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Apprezziamo il dono chiamato “lavoro”La Torre di Guardia 1973 | 1° febbraio
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Dio diede all’uomo le mani e i muscoli per agire. Sono dunque le sue azioni a determinare il suo merito. Infatti, Dio giudicherà il genere umano secondo le sue opere. (Riv. 20:12) Per questa ragione è bene che ci chiediamo: Che ne abbiamo fatto della nostra vita? Quali opere abbiamo compiute o abbiamo da additare per dar prova del nostro merito? Se avete poco o nulla da far vedere per il tempo che siete stati sulla terra, non disperate. C’è la buona notizia che non è troppo tardi per cambiare. C’è ancora il tempo per fare un utile lavoro alla gloria di Dio e da cui potete trarre eterna soddisfazione. In questi tempi difficili Dio ha un’opera in cui potete impegnarvi e divenire suoi collaboratori. Lasceremo che il seguente articolo parli di quest’opera e di come potete prendervi parte a vostra eterna felicità.
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Operate strenuamente per la ricompensa della vita eternaLa Torre di Guardia 1973 | 1° febbraio
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Operate strenuamente per la ricompensa della vita eterna
“[Abbiate] sempre molto da fare nell’opera del Signore, sapendo che la vostra fatica non è vana riguardo al Signore”. — 1 Cor. 15:58.
1, 2. (a) Quali domande fanno spesso i giovani, e perché? (b) Che cosa ammettono alcuni riguardo alla loro vita passata? (c) Che cosa dissero il salmista e Gesù Cristo della vita e del più urgente bisogno del genere umano?
SE OGGI vi fosse data l’opportunità di iniziare un modo di vivere completamente nuovo, l’accettereste? O siete soddisfatto del lavoro che fate e della vita che conducete? I giovani chiedono spesso agli anziani: ‘Se avessi la possibilità di rivivere la tua vita, faresti lo stesso lavoro che fai ora o sceglieresti qualche cosa di diverso? Vorresti che i tuoi figli e le tue figlie facessero lo stesso lavoro che fai tu?’ Queste penetranti domande sono il modo in cui i giovani determinano se il vostro lavoro vi ha dato soddisfazioni e se vale la pena che seguano tale strada.
2 Pochi, però, ammetteranno di avere sciupato la loro vita in lavori indegni, per quanto la loro vita sia stata priva di soddisfazioni. Una di tali persone, Andrew Carnegie, uomo invidiato per la sua ricchezza, disse: “Darei tutti i miei milioni, se potessi avere gioventù e salute. Se potessi fare l’affare di Faust, lo farei. Venderei tutto volentieri per riavere la vita”. Ma, ahimè, la vita eterna non è in vendita. Gioventù e salute non si possono ottenere con la ricchezza. Forse quelli del genere umano attivamente impegnati ad accumulare ricchezza come se fosse qualche specie di panacea sono le persone da compatire di più. Poiché la loro vita è davvero una vuota illusione. L’ispirato salmista scrisse: “L’uomo non è che un’ombra che passa, tutto il suo agitarsi non è che vanità, accumula e non sa chi raccoglierà”. (Sal. 39:7, La Bibbia Concordata) Esaminando questo medesimo soggetto di determinare il principale interesse o attività della vita, il più grande pensatore fra gli uomini di tutti i tempi, cioè Gesù Cristo, additò la risposta con due acute domande, dicendo: “Infatti, di quale beneficio sarà per un uomo se guadagna tutto il mondo ma perde
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