-
ParadisoLa Torre di Guardia 1959 | 1° agosto
-
-
144.000 che avrebbero vinto questo mondo. — Apoc. 7:4-8; 14:1-5.
20 Quando era al palo il malfattore non fu generato né unto dallo spirito di Dio. Non nel giorno di Pasqua né mentre era al palo di tortura Gesù riversò lo spirito santo di Dio sui fedeli discepoli; ma fu nel giorno di Pentecoste, quando era in cielo alla destra di Dio, come Sommo Sacerdote di Dio, che Gesù sparse lo spirito santo. (Giov. 7:39) Allora per la prima volta i discepoli viventi divennero figli spirituali di Dio, furono accolti nel nuovo patto, furono unti di spirito e furono introdotti nel patto del Regno come coeredi di Gesù Cristo.
21 Quindi il Paradiso menzionato da Gesù al malfattore non è la stessa cosa del regno dei cieli. Egli non promise al malfattore che sarebbe stato con Gesù nel Regno. Questi non aveva chiesto di essere con Gesù nel Regno né di farne parte. Non essendo membro della famiglia reale di Davide, il malfattore chiese semplicemente di essere sotto il Regno e che il Re lo riconoscesse o si ricordasse di lui e lo facesse risuscitare dai morti nel reame del Regno. Il Paradiso è sotto il Regno. Quindi il Paradiso può essere stabilito solo dopo che il Regno sia stato stabilito. Il regno di Gesù non fu stabilito sulla terra già nel giorno di Pasqua in cui morì. Tutte le profezie bibliche e i fatti relativi dimostrano che il Regno è stato stabilito in cielo nel 1914 (d.C.). Allorché ascese al cielo nel quarantesimo giorno dopo la sua risurrezione, Gesù sedette alla destra di Dio, aspettando fino al 1914 per assumere il potere del Regno. L’amichevole malfattore non sedette con Gesù sul Suo trono, cosa che Gesù disse sarebbe stata concessa a quelli della sua congregazione che avrebbero spiritualmente vinto questo mondo. — Apoc. 3:21; Ebr. 10:12-14.
22 Tutto ciò dimostra l’impossibilità che il malfattore fosse in Paradiso con Gesù nel giorno della loro morte sul palo di tortura. Nel terzo giorno dalla morte, Gesù non risorse dal Paradiso, lasciando il malfattore laggiù coi morti; questo avrebbe significato che Gesù era stato con lui in Paradiso solo per parte di tre giorni e quindi l’aveva lasciato. Gesù non ridiscese al Paradiso per stare col malfattore, ma ascese al cielo per essere col Padre celeste. Nel terzo giorno il malfattore non risuscitò con Gesù da un paradiso. Per i morti non vi sarà risurrezione dal vero Paradiso; per il malfattore e gli altri che sono nelle tombe commemorative vi sarà risurrezione nel Paradiso, qui sulla terra. Il malfattore non fu il primo a guadagnarsi il Paradiso, né vi furono altri morti in Paradiso prima di lui. Il Paradiso non è la dimora dei morti, ma dei vivi!
IL GIARDINO DI EDEN
23 Il primo uomo che si trovò in Paradiso fu Adamo, figlio di Dio. Allora Adamo era vivo. Non vi era a quel tempo Ades o Sceol, poiché nessuna creatura umana era ancora morta né era stata sepolta in una tomba terrena. Un articolo sul Paradiso, nell’Enciclopedia Americanac (Volume XXI) comincia con le parole: “il giardino di Eden. La parola originale è persiana e significa parco. È stata introdotta nelle lingue moderne come nome del giardino di Eden . . . e quindi di qualunque dimora o stato di felicità”.
24 Il nome si riferisce appropriatamente al giardino di Eden nel quale Adamo fu creato e stabilito. Nella Bibbia la parola ebraica per “giardino” significa luogo chiuso o recinto, ciò che vi era racchiuso era delizioso e bello. Questo è in armonia col concetto persiano di pardes o paradiso: “ampio parco aperto, recinto per evitare ogni danno, ma con la sua bellezza naturale incontaminata, con foreste di alberi maestosi, molti dei quali da frutto, irrigato da limpidi fiumi, sulle cui rive errano grandi greggi di antilopi o pecore. Questo è il panorama che il viaggiatore greco collegava nella sua mente alla parola parádeisos, per cui la sua lingua non offriva un preciso equivalente . . ”. Da certi autori greci la parola fu usata per indicare un “esteso pezzo di terra, circondato da un robusto recinto o muro, ricco di alberi, cespugli, piante e ortaggi, nel quale animali scelti erano conservati in vita in vari modi, rinchiusi o liberi, secondo che fossero feroci o inoffensivi; e corrisponde perfettamente alla parola parco, anche con l’idea di giardino pubblico, giardino zoologico e aviario”.d
25 Così nel terzo secolo prima dell’èra cristiana, quando gli Ebrei cominciarono a tradurre in greco le Scritture Ebraiche ispirate, usarono la parola greca parádeisos o paradiso per tradurre la parola ebraica gan. Traducendo la Bibbia in latino venne usato il termine latino paradisus. Quindi nella versione cattolica di Eusebio Tintori della Sacra Bibbia leggiamo (Genesi 2:7-15):
26 “E il Signore Dio formò l’uomo dal fango della terra e gli ispirò in faccia il soffio della vita e l’uomo divenne persona vivente. Ora il Signore Dio aveva piantato fin da principio un paradiso di delizie, dove pose l’uomo che aveva formato. E il Signore Dio fece spuntare dal suolo ogni sorta di alberi belli a vedersi, dai frutti soavi al gusto, e l’albero della vita, in mezzo al paradiso, e l’albero della scienza del bene e del male. E da questo luogo di delizie usciva, ad irrigare il paradiso, un fiume che di là si divide in quattro capi. . . . Il Signore Dio prese dunque l’uomo e lo pose nel paradiso di delizie, affinché lo coltivasse e lo custodisse”.
27 Tre volte in successive scritture la stessa Bibbia ebraica usa la parola pardes. (Neemia 2:8; Eccl. 2:5; Cant. 4:13) La delizia di un pardes o paradiso è espressa in Cantico dei Cantici 4:13, con le parole del pastore innamorato alla sua amata: “Un giardino chiuso sei tu, o sorella mia sposa, un giardino chiuso, una fonte sigillata. Ciò che germoglia da te forma un giardino [pardes o paradiso] di melagrani, coi frutti dei pomi, col cipro, col nardo, col nardo, lo zafferano, la cannella, il cinnamomo, con tutti gli alberi dell’incenso, colla mirra, l’aloe e tutti i più squisiti aromi. Tu sei una fontana di giardino, una polla d’acque vive che sgorgano con impeto dal Libano”. — Cant. 4:12-15, Ti.
28 Ma vi era qualche cosa che rendeva ancora più bello il Paradiso di Eden per il primo uomo, Adamo, e per la sua perfetta moglie, Eva, e che ne accresceva grandemente le delizie e i piaceri; era la presenza di Geova Dio, loro Creatore e amorevole Padre celeste. In modo meraviglioso egli camminava in quel giardino, dando all’uomo la Sua legge e la Sua guida. La sua presenza santificava quel paradiso, quel giardino di Eden, rendendolo un luogo in cui vivere santamente. (Gen. 2:19-25; 3:8, 9) Secondo l’ordine stabilito delle cose, quando infransero la loro santità peccando contro il loro Creatore, Padre e Dio, Adamo ed Eva furono scacciati dal Paradiso terrestre, per morire come peccatori fuori, sul suolo maledetto. Il fatto che il giardino o Paradiso di Eden fosse un luogo recinto o custodito, almeno da invisibili guardiani angelici, è dimostrato dalle parole di Genesi 3:23, 24 (Ti): “Quindi il Signore Dio lo mandò via dal paradiso di delizie, affinché coltivasse la terra da cui era stato tratto. E, cacciato Adamo, pose dei Cherubini davanti al paradiso di delizie, affinché, roteando intorno la spada fiammeggiante, custodissero la via dell’albero della vita”.
29 Fuori dell’Eden Adamo visse fino all’età di 930 anni. Adamo non ritornò in Paradiso quando morì, benché questo esistesse ancora, non nel centro della terra come insegnano alcune religioni, ma sopra la terra. Adamo ritornò alla terra dalla quale era stato tratto. Il Salmo 16:10 non si riferì al primo Adamo dicendo che la sua anima non sarebbe stata lasciata nello Sceol o Ades, ma predisse questo riferendosi all’“ultimo Adamo”, Gesù Cristo. L’anima vivente, Adamo, aveva peccato ed era morta come punizione per la sua ribellione contro il Creatore e Dio del Paradiso. (Ezech. 18:4, 20; Gen. 2:7) Abele, devoto figlio di Adamo, non andò in Paradiso quando fu ucciso dal geloso fratello Caino, ma il suo sangue gridò a Dio dalla terra fuori del Paradiso di Eden. — Gen. 4:1-11.
30 Adamo vide nascere Enoc, settimo nella linea dei suoi discendenti. Mediante una santa condotta di vita Enoc “camminò con Dio”. A suo tempo Dio trasferì Enoc, onde non vedesse la morte; ma in quell’occasione egli non andò nel Paradiso, che ancora esisteva. Ebrei 11:5 ci dice che egli “non fu più trovato”. Enoc morì serenamente per miracolo di Dio che gli risparmiò le sofferenze della morte. Poiché aveva servito Dio fedelmente, rimase nella memoria di Dio. Al tempo stabilito da Dio Enoc avrà parte nella risurrezione dei giusti. (Atti 24:15; Giov. 5:28, 29) L’originale giardino di Eden non esiste più, poiché fu distrutto dal diluvio ai giorni di Noè. Quando sarà risuscitato da morte, Enoc risorgerà in un Paradiso restaurato, qui sulla terra.
-
-
‘Dio ha i suoi propositi’La Torre di Guardia 1959 | 1° agosto
-
-
‘Dio ha i suoi propositi’
● Il seguente è un brano del discorso di Abraham Lincoln in occasione della sua seconda investitura come presidente (4 marzo 1865): “Entrambi [nordisti e sudisti] leggono la stessa Bibbia e pregano lo stesso Dio; e ognuno invoca il suo aiuto contro l’altro. Può sembrar strano che degli uomini osino chiedere l’aiuto di un giusto Dio per strappare ad altri il pane acquistato col loro sudore. . . . Le preghiere di entrambi non possono essere esaudite. . . . L’Onnipotente ha i suoi propositi”.
-