-
Una continua ricerca di soluzioniSvegliatevi! 2000 | 8 dicembre
-
-
Una continua ricerca di soluzioni
SIN dall’inizio l’Organizzazione delle Nazioni Unite si è interessata dei bambini e dei loro problemi. Alla fine del 1946 istituì il Fondo Internazionale di Emergenza delle Nazioni Unite per l’Infanzia (UNICEF), una misura temporanea per l’assistenza all’infanzia nelle zone devastate dalla guerra.
Nel 1953 questo fondo di emergenza fu trasformato in un’organizzazione permanente. Benché attualmente il suo nome ufficiale sia Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia, ha conservato l’acronimo originale UNICEF. Pertanto da oltre mezzo secolo l’UNICEF fornisce in tutto il mondo viveri, indumenti e assistenza medica ai bambini e cerca di provvedere ai loro bisogni in generale.
Nel 1959, quando le Nazioni Unite adottarono la Dichiarazione sui Diritti del Fanciullo, si diede ancor più risalto ai bisogni dei bambini. (Vedi il riquadro a pagina 5). Si sperava che quel documento avrebbe suscitato interesse per i problemi dell’infanzia e avrebbe contribuito a risolverli incoraggiando l’aiuto, finanziario e d’altro genere, del pubblico.
Ma secondo un annuario, “vent’anni dopo questi ‘diritti’ — specie quelli relativi ad alimentazione, salute e benessere — non erano ancora stati ottenuti da molti del miliardo e mezzo di bambini del mondo”. (1980 Year Book, Collier) Perciò, riconoscendo il continuo bisogno di risolvere i problemi dei bambini e in armonia con gli obiettivi della dichiarazione suddetta, le Nazioni Unite proclamarono il 1979 Anno Internazionale del Fanciullo. In tutto il mondo gruppi governativi, civili, religiosi e filantropici furono subito favorevoli alla ricerca di soluzioni.
Fu solo una “beffa crudele”?
Purtroppo, secondo un rapporto dell’UNICEF, nei paesi in via di sviluppo i bambini non se la passarono bene durante l’Anno Internazionale del Fanciullo. Alla fine dell’anno circa 200 milioni erano ancora malnutriti e metà dei decessi dei 15 milioni di bambini al di sotto dei cinque anni si poteva attribuire alla malnutrizione. In questi paesi, dei 100 bambini nati ogni minuto in quell’anno, 15 morirono prima di compiere il primo anno. Meno del 40 per cento finì le scuole elementari. Commentando il rapporto dell’UNICEF, un editoriale dell’Indian Express deplorava che l’Anno del Fanciullo si fosse rivelato una “beffa crudele”.
Alcuni previdero questo fallimento. Per esempio, all’inizio dell’anno, Fabrizio Dentice scriveva: ‘Ci vuol altro che l’Anno del Fanciullo per porre rimedio alla situazione’. Poi commentava: “Bisognerebbe cambiare il tipo di vita che fa di noi quello che siamo”. — L’Espresso del 28 gennaio 1979.
Alla continua ricerca di soluzioni per i problemi dei bambini, nel settembre 1990 si tenne un summit mondiale nella sede dell’ONU. Fu uno dei più grandi incontri di leader mondiali della storia. Erano presenti oltre 70 capi di governo. Il convegno riprese la Convenzione sui Diritti dell’Infanzia, che era stata adottata il 20 novembre 1989 e andò in vigore il 2 settembre 1990. Alla fine del mese l’accordo era già stato ratificato da 39 nazioni.
“La Convenzione”, ha osservato di recente l’UNICEF, “è diventata rapidamente il trattato sui diritti umani che ha raccolto i più vasti consensi, creando un incentivo globale a favore dei bambini”. Infatti nel novembre 1999 la Convenzione era stata adottata da 191 nazioni. L’UNICEF si vantò: “Si sono fatti più progressi nel comprendere e tutelare i diritti dei bambini nel decennio dopo l’adozione della Convenzione sui Diritti dell’Infanzia che in qualsiasi altro periodo della storia”.
Nonostante questi progressi, il presidente tedesco Johannes Rau fu indotto a osservare: “È triste che nel nostro tempo ci debba essere ancora ricordato che i bambini hanno dei diritti”. O ci debba essere ricordato che hanno ancora problemi gravi! Nel novembre 1999, ammettendo che “rimane molto da fare”, l’UNICEF spiegò: “Globalmente muoiono ogni anno sui 12 milioni di bambini sotto i cinque anni, perlopiù per cause facilmente prevenibili. Nei paesi in via di sviluppo circa 130 milioni di bambini non frequentano le scuole elementari . . . Quasi 160 milioni di bambini sono gravemente o moderatamente malnutriti. . . . Molti bambini non voluti languiscono negli orfanotrofi e in altri istituti, privati dell’istruzione e di adeguate cure sanitarie. Questi bambini spesso sono maltrattati. Si calcola che 250 milioni di bambini svolgano qualche forma di lavoro pesante”. Vennero menzionati anche i 600 milioni di bambini che vivono in assoluta povertà e i 13 milioni che alla fine del 2000 avranno perso almeno un genitore a causa dell’AIDS.
A quanto pare i leader politici non riescono a trovare soluzioni soddisfacenti a questi problemi. Ad ogni modo, non è solo nei paesi in via di sviluppo che i bambini hanno problemi. Nei paesi occidentali molti di essi soffrono di privazioni di altro genere.
[Testo in evidenza a pagina 4]
“È triste che nel nostro tempo ci debba essere ancora ricordato che i bambini hanno dei diritti”
[Riquadro/Immagine a pagina 5]
La Dichiarazione dell’ONU sui Diritti del Fanciullo:
● Il diritto a un nome e a una nazionalità.
● Il diritto all’affetto, all’amore e alla comprensione e alla sicurezza materiale.
● Il diritto a ricevere vitto, alloggio e servizi medici adeguati.
● Il diritto a ricevere cure speciali se fisicamente, mentalmente o socialmente handicappato.
● Il diritto di essere tra i primi a ricevere protezione e soccorso in qualsiasi circostanza.
● Il diritto di essere protetto da ogni forma di negligenza, crudeltà e sfruttamento.
● Il diritto a piene opportunità di gioco e di svago e a uguali opportunità di ricevere un’istruzione obbligatoria e gratuita, che consenta al fanciullo di sviluppare le proprie capacità e divenire un componente utile della società.
● Il diritto di sviluppare appieno il suo potenziale in condizioni di libertà e dignità.
● Il diritto di essere educato in uno spirito di comprensione, tolleranza e amicizia fra i popoli, di pace e fratellanza universale.
● Il diritto di godere di questi diritti senza distinzione di razza, di colore, di sesso, di religione, di opinione politica o d’altro genere, di origine nazionale o sociale, di condizione economica, di nascita o altro.
[Credit Line]
Riassunto basato su Everyman’s United Nations
[Fonti delle immagini a pagina 3]
UN PHOTO 148038/Jean Pierre Laffont
UN photo
[Fonte dell’immagine a pagina 4]
Foto alle pagine 4 e 5: Giacomo Pirozzi/Panos Pictures
-
-
I bambini meritano di essere voluti e amatiSvegliatevi! 2000 | 8 dicembre
-
-
I bambini meritano di essere voluti e amati
“DATE un po’ di amore a un bambino e riceverete molto in cambio”. Così scrisse John Ruskin, scrittore e critico inglese del XIX secolo. Probabilmente la maggior parte dei genitori converrà che vale la pena amare i propri figli, non solo perché l’amore sarà ricambiato ma, ciò che più conta, per l’effetto positivo che l’amore avrà su di loro.
Un libro osservava, per esempio, che senza amore “i bambini rischiano di morire”. (Love and Its Place in Nature) E Ashley Montagu, noto antropologo inglese, arrivò a dire: “Il bambino che soffre di una carenza affettiva è molto diverso, dal punto di vista biochimico, fisiologico e psicologico, dal bambino che ha ricevuto amore. Anche nella crescita vi sarà differenza fra i due”.
Il Toronto Star citava una ricerca arrivata a conclusioni simili: “I bambini che crescono senza ricevere regolarmente abbracci e carezze . . . presentano livelli di ormoni legati allo stress superiori alla norma”. Senza dubbio la mancanza di contatto fisico durante l’infanzia “può avere a lungo termine gravi conseguenze sull’apprendimento e sulla memoria”.
Queste scoperte sottolineano l’importanza della presenza fisica dei genitori. Altrimenti come si possono stabilire forti vincoli fra genitore e figlio? Purtroppo, anche nei paesi ricchi, c’è la tendenza a provvedere ai bisogni del bambino senza la presenza dei genitori. I bambini vengono mandati a scuola, mandati al catechismo, mandati a lavorare, mandati al campeggio, e vengono dati loro i soldi per andare in luoghi di svago. Allontanati dal nucleo della famiglia, rimanendo per così dire in orbita a una certa distanza, milioni di bambini finiscono naturalmente per sentirsi, forse solo inconsciamente, trascurati, non voluti e non amati, circondati da un ostile mondo di adulti. Questa sensazione così diffusa può essere uno dei motivi per cui a Berlino ci sono circa 3.000 bambini che vivono per strada. Uno di loro, Micha, ha detto: “Nessuno mi voleva più”. Sempre in Germania, un ragazzino di nove anni si è lamentato in toni analoghi, dicendo: “Preferirei essere il nostro cane”.
Varie forme di maltrattamento dei bambini
Trascurare un bambino è una forma di maltrattamento che rivela la mancanza di quella che la Bibbia definisce “affezione naturale”. (Romani 1:31; 2 Timoteo 3:3) E può portare a forme più sinistre di maltrattamento. Per esempio sin dal 1979, Anno Internazionale del Fanciullo, si è prestata maggior attenzione ai problemi dei maltrattamenti fisici e dell’abuso sessuale di bambini. Certo è difficile raccogliere statistiche accurate, e queste variano da paese a paese. Ma non c’è dubbio che i bambini che hanno subìto abusi sessuali porteranno anche da adulti cicatrici difficili da cancellare.
Indipendentemente dalla forma che assume, il maltrattamento trasmette ai bambini il messaggio che non sono amati e non sono voluti. E il problema sembra peggiorare. Secondo il giornale tedesco Die Welt, “sempre più bambini crescendo diventano socialmente handicappati”. Il giornale aggiunge: “Ai bambini manca il calore del nido. Secondo [Gerd Romeike, direttore di un centro di assistenza all’infanzia di Amburgo], il legame affettivo tra figli e genitori si indebolisce o non è mai stato stabilito. Questi bambini si sentono trascurati e il loro desiderio di sicurezza rimane insoddisfatto”.
I bambini cui è negato il diritto di essere voluti e amati potrebbero inasprirsi e sfogare la loro frustrazione su coloro che li hanno trascurati o forse sulla società in generale. Ben 10 anni fa il rapporto di un gruppo di esperti canadesi segnalò la necessità di un’azione immediata affinché un’intera generazione di giovani “che pensano che la società non si interessi di loro” non andasse perduta.
Forse i ragazzi non amati e non voluti sono tentati di scappare di casa per sottrarsi ai problemi, solo per trovarne di maggiori in città piagate da criminalità, droga e immoralità. In effetti più di 20 anni fa la polizia calcolò che in una sola area metropolitana degli Stati Uniti vivessero 20.000 ragazzi sotto i 16 anni scappati di casa. Furono definiti “il prodotto di famiglie divise e di brutalità, spesso a motivo di genitori alcolisti o drogati. Si prostituiscono, vendono il proprio corpo per guadagnarsi da vivere e poi, picchiati dai protettori e privi di ogni amor proprio, vivono nel timore di rappresaglie se tentano di sottrarsi al racket”. Purtroppo questa deplorevole situazione esiste tuttora nonostante gli sforzi onesti per cambiarla.
I ragazzi che crescono nelle condizioni summenzionate diventano adulti squilibrati, spesso incapaci di allevare dovutamente i propri figli. Essendo loro stessi non amati e non voluti, producono poi altri della stessa specie: ragazzi che si sentono non voluti e non amati. Un uomo politico tedesco disse in poche parole: “I bambini senza amore diventano adulti pieni di odio”.
Naturalmente milioni di genitori fanno del loro meglio perché i loro figli si sentano voluti e amati. Non si limitano a dirlo, ma lo dimostrano prestando ai figli la cura amorevole e l’attenzione che ogni bambino merita. Comunque i problemi rimangono, problemi che chiaramente i singoli genitori non possono risolvere. Per esempio, in certe parti del mondo gli imperfetti sistemi politici ed economici umani non provvedono ai bambini assistenza sanitaria adeguata, istruzione appropriata e cibo sufficiente, e neanche protezione dal flagello del lavoro minorile e di condizioni di vita deplorevoli. E troppo spesso queste condizioni sono aggravate da adulti avidi, corrotti, egoisti e sconsiderati.
Kofi Annan, segretario generale delle Nazioni Unite, ha menzionato alcuni dei problemi più gravi che i bambini incontrano oggi: “Milioni di bambini continuano a sopportare le tremende indegnità della miseria, centinaia di migliaia di essi subiscono le conseguenze della guerra e del caos economico, decine di migliaia di essi sono mutilati nelle guerre e molti di più rimangono orfani o muoiono a causa dell’AIDS”.
Ma non ci sono solo cattive notizie! Alcuni organismi associati all’ONU, come il Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia (UNICEF) e l’Organizzazione Mondiale della Sanità, lavorano sodo per migliorare la sorte dei bambini. Annan ha osservato: “I bambini che sono venuti al mondo sani e quelli che sono stati vaccinati, i bambini che sanno leggere e scrivere e quelli che sono liberi di imparare e di giocare, insomma, di vivere da bambini, sono molti più di quelli che si sarebbe creduto possibile anche solo un decennio fa”. Ma ha avvertito: “Non c’è tempo di adagiarsi sui risultati ottenuti”. — La condizione dell’infanzia nel mondo 2000.
Chi merita speciale attenzione
Alcuni bambini meritano speciale attenzione. All’inizio degli anni ’60 il mondo rimase sconvolto sentendo notizie provenienti da oltre una decina di paesi della nascita di migliaia di cosiddetti bambini del talidomide. Assunto da donne incinte, il talidomide, sedativo e sonnifero, aveva un effetto collaterale imprevisto che causò la nascita di bambini con arti ridotti o inesistenti. Spesso braccia e gambe erano poco più che pinne.
Quattro decenni più tardi, la principale causa delle mutilazioni dei bambini sono le mine terrestri.a Secondo alcune stime, ci sarebbero da 60 a 110 milioni di mine attive sparse in tutto il mondo. Ogni anno rimangono uccise o mutilate circa 26.000 persone, fra cui molti bambini. Dal 1997, quando Jody Williams vinse il Premio Nobel per la pace grazie alla sua campagna contro l’uso delle mine terrestri, si è prestata molta attenzione a questo problema. Ma i campi minati esistono tuttora. Un uomo politico tedesco, parlando degli sforzi per sbarazzare il mondo dalle mine terrestri, ha detto: “È come cercare di vuotare una vasca da bagno con un cucchiaino mentre il rubinetto è aperto”.
Un altro gruppo che necessita di speciale attenzione è quello dei bambini che hanno perso i genitori. Era proposito di Geova Dio, il Creatore dell’uomo, che i bambini crescessero ricevendo amore e attenzione sia dal padre che dalla madre. I bambini hanno bisogno di una vita familiare equilibrata, e la meritano.
Orfanotrofi e agenzie che si occupano di adozioni cercano di soddisfare i bisogni dei bambini senza i genitori. Ma purtroppo alcuni bambini diseredati che hanno un disperato bisogno di essere adottati sono spesso i più ignorati: quelli malati, quelli che hanno qualche disturbo dell’apprendimento, quelli fisicamente handicappati oppure di origine straniera.
Sono state fondate organizzazioni che incoraggiano a versare regolarmente del denaro per “adottare” un bambino che vive in un paese povero. Il denaro viene usato per l’istruzione del bambino o per provvedere alle sue necessità. Se si desidera, per rafforzare la relazione si possono anche scambiare foto e lettere. Benché utile, questa disposizione non è certo la soluzione ideale.
Un altro esempio interessante di quanto si è fatto per aiutare i bambini senza genitori è un movimento che nel 1999 ha celebrato il mezzo secolo di attività.
I villaggi SOS per i bambini
Nel 1949 Hermann Gmeiner fondò a Imst, in Austria, quello che chiamò SOS-Kinderdorf (Villaggio SOS per i bambini). Da quel piccolo inizio, la sua organizzazione è cresciuta fino a includere quasi 1.500 villaggi e istituzioni simili in 131 paesi dell’Africa, dell’America, dell’Asia e dell’Europa.
Gmeiner basò la sua impresa su quattro elementi fondamentali: la mamma, i fratelli e le sorelle, la casa e il villaggio. Una “mamma” costituisce la base di una “famiglia” di cinque o sei, forse più, bambini. Vive con loro e cerca di mostrare loro l’amore e l’attenzione che mostrerebbe una vera madre. I bambini rimangono insieme nella stessa “famiglia” e con la stessa “mamma” finché arriva il momento di andarsene da “casa”. La “famiglia” include bambini di età diversa. Avendo “fratelli” e “sorelle” sia maggiori che minori, i bambini imparano a prendersi cura l’uno dell’altro, e questo li aiuta a non diventare egocentrici. Si cerca di integrarli in una “famiglia” appena la loro età lo consente. Fratelli e sorelle carnali vengono sempre tenuti insieme nella stessa “famiglia”.
I villaggi sono composti da una quindicina di “famiglie”, ciascuna con una casa propria. A tutti i bambini si insegna ad aiutare la “mamma” nelle faccende domestiche. Per quanto manchi un padre, è previsto il sostegno maschile per offrire consigli paterni e impartire la disciplina necessaria. I ragazzi frequentano le scuole locali. Ciascuna “famiglia” riceve un sussidio mensile stabilito per coprire le spese. Cibo e vestiario vengono acquistati sul posto. L’obiettivo è offrire ai ragazzi una tipica vita familiare con tutti i suoi problemi e le sue gioie, permettendo loro di condurre, per quanto possibile, una vita normale. Questo li prepara per formarsi una famiglia propria una volta raggiunta l’età adulta.
Continua la ricerca della soluzione ideale
Agenzie che si occupano di adozioni, orfanotrofi, villaggi SOS, UNICEF e organizzazioni o gruppi simili agiscono a buon fine nel cercare di dare sostegno ai bambini derelitti. Ma nessuno può negare che questi bambini sono una realtà. Per quanto vogliano fare, non possono fornire arti sani al bambino disabile, attivare la mente al bambino minorato psichico, riunire un bambino ai suoi genitori separati o divorziati o ridargli l’amorevole abbraccio di un genitore deceduto.
Con tutta la più buona volontà, gli esseri umani non possono fornire la soluzione ideale ai problemi dei bambini. Ma questi saranno risolti! Sì, e forse prima di quanto pensiate. Ma come?
[Nota in calce]
a Vedi la serie di articoli “Mine terrestri: Cosa si può fare?” nel numero dell’8 maggio 2000.
[Immagini alle pagine 8 e 9]
Il bambino merita l’amore di entrambi i genitori e ne ha bisogno
-
-
Finalmente la soluzione!Svegliatevi! 2000 | 8 dicembre
-
-
Finalmente la soluzione!
IMMAGINATE un mondo in cui ogni bambino è davvero voluto, è davvero amato e ha la gioia di avere genitori amorevoli che desiderano sinceramente dargli la migliore guida e istruzione. Immaginate un mondo in cui ogni bambino è fisicamente e mentalmente sano, in cui non ci sono bambini che vivono per strada e in cui i bambini non vengono più privati dell’infanzia perché la povertà li costringe a lavorare!
Desiderabile? Certo. Credibile? I testimoni di Geova pensano di sì, e per due ragioni.
I genitori possono fornire una soluzione parziale
Converrete senza dubbio che gli adulti hanno il potere di risolvere — a volte anche di prevenire — alcuni problemi dei bambini. Naturalmente, questo è vero a patto che essi, gli adulti, siano disposti a farlo. Sì, i genitori stessi possono risolvere parzialmente il problema.
Per esempio gli adulti che sono in grado di seguire il consiglio biblico “che la moglie non si separi dal marito . . . e che il marito non lasci la moglie” non hanno figli che soffrono perché vivono in una famiglia divisa da separazione o divorzio. — 1 Corinti 7:10, 11.
Gli adulti che sono disposti a seguire il consiglio biblico di ‘camminare decentemente, non in gozzoviglie e ubriachezze’, non hanno figli che soffrono a motivo di genitori ubriachi o drogati. — Romani 13:13; Efesini 5:18.
Gli adulti che sono disposti a seguire il consiglio biblico di ‘astenersi dalla fornicazione’ riducono il rischio che i loro figli crescano sentendosi non voluti, forse in una famiglia con un solo genitore. — 1 Tessalonicesi 4:3; Matteo 19:9.
Gli adulti che sono disposti a seguire il consiglio biblico: “Non esasperate i vostri figli, affinché non si scoraggino” e che ‘amano i loro figli’ non avranno figli che soffrono fisicamente o mentalmente per qualche forma di abuso. — Colossesi 3:21; Tito 2:4.
Per riassumere, se tutti gli adulti fossero disposti a seguire il consiglio biblico dato da Gesù: “Tutte le cose dunque che volete che gli uomini vi facciano, anche voi dovete similmente farle loro”, esisterebbero milioni di bambini non voluti e non amati? — Matteo 7:12.
Meno male che ci sono molti adulti disposti a fare quanto sopra. Ma purtroppo non tutti lo sono, e perciò il problema rimane. E anche coloro che sono disposti a farlo riscontrano che spesso i loro sforzi sono frustrati dall’imperfezione umana e da cose che non dipendono da loro. L’uomo può risolvere in parte i problemi dei bambini, ma è incapace di risolverli completamente.
Sarà un governo divino a fornire la soluzione completa
Lo scrittore John Ruskin, menzionato nell’articolo precedente, credeva fermamente che “il primo dovere di uno Stato è quello di assicurarsi che ogni bambino che vi è nato sia ben alloggiato, vestito, sfamato ed educato finché raggiunge l’età della ragione”. Ruskin ammise però che “per [far] questo il Governo deve avere sulla popolazione un’autorità che oggi non possiamo neanche sognare”.
Solo un governo divino potrebbe avere la benevola autorità di cui parlò Ruskin. Ed è stato promesso proprio un governo del genere, quello menzionato da Gesù in Matteo 6:9, 10. Una volta che avrà assunto il controllo totale degli affari della terra, questo governo eserciterà la sua autorità su tutti i popoli alloggiando, vestendo, sfamando ed educando tutti i suoi sudditi, bambini inclusi. (Isaia 65:17-25) Ma questo governo perfetto farà di più.
Sotto il Regno di Dio gli esseri umani saranno in grado di allevare figli in maniera equilibrata. (Giobbe 33:24-26) I giovani cresceranno con uno spirito di pace e fratellanza universale, com’è auspicato nella Dichiarazione dell’ONU sui Diritti del Fanciullo. (Salmo 46:8, 9) Non ci sarà mai più bisogno di un Anno Internazionale del Fanciullo o di una Convenzione sui Diritti del Fanciullo.
Ridonare perfetta salute ai genitori e ai bambini disabili sarà una cosa semplice per Cristo Gesù, il Re di questo governo celeste. I miracoli che compì quando era sulla terra ne sono una garanzia. (Luca 6:17-19; Giovanni 5:3-9; 9:1-7) Avrà persino il potere di risuscitare i bambini e i genitori morti! — Matteo 9:18-25.
Che gioia sapere che il tempo in cui Dio interverrà a favore dei bambini della terra è vicino!
[Riquadro/Immagini alla pagina 12]
Aiuto per i ragazzi
I testimoni di Geova si interessano vivamente sia di aiutare i ragazzi a evitare problemi sia di indicare loro il modo migliore per affrontare i problemi inevitabili. Perciò nel corso degli anni hanno pubblicato diversi ausili destinati a soddisfare i bisogni dei ragazzi, da quelli in età prescolare agli adolescenti. Alcune di queste pubblicazioni sono Il mio libro di racconti biblici e I giovani chiedono... Risposte pratiche alle loro domande come pure la videocassetta (inglese) intitolata I giovani chiedono... Come posso farmi veri amici? Potete procurarvele dai testimoni di Geova che abitano nella vostra zona o scrivendo agli editori di questa rivista.
In quanto ai loro figli, i testimoni di Geova li fanno sentire voluti e amati parlando regolarmente con loro dei problemi che incontrano. Spesso usano l’ottimo materiale presentato nelle summenzionate pubblicazioni come base per un regolare e progressivo programma di istruzione. Forse anche voi vorrete fare una cosa del genere con i vostri figli.
-