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Luogo santoPerspicacia nello studio delle Scritture, volume 2
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3. Il Santissimo, il compartimento più interno. In Levitico 16:2 è chiamato ‘il luogo santo [ebr. haqqòdhesh, “il santo”] dentro la cortina’. Senz’altro Paolo aveva in mente questo compartimento quando parlò dell’ingresso di Gesù nel cielo, dicendo che non era entrato in un “luogo santo [gr. hàgia, “santi”] fatto con mani”. (Eb 9:24) E in Ebrei 10:19 parla del “luogo santo” (NM), “santuario” (CEI, VR) (lett., santi o luoghi santi, plurale che indica eccellenza).
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Luogo santoPerspicacia nello studio delle Scritture, volume 2
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Significato simbolico. La disposizione presa da Dio per l’espiazione dell’uomo mediante il sacrificio di Gesù Cristo è chiamata “la tenda più grande e più perfetta non fatta con mani”. Cristo è entrato “una volta per sempre nel luogo santo” di questo grande tempio spirituale ‘e ha ottenuto per noi una liberazione eterna’, scrive l’apostolo Paolo. (Eb 9:11, 12) Andando in cielo e presentandosi a Geova, Cristo è entrato in ciò che era raffigurato dal compartimento più interno del tabernacolo, cioè il Santissimo. (Eb 9:24, 25) Così il tabernacolo e le funzioni che vi venivano svolte erano “una rappresentazione tipica” e “un’ombra delle cose celesti”. — Eb 8:5.
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