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Ospite di un eminente fariseoLa Torre di Guardia 1988 | 15 dicembre
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Che deboli scuse! Normalmente un campo o del bestiame si esaminano prima di essere acquistati, per cui non c’è nessuna vera urgenza di andarli a vedere in seguito. Analogamente, il proprio matrimonio non dovrebbe impedire a nessuno di accettare un invito così importante. Per cui, udendo queste scuse, il signore si adira e comanda al suo schiavo:
“‘Esci, presto, nelle ampie vie e nei vicoli della città, e conduci qui i poveri e gli storpi e i ciechi e gli zoppi’. A suo tempo lo schiavo disse: ‘Signore, ciò che hai ordinato è stato fatto, e c’è ancora posto’. E il signore disse allo schiavo: ‘Esci nelle strade e nei luoghi recintati, e costringili ad entrare, affinché la mia casa sia piena. . . . Nessuno di quegli uomini che erano stati invitati gusterà il mio pasto serale’”.
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Ospite di un eminente fariseoLa Torre di Guardia 1988 | 15 dicembre
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I primi a ricevere l’invito ad entrare nel Regno furono, innanzitutto, i capi religiosi ebrei del tempo di Gesù. Comunque essi declinarono l’invito. Perciò, a cominciare in particolare dalla Pentecoste del 33 E.V., un secondo invito fu esteso ai membri disprezzati e umili della nazione ebraica. Ma il numero di quelli che accettarono non fu sufficiente a riempire i 144.000 posti del celeste Regno di Dio. Pertanto nel 36 E.V., tre anni e mezzo dopo, fu esteso il terzo e ultimo invito agli incirconcisi non giudei, e la loro raccolta è continuata fino al XX secolo. Luca 14:1-24.
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