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Gli avvenimenti della Bibbia nel giusto ordineLa Torre di Guardia 1976 | 1° gennaio
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inizio il regno di Saul della tribù di Beniamino. Alla fine del suo regno di quarant’anni, Davide cominciò a regnare in Ebron sopra la tribù di Giuda, mentre Is-Boset, figlio di Saul, regnava da Maanaim sul resto d’Israele. (2 Sam. 2:2, 3, 8-10; Atti 13:20-22) Sette anni e mezzo dopo aver cominciato a regnare su Giuda, Davide divenne re di tutto Israele. Complessivamente il suo dominio fu di quarant’anni. A Davide successe il figlio Salomone, che regnò similmente per quarant’anni. — 2 Sam. 2:11; 1 Re 2:11; 11:42.
Durante il regno di Roboamo, figlio di Salomone, nel 997 a.E.V., dieci tribù si ribellarono e fecero loro re Geroboamo. Tuttavia, le tribù di Beniamino e Giuda, come pure i Leviti, rimasero fedeli alla casa reale di Davide. Il regno delle dieci tribù ebbe un cattivo inizio quando il re Geroboamo introdusse l’adorazione dei vitelli. In tutti gli anni che passarono sino alla caduta del regno delle dieci tribù, conquistato nel 740 a.E.V. dagli Assiri, la pratica dell’idolatria non cessò mai. (1 Re 12:16-24, 28-30; 2 Re 17:1-6) Circa 133 anni dopo, nel 607 a.E.V., i Babilonesi conquistarono il regno delle due tribù. — 2 Re 25:1-9.
Nel 537 a.E.V., dopo un esilio di settant’anni a Babilonia, un rimanente di Giudei tornò a Gerusalemme per riedificare il tempio. Ma solo nel 455 a.E.V., sotto la direttiva di Neemia, furono ricostruite le mura di Gerusalemme. La composizione delle Scritture Ebraiche fu terminata dopo il 443 a.E.V., quando il profeta Malachia mise per iscritto la sua profezia. Quella profezia additava la venuta del messaggero di Dio per preparare un popolo al “messaggero del patto”, il Messia. — Mal. 3:1.
Con l’annuncio della nascita di entrambi i messaggeri, le Scritture Greche Cristiane riprendono il filo della storia sacra. Nella primavera del 2 a.E.V., nacque Giovanni Battista, il precursore del Messia o Cristo. Sei mesi dopo, Maria diede alla luce il predetto Cristo, Gesù. Il ministero terreno di Gesù della durata di tre anni e mezzo ebbe inizio nell’autunno del 29 E.V. e culminò con la sua morte nella primavera del 33 E.V. Dopo la sua risurrezione e ascensione al cielo, i discepoli continuarono l’opera da lui cominciata. Infine, verso il 98 E.V., l’ultimo apostolo superstite, Giovanni, finì di scrivere la Bibbia. In quell’anno probabilmente scrisse Primo, Secondo e Terzo Giovanni, nonché il racconto evangelico. Circa due anni prima aveva messo per iscritto il libro di Rivelazione.
Quanto è stato detto sopra illustra come si possono ricordare nel giusto ordine gli avvenimenti della Bibbia. Mentre leggete la Bibbia, cercate di determinare la relazione nel tempo che c’è fra un avvenimento e l’altro. Così la storia contenuta nelle Sacre Scritture diverrà più significativa per voi.
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Domande dai lettori (1)La Torre di Guardia 1976 | 1° gennaio
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Domande dai lettori
● Che cosa dice la Parola di Dio su come i cristiani devono considerare il suicidio?
Essendo la fonte della vita, Geova ha decretato che la vita umana è preziosa, sacra. (Gen. 9:5; Sal. 36:9) Quindi il suicidio, che significa togliersi la vita deliberatamente, o uccidersi, è condannato dalla Bibbia. (Eso. 20:13; 1 Giov. 3:15) I pochi suicidi menzionati nella Bibbia sono di alcuni che furono infedeli a Geova e non considerarono che in realtà la loro vita apparteneva a Dio. — 1 Sam. 31:4; 2 Sam. 17:5-14, 23; 1 Re 16:18; Matt. 27:5.
Chi si toglie intenzionalmente la vita rivela assoluto disprezzo per la santità della vita e si rende colpevole di spargimento di sangue. Chi commette suicidio mentre è in possesso delle proprie facoltà mentali mostra di non avere né moralità, né fede, né timore di Dio. È un atto di codardia, con cui ci si rifiuta di affrontare i problemi e le responsabilità della vita. Chi asserisse d’essere vero cristiano con questo atto infrangerebbe violentemente la sua relazione con Geova. In alcuni casi il suicida cede all’influenza di demoni che lo spingono a uccidersi. (Matt. 17:14-18) Con questo atto estremamente egocentrico di omicidio la persona rivela di non avere amore né per i familiari superstiti, né per la congregazione e gli amici e neanche per gli altri abitanti della comunità, poiché reca vergogna e angoscia mentale a tutti coloro che la frequentavano. — Mar. 12:31.
Nella maggioranza dei paesi dev’essere un
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