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Avete la tendenza a inciampare?La Torre di Guardia 1973 | 1° febbraio
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Considerate: Fino a che punto ho fatto progresso nel mio servizio a Geova? Dove ho fatto progresso? Non è stato forse mediante lo studio della Parola di Dio, l’associazione con il popolo di Dio, l’applicazione dei princìpi biblici nella vita quotidiana, facendo commenti alle adunanze e adempiendo altri incarichi? Non è stato anche impegnandomi nell’attività di predicazione? Non è forse in questi modi che avete acquistato libertà di parola nella fede e nella capacità di presentare ad altri la buona notizia? Quindi, Paolo consiglia: “Continuiamo a camminare ordinatamente in questa stessa condotta”.
Se fate queste cose quando correte il pericolo d’inciampare, Dio vi ridarà la felicità e la gioia nel suo servizio, e potrete esprimere la convinzione dell’apostolo Paolo, che scrisse: “Poiché sono convinto che né morte né vita né angeli né governi né cose presenti né cose avvenire né potenze né altezze né profondità né alcun’altra creazione potrà separarci dall’amore di Dio che è in Cristo Gesù nostro Signore”. — Rom. 8:38, 39.
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Dio non è “morto”La Torre di Guardia 1973 | 1° febbraio
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Dio non è “morto”
CHE cosa pensate quando udite qualche ecclesiastico dire che “Dio è morto?” Alcuni eminenti teologi della cristianità che fanno questa affermazione spiegano che non intendono dire con ciò che Dio non sia mai esistito. Piuttosto, intendono dire che Dio non sia ‘impegnato nella storia attuale’. Questi teologi sostengono che non si interessi delle attività degli uomini e che si accontenti di lasciar fare all’uomo come vuole senza che Egli intervenga o l’aiuti.
Quelli che credono a tale filosofia pensano perciò che, qualsiasi cosa facciano, Dio non gliene chiederà conto. Pensano che Dio non veda quello che fanno, o se in effetti lo vede, non se ne interessa abbastanza da agire in qualche modo.
Pare incredibile che i capi religiosi delle nazioni che si chiamano ufficialmente “cristiane” adottino questa attitudine. Hanno la Bibbia e possono consultare i documenti storici. Possono osservare la creazione naturale. Certo dovrebbero essere in grado di capire che un Dio che esercitò tale cura nella creazione e provvide un libro di verità e alti princìpi, come la Bibbia, è un Dio che si interessa senz’altro della sua creazione. Per di più, la Bibbia dà centinaia di esempi del modo in cui trattò gli uomini e fa molte promesse e profezie che riflettono la massima cura e considerazione per le persone oggi viventi.
Affinché quelli che credono in Dio non assumano la stolta attitudine di questi capi religiosi, Geova, per mezzo del suo profeta Ezechiele, fa un racconto di persone del passato che la pensarono come questi ecclesiastici. Egli mostra i cattivi risultati di tale modo di pensare, le cose degradate a cui condusse.
LA SECONDA VISIONE DI GEOVA AVUTA DA EZECHIELE
Ezechiele era a Babilonia. Era l’anno 612 a.E.V., ed era trascorso un anno dalla sua prima visione, nella quale aveva visto il celeste carro di Geova in moto verso
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