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  • Cervo
  • Perspicacia nello studio delle Scritture, volume 1
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  • Cervo
    Ausiliario per capire la Bibbia
  • Il cervo, animale aggraziato e bello
    Svegliatevi! 1977
  • Capriolo
    Perspicacia nello studio delle Scritture, volume 1
  • Il più grande e il più piccolo
    Svegliatevi! 1971
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Perspicacia nello studio delle Scritture, volume 1
it-1 “Cervo”

CERVO

[ebr. ʼaiyàl], Cerva [ebr. ʼaiyalàh; ʼaiyèleth].

Il cervo nobile (Cervus elaphus), il daino della Mesopotamia (Dama mesopotamica) e il capriolo (Capreolus capreolus) erano i tre rappresentanti della famiglia dei Cervidi un tempo diffusi in Palestina.

Essendo un ruminante dallo zoccolo spartito, secondo la Legge il cervo era commestibile, a patto che, come per gli altri animali, il sangue venisse versato per terra. (De 12:15, 16, 22, 23; 14:4-6; 15:22, 23) La carne di cervo era fra quelle provvedute per la tavola del re Salomone. — 1Re 4:22, 23.

Altri riferimenti scritturali al cervo sono illustrativi. La Sulamita paragonò il pastore suo innamorato a un cerbiatto, alludendo alla velocità di questo animale. (Ca 2:9, 17; 8:14) La facilità con cui il cervo si inerpica su ripidi declivi serve a illustrare la guarigione completa degli zoppi. (Isa 35:6; cfr. Eb 12:12, 13). Di fronte all’assedio babilonese i principi di Sion erano come cervi troppo deboli per correre a motivo della mancanza di cibo. — La 1:6.

La femmina del cervo è un animale slanciato, grazioso e timido, dall’andatura sicura e veloce. Quando stanno per partorire, le cerve si ritirano nei recessi della foresta e rimangono appartate, per curare teneramente i cerbiatti e proteggerli finché non sono in grado di badare a se stessi. — Gb 39:1; Sl 29:9.

La cerva, graziosa ed elegante, ricorre più volte nelle vivide immagini della Bibbia. (Pr 5:18, 19; Ca 2:7; 3:5; vedi GAZZELLA, II). Vien fatta allusione all’abilità e alla velocità con cui riesce a sfuggire ai nemici. (2Sa 22:1, 34; Sl 18:32, 33; Aba 3:19) Riferendosi forse alla velocità e all’abilità in guerra della tribù di Neftali, Giacobbe la descrisse profeticamente come “una cerva slanciata”. (Ge 49:21, CEI) Il salmista, impossibilitato a entrare liberamente nel santuario, paragona il vivo desiderio che aveva di Dio all’anelito della cerva per i corsi d’acqua. (Sl 42:1-4) La figura di una cerva che abbandona il cerbiatto appena nato, atteggiamento così contrario alla ben nota sollecitudine che essa ha per i piccoli in condizioni normali, sottolineava la gravità della siccità che si sarebbe abbattuta su Giuda. — Ger 14:1, 2, 5.

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