Il punto di vista biblico
Cosa accade all’anima dopo la morte?
JAMES KIDD, un minatore solitario, si chiedeva spesso: ‘Ho veramente un’anima che vive in me?’ Ossessionato dal pensiero di dimostrare la fondatezza di qualcosa che aveva sospettato per tutta la vita, alla sua morte il sig. Kidd lasciò una piccola fortuna di quasi 300.000 dollari, dicendo nel suo testamento che la somma doveva essere usata per “cercare una qualche prova scientifica del fatto che alla morte l’anima lascia il corpo umano”.
A differenza del sig. Kidd, forse a voi non interessa molto dimostrare effettivamente che avete un’anima che sopravvivrà alla vostra morte. Ma in fondo in fondo può darsi ci crediate. Oggi milioni di persone ci credono a motivo di insegnamenti religiosi, di notizie di cosiddette esperienze di vita dopo la morte o dei loro sentimenti personali.
È però interessante notare questo fatto: in un sondaggio condotto da Svegliatevi! fra persone che credono nell’immortalità dell’anima, alla domanda “Pensa che l’anima respiri per restare in vita?” hanno risposto tutte di no.
L’anima respira
L’emozionante racconto della creazione dell’uomo, riportato in Genesi capitolo 2, versetto 7, comincia dicendo: “E Geova Dio formava l’uomo dalla polvere del suolo”.
Immaginate di veder avvenire questo miracolo! Dagli elementi stessi della terra si formano 206 ossa, organi complessi, oltre 600 muscoli e il meraviglioso cervello, tutto questo avvolto da un rivestimento di pelle, per formare un perfetto esemplare d’uomo. Ci vuole comunque un altro “ingrediente” per completare l’affascinante atto della creazione: qualcosa che animi e dia vita a questo corpo. Dio allora “gli soffiava nelle narici l’alito della vita”. A questo punto, introducendo aria (e quindi ossigeno), Dio animò simultaneamente i milioni di cellule del corpo fisico con spirito o forza vitale. Quest’uomo di nome Adamo, ora vivente, inspirava ed espirava circa 14 volte al minuto, vale a dire più di 20.000 volte al giorno! Si noti che nella conclusione del versetto 7 l’uomo, che ora respirava e viveva, è chiamato “un’anima vivente”.
Questo risultato finale si può paragonare alla rivista che state leggendo. Questo periodico è formato di carta, inchiostri e colla. Ma, prese separatamente, queste cose sono prive di interesse. Solo se vengono combinate tutte insieme si ha una rivista. Così il corpo fisico, il respiro e la forza vitale hanno poco valore se presi separatamente l’uno dall’altro. Però combinati insieme formano un’anima vivente. Adamo, pertanto, “divenne” un’anima vivente.
Visto che nulla nel racconto fa pensare che nel primo uomo sia stata posta un’anima o che egli l’abbia ricevuta, dobbiamo chiederci: Se l’anima “divenne” tale solo dopo che era cominciata la respirazione, perché pensare che continui a vivere quando la persona smette di respirare e muore? Non si può sbagliare: la respirazione è di vitale importanza per l’anima.
Gli scrittori biblici, pertanto, usano spesso la parola “anima” come sinonimo di persona che respira. Ad esempio, notate ciò che accadde ai nemici del popolo di Dio nel paese di Canaan. Gli israeliti “colpivano tutte le anime che erano [nel paese] col taglio della spada, votandole alla distruzione. Non si lasciò nessuna cosa che respirava”. (Giosuè 11:11) Ogni anima era una cosa che respirava. Similmente, ogni cosa che respirava era un’anima. A morire era una persona visibile, di carne e sangue e che respirava, e non un’invisibile entità spirituale.
Le creature viventi sono tutte anime?
È vero che l’uomo è diverso dagli animali, ma non per il fatto che è un’anima. Ai giorni di Noè, quando Dio liberò le distruttive acque del diluvio, ‘ogni carne, le creature volatili, gli animali domestici, le bestie selvagge, tutti gli sciami, e il genere umano, tutto ciò nelle cui narici era attivo l’alito della forza della vita morì’. Quelle stesse specie di animali sono chiamate “anime viventi” nel racconto della creazione. — Genesi 7:21, 22; 1:24.
Come mostra la Bibbia, ‘ogni carne, tutti gli sciami, e il genere umano’ hanno bisogno di aria e dipendono dal funzionamento dei rispettivi apparati respiratori per continuare a vivere come anime. Quando questo processo che sostiene la vita si arresta, l’anima torna alla polvere. L’anima — la persona o l’animale — diventa inconscia e cessa di esistere. — Genesi 3:19; Salmo 146:4.
L’anima può vivere per sempre!
Poiché la credenza che l’anima viva dopo la morte è così diffusa, è istintivo per gli uomini pensare che nella vita debba esserci qualcosa di più di quello che hanno ora. Questi sono sentimenti del tutto naturali, poiché la Bibbia dice che Dio “ha messo la nozione dell’eternità nel loro cuore”, cioè nel cuore degli uomini. (Qoelet [Ecclesiaste] 3:11, CEI) Il desiderio dell’“eternità”, o di vivere per sempre, diverrà realtà nel caso di molti. Prima però c’è da mettere a posto qualcosa: l’imperfezione e il peccato che causano la morte dell’anima umana. (Romani 5:12) Una volta eliminate queste cose, il corpo umano sostenuto da Dio potrà vivere per sempre. — Rivelazione 21:3, 4.
Ma che speranza c’è per quelli che sono già morti? La società di ricerche designata come beneficiaria della fortuna del sig. Kidd non ha trovato la risposta. Dopo quattro anni di studi, non hanno potuto dimostrare che l’anima umana sia una parte distinta della persona che alla morte lascia il corpo. Ma la Bibbia dà una speranza concreta! La promessa che anime morte saranno riportate in vita come persone umane sulla terra, sì, che saranno risuscitate, è sicura. — Giovanni 5:28, 29; Atti 24:15; Ebrei 6:18.
I risuscitati apprenderanno allora qual è il proposito di Dio per l’anima umana. E nel caso di quelli che mettono in pratica ora la Parola di Dio, “che hanno fede per conservare in vita l’anima”, il processo della respirazione non dovrà mai cessare! — Ebrei 10:39.
[Immagini a pagina 26]
Queste sono tutte anime