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Accurata conoscenza per piacere a GeovaLa Torre di Guardia 1956 | 15 ottobre
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(1 Cor. 13:6, NM) Quindi l’accurata conoscenza ci permette di rivolgere il nostro amore verso Geova Dio, verso quelli che egli approva e verso le cose che egli ama, e ci aiuta ad evitare l’insidia di accordare sentimentalmente la nostra attenzione al mondo che è in opposizione a Dio.
16. Che cosa ci è necessario se vogliamo piacere a Geova, e come ha egli provveduto perché l’acquistiamo?
16 Se è vostro desiderio essere piacevoli al vostro Creatore, valetevi di ogni opportunità di crescere nell’accurata conoscenza della sua Parola. “Questo è giusto e accettevole nel cospetto del nostro Salvatore, Dio, il quale vuole che tutte le specie di uomini siano salvate e vengano a un’accurata conoscenza della verità”. (1 Tim. 2:3, 4, NM) Nella prima congregazione cristiana egli provvide apostoli, profeti e missionari per addestrare i fratelli per l’opera di ministero, edificandoli nell’accurata conoscenza affinché fossero qualificati per l’incarico. (Efes. 4:11-13) Anche oggi egli ha tenuto conto delle necessità dei suoi servitori e ha provveduto loro il sostentamento della verità e un’organizzazione per addestrarli nel loro incarico di ministri. Per piacere a Geova pienamente dovete conoscere accuratamente la sua volontà. “Siate riempiti dell’accurata conoscenza della sua volontà in ogni sapienza e discernimento spirituale, affinché camminiate in modo degno di Geova per piacergli pienamente mentre portate frutto in ogni buona opera e crescete nell’accurata conoscenza di Dio”. (Col. 1:9, 10, NM) Per piacere a Geova in tal modo dovete impegnarvi in un attento studio della sua Parola. Mentre considerate questo compito di studio, prestate attenzione a come potete farlo bene.
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“Qualche cosa di radicalmente sbagliato”La Torre di Guardia 1956 | 15 ottobre
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“Qualche cosa di radicalmente sbagliato”
● Tempo addietro, nel 1879, un noto pastore scrisse intorno alla mancanza di vivacità mentale in gran parte dei parrocchiani. Perché questo torpore mentale? Il pastore T. Dewitt Talmage diede la sua risposta nel Christian Herald del 23 gennaio 1879 e tale risposta è oggi comprensibile: “Quando ero un laico e stavo in chiesa per adorare, mi rendevo conto che molto spesso la religione era associata con la noia. . . . Notavo, come ogni laico nota e osserva, che al giorno d’oggi c’è nella Chiesa di Dio qualche cosa di radicalmente sbagliato. Nei giorni della nostra adolescenza per tenerci svegli in chiesa usavamo ogni sorta di artificio. Mangiavamo semi di carvi, cannella garofanata e cinnamono, e tenevamo un piede alzato finché ci doleva o ci pizzicavamo fino a farci dei lividi. Oppure venivamo stimolati da un fratello più grande che ci stuzzicava con uno spillo. . . . A che scopo nascondere il fatto che molti in chiesa dormono? Gran parte delle nostre chiese sono grandi dormitori domenicali. Gli uomini che a casa sono afflitti d’insonnia e non possono dormire a letto di notte, qualche volta in chiesa trovano il necessario anodino. Se non riusciamo a tener sveglio il nostro uditorio, la colpa è nostra, del clero, e non del popolo”.
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