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Origine della BibbiaLa Torre di Guardia 1956 | 1° gennaio
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Ebrei 8:13, parlò dell’invecchiamento e della sparizione vicina del vecchio patto tipico della legge egli si riferisse alle Scritture Ebraiche, falsamente designate “Vecchio Testamento”, e che esse fossero state adempiute e che quindi i Cristiani avessero soltanto bisogno del cosiddetto “Nuovo Testamento”, le Scritture Greche. Gli scritti stessi di Paolo smentiscono tale falsa pretesa. — Rom. 15:4; 1 Cor. 10:11; 2 Tim. 3:16, 17.
Queste citazioni dalle ispirate epistole di Paolo dimostrano che quando l’onnisapiente Iddio comandò a Mosè e ad altri dopo di lui di scrivere Egli aveva in mente i nostri giorni di perplessità in cui il genere umano ha tanto bisogno di una vera guida e di una salda speranza. Il Creatore conosce la natura dell’uomo e la debolezza della sua memoria, e conosce pure che lo scopo del Diavolo è di distruggere il divino racconto e di corromperlo e cancellarlo dalla mente dell’uomo. Quindi Dio fece scrivere un memoriale fedele. Poiché questo fu fatto precisamente per quelli che avrebbero avuto bisogno di vitali informazioni nella peggiore crisi delle nazioni alla fine del mondo, l’Onnipotente Dio avrebbe salvaguardato le Scritture malgrado gli sforzi compiuti per distruggerle. Ciò che Isaia disse più di 2.600 anni fa, e l’ispirato Pietro affermò 1.900 anni fa, si verifica ancor oggi: “La parola detta da Geova dura per sempre”. — Isa. 40:8; 1 Piet. 1:25, NM.
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“Non abbandonando la nostra comune adunanza”La Torre di Guardia 1956 | 1° gennaio
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“Non abbandonando la nostra comune adunanza”
POICHÉ l’uomo decaduto è per natura egoista, è necessario porre continuamente in risalto il bisogno vitale di ‘non abbandonare la nostra comune adunanza’. Inoltre, Satana il Diavolo ha tanto fuorviato i Cristiani professanti in genere che essi pensano che il più grande esempio di sincera devozione sia il mistico in clausura, eremita o monaco, che elimina ogni contatto con i suoi simili; ed essi sono indotti a trascurare del tutto quanto orgogliosa, presuntuosa ed egocentrica sia tale linea di condotta.
Infatti, sin dal principio Dio dichiarò riguardo all’uomo perfetto: “Non è bene che l’uomo sia solo”. E l’apostolo Paolo non paragonò forse i Cristiani a membra del corpo umano, di cui nessuna può dire all’altra: “Io non ho bisogno di te”? Inoltre, Geova non soltanto comandò: “Devi amare Geova il tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima e con tutta la tua mente e con tutta la forza tua”, ma anche: “Devi amare il tuo prossimo come te stesso”. Come possiamo amare il nostro prossimo come noi stessi quando ci allontaniamo da lui? — Gen. 2:18; 1 Cor. 12:12-21; Mar. 12:30, 31, NM.
Non possiamo amare pienamente Geova senza tener conto del nostro prossimo. La lode che rivolgiamo a Lui dovrebbe esser udita da altri, affinché anch’essi possano lodarlo. E se amiamo così il nostro Dio, vorremo associarci con altri che abbiano verso di lui il nostro stesso sentimento; con altri che ci ricordino le sue qualità; con altri che forse lo conoscono meglio di noi e che possano aiutarci ad acquistare
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