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  • Geova ricompensa la fede e il coraggio

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  • Geova ricompensa la fede e il coraggio
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1988
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  • Fede e coraggio messi alla prova
  • Coraggio nell’interpretare i sogni di Nabucodonosor
  • “Resisterono alla forza del fuoco”
  • Un altro esempio di fede e di coraggio
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1988
w88 1/12 pp. 15-20

Geova ricompensa la fede e il coraggio

“Il nostro Dio che serviamo ci può liberare. Egli ci libererà dalla fornace di fuoco ardente e dalla tua mano, o re”. — DANIELE 3:17.

1. Quali lezioni sono state messe in risalto nell’articolo precedente, e perché può essere utile riesaminare gli avvenimenti?

GEOVA DIO, il Sovrano universale, ha impartito a governanti mondiali importanti lezioni sulla sua supremazia. Nell’articolo precedente abbiamo visto alcuni episodi riportati nei primi sei capitoli di Daniele che dimostrano questo fatto. Questi stessi racconti possono ora essere riesaminati per vedere cosa possiamo imparare da essi, in armonia con le ispirate parole dell’apostolo Paolo: “Tutte le cose che furono scritte anteriormente furono scritte per nostra istruzione, affinché per mezzo della nostra perseveranza e per mezzo del conforto delle Scritture avessimo speranza”. — Romani 15:4.

2, 3. Chi c’era fra quelli presi prigionieri da Nabucodonosor, e quali conclusioni possiamo trarre dal significato dei loro nomi?

2 Fu nel 617 a.E.V., durante il breve regno di Ioiachin, figlio del re Ioiachim, che Nabucodonosor fece deportare a Babilonia alcuni dei migliori e più saggi giovani ebrei. Fra loro c’erano Daniele, Hanania, Misael e Azaria. — Daniele 1:3, 4, 6.

3 A giudicare dal significato dei loro nomi, è evidente che, nonostante le malvage condizioni prevalenti in Giuda a quel tempo, quei quattro giovani ebrei avevano genitori timorati di Dio. “Daniele” significa “Il mio giudice è Dio”. “Hanania” significa “Geova ha mostrato favore; Geova è stato benigno”. “Misael” forse significa “Chi è simile a Dio?” o “Chi appartiene a Dio?” E “Azaria” significa “Geova ha aiutato”. Senza dubbio i loro stessi nomi furono per loro un incentivo a essere fedeli al solo vero Dio. Invece di usare questi nomi, i caldei chiamarono i quattro giovani ebrei Baltassar, Sadrac, Mesac e Abednego. Ovviamente, essendo schiavi in un paese straniero, essi non avevano nessuna voce in capitolo per quanto riguardava i nomi con cui erano chiamati da coloro che li avevano fatti prigionieri. — Daniele 1:7.

Fede e coraggio messi alla prova

4. Da cosa si capisce che Geova voleva che i suoi servitori prendessero seriamente le sue leggi sugli animali puri e impuri?

4 Non solo i loro genitori timorati di Dio diedero ai quattro ebrei un buon inizio nella vita dando loro quei nomi, ma dovettero anche allevarli nella stretta osservanza della Legge di Mosè, comprese le sue norme dietetiche. Geova Dio stesso considerava queste ultime così importanti che dopo aver elencato molte proibizioni di tale genere dichiarò: “Vi dovete mostrare santi, perché io sono santo”. — Levitico 11:44, 45.

5. Come fu messa alla prova l’ottima educazione ricevuta dai quattro giovani ebrei?

5 L’ottima educazione ricevuta da questi quattro giovani ebrei fu presto messa alla prova. Perché? Perché fu assegnata loro “una razione giornaliera dai cibi prelibati del re e dal suo vino da bere”. (Daniele 1:5) Essi sapevano che fra le cose vietate dalla Legge di Mosè c’era la carne di maiale, di coniglio, le ostriche e le anguille. Anche quelle carni che la Legge consentiva di mangiare costituivano un problema alla corte di Babilonia, perché non c’era modo di sapere se erano state debitamente dissanguate. Per di più, tali carni potevano anche essere state contaminate da riti pagani. — Levitico 3:16, 17.

6. Come reagirono alla prova i quattro ebrei?

6 Cosa potevano fare i quattro ebrei? Leggiamo che Daniele, come avranno fatto senza dubbio anche gli altri tre, determinò in cuor suo di non contaminarsi con tali cibi. Perciò “continuò a fare richiesta” di semplici verdure al posto dei cibi prelibati del re, e di acqua invece del suo vino. Essi non tennero conto di quali cibi avessero un sapore migliore. Ci vollero di sicuro fede e coraggio per insistere su questo punto. Ebbene, dato che Geova si interessava di questi quattro giovani, fece in modo che il principale funzionario di corte si mostrasse favorevolmente disposto verso Daniele. Tuttavia questo funzionario esitava a concedere a Daniele gli alimenti richiesti, temendo che questa dieta potesse influire negativamente sulla salute del giovane. Allora Daniele chiese che venisse permesso loro di provare questa dieta per dieci giorni. Egli aveva forte fede che ubbidendo alla Legge di Dio non solo avrebbe avuto la coscienza a posto, ma ne avrebbe anche tratto giovamento sotto l’aspetto della salute. Come conseguenza della loro presa di posizione, i quattro ebrei dovettero senz’altro subire molti scherni. — Daniele 1:8-14; Isaia 48:17, 18.

7. Come furono ricompensati quei giovani ebrei per la loro coraggiosa presa di posizione?

7 I quattro ebrei dovettero mostrare fede e coraggio per fare una questione della loro alimentazione. Ma furono ricompensati, perché alla fine dei dieci giorni erano di aspetto migliore e più sani di tutti gli altri! Geova stava dando loro conoscenza, perspicacia e sapienza, così che quando comparvero dinanzi al re alla fine del loro addestramento triennale, egli li trovò “dieci volte migliori di tutti i sacerdoti che praticavano la magia e gli evocatori che erano in tutto il suo reame”. — Daniele 1:20.

8. Quale lezione possono trarre da questo gli odierni servitori di Geova?

8 Tutti gli odierni servitori di Geova Dio possono trarre una lezione da questo. Quei giovani ebrei avrebbero potuto pensare che le norme dietetiche della Legge mosaica non fossero poi così importanti, almeno in paragone con i Dieci Comandamenti o con le leggi relative ai sacrifici o alle feste annuali. Invece no: i leali ebrei desideravano vivere in armonia con tutti gli aspetti della Legge di Dio. Questo ci ricorda il principio espresso da Gesù in Luca 16:10: “Chi è fedele nel minimo è anche fedele nel molto, e chi è ingiusto nel minimo è anche ingiusto nel molto”. — Confronta Matteo 23:23.

9. In che modo alcuni Testimoni dei nostri giorni hanno manifestato un coraggio simile?

9 Molte volte i testimoni di Geova mostrano fede e coraggio simili, ad esempio quando si tratta di chiedere al datore di lavoro un permesso per assistere a un’assemblea di distretto. Molte volte viene fatta un’eccezione per loro. Testimoni che desideravano intraprendere il servizio di pioniere o fare i pionieri ausiliari hanno lottato per ottenere un lavoro a mezza giornata e spesso sono stati accontentati.

10. Che lezione possono trarre da tutto ciò i genitori Testimoni?

10 Che ottima lezione gli odierni genitori timorati di Dio possono imparare dall’addestramento che i quattro giovani ebrei avevano evidentemente ricevuto! Quando i genitori cristiani hanno veramente a cuore gli interessi spirituali dei loro figli, li metteranno al primo posto nella loro stessa vita, in armonia con Matteo 6:33. Allora potranno aspettarsi che i loro figli siano in grado di resistere alle tentazioni e alle pressioni esercitate da compagni e insegnanti a scuola perché celebrino compleanni o festività, o violino in altri modi i princìpi scritturali. Così facendo questi genitori timorati di Dio confermeranno la veracità di Proverbi 22:6.

Coraggio nell’interpretare i sogni di Nabucodonosor

11. Come possiamo imitare l’esempio di Daniele e dei suoi tre amici?

11 Il secondo capitolo di Daniele ci fornisce un altro esempio di fede e di coraggio. Quando Daniele seppe dell’editto del re che condannava a morte tutti i saggi di Babilonia perché non erano stati in grado di narrargli il sogno e il suo significato, Daniele e i suoi tre compagni si fecero forse prendere dal panico? Per nulla! Piuttosto, con assoluta fiducia che Geova gli avrebbe dato le informazioni desiderate dal re, Daniele apparve dinanzi al monarca e gli chiese del tempo per dargli la risposta. La richiesta fu esaudita. Allora Daniele e i suoi tre amici pregarono fervidamente al riguardo. Geova ricompensò la loro fede dando loro le informazioni necessarie, dopo di che Daniele elevò a Geova una sentita preghiera di ringraziamento. (Daniele 2:23) E interpretare il sogno del capitolo 4 significò per Daniele dover dire a Nabucodonosor che avrebbe trascorso sette anni vivendo come una bestia insieme agli animali selvatici. Questo richiese fede e coraggio come quelli che i servitori di Dio devono mostrare oggi per proclamare il vigoroso messaggio della vendetta divina contro il mondo di Satana.

“Resisterono alla forza del fuoco”

12, 13. Quale prova che si presentò ai tre amici di Daniele è descritta nel capitolo 3 del suo libro?

12 Il capitolo 3 di Daniele descrive uno dei più straordinari avvenimenti menzionati nella Bibbia, mostrando come Geova ricompensò la fede e il coraggio manifestati da tre servitori ebrei. Immaginate la scena. Tutti i dignitari di Babilonia sono radunati nella pianura di Dura. Davanti a loro si erge un’immagine d’oro alta circa 27 metri e larga 2 metri e 70 centimetri. Per far leva sulle emozioni, il re ha voluto che fosse presente un’orchestra. Al suono della musica, i convenuti devono ‘prostrarsi e adorare l’immagine d’oro che Nabucodonosor il re ha eretto. E chiunque non si prostri e non adori sarà gettato nello stesso momento nella fornace di fuoco ardente’. — Daniele 3:5, 6.

13 Non ci sono dubbi: rifiutarsi di ubbidire a quell’ordine richiedeva grande fede e coraggio. Ma l’essere stati ‘fedeli nel minimo’ li aveva preparati ad essere ‘fedeli nel molto’. Il fatto che la loro presa di posizione potesse mettere in pericolo altri ebrei non era la cosa determinante. Essi non si sarebbero prostrati e non avrebbero adorato l’immagine. Il loro evidente rifiuto fu notato da alcuni dignitari invidiosi, i quali non persero tempo ad informarne il re.

14. Quale fu la reazione di Nabucodonosor al loro rifiuto di prostrarsi, e come risposero essi al suo ultimatum?

14 Con “ira e furore”, Nabucodonosor ordinò che i tre ebrei venissero condotti dinanzi a lui. La sua domanda — “È realmente così?” — mostra che per lui era inconcepibile che si rifiutassero di prostrarsi e di adorare l’immagine d’oro. Egli era disposto a dar loro un’altra possibilità, ma se avessero persistito nel rifiuto sarebbero stati gettati nella fornace di fuoco ardente. “E chi è quel dio”, aggiunse l’altezzoso monarca, “che vi può liberare dalle mie mani?” Con vero coraggio e fede in Geova, i tre ebrei risposero rispettosamente al re: “A questo riguardo non abbiamo bisogno di risponderti parola. Se dev’essere, il nostro Dio che serviamo ci può liberare. Egli ci libererà dalla fornace di fuoco ardente . . . , o re. Ma se no ti sia noto, o re, che i tuoi dèi non sono quelli che noi serviamo, e certamente non adoreremo l’immagine d’oro che hai eretto”. — Daniele 3:13-18.

15. Quale azione intraprese Nabucodonosor?

15 Se prima Nabucodonosor era adirato, ora era furioso, perché leggiamo che “la medesima espressione della sua faccia si cambiò verso” i tre ebrei. (Daniele 3:19) Un’indicazione del suo furore fu il comando di riscaldare la fornace sette volte più del solito. Poi certi uomini robusti del suo esercito afferrarono i tre ebrei e li gettarono nella fornace ardente. Le fiamme erano talmente alte che questi stessi uomini rimasero uccisi.

16. Come fu ricompensata la fede dei tre ebrei?

16 Ma che sorpresa fu per il re vedere non tre ma quattro uomini camminare assolutamente indenni in mezzo al fuoco! Quando il re chiamò i tre ebrei perché venissero fuori, si accorse che nemmeno un capello della loro testa era stato bruciato e che le loro vesti non avevano nemmeno l’odore del fumo. Geova aveva ricompensato la loro fede e il loro coraggio in maniera davvero meravigliosa! Senza dubbio l’apostolo Paolo si riferiva a loro quando elencò fra il gran nuvolo di testimoni quelli che “resisterono alla forza del fuoco”. (Ebrei 11:34) Che eccellente esempio essi sono stati per tutti i servitori di Geova da allora in poi!

17. Quali eccellenti esempi di questo tipo abbiamo oggi?

17 Oggi i servitori di Geova non devono affrontare la minaccia di una fornace ardente letterale. Ma l’integrità di molti è stata messa seriamente alla prova in relazione al rendere omaggio idolatrico ai simboli nazionali. L’integrità di altri è stata messa alla prova in relazione all’acquistare tessere di partito o a prestare servizio militare. Geova ha sostenuto tutti questi, permettendo loro di superare la sfida e di rimanere integri, dimostrando così che il Diavolo è un bugiardo e che Geova è il vero Dio.

Un altro esempio di fede e di coraggio

18. Secondo Daniele 5:3, 4, in che modo Baldassarre mancò di rispetto a Geova, l’Iddio degli ebrei?

18 Un altro esempio di fede e di coraggio è riportato nel capitolo 5 del libro di Daniele. Baldassarre, re di Babilonia, stava tenendo un sontuoso banchetto sacrilego con mille dei suoi grandi, le sue concubine e le sue mogli secondarie. All’improvviso apparve sul muro una strana scritta. Il re ne fu talmente scosso che le giunture dei suoi fianchi si sciolsero e i suoi ginocchi battevano l’uno contro l’altro. Ancora una volta fu chiamato Daniele, il servitore del vero Dio, perché interpretasse la scritta che aveva lasciato perplessi tutti i saggi di Babilonia.

19. Cosa c’era di particolare nella circostanza in cui Daniele interpretò la scritta sul muro?

19 Il fatto di essere solo in quell’ambiente sfarzoso e ostile non mise soggezione a Daniele né lo indusse ad annacquare il suo messaggio o a perdere di vista la contesa. In maniera pacata e calma, con un linguaggio chiaro e dignitoso, diede testimonianza riguardo al suo Dio. Non accontentandosi semplicemente di interpretare la scritta, Daniele ricordò al re che Geova Dio aveva umiliato suo nonno facendo sì che vivesse come una bestia selvatica finché non riconobbe che l’Iddio Altissimo domina sul regno del genere umano. “Benché tu conoscessi tutto questo”, disse Daniele a Baldassarre, ‘non ti sei umiliato, ma hai profanato i vasi del tempio di Geova e hai lodato gli dèi d’oro, d’argento, di rame, di ferro, di legno e di pietra, che non vedono nulla né odono nulla né conoscono nulla. Ma non hai glorificato l’Iddio a cui appartengono tutte le tue vie. Di conseguenza egli ha emanato il suo decreto. Sei stato pesato nella bilancia e trovato mancante, e il tuo regno è stato diviso e dato ai medi e ai persiani’. Sì, Daniele diede nuovamente uno splendido esempio di fede e di coraggio per gli odierni servitori di Dio. — Daniele 5:22-28.

20. Durante il regno di Dario, quale grande esempio di fede diede nuovamente Daniele?

20 Arrivando al sesto capitolo di Daniele, troviamo un altro eccellente esempio di fede e coraggio. Ora il re era Dario, che fece di Daniele uno dei tre principali funzionari del suo regno. Altri, invidiosi di Daniele, persuasero il monarca a emanare una legge che per 30 giorni vietava di fare richieste a chiunque non fosse il re. Essi si rendevano conto che questo era l’unico modo per trovare un pretesto contro Daniele. Questi ignorò la legge e continuò a pregare nella sua camera in terrazza con le finestre aperte, rivolto verso Gerusalemme. Essendo stato riconosciuto colpevole di aver violato il decreto reale, Daniele, secondo la pena prevista dalla legge, fu gettato nella fossa dei leoni. Ancora una volta Geova ricompensò Daniele per la sua fede e il suo coraggio. In che modo? Per dirla con le parole di Ebrei 11:33, Geova ‘fermò le bocche dei leoni’.

21. Visti gli splendidi esempi di fede e di coraggio descritti nei primi sei capitoli di Daniele, quale dovrebbe essere la nostra ferma determinazione?

21 I capitoli da 1 a 6 di Daniele narrano avvenimenti che rafforzano veramente la fede! Geova Dio ricompensò in maniera davvero meravigliosa quelli che manifestarono fede e coraggio. Da una parte, ciò avvenne in quanto essi furono innalzati, e, dall’altra, in quanto vennero miracolosamente liberati. Quando ci troviamo davanti a una prova possiamo davvero trarre conforto e speranza dalle vicende di questi fedeli testimoni. Queste cose, infatti, furono messe per iscritto proprio per questo scopo! La nostra determinazione sia quindi quella di imitare da vicino la loro fede e il loro coraggio. — Romani 15:4; Ebrei 6:12.

Domande di ripasso

◻ Cosa si può dedurre dai nomi dei quattro giovani ebrei circa il modo in cui furono allevati?

◻ Quale lezione possiamo trarre dal modo in cui i giovani ebrei affrontarono la prova relativa al cibo?

◻ In che modo l’integrità degli odierni servitori di Geova è stata messa alla prova come quella dei tre ebrei?

◻ In che modo Daniele manifestò fede e coraggio nel dare testimonianza a Baldassarre?

[Immagine a pagina 17]

Daniele e i suoi tre compagni impararono a dire di no

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