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  • Domande dai lettori (1)
    La Torre di Guardia 1966 | 15 marzo
    • Domande dai lettori

      ● In considerazione di ciò che è dichiarato in Ebrei 10:26, 27, i dedicati e battezzati cristiani con speranze di vita terrena avranno la risurrezione se si allontanano dalla vera adorazione e muoiono prima di Armaghedon? — P. G., U.S.A.

      Questa scrittura dice: “Se pratichiamo il peccato volontariamente dopo aver ricevuto l’accurata conoscenza della verità, non rimane più alcun sacrificio per i peccati, ma vi è una certa paurosa aspettazione del giudizio e vi è un’ardente gelosia che consumerà quelli in opposizione”. L’esame del contesto mostra che l’apostolo Paolo scriveva questo ai cristiani che erano nel nuovo patto, che erano stati “santificati” e perciò avevano la prospettiva di governare con Cristo in cielo. (Ebr. 10:15-18, 29; Rom. 8:16, 17; Riv. 5:10) Prima nella stessa lettera egli scrisse: “È impossibile che quelli che sono stati una volta per sempre illuminati, e che han gustato il gratuito dono celeste, e che son divenuti partecipi dello spirito santo, e che hanno gustato l’eccellente parola di Dio e la potenza del sistema di cose avvenire, ma che si sono allontanati, siano di nuovo ravvivati a pentimento, perché mettono di nuovo al palo il Figlio di Dio per loro conto e lo espongono a pubblica vergogna”. — Ebr. 6:4-6.

      Mentre, nel sesto e decimo capitolo di Ebrei, Paolo l’apostolo considerava gli unti cristiani con speranze celesti che ‘peccano volontariamente’ e si rifiutano di pentirsi, è ragionevole concludere che si applicherebbe lo stesso principio a quelli della “grande folla” di “altre pecore” con speranze terrene. (Riv. 7:9; Giov. 10:16) Se alcun dedicato cristiano che avesse lo spirito di Dio e la benedizione del servizio di Geova volgesse le spalle a Dio, ‘peccasse volontariamente’, e morisse sempre rifiutando di pentirsi, non c’è nulla nelle Scritture a indicare che la persona riceverebbe la risurrezione.

      La loro situazione non è come quella delle persone prima del tempo di Cristo che servirono Dio per un po’ di tempo e quindi si allontanarono. Giacché siamo tutti peccatori condannati a morte, la base di qualsiasi speranza di risurrezione è il sacrificio di riscatto di Gesù Cristo. (Rom. 3:23, 24) Una volta che una persona si è valsa di quel provvedimento e quindi in seguito lo rigetta, su quale base può ottenere una giusta posizione presso Dio? Quale altro sacrificio c’è che possa operare a suo favore? Se commette qualche peccato, può cercare il perdono mediante Cristo; ma se rigetta Cristo, non c’è nessun altro provvedimento che Dio abbia preso. L’apostolo Paolo scrisse in merito a costoro: “Non rimane più alcun sacrificio per i peccati”. Questo avverrebbe sia che l’individuo avesse avuto precedentemente la speranza della vita in cielo o la speranza della vita eterna sulla terra.

      I cristiani, quindi, ‘hanno bisogno di perseveranza, affinché, dopo aver fatto la volontà di Dio, ricevano l’adempimento della promessa’. Sforziamoci dunque premurosamente d’esser fedeli nel nostro servizio a Dio, non essendo “di quelli che tornano indietro alla distruzione, ma di quelli che hanno fede per conservare in vita l’anima”. — Ebr. 10:36, 39.

  • Domande dai lettori (2)
    La Torre di Guardia 1966 | 15 marzo
    • Domande dai lettori

      ● Poiché Giuda 7 mostra che Sodoma e Gomorra divennero un “esempio ammonitore subendo la punizione giudiziaria del fuoco eterno”, non esclude questo gli abitanti di quelle città dalla risurrezione? — A. C., U.S.A.

      Leggendo solo questo versetto, senza prendere in considerazione ciò che ha da dire il resto della Bibbia sulla cosa, si potrebbe trarre tale conclusione. Ma altre scritture presentano ulteriori fatti che non si possono ignorare se vogliamo giungere a una conclusione ragionevole.

      Per esempio, in Matteo 11:23 è scritto: “Se le opere potenti che sono state fatte in [Capernaum] fossero state fatte in Sodoma, sarebbe rimasta fino a questo giorno”. Ovviamente, questo non significa che gli stessi individui che abitavano a Sodoma al tempo della sua distruzione sarebbero rimasti vivi per oltre 1900 anni fino al tempo in cui Gesù pronunciò queste parole, ma che la città sarebbe rimasta come luogo abitato.

      Quindi il versetto successivo si riferisce al Giorno del Giudizio, dicendo: “Perciò vi dico: Nel Giorno del Giudizio sarà più sopportabile per il paese di Sodoma che per te”. (Matt. 11:24) Similmente, in Matteo 10:15 sono riportate le parole di Gesù: “Veramente vi dico: Nel Giorno del Giudizio sarà più sopportabile per il paese di Sodoma e Gomorra che per quella città” dove le persone avrebbero rigettato il messaggio portato dai discepoli di Gesù. Affinché fosse “più sopportabile per il paese di Sodoma e Gomorra” che per altri, sarebbe stato necessario che i precedenti abitanti di quel paese fossero presenti nel Giorno del Giudizio. Non è il paese letterale, il suolo che dev’essere giudicato. Rivelazione capitolo 20 mostra che saranno le persone destate dai morti a stare “davanti al trono”. Né il giudizio sarà emanato su di esse a gruppi, come precedenti abitanti di certi paesi, ma saranno “giudicati individualmente secondo le loro opere” durante il tempo di giudizio. Evidentemente dunque gli individui che abitavano in quel paese saranno risuscitati. — Riv. 20:12, 13.

      Che cosa, dunque, subì “la punizione giudiziaria del fuoco eterno”? Mentre gli abitanti delle città furono certamente distrutti, è evidente che non furono le persone ma le città stesse ad essere distrutte in eterno. Non sono state ricostruite fino a questo giorno. In modo notevole, J. Penrose Harland scrisse: “È stato mostrato che Sodoma, Gomorra, Adama e Seboim erano senza dubbio situate nell’area ora coperta dalle acque della parte meridionale del Mar Morto”. — The Biblical Archaeologist Reader (1961), pagina 59; vedere anche Isaia 13:19, 20.

      Ciò che accadde agli abitanti di Sodoma e Gomorra al tempo in cui Geova fece piovere fuoco e zolfo su loro dal cielo è un ammonimento per tutti di evitare l’immorale condotta come quella praticata in queste città.

  • Scritture per aprile
    La Torre di Guardia 1966 | 15 marzo
    • Scritture per aprile

      16 Guardate dunque accortamente . . . riscattando per voi stessi il tempo opportuno, perché i giorni sono malvagi. — Efes. 5:15, 16. TG 15/2/66 21-23

      17 Dio ha tanto amato il mondo che ha dato il suo unigenito Figlio. — Giov. 3:16. TG 15/7/64 12, 13a

      18 Il figlio più giovane . . . fece un viaggio in un paese lontano. — Luca 15:13. TG 1/2/66 5, 6

      19 Quella notte io passerò per il paese d’Egitto, e percoterò ogni primogenito nel paese. — Eso. 12:12, VR. TG 15/11/65 4, 5a

      20 Io porrò inimicizia fra te e la donna, e fra la tua progenie e la progenie di lei; questa progenie ti schiaccerà il capo, e tu le ferirai il calcagno. — Gen. 3:15, VR. TG 15/9/65 9

      21 Edificandovi nella vostra santissima fede, e pregando con spirito santo, mantenetevi nell’amore di Dio. — Giuda 20, 21. TG 15/3/66 23a

      22 Fedele e meritevole di piena accettazione è la parola che Cristo Gesù venne nel mondo per salvare i peccatori. Di questi io sono il principale. — 1 Tim. 1:15. TG 1/9/65 15-17b

      23 Li strapperò di mano allo Sceol, li riscatterò dalla Morte. — Osea 13:14, Na. TG 15/5/65 3, 4b

      24 Diremo alla generazione avvenire le lodi dell’Eterno. — Sal. 78:4, VR. TG 1/9/64 19

      25 Siate svegli, state fermi nella fede, comportatevi da uomini, divenite potenti. — 1 Cor. 16:13. TG 1/10/65 5a

      26 Figliuolo mio, sii savio e rallegrami il cuore, così potrò rispondere a chi mi vitupera. — Prov. 27:11, VR. TG 15/12/65 17, 18

      27 La vostra ragionevolezza divenga nota a tutti gli uomini. — Filip. 4:5. TG 15/2/66 24, 25

      28 Il mare diede i morti ch’erano in esso, e la morte e l’Ades diedero i morti ch’erano in essi. — Riv. 20:13. TG 15/8/65 25, 26a

      29 Cercate l’Eterno, voi tutti, umili della terra, che avete praticato le sue prescrizioni! Cercate la giustizia, cercate l’umiltà! — Sof. 2:3, VR. TG 1/3/66 11a

      30 Misericordia e pace e amore vi siano accresciuti. — Giuda 2. TG 15/3/66 5

      (Indicazione dei luoghi di ulteriori commenti su queste scritture: I numeri dopo la data de “La Torre di Guardia” si riferiscono ai paragrafi nel primo articolo di studio. Quando il numero del paragrafo è seguito da “a”, il commento è nel secondo articolo di studio; quando vi è “b” si riferisce al terzo articolo di studio).

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    La Torre di Guardia 1966 | 15 marzo
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      MINISTERO DI CAMPO

      Poiché Geova Dio ha tanto amato il mondo del genere umano da dare il suo unigenito Figlio perché morisse in suo favore, quelli che apprezzano tale amore hanno similmente l’obbligo di manifestare amore. Perciò essi si sforzano di mantenersi saldi come schiavi del loro Ricompratore. (1 Cor. 7:23) Il loro amore li spinge ad aiutare altri a valersi dei benefici del provvedimento di Dio. Per tale ragione, durante il mese di marzo i testimoni di Geova continueranno a visitare le persone nelle loro case per considerare con loro le verità bibliche, offrendo l’abbonamento annuo a La Torre di Guardia. Se desiderate ricevere questa rivista quindicinale nella vostra casa, scrivete all’indirizzo indicato nella parte interna della copertina.

      STUDI “TORRE DI GUARDIA” PER LE SETTIMANE

      del 10 aprile: Combattiamo strenuamente per la fede, §§ 1-17. Pagina 168.

      del 17 aprile: Combattiamo strenuamente per la fede, §§ 18-23, ed Esecuzione del giudizio divino sugli empi, §§ 1-10. Pagina 173.

      del 24 aprile: Esecuzione del giudizio divino sugli empi, §§ 11-26. Pagina 177.

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