-
Servire con un senso di urgenzaLa Torre di Guardia 1993 | 1° novembre
-
-
Ripensando agli oltre 45 anni dedicati al ministero a tempo pieno, Susie ed io comprendiamo quanto è stato importante il sostegno dei nostri genitori per aiutarci a continuare a svolgere l’opera missionaria. Nel 1969, quando rividi i miei genitori dopo sei anni, mio padre mi prese da parte e disse: “Se dovesse morire prima la mamma, non occorre che tu torni a casa. Rimani dove sei stato assegnato. Io me la caverò. Ma se dovesse accadere il contrario, allora dovrai sentire cosa pensa la mamma”. Mia madre disse esattamente la stessa cosa.
I genitori di Susie avevano il medesimo spirito altruistico. Ci fu una volta in cui Susie mancò da casa 17 anni, eppure non le scrissero mai una parola che potesse scoraggiarla. Naturalmente se i nostri genitori non avessero avuto nessun altro aiuto saremmo tornati a casa. Ciò che voglio dire è che i nostri genitori avevano tutti lo stesso apprezzamento per l’opera missionaria e, fino alla loro morte, hanno servito Geova con il medesimo senso di urgenza che avevano instillato nel nostro cuore. — Confronta 1 Samuele 1:26-28.
Siamo anche stati incoraggiati da persone che ci scrivevano regolarmente. Alcune ci hanno scritto per tutti gli oltre 30 anni del nostro servizio missionario, senza mai saltare un mese! Ma soprattutto teniamo presente il nostro caro Padre celeste, Geova, che sa come sostenere i suoi servitori sulla terra. Perciò, mentre ora ci avviciniamo al culmine degli eventi che abbiamo tanto atteso, Susie ed io desideriamo ‘tenere bene in mente la presenza del giorno di Geova’ continuando a servirLo con un senso di urgenza. — 2 Pietro 3:12.
-
-
I primi cristiani usavano il nome di Dio?La Torre di Guardia 1993 | 1° novembre
-
-
I primi cristiani usavano il nome di Dio?
IL NOME di Dio ricorre migliaia di volte nelle Scritture Ebraiche, dove è rappresentato dalle quattro consonanti יהוה (YHWH, il Tetragramma). Scoperte archeologiche fanno pensare che nell’Israele preesilico, prima del 607 a.E.V., il nome fosse d’uso comune, e nei libri postesilici di Esdra, Neemia, Daniele e Malachia esso ricorre di frequente. Gradualmente, però, mentre si avvicinava il tempo dell’arrivo del Messia, gli ebrei divennero per superstizione riluttanti a usare il nome.
I discepoli di Gesù usavano il nome di Dio (di solito reso in italiano con “Geova” o “Yahweh”)? Ci sono validi motivi per ritenere che lo usassero. Gesù insegnò ai suoi seguaci a pregare Dio dicendo: “Sia santificato il tuo nome”. (Matteo 6:9) E alla fine del suo ministero terreno egli stesso disse in preghiera al suo Padre celeste: “Ho reso manifesto il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo”. (Giovanni 17:6) Inoltre le prime copie della Settanta, la traduzione greca delle Scritture Ebraiche usata dai discepoli di Gesù, contenevano il nome di Dio sotto forma del Tetragramma ebraico.
Che dire dei Vangeli e del resto delle Scritture Greche Cristiane (il “Nuovo Testamento”)? Si è ragionato che, dal momento che il nome di Dio compariva nella Settanta, doveva necessariamente comparire nelle prime copie delle Scritture Greche Cristiane, almeno nei passi in cui era citata la Settanta. Per questo il nome Geova ricorre più di 200 volte nella Traduzione del Nuovo Mondo delle Scritture Greche Cristiane. Alcuni hanno criticato questa scelta, ritenendola arbitraria. Sembra però che in questo la Traduzione del Nuovo Mondo abbia il sostegno di una fonte insospettabile: il Talmud babilonese.
La prima parte di quest’opera giudaica è intitolata Shabbath (Sabato) e contiene un immenso codice di regole che stabiliscono cosa si poteva fare di sabato. In un punto si discute se di sabato è lecito salvare i manoscritti biblici dal fuoco, dopo di che si legge: “Nel testo si affermava: Gli spazi bianchi [gilyohnìm] e i Libri dei Minim, non possiamo salvarli dal fuoco. R. [Rabbi] Jose disse: Nei giorni lavorativi bisogna ritagliare i Nomi Divini che vi sono contenuti, nasconderli e bruciare il resto. R. [Rabbi] Tarfon disse: Possa io seppellire mio figlio se non li bruciassi insieme ai Nomi Divini che contengono qualora mi capitassero fra le mani”. — Dalla traduzione inglese del dott. H. Freedman.
-