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Sorveglianti della vitaLa Torre di Guardia 1962 | 15 ottobre
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Sorveglianti della vita
1. Che cosa ha disposto Geova perché tutta la creazione sia in armonia con lui, e che cosa è necessario per avere la vita?
GEOVA è il grande Sorvegliante. Egli sorveglia fedelmente tutta la sua creazione per assicurarsi che sia fatta la sua volontà e che quelli che hanno diritto alla vita camminino sulla giusta via onde mantenerla. Egli è un Dio di proposito e di ordine. Perché vi fosse una buona organizzazione, le creature spirituali e i corpi animati e inanimati furono tutti messi ai loro rispettivi posti, e furono stabilite leggi morali e fisiche affinché ogni creazione rimanesse in armonia con lui. Benché un numero incalcolabile di chilometri lo separi da alcune sue creazioni, egli è tuttavia in grado di sorvegliarle attentamente. Parlando della possibilità di Geova di vedere a grandi distanze, il salmista Davide esclamò: “Il Signore [Geova] è nella vasta dimora della sua santità, il Signore [Geova] è nei cieli, suo trono. I suoi occhi vedono, le sue pupille scrutano i figli dell’uomo”. (Sal. 11:4, Na) Essendo il grande Sorvegliante, egli ispeziona, dirige e corregge dove occorre. Essere trovati in armonia con le sue disposizioni significa vita, sia nel lontano passato che nella moderna generazione. Il giorno della sua ispezione è arrivato. — 1 Piet. 2:12.
2. Che cosa significa la parola “sorvegliante” secondo l’ebraico e il greco?
2 Le parole corrispondenti a “sorvegliante” in ebraico (pagíd) e in greco (epískopos) derivano entrambe da radici il cui significato fa pensare a uno che compie una visita per fare un’ispezione. La visita o ispezione potrebbe essere amichevole od ostile, a seconda della condizione trovata e di ciò che occorre per correggerla. Per adempiere dovutamente le sue responsabilità, il sorvegliante deve sapere dove guardare, che cosa guardare e come applicare i princìpi del Supremo trovandosi in determinate situazioni. Gli sarebbe stata concessa l’autorità di elargire benedizione e lode, ma anche punizione e correzione; egli tuttavia sarebbe stato responsabile dinanzi a Geova del modo in cui avrebbe adempiuto il suo incarico.
3. Come mostrò l’unigenito Figlio di essere un buon sorvegliante?
3 La prima creazione di Geova, un Figlio unigenito, fu un fedele sorvegliante. Lavorando insieme al Padre suo quale principale Artefice, egli fece “tutte le cose . . . nei cieli e sulla terra; le visibili e le invisibili; siano troni, siano signorie, siano principati, siano potestà”. (Col. 1:16, VR) Poiché quando fu sulla terra svolse fedelmente il suo incarico di sorvegliante, gli è stata conferita maggior gloria e potenza, quale Re del regno di Geova, “affinché nel Nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio delle creature celesti, terrestri”. — Filip. 2:10, Na.
4. Paragonate la condotta del Figlio unigenito con quella del cherubino protettore.
4 La condotta dell’unigenito Figlio fu notevolmente in contrasto con quella di un altro figlio spirituale di Geova, un cherubino, al quale erano stati affidati certi incarichi sul pianeta terrestre. La sua non era un’assegnazione poco importante, anche se il nostro pianeta terrestre, in paragone alla vasta creazione dell’universo, non è che un granello di polvere. Era giunto il tempo in cui Dio avrebbe creato delle intelligenti creature carnali che potessero pensare e agire come Egli stesso pensava e agiva, in piccole proporzioni. “Lo creò a immagine di Dio”. (Gen. 1:27) Non v’è alcuna indicazione che queste creature dovessero trovarsi in qualche altra parte dell’universo. Dovevano moltiplicarsi, riempire la terra e assoggettarla finché divenisse tutta un paradiso. Il sorvegliante spirituale avrebbe dovuto interessarsi vivamente che la volontà di Dio fosse fatta sulla terra e che la lode e l’adorazione fossero rivolte a Colui che aveva creato le creature umane e lui stesso. Non sarebbe stato il momento di appoggiarsi sul proprio intendimento.
5. (a) Come mostrarono mancanza di riguardo per la sorveglianza di Geova tanto il cherubino protettore che Adamo ed Eva? (b) Quale pericolo vi è nel nominare sorvegliante un “novizio”?
5 Questo perfetto e ubbidiente figlio di Dio si ribellò al principale Sorvegliante, Geova, e divenne un calunniatore, un oppositore, corrotto di cuore. Egli, il primo uomo e la prima donna furono condannati a morte, senza aver più il privilegio di sorvegliare i lavori di estendere il Paradiso a tutta la terra. La donna Eva ignorò la disposizione organizzativa di chiedere istruzioni al suo capo Adamo. A sua volta Adamo si lasciò accecare dall’egoismo e si fece dirigere da una creatura a lui inferiore nell’organizzazione, anziché da Geova, che gli aveva dato specifiche istruzioni. Non furono all’altezza dell’ispezione quando il grande Sorvegliante, “che camminava nel giardino alla brezza del giorno”, venne per la resa dei conti. (Gen. 3:8) Molti anni dopo l’apostolo Paolo menzionò la caduta del sorvegliante spirituale della terra, allorché Paolo dava istruzioni al giovane sorvegliante Timoteo e indicava i requisiti che i sorveglianti della congregazione cristiana devono soddisfare. Il sorvegliante non deve essere “novizio, affinché, divenuto gonfio d’orgoglio, non cada nella condanna del diavolo. Bisogna inoltre che abbia una buona testimonianza da quelli di fuori, affinché non cada in vituperio e nel laccio del diavolo”. (1 Tim. 3:6, 7, VR) L’autorità conferita a un sorvegliante non è una ragione per gonfiarsi d’orgoglio, e l’uomo convertito di recente avrebbe dovuto dar prova che gli si poteva fiduciosamente affidare tale incarico. Vi è implicata la vita.
6. Come hanno mostrato apprezzamento per la sua sorveglianza i pochi fedeli servitori di Geova, in contrasto con i molti infedeli del passato?
6 Le prime creature umane non vollero avere Geova come pastore, e di conseguenza sia esse che la loro discendenza vennero a trovarsi sotto la condanna del peccato e della morte. Da allora, nella storia dell’uomo, solo un piccolo numero di creature umane hanno cercato il favore di Geova e si sono riconciliate con lui, ed esse sono state felici di farsi sorvegliare da Geova. Sono state felici di ciò che Geova ha fatto per loro. Quando crebbero di numero, per cui furono necessari un’organizzazione, delle leggi e degli statuti, furono felici di accettare le sue istruzioni. Sono anche felici che la storia della terra, le attività buone e cattive degli uomini su di essa, e i propositi di Dio per il futuro siano stati scritti, sotto ispirazione divina, in un Libro. Esaminando questo Libro, notiamo come Dio ha agito con coloro che lo hanno servito e come ha ricompensato quelli che si sono sottomessi alla sua direttiva.
7. Chi ha ricevuto una menzione favorevole prima del diluvio, e quale situazione causò il diluvio dei giorni di Noè?
7 Prima del diluvio universale, che ebbe luogo circa milleseicento anni dopo la caduta di Adamo, pochissimi uomini ricevettero una menzione favorevole nella Bibbia. Abele, che morì come fedele servitore di Geova, ed Enoc, fedele profeta di Geova, furono i principali. Noè, pronipote di Enoc, dopo aver compiuto i cinquecent’anni d’età, divenne padre di Sem, Cam e Jafet. Geova fece un rigoroso esame del modo corrotto in cui l’umanità viveva sulla terra a quel tempo, prima del grande diluvio, e riscontrò che solo otto persone erano diverse dalle altre, poiché “ogni inclinazione dei pensieri del cuore [dell’uomo] era solo male in ogni tempo”. — Gen. 6:5.
8. Come fu Noè un buon organizzatore sotto la direttiva di Geova, e che cosa ne derivò per Noè e per la sua famiglia?
8 Noè accettò la sorveglianza di Geova, e Geova organizzò Noè e la sua famiglia onde terminassero l’arca, per essere preservati, insieme a un determinato numero di animali, e provvedere un nuovo inizio alla vita sulla superficie della terra. Sarebbe stata assolutamente necessaria una buona sorveglianza da parte di Noè per finire l’arca prima che cominciassero a cadere le acque del diluvio, per radunare gli animali e per provvedere che vi fosse abbastanza cibo per essi, per se stesso e per la sua famiglia. Non si poteva lasciar nulla al caso. Vi era implicata la vita. Bisognava controllare ogni cosa, e soltanto quando tutto fu a posto “Geova chiuse la porta dietro di lui”. “E Noè così fece, ed eseguì tutto quello che Dio gli aveva comandato”. (Gen. 7:16; 6:22, Na) Per tale ragione Noè fu un buon sorvegliante.
9. Che cosa possiamo imparare da ciò che accadde ai giorni di Noè?
9 Questo grande diluvio fu un’illustrazione del modo in cui Geova distruggerà l’empietà negli ultimi giorni e lascerà in vita coloro che desiderano servirlo appropriatamente in un giusto nuovo mondo. Ora viviamo in quei giorni ed è bene ricordare il buon esempio di Noè e della sua famiglia nell’accettare la sorveglianza di Geova, il grande Pastore, e della sua organizzazione. — Isa. 26:20, 21; Matt. 24:36-42.
10. Come organizzò Geova la nazione d’Israele, in adempimento alla promessa fatta ad Abrahamo?
10 Circa 426 anni dopo il Diluvio sentiamo parlare della grande fede di Abrahamo, a motivo della quale fu fatto il patto inerente alla progenie tramite cui doveva essere benedetta tutta l’umanità. I dodici figli di suo nipote Giacobbe furono i capifamiglia della nazione d’Israele. Il grande Sorvegliante, Geova, mantenne la promessa fatta ad Abrahamo; e benché in un susseguirsi di avvenimenti gli Israeliti fossero divenuti schiavi dell’Egitto, Geova li organizzò amorevolmente e sorvegliò il loro ritorno nella terra che aveva loro promessa. “Il Signore [Geova] li precedeva, di giorno, in forma di colonna di nube per guidarli nel cammino; di notte, in forma di colonna di fuoco”. — Eso. 13:21, Na.
11. Come organizzò Mosè la nazione d’Israele secondo la sapienza divina?
11 Pensate allo spostamento di una carovana di due o tre milioni di persone, con tutti i loro beni e tutte le parti del tabernacolo, senza i moderni mezzi di trasporto che abbiamo oggi. Un compito organizzativo non insignificante; ma i settanta capi dell’organizzazione sotto Mosè, i sacerdoti, i capi di migliaia, di centinaia, di cinquantine e di decine, sapevano quello che dovevano fare e cooperavano come un’organizzazione strettamente unita. Ogni tribù aveva il suo posto assegnato intorno al tabernacolo e nell’ordine di marcia. Vi era quindi l’amministrazione delle leggi e dei princìpi per decidere le questioni e le liti. Il compito era troppo grande per il solo Mosè, il quale seguì il consiglio del suocero Jetro, che mostrò d’essere sapienza pratica proveniente da Dio, di nominare altri affinché lo assistessero in questo lavoro: “Scegli fra tutto il popolo uomini capaci, timorati di Dio, uomini leali, sdegnosi di lucro; e stabiliscili sul popolo come capi di migliaia, capi di centinaia, capi di cinquantine e capi di diecine, affinché rendano ragione al popolo in ogni occorrenza, e riferiscano a te soltanto le questioni di maggior importanza e risolvano loro le cause più piccole”. — Eso. 18:21, 22, Na.
12. Quali benefici avrebbe procurato ai Giudei la sottomissione alla sorveglianza di Geova?
12 La nazione doveva essere “un regno di sacerdoti e una nazione santa” pronta per la venuta del Messia. Dopo aver ricevuto leggi e comandamenti da Geova, “Mosè venne e chiamò gli anziani del popolo ed espose loro tutte queste parole che Geova gli aveva comandate. Allora tutto il popolo rispose unanimemente e disse: ‘Tutto ciò che Geova ha detto noi siamo pronti a fare’”. (Eso. 19:6-8) La fedeltà a questo patto avrebbe sempre recato loro la prosperità per mano di Geova, ma la disubbidienza li avrebbe fatti rigettare. “Poiché il Signore [Geova], Iddio tuo, cammina in mezzo al tuo campo per liberarti e per darti in potere i tuoi nemici; il tuo campo sia dunque santo, e fa’ sì che Egli non veda nessuna bruttura in mezzo a te, per cui debba allontanarsi da te”. — Deut. 23:15, Na.
13. In contrasto con la loro promessa, mostra la storia biblica che essi vissero in adempimento ad essa?
13 La risposta: “Tutto ciò che Geova ha comandato noi siamo pronti a fare” fu per la maggioranza di essi nient’altro che vane parole. La storia della nazione giudaica è un continuo susseguirsi di periodi turbolenti, contrassegnati da disubbidienza, ribellione, mormorii, apostasia e corruzione. Quando arrivarono nella Terra Promessa non furono soddisfatti di avere Geova come Re e i giudici e i sacerdoti che regolavano le attività della nazione. Chiesero un re, solo per divenirne schiavi. Fra le altre detestabili cose, Saul, il primo re, cominciò presuntuosamente a offrire un sacrificio a Geova senza attendere l’arrivo del profeta Samuele, prima di condurre l’esercito in battaglia. Il regno gli fu tolto e dato a Davide, uomo secondo il cuore di Geova. Geova usò Davide e il suo regno per raffigurare il dominio del suo celeste Re, Cristo Gesù. Davide non fece un colpo di stato per spodestare prematuramente Saul, ma attese finché Geova ritenne opportuno rimuovere l’infedele e questo è un buon esempio per noi oggi.
14. Come organizzò Geova il suo popolo, onde ristabilisse la vera adorazione a Gerusalemme?
14 La continua infedeltà causò la completa rovina della nazione, che fu infine portata in cattività per settant’anni da Babilonia, sede della falsa adorazione. Fedele alla sua promessa, Geova li fece liberare, e furono date istruzioni per ricostruire la casa di Geova a Gerusalemme. I lavori del tempio furono organizzati sotto la direttiva del governatore Zorobabele e del sommo sacerdote Giosuè. Geova benedì gli sforzi di questi fedeli sorveglianti che ispezionavano, dirigevano e mettevano a posto le questioni relative a tale vasto progetto. Quando il tempio fu finito si tenne l’inaugurazione. “Poi ristabilirono i sacerdoti nelle loro classi e i leviti nelle loro divisioni per il servizio del Tempio di Dio, in Gerusalemme, come sta scritto nel libro di Mosè”. — Esd. 6:18, Na.
15. Come furono Esdra e Neemia buoni sorveglianti?
15 Geova mise in cuore al re Artaserse di dirigere Esdra nei lavori organizzativi. “E tu, Esdra, secondo la sapienza del tuo Dio, quale tu la possiedi, costituirai dei giudici e dei magistrati, che esercitino il diritto su tutto quel popolo che è a occidente dell’Eufrate, cioè su tutti quelli che conoscono la legge del tuo Dio, e a chi non la conosce dovrete insegnarla”. (Esd. 7:25, Na) Le mura e gli altri lavori nella città furono completati sotto Neemia. Contrariamente ad altri sorveglianti del passato, egli non oppresse il popolo né richiese speciali favori. “Io non feci mai così, perché temevo Iddio. Lavorai pure alla ricostruzione delle mura, e non acquistai alcun possedimento, e tutta la mia gente era adibita ai lavori”. Con la coscienza pura poté pregare: “Ricordati, o mio Dio, di me e ascrivimi a merito tutto quello che ho fatto per questo popolo”. — Neem. 5:15, 16, 19, Na.
16. Fino a qual punto si era contaminata la vera adorazione al tempo della venuta di Cristo, e perché fu quello un momento critico?
16 Mancavano 450 anni alla venuta di Cristo, e in questo periodo altre due potenze mondiali, Grecia e Roma, dovevano governare su Gerusalemme e imporre un oppressivo dominio straniero. Vi fu una subdola contaminazione della vera adorazione, sia tra i capi che tra il popolo. Successive ribellioni dei Giudei non portarono sollievo, ma ulteriore oppressione da parte delle nazioni. Nel primo secolo il sistema di cose giudaico si accentrava nel Sinedrio e nell’imposizione della tradizione tramandata anziché sulla pura Parola di Dio. V’erano ancora un sommo sacerdote e dei sacerdoti assistenti per offrire sacrifici e servire nel tempio, ma le pratiche e le dottrine settarie violavano completamente lo spirito della legge mosaica. Che grande necessità aveva il popolo di un capo, di un fedele sorvegliante, che lo riconducesse alla vera adorazione! La loro vita dipendeva da ciò, perché era giunto il tempo della resa dei conti.
17. Che cosa fece Gesù mentre era sulla terra, in qualità di sorvegliante del nuovo sistema di cose?
17 Il governo romano era rappresentato a Gerusalemme dal governatore Pilato quando Cristo Gesù cominciò il suo ministero. Gesù non cercò di stabilirsi come re sopra Israele né di abbattere il potere imperiale di Roma. Egli venne solo “a cercare e a salvare quello che era perduto”, e a preparare la via al nuovo sistema di cose che avrebbe portato ad adempimento tutte le promesse di Dio di eliminare la disubbidienza, il peccato, la morte e tutte le loro terribili conseguenze. Gesù doveva essere il vero sorvegliante, e disse di essere il buon Pastore. “Le pecore ascoltano la sua voce, ed egli chiama per nome le proprie pecore, e le conduce fuori”. “Io sono venuto, perché abbiano la vita e l’abbiano in sovrabbondanza. Io sono il buon Pastore. Il buon Pastore dà la propria vita per le sue pecore”. — Luca 19:10; Giov. 10:3, 10, 11, Na.
18. In che modo addestrò Gesù coloro che accettarono il suo messaggio, e che cosa accadde a coloro che rigettarono il suo messaggio?
18 Per tre anni e mezzo annunciò il suo messaggio ai Giudei. Oltre a compiere egli stesso una vigorosa opera di predicazione, addestrò i suoi apostoli e discepoli onde la continuassero quando egli sarebbe tornato in cielo. In tutte le sue attività mostrò amore. Di tanto in tanto furono necessari castigo e correzione, ma egli li impartì con discernimento, perché sapeva ciò che ci voleva e come impartirli. Era una guida e invitò i suoi seguaci ad andargli dietro. La nazione giudaica non lo volle accettare come sorvegliante e datore di vita. Perciò egli disse: “Quante volte ho voluto radunare i tuoi figli, come la gallina i suoi pulcini sotto le ali, e non hai voluto! Ma ecco, la vostra casa vi sarà lasciata deserta”. Che cosa spaventosa accadde, quando nel 70 i Romani saccheggiarono la città, e questo avvenne perché “tu non hai conosciuto il tempo in cui sei stata visitata”. — Luca 13:34, 35; 19:44, Na.
19. Come si sviluppò la congregazione cristiana dopo la morte di Cristo, e con quali risultati?
19 La morte di Gesù e la persecuzione che si abbatté sui suoi seguaci dopo la Pentecoste non fermarono l’opera ma provocarono la diffusione della buona notizia. Alla Pentecoste il promesso spirito santo fu mandato come soccorritore. Un gruppo di anziani, compresi gli apostoli, si assunsero la responsabilità dell’opera e mandarono dei rappresentanti da Gerusalemme alle varie parti del paese. “[Gesù] salito in alto . . . diede doni agli uomini . . . gli uni apostoli, gli altri profeti, gli altri evangelisti, gli altri pastori e maestri, per il perfezionamento dei santi, in vista dell’opera del ministero”. (Efes. 4:8, 11, 12, Ri) Furono organizzate delle congregazioni dei santi. Furono nominati su di essi dei sorveglianti. Furono emanate delle istruzioni dal corpo governante di Gerusalemme per rafforzarli e confermarli nella fede. Un decreto degno di nota emanato dal corpo governante fu quello di cui parla il quindicesimo capitolo di Atti. Attenendosi strettamente alla Parola di Dio e seguendo la direttiva dello spirito santo, essi presero una decisione conforme al principio ma non indebitamente restrittiva. La fedele accettazione della direttiva della terrena organizzazione di Geova di quel tempo fece sì che le congregazioni continuassero ad essere “confermate nella fede, e crescevano in numero di giorno in giorno”. — Atti 16:5, VR.
20. A quale scopo Paolo lasciò Tito a Creta, e che cosa cercava quest’ultimo nei probabili sorveglianti?
20 Mentre Paolo, Barnaba e altri fedeli rappresentanti del corpo governante visitavano le congregazioni, leggevano questa decisione e servivano con l’incarico di sorveglianti. Durante un viaggio missionario l’apostolo Paolo lasciò Tito a Creta. Questi era autorizzato a dare “ordine alle cose che rimangono a fare” e a costituire “degli anziani per ogni città, come t’ho ordinato”. (Tito 1:5-9, VR) Istruzioni simili furono date al giovane sorvegliante Timoteo. (1 Tim. 3:1-7) Il sorvegliante deve essere irreprensibile sotto ogni aspetto. Deve mantenere l’ordine nella sua famiglia, deve portare i frutti dello spirito ed essere “attaccato alla fedel Parola quale gli è stata insegnata, onde sia capace d’esortare nella sana dottrina e di convincere i contradittori”.
21. Che cos’altro si richiede da un sorvegliante, oltre a essere un uomo di rispettabile moralità?
21 Il sorvegliante di una congregazione cristiana deve realmente essere un uomo irreprensibile, ma dev’essere più che moralmente puro e avere una buona reputazione presso i membri della congregazione e presso quelli di fuori. Dev’essere un uomo che compie molte buone opere e che si interessa amorevolmente di tutti coloro che sono sotto la sua sorveglianza. Deve proteggere il gregge come un pastore protegge le pecore che gli sono affidate. L’apostolo Paolo, mentre viaggiava su un battello alla volta di Gerusalemme, sbarcò a Mileto, e il racconto del ventesimo capitolo di Atti ci dice che egli mandò a chiamare gli anziani della congregazione di Efeso. Li avvertì che egli era puro dal sangue di tutti gli uomini, poiché non si era trattenuto dal dichiarar loro tutto il consiglio di Dio, quindi aggiunse: “Badate a voi stessi e a tutto il gregge, fra il quale lo spirito santo vi ha nominati sorveglianti, per pascere la congregazione di Dio, ch’egli acquistò col sangue del suo proprio Figlio. . . . In ogni cosa vi ho mostrato che lavorando così voi dovete assistere quelli che sono deboli e dovete ricordare le parole del Signore Gesù, il quale egli stesso disse: ‘C’è più felicità nel dare che nel ricevere’”. — Atti 20:27-35.
22. (a) Come fu l’apostolo Giovanni un buon sorvegliante per le congregazioni durante gli ultimi tempi del suo ministero? (b) In quale opera è impegnato Cristo, secondo la descrizione del primo capitolo di Apocalisse, il che indica che egli è un perfetto sorvegliante?
22 Tutti gli apostoli, compreso l’ultimo, Giovanni, si interessarono vivamente delle congregazioni. Oltre a recarsi in esse e a dare personalmente incoraggiamento, istruzione e correzione, scrissero lettere alle congregazioni, che ebbero allora una larga circolazione e che oggi, a nostra soddisfazione, fanno parte della Sacra Bibbia. Ma secondo la profezia, l’“uomo del peccato”, gli apostati capi dei cristiani professanti, doveva esercitare un’influenza sempre maggiore sulla congregazione cristiana. Presto l’attempato apostolo Giovanni sarebbe morto, verso il 100 d.C., e così l’ultimo che aveva agito da freno contro questa infiltrazione sarebbe scomparso. (2 Tess. 2:1-12, Na) Era necessario che Geova Dio, mediante suo Figlio, Cristo, desse a Giovanni vigorosi e incoraggianti consigli, affinché quest’ultimo li comunicasse ai sorveglianti delle congregazioni. Le sette congregazioni dell’Asia Minore rappresentavano tutte le congregazioni d’allora, e specialmente tutte le congregazioni dei servitori generati dallo spirito che sono sulla terra oggi, dato che Giovanni, quando ricevette la visione, venne a trovarsi per ispirazione nel “giorno del Signore”. Egli vide sette candelabri, che raffiguravano tutte le congregazioni dei generati dallo spirito. In mezzo ai candelabri camminava Cristo Gesù, il fedele sorvegliante, per controllare, istruire e correggere le cose che ostacolavano la vera adorazione e il progresso teocratico. V’era un sorvegliante per ogni congregazione, rappresentato da una stella. I sette (numero completo) sorveglianti stavano nella destra di Cristo perché egli li controllasse. Essi devono seguire la sua direttiva e ricordare sempre che hanno ricevuto l’incarico per mezzo dello spirito santo che opera mediante Cristo e che devono rendere conto a lui. Come la luce delle stelle è più forte della luce di una lampada, così essi devono emanare uno splendente chiarore mediante buone opere, buona condotta e buon esempio.
23. In che modo furono lodate alcune congregazioni, e com’erano venute meno altre?
23 Le condizioni prevalenti nelle sette congregazioni di quel tempo raffigurano ciò che potrebbe verificarsi nelle congregazioni d’oggi e, seguendo i consigli dati, i sorveglianti sapranno come agire nelle varie circostanze. Alcune congregazioni furono lodate per il loro strenuo lavoro e per la perseveranza, ma erano divenute negligenti nel servizio e nella partecipazione alle adunanze. Alcune erano spiritualmente morte perché non avevano svolto tutte le attività del servizio di Dio, e avevano bisogno di svegliarsi, di essere diligenti nello studio privato, nella partecipazione alle adunanze e nell’opera di ministero. Il sorvegliante doveva prendere l’iniziativa nel ricondurre la congregazione al primo amore. Alcune furono lodate per non aver ceduto ad influenze materialistiche, ma correvano il pericolo di rimaner vittime dello spirito nazionalistico e delle sette religiose. Il sorvegliante doveva badare di non approfittare del suo incarico per trarre un guadagno, di non cader vittima dell’immoralità sessuale e di non permettere che la congregazione si corrompesse a causa d’essa. Le sorelle dovevano stare al loro posto nella congregazione e cooperare, con uno spirito quieto e mite, che si addice alle donne cristiane. Non v’è posto per i tiepidi. La persona deve schierarsi interamente dalla parte di Geova e apprezzare le ricchezze spirituali, che si ottengono rendendo esclusiva devozione a Geova. — Apoc., capitoli da 1 fino a 3.
24. Che cosa si deve proteggere nella congregazione, e come furono comunicate le istruzioni alle varie congregazioni?
24 I consigli dati ai sorveglianti delle sette congregazioni dell’Asia dovevano essere applicati interamente, affinché le congregazioni prosperassero e non vi fosse in esse alcuna condizione che impedisse di ricevere pienamente lo spirito santo di Geova. È opportuno notare a questo proposito che le istruzioni furono date anzitutto a Giovanni sulla terra e poi dovevano essere trasmesse ai sorveglianti delle congregazioni perché le applicassero nel prendere la direttiva. Geova si è sempre servito della sua organizzazione per fare la sua volontà. Egli è un Dio di ordine, un Dio di proposito e un Dio di principio. Essere in armonia con la sua organizzazione e operare in armonia con i suoi sorveglianti, indipendentemente dal tempo in cui è vissuto un suo servitore, ha voluto dire benedizioni e prosperità. La vita eterna è la ricompensa offerta a coloro che accettano l’amorevole sorveglianza di Geova.
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Sorveglianti, compite interamente il vostro ministeroLa Torre di Guardia 1962 | 15 ottobre
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Sorveglianti, compite interamente il vostro ministero
1. Che cosa non rende qualificati per ricevere l’incarico di sorveglianti in una congregazione?
AVETE il privilegio di essere sorveglianti nell’organizzazione di Geova oggi? Ringraziate Geova di tale privilegio! Avete ricevuto questo incarico a motivò della vostra popolarità nella congregazione? L’avete accettato a motivo dell’alto stipendio che vi è stato garantito per ogni mese, o a motivo della vostra speciale istruzione o del vostro eloquente parlare? Sapete bene che non fu per nessuna di queste ragioni che riceveste l’incarico. No, poiché se non aveste avuto i requisiti indicati nella Parola di Dio per i sorveglianti, non sareste stati nominati. La popolarità non rende nessuno qualificato. Il denaro non attrae chi è altruista. La migliore istruzione teologica ricevuta in seminario sarebbe inutile, e come sarebbero vuote le vostre parole, benché eloquenti, se foste interessati solo nel solleticare gli orecchi della congregazione!
2. Che cosa rende in realtà qualificati per ricevere l’incarico di sorveglianti in una congregazione, e quali sono i risultati della buona sorveglianza esercitata negli anni passati?
2 Voi quindi avete un incarico di servizio perché la visibile organizzazione di Dio, sotto la direttiva del Suo spirito santo, ha ritenuto opportuno ‘imporre le mani su di voi’, cioè nominarvi per un incarico di servizio. I vostri sforzi di ottenere una maggiore maturità e la vostra dedizione al ministero vi hanno procurato maggiore responsabilità. È una grave responsabilità, poiché dovete rendere conto allo spirito santo, tuttavia è una responsabilità che rende felici. Perché? Perché, secondo le parole di Gesù, che l’apostolo Paolo citò parlando ai sorveglianti di Efeso, “c’è più felicità nel dare che nel ricevere”. (Atti 20:35) La buona sorveglianza, la scrupolosa attenzione verso quelli meno maturi, il badare che la congregazione sia mantenuta pura per la vera adorazione e continui ad esservi un profondo apprezzamento per il ministero, sono tutti elementi indispensabili ad un sano, felice gregge in aumento. Oggi l’organizzazione di Geova, come il suo organizzato popolo in passato, prospera perché tutti quelli che ne fanno parte desiderano con tutto il cuore lavorare unitamente insieme onde sia fatta la sua volontà. Essi non solo aumentano di numero, ma migliorano nella qualità. Un miglior ministero di campo, con brevi, appropriati sermoni, ha prodotto una predicazione della buona notizia molto più efficace. Il programma di addestramento per assistere i proclamatori meno capaci ha prodotto un miglioramento nella qualità dell’opera. I sorveglianti prestano molta attenzione all’organizzazione e visitano coloro che hanno bisogno di aiuto per incoraggiarli spiritualmente.
3. Perché vengono dati tanti ammonimenti ai sorveglianti da parte di Geova e della sua organizzazione?
3 La maggioranza dei sorveglianti fanno un ottimo lavoro, e le loro buone opere non passano inosservate dinanzi a Geova e ai loro conservi. “Iddio infatti non è ingiusto e non dimentica ciò che avete fatto, né l’amore che avete dimostrato per il suo Nome nell’aver servito ai santi e continuate a farlo. Desideriamo non di meno che ciascuno di voi dimostri il medesimo zelo per conservare sino alla fine una piena speranza, sicché invece di esser pigri, imitiate coloro che, mediante la fede e la pazienza, sono eredi delle promesse”. (Ebr. 6:10-12, Na) Poiché il sorvegliante e i suoi assistenti devono ‘dimostrare il medesimo zelo’ sino alla fine, ne La Torre di Guardia, nel Ministero del Regno, alle assemblee e in altre occasioni sono dati tanti consigli riguardo alla fedeltà nell’incarico di sorvegliante.
4. Perché è necessario che i sorveglianti compiano interamente il loro ministero?
4 Come sono appropriati i consigli dati al sorvegliante Timoteo: “Tu, dunque, sii sobrio in tutte le cose, sopporta il male, fai l’opera di evangelista, compi interamente il tuo ministero”! Vi erano molte valide ragioni per cui i sorveglianti ai giorni di Timoteo compissero interamente il loro ministero, e oggi vi sono le stesse ragioni. Nello stesso quarto capitolo l’apostolo ci dice: “Poiché vi sarà un periodo di tempo in cui non sopporteranno il sano insegnamento, ma, secondo i loro desideri, si accumuleranno insegnanti per farsi solleticare le orecchie, e distoglieranno le loro orecchie dalla verità, e si volgeranno invece a storie false”. — 2 Tim. 4:3-5.
5. Che cosa significa la parola “interamente”, e quali risultati si ottengono quando il sorvegliante assolve interamente i suoi compiti?
5 Come deve il sorvegliante compiere interamente il suo ministero? “Interamente” significa “per intero, totalmente, completamente, pienamente, compiutamente”. Se il sorvegliante compie interamente il suo ministero non lascia nulla di incompiuto o di compiuto solo a metà. Egli presta la dovuta attenzione a tutte le responsabilità che sono una parte del suo ministero. Quando il sorvegliante è entusiasta, progressivo e ansioso di adempiere le sue responsabilità ed è pronto ad accettare la direttiva, la congregazione riflette normalmente il medesimo spirito. Si verifica anche il contrario. Se il sorvegliante manca di iniziativa, è lento a mettere in pratica le istruzioni, normalmente la congregazione riflette il medesimo spirito. Anzitutto, il sorvegliante dev’essere un buon ministro nel campo. Deve sapere come predicare con efficacia la buona notizia, se vuol essere un buon insegnante per altri. Si richiede di più dal sorvegliante, infatti egli deve compiere un buon ministero di campo oltre che una buona opera pastorale. “Molto sarà richiesto a colui che molto ha ricevuto, e ancor più si esigerà da colui al quale molto è stato affidato”. — Luca 12:48, Na.
6. Perché il sorvegliante non deve scoraggiarsi se a volte nota certe manifestazioni di immaturità?
6 È piccola la vostra congregazione? Vi è scarsità di fratelli maturi che prendano l’iniziativa, e di conseguenza la maggior parte della responsabilità grava forse su di voi? È il progresso alquanto lento, oppure sono i fratelli alquanto lenti nell’accettare la direttiva? Non vi scoraggiate. Gesù non si scoraggiò quando solo pochi lo seguivano. Grazie a una buona sorveglianza da parte sua il numero crebbe e anche la maturità e la loro osservanza delle istruzioni circa la verità. Non v’è alcuna ragione per cui il sorvegliante debba pensare ch’egli stia semplicemente servendo fino a quando non vi sarà qualcuno più qualificato. Ricordate che lo spirito santo vi ha nominati tramite l’organizzazione di Geova. Soddisfate fedelmente i requisiti dell’incarico.
7. Come può il sorvegliante assolvere tutti i suoi compiti entro il suo programma?
7 Per compiere interamente il suo ministero, il sorvegliante non ha sempre bisogno di più tempo, ma deve impiegare bene quel tempo. Il sorvegliante ha una grave responsabilità e molti doveri da assolvere; ma andando a un ritmo costante e regolare, egli farà tutto ciò che occorre entro il suo programma settimanale. Ci vuole previdenza per sapere ciò che bisogna fare e prendere i dovuti provvedimenti. Il sorvegliante dovrebbe imparare a delegare dovutamente la responsabilità mentre anch’egli fa la sua parte, come il fedele Neemia, che non solo diresse i lavori, ma partecipò ai lavori insieme ai suoi aiutanti. Valetevi pienamente di tutte le opportunità per svolgere i lavori che vi sono affidati.
8. Qual è la principale responsabilità del sorvegliante verso coloro che sono spiritualmente deboli?
8 Il sorvegliante ha la responsabilità di visitare coloro che hanno bisogno di aiuto, per rafforzarli spiritualmente. Com’è edificante per essi una conversazione intorno alla Parola di Dio, a un recente articolo de La Torre di Guardia o intorno alle benedizioni di una recente assemblea! Quando può fare queste visite? Oltre a dedicare del tempo per visitare queste persone nelle loro case in momenti appropriati, egli può usare il suo tempo per fare visite ai centri di servizio, prima e dopo le adunanze, e mentre addestra i proclamatori nel servizio di campo. Sapendo ciò che occorre e le condizioni generali di ciascuno, egli può trovare le opportunità di adempiere questa responsabilità cristiana che grava sul sorvegliante.
9. Come può il sorvegliante assistere coloro che hanno bisogno di incoraggiamento e di consigli su problemi che devono risolvere?
9 I deboli hanno problemi. Benché non sia responsabilità del sorvegliante quella di indagare negli affari privati di ciascun individuo, l’incoraggiamento e i gentili consigli del sorvegliante aiuteranno spesso chi si scoraggia a risolvere la situazione. Usate la Parola di Dio. Essa è potente e ha una risposta per tutti i nostri problemi. Il sorvegliante è occupato, e se è in una congregazione abbastanza grande, alle adunanze moltissimi vorranno parlare con lui, specialmente se è avvicinabile e vuole aiutare i fratelli. Per questo sarà necessario che dia la precedenza a coloro che sembrano averne bisogno; altrimenti, qualcuno lo terrà impegnato per molto tempo, e altri, notando che egli è occupato, esiteranno ad avvicinarglisi. Il sorvegliante non dovrebbe essere troppo occupato o troppo indaffarato in altre questioni da non poter parlare con quelli che sono timidi o esitano a parlare del loro benessere spirituale o a chiedere aiuto.
10. Come possono cooperare tutti i membri della congregazione con coloro che prendono l’iniziativa in essa e, oltre all’incoraggiamento, che cosa occorre talvolta per proteggere l’unità?
10 Il sorvegliante deve sapersi adattare alle varie situazioni. Deve essere gentile e comprensivo, ma a volte è necessario che egli ammonisca gli irrequieti. “Vi preghiamo, o fratelli, di usar dei riguardi verso coloro che faticano fra voi, o vi governano nel Signore, o v’istruiscono, e di avere verso di loro il più grande affetto, a motivo dell’opera loro. State in pace fra voi. Vi esortiamo ancora, fratelli, correggete gli irrequieti, consolate i pusillanimi, sostenete i deboli, siate pazienti con tutti. State attenti che nessuno renda ad un altro male per male; ma abbiate sempre di mira il bene, sia fra voi, che verso tutti”. — 1 Tess. 5:12-15, Na.
11. Come dovrebbe prestare attenzione il sorvegliante al suo benessere spirituale e al suo programma?
11 Un buon sorvegliante deve mantenersi saldo nella fede ed essere all’altezza delle sue responsabilità. Deve dedicare regolarmente un po’ di tempo allo studio personale e a prepararsi per le adunanze, comprendendo che una buona dieta spirituale è necessaria tanto per se stesso che per un gregge sano. Non può aspettare di fare le cose all’ultimo minuto. Questa è procrastinazione e indica che manca un buon programma. Se non aspetterà fino all’ultimo minuto avrà il tempo di fare bene le cose e di essere previdente, evitando così di fare passi poco saggi. Il sorvegliante dev’essere fidato e puntuale, il che significa che anche le adunanze devono essere tenute entro il tempo stabilito. Solo eccezionalmente le adunanze dovrebbero superare il tempo assegnato. Tutti i membri della congregazione dovrebbero sapere che cosa aspettarsi, perché possano cooperare. Le buone abitudini sono contagiose. Se il sorvegliante ha buone abitudini e un buon programma, gli altri avranno la tendenza a imitarlo.
12. Per assicurare una buona organizzazione, che cosa deve fare continuamente il sorvegliante?
12 Occorre precisione da parte del sorvegliante nel predisporre le attività della congregazione. Sono nominati dei servitori di ministero per assisterlo. Vi dev’essere stretta cooperazione fra tutti coloro che devono assolvere determinati compiti. Il sorvegliante deve prendere l’iniziativa, ma non è il padrone. D’altra parte, dovrebbe essere rispettato come colui che è maggiormente responsabile di dirigere le attività della congregazione. Avrà bisogno di lavorare strettamente con i suoi assistenti e addestrarli dov’è necessario, affinché anche il loro lavoro sia compiuto interamente. In tutte le parti della congregazione occorrono ispezione, controllo, correzione, esortazione, mettere le cose a posto, miglioramento nella cooperazione, appianare le difficoltà, ecc. Tutte le attività devono essere svolte in modo scorrevole, ma non in modo così rapido, freddo e meccanico da non tener conto delle necessità delle pecore. — 1 Piet. 5:1-4.
13. Come si presta attenzione a ogni singolo individuo nell’organizzazione, e che cosa può fare il sorvegliante per migliorare questa disposizione?
13 In modo non dissimile da come erano organizzati gli Israeliti sotto Mosè, la congregazione è suddivisa in gruppi di dieci o più persone, e sono nominati degli assistenti del sorvegliante che badano alle necessità spirituali di ciascun gruppo. Ivi si può prestare attenzione ad ogni individuo. In questi centri di servizio si tiene settimanalmente uno studio di libro e si predispone di svolgere le varie attività di campo partendo da queste località. La Società ha suggerito un programma onde il sorvegliante visiti questi centri di servizio ed esamini il loro progresso. In qualità di sorvegliante, noterà quale progresso sta facendo il gruppo, sia nell’acquisto della conoscenza spirituale che nella predicazione della buona notizia del Regno. Il conduttore dello studio di libro ha la responsabilità di prendere l’iniziativa, e il sorvegliante ispeziona il modo in cui si tiene lo studio e come il gruppo viene diretto nel ministero di campo. Vi sono problemi riguardo al lavorare il territorio con il messaggio e nel fare visite ulteriori e studi biblici a coloro che hanno mostrato interesse, affinché si possano radunare dovutamente le “altre pecore”? Opera in unità il gruppo? È efficiente il programma di addestramento? Forse il gruppo sta diventando alquanto grande e occorre formarne un altro. Può darsi che vi sia una particolare debolezza nell’attività di campo o nell’assistere allo studio. Il sorvegliante parlerà gentilmente con il gruppo e con i singoli individui a seconda che è necessario, per incoraggiare ad essere più attivi e fedeli.
14, 15. Quale ulteriore responsabilità ha il sorvegliante, che hanno anche gli altri membri, riguardo alla purezza dell’organizzazione?
14 Per compiere interamente il suo ministero il sorvegliante dovrà anche essere diligente nel mantenere pura l’organizzazione. Benché il sorvegliante e gli altri due fratelli del comitato di servizio della congregazione abbiano la principale responsabilità di badare alla purezza dell’organizzazione, su tutti i membri della congregazione grava la responsabilità di impedire che qualsiasi lievito fermenti nella congregazione e la corrompa. Il comitato dovrebbe vigilare “che nessuno venga meno alla grazia d’Iddio, e ‘che nessuna radice di amarezza, spunti fuori’ ad esser d’impaccio e da essa molti siano infettati. Non ci sia fra voi alcun fornicatore o profanatore, come Esaù, che per un po’ di cibo vendé la sua primogenitura”. — Ebr. 12:15, 16, Na.
15 Il sorvegliante e i suoi assistenti staranno attenti a non immischiarsi nelle questioni personali degli altri membri. Le divergenze personali spesso potrebbero e dovrebbero essere risolte seguendo la procedura scritturale indicata in Matteo 18:15, 16. Se è necessario, una questione può richiedere l’attenzione della congregazione per mezzo dei suoi rappresentanti, il comitato, e questo si può fare in armonia con Matteo 18:17. Una vigorosa e attiva congregazione è fortificata contro l’infiltrazione dell’empietà.
16. Come illustrò Gesù l’importanza di aver cura degli interessi del Regno affidati a noi, sia che si trattasse di un piccolo o di un grande compito?
16 Il buon Pastore, Gesù Cristo, mise in risalto l’importanza del fatto che i sorveglianti compiano diligentemente l’opera loro assegnata per mezzo di un’illustrazione. A tre schiavi furono date delle mine con cui trafficare. Il primo schiavo, grazie ad uno strenuo lavoro, seppe ricavare da una mina dieci mine. Egli ricevette parole di lode dal padrone: “Bene, o servo buono, gli rispose; e poiché tu sei stato fedele nel poco, prendi il governo di dieci città”. Il secondo schiavo aveva ricevuto una mina e ne ricavò cinque mine. Anch’egli si sentì dire “Bene”, e gli fu dato il governo di cinque città. Un terzo schiavo aveva ricevuto una mina ma temeva di rischiarla o di perderla; perciò la nascose. Al ritorno il padrone gliela tolse con un rimprovero e la diede a colui che ne aveva dieci. Questo illustra bene l’importanza di migliorare, promuovere e accrescere gli interessi del Regno che ci sono affidati. — Luca 19:15-27, Na.
17. Perché i sorveglianti dovrebbero badare diligentemente al deposito loro affidato, e come fu Gesù un buon esempio di sorvegliante?
17 I sorveglianti particolarmente hanno la responsabilità di badare fedelmente agli interessi del Re sulla terra, considerandoli come un deposito, in attesa del tempo in cui il Padrone chiederà loro di rendere conto dei risultati ottenuti nel lavoro. Può darsi che il vostro compito sia gravoso e che a volte vi stanchiate, mentre lavorate con diligenza per fare ciò che è richiesto. Può darsi invece che il vostro compito sia, ai vostri occhi, di poca importanza, e di conseguenza potreste prestarvi poca attenzione. Ricordate che colui che è fedele nel poco è fedele nel molto. Badate attentamente a tutte le responsabilità che vi sono state affidate da Geova, rivolgendovi sempre a lui per avere forza e sapienza onde compiere bene il vostro lavoro. Gesù fu a questo riguardo un buon esempio di sorvegliante. “Il mio cibo è fare la volontà di Colui che mi ha mandato, e portare a compimento l’opera sua”. (Giov. 4:34, Na) In seguito, pregando Geova, egli disse: “Io ti ho glorificato sulla terra, avendo compiuto l’opera che mi hai dato a fare”. — Giov. 17:4, Na.
18. Come fu l’apostolo Paolo un buon esempio di sorvegliante o economo nell’organizzazione di Dio?
18 L’apostolo Paolo incoraggiò altri a seguirlo, come egli seguiva Cristo. Parlando del suo incarico, egli disse: “Se annunzio il Vangelo non è per me una gloria, è una necessità che m’incombe; guai a me se non annunziassi il Vangelo! Se facessi questo di mia volontà, meriterei una ricompensa; ma se io lo faccio non di mia volontà, vuol dire che compio un incarico affidatomi”. (1 Cor. 9:16, 17, Na) In seguito, scrivendo a Timoteo la sua ultima lettera canonica, affermò: “Quanto a me, io son già una libagione (a Dio) e il tempo della mia partenza s’avvicina. Ho combattuto la buona battaglia, ho compiuto la corsa, sono stato fedele. Ormai sta pronta per me la corona della giustizia che il Signore, giusto giudice, darà in quel giorno a me e non soltanto a me, ma anche a tutti quelli che hanno amato la sua manifestazione”. — 2 Tim. 4:6-8, Na.
19. Quale atteggiamento dovremmo avere tutti circa l’avere maggiori privilegi nell’organizzazione di Geova, e quale ricompensa riceverà ciascuno, a seconda del modo in cui ha seguìto la direttiva di Geova quale grande Sorvegliante?
19 Sorveglianti, siate fedeli e compite interamente il vostro ministero come fecero questi uomini che ci furono di esempio. Assistenti servitori e conduttori, cercate maggiori privilegi, senza ambizione e avidità, essendo sempre pronti ad assumervi più responsabilità nella società del Nuovo Mondo. E, sia che siate sorveglianti o umili predicatori della buona notizia, ricordate l’ammonimento dato dall’apostolo Paolo agli Ebrei: “Obbedite ai vostri direttori e state loro sottomessi, perché essi vigilano sulle vostre anime e ne dovranno render conto. Abbiate cura che possano far questo con gioia e non gemendo, perché ciò non vi sarebbe di alcun giovamento”. (Ebr. 13:17, Na) Il giorno dell’ispezione è giunto. Geova sta separando dalle nazioni coloro che meritano la vita eterna, sotto il regno del Figlio suo. Esso fu raffigurato da Giovanni come una città splendente, le cui porte sono aperte per accogliere tutti coloro che sono assetati di giustizia. “E non v’entrerà nulla d’impuro né chi commette abominazione e falsità, ma solo gl’iscritti nel libro della vita dell’agnello”. — Apoc. 21:27, Ri.
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Non è un “pietoso inganno”La Torre di Guardia 1962 | 15 ottobre
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Non è un “pietoso inganno”
● I moderni critici della Bibbia asseriscono che molti libri della Bibbia siano in effetti pia fraus, un pietoso inganno; e questa teoria è accettata da molti. Con ciò intendono dire, ad esempio, che circa quattro secoli dopo Mosè fu scritto il libro di Esodo; che alcuni secoli dopo Mosè fu scritto il libro di Deuteronomio, e ancora più tardi, dopo il ritorno da Babilonia, fu scritto il libro di Levitico. Questi critici sostengono che coloro che scrissero questi libri li attribuirono a Mosè per dare ai loro scritti l’importanza del suo nome. I critici ammettono che tali uomini erano bene intenzionati, che erano sinceri, ma non ebbero sufficiente intendimento da rendersi conto che facevano un’azione disonesta.
Che dire di tale teoria? È soltanto questo, una teoria e nulla più, generata dalla superbia e dall’ignoranza di uomini saggi ai loro propri occhi. Tre diverse testimonianze abbattono completamente la loro teoria indice di incredulità.
Anzitutto, questa teoria non ha assolutamente nessun fondamento, eccetto che nella mente dei critici della Bibbia. Non è il risultato della scoperta di certi fatti, dai quali siano state tratte conclusioni pratiche. No, in questo caso è stata semplicemente inventata una teoria da adattare alla propria filosofia, si cerca invano di trovarle un sostegno, e la si predica anche se non è stato trovato alcun sostegno. A conferma di ciò, notate la testimonianza di W. F. Albright, eminente archeologo palestinese degli Stati Uniti:
“La supposizione che in Israel fossero comuni i pietosi inganni e la pseudoepigrafia [attribuire scritti spuri a personaggi biblici — Webster] è senza parallelo nell’Oriente preellenico. Troviamo esattamente il contrario, una [religiosa] venerazione sia per la parola scritta che per la tradizione orale”. — The American Scholar.
In secondo luogo, vi è l’antica, rispettabile e inequivocabile testimonianza della tradizione giudaica, che ha certamente valore, mancando qualsiasi prova al contrario. Essa non fa posto ad alcuna teoria di pietosi inganni relativamente a chi scrisse i cinque libri di Mosè, il Pentateuco.
In terzo luogo, e ciò che ha più valore, abbiamo la testimonianza di altri ispirati scrittori biblici e in particolare la testimonianza del Figlio di Dio, Gesù Cristo. Questi profeti, ogni volta che trattano l’argomento, attribuiscono i libri di Mosè a Mosè. E, si noti che si può dire la stessa cosa degli altri libri della Bibbia. — 1 Re 8:53; Sal. 103:7; Mal. 4:4; Matt. 24:15; Giov. 5:46.
La teoria del “pietoso inganno” è quindi uno strumento o un’arma usata contro il popolo di Dio senza successo, come disse anche Geova per bocca del suo profeta Isaia: “Ogni strumento forgiato contro di te non riuscirà e ogni lingua che si leva in giudizio contro di te, la confonderai. Questa è la sorte dei servi del Signore e la loro giustizia verrà da me!” — Isa. 54:17, Na.
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