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  • Portiamo il nome che incute timore
    La Torre di Guardia 1962 | 1° giugno
    • Portiamo il nome che incute timore

      “Tutti i popoli della terra vedranno che il nome di Geova è stato invocato su di te, ed invero ti temeranno”. — Deut. 28:10.

      1, 2. (a) Quali domande sorgono circa il fatto che il timore di un nome sia giustificato? (b) Quando è giustificato il timore di un nome invocato su un certo popolo, e a che cosa conduce tale timore?

      TEMERE un nome perché è stato invocato sopra un popolo o messo in relazione a un popolo! È un timore giustificato? Dipende da ciò per cui il nome è famoso o noto. Inoltre, coloro che portano il nome lo rendono famoso o ne danno un’impressione favorevole, facendo considerare il nome con rispettosa attenzione? Coloro che portano il nome danno importanza o privano d’importanza il nome? Che valore ha il nome in se stesso?

      2 Possono esservi molti pregiudizi contro il nome, ma le persone su cui è invocato il nome lo onorano? Colui che ha tale nome agisce col suo popolo in modo da accrescere il rispetto e creare un senso di timore verso il nome? Se le persone su cui esso è invocato sostengono la dignità del nome, e se il suo possessore usa questo popolo per esaltare il suo nome e tenerlo al di sopra di ogni biasimo, veramente il timore del nome da parte delle nazioni che osservano questo popolo del nome è giustificato. Tale timore delle nazioni porta a risultati certi.

      3, 4. (a) Fino a diciannove secoli fa chi fu il popolo che portò il nome che incute timore? (b) Quale patto fece stipulare Mosè a questo popolo, e che cosa disse che sarebbe avvenuto se avessero camminato nella via di Dio?

      3 Chi è questo popolo su cui è invocato un nome che le nazioni sono indotte a temere? È un popolo su cui è invocato il nome del Creatore del cielo e della terra, cioè il nome di Dio. Vi è oggi questo popolo? Sappiamo che dai tempi antichi fino a diciannove secoli fa vi fu questo popolo sulla terra. Quarant’anni dopo esser divenuti una nazione si accamparono nelle pianure di Moab, in quello che è ora chiamato il paese del Giordano. A quel tempo avevano come capo visibile un legislatore che è ancora oggi altamente stimato in tutto il mondo. Fu il profeta Mosè, mediante il quale Dio diede al popolo di Mosè i famosi Dieci Comandamenti. Queste persone avrebbero presto mosso verso occidente, attraversando il Giordano, per entrare nella Terra Promessa e occuparla con l’aiuto del loro Dio. Per prosperare avrebbero dovuto ubbidire ai Dieci Comandamenti e a tutte le altre leggi di Dio basate sui Dieci Comandamenti. Mosè, che era in punto di morte, pronunciò alcuni discorsi d’addio in cui rammentò questo loro obbligo. Quindi Mosè fece loro stipulare un patto secondo cui questo popolo che portava il nome di Dio promise di essergli fedele nel suo nuovo paese.

      4 Mentre faceva il discorso circa questo patto o solenne contratto con Dio il profeta Mosè disse:

      “Taci e ascolta, o Israele. In questo giorno tu sei divenuto il popolo di Geova tuo Dio. E avverrà che se tu ascolterai senza fallo la voce di Geova tuo Dio badando di osservare i suoi comandamenti che oggi ti comando, Geova tuo Dio ti innalzerà certamente sopra tutte le altre nazioni della terra. . . . Geova ti stabilirà come suo popolo santo, come ti ha giurato, perché continui ad osservare i comandamenti di Geova il tuo Dio ed hai camminato nelle sue vie. E tutti i popoli della terra vedranno che il nome di Geova è stato invocato su di te ed invero ti temeranno”. — Deut. 27:9; 28:1-10.

      5. (a) Quale avvertimento diede Mosè a Israele, e che cosa indicano chiaramente i passati diciannove secoli di storia riguardo a Israele? (b) Quando ebbero la loro maggiore opportunità quale nazione, e perché?

      5 Quella fu una grande opportunità e un grande privilegio posto dinanzi al popolo d’Israele trentaquattro secoli fa; ma non v’è dubbio che non vissero in modo degno d’esso. Nello stesso discorso d’addio Mosè parlò loro delle maledizioni divine che si sarebbero attirati se non avessero ascoltato la voce di Geova e non avessero ubbidito ai suoi comandamenti. (Deut. 28:16-68) La storia del popolo d’Israele nei passati diciannove secoli della nostra Èra Volgare indica che essi hanno subìto le maledizioni di Dio per la disubbidienza. Non gli hanno reso onore. Non hanno esaltato il suo nome e non sono più il popolo del suo nome. All’inizio della nostra Èra Volgare ebbero la più grande opportunità quale nazione, ma solo un piccolo rimanente degli Israeliti se ne valse. Questo avvenne quando un Insegnante, Profeta e Operatore di miracoli più grande di Mosè si presentò loro nel nome di Geova. Venne con l’unzione dello spirito santo di Dio su di sé. Quindi fu chiamato Cristo, ma il suo nome personale era Gesù, che significa “Geova è salvezza”.

      6. All’epoca della pasqua, quale azione intrapresero contro Gesù i capi religiosi e il popolo, e che cosa accadde alla nazione dal 66 d.C. in poi?

      6 Alcuni giorni prima della pasqua giudaica del 33 d.C., quando entrò in Gerusalemme cavalcando un’asina, una moltitudine di Giudei lo acclamarono quale re, l’erede reale del famoso re Davide di Gerusalemme. Ma lo stesso giorno di pasqua i capi religiosi giudei consegnarono Gesù al governatore romano della Giudea, rifiutarono di riconoscerlo quale promesso Re di Dio e gridarono al governatore romano: “Il sangue suo cada su noi e sui nostri figli!” (Matt. 27:24, 25, Na) “Noi non abbiamo altro re che Cesare”. (Giov. 19:15, Na) Lo stesso giorno di pasqua Gesù Cristo fu messo al palo da soldati romani fuori di Gerusalemme. Ivi egli morì nell’obbrobrio e fu sepolto in una tomba vicina. Trentatré anni dopo i Giudei si ribellarono al re che si erano scelto, Cesare. Perciò nell’anno 70 la città capitale di Gerusalemme e il suo tempio di adorazione furono distrutti, e i Giudei furono dispersi fino alle estremità della terra. È evidente che da allora essi hanno subìto le maledizioni predette dal profeta Mosè.

      7. Che cosa accadde ai discepoli di Gesù al momento del suo arresto e nei successivi quarantadue giorni?

      7 I discepoli di Gesù Cristo furono dispersi quando egli venne tradito e arrestato. Tuttavia, il terzo giorno dalla sua morte e sepoltura furono radunati insieme e nuovamente riuniti intorno al loro Signore Gesù Cristo. Poiché quel giorno l’Onnipotente Dio, Geova, risuscitò il suo celeste Figlio dai morti. Gesù Cristo, ora ritornato in vita dai morti, fece alcune apparizioni ai suoi discepoli uscendo dal reame invisibile, poiché egli era stato risuscitato alla vita come spirito. Perciò durante i quaranta giorni successivi il risuscitato Gesù Cristo si riunì ripetutamente in privato con questi testimoni della sua risurrezione. Infine lo videro allontanarsi verso il cielo, scomparendo da loro, affinché comparisse alla presenza del suo Padre celeste.

      8, 9. (a) Che cosa fecero i discepoli nei dieci giorni successivi, quindi che cosa avvenne? (b) Che cosa era stato adempiuto, secondo le parole di Pietro?

      8 Nei dieci giorni che seguirono essi stettero insieme a Gerusalemme, attendendo l’adempimento della promessa dello spirito santo di Dio verso di loro secondo le parole dette da Gesù prima di ascendere al cielo. Quindi giunse ciò che i Giudei chiamavano Shabúoth o Festa delle Settimane o Pentecoste. Lo spirito santo discese sulla piccola congregazione di 120 discepoli di Gesù. Miracolosamente essi cominciarono a parlare in lingue straniere che non conoscevano e a profetizzare o parlare apertamente delle meravigliose cose di Dio. Nessun altro Giudeo che si trovava nel tempio di Gerusalemme o in altre parti del paese fu partecipe di questo spargimento dello spirito santo da parte di Geova Dio mediante il Signore Gesù Cristo. Migliaia di Giudei si radunarono per assistere a questo miracoloso avvenimento e ascoltare ciò che i discepoli di Gesù Cristo dicevano in lingue straniere. Che cos’era accaduto? Simon Pietro, un discepolo, fu il primo ad alzarsi per parlare loro. Aveva cominciato ad adempiersi la profezia di Gioele 3:1-5, (Na). Quindi Pietro disse:

      9 “Quanto accade è ciò che fu predetto dal profeta Gioele: ‘Negli ultimi giorni, dice il Signore, io spanderò del mio spirito sopra ogni carne, e profeteranno i vostri figli e le vostre figlie, e i giovani vostri avranno visioni, e i vostri vegliardi sogneranno dei sogni. Sì, anche sopra ai miei servi e sulle mie ancelle spanderò, in quei giorni, del mio spirito e profeteranno. . . . Allora chiunque avrà invocato il nome del Signore [Geova], sarà salvo’”.

      10. (a) Quale spiegazione diede Pietro circa lo spargimento dello spirito sui discepoli di Gesù? (b) Che cosa li esortò a fare?

      10 Allora Pietro spiegò loro che Gesù Cristo, che era stato messo al palo e sepolto il giorno di pasqua, cinquantadue giorni prima, era stato anche risuscitato dai morti ed esaltato alla destra di Dio nel cielo in adempimento alle profezie del re Davide. Questo Signore Gesù Cristo, quale canale di Dio, aveva sparso questo spirito santo sui suoi fedeli seguaci sulla terra. Migliaia di ascoltatori presi dai rimorsi chiesero che cosa dovevano fare. Perciò Pietro disse: “Fate penitenza e ciascuno di voi sia battezzato nel nome di Gesù Cristo, per la remissione dei vostri peccati, e riceverete il dono dello Spirito Santo. Infatti, la promessa è per voi, per i vostri figli e per tutti quelli che sono lontani, quanti il Signore [Geova] Iddio nostro ne chiamerà”. Esortandoli ulteriormente riguardo a ciò che dovevano fare Pietro disse: “Salvatevi da questa generazione perversa”. — Atti 2:16-40, Na.

      11, 12. (a) Che cosa indicava l’espressione di Pietro “questa generazione perversa” circa la salvezza e la nazione? (b) Che cosa scrisse Pietro qualche tempo dopo ai credenti a conferma della nuova nazione?

      11 Sotto l’ispirazione dello spirito di Dio mediante Cristo l’apostolo Pietro chiamò la generazione di Giudei che avevano rigettato Gesù Cristo una “generazione perversa”. Per sfuggire alla distruzione i Giudei colpevoli dovevano ‘salvarsi da’ quella generazione perversa, uscirne. Non erano più l’eletto popolo di Dio, il popolo per il suo nome, il popolo su cui era stato invocato il suo nome. Il suo popolo approvato, i suoi servi e le sue serve, era costituito ora da coloro che egli aveva indicato mediante lo spargimento del suo spirito, i dedicati, battezzati seguaci del Figlio di Dio, il Signore Gesù Cristo. Erano divenuti la nuova nazione di Dio, una nazione spirituale. Come? Essendo tutti partecipi dell’unico spirito santo di Dio. Questi credenti Giudei avevano fatto parte del precedente popolo per il nome di Dio. Credendo che Gesù era il Cristo continuarono ad essere il popolo per il Suo nome, ma ora in qualità di membri della sua nuova nazione spirituale, “l’Israele d’Iddio”. (Gal. 6:16, Na) A conferma di ciò Pietro scrisse loro qualche tempo dopo e disse:

      12 “Voi [siete] stirpe eletta, sacerdozio regale, gente santa, popolo d’acquisto, affinché proclamiate le virtù di Colui, che dalle tenebre vi ha chiamati alla sua meravigliosa luce; voi, che un tempo non eravate un popolo, ma ora siete il popolo di Dio”. — 1 Piet. 2:9, 10; 1:1, 2, Ri.

      13. Quale prova abbiamo nelle Scritture che lo spargimento dello spirito continuò e che esso fu sparso su non Giudei?

      13 L’adempimento della profezia di Geova pronunciata mediante Gioele circa lo spargimento del suo spirito santo non cessò alla Pentecoste. Continuò. Circa tre anni e mezzo dopo, guidato dall’angelo di Dio, Pietro entrò per la prima volta in una casa gentile (non giudea), a Cesarea, circa ottanta chilometri a nordovest di Gerusalemme, e predicò all’incirconciso centurione italiano Cornelio, alla sua famiglia e ai suoi amici. Essi accettarono il messaggio circa il Figlio di Dio, Gesù Cristo. Quindi lo spirito santo fu sparso su di loro e anch’essi profetizzarono in lingue straniere. Poi furono battezzati nel nome di Gesù Cristo. (Atti 10:1-48) Da allora in poi molti incirconcisi non Giudei o Gentili ricevettero il messaggio della salvezza.

      14, 15. (a) Che cosa divennero questi credenti, battezzati non Giudei, e quale riconoscimento ebbero essi da parte degli apostoli e degli anziani a Gerusalemme? (b) Che cosa disse Giacomo a profetica conferma della correttezza di ciò?

      14 Dopo aver creduto ed essersi fatti battezzare per simbolizzare la loro fede, anche questi ricevettero lo spirito santo, benché non si facessero circoncidere come i Giudei naturali. Divennero Giudei spirituali e non ne ebbero bisogno, poiché erano circoncisi nel cuore, per mezzo del purificante potere della fede. Anche questi divennero parte dell’eletta stirpe di Dio, la sua nazione santa, il suo popolo di speciale possesso, il suo “popolo per il suo nome”. Non v’è nulla da dire al riguardo; è la verità. Verso il 49 d.C. ad una speciale conferenza di Pietro, di altri apostoli e di alcuni anziani cristiani a Gerusalemme, questi incirconcisi credenti non Giudei battezzati furono riconosciuti quali membri del popolo per il nome di Dio. Ascoltate ciò che disse allora Giacomo:

      15 “Fratelli, ascoltatemi. Simone [Pietro] ha narrato come Dio ha primieramente visitato i Gentili [incirconcisi], per trarre da questi [che cosa?] un popolo per il suo nome. E con ciò s’accordano le parole de’ profeti, siccome è scritto: Dopo queste cose io tornerò e edificherò di nuovo la tenda di Davide, che è caduta; e restaurerò le sue ruine, e la rimetterò in piè, [perché?] affinché il rimanente degli uomini [il rimanente dei Giudei credenti] [e chi?] e tutti i Gentili sui quali è invocato il mio nome, cerchino il Signore [Geova], dice il Signore [Geova] che fa queste cose”. — Atti 15:14-18, VR.

      16. (a) Con quale nome furono chiamati quei credenti non Giudei? (b) Quindi che cosa costituiscono essi e i credenti giudei?

      16 Quei credenti “Gentili” e i credenti Giudei divennero un popolo per il nome di chi? Non per il nome di Gesù, ma per il nome di Dio, il nome di Geova. La profezia di Amos 9:11, 12 (Na), citata dal discepolo Giacomo, dice: “Tutte le nazioni sulle quali fu invocato il mio Nome, — dice il Signore [Geova], — che lo farà”. Quindi questa nazione spirituale di credenti giudei e non giudei, battezzati nel nome di Gesù Cristo, costituiscono il popolo su cui è invocato il nome di Geova. Gli increduli Giudei o Israeliti naturali non sono il popolo per il nome di Geova e non lo sono dagli scorsi diciannove secoli. Geova non ha due popoli, due nazioni. Ha solo un popolo, una nazione spirituale, cioè, i credenti, battezzati seguaci del Signore Gesù Cristo unti dallo spirito. (Efes. 2:11-22) Essi sono il popolo di Geova, i suoi unti testimoni, come lo fu Gesù Cristo quando era sulla terra.

      IL NOME SCRITTO IN FRONTE

      17. (a) Quanto tempo è durato l’adempimento di Gioele 3:1, 2 (Na)? (b) Se Geova ha oggi sulla terra un “popolo per il suo nome”, da chi è costituito?

      17 Tuttavia, l’adempimento della profezia di Gioele circa lo spargimento dello spirito santo e della profezia di Amos, che prediceva che persone di tutte le nazioni avrebbero cercato Geova, è continuato fino a questo ventesimo secolo, fino alla nostra generazione. Nella vera congregazione cristiana di dedicati, battezzati seguaci di Gesù Cristo, tutti, dal primo nei giorni degli apostoli all’ultimo in questi nostri giorni, hanno ricevuto lo spargimento o unzione dello spirito. Finché qualche membro sarà portato a far parte dell’“Israele d’Iddio”, continuerà ad adempiersi la profezia di Gioele circa lo spargimento dello spirito. Si udiranno e si vedranno anche gli effetti di questo. Perciò Geova Dio ha oggi sulla terra un popolo su cui è invocato il suo nome, un “popolo per il suo nome”, unto col suo spirito. Non è che un semplice rimanente della sua unta “gente santa”, che si è formata negli scorsi diciannove secoli.

      18. Come indicò Gesù, in Apocalisse 14:1, se il nome di Dio doveva essere invocato sulla congregazione cristiana?

      18 Anche Gesù Cristo indicò che il nome di Dio doveva essere invocato sulla congregazione cristiana. Nell’ultimo libro della Bibbia Gesù richiamò ripetutamente l’attenzione su questo fatto. In Apocalisse 14:1 (Na) egli si raffigurò insieme alla sua congregazione di 144.000 unti seguaci in piedi sul monte Sion. L’apostolo Giovanni ci descrive la visione dicendo: “Poi io vidi l’Agnello che stava in piedi sul monte Sion, e con lui 144 mila persone che avevano scritto in fronte il suo Nome e quello del Padre suo”. Il nome del Padre di Gesù è Geova. Questo nome appare scritto, per così dire, sulla fronte dei suoi redenti seguaci per mostrare a chi appartengono, di chi sono il popolo, di chi sono servitori, di chi sono un popolo di speciale possesso, cioè di Geova. Gesù Cristo disse che il Padre suo gli aveva dato questi 144.000, perciò anche il nome di Cristo è scritto sulla loro fronte, che è la posizione simbolica dove vengono messi i segni di riconoscimento. — Giov. 17:9-12.

      19. Secondo Apocalisse 3:12, il nome di chi dev’essere scritto su di loro?

      19 In Apocalisse 3:12 (Na) il glorificato Gesù Cristo dice: “Del vincitore ne farò una colonna nel Tempio del mio Dio, e non uscirà più, e scriverò su di lui il Nome del mio Dio, il nome della città del mio Dio, cioè della nuova Gerusalemme, che scende dal cielo, dal mio Dio, e il mio Nome nuovo”. In armonia con ciò, i seguaci fedeli e vincitori divengono parte del tempio spirituale di Dio di cui Gesù Cristo è la pietra angolare di fondamento. Il nome del Dio di Gesù, Geova, è scritto su di loro. Mediante il nome è anche indicato che essi appartengono alla Nuova Gerusalemme, che è in cielo, e a Gesù Cristo nella sua nuova relazione con il Dio e Padre suo. — Efes. 2:20-22.

      20. Che cosa vien detto nei loro riguardi in Apocalisse 22:3-5, e com’è perciò indicato che Gli appartengono per sempre?

      20 Nell’ultimo capitolo della Bibbia, in Apocalisse 22:1-5 (Na), l’apostolo Giovanni descrive prima il fiume d’acqua di vita e gli alberi da frutto che crescono lungo le sue rive, poi dice: “Non ci sarà più nulla di maledetto. E in lei sarà il trono d’Iddio e dell’Agnello, e i suoi servi lo serviranno, e vedranno la sua faccia, e porteranno in fronte il Nome di Lui. Non ci sarà più notte; non hanno più bisogno di luce di lampada, né di luce di sole, perché il Signore Iddio li illuminerà e regneranno per i secoli dei secoli”. Su questi fedeli eredi del regno di Dio non permarrà alcuna maledizione da parte di Dio, come permane sugli infedeli o finti cristiani. Quali dedicati schiavi di Geova Dio essi gli rendono fermamente sacro servizio e continuano ad essere un “popolo per il suo nome”. Per questa ragione essi vedono la sua faccia o hanno la sua approvazione, e sulla loro fronte appare il suo santo nome ad indicare che Gli appartengono per sempre.

      21. Quale fatto dobbiamo dunque ammettere circa i veri cristiani, riguardo al nome che portano?

      21 Se siamo onesti dobbiamo ammettere questo fatto: È giusto e appropriato che i veri cristiani, i veri seguaci di Gesù Cristo, portino il nome di Geova. Sono un popolo separato, non per il nome di Cristo, ma per il nome del suo Dio e padre, Geova. Qualunque cosiddetto cristiano in tutto il reame della cristianità che rifiuti di portare il nome di Geova e che rifiuti di essere un “popolo per il suo nome” non è veramente cristiano.

      22. (a) Come fece parte Gesù stesso del ‘popolo per il nome’ di Dio? (b) A questo riguardo come mostrano i cosiddetti cristiani di essere falsi?

      22 Anche Gesù Cristo, il Fondatore del vero cristianesimo, fece parte del “popolo per il suo nome”, poiché nacque come Giudeo naturale e fu circonciso. Il nome di Dio è contenuto nel suo nome personale, poiché “Gesù” è un nome abbreviato che significa “Geova è salvezza”. Quindi le centinaia di milioni di cosiddetti cristiani della cristianità che rifiutano di portare, per così dire, il nome di Geova scritto sulla fronte mostrano di essere falsi e sedicenti cristiani. Non sono mai stati tratti fuori delle nazioni di questo mondo e non si sono mai separati da questo mondo per essere ciò che disse il discepolo Giacomo: “Un popolo per il suo nome”.

      CONFESSIAMO IL NOME

      23. (a) Che cosa dovette fare il rimanente, prima di prendere il nome di “testimoni di Geova”? (b) Che cosa compresero essi riguardo a ciò che Dio doveva fare in quel tempo, quindi che cosa confessarono?

      23 Nel 1931 un fedele rimanente di dedicati, battezzati cristiani non appartenenti alle sette della cristianità presero il nome di “testimoni di Geova” per farsi riconoscere. Facendo questo non erano in disaccordo con le Scritture né con la verità cristiana. Ma prima d’essere degni di prendere questa onorevole designazione dovettero mostrare d’essere veramente pubblici testimoni di Geova, imitando Gesù Cristo. Fecero questo? Sì, in collaborazione con la Società Torre di Guardia di Bibbie e Trattati, particolarmente dal 1926. Quell’anno la rivista ufficiale di questa Società, cioè La Torre di Guardia e Araldo della Presenza di Cristo, nella sua edizione inglese del 1º gennaio 1926, stampò il polemico articolo principale dal titolo “Chi onorerà Geova?” Compresero allora che era giunto il tempo che Geova si facesse un nome come aveva fatto nei giorni degli antichi profeti. Perciò decisero di onorare il nome di Geova come non si era mai fatto e di farlo conoscere. Confessarono apertamente, come avessero il suo nome scritto in fronte, di appartenere a Geova in piena dedicazione mediante Cristo e di essere quindi Suoi testimoni.

      24. Su quale particolare scrittura richiamò Dio la loro attenzione?

      24 In queste circostanze e avendo sparso su di loro il suo spirito santo, Dio richiamò la loro attenzione sulla profezia di Isaia 43:10-12, che dice: “‘Voi siete i miei testimoni’, dichiara Geova, ‘e il mio servitore che io ho scelto, affinché sappiate e abbiate fede in me, e comprendiate che son proprio io. Prima di me nessun Dio fu formato, e dopo di me non ve ne fu alcuno. Io, io sono Geova, e oltre a me non vi è salvatore’. ‘Io stesso ho annunciato, ho salvato e ho fatto sentire, quando non vi era alcun [dio] straniero fra voi. Perciò voi siete i miei testimoni’, dichiara Geova, ‘e io sono Dio’”.

      25. Quando presero essi il nome, perciò che cosa riconobbero dinanzi a Dio?

      25 In armonia con ciò, nel 1931, dopo aver servito per anni come tali, questo rimanente di dedicati, battezzati, unti cristiani dichiararono al mondo intero la loro responsabilità prendendo il nome indicato nelle Scritture, cioè testimoni di Geova. Riconobbero che Dio diceva loro mediante la succitata profezia: “Voi siete i miei testimoni”, “il mio servitore”.

      26, 27. (a) Furono i credenti chiamati sempre cristiani, e quanto spesso ricorre nella Bibbia questa designazione? (b) Come li distinse una volta tale designazione, ma che cosa è avvenuto del nome da quel tempo?

      26 In tal modo si distinsero da tutte le sette religiose della cristianità che si chiamano cristiane. Si noti che oggi il nome “cristiano” non basta a distinguere come diciannove secoli fa. A quel tempo, Atti 11:26 (Na), “per la prima volta, in Antiochia [in Siria], i discepoli presero il nome di Cristiani”. Questo avvenne verso l’anno 50. Perciò dal 33 al 50 d.C., per diciassette anni, i discepoli di Gesù Cristo non furono chiamati cristiani o messianisti. Oltre a ciò, la parola “cristiano” ricorre solo tre volte in tutta la Bibbia. — Atti 11:26; 26:28; 1 Piet. 4:16.

      27 Perché furono chiamati cristiani (greco) o messianisti (ebraico)? Per distinguerli dai Giudei o Israeliti naturali che avevano rifiutato d’accettare il Signore Gesù quale Messia o Cristo. Eppure Roma confuse i cristiani con i Giudei, perché anche i cristiani usavano la Bibbia giudaica e il loro Capo Gesù Cristo era giudeo, israelita o ebreo per nascita. Perciò a quel tempo il nome cristiano servì notevolmente a distinguere i veri seguaci di Cristo. Ma oggi, diciannove secoli più tardi, vi sono centinaia di milioni di persone religiose che portano il nome di cristiane. Tuttavia hanno fatto acquistare al nome di cristiani una cattiva reputazione fra i pagani, ed anche fra gli atei che si trovano in seno alla cristianità.

      28. Come non dovevano patire i cristiani, secondo le parole di Pietro, ma che si può dire delle persone della cristianità d’oggi?

      28 Diciannove secoli fa, quando il cristianesimo era in una condizione pura, l’apostolo Pietro poté scrivere ai seguaci di Cristo: “Nessun di voi patisca come omicida, o ladro, o malfattore, o come ingerentesi nei fatti altrui; ma se uno patisce come Cristiano, non se ne vergogni, ma glorifichi Iddio portando questo nome”. (1 Piet. 4:15, 16, VR) Oggi però le carceri e le prigioni della cristianità sono piene di professanti cristiani colpevoli di ciò che Pietro disse di non commettere, piene di omicidi, ladri, malfattori e individui che si ingeriscono negli affari altrui.

      29. Quali sono le azioni indicate dalla storia che la cristianità ha commesso, e con quale effetto sul nome cristiano?

      29 Le azioni della cristianità indicate dalla storia dai giorni dell’imperatore romano Costantino il Grande sono vergognose sia per i protestanti che per i cattolici. Quindi oggi il nome cristiano ha una cattiva reputazione fra i pagani bene informati. I cristiani sono noti per aver gettato due bombe atomiche sulle città non cristiane di Hiroshima e Nagasaki, in Giappone, per ragioni diplomatiche e politiche, uccidendo in pochi secondi 156.000 civili giapponesi.

      30. Quale domanda sorge circa le nazioni che si chiamano cristiane, e che cosa disse qualche tempo fa un giornalista nella rubrica “Che cos’è un nome?”

      30 La cristianità è formata di nazioni che si suppone siano cristiane. Ma secondo la Sacra Bibbia, ha qualche nazione politica di questo mondo il diritto scritturale di chiamarsi cristiana? Nel Times di Victoria, nel Canada, dell’11 gennaio 1960, il giornalista B. A. Tobin, nella rubrica dal titolo “Che cos’è un nome?”, disse ciò che segue:

      . . . le nostre religioni, la nostra ragione d’essere sulla terra, i nomi che abbiamo sempre convenientemente attribuito a queste cose sono esaminati con occhio abbastanza critico per vedere se rispecchiano l’oggetto. Ne risultano alcuni sgradevoli pensieri.

      Le persone chiedono, ad esempio, se dovremmo chiamare “paese cristiano” quel paese in cui solo una piccola parte dei suoi abitanti credono veramente alle dottrine di quella religione.

      H. L. Mencken [autore e critico americano, editore della rivista American Mercury] scrisse una volta che la “cristianità è quella parte del mondo in cui, se una persona si alza e dice di essere cristiana, tutti i suoi ascoltatori ridono”.

      Questo avveniva trent’anni fa. Oggi non sono nemmeno abbastanza interessati da ridere.

      31. Quali fattori contribuirono a indurre il rimanente ad accettare il nome, e dov’è anche stampato oggi il nome?

      31 Comparendo in giudizio dinanzi a Geova Dio, la cristianità può essere condannata per aver recato il massimo biasimo sul nome del suo Figlio Gesù Cristo. Questo fatto in se stesso è sufficiente per indurre i veri, dedicati cristiani a volersi distinguere da coloro che sono cristiani solo di nome. Come? Mediante il nome del Padre di Cristo. Perciò confessano alla cristianità e a tutto il mondo che il Suo nome Geova è invocato su di loro e che essi, come anche Gesù Cristo, sono testimoni di Geova. Prima ch’essi accettassero questo nome scritturale nel 1931, i moderni testimoni di Geova furono chiamati con ogni sorta di nomi vergognosi e sprezzanti dai loro nemici religiosi della cristianità, protestanti e cattolici. Questo fattore contribuì notevolmente ad indurli a prendere questo nome biblico di cui non dovevano vergognarsi e mediante il quale potevano distinguersi dai sedicenti cristiani. Quindi il nome compare ora nei dizionari e nelle enciclopedie!

  • Le nazioni temono il nome che è invocato su di noi
    La Torre di Guardia 1962 | 1° giugno
    • Le nazioni temono il nome che è invocato su di noi

      1. Che cosa fece Geova a favore di se stesso riguardo all’antico Egitto, e che cosa farà nuovamente in questo tempo?

      ERA tempo d’agire, perché vi era implicato il nome di Dio e del suo Cristo. Molto tempo fa, nell’antico Egitto, Geova disse al re Faraone mediante il suo profeta Mosè: “Per questa ragione io ti ho mantenuto in esistenza, per mostrarti la mia potenza e per far proclamare il mio nome in tutta la terra”. (Eso. 9:16) Mandando dapprima dieci distruttive piaghe sull’antico Egitto, poi liberando gli Israeliti prigionieri e distruggendo le forze armate dell’Egitto nel Mar Rosso dopo avervi fatto passare miracolosamente il suo popolo, Geova Dio compì delle gesta per cui è noto ancora oggi. In Geremia 32:20 (Na) sono rivolte a Geova Dio queste parole: “Tu hai operato portenti e prodigi in Egitto, e fino ad oggi in Israele e fra gli uomini e tu hai acquistato un nome, quale è tutt’ora”. Allora egli si fece veramente un nome, ed esso fu proclamato in tutta la terra abitata. Ma le generazioni successive dimenticarono, ed anche la nostra generazione, l’ultima, ha dimenticato. Le profezie bibliche e il loro adempimento dal 1914 d.C. in poi indicano che questo è il tempo in cui Geova Dio si farà nuovamente un nome.

      2. (a) Per quale sorprendente proposito ha Dio preservato la Bibbia fino ad ora? (b) Come il recente articolo di un archeologo giudeo è d’accordo con questo proposito della Bibbia?

      2 Egli non ispirò invano la composizione dell’intera Bibbia formata di sessantasei libri. Non preservò senza uno scopo la Sacra Bibbia fino a questi giorni malgrado gli sforzi della grande maggioranza della cristianità di distruggerla. La preservò fino a questi giorni onde fosse usata per far conoscere il suo nome. Il suo nome Geova è il nome più usato e più famoso di tutta la Bibbia, da Genesi ad Apocalisse. Dopo questo nome viene quello di Gesù Cristo; e questo è giusto, poiché Gesù stesso disse ai suoi discepoli: “Vado al Padre, perché il Padre è maggiore di me”. (Giov. 14:28, Ri) Geova fece scrivere la Bibbia per uno scopo, per preservare il suo nome. Anche il noto archeologo, dott. Nelson Glueck, pur essendo un Giudeo di idee moderniste, ammette questo fatto. In un recente articolo intitolato “Libro di fede e di storia”, il dott. Glueck dice, al terzo paragrafo:

      La Bibbia è fondamentalmente un’opera religiosa, non storica. Fu compilata soprattutto per spiegare la natura ed esaltare il nome di Dio. La sua unità ed autenticità derivano dal fatto che il suo diretto e unico proposito è di esporre la singolarità, l’unicità, l’universalità e l’importanza di Dio per Israele e per tutti gli esseri mortali. L’eroe della Bibbia è Dio, quale fonte di tutta la creazione e Padre di tutta l’umanità. — Times Magazine di New York, pagina 29, del 25 settembre 1960.

      3. (a) Nella “battaglia del gran giorno”, che cosa farà Dio a favore di se stesso, ma prima di ciò che cosa fa egli compiere a questo scopo? (b) Mediante chi?

      3 La “battaglia del gran giorno d’Iddio Onnipotente” si avvicina. In essa Geova si farà nuovamente un nome che durerà per tutta l’eternità. (Apoc. 16:14, 16, Na) Ma prima ancora che giunga questa guerra universale del cielo e della terra egli fa proclamare onorevolmente il suo nome in tutta la terra. Mediante chi? Non mediante la cristianità, ma mediante quei cristiani che si distinguono per mezzo del nome scritturale “testimoni di Geova”. Da 185 paesi e gruppi di isole, in tutte le parti della terra, ci pervengono diretti rapporti di ciò. Essi fanno questo mediante lo spirito di Geova, malgrado la persecuzione e l’opposizione religiosa. A tutte le nazioni è stato reso molto chiaro che il nome di Geova è invocato su di loro. Hanno le nazioni timore per questo?

      L’EFFETTO DEL TIMORE

      4. Come si fece la cristianità un nome che intimoriva, ma con quali effetti religiosi?

      4 Fino a poco tempo fa la cristianità si era fatta un nome che per secoli aveva intimorito le nazioni pagane. La cristianità aveva fatto questo, non perché il nome di Geova fosse invocato su di lei, ma a causa della sua persecuzione e oppressione religiosa, delle sue guerre e crociate causa di spargimenti di sangue, del suo colonialismo appoggiato da eserciti e flotte pesantemente armati. Mediante questa condotta non cristiana la cristianità ha recato il massimo biasimo sul nome di Cristo e sul nome di Dio. Oggi le cose sono molto cambiate.

      5. (a) Quale nome è divenuto uno spauracchio per la cristianità, e come ha essa reagito a questo? (b) In quale nome la cristianità non confida, quindi quale onore è stato riservato a un certo piccolo gruppo?

      5 Il nome comunismo è ora divenuto lo spauracchio del mondo, specialmente per la cristianità o per i governanti politici, religiosi, sociali e industriali della cristianità. Nel 1879, nell’edizione di settembre, che era la terza edizione da quando ne era stata iniziata la pubblicazione, la rivista La Torre di Guardia avvertì la cristianità di questa minaccia comunista in un articolo principale intitolato “Il giorno del Signore”. Da allora si è formato un blocco di nazioni comuniste che occupano un terzo della terra, e la cristianità è grandemente armata per difendersi. Per il timore di ciò che significherebbe una guerra nucleare, viene ora combattuta solo una “guerra fredda” fra la cristianità e l’aggressivo blocco comunista. La cristianità non confida nell’Onnipotente Dio, il cui nome è Geova. Perciò, non alla cristianità, ma al piccolo gruppo di pacifici e disarmati testimoni di Geova è stato riservato l’onore di far conoscere in tutto il mondo il nome di Geova che incute timore.

      6. Che cosa mostra se l’Unione Russa Sovietica teme i testimoni di Geova?

      6 Ma ha proprio paura l’Unione Russa Sovietica dei testimoni di Geova? Decisamente sì! Altrimenti, perché la Russia comunista cercherebbe di distruggerli? E perché, mentre tutte le religioni cattoliche e protestanti operano apertamente in Russia, il gruppo religioso dei testimoni di Geova è al bando e costretto a lavorare in modo clandestino?

      7. Quale commento fece un redattore del Daily Star di Toronto sul timore che la Russia ha dei testimoni di Geova?

      7 Il redattore Mark Gayn dice nel Daily Star di Toronto del 2 luglio 1960, a pagina 7, nell’articolo dal titolo: Nel mondo rosso i testimoni di Geova sono ‘ragni’ per i Sovietici:

      Tutte le religioni sono una maledizione per i Sovietici. Inspiegabilmente, tuttavia, nulla li esaspera quanto i Testimoni di Geova.

      Mosca dà la caccia ai Testimoni. Essa lancia dardi infuocati alla loro fede. E presenta la loro attiva opera di proselitismo come una mistura delle frodi del diavolo e il sovvertimento di Allen Dulles. Gli attacchi ai Testimoni sono fatti nella stampa moscovita in articoli dagli stimolanti titoli come “Apostoli del barile di polvere” o “Ragni”. Le storie naturalmente sono adattate ai titoli. (“Sono ragni, e i ragni non amano la luce. Essi tessono le loro tele negli angoli oscuri, quindi si tirano da parte in attesa che una vittima cominci a vacillare nella ragnatela. Infatti trovano vittime”).

      Chi Sono i Testimoni di Geova? Questa è la risposta della Pravda.

      “Dai primi giorni della sua esistenza, la setta, i Testimoni di Geova, si mise al servizio dei circoli più reazionari del capitalismo americano. Ricchi protettori concessero alla nuova setta l’ingresso nei paesi coloniali per inculcare uno spirito di muta sottomissione, e posero i Testimoni contro il giovane movimento socialista in Europa . . .”

      . . . La Pravda riferisce che i Testimoni diventano sempre più attivi. Oralmente e mediante illegali volantini, i Testimoni sostengono che nessun uomo dovrebbe prendere le armi, stabiliscono chiese illegali, e tengono illecite adunanze di preghiera. La cospirazione della fede si allarga, e tutti i potenti mezzi dello stato sembrano incapaci di distruggerli.

      E nessuno si preoccupa di spiegare come possa accadere una cosa simile nel quarantatreesimo felice anno della più grande rivoluzione che l’uomo conosca.

      8. (a) In base ai comunicati pervenuti da Mosca, quale timore non condividono i testimoni di Geova, ma quale consiglio di Gesù seguono essi? (b) Quale timore è suscitato nei paesi comunisti, e a che cosa conduce?

      8 In data 7 luglio 1960, il Times di New York conteneva un comunicato dell’RNS da Mosca dal titolo “Mosca accusa la setta — Dice che i Testimoni di Geova continuano l’attività fra i Sovietici”. In data 12 febbraio 1961, il Times stampò un articolo lungo quasi una colonna dal titolo “Il sorgere della religione preoccupa i Sovietici”, che menzionava due volte i testimoni di Geova. In armonia con ciò questi testimoni di Geova non condividono la paura che il mondo ha del comunismo, ma seguono le parole che Gesù Cristo disse quando mandò i suoi apostoli a predicare il regno di Dio, che troviamo in Matteo 10:28 (Na): “Non temete coloro che uccidono il corpo, ma non possono uccidere l’anima; temete piuttosto Colui che può far perdere anima e corpo nella Geenna”. Come risultato il nome e il regno di Dio sono proclamati anche oltre la Cortina di Ferro. Il timore suscitato da questa attività nei paesi comunisti e in altri paesi che sono sotto governi totalitari non è un timore salutare, a causa dell’egoismo di tali governanti politici. È un timore contraddistinto dall’odio per il nome di Dio. Tale timore conduce alla distruzione nella guerra del gran giorno di Dio l’Onnipotente!

      TIMORE SALUTARE

      9, 10. (a) Che cosa promise Geova di fare per il “popolo per il suo nome”, e dopo quali avvenimenti si è avverato questo? (b) Come lo predisse Geova in Geremia 33:7-9?

      9 Questo, tuttavia, non è il solo timore suscitato fra le nazioni dal nome che è invocato su tale rimanente di dedicati seguaci di Cristo unti dallo spirito. Oltre che fare un nome per se stesso, Geova promise di fare un nome a questi, che formano la sua organizzazione visibile, il suo unto “popolo per il suo nome”. Questo si è avverato particolarmente dal 1919 in poi, allorché questo unto rimanente uscì dalla schiavitù in cui era stato durante la prima guerra mondiale e si mise intrepidamente a dichiarare il nome di Dio e il suo regno messianico. La loro liberazione dalle oppressive potenze della cristianità si ebbe mediante il potere del loro Dio, a cui essi erano interamente dedicati. Prima dell’Èra Cristiana il popolo per il nome di Geova, i suoi testimoni, era rappresentato da Giuda e Israele. Rivolgendosi al popolo del suo nome di oggi con gli stessi titoli, Dio disse:

      10 “Cambierò le sorti di Giuda e d’Israele, e li ristabilirò come da principio, e li purificherò da tutte le iniquità con cui mi offesero, e perdonerò loro tutte le colpe con le quali peccarono contro di me e mi furon ribelli. Sarà per me una testimonianza di gioia e di lode e di gloria presso tutte le genti della terra, le quali udranno tutto il bene che Io ho fatto ad essi, e rimarranno stupite e commosse per tutto il bene e tutta la pace che Io concedo ad essi”. — Ger. 33:7-9, Na.

      11. (a) Quali forze hanno cercato di distruggere il loro progresso spirituale dal 1919, ma con quale risultato? (b) Su chi si è riflesso il loro progresso spirituale, e secondo Sofonia 3:19, 20 che cosa sarebbe successo?

      11 A questo è dovuto il benessere spirituale e la prosperità dei testimoni di Geova e il sorprendente aumento che hanno avuto dal 1919. Da quell’anno il nazismo, il fascismo e l’Azione Cattolica, e molte forze nazionalistiche della cristianità hanno cercato di distruggere i testimoni di Geova e la loro prosperità, la loro pace e la loro unità, ma inutilmente. Il costante benessere, prosperità e crescita spirituale dei Testimoni in tutta la terra si è riflesso in modo favorevole sul loro Dio. Sono stati un onore per il suo nome. Per questa ragione li ha favoriti, come aveva anche promesso in Sofonia 3:19, 20 (Na), dicendo:

      “Ecco, in quel tempo Io sopprimerò tutti quelli che ti avevano afflitta. Salverò gli zoppicanti, radunerò i dispersi, li porrò in lode e rinomanza dovunque sulla terra sono stati in vituperio. In quel tempo Io sarò con voi, in quel tempo Io vi radunerò, poiché vi porrò in rinomanza e lode fra tutti i popoli della terra, quando, davanti agli occhi vostri, ristorerò le vostre sorti, dice il Signore [Geova]”.

      12. Come hanno adempiuto i testimoni di Geova questa scrittura?

      12 In adempimento a ciò, gli attivi, progressivi testimoni di Geova hanno recato onore al suo nome. La loro coraggiosa franchezza nel predicare, la loro intelligenza spirituale e le loro elevate norme morali sono una testimonianza a favore del Dio che li ha liberati.

      13. Di conseguenza, che cosa hanno osservato molte persone oneste di tutte le nazioni riguardo al rimanente?

      13 Di conseguenza, centinaia di migliaia di persone oneste di tutte le nazioni hanno osservato che il rimanente degli unti testimoni sono in se stessi una rinomanza per far conoscere il Signore Dio e una lode per il Suo nome meritevole. Sono qualche cosa di bello per lui sulla terra, e mostrano la bontà di Dio verso coloro che lo amano e gli ubbidiscono e che osservano i suoi comandamenti e seguono il suo Figlio Gesù.

      14. Quale effetto hanno le loro osservazioni su questa “gran folla” di persone, e qual è il risultato del loro gesto?

      14 Sorpresa da queste osservazioni, la “gran folla” di persone che cercano l’unica religione pura esposta nella Bibbia sono ripiene di timore del nome che è invocato sul suo rimanente di testimoni. Il loro timore è accompagnato dall’amore per il nome dell’adorabile Dio, il solo che ha nome Geova. (Sal. 83:18, Co) Quindi anch’esse imitano Gesù dedicandosi completamente al suo Dio e Padre e facendosi battezzare in acqua per confermare di essersi dedicate a Dio. Si uniscono perciò all’unto rimanente per seguire le orme del “buon Pastore”, Gesù Cristo. Divengono parte del suo gregge di simboliche pecore. Il risultato di tale gesto di fedeltà da parte di queste “altre pecore”, come predisse Gesù, è “un solo gregge e un solo pastore”. (Giov. 10:11, 14-16, Na) Divengono tutti uniti adoratori di Geova Dio.

      PROFETIZZIAMO UNITAMENTE

      15. (a) Perciò, quale opera devono compiere queste “altre pecore”? (b) In armonia con Gioele 3:1, 2 (Na), quale opera di profetizzare ha compiuto l’unto rimanente?

      15 Dopo aver fatto la dedicazione e il battesimo in acqua, quale opera devono compiere queste “altre pecore” del gregge di Cristo? Devono fare l’opera predetta dalle Scritture profetiche, che viene compiuta dal rimanente dell’unto “piccolo gregge”, cioè profetizzare o predicare. Su questo rimanente dell’Israele spirituale, il suo “popolo per il suo nome”, Geova ha sparso il suo spirito in finale adempimento di Gioele 3:1, 2 circa gli “ultimi giorni”. Era stato predetto che in seguito a ciò tutti avrebbero profetizzato, uomini e donne, giovani e vecchi. Avverando Gioele 3:1, 2, l’unto rimanente ha profetizzato, specialmente dal 1919 in poi, da quando fu liberato dalla cattività religiosa. Illuminati dallo spirito di Dio, gli unti hanno riconosciuto che il regno di Dio è la cosa di cui profetizzare ora, per adempiere la profezia di Gesù: “Questo Vangelo del regno sarà predicato in tutto il mondo, per testimonianza a tutte le genti, allora verrà la fine”. — Matt. 24:3, 14, Na.

      16. Che importanza hanno le profezie nella predicazione del rimanente, e chi si unisce a loro in questa predicazione?

      16 Perciò, mentre predica, il rimanente fa conoscere e considera tutte le profezie bibliche circa il regno di Dio e le eterne benedizioni che recherà alla fedele e ubbidiente umanità. Questa predicazione profetica è dunque l’opera di Dio a cui prendono parte le “altre pecore”. Anch’esse divengono testimoni di Geova, come l’unto rimanente.

      17. (a) Perché ha preso il rimanente ogni provvedimento per compiere quest’opera di profetizzare? (b) Da quando in particolare è stato aiutato il rimanente da altri, e sotto la direttiva di quale Società sono state prese le disposizioni per compiere l’opera di profetizzare?

      17 Sotto l’irresistibile forza dello spirito sparso da Dio, l’unto rimanente ha preso ogni provvedimento per compiere l’opera di profetizzare che dev’essere fatta prima “che venga il giorno del Signore, grande e spaventoso”, affinché chiunque vuole salvarsi tema e invochi il suo nome, ottenendo la salvezza. La “gran folla” di queste “altre pecore” è fra coloro che vogliono salvarsi e ottenere la vita nel nuovo mondo di Geova sotto il suo regno. (Gioele 3:3-5, Na) Dopo essere state radunate in un “solo gregge” sotto il “solo pastore”, decine, sì, centinaia di migliaia di tali persone hanno a loro volta assistito l’unto rimanente nel radunare altre migliaia di persone, particolarmente dal 1935. Quell’anno fu riconosciuto che questa “gran folla” di “altre pecore” è quella descritta in Apocalisse 7:9-17. Perciò furono prese le disposizioni e i provvedimenti per compiere la vivificante opera di profetizzare in modo più produttivo e su maggiore scala, ed essi furono regolarmente migliorati e accresciuti sotto la direttiva della Società Torre di Guardia. Ad esempio:

      18. Per promuovere il ministero teocratico, quale disposizione fu annunciata e presa dal presidente della Società alla sede centrale?

      18 Il 9 febbraio 1942, mentre si combatteva ancora la seconda guerra mondiale, il presidente della Società Torre di Guardia di Bibbie e Trattati annunciò che sarebbe stato iniziato un “avanzato corso di ministero teocratico” nella sede centrale della Società a Brooklyn per il beneficio dei membri del personale, che quell’anno furono in media 192. Il presidente lesse una lettera riguardo a tale corso di ministero a questa grande famiglia di lavoratori della Betel dopo lo studio de La Torre di Guardia che la famiglia ebbe quel lunedì sera. Questa scuola familiare, tenuta ogni settimana, provvide molto materiale pratico da usare per la composizione del libro di testo intitolato “Corso di ministero teocratico”, che contenne cinquantadue lezioni nelle sue novantasei pagine.

      19. Nei giorni della seconda guerra mondiale quale opera fu prevista, che cosa fu inaugurato nel 1943, e che ne è oggi di ciò?

      19 Anche durante quegli oscuri giorni della seconda guerra mondiale, fu prevista l’opera missionaria da compiere dopo la guerra su scala mondiale come non era mai stato fatto prima d’allora. Per l’attuazione di ciò, la Società istituì nel suo Podere del Regno vicino a South Lansing, nello stato di New York, la Scuola Biblica Torre di Guardia di Galaad. Il mercoledì 1º febbraio 1943, il presidente della Società inaugurò questa scuola per missionari scelti fra i testimoni di Geova. Diciotto anni fa, questo poté sembrare un passo audace. Ma oggi la Scuola Biblica Torre di Guardia di Galaad opera ancora, in un nuovo edificio situato di fronte alla sede centrale della Società a Brooklyn. Essa ha a disposizione mezzi molto migliori e un più lungo e più completo corso di studio e di addestramento per studenti chiamati da ogni parte della terra.

      20. Quale presentazione e quale dimostrazione si ebbe alle Assemblee “Invito all’azione” del 1943, e che cosa sorse col passar del tempo?

      20 Ma non fu trascurata la testimonianza nel campo nazionale. Al tempo dovuto il libro Corso di ministero teocratico (solo in inglese) fu completato e stampato dalle macchine da stampa della Società a Brooklyn. Il 17 e il 18 aprile 1943 furono tenute le Assemblee “Invito all’azione” di due giorni in centinaia di città degli Stati Uniti e del Canada. Fu annunciato il progetto di dare inizio alla settimanale Scuola di Ministero Teocratico in tutte le congregazioni dei testimoni di Geova. Fu presentato il libro di testo, e venne fatta una dimostrazione di come usare il libro e tenere la scuola. In alcuni paesi, a quel tempo i testimoni di Geova erano al bando nell’epoca della guerra, o era proibita l’importazione della loro letteratura. Tuttavia ovunque le congregazioni poterono ottenere copie del libro, si diede inizio alla scuola. In brevissimo tempo sorsero centinaia di queste Scuole di Ministero Teocratico. Dopo la fine della seconda guerra mondiale se ne formarono migliaia nelle congregazioni di tutto il mondo.

      21. Quali libri di testo furono presentati nel 1945 e nel 1946, e in quali speciali occasioni?

      21 Si rese necessario qualcosa di più esteso del libro Corso di ministero teocratico di 96 pagine. Perciò dal 27 al 29 aprile 1945 furono tenute speciali assemblee dei testimoni di Geova. Quindi la sera del sabato 28 aprile, tre giorni prima che Hitler, il malvagio nemico dei testimoni di Geova, si suicidasse, fu presentato a questi testimoni radunati il nuovo libro di 384 pagine Aiuto teocratico per i proclamatori del Regno (solo in inglese) contenente 90 lezioni. Nel 1946, il primo anno dopo la guerra, all’Assemblea Teocratica “Nazioni Liete” di sei giorni, tenuta a Cleveland, nell’Ohio, l’8 agosto fu presentato un nuovo libro di testo dal titolo “Preparato per ogni opera buona”. Questi due libri servirono per anni nella scuola.

      22. (a) Durante l’Assemblea della Società del Nuovo Mondo tenuta nel 1953 nello Yankee Stadium, quale opera fu messa in risalto, specialmente riguardo ai servitori di congregazione e di circoscrizione? (b) A questo scopo, quali speciali istruzioni diede l’Informatore di novembre (1953)?

      22 Nel 1950 si cominciarono a tenere le assemblee internazionali dei testimoni di Geova nello Yankee Stadium, a New York. Durante la seconda di tali assemblee, tenuta dal 19 al 26 luglio 1953, che si chiamò Assemblea della Società del Nuovo Mondo, il presidente della Società mise in risalto la predicazione di casa in casa compiuta dai testimoni di Geova. Fra gli altri, fu messo in risalto il punto che ogni servitore nominato della congregazione dovrebbe addestrare i proclamatori del regno di Dio a predicare di casa in casa. I servitori di circoscrizione specialmente, ciascuno dei quali visitava uno specifico numero di congregazioni, dovevano divenire abili in questa opera di addestramento. Circa quattro mesi dopo, il bollettino mensile dei proclamatori del Regno, l’Informatore, com’era allora chiamato, pubblicò uno speciale articolo su come presentare in modo più vigoroso la “buona notizia del regno” di casa in casa. Come? “Usando la Bibbia alle porte”. A questo riguardo l’Informatore di novembre (1953) disse:

      Dopo esservi presentati, ed aver fatto conoscere la vostra missione e quello che avete da offrire al popolo, una efficacissima testimonianza può esser data leggendo alcuni scelti testi della Bibbia frammettendoli nella vostra testimonianza. . . . Nel leggere così dalla Bibbia delle scritture adatte per convalidare la vostra testimonianza alle porte, potrete conseguire la più grande varietà nei vostri sermoni di tre fino a otto minuti.

      23. Dov’erano già stati usati brevi e diretti sermoni biblici, e perché?

      23 Brevi e diretti sermoni biblici erano già stati largamente usati in paesi e province dove i testimoni di Geova erano al bando o dov’era loro proibito di portare letteratura biblica di casa in casa, come nella provincia del Quebec, in Canada.

      24. (a) Quale libro di testo fu presentato nel 1955, e l’anno successivo quale disposizione fu presa mediante il Ministero del Regno per tutte le congregazioni? (b) Che cosa fu inaugurato il 9 marzo 1959, e per il beneficio di chi?

      24 Nel 1955, durante la serie internazionale di Assemblee “Regno Trionfante”, che cominciò in giugno, fu presentato il nuovo libro per la Scuola di Ministero Teocratico dal titolo “Qualificati per essere ministri”. L’anno dopo il mensile bollettino di servizio ora chiamato Ministero del Regno cominciò a stampare dettagliati schemi della settimanale adunanza di servizio. In tal modo tutte le congregazioni in ogni parte della terra avrebbero potuto tenere uniformi adunanze di servizio per istruire i proclamatori del Regno. Tre anni dopo fu offerta l’opportunità di addestrare e preparare in modo speciale i sorveglianti o servitori di congregazione. Il 9 marzo 1959, alla Scuola Biblica Torre di Guardia di Galaad, nel Podere del Regno, fu inaugurata la Scuola di Ministero del Regno. Essa provvedeva quattro settimane di istruzione e addestramento gratuiti per successive classi formate di servitori di congregazione che potevano accettare l’invito di frequentarla.

      25. Da quando fu trasferita la Scuola Biblica Torre di Guardia di Galaad, che cosa è stato compiuto con la Scuola di Ministero del Regno situata nel Podere del Regno, e come sono state favorite a questo riguardo alcune filiali della Società all’estero?

      25 Poiché nel febbraio 1961 la Scuola Biblica Torre di Guardia di Galaad fu trasferita a Brooklyn, la Scuola di Ministero del Regno nel Podere del Regno si è ingrandita per ammaestrare quattro classi di sorveglianti di congregazione alla volta. Inoltre, la Scuola di Ministero del Regno è stata istituita in relazione con le filiali della Società Torre di Guardia in varie parti del mondo, come ad esempio in Canada, in Gran Bretagna, in Francia, in Germania, in Australia, in Italia, Estremo Oriente, e altrove. Essa è stata grandemente benedetta dall’Iddio Altissimo. Si sono avuti come risultato servitori di congregazione molto più qualificati, per sorvegliare il gregge di Dio e sopraintendere alla loro opera di profetizzare, di testimoniare.

      26. Chi sono dunque oggi coloro che profetizzano, in quale misura, e in quante lingue?

      26 Quindi oggi l’unto rimanente di eredi del Regno non è il solo a profetizzare. Ad esso si unisce un numero sempre crescente di mansuete persone di tutte le nazioni che imparano a temere il nome di Geova, che è invocato sul rimanente unto con lo spirito di Dio. Mentre secondo i rapporti i membri del rimanente dell’Israele spirituale sono 13.255, i loro compagni, le “altre pecore”, che fanno rapporto regolarmente ogni mese del servizio di predicazione nel campo sono oltre 900.000. E come nel caso dell’unto rimanente, così nel caso di queste “altre pecore” che temono il nome di Geova, “ogni carne” profetizza, i vecchi, i giovani, gli uomini, le donne, i datori di lavoro, i lavoratori, fino ad oggi in 144 lingue, provando di essere tutti testimoni di Geova.

      27. Di che cosa è questo un segno molto opportuno per tutte le nazioni?

      27 Che importante segno è questo per tutte le nazioni del mondo! È un segno che il grande, famoso e spaventoso giorno di Geova si avvicina e che questo, il rimanente breve intervallo, è il tempo di invocare il nome di Geova con fede, per essere salvati ed ottenere la vita eterna nel Suo nuovo mondo.

      28. Qual è stata l’evidente espressione di Geova verso di noi per esserci fatti riconoscere quali Suoi testimoni, e di che cosa è una prova la persecuzione che egli ha lasciato venire su di noi?

      28 Quale grande responsabilità grava su di noi che ci chiamiamo testimoni di Geova! Sfidino pure gli oppositori il nostro diritto di farci chiamare con questo nome! Geova Dio non ci ha condannati per questo. Anzi, ci ha benedetti perché ci siamo sforzati di vivere in modo degno degli obblighi che questo nome comporta, di camminare in modo degno di portare questo famoso nome. La persecuzione che egli ha lasciato venire su di noi perché compivamo l’opera di profetizzare o predicare il suo regno non è un segno della sua maledizione o disapprovazione. È la prova che non facciamo parte di questo vecchio mondo condannato, ma del Suo giusto nuovo mondo.

      29. Che cosa siamo determinati a fare riguardo al nome di Geova, e quale preghiera insegnata da Gesù continueremo a dire?

      29 Con gratitudine riconosciamo e ci assumiamo la nostra responsabilità nei riguardi del Suo nome. Se noi non rispetteremo e non temeremo il nome di Geova e non lo onoreremo, le persone di tutte le nazioni che cercano Dio non lo temeranno e non lo invocheranno per ottenere l’eterna salvezza. Tuttavia, siamo determinati a onorare ed esaltare il nome di Geova, non facendo nulla che rechi biasimo su di esso. Riterremo santissimo il suo nome. Aiuteremo tutte la altre mansuete persone a santificarlo, mentre continueremo a dire la preghiera che Gesù Cristo ci insegnò a rivolgere a Geova Dio: “Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo Nome”. — Matt. 6:9, Na.

  • La società del Nuovo Mondo ha cura dei suoi giovani
    La Torre di Guardia 1962 | 1° giugno
    • La società del Nuovo Mondo ha cura dei suoi giovani

      AI PADRI cristiani è dato il consiglio: “Non provocate ad ira i vostri figliuoli, ma allevateli in disciplina e in ammonizione del Signore”. (Efes. 6:4, VR) Che i testimoni cristiani della società del Nuovo Mondo seguano questo consiglio è attestato da coloro che non sono Testimoni.

      Infatti un fotografo giudeo, che lavora presso uno dei principali giornali di New York, vedendo tanti giovani all’Assemblea di Distretto “Adoratori Uniti” tenuta allo Yankee Stadium, chiese: “Come riuscite a far venire tutti questi fanciulli? Al mio ragazzo non piace andare alla sinagoga. Viene a casa e dice: ‘Non ho capito niente’”. Quando gli venne spiegato come i testimoni di Geova hanno cura dei loro giovani, egli replicò: “Penso che farei meglio a mandare mio figlio da voi”.

      E l’editore di sette giornali pubblicati nei dintorni di New York disse: “Una delle molte cose che mi piacciono nei testimoni di Geova è l’ordine e la quiete che regnano nello Stadio. Mi piace vedere i ragazzi che s’interessano di religione, e guardateli qui! Ho detto al comitato della mia chiesa che dovremmo essere come i testimoni di Geova: dovremmo tenere delle adunanze per l’intera famiglia. Il mondo sarebbe migliore se le religioni protestanti imitassero i testimoni di Geova. Avete un’organizzazione meravigliosa”.

      Fra i giovani testimoni di Geova che si presentarono sul podio all’assemblea dello Yankee Stadium vi fu un certo Gary che abita nel Bronx. Benché abbia solo sei anni, va di casa in casa a predicare la buona notizia del regno di Dio da solo. Un giorno, mentre offriva l’abbonamento a La Torre di Guardia, incontrò alla porta una donna che in modo protettivo gli chiese: “Un bambino piccolo come te non si stanca ad andare alle porte delle persone? Un bambino piccolo come te dovrebbe divertirsi e fare qualche cos’altro anziché bussare alla porta della gente”.

      Il seienne Gary, essendo stato dovutamente ammaestrato nei princìpi biblici, diede la giusta risposta: “La Bibbia dice che v’è un tempo per ogni cosa, e quando andiamo di porta in porta è il tempo di parlare alle persone di Dio e del suo regno quale unica speranza per l’uomo”. Come risultato di questa risposta scritturale la signora si abbonò a La Torre di Guardia e da allora Gary e suo padre le hanno fatto diverse visite.

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