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Svegliatevi! 1990
g90 22/6 pp. 24-26

Meroë: Testimonianza di uno splendore dimenticato

Dal corrispondente di Svegliatevi! in Kenya

IL MONDO ha quasi dimenticato l’antica città di Meroë. Situata sulla riva orientale del Nilo circa 210 chilometri a nord-est di Khartoum, nel Sudan, Meroë fu un tempo la superba capitale dell’impero etiopico. Ma ora ci sono soltanto rovine che meritano d’essere studiate. I templi che si stanno sgretolando, i palazzi vuoti e i frammenti di opere d’arte sono soltanto una debole eco di un passato glorioso. Diamo uno sguardo ad alcune di queste antiche rovine.

Qui sorge il tempio di Amon. Un tempo raggiungeva i 140 metri di lunghezza. Ancor oggi le rovine spuntano dalla sabbia del deserto. Statue di arieti in granito, alcune delle quali ancora visibili, fiancheggiavano l’ampia via delle processioni che arrivava fino all’ingresso del tempio.

Negli immediati dintorni del tempio si possono ancora vedere alcune statue, incisioni e pitture che ornavano riccamente i palazzi reali. Se lo desiderate, potete anche ammirare le colonne mirabilmente incise che circondano una vicina piscina. L’impianto idraulico tramite cui l’acqua era inviata nella piscina attraverso le bocche di statuette con la testa di leone è ingegnoso anche secondo i criteri del XX secolo. Le offese del tempo, il sole e la sabbia del deserto non hanno completamente sbiadito i sorprendenti colori delle colonne attorno alla piscina.

All’estremità orientale di Meroë sorge il tempio di un dio solare, che un tempo aveva un posto molto importante nel culto degli abitanti di questa città. Sebbene non abbia l’imponente grandiosità del tempio di Amon, è tuttavia ornato riccamente, con i pavimenti e le pareti rivestiti di mattonelle azzurre e gialle e con scene scolpite che raffigurano trionfi militari.

Una delle più notevoli prove dello splendore di Meroë è la necropoli. Su una vasta pianura desertica, ma relativamente vicino alla città, sorgono alcune piramidi diverse fra loro. Benché non abbiano le proporzioni e la maestosità delle grandi piramidi d’Egitto, queste tombe sono ciò nondimeno imponenti. Qui si hanno ampie prove di una regalità ormai dimenticata. Nei giorni del suo massimo splendore Meroë era una città importante: l’equivalente antico di Parigi, Washington o Mosca.

Ma chi visse e lavorò in questa città? E cosa ne provocò la fine?

La gente e la sua storia

I fondatori di Meroë erano cusiti, o etiopi. Nelle pitture murali e nelle sculture i loro lineamenti africani sono chiaramente evidenti. La cultura egiziana lasciò il suo segno su Meroë, ma verso la fine del II millennio a.E.V. l’Etiopia si affrancò dal dominio egiziano.

Nell’ultima parte dell’VIII secolo a.E.V. l’Etiopia aveva addirittura conquistato l’Egitto e lo dominò per una sessantina d’anni. Quindi, anche se molti suppongono che l’Egitto sia stato l’unico impero nato in Africa, non è così. Uno dei governanti etiopi dell’VIII secolo a.E.V., il re Tiraca, è perfino menzionato nella Bibbia.

Secondo il racconto biblico, il re assiro Sennacherib combatteva contro Libna mentre nello stesso tempo si preparava ad attaccare Gerusalemme. All’improvviso giunse notizia che il re Tiraca stava andando a combattere contro gli assiri. (2 Re 19:8, 9; Isaia 37:8, 9) Le iscrizioni assire, tuttavia, dicono che Tiraca fu sconfitto a Elteche. Mezzo secolo più tardi, il predominio etiopico nella valle del Nilo ebbe fine quando l’Assiria soggiogò completamente l’Egitto. — Naum 3:8-10; Isaia 20:3-6.

In quel periodo la capitale dell’Etiopia era stata la città di Napata. Ma nel 540 a.E.V. la città di Meroë divenne capitale dell’impero, e tale rimase per 800 anni. E sebbene il potere e l’ascendente dell’impero diminuissero, Meroë continuò a esercitare una certa influenza.

Nel periodo della dominazione romana, un eunuco etiope fu aiutato dall’evangelizzatore Filippo a diventare cristiano. (Atti 8:26-29, 38) La Bibbia dice che quest’uomo era preposto al tesoro di Candace, regina degli etiopi. A quanto sembra, il nome Candace era un titolo dato alle regine che regnavano a Meroë. Pertanto Meroë può aver avuto un certo influsso anche sulla congregazione cristiana.

Crepuscolo di un impero

Perché allora Meroë cadde nell’oblio? Le informazioni sono scarse. A complicare ulteriormente le cose c’è il fatto che l’antica lingua cusitica non è stata ancora decifrata. Le iscrizioni meroitiche corsive che si vedono sugli ingressi di templi, palazzi e di altre strutture in pietra sparse in lungo e in largo fra le rovine non hanno uguali, benché in un periodo precedente fosse stata usata una versione modificata dei geroglifici egiziani. Le parole meroitiche si possono leggere e pronunciare, ma purtroppo non si possono capire. Quindi per stabilire quello che avvenne dobbiamo basarci almeno in parte sulle congetture.

Forse il nascente regno di Axum privò Meroë della sua potenza commerciale, il che a sua volta causò la decadenza dell’impero. Comunque siano andate le cose, infine Axum attaccò e distrusse Meroë verso il 350 E.V. Meroë, le altre città del regno, la sua civiltà e la sua cultura scomparvero gradualmente fin quando recenti scavi archeologici non ne hanno portato alla luce la gloria di un tempo.

Nelle vicinanze dell’antica Meroë il paesaggio è costellato da enormi mucchi di scorie il che sta a indicare come gli abitanti conoscessero il segreto della metallurgia del ferro, attività che svolgevano in grande stile. Fra le rovine di Meroë si trovano attrezzi agricoli e strumenti di guerra fatti col ferro. La posizione di Meroë sulla principale strada carovaniera fra Oriente e Occidente attirava sul suo territorio molti mercanti e carovane. Avendo accesso all’Oceano Indiano attraverso gli altipiani etiopici e all’Africa occidentale a sud del Sahara, Meroë poteva facilmente diffondere la sua conoscenza ed estendere la sua influenza in altre parti dell’Africa.

Ciò nondimeno ora Meroë figura tra gli innumerevoli regni che pregustarono per breve tempo preminenza e potenza e poi scomparvero. Nonostante tutta l’arte e la ricchezza di un tempo, questa città è oggi poco più che un cumulo di rovine. Tuttavia questa città etiopica, il cui splendore era stato dimenticato, lasciò senz’altro un’impronta indelebile sullo sviluppo e sulla diffusione della civiltà in tutta l’Africa.

[Immagine a pagina 24]

Rilievo su una tomba a piramide

[Cartina/Immagini a pagina 25]

In alto: Rovine di un tempio a Meroë

In basso: Tombe a piramide di Meroë

[Cartina]

(Per la corretta impaginazione, vedi l’edizione stampata)

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