LETTURA
L’atto di leggere, in silenzio o ad alta voce, di prendere conoscenza di ciò che è scritto.
Sin dall’antichità gli uomini si sono dedicati alla lettura. Assurbanipal re d’Assiria, che costituì una biblioteca di 22.000 testi e tavolette d’argilla, dichiarò: “Mi dilettai a leggere le iscrizioni su pietra dei tempi precedenti al diluvio”. (J. Finegan, Luci del lontano passato, trad. di G. Cambon, Milano, 1957, p. 185) Questo può riferirsi a tradizioni relative al Diluvio universale o anche a documenti assiri anteriori a qualche inondazione locale. I soli scritti sull’argomento rinvenuti fra le rovine del palazzo di Assurbanipal facevano parte della storia babilonese del diluvio, imbevuta di mitologia. Attualmente è impossibile determinare se i pagani assiri erano in possesso di veri resoconti o scritti anteriori al Diluvio universale.
L’origine della lettura naturalmente accompagna l’origine della scrittura. Per le testimonianze al riguardo, vedi SCRITTURA.
Va pure notato che nel descrivere avvenimenti accaduti nel XVI secolo a.E.V., ai giorni di Mosè, la Bibbia menziona espressamente la lettura e la scrittura. (Eso 17:14) La nazione d’Israele fu incoraggiata a leggere e scrivere. (De 6:6-9) Giosuè, successore di Mosè come condottiero di Israele, ricevette il comando di applicarsi alla lettura delle Scritture “giorno e notte”, regolarmente, per avere successo nell’incarico che Dio gli aveva affidato. Perché Giosuè si rendesse conto dell’importanza della Parola di Dio, e senza dubbio come aiuto mnemonico, gli fu detto di leggerla “sottovoce”. — Gsè 1:8.
I re d’Israele ricevettero il comando divino di scriversi copie della legge di Dio e di leggerla ogni giorno. (De 17:18, 19; vedi MEDITAZIONE). L’inosservanza di questo comando contribuì a far trascurare la vera adorazione nel paese e causò il declino morale della popolazione, cosa che portò alla distruzione di Gerusalemme nel 607 a.E.V.
Gesù nelle sinagoghe aveva accesso a tutti i rotoli ispirati delle Scritture Ebraiche. Fu in una sinagoga che in un’occasione lesse in pubblico un brano e lo applicò a se stesso. (Lu 4:16-21) Anche quando per tre volte fu messo alla prova da Satana, in tutti e tre i casi Gesù rispose: “È scritto”. (Mt 4:4, 7, 10) Ovviamente conosceva bene le Scritture.
Gli apostoli, secondarie pietre di fondamento di un tempio spirituale, la congregazione cristiana, riscontrarono che per il loro ministero era essenziale leggere le Scritture. Nei loro scritti citarono e menzionarono centinaia di volte le Scritture Ebraiche e incoraggiarono altri a leggerle. (At 17:11) Le autorità ebraiche capirono che Pietro e Giovanni erano uomini illetterati e comuni. (At 4:13) Ma questo non significava che non sapessero leggere e scrivere, poiché le lettere scritte da questi apostoli dimostrano il contrario. Essi però non avevano ricevuto un’istruzione superiore nelle scuole ebraiche, ai piedi degli scribi. Per ragioni simili gli ebrei erano stupiti che Gesù avesse conoscenza, come ebbero a dire, pur “non avendo studiato nelle scuole”. (Gv 7:15) Che in quell’epoca leggere fosse una cosa normale è indicato dall’episodio dell’eunuco etiope, un proselito, che leggeva il profeta Isaia, e a motivo di ciò fu avvicinato da Filippo. L’eunuco fu ricompensato per l’interesse che aveva per la Parola di Dio con il privilegio di diventare seguace di Cristo. — At 8:27-38.
La parte della Bibbia anteriore al I secolo fu scritta in ebraico e aramaico. Nel III secolo a.E.V. le Scritture Ebraiche furono tradotte in greco, che era diventato la lingua internazionale. In origine le Scritture Cristiane furono tutte scritte in greco, a eccezione del Vangelo di Matteo. Ciò rese la Bibbia accessibile a tutte le persone che sapevano leggere nell’impero romano, e in particolare agli ebrei sia della Palestina che della Diaspora.
Il fatto che la Bibbia sia universalmente richiesta ne dimostra la leggibilità e l’importanza. Infatti ha superato di gran lunga tutti gli altri libri pubblicati e diffusi, e finora è stata tradotta, per intero o in parte, in più di 3.000 lingue e dialetti, in miliardi di copie. Si dice che circa il 90 per cento della popolazione della terra possa leggerla nella propria lingua.
La Bibbia enumera molti benefìci che derivano dalla lettura delle Scritture, fra cui quello di divenire umili (De 17:19, 20), felici (Ri 1:3) e di discernere l’adempimento delle profezie bibliche (Aba 2:2, 3). Avverte di essere selettivi circa il materiale da leggere: non tutti i libri edificano e ristorano la mente. — Ec 12:12.
L’aiuto dello spirito di Dio è necessario per avere vero discernimento e intendimento della Parola di Dio. (1Co 2:9-16) Per avere intendimento e altri benefìci, bisogna accingersi alla lettura della Parola di Dio con mente aperta, eliminando ogni pregiudizio e preconcetto; altrimenti l’intendimento sarà velato, come avvenne agli ebrei che non accettarono la buona notizia predicata da Gesù. (2Co 3:14-16) Non basta una lettura superficiale. Il lettore deve metterci il cuore, essere assorbito nello studio del materiale, meditarci sopra profondamente e cercare di beneficiarne personalmente. — Pr 15:28; 1Tm 4:13-16; Mt 24:15; vedi LETTURA PUBBLICA.