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  • Siate forti e coraggiosi nella fede
    La Torre di Guardia 1962 | 1° aprile
    • Siate forti e coraggiosi nella fede

      “Sii coraggioso e molto forte per aver cura di fare secondo tutta la legge . . . affinché tu possa agire saggiamente”. — Gios. 1:7.

      1. Come mostrò Giuda d’essere lo sleale servitore del Diavolo, e che cosa indica che aveva fatto bene i suoi piani?

      ERA il 14 nisan del 33 d.C., la notte di pasqua. A Gerusalemme a quella tarda ora della notte, si tramava un complotto. Il traditore aveva fatto bene i suoi piani. Nulla era stato lasciato al caso. Sì, c’era la luna piena, ma, come il traditore aveva pensato, avrebbe potuto esser nuvolo, e in quel giardino dai begli alberi d’ulivo il Maestro poteva sedere all’ombra delle loro foglie. Perciò occorrevano torce e lanterne accese per illuminare il sentiero che conduceva ai fianchi del Monte degli Ulivi, dove Gesù doveva sicuramente trovarsi. Il traditore “Giuda, dunque, avuta la coorte delle guardie dai grandi sacerdoti e dai Farisei, arrivò là con lanterne, torce e armi”. Quale servitore del Diavolo, Giuda mostrò infine di essere lo sleale discepolo di Cristo Gesù capeggiando la turba che avrebbe presto arrestato il Figlio di Dio. Egli “conosceva quel luogo, perché spesso, in compagnia dei suoi discepoli, Gesù vi si ritirava”. — Giov. 18:2, 3, Na.

      2. (a) Perché Gesù non fu sorpreso di esser tradito e consegnato ai suoi nemici? (b) Come mostrò coraggio in loro presenza?

      2 Questo non fu un attacco di sorpresa per Gesù. Egli sapeva che sarebbe stato tradito proprio quella notte e che sarebbe morto lo stesso giorno di pasqua su un palo di tortura. “Sapendo Gesù che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino al segno supremo”. (Giov. 13:1, Na) Era giunta l’ora; e udendo il rumore di molti passi e le luci che si avvicinavano, “Gesù, che sapeva tutto quel che doveva accadere, si fece avanti e chiese loro: ‘Chi cercate?’ Gli rispondono: ‘Gesù Nazareno’. Gesù dice loro: ‘Sono io’”. (Giov. 18:4, 5, Na) Ci volle coraggio per dire quelle parole. Sapeva che voleva dire la morte per lui.

      3. (a) Mentre si trovava con i suoi fedeli discepoli a Gerusalemme, in una stanza al piano superiore, come mostrò Gesù di sapere ciò che lo attendeva? (b) Come mostrò Gesù coraggio nella sua preghiera nel Getsemani?

      3 Solo poche ore prima in “una stanza al piano superiore” a Gerusalemme Gesù aveva iniziato con i suoi undici fedeli discepoli qualcosa di nuovo. Giuda non ne sapeva nulla. Egli non si trovava con Gesù quando “preso il pane, rese le grazie, lo spezzò e lo distribuì loro dicendo: ‘Questo è il mio corpo che è sacrificato per voi; fate questo in memoria di Me’. E prese pure il calice, dopo aver cenato, dicendo: ‘Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue che è sparso per voi’”. (Luca 22:19, 20, Na) Gesù sapeva di dover morire per adempiere la volontà del Padre suo. Nel giardino del Getsemani Gesù pregò il Padre suo con tanto zelo e fervore che “il suo sudore divenne come gocce di sangue rappreso che cadevano per terra”. Egli pregò: “Non la mia, ma la tua volontà sia fatta!” (Luca 22:42, 44, Na) Ci volle coraggio per pregare in tal modo.

      4. Confrontate il coraggio di Gesù con la temerarietà di Pietro.

      4 Gesù Cristo ebbe forza interiore e assoluta fiducia in Geova Dio suo Padre quando, alla forte luce della luna, delle torce e delle lanterne accese, affrontò quegli uomini con le loro armi, le loro spade, le loro mazze e i loro bastoni. Quando si fece riconoscere, essi “indietreggiarono e caddero per terra. Intanto di nuovo domandò loro: ‘Chi cercate?’ E quelli: ‘Gesù Nazareno’. Vi ho detto che sono io, rispose Gesù”. (Giov. 18:4-8, Na) Non ebbe paura degli uomini. Ripose la sua speranza in Geova! Fu calmo ma coraggioso. Tuttavia Pietro, l’uomo impetuoso, fu colui che avrebbe dato una momentanea prova di temerarietà. Lo storico Marco ci dice che il traditore Giuda “appena giunto, subito s’avvicinò a Lui [Gesù], dicendo: ‘Maestro!’ e lo baciò. Essi allora gli misero le mani addosso e lo catturarono. Or, uno dei presenti, sfoderata la spada, colpì il servo del Sommo Sacerdote e gli portò via un orecchio”. (Mar. 14:45-47, Na) Il servo si chiamava Malco. Tuttavia Gesù disse a Pietro: “‘Rimetti la tua spada nel fodero; non berrò il calice che il Padre mi ha dato?’ Intanto la coorte, il tribuno e le guardie dei Giudei presero Gesù, lo legarono e lo condussero prima da Anna, perché era suocero di Caifa, il quale era Sommo Sacerdote di quell’anno”. — Giov. 18:10-13, Na.

      5. Anche quando fu sottoposto ad estrema persecuzione dal nemico, quale condotta rifiutò Gesù di seguire, e come smascherò i metodi del nemico?

      5 Gesù non diede prova di coraggio combattendo con armi carnali né volle che i suoi discepoli ne dessero prova in quel modo. Perciò toccò l’orecchio dell’uomo che Pietro aveva colpito e lo guarì. Con calma e coraggio “disse allora Gesù ai grandi sacerdoti, agli ufficiali del Tempio e agli anziani che erano andati contro di Lui: ‘Siete venuti con lance e bastoni, come contro un brigante? Ogni giorno Io ero con voi nel Tempio, voi non avete messo le mani su di Me; ma questa è l’ora vostra, e la potenza delle tenebre’”. (Luca 22:52, 53, Na) Satana, il nemico di Geova Dio e del Figlio di Dio, non catturò Gesù alla chiara luce del giorno mentre predicava nel tempio. Di notte egli fece compiere slealmente ai suoi codardi la loro ignobile azione. Le persone che nutrono tanto odio, come il Diavolo, non possono vedere la luce. “Colui che dice di esser nella luce e odia il suo fratello, è ancora nella tenebra”. (1 Giov. 2:9, Na) Come fu vera la dichiarazione di Gesù: “Ma questa è l’ora vostra, e la potenza delle tenebre”! Ci volle coraggio per non opporre resistenza.

      6, 7. (a) In chi confidò Gesù quando fu processato, e perché? (b) D’altra parte, come si comportarono i discepoli di Gesù al momento del suo arresto?

      6 Mentre avveniva questa conversazione i discepoli di Gesù si ritirarono e “abbandonatolo, tutti fuggirono”. (Mar. 14:50, Na) Ma mentre conducevano via Gesù per portarlo nella casa del sommo sacerdote, Pietro lo seguiva a una certa distanza. “Intanto Simon Pietro seguiva Gesù insieme a un altro discepolo. E questo discepolo, essendo noto al Sommo Sacerdote, entrò con Gesù nell’atrio del Sommo Sacerdote; Pietro invece restò fuori, alla porta. Uscì dunque l’altro discepolo, noto al Sommo Sacerdote, parlò alla portinaia, e fece entrare anche Pietro”. (Giov. 18:15, 16, Na) Ma questi due discepoli ebbero abbastanza coraggio per schierarsi allora dalla parte di Gesù Cristo? Ebbero essi la fede e la forza necessarie per resistere da soli come Gesù che ora era solo dinanzi ai capi religiosi giudei e in seguito dinanzi ai governanti romani? Stavano per esser messi alla prova. Il coraggio di Gesù era messo alla più grande prova. Egli comprese pienamente la lotta in corso fra Satana e lui stesso. Gesù confidò in Geova! Diede il giusto esempio da seguire a tutti gli amanti della vita. Egli poté dire: “Sii coraggioso e sia saldo il tuo cuore. Sì, spera in Geova”. — Sal. 27:14.

      7 Precedentemente, quella stessa notte, il 14 nisan, Gesù aveva detto ai suoi undici fedeli discepoli: “Voi siete quelli che avete perseverato con Me nelle mie prove; ed Io preparo per voi un regno, come il Padre mio ha preparato un regno per Me”. Quindi Gesù si rivolse a Pietro e gli disse queste parole: “Simone, Simone, ecco, il satana ha chiesto che gli foste consegnati, per vagliarvi come il grano. Ma io ho pregato per te, affinché la tua fede non venga meno: e tu, quando sarai convertito, conferma i tuoi fratelli”. Quindi Pietro gli disse: “Signore, io insieme a te son pronto a andare incontro anche al carcere e alla morte”. Ma Gesù disse: “Pietro, Io ti dico: oggi il gallo non canterà, prima che tu non abbia negato, per tre volte, di conoscermi”. (Luca 22:28-34, Na) Gesù sapeva che Satana avrebbe cercato di vagliare come grano tutti i cristiani, perciò essi avrebbero avuto bisogno di maggior fede. Occorreva loro un soccorritore, lo spirito santo, mandato da Dio, e Gesù lo promise loro. Egli disse: “Io vi dico la verità: è meglio per voi che io me ne vada; perché se non me ne vado, non verrà a voi il Consolatore: ma se me ne vado, lo manderò a voi. E venendo, egli convincerà il mondo riguardo al peccato, alla giustizia e al giudizio”. — Giov. 16:7, 8, Na.

      L’AIUTO PER AVERE CORAGGIO

      8. Quale aiuto per avere coraggio fu provveduto alla Pentecoste, in adempimento di quale profezia, e con quali risultati?

      8 Questo soccorritore fu mandato alla Pentecoste quando sui fedeli seguaci di Gesù Cristo fu sparso lo spirito santo, e questo spirito di Dio li spinse a parlare in molte lingue “delle cose grandi di Dio”. (Atti 2:11, VR) Questo, disse Pietro, era anche un adempimento della profezia di Gioele. “Negli ultimi giorni, dice il Signore, io spanderò del mio spirito sopra ogni carne”, figli e figlie, giovani e vecchi e servi. Pietro dichiarò vigorosamente: “Costui è quel Gesù che Iddio ha risuscitato: noi tutti ne siamo testimoni. Ed ora dunque, dopo essere stato elevato al cielo dalla destra d’Iddio e dopo aver ricevuto dal Padre la promessa dello Spirito Santo, Egli ha diffuso quel medesimo Spirito, che voi vedete e ascoltate”. (Atti 2:17, 32, 33, Na) Quel giorno festivo di Pentecoste la congregazione cristiana “aumentò di circa tremila anime”. Le persone videro e udirono il potere di questo soccorritore alla Pentecoste, e ne vedono gli effetti sui testimoni di Geova anche nei nostri giorni.

      9. Come mostrò l’esperienza di Pietro la notte dell’arresto di Gesù ch’egli aveva bisogno di aiuto divino?

      9 Pietro e gli altri discepoli non avevano questo soccorritore o dono dello spirito santo quando Gesù fu preso, legato e condotto davanti al sommo sacerdote. Perciò troviamo Pietro fuori della porta ad osservare e a chiedersi ciò che accadrebbe a Gesù. Ad un tratto “disse però a Pietro la serva addetta alla porta: ‘Non sei anche tu un discepolo di costui?’ Egli rispose: ‘Non lo sono’”. (Giov. 18:17, Na) Luca ci fa un’animata descrizione del pubblico diniego di Pietro d’essere galileo come Gesù. Ad un altro che lo aveva interrogato Pietro disse: “O uomo, non so quel che tu vuoi dire”. Quindi “nel medesimo istante, mentre ancora diceva quelle parole, un gallo cantò. Allora il Signore, voltandosi, guardò Pietro, e Pietro si ricordò della parola del Signore, il quale gli aveva detto: ‘Oggi, prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte’, e, uscito fuori, pianse amaramente”. (Luca 22:60-62, Na) Pietro aveva bisogno di aiuto divino, fede, spirito santo e associazione con i suoi fratelli cristiani. D’altra parte Gesù stava dando una meravigliosa prova di fede nel suo Padre celeste. Egli non aveva alcun aiuto carnale. Tutto ciò che poté e volle fare fu di sperare in Geova! Perciò fu coraggioso.

      10. In che modo Gesù aveva preparato i suoi discepoli per le prove che avrebbero dovuto affrontare, e perché fu necessario ch’egli morisse?

      10 Tuttavia Gesù aveva parlato chiaramente ai suoi discepoli di questi avvenimenti e li aveva avvertiti intorno a ciò che aveva in serbo il futuro per i cristiani che non si sarebbero compromessi. Egli disse: “Vi ho detto queste cose, affinché non vi scandalizziate. Vi cacceranno dalle sinagoghe; anzi viene l’ora in cui chiunque vi uccide crederà di rendere un culto a Dio. E così vi tratteranno perché non hanno conosciuto né il Padre, né me. Ma io vi ho detto queste cose, affinché quando sarà giunta l’ora, vi rammentiate che io ve n’avevo parlato. E non vi dissi questo da principio, perché io ero con voi; ma ora io vado a Colui che mi ha mandato; e nessuno di voi mi domanda: Dove vai?” (Giov. 16:1-5, Na) Essendo così vicini a Gesù, che era un uomo perfetto, il Figlio di Dio, il Messia, colui che aveva fatto miracoli, fu difficile ai discepoli rendersi conto che doveva morire sul palo di tortura ed essere risuscitato dai morti onde stabilire il suo regno eterno per il quale aveva insegnato loro di pregare. Ma disse loro tutte queste cose, sapendo che le avrebbero capite una volta ricevuto lo spirito santo. Ma perché ricevessero lo spirito santo egli doveva morire ed essere risuscitato dai morti onde poter andare al Padre suo a preparare un posto per i suoi 144.000 fedeli seguaci.

      11. Come poté Paolo procedere coraggiosamente per ricevere il premio della superna chiamata?

      11 Avendo in mente quel posto preparato nel cielo, l’apostolo Paolo disse: “Corro verso la mèta, per il premio di quella superna chiamata d’Iddio in Cristo Gesù”. (Filip. 3:14, Na) Per ottenere tale premio celeste Paolo fece una coraggiosa corsa. Si sarebbe lasciato annientare dalla persecuzione? Sarebbe stato schiacciato sotto il peso della tribolazione? Egli risponde a queste domande dicendo: “Chi ci separerà dall’amore di Cristo? Forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, i pericoli, la spada? Come sta scritto: ‘Per te siam messi a morte tutto il giorno, siamo stimati come pecore da macello’. Ma in tutto questo noi siamo supervittoriosi, per mezzo di Colui che ci ha amati”. (Rom. 8:35-37, Na) Quindi Paolo poté procedere coraggiosamente.

      12. (a) Com’è la vittoria di Gesù sul mondo una fonte di forza per i suoi seguaci? (b) Qual è dunque l’atteggiamento del cristiano verso gli altri uomini?

      12 La fede di Paolo fu così salda che si mantenne incrollabile in ogni genere di difficoltà. È la vostra fede tanto salda? Paolo si rese personalmente conto di ciò che Gesù aveva detto ai suoi apostoli la notte di pasqua: “Ecco, vien l’ora, anzi è già venuta, in cui vi disperderete ciascuno per conto suo, e mi lascerete solo: ma non sono solo, perché con me è il Padre. Vi ho detto queste cose, affinché abbiate pace in me. Nel mondo voi avete afflizioni; ma fatevi coraggio! Io ho vinto il mondo”. (Giov. 16:32, 33, Na) Quando Gesù disse: “Io ho vinto il mondo”, intese dire che se i suoi seguaci si fossero fatti coraggio anch’essi avrebbero vinto il mondo. Gesù aveva il cuore unito e non temeva gli uomini. (Sal. 86:11) Quindi i suoi leali seguaci devono avere cuori coraggiosi e forti riponendo fede e speranza in Geova. Avendo tale coraggio ogni seguace delle orme di Cristo che fa la volontà di Dio non temerà alcuna personalità religiosa, politica o commerciale, perché glorificherà solo il nome di Geova. Egli può rispettare gli uomini ma non può venerarli né temerli. “Il timore dell’uomo pone un trabocchetto, e chi ha fiducia in Dio [Geova] sarà innalzato”. — Prov. 29:25, Na.

      ESEMPI STORICI

      13. Quale esempio di coraggio ci dà Mosè?

      13 Vi sono numerosi esempi di vero coraggio mostrato da dedicati servitori di Dio. Mosè fu uno di questi esempi. Come Gesù esortò i suoi discepoli a farsi coraggio, molto tempo prima anche Mosè aveva esortato Giosuè e un’intera nazione a farsi coraggio. Mosè ebbe coraggio presentandosi a Faraone, per dirgli che sull’Egitto sarebbero venute dieci piaghe. In seguito, Mosè dovette ancora avere coraggio per guidare i figli d’Israele fuori d’Egitto, attraverso il Mar Rosso e nel deserto del Sinai. Dovette avere coraggio anche per salire da solo sul monte Sinai a ricevere i Dieci Comandamenti da Geova Dio ed esser pronto a guidare i figli d’Israele nell’ubbidienza alle leggi di Dio.

      14. Fu mostrato vero coraggio nell’esplorare la Terra Promessa?

      14 Le dodici spie scelte da Mosè per esplorare la Terra Promessa e vedere che paese fosse dovettero avere coraggio. Questi uomini salirono a nord del Negeb e s’inoltrarono nella regione montagnosa per sapere che specie di persone abitassero nel paese. Erano forti o deboli? Erano molti o pochi? Il paese era buono o cattivo? Dovevano esplorare città, abitazioni, accampamenti e fortificazioni. Il paese era grasso o magro? Vi erano alberi? Prima della loro partenza, Mosè disse agli esploratori: “Abbiate coraggio e portate de’ frutti di quella terra”. Essi eseguirono l’ordine. “E ritornarono dall’esplorare quel territorio al termine di quaranta giorni”. (Num. 13:17-25, Na) Che cosa riferirono? Il paese stillava latte e miele. E come prova mostrarono alcuni dei suoi frutti. Questo fu un buon resoconto; ma dieci esploratori avevano paura del popolo che vi abitava. Dissero che v’erano grandi città fortificate. Avendo paura suggerirono di non andare nel paese. Ma Caleb, un esploratore coraggioso come Giosuè, disse: “Andiamo pure alla conquista di quella terra; noi la soggiogheremo di certo”. (Num. 13:30, Na) Ma gli Israeliti ebbero paura a motivo di ciò che aveva detto la maggioranza. Non confidarono in Geova Dio. Mormorarono contro Mosè e suo fratello Aronne, e molti cominciarono a dire: “Si fosse morti in Egitto, oppure nel deserto!” — Num. 14:2, Na.

      15. Che cosa trattenne gli Israeliti dall’entrare nella Terra Promessa, ma come cercarono Giosuè e Caleb di incoraggiare il popolo?

      15 Il timore degli uomini, il timore dei governi che dominavano nella Terra Promessa, impedì ai figli d’Israele di avanzare, benché l’anno prima avessero attraversato il Mar Rosso, ottenendo la liberazione dall’Egitto, sotto la guida di Geova Dio. Avrebbero dovuto ricordare bene tutto questo. Mosè ed Aronne, vedendo l’atteggiamento del popolo, si prostrarono davanti alla congregazione d’Israele. Giosuè e Caleb, due fedeli uomini che avevano esplorato il paese, si stracciarono le vesti, “e dissero a tutta l’assemblea dei figli d’Israele: ‘La terra che abbiamo attraversato per esplorarla, è una terra buona, buona assai. Se il Signore [Geova] ci è favorevole, c’introdurrà in quella terra e ce la darà. È una terra stillante latte e miele. Però non vi ribellate al Signore [Geova], e non abbiate paura della gente di quella terra, perché son come nostro pane: l’Ombra si è ritirata di sopra a loro; il Signore [Geova] è con noi, non abbiate timore di loro’”. — Num. 14:5-9, Na.

      16. Che cosa mancò agli Israeliti per cui andarono vagando nel deserto?

      16 Se questi Israeliti avessero avuto lo spirito di Davide, che visse secoli dopo, avrebbero esclamato con entusiasmo: “Siate coraggiosi, e sia saldo il vostro cuore, voi tutti che sperate in Geova”. (Sal. 31:24) Si sarebbero messi in cammino. Ma erano senza coraggio e andarono vagando nel deserto. Non ebbero fede, quindi non ebbero coraggio. Perciò sarebbero stati come esiliati per quarant’anni finché tutta la generazione infedele non fosse morta. Che vergogna, quando mostrando coraggio avrebbero potuto essere vincitori!

      17. Come Mosè, all’età di 120 anni, mostrò fede nel dare consigli agli Israeliti?

      17 Durante i quarant’anni i ribelli morirono, e giunse per la nazione il tempo di attraversare il fiume Giordano ed entrare nella Terra Promessa. Anche Mosè, che aveva 120 anni, stava per morire. Ma la sua fede non era debole, poiché con convinzione disse alla nazione: “Il Signore [Geova] Iddio tuo è colui che va avanti a te; distruggerà quelle nazioni che ti sono davanti e te ne impadronirai. Giosuè marcerà alla tua testa, come il Signore [Geova] ha detto”. Poi Mosè pronunciò una severa ammonizione per tutta la nuova generazione d’Israele: “Siate forti e coraggiosi, non temete e non vi spaventate di [questi nemici], perché il Signore [Geova], Iddio tuo, è colui che cammina con te; Egli non ti lascerà, né ti abbandonerà”. — Deut. 31:3, 6, Na.

      18. Quale consiglio diede Mosè a Giosuè, e come si comportò il popolo sotto la coraggiosa guida di Giosuè?

      18 Mosè parlò personalmente a Giosuè loro condottiero e disse: “Sii forte e coraggioso, poiché tu devi introdurre questo popolo nella terra che il Signore [Geova] giurò ai suoi padri di dargli, e tu lo metterai in possesso di essa”. (Deut. 31:7, Na) Ebbero gli Israeliti il coraggio di seguire il loro nuovo e coraggioso condottiero? La storia indica di sì. Attraversarono con Giosuè il Giordano, e Geova diede loro la vittoria sopra i nemici.

      CORAGGIO DI ANDARE INCONTRO A UN NUOVO MONDO

      19. Che cosa era richiesto agli Israeliti per entrare nel loro nuovo paese?

      19 Per i figli d’Israele fu come andare in un nuovo mondo. Era un nuovo paese, non un deserto, ma un bellissimo paese praticamente un Giardino d’Eden. Dovevano lavorare e combattere per esso, ma non con le loro sole forze. Occorreva la fede in Dio, poiché il suo servo Mosè aveva detto: “Distruggerà quelle nazioni che ti sono davanti”.

      20. (a) Quali domande circa le prospettive del Nuovo Mondo sorgono appropriatamente in questi ultimi giorni? (b) In che modo molte persone mostrano la loro profonda fede nel nuovo mondo di Dio?

      20 In questi ultimi giorni, alla conclusione di questo sistema di cose, quante persone hanno il coraggio di incamminarsi verso un nuovo mondo di giustizia? Sì, quante persone lo vogliono? Quante persone hanno il coraggio di predicarlo in pubblico e di casa in casa? Credete voi che il più grande Mosè, Cristo Gesù, morì affinché poteste vivere in quella terra promessa, in effetti, nel nuovo Giardino d’Eden? Quanta fede avete nel nuovo mondo di giustizia? Solo da pregare silenziosamente o all’interno di un edificio religioso: “Venga il tuo regno; sia fatta la tua volontà, come in cielo, così in terra”? (Matt. 6:10, Na) Centinaia di migliaia di uomini e donne di tutte le nazioni non solo credono e pregano per questo regno ma in realtà lo proclamano ad alta voce, in pubblico, come fecero Gesù e i suoi fedeli seguaci millenovecento anni fa. Lo fate voi?

      21, 22. Come possiamo oggi trarre beneficio dal consiglio che Geova diede a Giosuè?

      21 Leggete ciò che Paolo scrisse per noi che viviamo oggi: “Queste cose . . . sono state scritte per ammonire noi, che siamo giunti alla fine dei tempi”. (1 Cor. 10:11, Na) Vi sentite come Giosuè quando Geova gli disse: “Solo sii coraggioso e molto forte per aver cura di fare secondo tutta la legge che Mosè mio servo ti ha prescritta. Non te ne sviare né a destra né a sinistra, affinché tu possa agire saggiamente ovunque tu vada. Questo libro della legge non dovrebbe dipartirsi dalla tua bocca e devi leggervi sottovoce giorno e notte affinché tu possa aver cura di agire secondo tutto ciò che vi è scritto, poiché allora avrai successo nella tua via e allora agirai saggiamente”? (Gios. 1:7, 8) La fede e il coraggio ebbero successo allora! La fede e il coraggio l’avranno oggi, se tutti i credenti non si dipartiranno dal completo “libro della legge”, la Sacra Bibbia. Leggetela! Studiatela! Vivetela! Dedicate la vostra vita ad acquistare conoscenza di Geova Dio e di suo Figlio, perché la vita dipende proprio da tale conoscenza. — Giov. 17:3.

      22 Nessuno può rigettare le istruzioni di Geova Dio, andando a destra o a sinistra, e agire saggiamente. La sapienza ha origine da Geova Dio. Egli è la fonte di tutta la conoscenza, e le informazioni di cui gli uomini hanno oggi bisogno si trovano nella scritta Parola di Geova. Sì, molti diranno che la Bibbia è antiquata, che è un libro di storia antica. È vero questo? Ebbene, la vostra salvezza dipende da ciò che vi sta scritto. Vita o morte: quale scegliete? Oggi la maggioranza delle persone devono avere coraggio per esaminare la Bibbia, studiarla da sole o considerarla con qualcun altro. Se fu necessario che Geova dicesse a Giosuè: “Questo libro della legge non dovrebbe dipartirsi dalla tua bocca e devi leggervi sottovoce giorno e notte”, perché egli potesse ‘agire saggiamente’, quanto maggiormente ne abbiamo bisogno oggi per agire saggiamente! Cerchiamo dunque di avere oggi tale coraggio in questo mondo. Colui che crede e vive secondo gli insegnamenti di Cristo avrà il coraggio necessario per agire anche quando si troverà di fronte alla tribolazione. Satana, “il dio di questo secolo”, non si mostrerà suo amico più di quanto non si mostrasse amico di Gesù. Satana fu nemico di Gesù. Egli è anche nemico di tutti i cristiani, ma essi possono coraggiosamente vincere il suo mondo.

  • Mostriamo coraggio per vincere l’opposizione religiosa
    La Torre di Guardia 1962 | 1° aprile
    • Mostriamo coraggio per vincere l’opposizione religiosa

      1. Su che cosa è basato il coraggio cristiano, e come hanno i servitori di Dio dato prova d’avere questo coraggio?

      MOSÈ affrontò Faraone con coraggio. Giosuè mostrò coraggio per andare nella Terra Promessa. Davide, che era un semplice pastore, affrontò con coraggio il gigantesco guerriero Golia. Gesù affrontò coraggiosamente i suoi avversari. Tutti questi uomini ebbero coraggio perché ebbero fede in Geova Dio. Credettero! Dopo lo spargimento dello spirito di Dio alla Pentecoste i primi cristiani fecero la volontà di Dio con tutto l’animo ed ebbero profonda fede. (Efes. 6:6) Doveva essere annunciato il messaggio del regno dei cieli all’umanità. Si doveva predicare Gesù Cristo quale mezzo di salvezza. Gli apostoli, ripieni di spirito santo, avevano un messaggio inerente a Gesù da dichiarare: “Sappia dunque con certezza tutta la casa d’Israele, che Iddio ha costituito Signore e Cristo questo Gesù, che voi avete crocifisso”. (Atti 2:36, Na) La paura che aveva fatto disperdere i discepoli che conoscevano erano con Gesù la notte in cui fu fatto prigioniero era sparita. Essa era stata sostituita dal coraggio che viene dalla fede.

      2. Come mostrarono d’avere fede e coraggio coloro che andarono dagli apostoli per ascoltare ed essere guariti?

      2 Dalle città vicine a Gerusalemme moltitudini di persone andavano ad ascoltare gli apostoli e portavano gli ammalati “sopra a dei letti e dei giacigli, perché almeno l’ombra di Pietro, quando passava, ricoprisse qualcuno di loro”. Che fede! Tutti coloro che avevano tale fede sarebbero stati guariti. Ci volle coraggio per andare a farsi guarire. (Atti 5:14-16, Na) Allora la predicazione della buona notizia non conosceva limiti, né dovrebbe conoscerne oggi. Con coraggio Gesù aveva vinto il mondo; anche i discepoli di Cristo Gesù dovevano vincerlo. Ebbero abbastanza coraggio nella fede? Vediamo.

      3, 4. (a) Quale prova subita dagli apostoli richiese coraggio da parte loro? (b) Perché gli oppositori religiosi giudei furono grandemente preoccupati?

      3 Il loro coraggio fu messo alla prova quando “il sommo sacerdote e tutti quelli del suo partito, cioè la setta dei Sadducei, pieni di gelosia, si mossero, misero le mani addosso agli Apostoli e li fecero gettare nella pubblica prigione. Ma un Angelo del Signore [Geova], durante la notte, aprì le porte della prigione, e condottili fuori, disse: ‘Andate, mettetevi nel tempio e predicate al popolo tutte le parole di questa vita’”. (Atti 5:17-20, Na) Gli apostoli non esitarono a seguire questo comando dell’angelo di Geova; non ebbero paura. È vero che erano stati gettati in prigione il giorno prima, ma erano addestrati a predicare e la predicazione era il loro lavoro di ministri. Il comando indicava loro di predicare intorno a “questa vita” e di dire alle persone come ottenerla. All’alba andarono nel tempio ad ammaestrare le persone.

      4 Quando il sommo sacerdote arrivò, convocò il Sinedrio e riunì gli anziani dei figli d’Israele, poi mandò dei soldati alla prigione a prendere i prigionieri. Con stupore essi dissero: “Noi abbiamo trovato la prigione ben chiusa con ogni precauzione e le guardie ferme alle porte, ma, dopo aver aperto, dentro non c’era nessuno”. Una situazione del genere avrebbe preoccupato chiunque. E questi Giudei erano particolarmente preoccupati perché volevano fermare questa predicazione della buona notizia. Quasi nello stesso momento sopraggiunse un uomo a dir loro: “Quegli uomini, che avete messo in carcere, sono nel tempio e insegnano al popolo”.

      5. (a) Quando furono nuovamente ammoniti di smettere di predicare, che cosa risposero gli apostoli? (b) Perché si abbatté sugli apostoli questa persecuzione?

      5 “Allora il prefetto partì con le guardie e li fece portar via, senza far loro violenza, perché temevano di venir lapidati dal popolo. E dopo averli condotti, li presentarono al Sinedrio, e il sommo sacerdote li interrogò, dicendo: ‘Non vi avevamo noi severamente proibito di insegnare in quel nome? Ecco, invece, che voi avete riempito Gerusalemme della vostra dottrina e volete far ricadere su di noi il sangue di quell’uomo’. Ma Pietro e gli Apostoli risposero. ‘Bisogna ubbidire piuttosto a Dio che agli uomini. Iddio dei nostri padri ha risuscitato Gesù, che voi avete ucciso, appendendolo al legno. Iddio lo ha esaltato con la sua destra, come principe e salvatore, per dare ad Israele il pentimento e il perdono dei peccati. E noi siamo testimoni di tutto questo insieme allo Spirito Santo, che Dio ha dato a tutti quelli che l’obbediscono’”. (Atti 5:22-32, Na) Sicuramente gli apostoli ricordarono allora le parole di Gesù: “Il servo non è da più del suo padrone. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. Ma tutto questo faranno contro di voi a causa del mio Nome, perché non conoscono Colui che mi ha mandato”. (Giov. 15:20, 21, Na) Come si stavano avverando le parole di Gesù sugli apostoli!

      6. Che cosa mostrò circa la condizione di cuore di quei primi cristiani ciò che avvenne in quella corte religiosa?

      6 Le parole dette da quegli apostoli a quella corte religiosa indica che il timor dell’uomo era sparito. Anche il timore del sommo sacerdote religioso e di quelli che gli stavano vicini era sparito. I cuori di quei primi cristiani erano uniti nel timore dell’Onnipotente Dio. — Sal. 86:11.

      CORAGGIO CRISTIANO NELLA SPAGNA DEL 1961

      7. (a) Quali domande dobbiamo farci quando leggiamo le esperienze dei cristiani del primo secolo? (b) Dove affrontano oggi i testimoni di Geova una situazione simile?

      7 Quando leggete entusiasmanti esperienze come quelle della primitiva congregazione cristiana, come vi sentite? Voi, quali cristiani, continuereste in tali circostanze a dichiarare la buona notizia del regno di Dio? Come vi comportereste se vi trovaste in un paese dove il governo e i capi religiosi dichiarano che non potete esprimere affatto la vostra fede? Che fareste se foste in un paese cattolico o in altri paesi e le autorità vi dicessero: ‘Vi proibiamo severamente di insegnare in quel nome’ e di parlare in pubblico del vostro Dio e della sua Parola scritta? Attualmente molti cristiani testimoni di Geova in Spagna si trovano in tali condizioni.

      8. (a) Qual è la causa della persecuzione dei testimoni di Geova in Spagna? (b) Come hanno reso nota la loro protesta molte persone amanti della libertà, ma quale risposta hanno ricevuto alcuni?

      8 A causa della persecuzione che si è abbattuta sui testimoni di Geova perché predicano la buona notizia del regno di Dio in Spagna, molte persone da tutte le parti del mondo hanno scritto lettere di protesta al governo spagnolo e ai loro rappresentanti ufficiali in altri paesi. I testimoni di Geova sono perseguitati dal governo spagnolo e dal clero cattolico che spinge il governo. In risposta a queste proteste l’Ambasciata Spagnola a Washington, nel Distretto di Columbia, scrive:

      “V’è assoluta libertà d’adorazione nel mio paese come dichiara l’articolo VI della Dichiarazione dei Diritti (Fuero de los Españoles): ‘Nessuno sarà molestato per il suo credo religioso né nell’esercizio privato della sua adorazione’.

      “Nessuno può affermare che in Spagna non vi sia libertà d’adorazione quando, per 15.000 Spagnoli non cattolici vi sono circa 260 chiese protestanti e alcune moschee e sinagoghe. Si deve capire che né proselitismo né propaganda religiosa è permessa da una legge debitamente approvata che intende impedire ogni possibile disordine o reazione. La stragrande maggioranza del paese, come voi certamente sapete, è cattolica. D’altra parte i cattolici credono che le dottrine protestanti siano sbagliate. Perciò, il Governo Spagnolo non può ammettere che si diffonda l’errore fra i suoi cittadini. Questo atteggiamento è una logica conseguenza delle sue credenze”.

      9. (a) Qual è dunque il punto di vista del governo spagnolo sulla questione dell’adorazione? (b) Che cosa fanno i testimoni di Geova in Spagna?

      9 Da ciò vediamo che il governo spagnolo dice che potete credere quello che volete, ma non parlatene a nessuno. Deve essere “l’esercizio privato della sua adorazione”. L’atteggiamento assunto dall’Ambasciata è che i cattolici credono che le dottrine protestanti siano sbagliate e, naturalmente, considerano i testimoni di Geova protestanti, perché essi sono gli unici in Spagna che protestano contro i falsi insegnamenti della Chiesa Cattolica. Che cosa fanno i testimoni di Geova in Spagna? Non creano alcun disordine. Cercano solo di insegnare al popolo la Bibbia, che la Chiesa Cattolica non vuole che il popolo abbia. È vero che i testimoni di Geova parlano ai cattolici, poiché non vi sono molte altre persone nel paese a cui parlare. Perciò se vogliono predicare in Spagna devono parlare ai cattolici della Parola di Dio.

      10. Come si ebbe una situazione simile in cui i Giudei mostrarono intolleranza religiosa verso i primi cristiani?

      10 Ai giorni dei primi cristiani, poco dopo la Pentecoste, quando v’erano solo alcune migliaia di persone che professavano d’essere cristiane, in quale paese si trovavano esse? In una comunità rigorosamente giudaica. I Giudei, per mezzo dei loro governanti, avevano già messo al palo e ucciso il capo dei cristiani, Gesù Cristo, per sopprimere questa “nuova religione”. Ma questi seguaci di Cristo avevano ancora nei loro cuori e nelle loro menti il messaggio di Cristo. Col passar degli anni molti altri ricevettero la buona notizia mediante gli apostoli e la verità della Parola di Dio si diffuse. Né gli apostoli né i convertiti giudei potevano tenere la bocca chiusa. (Atti 5:41, 42) Ma i capi religiosi giudei non volevano che alcuno nella loro comunità udisse questo nuovo insegnamento. Questi sacerdoti religiosi non poterono far altro che arrestare questi seguaci di Cristo e gettarli in prigione. Dopo averli flagellati li lasciarono andare, pensando di averli spaventati, e mediante il loro sommo sacerdote dissero loro: ‘Vi intimiamo di non parlar più affatto nel nome di Gesù’. (Atti 5:28-40, Na) Questi capi religiosi potevano facilmente fare delle leggi, perché erano al potere. Ma che dire del comando di Cristo Gesù dato ai suoi seguaci di predicare la verità? A chi avreste ubbidito voi?

      11. Quindi oggi, in Spagna, quali due comandi sono in conflitto?

      11 “Millenovecento anni dopo si verifica la stessa situazione in Spagna. La cattolica legge spagnola dice che non potete parlare ad altri della Bibbia. Essi dicono che i testimoni di Geova possono praticare in privato la loro adorazione, ma non possono fare ciò che Cristo comandò: “Andate dunque e fate miei discepoli tutti i popoli”. (Matt. 28:19, Na) No, non in Spagna!

      12. (a) Considerando l’attuale situazione religiosa in Spagna, vi sarebbe bene accolto l’apostolo Paolo? (b) Vi sono persone in Spagna che apprezzano la predicazione compiuta dai testimoni di Geova, e perché?

      12 I primi cristiani non pensarono nemmeno di smettere la proclamazione della buona notizia, malgrado tutte le prove e la persecuzione che subirono. Oggi siamo grati a Dio che essi ebbero il coraggio di continuare, perché molte altre migliaia di persone di molti paesi appresero la via che conduce alla vita eterna. Una volta Paolo sperò di andare in Spagna, ma col suo intrepido ministero Paolo non sarebbe accolto cordialmente nella Spagna di oggi. Le verità che egli insegnò non corrisponderebbero alle false dottrine, alle cerimonie e all’atteggiamento dittatoriale della Chiesa Cattolica nella Spagna d’oggi. Tuttavia, migliaia di Spagnoli sono grati che i testimoni di Geova abbiano continuato a predicare di casa in casa e che siano andati alle loro case a studiare la Bibbia con loro, e che ubbidiscano a Dio come governatore anziché ai vescovi cattolici di Spagna. Perché? Perché in Spagna molte persone hanno appreso la verità, si sono separate dalla Chiesa Cattolica ed ora hanno la gioia di proclamare il messaggio come fanno da anni altri fedeli testimoni di Geova.

      13. Quale resoconto indica che questa opposizione religiosa non è nuova in Spagna?

      13 Nell’Annuario dei Testimoni di Geova (inglese) del 1952 fu stampato questo resoconto sulla Spagna:

      “La polizia, sempre all’erta, sorveglia molto attentamente i proclamatori, e si è avuta questa esperienza: Due servitori delle unità di Barcellona trovarono alcune persone apparentemente interessate in una certa casa e presero appuntamento per tenere lo studio biblico. Quando andarono a fare la visita ulteriore trovarono due agenti della polizia segreta ad attenderli. Furono arrestati. Le loro case furono perquisite, la letteratura fu confiscata ed essi furono messi in prigione. In seguito la letteratura fu attentamente esaminata ed essi vennero interrogati. Tuttavia non fu detto gran che finché non venne trovato in ¡Despertad! (Svegliatevi!) un articolo su Franco e sulle condizioni in Spagna. Questo suscitò le ire della polizia e i due fratelli dovettero sopportare abusi e minacce. Ma dopo aver redatto un completo verbale su di loro e dopo averli avvertiti delle conseguenze a cui andavano incontro continuando la loro opera di predicazione della buona notizia, le autorità li lasciarono andare”.

      14. Che cosa ha portato in Spagna l’ubbidienza dei Testimoni alla legge di Dio nei passati dieci anni?

      14 In quei giorni, dieci anni fa, in Spagna v’erano solo 121 testimoni di Geova che predicavano la buona notizia del Regno. Ma questi coraggiosi testimoni di Geova Dio non se ne stettero zitti. Continuarono a predicare la buona notizia. E molti di quelli a cui parlarono in quegli anni appresero la verità e dedicarono la loro vita a Geova Dio, e anche questi hanno predicato, tanto che ora, dieci anni dopo, vi sono 2.141 ministri, testimoni di Geova, che predicano la verità in Spagna. Quindi durante questi dieci anni di persecuzione, che ora si sta intensificando, i testimoni di Geova in Spagna hanno fatto ciò che fecero i testimoni di Geova in Palestina. Hanno ubbidito “piuttosto a Dio che agli uomini”. — Atti 5:29, Na.

      MOSTRIAMO CORAGGIO PER COMPIERE UNA PURIFICAZIONE RELIGIOSA

      15. Ai giorni del re Asa come fu mostrato coraggio nel promuovere la vera adorazione?

      15 Ci vuole coraggio per resistere a un intero popolo o nazione e promuovere la vera adorazione come fece il re Asa nel paese di Giuda 978 anni avanti Cristo: “Asa fece ciò che è buono e giusto agli occhi del Signore [Geova], suo Dio. Tolse gli altari del culto straniero e i santuari degli alti luoghi; spezzò i cippi, e abbatté i pali sacri”. Il profeta Oded incoraggiò il re Asa. “E quando Asa ebbe udite queste parole, e la profezia del profeta Oded, egli si fortificò, e tolse via le abominazioni da tutto il paese di Giuda, e di Beniamino, e dalle città ch’egli aveva prese del monte di Efraim; e rinnovò l’Altar del Signore [Geova], ch’era davanti al portico del Signore [Geova]”. (2 Cron. 14:1, 2, Na; 2 Cron. 15:8, Di) Per far questo il re Asa dovette sperare in Geova ed esser forte e coraggioso. Ma era sostenuto da Dio, e disse al popolo di “cercare il Signore [Geova] Iddio dei suoi padri”. — 2 Cron. 14:3, Na.

      16. Come hanno compiuto i testimoni di Geova un’opera di purificazione?

      16 I cristiani testimoni di Geova hanno mostrato lo stesso coraggio in tutte le nazioni del mondo. Essi hanno compiuto una purificatrice opera anche nella cristianità, dove milioni di cattolici adorano immagini anziché il vero Dio. Poiché i testimoni di Geova insegnano alle persone ciò che la Bibbia dice dell’adorazione delle immagini, molti hanno distrutto le loro immagini. In varie parti della terra sono molto venerate le immagini di tanti dèi, grandi e piccoli. Centinaia di migliaia di persone di mentalità aperta hanno tuttavia ascoltato i testimoni di Geova e appreso ciò che dice la Parola di Dio circa l’adorazione delle immagini; si son fatte coraggio e si sono staccate dai loro sistemi religiosi e dalla loro adorazione di idoli, come fece molto tempo fa il re Asa allorché guidò il popolo ad agire nello stesso modo.

      17. Quale effetto produsse ad Efeso la predicazione di Paolo sui fabbricanti d’immagini, e con quale risultato?

      17 Paolo si trovò di fronte alla stessa situazione nei suoi giorni. Non era intenzione di Paolo di privare qualcuno del suo lavoro. Piuttosto egli disse: “Guai a me se non annunziassi il Vangelo!” (1 Cor. 9:16, Na) Fu obbligato a dire la verità, e di conseguenza molte persone smisero di comprare immagini. Demetrio lavorava nella fabbricazione di tempietti d’argento di Artemide, e a quel tempo la fabbricazione dei tempietti era un lavoro che rendeva. Oggi è la stessa cosa, specialmente nella religione cattolica. Ma questo lavoro della fabbricazione e della vendita delle immagini stava notevolmente diminuendo a causa di ciò che Paolo diceva alle persone. Ci volle coraggio per andare a predicare mentre quei commercianti gli si opponevano. In effetti egli non fece altro che predicare la verità della Parola di Dio e volgere le persone alla vera adorazione di Geova Dio. Ma questo Demetrio non voleva perdere il suo lavoro. Perciò disse ai suoi artigiani: “Potete vedere e sentire che questo Paolo non solo in Efeso, ma anche in quasi tutta l’Asia, ha persuaso e distolto una grande moltitudine col dire che non sono dèi quelli fatti a mano”. (Atti 19:26, Na) Queste parole causarono una notevole agitazione nella città di Efeso. Si formò una turba. Questa provocò un grande tumulto, ‘e le persone gridarono, per quasi due ore: “Grande è Artemide degli Efesini!”’ “Quando il tumulto fu cessato Paolo radunò i discepoli e dopo averli esortati [i suoi fratelli], li salutò e partì per andare in Macedonia. Egli percorse quei paesi e dopo aver rivolto molte esortazioni a quei fedeli, passò in Grecia”. — Atti 19:34; 20:1, 2, Na.

      18. Perché è necessario smascherare la falsità dell’adorazione delle immagini?

      18 Ciò che avvenne ai giorni di Asa e di Paolo, si verifica anche oggi. L’adorazione delle immagini, che è falsa adorazione, dev’essere portata all’attenzione delle persone superstiziose che cercano la verità e la giustizia, affinché possano allontanarsi dalla loro falsa religione.

      19. Che cosa dà il coraggio di affrontare e vincere l’opposizione religiosa?

      19 I sorveglianti cristiani come Paolo comprendono di avere il privilegio di parlare agli estranei della buona notizia, ma nello stesso tempo i sorveglianti devono incoraggiare gli stessi fedeli cristiani esortandoli a continuare il cammino sulla giusta via. La fedeltà di Paolo nella persecuzione stimolò quei cristiani veramente dedicati a Dio a continuare la loro opera anche se Paolo li lasciava. Vedere che le persone abbandonano l’adorazione degli idoli e si associano ai veri adoratori di Geova è molto incoraggiante, ma si deve anche affrontare l’ira dell’organizzazione religiosa che queste persone lasciano. La fede in ciò che si crede permette di andare incontro alle prove, ma si può affrontarle con più coraggio associandosi regolarmente con la congregazione del popolo di Dio, che ha la stessa mentalità e lo stesso spirito.

      INCORAGGIAMENTO RECIPROCO

      20. Hanno anche i sorveglianti bisogno di incoraggiamento? Che cosa indicano le Scritture?

      20 Vi siete mai soffermati a pensare che anche il sorvegliante che assiste la congregazione a fare progresso verso la maturità cristiana ha bisogno di incoraggiamento? Spesso egli può essere incoraggiato e rafforzato nella fede dalla persona più umile, più mansueta e più timida della congregazione. La sola presenza di quella persona alle adunanze e lo scambio di parole con essa aiuta il sorvegliante ed altri membri della congregazione di Dio ad assistersi a vicenda. Nella sua lettera ai Corinzi Paolo disse di esser stato incoraggiato dalla congregazione. Egli ci dice come apprese che lo spirito di Tito era stato “tranquillizzato da voi tutti” nella congregazione. Tito aveva un importante incarico di sorvegliante nella chiesa primitiva, e fu edificato e incoraggiato da coloro che servì. Tito amò questa congregazione perché notò l’ubbidienza di tutti i suoi membri. Che effetto ebbe questa riuscita visita di Tito su Paolo, l’apostolo dei Gentili, colui che provava “l’ansietà per tutte le chiese” tutti i giorni? Paolo ci dice che effetto gli fece: “Godo di poter contar su voi in ogni cosa”. (2 Cor. 7:13, 16, Na) Sì, Paolo fu reso forte e coraggioso mediante la fede della congregazione.

      21. Come diedero coraggio ai suoi fratelli cristiani le esperienze di Paolo in prigione?

      21 D’altra parte, l’incrollabile fedeltà di Paolo anche quando si trovò in prigione a Roma diede coraggio ai suoi fratelli. Le catene di Paolo “per Cristo apparvero palesi all’intero pretorio e a tutti gli altri, sicché molti dei fratelli nel Signore, incoraggiati dalle mie catene, hanno preso più ardire nell’annunziare senza timore la parola d’Iddio”. (Filip. 1:13, 14, Na) Il giusto esempio che Paolo diede andando in prigione per la giustizia fu uno stimolo per le congregazioni cristiane. Le lettere che Paolo scrisse alle congregazioni d’ogni parte del mondo mentre era in prigione stimolarono tutti i seguaci di Cristo e li spinsero ad avanzare intrepidamente. Paolo fu felice e si rallegrò di vedere il coraggio dei suoi fratelli che parlavano della parola di Dio malgrado ciò che accadeva loro nei vari distretti dell’Impero Romano. Oggi avviene la stessa cosa.

      22, 23. (a) Come si comportano oggi i veri cristiani quando i loro fratelli sono perseguitati? (b) Quale consiglio diede Pietro per andare incontro alla persecuzione?

      22 Quando il cristiano è messo in prigione perché annuncia la buona notizia, o quando è messo in un campo di concentramento perché rifiuta di dire che la salvezza viene da un uomo come Hitler e dal suo governo, o quando è perseguitato o molestato perché parla della Bibbia ai suoi vicini mentre la legge del paese dice che non si può parlare ad alcuno del regno di Dio, il popolo di Dio mostra coraggiosamente la sua fede a tutto il mondo. Cerchi pure l’organizzazione del Diavolo di soffocare la predicazione della buona notizia del regno di Dio in questi ultimi giorni, ma i suoi tentativi avranno l’effetto opposto. La luce della Parola di Dio risplenderà malgrado la grande persecuzione e la tribolazione che dovranno subire i fedeli servitori di Dio. Questo avviene oggi fra i veri cristiani come avvenne fra quelli che formarono la primitiva schiera di cristiani. Pietro diede ai cristiani testimoni di Geova e a tutti gli altri che vogliono uscire da questo mondo mortalmente spaventato questo consiglio:

      23 “Ma d’altra parte, beati, quando soffrirete per la giustizia. ‘Non abbiate di loro alcun timore e non siate spaventati’, ma santificate nei vostri cuori il Signore, che è il Cristo, sempre pronti a difendervi, con dolcezza e rispetto, di fronte a chiunque vi chiede conto della speranza che è in voi”. — 1 Piet. 3:14, 15, Na.

      24, 25. (a) Perché i timori del mondo non dominano la vita di quelli che sono dedicati a fare la volontà di Geova, ma che cosa permette loro di vincere il mondo? (b) In che modo diedero coraggio a Paolo i fratelli di Roma, mostrando così il loro amore per Gesù?

      24 Oggi viviamo nel tempo in cui il mondo ha paura, cioè paura di annientarsi. Ma perché vi è tale paura fra le nazioni? Perché non v’è amore. Gesù disse: “Amatevi scambievolmente, come io ho amato voi”. (Giov. 15:12, Ri) Troverete questo amore nelle persone dedicate a fare la volontà di Geova, che sono pronte a soffrire per la giustizia, con dolcezza. Ma dov’è oggi l’amore fra le nazioni o anche fra le persone delle varie nazioni? Se vorrete trovare questo amore dovrete separarvi dalle nazioni come fecero Gesù e i primi cristiani. Gesù disse: “Essi non sono del mondo come io non sono del mondo”. (Giov. 17:16, Na) Per prendere questo atteggiamento nello sbigottito mondo d’oggi ci vuole coraggio. Tuttavia è possibile, poiché Gesù disse: “Nel mondo voi avete afflizioni; ma fatevi coraggio! Io ho vinto il mondo”. (Giov. 16:33, Na) Anche voi potete vincere se siete cristiani dedicati. Molti hanno ottenuto la vittoria, e i vostri fratelli vi aiuteranno anche se a volte la situazione sembrerà difficile. Quando Paolo era in viaggio verso la prigione di Roma la congregazione andò a incontrarlo, come dice il racconto di Atti 28:14, 15 (Na): “Da Roma, i fratelli, che avevano sentito parlare di noi, ci vennero incontro fino al Foro di Appio e alle Tre Taverne. Paolo, nel vederli, rese grazie a Dio e prese coraggio”.

      25 Questi fratelli provenienti da Roma andarono a incontrare uno che era loro estraneo, ma era un fratello in catene. Non avevano mai visto Paolo; ma ricordarono le parole di Gesù: “Fui pellegrino e mi alloggiaste; ero nudo e mi rivestiste; infermo, e mi visitaste; carcerato, e veniste a trovarmi”. (Matt. 25:35, 36, Na) I dedicati cristiani di Roma non ebbero mai occasione di servire Cristo Gesù come l’ebbero gli apostoli, Marta e Maria e molti altri che avevano provveduto alle necessità di Gesù in Palestina. Ma Gesù disse: “In verità vi dico: ogni volta che voi avete fatto queste cose a uno dei più piccoli di questi miei fratelli, l’avete fatta a Me”. Ciò che era fatto a Paolo era come fosse fatto a Gesù. Il semplice fatto che erano andati incontro a Paolo mostrò l’amore e la fede che la congregazione aveva verso un fratello fedele, e questo gesto da parte della congregazione diede coraggio a Paolo. — Matt. 25:40, Na.

      26. Come possiamo oggi, anche di fronte all’opposizione religiosa, mantenerci coraggiosi e aver saldo il cuore?

      26 Avete bisogno di coraggio? Raduniamoci dunque insieme, e “non disertiamo la nostra adunanza, (come fanno taluni) ma incoraggiamoci scambievolmente, quanto più vedete che si avvicina quel giorno”. (Ebr. 10:25, Na) Oggi migliaia di persone, consapevoli delle loro necessità spirituali, si allontanano da questo empio mondo e cercano la verità con i testimoni di Geova. Esse provengono dai più svariati gruppi religiosi, e anche di mezzo a coloro che dicono di non essere affiliati ad alcuna religione. Perché? Perché amano la vita, e i testimoni di Geova studiano la Bibbia. Questo le aiuterà a rafforzare la loro fede in Dio, il Datore della vita. Man mano che queste migliaia di persone studieranno la Parola di Dio con la congregazione del dedicato popolo di Dio, la loro fede sarà rafforzata e diverranno coraggiose e forti, ciò che è necessario in questi giorni. Non condividono più la paura del mondo, perché gli attivi testimoni di Geova attendono effettivamente la distruzione di questo sistema di cose nella battaglia di Armaghedon. Nell’attesa proclamano il regno di Geova quale sola speranza dell’umanità. Anche se le nazioni e la maggioranza dei popoli del mondo non sono d’accordo con il loro confortante messaggio, anche se molti testimoni di Geova sono perseguitati, imprigionati, perfino uccisi perché predicano la Parola di Dio, richiamano alla mente le incoraggianti parole del salmista Davide: “Siate coraggiosi e sia saldo il vostro cuore, voi tutti che sperate in Geova”. — Sal. 31:24.

  • Siate imitatori di Cristo e mostrate il vostro coraggio
    La Torre di Guardia 1962 | 1° aprile
    • Siate imitatori di Cristo e mostrate il vostro coraggio

      1. (a) Che cosa significa esser cristiani? (b) Sono sufficienti la dedicazione e il battesimo?

      DITE di essere cristiani? Se la vostra risposta è “Sì”, potreste darne prova all’apostolo Paolo? Ascoltate mentre ci parla: “Lasciando da parte la dottrina elementare su Cristo, eleviamoci a quello che è più perfetto, senza fermarci di nuovo sulle verità fondamentali, quali sono: il pentimento delle opere morte e la fede in Dio”. (Ebr. 6:1, Na) Se siamo cristiani significa che abbiamo dedicato la nostra vita al servizio o all’adorazione di Dio e che abbiamo fatto pubblica confessione di questo passo essendo battezzati. Si è fermato a questo punto il nostro progresso di cristiani? Non pensiamo nemmeno lontanamente che con questo abbiamo fatto tutto ciò che si deve fare. Niente affatto! È solo il principio con cui siamo “rigenerati ad una speranza viva”. — 1 Piet. 1:3, Na.

      2. A che cosa paragonò Paolo i dedicati cristiani, e quale ricompensa spetta a tali cristiani?

      2 La persona veramente dedicata deve andare avanti e fare progresso. Avendo “assaporato la bella parola di Dio” deve coraggiosamente imitare Cristo e continuare a fare la volontà di Dio. A questo scopo Geova ha versato il suo spirito santo su ogni carne e ha quindi rivelato le meravigliose cose di Dio. Il cristiano, avendo modo di acquistare conoscenza di Dio e dei suoi propositi, è come il suolo che s’imbeve di pioggia. Ora deve diventare produttivo. L’apostolo Paolo disse: “La terra, infatti, che s’imbeve della pioggia abbondante caduta su di lei e produce frutti utili a chi la coltiva, riceve le benedizioni di Dio; ma se produce spine e scardiccioni, è riprovata e prossima ad esser maledetta; finirà coll’esser bruciata”. (Ebr. 6:7, 8, Na) Che terreno vogliamo essere? Terreno buono, naturalmente, poiché delle persone simili a terreno buono Gesù disse: “Son coloro che hanno ascoltato la parola e la conservano in un cuore onesto e buono, e producono frutto, con perseveranza”. — Luca 8:15, Na.

      3. (a) Quali sono le “opere della carne”, e chi le produce? (b) Per produrre quali frutti operano i veri cristiani?

      3 Che cosa producete quali cristiani nell’organizzazione di Dio? Buoni frutti? O frutti simili a quelli prodotti da milioni di cosiddetti cristiani, le “opere della carne”, come le definisce l’apostolo Paolo? Con un linguaggio esplicito egli elenca fra le “opere della carne”, la “fornicazione, l’impurità, la dissolutezza, l’idolatria, la magia, le inimicizie, le contese, le gelosie, le ire, le risse, le discordie, le sette, le invidie, le ubriachezze, le gozzoviglie ed altre cose simili”. (Gal. 5:19-21, Na) Questi sono frutti cattivi, “spine e scardiccioni”. Ma quante persone nella cristianità portano buon frutto “con perseveranza”? I frutti prodotti dal vero cristiano, perché possa ‘elevarsi a quello che è più perfetto’, dovranno essere “carità [amore], gioia, pace, pazienza, benignità, bontà, fedeltà, dolcezza, temperanza”. (Gal. 5:22, 23, Na) Per produrre amore, gioia e pace oggi, in questo mondo pieno di contese, odio e ire ci vuole coraggio.

      4. Come consigliò Paolo i cristiani di produrre frutti migliori?

      4 Paolo aveva sincero amore per i suoi fratelli ed era convinto che i loro frutti non sarebbero stati “spine e scardiccioni”, ma le cose migliori, che sarebbero state accompagnate dalla salvezza. Perciò Paolo volle esortare i cristiani a produrre frutti migliori. Ne avevano tanto bisogno! Quindi disse: “Iddio infatti non è ingiusto e non dimentica ciò che avete fatto, . . . Desideriamo non di meno che ciascuno di voi dimostri il medesimo zelo . . . sicché invece di esser pigri, imitiate coloro che, mediante la fede e la pazienza, sono eredi delle promesse”. (Ebr. 6:10-12, Na) Ogni cristiano deve mostrare vivo interesse per la speranza che gli è posta dinanzi sino alla fine. Nessuno può diventare pigro, perché in tal caso non erediterà mai le promesse.

      5. Perché si deve evitare la pigrizia?

      5 Questa dichiarazione di Paolo è tanto vera oggi quanto lo fu millenovecento anni fa, allorché la pronunciò. Oggi ogni membro della congregazione di Dio dev’essere un dedicato, ordinato ministro, che predica e insegna, e non c’è tempo da ora “sino alla fine” per diventare pigri. Il cristiano deve essere pieno di energia. Egli intraprese l’opera per compierla. Altrimenti non vi sarebbe alcuna base per cui la sua speranza si realizzasse. Paolo era di questo parere circa l’adempimento dei suoi obblighi e disse: “Guai a me se non annunziassi il Vangelo!” (1 Cor. 9:16, Na) Se mai vi fu un energico seguace di Cristo desideroso di aiutare tutte le persone a proclamare il regno di Dio questi fu Paolo. Egli disse: “Mi son fatto servo di tutti, per guadagnare i più”. (1 Cor. 9:19, Na) Egli non stimò le persone pigre. C’era del lavoro da fare. Il suo Maestro, Gesù, era morto per questa opera e Paolo, che fu un buon imitatore di Gesù, poté dirci: “Siate miei imitatori, come anch’io lo sono di Cristo”. — 1 Cor. 11:1, Na.

      6. A quali domande dobbiamo rispondere quali cristiani, e quali sono le giuste risposte?

      6 Quali cristiani, potete dire di ‘non essere pigri nello zelo’, di essere “di spirito ferventi” e “del Signore [Geova] schiavi”? Siete voi, a causa della predicazione della buona notizia del regno di Dio, “nella tribolazione pazienti”? (Rom. 12:11, 12, Na) Potreste dire di sì; ma quanto tempo dedicate a parlare con altri di Geova, il Creatore del cielo e della terra, e del suo Figlio, Cristo Gesù, e del Regno per la cui venuta pregate nel Paternoster? Dedicate dieci ore al mese a questa opera di parlare, solo due ore e mezza alla settimana o venti minuti al giorno? Pensateci! Questo tempo non è troppo per il cristiano che vuole mostrare di essere imitatore di Cristo, non vi pare?

      7. (a) Quanti proclamatori, in media, hanno dedicato il loro tempo a dichiarare la buona notizia nel 1961? In quanti paesi? (b) Che è accaduto nei paesi totalitari? (c) A fare che cosa dovrebbero essere stimolati tutti i cristiani dal coraggio di coloro che si trovano in paesi totalitari?

      7 I testimoni di Geova non possono essere pigri nel loro lavoro. Essi hanno l’incarico di profetizzare e parlare in tutto il mondo delle meravigliose cose di Dio. Nella loro organizzazione mondiale, 884.587 persone, in media, hanno impiegato ogni mese del 1961 alcune ore a dichiarare la buona notizia del regno di Dio. Hanno incontrato molta opposizione alla loro predicazione in molti dei 185 paesi e isole del mare in cui hanno predicato, particolarmente al di là della Cortina di Ferro. Nei paesi soggetti all’oppressione totalitaria notiamo una netta diminuzione nel numero dei ministri che parlano ad altri della Parola di Dio. L’opposizione è stata molto grande, e vi è stata una perdita di 9.405 proclamatori regolari. Potrebbe darsi tuttavia che non tutti i rapporti di questi testimoni di Geova perseguitati e ostacolati fossero pervenuti alle filiali. Ma quale coraggio devono aver avuto i testimoni di Geova in questi paesi per continuare a imitare Cristo Gesù e rimanere nel ministero! Ciò dovrebbe essere di stimolo per tutti i cristiani d’ogni altro luogo a dedicare più tempo alla grande opera di istruzione biblica compiuta in questi ultimi giorni e sino alla fine di questi giorni.

      8. In quali modi è progredita l’opera dei testimoni di Geova l’anno scorso?

      8 In tutta la terra i testimoni di Geova hanno avuto l’anno scorso un aumento del 3,9 per cento nel numero di coloro che prendono parte alla proclamazione del Regno. Ma in 175 Paesi, esclusi quelli al di là della Cortina di Ferro e quelli dove l’opera è al bando e i cui rapporti sono incompleti, l’aumento medio dei proclamatori del Regno è stato del 5,8 per cento, che vuol dire 42.614 testimoni di Geova in più. Ma se sottraiamo da questi la diminuzione che si è avuta nel numero dei ministri nei dieci paesi dove i testimoni di Geova sono al bando, l’aumento netto nel numero dei ministri che fanno regolarmente servizio ogni mese è stato di 33.209 proclamatori in tutto il mondo. Il numero massimo di Testimoni attivi l’anno scorso è stato 965.169: una folla di lodatori veramente grande.

      9, 10. (a) Che cosa dovrebbero ricordare tutti, e perché non dovrebbero cercare scuse per evitare le responsabilità? (b) Il fatto che vi sono stati più proclamatori ha significato maggiore attività? (c) Come avrebbe potuto esservi maggior progresso?

      9 Molti di coloro che affermano di essere testimoni di Geova hanno tuttavia alcune cose serie a cui pensare. Tutti dovrebbero sapere che Geova scruta i cuori. Inoltre tutti dovrebbero ‘ricordare quelli che sono stati a loro preposti, i quali hanno loro annunziato la parola di Dio; e considerando l’esito del loro tenor di vita, dovrebbero imitare la loro fede. Gesù Cristo è il medesimo ieri e oggi, ed è anche per i secoli’. (Ebr. 13:7, 8, Ri) Paolo disse: “Non vi lasciate trascinare da dottrine diverse e straniere”. Perciò non cercate scuse per evitare le vostre responsabilità. Essendo cristiani i testimoni di Geova hanno un’opera da fare, perciò chiunque afferma di essere dedicato a Geova Dio deve esaminarsi per vedere se sta veramente facendo l’opera di Dio ed è un imitatore di Gesù Cristo, sia egli un giovane studente, una persona non sposata senza obblighi o una persona sposata. Tutti devono essere cristiani ogni giorno. La loro luce deve risplendere. Come e fino a che punto risplende la vostra luce?

      10 Con 33.209 altri testimoni di Geova che hanno fatto rapporto di servizio nel 1961, sono state dedicate alla predicazione della buona notizia solo 1.032.856 ore in più. Perché? Se solo questi testimoni di Geova avessero fatto risplendere la loro luce venti minuti al giorno, due ore e mezza alla settimana, dieci ore al mese, avrebbero potuto dedicare durante l’anno 3.985.080 ore alla predicazione della buona notizia. In tutto il mondo la media delle ore per proclamatore di congregazione è diminuita, e la stessa cosa può dirsi dei pionieri e dei pionieri speciali. Perché?

      11. È aumentato il numero degli studi biblici rispetto all’anno precedente?

      11 Durante l’anno sono stati tenuti 23.443 studi biblici in meno. Meno ore dedicate in media dai proclamatori del Regno significano meno studi biblici. Ci vuole tempo per tenere uno studio biblico, eppure vi erano più persone per tenere studi biblici. Che cosa è accaduto? Potrebbe darsi che alcuni abbiano perduto troppo tempo, che non abbiano adempiuto alle loro responsabilità, che non imitino Cristo?

      12. È aumentato il numero dei pionieri, e perché questo preoccupa l’organizzazione di Dio?

      12 Un’altra notevole debolezza del rapporto indica che quest’anno vi sono stati nel campo 1.227 pionieri meno dell’anno scorso. Eppure 33.209 persone in più hanno partecipato regolarmente all’opera quali proclamatori di congregazione. Nei paesi in cui si gode di maggior libertà si è avuto un aumento di 42.614 proclamatori. Dov’è fra questi e gli altri proclamatori lo spirito di pioniere, come l’ebbe l’apostolo Paolo?

      13. Quale ammonimento diede Paolo a tutti riguardo alla loro responsabilità?

      13 Man mano che l’organizzazione dei testimoni di Geova s’ingrandisce, si deve prestare più attenta sorveglianza ai singoli individui che ne fanno parte. Stanno facendo questo i servitori di congregazione, i servitori di circoscrizione e i servitori di distretto? Quanto è necessario dare ascolto all’ammonimento: “Badate, o fratelli, che qualcuno di voi non abbia un cuore malvagio e incredulo, al punto da allontanarsi dal Dio vivente, ma esortatevi a vicenda ogni giorno, fino a che ‘l’Oggi’ si può chiamar tale, affinché nessuno di voi s’indurisca, cedendo alla seduzione del peccato”. (Ebr. 3:12, 13, Na) Fratelli, Paolo comprese la sua responsabilità; la comprendete voi?

      14. Quante ore sono state dedicate alla predicazione nel 1961, ma quali domande sorgono?

      14 Attualmente nella maggior parte dei paesi del mondo i testimoni di Geova non hanno le prove e le difficoltà a cui vanno incontro i loro fratelli al di là della Cortina di Ferro. Quante persone possono valersi di questo fatto e disporre le loro cose e il loro tempo in modo da partecipare maggiormente alla predicazione della buona notizia ovunque esse siano? È vero che nell’anno di servizio 1961 sono state dedicate 132.695.540 ore alla predicazione della buona notizia del regno di Dio, ma se ne sarebbero potute dedicare di più? In questo vecchio mondo le cose vanno forse così bene da far dimenticare il tempo che si spera di trascorrere nel nuovo mondo? Questo non è il momento di “allontanarsi dal Dio vivente”. Sia saldo il vostro cuore. Sì, sperate in Geova. — Sal. 27:14.

      15. Che cosa è invitato a fare ogni proclamatore?

      15 Quando studiate la tavola del servizio di campo del 1961 alle pagine 214-217 notate alcuni dei grandi e prosperi paesi industriali del mondo e cercate di spiegarvi perché vi sia stato in tali paesi solo il 2 o il 3 per cento d’aumento nei proclamatori. Confrontate il totale delle ore del vostro paese con il totale delle ore dell’anno scorso e vedete se avete dato una maggiore testimonianza nel vostro territorio assegnato. In caso contrario, chiedetevi: Perché? Sono anch’io in parte responsabile della diminuzione, dell’apparente stasi nell’opera, o del poco progresso fatto? Ogni persona dedicata ha dinanzi a Geova Dio la responsabilità di predicare la buona notizia. Questo messaggio del Regno è decisivo per la vita di milioni di persone prima che scoppi Armaghedon. Che parte ha avuto nel rapporto la vostra congregazione? Ogni persona dedicata dovrebbe considerare queste cose. Ritenete che ogni casa del vostro territorio sia stata visitata abbastanza spesso? Hanno forse rallentato o sono divenuti noncuranti i membri dedicati della vostra congregazione? Vi siete dati da fare per aiutare alcuni fratelli se stavano rallentando? Siete contenti del vostro rapporto di servizio? Servite Geova con tutto l’animo?

      16. Malgrado alcuni dicano che andiamo troppo spesso alle loro case, come dovremmo considerare il problema?

      16 I testimoni di Geova devono riflettere su queste domande, perché sono servitori di Dio, sì, “ambasciatori, da parte di Cristo” e, se sono veramente suoi ambasciatori, devono imitare Cristo. Indubbiamente, molte persone ci dicono che andiamo troppo spesso alle loro porte. Ma d’altra parte, milioni di persone ne sono confortate. Dobbiamo forse rallentare nel fare il bene perché alcuni non vogliono il bene? Ecco il parere di Paolo in merito: “Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male col bene”. (Rom. 12:21, Na) Quando il cristiano continua a lavorare per vincere il male col bene, in questo empio mondo è fatto molto bene.

      17. Quale bene è stato fatto durante l’anno con le riviste La Torre di Guardia e Svegliatevi! e con i libri e gli opuscoli?

      17 Pensate quanto bene è fatto ai lettori delle riviste La Torre di Guardia e Svegliatevi! Durante l’anno i testimoni di Geova hanno ottenuto 1.322.695 nuovi abbonamenti. Questo è eccellente, ed anche la distribuzione delle singole copie delle riviste, La Torre di Guardia e Svegliatevi!, è stata buona. In tutto il mondo i fratelli ne hanno distribuite 105.281.876 copie. Questo ha rappresentato un aumento sull’anno scorso di 5.686 nuovi abbonamenti e 8.199.443 copie de La Torre di Guardia e di Svegliatevi! distribuite dai testimoni di Geova. Essi hanno anche lasciato 3.887.207 libri e 10.763.408 opuscoli.

      18. (a) Qual è stato il risultato nel campo delle visite ulteriori? (b) Quante congregazioni sono state formate durante l’anno?

      18 Pensate quanto bene è stato fatto con le visite ulteriori. Le visite ulteriori alle persone interessate sono aumentate di 563.287. In tutto il mondo sono state formate 549 nuove congregazioni, facendo un totale di 21.557 congregazioni. A visitare queste congregazioni è stato mandato un maggior numero di servitori di circoscrizione e di distretto, e di questi servitori speciali ve ne sono in tutto 1.870.

      19. Quali interessanti cifre dobbiamo considerare riguardo alla Commemorazione?

      19 Per soddisfare la domanda mondiale di letteratura le famiglie Betel hanno fatto salire il numero dei loro membri a 1.376. Nel 1961 hanno assistito alla Commemorazione più persone dell’anno prima. Vi sono stati 1.553.909 presenti, un aumento di 34.088 persone. Tuttavia, coloro che partecipavano agli emblemi sono diminuiti, poiché alcuni del rimanente hanno terminato la loro vita terrena nella morte. Quest’anno hanno partecipato agli emblemi 627 persone in meno, il che significa che alla Commemorazione del 1961 hanno partecipato al pane e al vino 13.284 persone in tutto.

      20. Quali aumenti vi sono stati nella produzione di letteratura?

      20 Per la Società, ansiosa di diffondere la buona notizia, questo è stato uno degli anni più intensi per il lavoro di stampa onde soddisfare la richiesta di Bibbie, libri e riviste da parte dei fratelli di ogni paese del mondo. La produzione totale della rivista La Torre di Guardia ha raggiunto 95.296.708 copie in 61 lingue, e la produzione totale della rivista Svegliatevi! ha raggiunto 88.969.505 copie in 23 lingue. La Società ha stampato anche 5.851.105 Bibbie e altri libri e 13.084.075 opuscoli. È interessante anche notare che fino ad ora la Società ha stampato letteratura in 146 diverse lingue, e che sono ora in via di preparazione alcuni trattati in altre lingue, che si spera verranno stampati nell’anno di servizio 1962.

      21. Grazie alle contribuzioni fatte per l’opera, che cosa ha potuto fare la Società per promuovere l’opera?

      21 La Società è stata lieta che durante l’anno altri pionieri speciali abbiano cominciato il servizio, ed ora vi sono 6.377 pionieri speciali, compresi i missionari, che lavorano in 153 diversi paesi della terra. Questo rappresenta un aumento di 487 pionieri speciali. La Società Torre di Guardia, mediante le contribuzioni fatte per l’opera, ha speso L. 1.443.868.207 per aiutare questi fratelli e sorelle.

      22. In quale altro modo hanno mostrato i testimoni di Geova di essere attivi e coraggiosi?

      22 I testimoni di Geova, oltre ad andare di casa in casa, fare visite ulteriori e tenere studi biblici di un’ora nelle case delle persone interessate, hanno indetto 727.482 adunanze pubbliche tenute in varie lingue in tutte le parti del mondo. Tutto questo rivela il loro zelo e il loro coraggio nel predicare la buona notizia del regno di Dio in tutto il mondo. Tutto ciò è stato fatto nonostante opposizione, persecuzione e molte avversità. Oggi Gesù farebbe la stessa cosa se fosse sulla terra. I testimoni di Geova sono imitatori di Cristo perché hanno fede in lui. Questa fede li mantiene attivi. Anche Pietro, un testimone di Geova, ebbe tale fede e disse: “Secondo la sua grande misericordia ci ha rigenerati ad una speranza viva mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti”. (1 Piet. 1:3, Na) I testimoni di Geova vorrebbero che tutte le persone avessero tale speranza, e per questa ragione sono divenuti imitatori di Cristo Gesù e mostrano coraggio predicando la buona notizia negli ultimi giorni di questo empio sistema di cose.

      23. Che cosa sono incoraggiati a fare ora coloro che affermano di essere cristiani?

      23 Affermate di essere cristiani? Amate la buona notizia del regno di Dio? Perché dunque non vi associate ai testimoni di Geova per fare la semplice opera compiuta dagli apostoli, cioè andare di casa in casa, fare visite ulteriori, tenere studi biblici e predicare la buona notizia in qualsiasi condizione avversa? Paolo mostrò come potete mostrare il vostro coraggio cristiano quando disse: “Siate miei imitatori, come anch’io lo sono di Cristo”. — 1 Cor. 11:1, Na.

      [Prospetto alle pagine 214-217]

      RAPPORTO MONDIALE DEL SERVIZIO COMPIUTO DAI TESTIMONI DI GEOVA NELL’ANNO 1961

      (Vedi l’edizione stampata)

  • Non si sentirebbe a suo agio nella cristianità
    La Torre di Guardia 1962 | 1° aprile
    • Non si sentirebbe a suo agio nella cristianità

      Rispondendo alla domanda: “Che cosa accadrebbe se Cristo venisse fra noi oggi?” l’ecclesiastico Ralph W. Sockman, della Chiesa di Cristo di New York, disse: “Il pubblico vuole una religione più comoda di quella che insegnò Cristo. Gesù non fu un venditore che offrì la via per giungere ad una piacevole sistemazione sociale o al successo finanziario. Le folle in cerca di sensazioni e i superficiali frequentatori della chiesa rimarrebbero delusi da Gesù e smetterebbero di ascoltare.

      “Come giudicherebbe Cristo la nostra civiltà? Direbbe ad essa ciò che disse alla sua città capitale di Gerusalemme: Che non conosciamo e non pratichiamo le cose che contribuiscono alla nostra vera pace. Condannerebbe il nostro eccessivo materialismo che ci acceca impedendoci di vedere le cose invisibili ed eterne. Denuncerebbe severamente il nostro rigido nazionalismo, le nostre caste sociali, le nostre barriere razziali. Cristo non si sentirebbe a suo agio in molte chiese erette nel suo nome, perché abbiamo permesso che i metodi ecclesiastici e la mondanità distruggessero la semplicità e la genuinità del suo vangelo originale”. — Cosmopolitan del dicembre 1958.

  • Rapporto dell’“Annuario” sull’Italia
    La Torre di Guardia 1962 | 1° aprile
    • Rapporto dell’Annuario sull’Italia

      Popolazione: 50.848.000

      Proporzione dei procl.: 1 su 8.066

      Massimo dei proclamatori: 6.304

      LA LUCE della Parola di Dio sta spazzando via le tenebre in cui la falsa religione ha tenuto per secoli il popolo. La predicazione del messaggio del Regno è stata compiuta solo in una piccola parte d’Italia, e vi è molto territorio che dev’essere ancora lavorato dai proclamatori della buona notizia. Coloro che hanno dedicato la loro vita a Geova Dio in Italia sanno che il sorvegliante dovrebbe ‘pascere il gregge di Dio che gli è stato affidato’. (1 Piet. 5:2) Ma non è solo responsabilità del sorvegliante di radunare insieme le “pecore”. Anzi, ogni membro della congregazione deve andare a cercare le “altre pecore” e quindi aiutarle a giungere alla maturità affinché possano entrare a far parte della congregazione di Dio, per esservi dovutamente nutrite. Poiché nel paese vi è ancora molto territorio vergine, continuano ad essere richiesti altri operai. Quelli che vi sono mostrano coraggio e si trasferiscono in nuovi territori il più rapidamente possibile. Segue il rapporto del servitore di filiale sull’Italia, sulla Libia e sulla Somalia.

      Un pioniere speciale, la cui assegnazione è la città costiera di Rimini, visita regolarmente la piccola Repubblica di San Marino, che è completamente circondata da territorio italiano. Il fratello scrive: “La prima volta che andai a predicare a San Marino la buona notizia lessi all’ingresso della Repubblica un cartello con queste parole: ‘Benvenuti nell’Antico Paese della Libertà’. Questo renderà sicuramente la mia opera più facile, pensai. Ma durante la mia seconda visita a San Marino fui fermato dal capitano delle guardie che mi ordinò di non tornare a San Marino. L’ufficiale disse sfacciatamente che Cristo poteva governare nel regno celeste, ma a San Marino comandava lui. A quel tempo, il paese era governato dai socialcomunisti, ma qualche tempo dopo andarono al potere i democristiani e nel tempo che essi governarono fui espulso cinque volte dalla Repubblica. Ma continuai a tornare a San Marino spiegando che andavo a trovare certi miei personali amici. Il risultato? La Bibbia è ora disponibile in un paese dove precedentemente nemmeno le librerie la vendevano. È stata distribuita molta letteratura biblica e sono stati ottenuti molti abbonamenti. Uno studio biblico iniziato con due persone interessate è ora tenuto con un gruppo di quattro, due delle quali hanno appena cominciato a predicare”.

      Il sorvegliante di una delle oltre trenta congregazioni della Sicilia, l’isola che è in fondo allo stivale, scrive che un giorno,

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