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Calamità naturali: Ne è responsabile Dio?La Torre di Guardia 1993 | 1° dicembre
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Nelle pagine di questa rivista, come pure in altre pubblicazioni della Watch Tower Society, i testimoni di Geova hanno più volte indicato che il Regno di Dio è stato istituito in cielo nel 1914. Sotto la guida di quel Regno, ormai da quasi 80 anni viene data una testimonianza a livello mondiale, e oggi siamo alle soglie dei promessi “nuovi cieli e nuova terra”. L’umanità sarà liberata non solo dalle devastazioni delle calamità naturali, ma anche da tutto il dolore e le sofferenze che hanno afflitto l’umanità negli scorsi seimila anni. Riguardo a quel tempo si potrà veramente dire che “le cose precedenti sono passate”. — 2 Pietro 3:13; Rivelazione 21:4.
Ma che dire di oggi? Dio è venuto in aiuto di coloro che soffrono a causa di circostanze naturali o d’altro genere? Senza dubbio lo ha fatto, ma non necessariamente nel modo che la maggioranza potrebbe aspettarsi.
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I salvifici atti di Geova oggiLa Torre di Guardia 1993 | 1° dicembre
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I salvifici atti di Geova oggi
LA BIBBIA dice riguardo a Geova: “Molte sono le calamità del giusto, ma Geova lo libera da esse tutte” e: “Geova sa liberare le persone di santa devozione dalla prova”. — Salmo 34:19; 2 Pietro 2:9.
In che modo Geova viene in aiuto dei suoi servitori quando si trovano in difficoltà? Non lo fa fermando miracolosamente le forze della natura o intervenendo con qualche altro atto soprannaturale, come molti pensano che dovrebbe fare, ma con un’altra forza che la maggioranza delle persone non comprende bene: l’amore. Sì, Geova ama i suoi servitori e ha fatto fiorire tra loro un amore così forte che Gli consente di compiere per loro cose che hanno quasi del miracoloso. — 1 Giovanni 4:10-12, 21.
Alcuni diranno che in una situazione d’emergenza ciò che serve sono viveri, medicinali e attrezzature, non amore. È ovvio che viveri, medicinali e attrezzature hanno la loro importanza. Tuttavia l’apostolo Paolo fa questo ragionamento: “Se ho tutta la fede da trapiantare i monti, ma non ho amore, non sono nulla. E se do tutti i miei averi per nutrire altri, e se consegno il mio corpo, per potermi vantare, ma non ho amore, non ne ho nessun profitto”. — 1 Corinti 13:2, 3.
Spesso si legge di aiuti umanitari che marciscono sulle banchine dei porti o vengono mangiati dai topi mentre i bisognosi muoiono di fame e malattia. Peggio ancora, gli aiuti possono finire nelle mani di gente avida e senza scrupoli che li rivende. Perciò una cosa è inviare aiuti e un’altra, ben diversa, è farli arrivare davvero nelle mani di chi ha bisogno. Il vero amore e interessamento può fare la differenza.
L’amore all’opera
Nel settembre 1992 l’uragano Iniki colpì l’isola hawaiana di Kauai, che ha una popolazione di 55.000 abitanti. Con venti che soffiavano a 210 chilometri orari e raffiche che toccavano i 260, uccise due persone e ne ferì 98, danneggiò il 75 per cento delle abitazioni, lasciò 8.000 persone senza tetto e provocò danni per un miliardo di dollari. Fra gli abitanti di questa piccola isola c’erano circa 800 testimoni di Geova, organizzati in sei congregazioni. Che ne fu di loro?
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