BIBLIOTECA ONLINE Watchtower
BIBLIOTECA ONLINE
Watchtower
Italiano
  • BIBBIA
  • PUBBLICAZIONI
  • ADUNANZE
  • Spirito
    Perspicacia nello studio delle Scritture, volume 2
    • Alito; alito di vita; forza vitale. Nel descrivere la creazione dell’uomo viene detto che Dio formava l’uomo dalla polvere della terra e quindi “gli soffiava [forma di nafàch] nelle narici l’alito [neshamàh] della vita, e l’uomo divenne un’anima [nèfesh] vivente”. (Ge 2:7; vedi ANIMA). Il termine nèfesh può essere tradotto letteralmente “uno che respira”, cioè “creatura che respira”, sia umana che animale. Neshamàh in effetti è usato nel senso di “cosa [o creatura] che respira” e come tale è praticamente sinonimo di nèfesh, “anima”. (Cfr. De 20:16; Gsè 10:39, 40; 11:11; 1Re 15:29). In Genesi 2:7 il termine neshamàh è usato nel descrivere come Dio diede vita al corpo di Adamo così che l’uomo divenne “un’anima vivente”. Altri versetti però mostrano che ciò comportava più che il semplice respirare aria, cioè più che la semplice immissione ed emissione di aria nei polmoni. Infatti in Genesi 7:22, nel descrivere la distruzione di ogni vita umana e animale fuori dell’arca al tempo del Diluvio, viene detto: “Tutto ciò nelle cui narici era attivo l’alito [neshamàh] della forza [o “spirito” (rùach)] della vita, cioè tutto ciò che era sul suolo asciutto, morì”. Quindi neshamàh, “alito”, è direttamente associato o collegato con rùach, che qui si riferisce allo spirito o forza vitale attiva in tutte le creature viventi, in tutte le anime umane e animali.

      Per esempio, alla voce pnèuma il Grande Lessico del Nuovo Testamento (G. Kittel, Brescia, 1975, vol. X, col. 779) fa rilevare che ‘l’aria si può avvertire solo nel movimento’, come nel movimento del torace o nel dilatarsi delle narici, e che “proprio in questo è segno, condizione e veicolo di vita (la quale specialmente come manifestazione sensibile appare legata al respiro)”. Così neshamàh, il respiro o “alito”, è sia il prodotto di rùach, o forza vitale, che un importante mezzo per sostenere quella forza vitale nelle creature viventi. Si sa per esempio che la vita è presente in ogni singola cellula dei 100.000 miliardi di cellule del corpo e che, per quanto migliaia di milioni di cellule muoiano ogni minuto, nuove cellule viventi continuano a riprodursi costantemente. La forza vitale attiva in tutte le cellule viventi dipende dall’ossigeno che il respiro immette nel corpo e che viene trasportato in tutte le cellule dal sangue. Senza ossigeno alcune cellule cominciano a morire nel giro di minuti, altre dopo un periodo di tempo più lungo. Un individuo può restare senza respirare per alcuni minuti eppure non morire ma, se nelle cellule viene a mancare la forza vitale, muore e non è umanamente possibile rianimarlo. Le Scritture Ebraiche, ispirate dal Progettista e Creatore dell’uomo, usano evidentemente rùach per indicare questa forza vitale che è il principio stesso della vita, e neshamàh per indicare il respiro che la sostiene.

  • Spirito
    Perspicacia nello studio delle Scritture, volume 2
    • Perciò quando Dio creò l’uomo in Eden e gli soffiò nelle narici “l’alito [neshamàh] della vita” è evidente che, oltre a riempire d’aria i polmoni di Adamo, mediante la forza vitale o spirito (rùach) Dio diede vita a tutte le cellule del corpo umano. — Ge 2:7; cfr. Sl 104:30; At 17:25.

Pubblicazioni in italiano (1950-2025)
Disconnetti
Accedi
  • Italiano
  • Condividi
  • Impostazioni
  • Copyright © 2025 Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania
  • Condizioni d’uso
  • Informativa sulla privacy
  • Impostazioni privacy
  • JW.ORG
  • Accedi
Condividi