Lezione 1

Origine della Bibbia

Molti religionisti hanno la tendenza a pensare che la Bibbia come libro abbia avuto origine in modo del tutto miracoloso. Hanno una vaga idea che sia stata scritta in cielo, perfino in italiano, che qui fosse divisa in capitoli e versetti, con riferimenti e note in calce, e poi mediante un angelo portata sulla terra. Essi evitano timidamente le moderne traduzioni della Bibbia, avendo l’idea che la loro Versione di Martini o quella di Diodati, entrambe venerate religiosamente, siano le sole vere Bibbie. Non si rendono conto che tali versioni italiane sono comparativamente giovanissime, la prima avendo nel 1956 soltanto 187 anni e la seconda 349 anni, mentre i primi scritti del Libro Sacro furono fatti 3.468 anni fa. La lingua italiana allora neanche esisteva.

La Bibbia cominciò ad essere scritta nel deserto per mezzo di Mosè, e nella lingua ebraica. La più gran parte di ciò che oggi è chiamato erratamente il “Vecchio Testamento” fu scritta nella lingua ebraica, e quindi è appropriatamente designata come “Scritture Ebraiche”. Ma le Scritture Ebraiche non sono scritte interamente in ebraico. Esdra 4:8–6:18 e 7:12-26, Geremia 10:11, e Daniele 2:4–7:28 furono scritti in origine in aramaico. La lingua originale del cosiddetto “Nuovo Testamento”, erratamente designato, è il greco; quindi questa sezione della Bibbia è spesso chiamata “Scritture Greche”.

Tutti i libri della Bibbia, in numero di 66, hanno un’origine comune. La Bibbia ha un solo Autore, sebbene abbia molti scrittori. Questo fatto la rende un libro particolare fra tutti gli altri libri del mondo. La Bibbia è la rivelazione che Geova fa di se stesso e dei suoi propositi. All’inizio della composizione biblica Egli stesso contribuì personalmente al Cànone scritturale scrivendo su due tavolette di pietra il Decalogo, o Dieci Comandamenti. (Eso. 24:12; 31:18) L’effettivo compito di scrivere fu affidato a creature umane, ma queste tutte scrissero sotto la guida e dettatura di Dio, essendo sospinte dal suo spirito. Alcuni erano istruiti, altri umili operai, pastori, pescatori, ecc. Non erano scrittori di professione, ma uomini attivi, servitori e testimoni di Geova in tutte le condizioni della vita. Scrissero durante un lungo periodo di anni. Mosè cominciò il Pentateuco, i primi cinque libri della Bibbia, circa nel 1513 a.C. L’apostolo Giovanni terminò il cànone biblico sedici secoli più tardi.

Tuttavia, questo gruppo misto di più di trenta uomini estesamente separati nel corso del tempo produsse un capolavoro letterario perfettamente armonioso. Questo fu possibile, non per l’abilità degli scrittori, ma per l’infinita sapienza e potenza dell’Originatore della Bibbia. Gli scrittori stessi spontaneamente riconoscono questo. Davide disse: “Lo spirito dell’Eterno ha parlato per mio mezzo, e la sua parola è stata sulle mie labbra”. Luca dichiarò: “Egli, per bocca dei suoi santi profeti dell’antichità, ha parlato”. Pietro aggiunse alla testimonianza: “In nessun tempo fu profezia recata dalla volontà dell’uomo, ma degli uomini parlarono da parte di Dio mentre erano sospinti da spirito santo”. Paolo non lasciò posto per dubbio o eccezione quando disse in modo assoluto: “Tutta la Scrittura è ispirata da Dio”. Certamente solo Geova Dio è l’Originatore della Bibbia. — 2 Sam. 23:2; Atti 1:16; Luca 1:70; 2 Piet. 1:21; 1 Piet. 1:10, 11; 2 Tim. 3:16, 17, NM.

La Bibbia non fu in origine un libro, ma, man mano che cresceva il suo cànone, diventò una piccola biblioteca di libri e libretti. L’idea generale della Bibbia come un libro è piuttosto moderna, sebbene fosse stata raggruppata in forma di codice durante il secondo secolo dopo Cristo. Nel quarto secolo dell’èra cristiana la Bibbia fu chiamata in latino la Bibliotheca Divina. La parola “Bibbia” viene dalla parola greca biblia, che significa rotoli, volumi o libri papiracei; letteralmente, libretti. I primi Cristiani greci chiamavano le Scritture Ta Biblìa, cioè, “I Libri”, volendo dire così i libri preminenti o eccellenti.

Nella Versione Riveduta della Bibbia le Scritture Ebraiche contengono 39 libri e le Scritture Greche 27. Le Bibbie ebraiche e giudaiche elencano soltanto 24 libri ebraici perché 1 e 2 Samuele, 1 e 2 Re, 1 e 2 Cronache, Esdra e Nehemia, e i dodici libri dei cosiddetti “Profeti minori” insieme, sono considerati rispettivamente libri singoli. I sette principali raggruppamenti scritturali dei libri biblici sono: (1) la Legge; (2) i profeti; (3) gli Agiografi (scritti sacri, compresi i Salmi); (4) i Vangeli; (5) gli Atti; (6) le epistole; e (7) l’Apocalisse.

Ma c’è un’altra divisione da menzionare ancora che serve, non ad uno scopo buono, ma ad uno molto cattivo: la separazione della Parola di Dio e la formazione del cosiddetto “Vecchio Testamento” e “Nuovo Testamento”. Tale divisione non fu autorizzata dall’Originatore della Bibbia. Che è grossolanamente sbagliata è evidente dal fatto che il Diavolo si serve di questa divisione per annullare ed eliminare dalla Parola di Dio quasi tre quarti del suo contenuto ispirato. (Deut. 4:2; Apoc. 22:19) In nessun posto nella Bibbia le Scritture Ebraiche sono chiamate il “Vecchio Testamento”. E le Scritture Ebraiche non si riferivano alle Scritture Greche quando predissero un nuovo testamento o patto. Le Scritture Ebraiche trattano più che un testamento o patto, e lo stesso si può dire delle Scritture Greche Cristiane. È un diabolico travisamento delle Scritture dire che quando Paolo, in Ebrei 8:13, parlò dell’invecchiamento e della sparizione vicina del vecchio patto tipico della legge egli si riferisse alle Scritture Ebraiche, falsamente designate “Vecchio Testamento”, e che esse fossero state adempiute e che quindi i Cristiani avessero soltanto bisogno del cosiddetto “Nuovo Testamento”, le Scritture Greche. Gli scritti stessi di Paolo smentiscono tale falsa pretesa. — Rom. 15:4; 1 Cor. 10:11; 2 Tim. 3:16, 17.

Queste citazioni dalle ispirate epistole di Paolo dimostrano che quando l’onnisapiente Iddio comandò a Mosè e ad altri dopo di lui di scrivere Egli aveva in mente i nostri giorni di perplessità in cui il genere umano ha tanto bisogno di una vera guida e di una salda speranza. Il Creatore conosce la natura dell’uomo e la debolezza della sua memoria, e conosce pure che lo scopo del Diavolo è di distruggere il divino racconto e di corromperlo e cancellarlo dalla mente dell’uomo. Quindi Dio fece scrivere un memoriale fedele. Poiché questo fu fatto precisamente per quelli che avrebbero avuto bisogno di vitali informazioni nella peggiore crisi delle nazioni alla fine del mondo, l’Onnipotente Dio avrebbe salvaguardato le Scritture malgrado gli sforzi compiuti per distruggerle. Ciò che Isaia disse più di 2.600 anni fa, e l’ispirato Pietro affermò 1.900 anni fa, si verifica ancor oggi: “La parola detta da Geova dura per sempre”. — Isa. 40:8; 1 Piet. 1:25, NM.

[Domande per lo studio]

1. Quale vaga idea hanno molti religionisti in quanto all’origine della Bibbia?

2. Nella loro fretta di evitare le versioni moderne, di che cosa mancano di rendersi conto in quanto alle versioni di Martini e di Diodati?

3. In quali lingue fu scritta la Bibbia in origine?

4. Quali fatti relativi alla composizione della Bibbia dimostrano che lo spirito di Dio deve aver operato per produrre un capolavoro così armonioso in tutte le sue pagine?

5. Qual è la testimonianza degli stessi scrittori della Bibbia a questo riguardo?

6. Effettivamente, che cosa è la Bibbia, com’è mostrato dai nomi associati ad essa?

7. Quali varie divisioni della Bibbia sono in seguito trattate, le quali risultano appropriate e di qualche valore?

8. Quale divisione è sbagliata, e che danno ne consegue?

9. Perché l’Originatore della Bibbia fece mettere il memoriale per iscritto?