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  • g88 8/11 pp. 18-19
  • La conoscenza di Dio è solo per pochi eletti?

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  • La conoscenza di Dio è solo per pochi eletti?
  • Svegliatevi! 1988
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  • Il cristianesimo è una confraternita segreta?
  • Conoscenza accessibile a tutti
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Altro
Svegliatevi! 1988
g88 8/11 pp. 18-19

Il punto di vista biblico

La conoscenza di Dio è solo per pochi eletti?

UNA sera del luglio 1987 ebbe luogo uno strano evento al Palais des Congrès di Parigi. All’interno della sala le luci laser scorrevano sulle pareti mentre profondi e solenni suoni elettronici, inframmezzati di colpi di gong e suono di campane, riempivano l’immenso locale. Sul palcoscenico due uomini mascherati di nero facevano delicatamente oscillare un braciere a forma di barca sospeso, mentre fumo colorato usciva dalle quinte. Allo stesso tempo, davanti ai 4.000 spettatori, apparvero decine di uomini e donne vestiti di bianco.

Si trattava di un concerto rock? No, di una cerimonia di iniziazione dei rosacrociani, un movimento dedito alla sapienza esoterica o segreta. Per i novizi di questa confraternita mondiale, tuttavia, la cerimonia era solo il primo passo di una serie di gradi di iniziazione.

Sotto certi aspetti la società segreta dei Rosacrociani è simile alle sette gnostiche fiorite nel II secolo E.V. e rivali del cristianesimo. Gli gnostici credevano che la salvezza si ottenesse attraverso la conoscenza mistica e che tale sapienza segreta fosse concessa solo a pochi eletti. Ma la conoscenza di Dio è solo per pochi eletti? È riservata a un piccolo gruppo di iniziati?

Il cristianesimo è una confraternita segreta?

Alcuni autori ritengono che il cristianesimo, in una certa misura, sia esoterico o riservato a pochi. Nel suo libro L’ésotérisme, Luc Benoist, conservatore onorario del Museo di Francia, ha scritto: “Altre indicazioni di un insegnamento riservato [a pochi] si trovano nelle epistole di San Paolo: ‘Vi diedi latte e non cibo solido. . . . Chi vive solo di latte non capisce nulla dei discorsi della Sapienza’. [Parafrasi di 1 Corinti 3:2 ed Ebrei 5:13] I testi dei primi Padri [della Chiesa] fanno riferimento a ‘una verità che nessun novizio può contemplare’”.

L’apostolo Paolo, comunque, stava scrivendo in merito a conoscenza esoterica? No, il contesto delle parole di Paolo mostra che in effetti egli stava rimproverando certi suoi compagni cristiani che non erano nuovi convertiti. Paolo stava scrivendo a cristiani che non avevano fatto progresso spirituale e che ‘sarebbero dovuti essere maestri’ di altri “a causa del tempo” trascorso da quando avevano abbracciato la fede. — Ebrei 5:12.

Pertanto Paolo non si riferiva a verità che desiderava mantenere segrete ma a spiegazioni che desiderava dare loro, le quali però superavano la loro capacità di comprensione spirituale perché non avevano fatto progresso nella conoscenza delle Scritture come invece avrebbero dovuto. Potremmo paragonare la situazione di Paolo fra quei cristiani alla situazione di un insegnante di matematica che si aspetta che i suoi allievi facciano progresso. Se gli allievi non facessero debitamente i compiti a casa e quindi non afferrassero bene i semplici princìpi dell’addizione e della moltiplicazione, l’insegnante farebbe fatica a far loro capire bene le equazioni algebriche.

Conoscenza accessibile a tutti

Bisogna ammettere che la conoscenza della Bibbia non è statica. Con il tempo e l’impegno è possibile ottenere una migliore comprensione della verità e un più profondo intendimento delle cose spirituali. Inoltre, la Bibbia mostra che Geova ha progressivamente rivelato i suoi propositi ai suoi servitori, ma non menziona nessuna “verità nascosta” che sarebbe stata accessibile ad alcuni e nascosta ad altri sinceri cercatori della verità viventi nello stesso periodo. (Salmo 147:19, 20; Proverbi 2:1-11; 4:18; Isaia 45:19) Questo valeva non solo quando Dio aveva a che fare con la nazione d’Israele ma anche quando suo Figlio, Gesù Cristo, poneva le basi del cristianesimo.

Durante i tre anni e mezzo del suo ministero, Gesù percorse gran parte del territorio d’Israele. Lo fece in modo clandestino o visitò esclusivamente un gruppo chiuso di iniziati? No. Predicò il suo messaggio in pubblico, spesso davanti alle folle. Poco prima della sua morte, quando era interrogato dalle autorità religiose giudaiche circa il suo modo di insegnare, spiegò: “Io ho parlato al mondo pubblicamente. Ho sempre insegnato nella sinagoga e nel tempio, dove si radunano tutti i giudei; e non ho detto nulla in segreto”. — Giovanni 18:20.

Avete notato che il messaggio di Gesù è rivolto a un uditorio molto più vasto della semplice Palestina? È diretto al mondo intero! Gesù non disse: ‘Io ho dichiarato la parola a tutte le persone’, cioè a tutti i giudei. Parlando in modo profetico, invece, scelse la parola specifica per “mondo”.a Gesù, pertanto, non predicò una dottrina esoterica; il suo messaggio era per tutti, ovunque si trovassero.

È vero che Gesù usava un linguaggio figurato, specie quando insegnava con parabole o illustrazioni. Questo metodo, però, gli permetteva semplicemente di fare una selezione fra i suoi ascoltatori. Coloro che non erano veramente interessati all’insegnamento di Gesù si limitavano ad ascoltare le sue parabole e se ne andavano senza approfondire le cose. Quelli che erano assetati di conoscenza restavano per avere ulteriori spiegazioni. Pertanto la conoscenza era alla portata di tutti quelli che la cercavano sinceramente. — Matteo 13:13, 34-36.

Il fatto che il cristianesimo sia accessibile a tutti si capisce anche dal tono del resto delle Scritture. Per esempio, uno degli ultimi versetti della Bibbia contiene l’invito di Dio a ‘venire a prendere l’acqua della vita gratuitamente’. E dice in modo specifico: “E chi ha sete venga; chi lo desidera prenda l’acqua della vita gratuitamente”. Questa è un’altra indicazione che la conoscenza della Bibbia doveva essere resa disponibile a tutti. — Rivelazione 22:17; confronta Isaia 55:1.

Sebbene la conoscenza di Dio sia accessibile a tutti, bisogna fare ugualmente uno sforzo per ottenerla. La Bibbia ci incoraggia a ‘continuare a cercarla come l’argento, e continuare a ricercarla come i tesori nascosti’. (Proverbi 2:4) Perciò si deve acquistare conoscenza della Parola di Dio, la Bibbia, e poi quando i princìpi e i comandamenti in essa contenuti verranno messi in pratica la sapienza diverrà evidente.

Vale la pena di fare questo sforzo? Sì, poiché tale sapienza reca “buona volontà da Geova” e può condurre alla vita eterna: un tesoro di valore inestimabile! Avete personalmente cominciato a cercare questa conoscenza che riveste un’importanza vitale? — Proverbi 8:34-36; Salmo 119:105.

[Nota in calce]

a Gesù non usò la frase (pantì toi laoì) “a tutte le persone”, cioè a tutti quelli che erano riuniti o a tutti quelli della stessa razza, ma usò (toi kòsmoi) “al mondo”, cioè alla razza umana, all’umanità. È interessante che un commentario del Vangelo di Giovanni (A Critical and Exegetical Commentary on the Gospel According to St. John) dice di Giovanni 18:20: “Si deve notare che nei Vangeli il più vigoroso rifiuto di riconoscere un insegnamento criptico o esoterico nelle parole di Gesù si trova in Gn [Giovanni]”.

[Testo in evidenza a pagina 18]

Sul palcoscenico due uomini mascherati di nero facevano delicatamente oscillare un braciere a forma di barca

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