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Manteniamo pura la congregazione di Dio nel tempo del Suo giudizioLa Torre di Guardia 1973 | 15 novembre
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armonia con la Parola di Dio assumere l’atteggiamento che chi non vuole abbandonare tali nocivi vizi non è qualificato per essere da noi battezzato e riconosciuto come componente approvato della congregazione cristiana di Geova.
21 In effetti, accettando tali persone nella congregazione si potrebbe render loro un cattivo servizio, placando la loro coscienza. Il rifiuto di accettarle può essere una benedizione, che le aiuti a comprendere seriamente il bisogno di agire in modo deciso e di prepararsi a vivere nel nuovo ordine di Dio. Superando tali sfide si ottiene una vittoria morale che reca vera forza e fiducia nella potenza e nella volontà di Dio di aiutare.
22-24. (a) Chi fu battezzato quando aveva ancora questo vizio, che cosa dovrebbe fare ora, e perché è ragionevole attendersi questo da lui? (b) Quale condotta dovrebbero seguire le congregazioni verso i battezzati che non si liberano da tale vizio?
22 Che dire dunque di quelli che in passato furono battezzati quando usavano ancora tabacco, e altri prodotti che danno luogo ad assuefazione, o che ricevono qualche trattamento come nel “programma del metadone” e continuano a seguire tale pratica? Ora essi possono ricevere un ragionevole periodo di tempo, come sei mesi, in cui togliersi il vizio. Così facendo, mostreranno il loro sincero desiderio di rimanere nella pura congregazione di dedicati servitori di Geova Dio.
23 Certo se si può superare con successo la tormentosa esperienza della “disassuefazione” dal vizio di droghe “pesanti” per divenire vero discepolo del Figlio di Dio, quelli che hanno il vizio del tabacco o di simili prodotti non dovrebbero avere nessuna valida obiezione a sopportare la minore sofferenza derivante dal togliersi il loro vizio. Rifiutandosi di farlo darebbero certamente un pessimo esempio a chi si sforza di vincere il vizio di droghe “pesanti” e a cui si presenta una sfida molto più difficile.
24 Se alcuni già battezzati non vogliono togliersi il vizio di far uso di prodotti nocivi che li rendono schiavi, che fare allora? In tal caso essi mostrano che, come Esaù, non ‘apprezzano le cose sacre’, preferendo tali vizi al privilegio di far parte del puro popolo di Geova. Dovrebbero perciò essere rimossi dalla congregazione a causa di tale condotta che non si addice al cristiano. — 1 Cor. 5:7; Ebr. 12:15, 16.
25. I componenti delle congregazioni che ora si tolgono un nocivo vizio devono forse essere ribattezzati?
25 Quelli che si tolgono il vizio del tabacco o di un altro nocivo prodotto avrebbero forse bisogno di ribattezzarsi? No, non sembra necessario. La conoscenza reca responsabilità ed educa la coscienza. (1 Tim. 1:13) La congregazione fece loro capire che la loro pratica non ‘li impediva’, e furono battezzati secondo tale intendimento. (Atti 8:36) Naturalmente, se qualcuno ritiene d’essersi presentato per il battesimo con la ‘coscienza sporca’ a causa di tale pratica, può decidere d’essere ribattezzato. Sarebbe una sua personale decisione.
IL TEMPO DELLE DIVINE DECISIONI GIUDIZIARIE
26. Che cosa si deve ricordare in merito alle conclusioni a cui si è pervenuti?
26 Queste norme inerenti a questioni spirituali e morali dei cristiani testimoni di Geova possono apparire molto severe ad alcuni. Ma questo non rappresenta il tentativo di agire in modo arbitrario e dittatoriale. La severità emana in realtà da Dio, che si esprime per mezzo della sua Parola scritta. In vista del tempo in cui vive questa generazione della razza umana, è tempo di prestare viva attenzione alla purezza della condotta di quelli che desiderano piacere a Dio ed entrare nel suo imminente nuovo ordine.
27-29. (a) Perché l’apostolo Pietro, come membro del Corpo Direttivo nel primo secolo, si sentì spinto a scrivere ai suoi fratelli, e su quale tema? (b) Quale seria domanda sorse in merito a chi sarebbe stato approvato sotto il giudizio di Dio?
27 Diciannove secoli fa l’apostolo Pietro fece parte del Corpo Direttivo della congregazione cristiana del primo secolo E.V. Come tale, scrisse lettere di consigli e istruzioni alle congregazioni del popolo di Geova. Pietro comprese che la congregazione cristiana viveva allora nel periodo finale del giudaico sistema di cose che aveva come centro Gerusalemme e il suo tempio. Il suo Maestro, Gesù Cristo, aveva predetto che tale culmine si sarebbe verificato entro quella generazione. (Matt. 23:36; 24:34) Era un tempo molto grave, specialmente per i Giudei divenuti cristiani, e anche in vista del fatto che stava per divampare la persecuzione dei cristiani da parte dell’Impero Romano. Pietro si sentì dunque spinto a scrivere ai suoi conservi cristiani.
28 La sua prima lettera fu scritta verso il 62-64 E.V., poco prima della rivolta giudaica contro l’Impero Romano nel 66 E.V., a cui avrebbe fatto seguito la fine della Gerusalemme giudaica e del suo tempio nel 70 E.V. Pietro sapeva che la sua morte era prossima, e sentiva l’obbligo di avvertire i suoi conservi cristiani di non correre con le persone non cristiane del mondo nel loro “corso allo stesso basso livello di dissolutezza”. Per dare risalto all’urgenza di evitare tale disastroso corso anche a costo d’essere perseguitati, Pietro mostrò che il tempo era inoltrato, scrivendo: “Ma la fine di ogni cosa si è avvicinata. Siate di mente sana [non drogati per fuggire la realtà], perciò, e siate vigilanti in vista delle preghiere”. (1 Piet. 4:4-7) La cosa era tanto più grave per il fatto che l’espressione del giudizio divino era già cominciata in riferimento alla congregazione cristiana. Chi sarebbe stato approvato quando fosse stato sottoposto all’esame divino? Non gli indolenti, non quelli che si sono conformati alle vie dissolute del mondo, non quelli che hanno volontariamente seguìto pratiche non cristiane le quali recavano piacere alla carne depravata e decaduta. (Prov. 1:32, 33) L’apostolo Pietro scrisse:
29 “Se soffre quale cristiano, non provi vergogna, bensì continui a glorificare Dio in questo nome. Poiché è il tempo fissato perché il giudizio cominci dalla casa di Dio. Ora se comincia prima da noi [la casa di Dio], quale sarà la fine di quelli che non sono ubbidienti alla buona notizia di Dio? ‘E se il giusto è salvato con difficoltà, dove si mostreranno l’empio e il peccatore [entro la congregazione cristiana]?’ E quindi anche quelli che soffrono in armonia con la volontà di Dio continuino a raccomandare le loro anime al fedele Creatore mentre fanno il bene”. — 1 Piet. 4:16-19.
30. Perché è così pericoloso che un cristiano battezzato imiti in qualsiasi misura l’“empio” e quelli che ‘peccano’, particolarmente in questo tempo?
30 Pur mantenendosi “giusto” nella congregazione cristiana, il fedele seguace di Gesù Cristo è “salvato con difficoltà”. Il battezzato cristiano che imiti in qualsiasi misura l’“empio’’ e il “peccatore” rende tanto più difficile la sua salvezza. O si mostra affatto degno di salvezza? Questa è una cosa che oggi i cristiani devono ricordare. Certo della nostra generazione si può veracemente dire: “La fine di ogni cosa si è avvicinata”. Le decisioni giudiziarie emanate da Dio verso la sua propria “casa” di adoratori sono ora in corso. A questo fece riferimento la profezia di Malachia, capitolo tre, che parla della venuta di Geova nel suo tempio spirituale, accompagnato da Gesù Cristo quale “messaggero del patto”. Contro chi il divino Giudice, Geova, renderà testimonianza quali trasgressori della legge e peccatori? In Malachia 3:5 egli ci dice:
31-33. (a) Come Malachia 3:5 addita il grave pericolo a cui vanno incontro coloro che ora sono schiavi di prodotti che danno luogo ad assuefazione? (b) Quale altra prova scritturale mostra il legame tra lo spiritismo e l’uso di droghe?
31 “‘E per certo mi avvicinerò a voi per il giudizio, e sarò pronto testimone contro gli stregoni [phar·ma·kousʹ, secondo la versione greca dei Settanta], e contro gli adulteri, e contro quelli che giurano il falso, e contro quelli che agiscono fraudolentemente col salario del lavoratore salariato, con la vedova e con il ragazzo senza padre, e con quelli che respingono il residente forestiero, mentre non hanno temuto me’, ha detto Geova degli eserciti”.
32 Notate che i primi che Geova menziona come bersagli della sua pronta testimonianza contro le loro cattive azioni sono gli “stregoni”. La Versione dei Settanta greca, tradotta da Giudei alessandrini prima di Cristo, rese “stregoni” con la parola greca phar·ma·kousʹ. È la stessa parola usata in Rivelazione 21:8, dove alcuni traduttori la rendono “stregoni”, ma la Traduzione del Nuovo Mondo la rende “quelli che praticano lo spiritismo”. Gli antichi stregoni praticavano davvero lo spiritismo. La parola greca applicata a loro significa letteralmente “coloro che usavano le droghe”, non “farmacisti”. Gli antichi stregoni erano gli spacciatori di droghe del loro giorno.
33 La Versione dei Settanta greca precristiana impiega l’affine parola greca pharʹma·kon (che significa letteralmente “droga”, ma tradotta “stregoneria”) almeno cinque volte. L’idolatra regina Izebel dell’antico Israele praticò tale pharʹma·kon (al plurale) o “stregoneria”. (2 Re 9:22, LXX) Ella fu giustiziata dal re Ieu che agì in qualità di giustiziere di Geova. I protettori degli “stregoni” o di coloro che praticavano lo spiritismo di mestiere pure partecipavano a pratiche spiritiche e furono condannati.
34-36. (a) Perché è ragionevole che tali pratiche ricevano ora attenzione giudiziaria? (b) Quale responsabilità grava pertanto su coloro che fanno servizio come pastori fra il gregge di Dio?
34 C’è dunque poco da meravigliarsi che in questi giorni di esteso vizio della droga e di crescente uso di tabacco, coloro che praticano tali cose ricevano attenzione giudiziaria. Geova Dio, il Supremo Giudice, è nel suo tempio spirituale ed esamina specialmente quelli che professano di adorarlo in quel luogo santo. Ha promesso d’essere pronto testimone contro gli stregoni o quelli che praticano lo spiritismo, che dai tempi antichi in poi ebbe relazione con droghe che danno luogo ad assuefazione e rendono schiavi.
35 Vogliamo che Geova Dio sia pronto testimone contro di noi quali persone dedite alle droghe o ad altre erbe nocive che danno luogo ad assuefazione, cose che ci espongono all’influenza dei demoni spirituali? Il giudizio di Geova contro tali drogati nella veniente “grande tribolazione” significherà la loro distruzione. (Riv. 21:8) Sicurissimamente, Geova Dio non vuole tali persone dedite a vizi nella congregazione dei suoi testimoni cristiani, ora, in questo “termine del sistema di cose”. Della promessa “Nuova Gerusalemme”, Rivelazione 22:15 dice: “Fuori i cani e quelli che praticano lo spiritismo [quelli che usano droghe, traduzione (inglese) Interlineare del Regno] e i fornicatori e gli assassini e gli idolatri e chiunque ama e pratica la menzogna”.
36 Perciò, con un profondo senso di responsabilità verso Geova Dio, sono date queste istruzioni. È perciò dovere degli anziani, quali sorveglianti spirituali del gregge di Dio, fare in modo che tali indesiderabili elementi non siano accettati come approvati, battezzati componenti delle congregazioni dei cristiani testimoni di Geova.
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Come considerate i possedimenti materiali?La Torre di Guardia 1973 | 15 novembre
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Come considerate i possedimenti materiali?
Fatti utili che i giovani vogliono conoscere
RIUSCITE a immaginare una casa letteralmente piena di migliaia di bei doni d’ogni specie e varietà? Vorreste viverci e ricevere molti di quei doni da vostro padre come capo di quella casa?
In effetti, vivete già in tale casa — questo pianeta Terra — e Geova Dio, il Datore di ogni dono buono e perfetto, l’ha riempita di una sorprendente varietà di cose buone. (Giac. 1:17) Come scrisse il salmista: “Quanto numerose sono le tue opere, o Geova! Le hai fatte tutte in sapienza. La terra è piena delle tue produzioni”. — Sal. 104:24.
Qualunque padre che ami realmente i suoi figli prova diletto nel far loro regali e nel vederli felici del dono. E questo può dirsi di Dio quale nostro Padre celeste. (Si paragoni Matteo 7:9-11). Egli si propose che gli uomini godessero appieno di tutte le belle cose che la terra contiene, cibi, materiali per abiti, gemme, legno e metalli con cui fare un’immensa varietà di articoli, animali per il diletto dell’uomo e che egli può impiegare per fare lavori.
Ma è piuttosto strano che per godere appieno di questi provvedimenti materiali — anzi, per godere appieno della vita stessa — è di grande importanza che non ne facciamo la cosa importante della nostra vita. Com’è possibile? Perché ci sono altre cose che valgono molto di più dei possedimenti materiali.
Probabilmente ricorderete che, quando eravate molto piccoli, eravate assai turbati e forse andavate anche in collera se qualche altro bambino voleva usare un vostro giocattolo. Ripensandoci, ora quell’attitudine vi sembra sciocca. Il vostro senso dei valori è migliorato. Ma è facile ricadere in quell’attitudine infantile se non stiamo attenti. Dobbiamo rammentarci di continuo quali sono le cose che realmente contano nella vita.
Conoscete senz’altro alcuni giovani che danno molta importanza ai possedimenti materiali. Per alcuni, ad esempio, avere una radio a transistor o un registratore, o un apparecchio stereofonico, certi speciali capi di vestiario, la macchina fotografica, il motorscooter o, nei paesi più ricchi, anche la propria auto, è ciò che sembrano apprezzare di più. Alcuni s’interessano molto maggiormente di queste cose che non della
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