Lezione 2
Preservazione della Bibbia
L’ORIGINATORE della Bibbia è anche il suo Preservatore. Egli è Colui che fece scrivere la dichiarazione: “La parola detta da Geova dura per sempre”. (1 Piet. 1:25, NM; Isa. 40:8) Come sappiamo che questa affermazione è verace in questo nostro tempo, quando non esiste un singolo manoscritto originale o autografo della Bibbia, né delle Scritture Ebraiche né delle Scritture Greche? Nessuna copia completa delle Scritture Ebraiche, scritta a mano, porta una data anteriore all’anno 1008 d.C. (manoscritto conservato attualmente a Leningrado), e nessuno dei manoscritti greci, completo o quasi completo, delle Scritture Cristiane ha una data anteriore al quarto secolo dopo Cristo.
Sebbene ogni manoscritto originale sia stato perduto, scomparso o apparentemente distrutto, vi sono moltissime copie antiche dell’intera Bibbia, e anche manoscritti più antichi di porzioni della Bibbia. Il numero esistente di antichi manoscritti delle Scritture Ebraiche è di circa 1.700. Inoltre vi sono, sparsi in tutta la terra, circa 4.000 antichi manoscritti delle Scritture Greche nella lingua originale, e circa 9.000 copie di antichissime versioni o traduzioni delle Scritture Greche.
Fino al tempo della distruzione del primo tempio per mezzo dei Babilonesi, il “libro della legge” veniva preservato presso l’arca del patto. “Prendete questo libro della legge e mettetelo allato all’arca del patto dell’Eterno, ch’è il vostro Dio; e quivi rimanga come testimonio contro di te”. (Deut. 31:26) Anche Giosuè, alla fine della sua vita, completò il suo memoriale ispirato da Geova. “Poi Giosuè scrisse queste cose nel libro della legge di Dio”. (Gios. 24:26) Samuele depose il suo racconto davanti a Geova: “Allora Samuele espose al popolo la legge del regno, e la scrisse in un libro, che depose nel cospetto dell’Eterno”. (1 Sam. 10:25) Queste scritture rendono testimonianza della preservazione del canone biblico.
Un avvenimento importante che sostiene la preservazione delle Scritture è la scoperta del perduto e dimenticato “libro della legge” nel tempio, nel diciottesimo anno di Giosia, nel 641 a.C., quando dopo un periodo di idolatria religiosa la vera adorazione di Geova fu ripristinata. (2 Re 22:1-10; 2 Cron. 34:14-18) Durante la cattività in Babilonia le Scritture furono preservate. Daniele scrive (9:2): “Il primo anno del suo regno [di Dario], io, Daniele, meditando sui libri, vidi che il numero degli anni di cui l’Eterno avea parlato al profeta Geremia, e durante i quali Gerusalemme dovea essere in ruine, era di settant’anni”. Dopo il ritorno dall’esilio in Babilonia risulta che Esdra leggeva la legge al popolo ristabilito nella Terra Promessa. — Neh. 8:1-18.
Non tutti gli esiliati giudaici che nel 537 a.C. ritornarono dalla cattività babilonese parlavano o comprendevano l’ebraico biblico. La generazione più giovane parlava aramaico o siriaco, una lingua semitica molto somigliante all’ebraico. Quando i Leviti leggevano loro la legge dovevano ‘leggere distintamente e dare il senso’, come riferisce Nehemia 8:8; cioè, essi parafrasarono il testo ebraico o lo tradussero liberamente in aramaico. Queste parafrasi furono chiamate “targum”, che significa “interpretazioni” o “parafrasi”. Per secoli questi Targum furono tramandati oralmente di generazione in generazione. I Giudei erano contrari alla traduzione delle Scritture Ebraiche in un’altra lingua, perché le ritenevano sacre. Ma parecchi secoli più tardi queste parafrasi furono messe per iscritto. Oggi esistono vari Targum scritti di tutte le Scritture Ebraiche, ad eccezione di Daniele, Esdra e Nehemia.
Altre prove testificanti che Dio preservò la sua Parola durante i cinque secoli da Esdra fino a Cristo sono le versioni o traduzioni in altre lingue. La più antica di queste traduzioni è il Pentateuco Samaritano. Fu prodotto da quella popolazione mista di ibridi religiosi trasportata in Samaria dagli Assiri, dopo che avevano condotto in cattività le dieci tribù d’Israele, nel 740 a.C. Questa copia fu fatta circa 450 anni prima di Cristo (il manoscritto esistente, però, risale ad una data più recente). In realtà, non è una traduzione dell’ebraico originale. È il testo ebraico del Pentateuco scritto in caratteri samaritani con l’intromissione di alcune espressioni idiomatiche samaritane. Quindi il Pentateuco Samaritano in quanto all’origine è molto più antico di qualsiasi altro testo biblico eccetto quello ebraico. Sostanzialmente esso concorda con i testi dei Giudei, ad eccezione di qualche variazione insignificante.
Circa l’anno 280 a.C. le Scritture Ebraiche cominciarono ad essere tradotte in Egitto nella lingua greca. Questa versione greca è chiamata la Versione dei Settanta. Un gran numero di copie di questa traduzione fu fatto e diffuso in tutto il mondo antico. Essa ebbe la sua parte nella preservazione della Parola di Dio divenendo la base delle traduzioni nelle altre lingue.
Quanto alle Scritture Greche Cristiane, il loro testo autentico è stato preservato non solo nei grandi manoscritti, il Sinaitico e il Vaticano 1209, ma anche in altri 4.000 manoscritti di lingua greca, oltre a quasi 9.000 manoscritti di antiche versioni in altre lingue. Sin dagli anni della loro composizione, le Scritture Greche sono state notevolmente trattate, e in un’abbondanza di letteratura posteriore al periodo degli apostoli vi sono citazioni di tanti passi scritturali che quasi l’intero testo delle Scritture Greche potrebbe essere compilato da queste citazioni.
Nessun altro libro nel mondo ha mai ricevuto in tutti questi secoli una considerazione così riverente e scrupolosamente accurata come quella che ha ricevuto la Bibbia. È stata copiata da scribi che consideravano gli sbagli con santo terrore. Per diffondere la Parola di Dio i suoi copisti e traduttori spesso aggiungevano al loro lavoro meticoloso il sacrificio della propria vita. Gli antichi copisti greci, a scopo di fare un controllo, calcolavano il numero delle parole scritte. Gli ebrei scribi di professione contavano con accuratezza non solo le parole ma anche le lettere. Per molti secoli dopo Cristo l’ebraico scritto consistette soltanto di consonanti, e l’omissione o l’aggiunta di una sola lettera spesso avrebbe potuto cambiare una parola in un’altra. Se si trovava il minimo errore, una sola lettera scritta in modo sbagliato, quell’intera sezione del rotolo veniva scartata come inadeguata per l’uso della sinagoga. Quindi la sezione veniva ritagliata e sostituita da una nuova senza difetti. Leggevano ogni parola ad alta voce prima di scriverla; perfino scrivere una sola parola a memoria era considerato un grande peccato. Si dice che gli scribi religiosi asciugavano le loro penne prima di scrivere la parola Elohim (Dio) o Adonai (Signore), e che lavavano religiosamente tutto il corpo prima di scrivere il nome sacro “Geova”. La precisione di questi scribi ebrei professionali fu trasmessa in alto grado ai copisti non professionali delle Scritture Greche Cristiane.
Ma nonostante tutta la scrupolosa accuratezza dei copisti e l’efficienza intellettuale dei correttori, un certo numero di semplici errori di scribi penetrò nel testo indicando l’imperfezione degli uomini. Questi errori venivano poi ripetuti dall’uomo che copiava tale manoscritto, ed egli qualche volta aggiungeva altri piccoli errori suoi. È evidente quindi che, con la crescita delle copie, anche gli errori avevano la probabilità di aumentare proporzionatamente. Per questo motivo, più antico è il manoscritto più è probabile che sia corretto.
La preservazione delle Sacre Scritture è un miracolo divino; non solo la loro preservazione come libro (poiché nessun altro libro con i suoi studenti, copisti, traduttori e pubblicatori è stato così spietatamente perseguitato con prigionia, fuoco e spada), ma anche la preservazione del suo testo integrale malgrado le manchevolezze umane. I numerosi errori di scribi sono, nel loro insieme, di poca importanza. Il loro effetto sull’integrità della Bibbia è trascurabile. Ciò che è meraviglioso non è che scribi imperfetti commettessero errori, ma che ne facessero così pochi di qualche conseguenza. Tali errori sono stati scoperti e rettificati mediante l’attento e studioso esame della collezione dei numerosi manoscritti e traduzioni esistenti. Il risultato di tali accurate e critiche revisioni è stato il numero di testi biblici degni di fiducia.
E ora si presenta la Gerarchia Cattolica Romana con la sua presuntuosa pretesa di essere la preservatrice delle Scritture. La sua sfrontata asserzione è facilmente smentita. Il Manoscritto Vaticano è stato in suo possesso soltanto dal quindicesimo secolo, e neanche uno degli antichi manoscritti fu trovato nei territori dominati dalla Gerarchia. Per quasi cinque secoli il Vaticano non rese accessibile agli studiosi il prezioso manoscritto. Ma con la scoperta e la pubblicazione di un altro manoscritto del quarto secolo, il Codice Sinaitico, l’egoistico Vaticano fu costretto a pubblicare copie facsimili del Manoscritto Vaticano 1209, per evitare che fosse eclissato. Uno scrutinio della storia mostra che la Gerarchia Cattolica Romana è la mortale nemica della Bibbia; che ha cercato di nascondere la verità biblica al popolo facendola restar celata nel feretro delle lingue morte; che ha dato la caccia, uccidendoli, ai traduttori e divulgatori della Bibbia; che ha bruciato innumerevoli migliaia di copie delle Sacre Scritture; che solo quando non ha potuto spegnere la luce biblica per il popolo comune ha permesso la traduzione della Bibbia nel vernacolo del popolo, e tali traduzioni cattoliche sono state prodotte per competere con le popolari traduzioni precedenti. La Gerarchia non è la preservatrice della Bibbia, ma la Bibbia è preservata fino ai nostri giorni malgrado gli sforzi disperati della Gerarchia di distruggerla.
Riconoscete Geova come il Preservatore della sua Parola ispirata. Geova evidentemente guidò non solo gli scrittori della Bibbia ma anche i fedeli copisti del testo e i compositori del canone, così come ora guida i suoi testimoni terrestri, mentre studiano le sue pagine e proclamano le sue verità. La preservazione della Bibbia è un miracolo dell’Onnipotente.
[Domande per lo studio]
1. Che cosa possiamo dire delle originali copie autografe dei manoscritti biblici? e quali antichi manoscritti abbiamo?
2. Come furono preservate le Scritture fino ai giorni di Esdra?
3. Che cosa furono i Targum? e come furono usati?
4. Come furono preservate le Sacre Scritture dal tempo di Esdra fino al tempo di Cristo Gesù?
5. Quale fatto stabilisce l’autenticità delle Scritture Greche Cristiane?
6. Quali particolari rivelano la grande scrupolosità dei copisti delle Scritture?
7. Per quale duplice motivo la preservazione della Bibbia è un miracolo?
8. Come si può smentire la pretesa della Gerarchia Cattolica Romana d’essere la preservatrice della Bibbia?
9. Chi dunque dev’essere riconosciuto come il preservatore della Bibbia?