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Sorveglianti, compite interamente il vostro ministeroLa Torre di Guardia 1962 | 15 ottobre
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Neemia, che non solo diresse i lavori, ma partecipò ai lavori insieme ai suoi aiutanti. Valetevi pienamente di tutte le opportunità per svolgere i lavori che vi sono affidati.
8. Qual è la principale responsabilità del sorvegliante verso coloro che sono spiritualmente deboli?
8 Il sorvegliante ha la responsabilità di visitare coloro che hanno bisogno di aiuto, per rafforzarli spiritualmente. Com’è edificante per essi una conversazione intorno alla Parola di Dio, a un recente articolo de La Torre di Guardia o intorno alle benedizioni di una recente assemblea! Quando può fare queste visite? Oltre a dedicare del tempo per visitare queste persone nelle loro case in momenti appropriati, egli può usare il suo tempo per fare visite ai centri di servizio, prima e dopo le adunanze, e mentre addestra i proclamatori nel servizio di campo. Sapendo ciò che occorre e le condizioni generali di ciascuno, egli può trovare le opportunità di adempiere questa responsabilità cristiana che grava sul sorvegliante.
9. Come può il sorvegliante assistere coloro che hanno bisogno di incoraggiamento e di consigli su problemi che devono risolvere?
9 I deboli hanno problemi. Benché non sia responsabilità del sorvegliante quella di indagare negli affari privati di ciascun individuo, l’incoraggiamento e i gentili consigli del sorvegliante aiuteranno spesso chi si scoraggia a risolvere la situazione. Usate la Parola di Dio. Essa è potente e ha una risposta per tutti i nostri problemi. Il sorvegliante è occupato, e se è in una congregazione abbastanza grande, alle adunanze moltissimi vorranno parlare con lui, specialmente se è avvicinabile e vuole aiutare i fratelli. Per questo sarà necessario che dia la precedenza a coloro che sembrano averne bisogno; altrimenti, qualcuno lo terrà impegnato per molto tempo, e altri, notando che egli è occupato, esiteranno ad avvicinarglisi. Il sorvegliante non dovrebbe essere troppo occupato o troppo indaffarato in altre questioni da non poter parlare con quelli che sono timidi o esitano a parlare del loro benessere spirituale o a chiedere aiuto.
10. Come possono cooperare tutti i membri della congregazione con coloro che prendono l’iniziativa in essa e, oltre all’incoraggiamento, che cosa occorre talvolta per proteggere l’unità?
10 Il sorvegliante deve sapersi adattare alle varie situazioni. Deve essere gentile e comprensivo, ma a volte è necessario che egli ammonisca gli irrequieti. “Vi preghiamo, o fratelli, di usar dei riguardi verso coloro che faticano fra voi, o vi governano nel Signore, o v’istruiscono, e di avere verso di loro il più grande affetto, a motivo dell’opera loro. State in pace fra voi. Vi esortiamo ancora, fratelli, correggete gli irrequieti, consolate i pusillanimi, sostenete i deboli, siate pazienti con tutti. State attenti che nessuno renda ad un altro male per male; ma abbiate sempre di mira il bene, sia fra voi, che verso tutti”. — 1 Tess. 5:12-15, Na.
11. Come dovrebbe prestare attenzione il sorvegliante al suo benessere spirituale e al suo programma?
11 Un buon sorvegliante deve mantenersi saldo nella fede ed essere all’altezza delle sue responsabilità. Deve dedicare regolarmente un po’ di tempo allo studio personale e a prepararsi per le adunanze, comprendendo che una buona dieta spirituale è necessaria tanto per se stesso che per un gregge sano. Non può aspettare di fare le cose all’ultimo minuto. Questa è procrastinazione e indica che manca un buon programma. Se non aspetterà fino all’ultimo minuto avrà il tempo di fare bene le cose e di essere previdente, evitando così di fare passi poco saggi. Il sorvegliante dev’essere fidato e puntuale, il che significa che anche le adunanze devono essere tenute entro il tempo stabilito. Solo eccezionalmente le adunanze dovrebbero superare il tempo assegnato. Tutti i membri della congregazione dovrebbero sapere che cosa aspettarsi, perché possano cooperare. Le buone abitudini sono contagiose. Se il sorvegliante ha buone abitudini e un buon programma, gli altri avranno la tendenza a imitarlo.
12. Per assicurare una buona organizzazione, che cosa deve fare continuamente il sorvegliante?
12 Occorre precisione da parte del sorvegliante nel predisporre le attività della congregazione. Sono nominati dei servitori di ministero per assisterlo. Vi dev’essere stretta cooperazione fra tutti coloro che devono assolvere determinati compiti. Il sorvegliante deve prendere l’iniziativa, ma non è il padrone. D’altra parte, dovrebbe essere rispettato come colui che è maggiormente responsabile di dirigere le attività della congregazione. Avrà bisogno di lavorare strettamente con i suoi assistenti e addestrarli dov’è necessario, affinché anche il loro lavoro sia compiuto interamente. In tutte le parti della congregazione occorrono ispezione, controllo, correzione, esortazione, mettere le cose a posto, miglioramento nella cooperazione, appianare le difficoltà, ecc. Tutte le attività devono essere svolte in modo scorrevole, ma non in modo così rapido, freddo e meccanico da non tener conto delle necessità delle pecore. — 1 Piet. 5:1-4.
13. Come si presta attenzione a ogni singolo individuo nell’organizzazione, e che cosa può fare il sorvegliante per migliorare questa disposizione?
13 In modo non dissimile da come erano organizzati gli Israeliti sotto Mosè, la congregazione è suddivisa in gruppi di dieci o più persone, e sono nominati degli assistenti del sorvegliante che badano alle necessità spirituali di ciascun gruppo. Ivi si può prestare attenzione ad ogni individuo. In questi centri di servizio si tiene settimanalmente uno studio di libro e si predispone di svolgere le varie attività di campo partendo da queste località. La Società ha suggerito un programma onde il sorvegliante visiti questi centri di servizio ed esamini il loro progresso. In qualità di sorvegliante, noterà quale progresso sta facendo il gruppo, sia nell’acquisto della conoscenza spirituale che nella predicazione della buona notizia del Regno. Il conduttore dello studio di libro ha la responsabilità di prendere l’iniziativa, e il sorvegliante ispeziona il modo in cui si tiene lo studio e come il gruppo viene diretto nel ministero di campo. Vi sono problemi riguardo al lavorare il territorio con il messaggio e nel fare visite ulteriori e studi biblici a coloro che hanno mostrato interesse, affinché si possano radunare dovutamente le “altre pecore”? Opera in unità il gruppo? È efficiente il programma di addestramento? Forse il gruppo sta diventando alquanto grande e occorre formarne un altro. Può darsi che vi sia una particolare debolezza nell’attività di campo o nell’assistere allo studio. Il sorvegliante parlerà gentilmente con il gruppo e con i singoli individui a seconda che è necessario, per incoraggiare ad essere più attivi e fedeli.
14, 15. Quale ulteriore responsabilità ha il sorvegliante, che hanno anche gli altri membri, riguardo alla purezza dell’organizzazione?
14 Per compiere interamente il suo ministero il sorvegliante dovrà anche essere diligente nel mantenere pura l’organizzazione. Benché il sorvegliante e gli altri due fratelli del comitato di servizio della congregazione abbiano la principale responsabilità di badare alla purezza dell’organizzazione, su tutti i membri della congregazione grava la responsabilità di impedire che qualsiasi lievito fermenti nella congregazione e la corrompa. Il comitato dovrebbe vigilare “che nessuno venga meno alla grazia d’Iddio, e ‘che nessuna radice di amarezza, spunti fuori’ ad esser d’impaccio e da essa molti siano infettati. Non ci sia fra voi alcun fornicatore o profanatore, come Esaù, che per un po’ di cibo vendé la sua primogenitura”. — Ebr. 12:15, 16, Na.
15 Il sorvegliante e i suoi assistenti staranno attenti a non immischiarsi nelle questioni personali degli altri membri. Le divergenze personali spesso potrebbero e dovrebbero essere risolte seguendo la procedura scritturale indicata in Matteo 18:15, 16. Se è necessario, una questione può richiedere l’attenzione della congregazione per mezzo dei suoi rappresentanti, il comitato, e questo si può fare in armonia con Matteo 18:17. Una vigorosa e attiva congregazione è fortificata contro l’infiltrazione dell’empietà.
16. Come illustrò Gesù l’importanza di aver cura degli interessi del Regno affidati a noi, sia che si trattasse di un piccolo o di un grande compito?
16 Il buon Pastore, Gesù Cristo, mise in risalto l’importanza del fatto che i sorveglianti compiano diligentemente l’opera loro assegnata per mezzo di un’illustrazione. A tre schiavi furono date delle mine con cui trafficare. Il primo schiavo, grazie ad uno strenuo lavoro, seppe ricavare da una mina dieci mine. Egli ricevette parole di lode dal padrone: “Bene, o servo buono, gli rispose; e poiché tu sei stato fedele nel poco, prendi il governo di dieci città”. Il secondo schiavo aveva ricevuto una mina e ne ricavò cinque mine. Anch’egli si sentì dire “Bene”, e gli fu dato il governo di cinque città. Un terzo schiavo aveva ricevuto una mina ma temeva di rischiarla o di perderla; perciò la nascose. Al ritorno il padrone gliela tolse con un rimprovero e la diede a colui che ne aveva dieci. Questo illustra bene l’importanza di migliorare, promuovere e accrescere gli interessi del Regno che ci sono affidati. — Luca 19:15-27, Na.
17. Perché i sorveglianti dovrebbero badare diligentemente al deposito loro affidato, e come fu Gesù un buon esempio di sorvegliante?
17 I sorveglianti particolarmente hanno la responsabilità di badare fedelmente agli interessi del Re sulla terra, considerandoli come un deposito, in attesa del tempo in cui il Padrone chiederà loro di rendere conto dei risultati ottenuti nel lavoro. Può darsi che il vostro compito sia gravoso e che a volte vi stanchiate, mentre lavorate con diligenza per fare ciò che è richiesto. Può darsi invece che il vostro compito sia, ai vostri occhi, di poca importanza, e di conseguenza potreste prestarvi poca attenzione. Ricordate che colui che è fedele nel poco è fedele nel molto. Badate attentamente a tutte le responsabilità che vi sono state affidate da Geova, rivolgendovi sempre a lui per avere forza e sapienza onde compiere bene il vostro lavoro. Gesù fu a questo riguardo un buon esempio di sorvegliante. “Il mio cibo è fare la volontà di Colui che mi ha mandato, e portare a compimento l’opera sua”. (Giov. 4:34, Na) In seguito, pregando Geova, egli disse: “Io ti ho glorificato sulla terra, avendo compiuto l’opera che mi hai dato a fare”. — Giov. 17:4, Na.
18. Come fu l’apostolo Paolo un buon esempio di sorvegliante o economo nell’organizzazione di Dio?
18 L’apostolo Paolo incoraggiò altri a seguirlo, come egli seguiva Cristo. Parlando del suo incarico, egli disse: “Se annunzio il Vangelo non è per me una gloria, è una necessità che m’incombe; guai a me se non annunziassi il Vangelo! Se facessi questo di mia volontà, meriterei una ricompensa; ma se io lo faccio non di mia volontà, vuol dire che compio un incarico affidatomi”. (1 Cor. 9:16, 17, Na) In seguito, scrivendo a Timoteo la sua ultima lettera canonica, affermò: “Quanto a me, io son già una libagione (a Dio) e il tempo della mia partenza s’avvicina. Ho combattuto la buona battaglia, ho compiuto la corsa, sono stato fedele. Ormai sta pronta per me la corona della giustizia che il Signore, giusto giudice, darà in quel giorno a me e non soltanto a me, ma anche a tutti quelli che hanno amato la sua manifestazione”. — 2 Tim. 4:6-8, Na.
19. Quale atteggiamento dovremmo avere tutti circa l’avere maggiori privilegi nell’organizzazione di Geova, e quale ricompensa riceverà ciascuno, a seconda del modo in cui ha seguìto la direttiva di Geova quale grande Sorvegliante?
19 Sorveglianti, siate fedeli e compite interamente il vostro ministero come fecero questi uomini che ci furono di esempio. Assistenti servitori e conduttori, cercate maggiori privilegi, senza ambizione e avidità, essendo sempre pronti ad assumervi più responsabilità nella società del Nuovo Mondo. E, sia che siate sorveglianti o umili predicatori della buona notizia, ricordate l’ammonimento dato dall’apostolo Paolo agli Ebrei: “Obbedite ai vostri direttori e state loro sottomessi, perché essi vigilano sulle vostre anime e ne dovranno render conto. Abbiate cura che possano far questo con gioia e non gemendo, perché ciò non vi sarebbe di alcun giovamento”. (Ebr. 13:17, Na) Il giorno dell’ispezione è giunto. Geova sta separando dalle nazioni coloro che meritano la vita eterna, sotto il regno del Figlio suo. Esso fu raffigurato da Giovanni come una città splendente, le cui porte sono aperte per accogliere tutti coloro che sono assetati di giustizia. “E non v’entrerà nulla d’impuro né chi commette abominazione e falsità, ma solo gl’iscritti nel libro della vita dell’agnello”. — Apoc. 21:27, Ri.
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Non è un “pietoso inganno”La Torre di Guardia 1962 | 15 ottobre
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Non è un “pietoso inganno”
● I moderni critici della Bibbia asseriscono che molti libri della Bibbia siano in effetti pia fraus, un pietoso inganno; e questa teoria è accettata da molti. Con ciò intendono dire, ad esempio, che circa quattro secoli dopo Mosè fu scritto il libro di Esodo; che alcuni secoli dopo Mosè fu scritto il libro di Deuteronomio, e ancora più tardi, dopo il ritorno da Babilonia, fu scritto il libro di Levitico. Questi critici sostengono che coloro che scrissero questi libri li attribuirono a Mosè per dare ai loro scritti l’importanza del suo nome. I critici ammettono che tali uomini erano bene intenzionati, che erano sinceri, ma non ebbero sufficiente intendimento da rendersi conto che facevano un’azione disonesta.
Che dire di tale teoria? È soltanto questo, una teoria e nulla più, generata dalla superbia e dall’ignoranza di uomini saggi ai loro propri occhi. Tre diverse testimonianze abbattono completamente la loro teoria indice di incredulità.
Anzitutto, questa teoria non ha assolutamente nessun fondamento, eccetto che nella mente dei critici della Bibbia. Non è il risultato della scoperta di certi fatti, dai quali siano state tratte conclusioni pratiche. No, in questo caso è stata semplicemente inventata una teoria da adattare alla propria filosofia, si cerca invano di trovarle un sostegno, e la si predica anche se non è stato trovato alcun sostegno. A conferma di ciò, notate la testimonianza di W. F. Albright, eminente archeologo palestinese degli Stati Uniti:
“La supposizione che in Israel fossero comuni i pietosi inganni e la pseudoepigrafia [attribuire scritti spuri a personaggi biblici — Webster] è senza parallelo nell’Oriente preellenico. Troviamo esattamente il contrario, una [religiosa] venerazione sia per la parola scritta che per la tradizione orale”. — The American Scholar.
In secondo luogo, vi è l’antica, rispettabile e inequivocabile testimonianza della tradizione giudaica, che ha certamente valore, mancando qualsiasi prova al contrario. Essa non fa posto ad alcuna teoria di pietosi inganni relativamente a chi scrisse i cinque libri di Mosè, il Pentateuco.
In terzo luogo, e ciò che ha più valore, abbiamo la testimonianza di altri ispirati scrittori biblici e in particolare la testimonianza del Figlio di Dio, Gesù Cristo. Questi profeti, ogni volta che trattano l’argomento, attribuiscono i libri di Mosè a Mosè. E, si noti che si può dire la stessa cosa degli altri libri della Bibbia. — 1 Re 8:53; Sal. 103:7; Mal. 4:4; Matt. 24:15; Giov. 5:46.
La teoria del “pietoso inganno” è quindi uno strumento o un’arma usata contro il popolo di Dio senza successo, come disse anche Geova per bocca del suo profeta Isaia: “Ogni strumento forgiato contro di te non riuscirà e ogni lingua che si leva in giudizio contro di te, la confonderai. Questa è la sorte dei servi del Signore e la loro giustizia verrà da me!” — Isa. 54:17, Na.
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