 A partire dalla metà degli anni ’30 del secolo scorso al fianco degli unti si è schierato un crescente numero di “altre pecore”, che non fanno parte del “piccolo gregge” e hanno la speranza di vivere per sempre sulla terra. (Giovanni 10:16; Luca 12:32; Zaccaria 8:23) Questi sono diventati i leali compagni dei fratelli di Cristo, e hanno offerto un aiuto prezioso nella predicazione di “questa buona notizia del regno” in testimonianza a tutte le nazioni. (Matteo 24:14; 25:40) Per questo potranno essere considerati “pecore” da Cristo ed essere messi alla sua “destra” di favore quando egli verrà per giudicare le nazioni. (Matteo 25:33-36, 46) Grazie alla loro fede nel sangue di Cristo formeranno la “grande folla” che sopravvivrà alla “grande tribolazione”. — Rivelazione 7:9-14.
16. Chi sarà incluso nelle “cose sulla terra”, e in che modo tutti questi avranno la possibilità di diventare “figli di Dio”?
16 Una volta completato il suggellamento finale dei 144.000, i “venti” della distruzione potranno scatenarsi contro il malvagio sistema di cose di Satana che esiste sulla terra. (Rivelazione 7:1-4) Durante il Regno millenario di Cristo e dei re-sacerdoti a lui associati, alla grande folla si unirà un numero incalcolabile di risuscitati. (Rivelazione 20:12, 13) Questi avranno la possibilità di diventare in modo permanente sudditi terreni del Re messianico, Cristo Gesù. Alla fine del Regno millenario tutte queste “cose sulla terra” saranno sottoposte a una prova finale. Quelli che si dimostreranno fedeli verranno adottati come “figli di Dio” terreni. — Efesini 1:10; Romani 8:21; Rivelazione 20:7, 8.
17. Come si realizzerà il proposito di Geova?
17 Così, grazie alla sua “amministrazione”, o maniera di gestire le cose, che è incomparabilmente saggia, Geova avrà realizzato il suo proposito di “radunare di nuovo tutte le cose nel Cristo, le cose nei cieli e le cose sulla terra”. Tutte le creature intelligenti in cielo e sulla terra saranno state radunate nella pace universale, e si sottometteranno gioiosamente alla giusta sovranità di Geova, l’Iddio che adempie immancabilmente ciò che si propone.
18. In che modo sia gli unti che i loro compagni trarranno beneficio dall’assistere alla Commemorazione?
18 Per il piccolo numero di unti e per i milioni di loro compagni delle “altre pecore”, radunarsi il 12 aprile 2006 sarà un’esperienza che rafforzerà la fede. Quel giorno osserveranno la Commemorazione della morte di Cristo, ubbidendo al comando di Gesù: “Continuate a far questo in ricordo di me”. (Luca 22:19) Tutti quelli che saranno presenti dovrebbero ricordare ciò che Geova ha fatto per loro mediante il suo caro Figlio, Cristo Gesù.
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