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  • Misericordia ai perseguitati ma giudizio ai persecutori
    Paradiso restaurato per il genere umano, dalla Teocrazia!
    • Capitolo VIII

      Misericordia ai perseguitati ma giudizio ai persecutori

      1. Quanto tempo passò dopo la finale profezia di Aggeo prima che agli edificatori del tempio giungesse un altro messaggio ispirato, e che cosa avevano fatto nel frattempo?

      NELLA Gerusalemme dei giorni dei profeti Aggeo e Zaccaria il tempo era giunto ora al primo trimestre dell’anno 519 a.E.V., ma era ancora il secondo anno di regno del re Dario I dell’Impero Persiano, Quarta Potenza Mondiale della storia biblica. Erano passati esattamente due mesi lunari dal giorno che Aggeo era stato ispirato a fare ai sacerdoti aaronnici e al governatore Zorobabele le sue finali profezie. Questo avveniva il ventiquattresimo giorno del nono mese (Chisleu), che era verso il principio dell’anno 519 a.E.V. In quel memorabile giorno della storia di Gerusalemme, era stato ripreso il lavoro alle fondamenta del tempio sul monte Moria, appena a nord del monte Sion. Prima che un altro messaggio ispirato venisse agli edificatori giudei dal loro Dio, lavorarono incessantemente nel sacro luogo della costruzione per due mesi interi. Questa volta non si fecero fermare da nessun tentativo d’interferenza dei nemici.

      2. Chi avrebbe evidentemente ricevuto le notizie prima che le ricevesse il re Dario I riguardo a ciò che accadeva in Gerusalemme, e quanto tempo ci sarebbe voluto per ricevere una decisione?

      2 Il 24 Sebat 519 a.E.V., la parola di ciò che accadeva a Gerusalemme poté non esser giunta agli orecchi del re Dario nella lontana città capitale di Persia. Le notizie viaggiavano molto lentamente, anche con i corrieri che cavalcavano cavalli da posta e che percorrevano circa centosessanta chilometri al giorno. (Ester 3:13-15; 8:10, 14) Da Gerusalemme attraverso la “fertile mezzaluna” fino a Susan c’erano più di milleseicento chilometri, e da Susan a Ecbatana a nord c’erano più di trecento chilometri, se le strade erano diritte. Quindi ci sarebbe voluto considerevole tempo perché il re Dario ottenesse le sorprendenti informazioni. I funzionari persiani delle province che rispetto al re di Persia erano oltre il fiume Eufrate (verso occidente) avrebbero ragionevolmente ricevuto le notizie più presto. Questo è evidentemente ciò che accadde. Le discussioni che seguirono e le investigazioni che si compirono dovettero richiedere mesi (quattro o cinque mesi, secondo alcuni calcoli) prima di poter ricevere e mettere in vigore una decisione del re Dario sulla controversa questione. Ecco ciò che avvenne, come si riferisce in Esdra da 5:2 a 6:2:

      3. Quali domande i governatori persiani d’occidente oltre il fiume Eufrate rivolsero agli edificatori del tempio, e che cosa fecero questi?

      3 “Fu allora che Zorobabele figlio di Sealtiel e Iesua figlio di Ieozadac si levarono e iniziarono a riedificare la casa di Dio, che era in Gerusalemme; e con loro c’erano i profeti di Dio che davan loro aiuto. In quel tempo Tattenai il governatore oltre il Fiume e Setar-Bozenai e i loro colleghi vennero da loro, e dicevano loro questo: ‘Chi vi ha emanato l’ordine di edificare questa casa e di finire questa impalcatura?’ Quindi dissero loro questo: ‘Quali sono i nomi degli uomini robusti che edificano questo edificio?’ E l’occhio del loro Dio era sugli anziani dei Giudei, ed essi non li fermarono finché la comunicazione non fosse andata a Dario e non fosse quindi rimandato a questo proposito un documento ufficiale.

      4. Che diceva la lettera che i governatori persiani mandarono al re Dario I?

      4 “Ecco una copia della lettera che Tattenai il governatore oltre il Fiume e Setar-Bozenai e i suoi colleghi, i governatori minori che erano oltre il Fiume, mandarono a Dario il re; gli mandarono parola, e in essa lo scritto era di questo tenore:

      “‘A Dario il re:

      “‘Ogni pace! Sia noto al re che siamo andati al distretto giurisdizionale di Giuda alla casa del gran Dio, ed essa è edificata con pietre rotolate sul posto, e nei muri viene messo il legname; e che il lavoro è fatto con premura e fa progresso nelle loro mani. Abbiamo quindi chiesto a quegli anziani. Abbiam detto loro questo: “Chi vi ha emanato l’ordine di edificare questa casa e di finire questa impalcatura?” E abbiamo anche chiesto loro i loro nomi, per farteli sapere, affinché scrivessimo i nomi degli uomini robusti che sono alla loro testa.

      “‘E questa e la parola che ci rimandarono, dicendo: “Noi siamo i servitori dell’Iddio dei cieli e della terra, e riedifichiamo la casa che e stata edificata molti anni prima di questo, che un gran re d’Israele edificò e finì. Comunque, siccome i nostri padri irritarono l’Iddio dei cieli, egli li diede in mano a Nabucodonosor re di Babilonia, il Caldeo, ed egli demolì questa casa e portò il popolo in esilio a Babilonia. Tuttavia, nel primo anno di Ciro re di Babilonia, Ciro il re emanò l’ordine di riedificare questa casa di Dio. E anche i vasi d’oro e d’argento della casa di Dio che Nabucodonosor aveva tolti dal tempio che era in Gerusalemme, e aveva portati al tempio di Babilonia, questi Ciro il re tolse dal tempio di Babilonia e furon dati a Sesbazzar, nome di colui che egli fece governatore. E gli disse: ‘Prendi questi vasi. Va, depositali nel tempio che è in Gerusalemme, e sia riedificata la casa di Dio nel suo posto’. Quando quel Sesbazzar fu venuto pose i fondamenti della casa di Dio, che è in Gerusalemme; e da allora fino ad ora è riedificata ma non è stata completata”.

      “‘E ora se al re sembra bene, si faccia un’investigazione nella casa dei tesori del re che e lì a Babilonia, se è così che dal re Ciro fu emanato l’ordine di riedificare quella casa di Dio in Gerusalemme; e ci mandi a questo proposito la decisione del re’.

      5. Quale azione compì il re Dario quando ebbe ricevuto la lettera, e che cosa si riscontrò?

      5 “Fu allora che Dario il re emanò l’ordine, e fecero un’investigazione nella casa delle registrazioni dei tesori depositati lì a Babilonia. E a Ecbatana, nel luogo fortificato che era nel distretto giurisdizionale di Media, fu trovato un rotolo, e c’era scritta una memoria in questo senso”.

      6. Mentre avveniva questo, che facevano in Gerusalemme i costruttori, e che cosa accadde il 24 Sebat 519 a.E.V.?

      6 In tutto il tempo che avvenivano le cose narrate dal sacerdote Esdra, il rimanente giudeo sotto il governatore Zorobabele e il sommo sacerdote Giosuè andò coraggiosamente avanti nella ricostruzione del tempio. Questo si avverò il ventiquattresimo giorno dell’undicesimo mese, che cadde nell’inverno dell’anno 519 a.E.V. In quel memorabile giorno il profeta Zaccaria cominciò a ricevere una serie di incoraggianti visioni. Su questo egli ci narra:

      PRIMA VISIONE

      7. Nella prima visione, il 24 Sebat che cosa vide Zaccaria?

      7 “Il ventiquattresimo giorno dell’undicesimo mese, cioè il mese di Sebat, nel secondo anno di Dario, la parola di Geova fu rivolta a Zaccaria figlio di Berechia figlio di Iddo il profeta, dicendo: ‘Vidi nella notte, ed ecco, un uomo che cavalcava un cavallo rosso, e stava fermo fra i mirti che erano nel luogo profondo; e dietro a lui erano cavalli di colore rosso, rosso vivo, e bianco’”. — Zaccaria 1:7, 8.

      8, 9. Chi spiegò le cose a Zaccaria, e quali domande fece sorgere la visione di quei cavalli?

      8 Durante la visione Zaccaria ebbe una guida angelica, che gli spiegò le cose che anche noi oggi desideriamo capire. Quei cavalli con i loro cavalieri, che stavano lì fra i mirti nel luogo profondo accanto a Gerusalemme, perché ci stavano? Sovrastava su Gerusalemme la guerra in questo stadio dell’edificazione del tempio? Nella Bibbia i cavalli sono un simbolo di guerra. (Giobbe 39:19-25; Proverbi 21:31) Chi mandò quei cavalli? I cavalieri chi rappresentano? È il loro scopo la guerra? Zaccaria desiderò saperlo:

      9 “E dunque dissi: ‘Chi sono questi, mio signore?’”

      10, 11. Chi risultò che erano quei cavalieri, e che cosa riferirono al cavaliere che stava fra i mirti?

      10 “Allora l’angelo che parlava con me mi disse: ‘Io stesso ti mostrerò chi sono questi medesimi’”. — Zaccaria 1:9.

      11 Risultò che quei cavalieri erano santi angeli, mandati da Dio in servizio di esplorazione, per così dire. Questo è quanto diviene evidente mentre leggiamo: “Quindi l’uomo [a cavallo] che stava fermo fra i mirti rispose e disse: ‘Questi sono quelli che Geova ha mandati a camminare per la terra’. Ed essi rispondevano all’angelo di Geova che stava fra i mirti e dicevano: ‘Abbiamo camminato per la terra, ed ecco, l’intera terra sta ferma e non ha alcun disturbo’”. — Zaccaria 1:10, 11.

      12. (a) In che senso “l’intera terra” era in pace, come riferirono gli esploratori angelici? (b) Per che cosa l’Egitto aveva combattuto con l’Assiria e quindi con Babilonia a questo proposito?

      12 Che cosa dicevano quegli esploratori angelici al loro capo che cavalcava il cavallo rosso? Dicevano che c’era pace universale in tutta la terra? Pare di sì! Ma questo era vero solo in senso relativo, cioè in relazione con qualche altra cosa. Con che cosa? Con Gerusalemme e col territorio di Giuda. Come mai? In quanto Gerusalemme aveva perduto il suo precedente posto fra le nazioni sulla terra. Fino all’anno 607 a.E.V., essa era stata la sede del messianico regno di Dio tipico sulla terra. Questo regno di Geova in piccole proporzioni era un fattore di turbamento per il mondo gentile, le nazioni pagane. L’Egitto combatté l’Assiria e quindi Babilonia per avere con Gerusalemme relazioni secondo un trattato o per avere voce nel controllo dei suoi affari. Ma non poté più far questo dal 607 a.E.V.

      13. Perché, dal 607 a.E.V., l’Egitto cessò di mantenere secondo un trattato relazioni con il messianico regno tipico in Gerusalemme?

      13 In quell’anno d’importanza mondiale il re Nabucodonosor e i suoi eserciti babilonesi e alleati distrussero Gerusalemme e il suo tempio. Il regno di Davide fu rovesciato, e un re della linea reale di Davide cessò di sedere sul “trono di Geova” in Gerusalemme. L’ultimo re umano che vi sedette, Sedechia avo di Zorobabele, fu preso e portato prigioniero a Babilonia, per trascorrervi il resto della vita esiliato, accecato, imprigionato. Nel mese di Tishri del 607 a.E.V., quei pochi Giudei che vi erano stati lasciati come una povera minoranza senza importanza nel paese di Giuda fuggirono in Egitto per timore dei Babilonesi (Caldei), e il paese di Giuda e Gerusalemme furon lasciati desolati senza uomo o animale domestico. Esattamente come il profeta Geremia aveva predetto! Fu allora che si cominciò a contare un periodo di tempo divinamente segnato. Quale?

      14. Come Gesù Cristo chiamò quel periodo divinamente segnato, che significò per la politica mondana, e quando finì?

      14 “I tempi dei Gentili”, o “i fissati tempi delle nazioni”, come ne parlò in seguito Gesù Cristo, dicendo: “Gerusalemme sarà calpestata dalle nazioni, finché i fissati tempi delle nazioni non siano compiuti”. (Luca 21:24) Poiché Gerusalemme era stata la sede del messianico regno di Dio in piccole proporzioni e rappresentava pertanto il diritto del regno di Dio a dominare nelle mani di un messianico discendente del re Davide, per quelle nazioni gentili il fatto che si permettesse loro di calpestare Gerusalemme o il suo diritto al Regno significò qualche cosa di speciale. Che cosa? Niente meno che alle nazioni gentili sarebbe stato dato da Geova degli eserciti il permesso di dominare la terra senza interferenza da parte di alcun messianico regno di Dio, come quello precedente che aveva avuto la propria capitale nella Gerusalemme terrestre. Siccome i Tempi dei Gentili di tale ininterrotto periodo dovevano durare per sette simbolici “tempi” o per 2.520 anni letterali, questo periodo segnato sarebbe trascorso dal Tishri 607 a.E.V. al Tishri 1914 E.V., nel nostro proprio ventesimo secolo. (Daniele, capitolo quattro) Non c’è da meravigliarsi se, in quel remoto 519 a.E.V., gli esploratori angelici riferirono che l’intera terra era senza disturbo!

      15. Perché la condizione del paese di Giuda e del suo governatore giudeo non era tale da turbarsi, e come l’inquirente governatore Tattenai procedette rispetto alla ripresa edificazione del tempio?

      15 In quel secondo anno del re Dario I, il paese di Giuda con la sua locale capitale in Gerusalemme non era che una delle 127 province dell’Impero Persiano “dall’India all’Etiopia”. (Ester 1:1-3) Aveva un governatore, Zorobabele figlio di Sealtiel, ma non sedeva sul trono di Davide come suo nonno, re Ioiachin, aveva fatto per tre mesi e dieci giorni. Egli era forse direttamente responsabile verso uno dei governatori di un distretto giurisdizionale dalla parte occidentale dell’Eufrate, probabilmente il governatore Tattenai, e da ultimo era quindi responsabile verso il re Dario I. Ora c’era dunque difficilmente alcunché di cui turbarsi seriamente riguardo a Gerusalemme. Certo, il governatore Tattenai si era eccitato perché si era ripreso il lavoro di riedificazione delle fondamenta del tempio ed egli ne aveva fatto un’indagine ufficiale: “Quali sono i nomi degli uomini robusti che edificano questo edificio?” Ma non era ricorso alla forza militare per fermare l’opera. Aveva preferito piuttosto sottoporre la questione al re Dario onde prendesse la decisione secondo “la legge dei Medi e dei Persiani, che non si annulla”. (Daniele 6:8) Perché il governatore Tattenai si impose questa restrizione? Esdra 5:5 spiega:

      16. Secondo Esdra 5:5, perché il governatore Tattenai agì in quel modo?

      16 “E l’occhio del loro Dio era sugli anziani dei Giudei, ed essi non li fermarono finché la comunicazione non fosse andata a Dario e non fosse quindi rimandato a questo proposito un documento ufficiale”.

      17, 18. (a) Che cosa poterono dunque annunciare gli esploratori angelici in quanto alla condizione dell’“intera terra”? (b) Ma sull’attitudine di chi fu della massima importanza informarsi, e quale domanda fu fatta?

      17 Conformemente, riguardo al turbamento del mondo per ciò che Gerusalemme predisponeva e faceva, gli esploratori angelici poterono riferire al loro capo fra i mirti nel luogo profondo presso Gerusalemme: “L’intera terra sta ferma e non ha alcun disturbo”. Il mondo gentile o pagano, in realtà, se ne stava seduto con compiacenza senza timore di nessuna interferenza nei suoi affari da parte di alcun messianico regno di Geova Dio. Ma che dire dello stesso Geova degli eserciti? Qual era la sua attitudine verso Gerusalemme e ciò che essa rappresentava? C’era da Lui alcuna ulteriore assicurazione ora che il suo profeta Aggeo aveva cessato di parlare sotto ispirazione? Era egli pure compiacente come le nazioni gentili riguardo al benessere di Gerusalemme e al ruolo che essa avrebbe dovuto svolgere nell’adempimento dei propositi di Geova? Gli angeli del cielo pure se ne preoccupavano, e in special modo Michele “il gran principe che sta a favore dei figli del . . . popolo [di Daniele]”. (Daniele 12:1; 1 Pietro 1:12) A prova di ciò il profeta Zaccaria nella visione vede poi questo:

      18 “L’angelo di Geova dunque rispose e disse: ‘O Geova degli eserciti, fino a quando tu stesso non mostrerai misericordia a Gerusalemme e alle città di Giuda, le quali hai denunciate in questi settant’anni?’” — Zaccaria 1:12.

      19. Perché ad alcuni parve che i “settant’anni” della denuncia divina continuassero?

      19 Ad alcune menti, secondo ciò che era stato detto dall’angelo, parve che la denuncia di Geova di “questi settant’anni” ancora continuasse contro Gerusalemme e le altre città di Giuda. Questo era da attribuire al fatto che la riedificazione del suo tempio era stata trascurata nei passati diciassette anni. Egli aveva provato grandissima indignazione contro i loro padri che avevan subìto l’esilio perché avevano profanato il precedente tempio ch’era stato costruito dal re Salomone. Ora, nell’ottavo mese (Heshvan) dell’anno 520 a.E.V. Geova aveva avvertito il rimpatriato rimanente giudeo d’evitar di subire l’indignazione divina, per la colpa d’esser divenuti come i loro padri e di non esser tornati a Geova con zelo per rendergli piena adorazione mediante un tempio riedificato. (Zaccaria 1:1-6) Alla luce di ciò dobbiamo comprendere l’esclamazione dell’angelo secondo ciò che queste cose avrebbero potuto indicargli riguardo a Gerusalemme e alle altre città della ripopolata Giuda.

      20. Perché l’espressione dell’angelo circa “questi settant’anni” non dev’esser dunque fraintesa come se quegli “anni” continuassero?

      20 La menzione dell’angelo di questi “settant’anni” rammenta i settant’anni menzionati dal profeta Geremia. In quei settant’anni le nazioni di Giuda e Israele dovettero servire la dinastia dei re di Babilonia, alla fine dei quali settant’anni Geova avrebbe dovuto chiamare a render conto dell’errata condotta del re di Babilonia e dei Caldei ed Egli li avrebbe per questo puniti. (Geremia 25:11-13) Volle dunque dire l’angelo di Geova che quei settant’anni non erano ancora finiti, o che ora erano appena finiti? Questo non poteva essere storicamente vero. Perché no? Perché circa vent’anni prima (nel 539 a.E.V.) Geova aveva impiegato Ciro il Grande di Persia per rovesciare Babilonia come potenza mondiale e circa due anni dopo, nel 537 a.E.V., Geova aveva spinto Ciro che agiva quale re di Babilonia a far partire da Babilonia gli esiliati Giudei e farli tornare a Gerusalemme a riedificare il tempio di Geova. — Esdra da 1:1 a 2:2; 2 Cronache 36:20-23.

      21. In quei “settant’anni”, come si sarebbe dovuto trovare il paese di Giuda, e che cosa mostra ora se quella condizione del paese era passata da molto tempo?

      21 Per giunta, il paese di Giuda doveva osservare un “sabato, per adempiere settant’anni”. (2 Cronache 36:21) Come? Divenendo una “distesa desolata senza uomo né animale domestico”, essendo stata data “in mano ai Caldei”. (Geremia 32:43; 33:10-12) Sia il profeta Zaccaria che gli angeli sapevano che quei settant’anni di assoluta desolazione del paese di Giuda e Gerusalemme senza uomo e animale domestico eran finiti nell’anno 537 a.E.V. quando il rimanente giudeo tornò da Babilonia e rioccupò il paese, essendo ricondotti nel settimo mese (Tishri) di quell’anno nelle loro città. (Esdra 3:1, 2) Invece di continuare ad essere una distesa desolata, si cominciarono a coltivare nel paese le messi, come il profeta Aggeo riferì diciassette anni dopo. (Aggeo 1:6-11; 2:16, 17) Quei settant’anni eran dunque passati da molto tempo!

      22. Come indicò il profeta Daniele che i “settant’anni” non giunsero al 519 a.E.V., quando Zaccaria ebbe la sua prima visione?

      22 Se, al tempo della prima visione di Zaccaria, quei settant’anni continuavano ancora o erano appena finiti, perché l’angelo, sapendo ciò che faceva, avrebbe parlato come parlò? Giacché sapeva che il periodo di tempo era definitamente lungo settant’anni, perché avrebbe detto: “O Geova degli eserciti, fino a quando?” (Zaccaria 1:12) Infatti, già nel primo anno di Dario il Medo dopo il rovesciamento di Babilonia del 539 a.E.V., il profeta Daniele comprese “dai libri il numero degli anni riguardo ai quali la parola di Geova era stata rivolta a Geremia il profeta, per compiere le devastazioni di Gerusalemme, cioè settant’anni”. (Daniele 9:1, 2) E per certo Daniele verificò il numero degli anni, non diciassette lunghi anni prima che scadessero, ma immediatamente prima della fine dei settant’anni nel primo anno di regno del re Ciro il Persiano. Così l’anziano profeta Daniele, che visse almeno nel “terzo anno di Ciro re di Persia”, poté sapere d’aver calcolato in maniera corretta la durata del periodo di tempo. (Daniele 10:1) Quindi quei “settant’anni” non giunsero fino al tempo in cui Zaccaria ebbe la sua prima visione, nel 519 a.E.V.

      23. Quei “settant’anni” erano l’inizio di quale periodo di tempo più esteso, e quindi, chiedendo: “Fino a quando?” quale paragone faceva l’angelo?

      23 Si ricordi, inoltre, che quegli indimenticabili settant’anni furono i primi settant’anni dei Tempi dei Gentili, “i fissati tempi delle nazioni”. Così, quando quei settant’anni finirono nel 537 a.E.V., i tempi dei Gentili continuarono e Gerusalemme fu ancora calpestata dalle nazioni gentili. (Luca 21:24) È dunque evidente che l’angelo il quale disse: “O Geova degli eserciti, fino a quando?” si riferiva a quel precedente periodo di settant’anni come illustrazione della denuncia di Geova contro il suo popolo eletto. Egli chiedeva se la denuncia di Geova contro di loro era rinnovata a causa della loro lunga trascuratezza verso il Suo tempio. E l’angelo chiedeva così quanto tempo sarebbe ancora passato prima che Geova mostrasse misericordia a Gerusalemme e alle altre città di Giuda. Anche il profeta Zaccaria s’interessava di saperlo. Noi, pure!

      24. Come rispose Geova all’angelo che lo interrogò, e come Geova si sentì dunque verso Gerusalemme e come si sentì verso le nazioni gentili?

      24 Zaccaria dovette esser soddisfatto che gli fosse concesso di udire la conversazione fra Geova degli eserciti e l’angelo che interrogava: “E Geova rispondeva all’angelo che parlava con me, con buone parole, parole di conforto e l’angelo che parlava con me continuò a dirmi: ‘Chiama, dicendo: “Geova degli eserciti ha detto questo: ‘Sono stato: geloso di Gerusalemme e di Sion con grande gelosia. Con grande indignazione mi sento indignato contro le nazioni che sono a loro agio; perché io, da parte mia, mi sentii indignato solo per un poco, ma esse, da parte loro, aiutarono verso la calamità’”’”. — Zaccaria 1:13-15.

      25. Perché Geova si era indignato con il suo popolo eletto, ma perché si indignò verso le nazioni gentili?

      25 Giustamente, Geova provò indignazione contro questo disubbidiente popolo eletto. Fu perciò costretto a impartire loro la punizione disciplinare. Impiegò Babilonia e i suoi alleati e simpatizzanti come Suo strumento per impartire la punizione. Comunque, fu “indignato solo per un poco”. D’altra parte, le nazioni gentili che erano state impiegate come Suo strumento di correzione avevano portato l’azione disciplinare troppo oltre, per assoluto odio contro il suo popolo eletto e per mostrare verso di esso e verso la sua adorazione il proprio disprezzo. In maniera perversa “aiutarono verso la calamità” sul suo popolo. Con malizia aggiunsero a tale calamità una straordinaria misura. Come sono stati inclini a far questo i persecutori dei tempi moderni verso gli adoratori di Geova! Per una buona e giusta causa Geova degli eserciti poté dire: “Con grande indignazione mi sento indignato contro le nazioni”. Se lo ricordino gli odierni persecutori di mente nazionalistica!

      26. Perciò, che cosa si propose ora Geova di fare in quanto a Gerusalemme?

      26 “Perciò Geova ha detto questo: ‘Per certo tornerò a Gerusalemme con misericordie. La mia propria casa vi sarà edificata’, è l’espressione di Geova degli eserciti, ‘e la stessa corda per misurare sarà stesa su Gerusalemme’”. — Zaccaria 1:16.

      27. Come avrebbe Geova dato prova ai persecutori di non aver abbandonato in permanenza Gerusalemme, e come sarebbe stata stesa su di lei la corda per misurare?

      27 L’azione disciplinare delle nazioni gentili contro il popolo di Giuda e Gerusalemme era stata portata fino al punto dell’aperta persecuzione. Queste persone erano state completamente abbandonate loro dal loro Dio, dovettero pensare i persecutori. Ma non era così! Geova non le aveva abbandonate per sempre. Era deciso a provarlo ai persecutori. In simbolo di ciò, Gerusalemme non doveva essere lasciata in permanenza nella desolazione. Egli sarebbe tornato a lei con misericordie, facendola sollevare dalla polvere e dalla rovina e ripopolare di nuovo. In lei sarebbero state edificate case, e così “la stessa corda per misurare sarà stesa su Gerusalemme” durante l’edificazione delle case. Infatti, in lei si sarebbe edificato l’edificio più importante di tutti, lo stesso tempio di Geova! Quale scacco sarebbe stato questo per i suoi persecutori e per i loro falsi dèi!

      28. A chi si sarebbe dovuta manifestare così la scelta di Geova, e Geova che cosa scelse?

      28 Era arrivato il divino tempo della ricostruzione. Nulla l’avrebbe ora fermata. Era stata fatta la divina scelta della sua visibile organizzazione terrestre. Tale scelta sarebbe stata resa manifesta dal favore divino, se ne risentissero o no le nazioni mondane che erano a loro agio. Non si sarebbe fatto alcun segreto della scelta divina. Per mostrare che l’attenzione pubblica doveva richiamarsi sulla decisione e scelta divina, fu emanato il comando agli orecchi del profeta Zaccaria: “Chiama ancora, dicendo: ‘Geova degli eserciti ha detto questo: “Le mie città traboccheranno ancora di bontà; e Geova certo proverà ancora rammarico per Sion e ancora sceglierà effettivamente Gerusalemme”’”. — Zaccaria 1:17.

      29. (a) Che cosa reclamò dunque Geova come suo possesso, e come ne avrebbe mostrato la scelta? (b) Con quale altro nome fu chiamata Gerusalemme e perché, e chi vi avrebbe risieduto?

      29 Notiamo che Geova degli eserciti chiama le città della provincia persiana di Giuda “le mie città”. Egli le ha scelte. Ne reclama il possesso. Darà prova che queste ricostruite città eran sue riempiendole da parte sua di bontà. Di conseguenza sarebbero divenute prospere. Ciascuna di queste città avrebbe avuto il suo corpo di anziani per la sua amministrazione locale. Tali città riorganizzate non sarebbero state senza la loro capitale terrena. Questa città principale sarebbe stata quella della scelta di Geova. Sarebbe stata quella che aveva costituito la capitale del popolo di Geova prima dell’esilio, cioè Gerusalemme, riedificata dal suo proprio popolo. Questa non era una scelta democratica, né una scelta imperiale. Era la scelta teocratica. Questa città scelta dal celeste Teocrata Geova degli eserciti fu anche chiamata Sion, perché il monte Sion era stato il luogo del palazzo del re Davide accanto al quale Davide aveva piantato la tenda per la temporanea residenza dell’Arca del Patto di Geova. Nella riedificata Sion o Gerusalemme doveva essere il luogo del corpo governativo della provincia. Quindi vi risiedette il governatore Zorobabele.

      30. Come e quando Geova provò “rammarico per Sion”?

      30 A causa della persistente disubbidienza dei suoi abitanti, Geova aveva decretato che Sion o Gerusalemme sarebbe stata distrutta dai Babilonesi e che sarebbe stata desolata per settant’anni. A suo tempo Geova si rammaricò della desolata Sion. Non che egli avesse fatto torto o commesso uno sbaglio facendo distruggere Sion, ma la sua volontà era stata adempiuta e se n’era conseguito lo scopo ed egli si era rivendicato. Ora la sua indignazione poteva placarsi ed egli si poteva confortare. Ora poteva rattristarsi dell’oggetto della sua indignazione e ora poteva sentirsi libero di mostrarle pietà e confortarla. Così, senza dover ammettere alcun errore, Geova si rammaricò di Sion alla fine dei settant’anni di desolazione. Senza dover disfare alcuna Sua azione errata e senza dover compiere riparazioni per alcun ingiustificabile danno da parte Sua, Geova ricondusse misericordiosamente il suo popolo esiliato e gli fece ricostruire Sion. Il tempo della distruzione era passato; era venuto il tempo della costruzione! Quale manifestazione di divina pietà!

      31. (a) Quale nazione aveva invocato che Gerusalemme fosse rasa al suolo, e con quale credenza? (b) Quando era tempo di invocare la scelta di Geova circa una città?

      31 Al tempo in cui fu rasa al suolo Sion o Gerusalemme nell’anno 607 a.E.V., i nemici edomiti incitavano i conquistatori babilonesi, dicendo: “Denudatela! Denudatela fino al fondamento entro di essa!” (Salmo 137:7) I gongolanti nemici pensavano che il suo Dio, Geova, avesse rigettato la città per sempre, e, come loro, Egli non scegliesse più Gerusalemme. Ma Geova non avrebbe potuto dimenticare o smentire le sue clementi profezie riguardo a Gerusalemme. Con fedeltà egli aveva ‘scelto effettivamente Gerusalemme’, e questa scelta ebbe valore anni dopo, nel 519 a.E.V., al tempo della prima visione di Zaccaria. Non solo Gerusalemme fu ricostruita dal suo proprio popolo, ma vi erano state gettate le fondamenta del suo tempio e vi era già cominciato il lavoro alla sovrastruttura. Quando quel tempio fosse stato pienamente costruito, Geova vi avrebbe quindi posto il suo proprio nome, vi sarebbe stata la sua presenza mediante il suo spirito, vi sarebbe stata ripresa la sua piena adorazione. Questo avrebbe dimostrato a tutte le nazioni che Geova aveva scelto Gerusalemme. Così, anche nel 519 a.E.V., era tempo di invocare la sua scelta!

      32. Perché non possiamo guardare alla Gerusalemme moderna per vedere oggi un adempimento di Zaccaria 1:17?

      32 C’è stato nulla di simile a questo nei tempi moderni? Per certo no riguardò alla moderna Gerusalemme per cui Arabi e Israeliani combatterono nel 1948 e nel 1967. I Giudei ortodossi piangono o recitano preghiere presso il Muro Occidentale (Kótel Maʽarabí), mentre sul piano circa diciotto metri sopra di loro i maomettani adorano nella Cupola della Roccia e nella Moschea El-Aksa. A sud di questa è il desolato monte Sion della Bibbia fuori delle mura della città attuale. Con tutto il dovuto riguardo per i fatti della situazione, Geova non ha scelto questa Gerusalemme terrestre come un luogo per il suo nome e per la sua adorazione. Dobbiamo guardare altrove per l’adempimento moderno di Zaccaria 1:17.

      33. (a) Che cosa corrisponde oggi al governo di Zorobabele sull’antica Gerusalemme? (b) Che dire di quelli sui quali questi governa?

      33 Sulla terra non c’è oggi nessun edificio di tempio che venga costruito da Zorobabele quale governatore di Gerusalemme. Ma c’è il più grande Zorobabele, cioè il Signore Gesù Cristo glorificato nei cieli. In nome di Geova egli governa su ciò che Ebrei 12:22 chiama ‘monte Sion e città dell’Iddio vivente, la Gerusalemme celeste’. Alla fine dei Tempi dei Gentili nel 1914 egli fu insediato lì come Re dominante e governa su quelli che sono i suoi veri e fedeli discepoli sulla terra. Tali discepoli non formano nessuna parte della cristianità, in nessun modo, poiché essa è formata da centinaia di contrastanti sette religiose e aderisce alle Nazioni Unite quali preservatrici della pace e della sicurezza del mondo e le sue mani sono piene del sangue sparso nelle guerre anticristiane di questo mondo. Il più grande Zorobabele celeste governa su quelli che adorano lo stesso Dio che egli adora, cioè Geova degli eserciti. Questi adoratori hanno anche l’obbligo d’esser cristiani testimoni di questo Dio, Geova. (Isaia 43:10-12; 44:8) Essi sono quelli identificati con la “Gerusalemme celeste”, la sede del governo del più grande Zorobabele.

      34. Durante la prima guerra mondiale del 1914-1918, come parve che Geova avesse abbandonato la sua Sion o Gerusalemme spirituale?

      34 A causa di tutte queste relazioni scritturali, tali cristiani testimoni di Geova sulla terra rappresentano il monte Sion di sopra e la “Gerusalemme celeste”. Ciò che è loro accaduto è come se fosse accaduto alla Sion o Gerusalemme figurativa. Nello sconvolgimento della prima guerra mondiale (1914-1918) furono perseguitati dai cosiddetti cristiani della cristianità perché cercavano di mantenersi saldi per il Regno del più grande Zorobabele, Gesù Cristo. La loro pubblica testimonianza al messianico regno di Geova fu ostacolata e ridotta al minimo. Essi non combatterono l’uno contro l’altro con armi carnali, combattendo nelle opposte parti della guerrafondaia cristianità, ma la loro internazionale cooperazione reciproca fu infranta dai nemici che ne infransero l’organizzazione internazionale. A causa dell’afflizione mondiale che si abbatté su di loro, fu come se Geova loro Dio avesse abbandonato la Sion o Gerusalemme spirituale.

      35. All’inizio del periodo del dopoguerra, fra quali gruppi fu fatta la scelta di Geova in quanto a chi avrebbe dovuto rappresentare la sua Sion o Gerusalemme spirituale?

      35 Tutt’a un tratto la prima guerra mondiale giunse alla fine con un armistizio nel novembre del 1918. Ebbe inizio il periodo del dopoguerra. Si potevano ora riprendere le attività del tempo di pace. Nel dicembre di quell’anno i religionisti della cristianità cominciarono a schierarsi a favore di un’organizzazione internazionale per la pace e la sicurezza del mondo. In maniera notevole questo fu reso pubblicamente chiaro dalla dichiarazione del Consiglio Federale delle Chiese di Cristo d’America che la proposta Lega delle Nazioni sia “l’espressione politica del regno di Dio sulla terra”. Fece questo nonostante che tutte le nazioni della proposta Lega fossero macchiate del sangue dei milioni di morti in guerra. Fu corretto ciò che il Consiglio Federale disse nella sua altisonante dichiarazione con parole così piamente religiose? Per certo era tempo che Geova degli eserciti si esprimesse. Chi avrebbe eletto come suoi rappresentanti della Sion o Gerusalemme spirituale? La cristianità con i suoi persecutori macchiati di sangue o i perseguitati aderenti al regno del suo più grande Zorobabele, Gesù Cristo? Chi avrebbe organizzato come Suoi testimoni?

      36. Quali domande ci rivolgiamo oggi per provare se la cristianità fosse la scelta di Geova come sua organizzazione subito dopo la prima guerra mondiale?

      36 Prova in modo schiacciante la disorganizzazione e corruzione religiosa della cristianità odierna che in quell’anno del dopoguerra del 1919 essa fosse la scelta di Geova degli eserciti? Provano i fatti d’oggi al di là di ogni contraddizione che Egli ne abbia riempito le “città” della Sua bontà sino a farle traboccare? Il suo tempio spirituale si erge forse riedificato dentro di lei come una casa di adorazione, vale a dire, adora essa per mezzo delle sue centinaia di sette religiose Geova come Dio presso il suo tempio spirituale? Chi saranno quelli che si offriranno come testimoni della cristianità per proferire l’inequivocabile risposta Sì? Nell’assenza di tali testimoni, noi guardiamo altrove.

      37. Rispetto a un cambiamento di condizione, che cosa richiama la nostra attenzione nella giusta direzione della scelta di Geova?

      37 Dove? Non è solo il nome a richiamare la nostra attenzione verso la più che chiara scelta di Geova. Ciò che richiama l’attenzione sugli eletti è il modo in cui si sono organizzati per il Suo servizio nel dopoguerra e ciò che hanno proclamato e sostenuto senza compromessi nella scena del mondo. Inoltre, ciò che hanno fatto! Sì, per giunta, le “misericordie” con cui Geova degli eserciti è “tornato” a loro. Possiamo capire questo quando consideriamo lo stato spirituale da cui son sorti nel periodo del dopoguerra. Sono sorti da un apparente stato di diseredati, rigettati da Dio. Sì, dallo stato di perseguitati quasi fino a morte dalla cristianità, che li perseguitò non solo durante la prima guerra mondiale ma anche durante la seconda guerra mondiale e nel periodo che intercorse fra quei due mondiali bagni di sangue, tutto nello sforzo per infrangere la loro organizzazione religiosa e ridurli permanentemente in rovina quale irritante problema religioso. Chi sono, dunque, questi che sono tale oggetto di persecuzione e ostilità religiosa, ma anche di “misericordie” divine?

      38. Nel periodo del dopoguerra chi ha mostrato sulla terra d’essere la scelta di Geova, e con quali caratteristiche che lo identificano?

      38 I fatti storici dalla prima guerra mondiale del 1914-1918 li identificano. Il loro ruolo nella scena internazionale odierna li pone in netto risalto. Essi sono i cristiani testimoni che portano il nome del Dio a cui rendono adorazione e servizio, Geova. Dallo stato d’impedimento religioso in cui l’anno del dopoguerra del 1919 trovò questo gruppo internazionalmente disprezzato, questo rimanente di dedicati, battezzati cristiani unti dallo spirito avanzò nella mondiale scena d’azione al servizio di Geova. Quando il mondo, politico, religioso, militare e sociale, si dava in sposa alla Lega delle Nazioni, questo unto rimanente si mantenne fermo per il messianico regno di Geova quale sola speranza per tutto il genere umano e intraprese il corso di predicare “questa buona notizia del regno” come non aveva mai fatto nella sua carriera terrena. Il risultato della loro predicazione di “questa buona notizia” è ora stato proprio come Gesù Cristo preannunciò in Matteo 24:14, “in tutta la terra abitata, in testimonianza a tutte le nazioni”. Sì, in 165 lingue!

      39. (a) Quest’impresa deve attribuirsi al fatto che Geova e tornato dove e con che cosa? (b) A che cosa questi si sono accostati, e dove rendono sacro servizio, e chi si unisce ora a loro?

      39 Quest’impresa degna di nota riportata negli annali del mondo è stata compiuta non solo mediante forza, capacità, ingegno, coraggio e perseveranza da parte loro. È stata compiuta in primo luogo perché Geova degli eserciti li ha scelti per il preannunciato servizio e testimonianza. Non solo perché gli si erano dedicati interamente come discepoli di Gesù Cristo, ma perché egli aveva mostrato loro misericordia per mezzo di Gesù Cristo e ora era “tornato” a loro con “misericordie”. Seguendo con fedeltà le orme di Cristo, essi si accostano al “monte Sion e alla città dell’Iddio vivente, alla Gerusalemme celeste”. Con maggiore comprensione e discernimento di quanto non abbiano mai fatto in precedenza, apprezzano il tempio spirituale di Geova e ivi lo adorano, rendendo servizio quali sottosacerdoti spirituali al comando del loro celeste sommo sacerdote Gesù Cristo. Nella loro adorazione ivi si unisce ora a loro una innumerevole “grande folla” di pacifiche persone come pecore provenienti da ogni nazione, popolo, tribù e lingua. Proprio come fu predetto! (Rivelazione 7:9-17) Li troviamo in 208 paesi e gruppi isolani.

      40. (a) Perché Geova può chiamare queste congregazioni “mie città”, e come sono organizzate? (b) In che modo quelle “città” ‘traboccano di bontà’?

      40 Essi non hanno comunità politiche come le città. Le loro “città” figurative sono congregazioni religiose di dedicati, battezzati discepoli di Gesù Cristo, il più grande Zorobabele. (Matteo 28:19, 20) Queste sono organizzate secondo la norma teocratica indicata nelle ispirate Sacre Scritture, e, come le città nell’antico Israele, queste congregazioni hanno ciascuna un locale presbiterio o “corpo di anziani”. Ci sono anche “servitori di ministero” (diakonoi) per assistere ciascun corpo di anziani. (1 Timoteo 3:1-13; 4:14; Tito 1:5-9; Filippesi 1:1; 1 Pietro 5:1-4) Geova può appropriatamente chiamare queste congregazioni cristiane le “mie città”, perché egli è invero responsabile della loro organizzazione e della loro crescita e Gli sono dedicate senza riserve per mezzo di Gesù Cristo. Un’investigazione su queste figurative “città” di Geova rivela che in senso spirituale esse ‘traboccano di bontà’ da Lui. A giudicare da tutta l’evidenza che si è accumulata, Geova degli eserciti li ha scelti come rappresentanti della sua Gerusalemme celeste. A Lui siano rese lodi, poiché la profezia di Zaccaria 1:16, 17 ha avuto tale adempimento!

      SECONDA VISIONE

      41. (a) Che cosa si deve dire se ciò che e già accaduto ai persecutori è la fine della questione? (b) Nella sua seconda visione, il 24 Sebat che cosa chiese Zaccaria?

      41 Che dire, però, dei persecutori e di quelli che avrebbero voluto distruggere i dedicati adoratori di Geova degli eserciti? Mentre oggi guardiamo le condizioni del mondo, possiamo osservare ciò che è accaduto loro. Ma lo stato attuale dei persecutori non è la fine della questione. In vista di illustrare ciò che da ultimo accadrà loro, al profeta Zaccaria fu data un’altra visione subito dopo la prima, quello stesso ventiquattresimo giorno dell’undicesimo mese (Sebat) nel 519 a.E.V., nel secondo anno di regno del re Dario I di Persia. L’Impero Medo-persiano era la Quarta Potenza Mondiale della storia biblica, e questa seconda visione avrebbe dovuto interessarlo. Zaccaria, che vide la visione, ci narra: “E alzavo gli occhi e vedevo; ed ecco, c’erano quattro corna. Dissi dunque all’angelo che parlava con me: ‘Che sono queste?’ A sua volta mi disse: ‘Queste sono le corna che dispersero Giuda, Israele e Gerusalemme’”. — Zaccaria 1:18, 19.

      42. Che cosa simboleggiavano quelle “corna”, e che cosa significa che ce ne fossero quattro?

      42 Il profeta Zaccaria sapeva che nelle ispirate Scritture Ebraiche un corno è usato per simboleggiare la potenza governativa di una nazione o impero. Quelle quattro corna simboliche non raffiguravano necessariamente quattro singole nazioni o imperi che fino ad allora avessero disperso i popoli di Giuda, Israele e Gerusalemme e ne avessero rovinato le città. Nella Scrittura, il numero quattro ha un significato simbolico. Per esempio, usando il quattro rispetto ai venti, i quattro venti dei cieli si riferirebbero a ogni parte o angolo dei cieli. O semplicemente i quattro venti si riferirebbero a ogni direzione della terra. (Ezechiele 37:9; Daniele 7:2) Le quattro ruote del celeste carro di Geova visto dal profeta Ezechiele indicherebbero una ben equilibrata base di movimento per il carro divino. (Ezechiele 1:15, 21) Le quattro corna potrebbero conformemente significare tutte le potenze governative interessate o implicate, e non soltanto quattro di esse alla lettera, operanti in ogni direzione e senza lasciare squilibrio per l’omissione di alcun quarto.

      43. Quindi, oltre a Egitto, Assiria e Babilonia, quali altre potenze politiche sarebbero state incluse sotto il simbolo di quelle “quattro corna”?

      43 Quindi non solo l’Egitto, l’Assiria e Babilonia erano stati implicati come potenze mondiali nella dispersione di Giuda, Israele e Gerusalemme, ma anche altri come la nazione di Edom e altri alleati o collaboratori nazionali in tale malvagia azione contro l’eletto popolo di Geova. Eran tutti persecutori. Quelle organizzazioni politiche usarono la loro potenza, in particolar modo la potenza militare, in una maniera perversa e violenta verso l’eletto popolo di Geova. — Zaccaria 1:15.

      44. Perché Geova s’indignò con grande indignazione contro le nazioni gentili che erano a loro agio?

      44 Quelle potenze politiche pagane erano andate tutte oltre ciò che Geova degli eserciti aveva inteso fare per disciplinare il suo popolo negligente e disubbidiente. Esse si servirono dell’agio loro concesso solo per esprimere la loro cattiva volontà, risentimento, invidia e disprezzo verso Giuda, Israele e Gerusalemme. Per questa ragione Geova degli eserciti disse all’angelo in modo da essere udito da Zaccaria: “Con grande indignazione mi sento indignato contro le nazioni che sono a loro agio”. (Zaccaria 1:15) Come si propose Geova di esprimere la sua grande indignazione contro quelle nazioni che si sentivano a proprio agio perché avevano soddisfatto i loro sentimenti di vendetta o di malvagità contro il Suo popolo? Egli lo rivela nell’ulteriore parte della seconda visione svelata dinanzi agli occhi di Zaccaria: Egli dice:

      45. Che cosa Geova mostrò a Zaccaria come suoi strumenti per esprimere la propria indignazione contro le nazioni che erano a loro agio?

      45 “Per di più, Geova mi mostrò quattro artefici. Allora dissi: ‘Che cosa vengono a fare questi?’ E continuò a dire: ‘Queste sono le corna che dispersero Giuda a tal punto che nessuno alzò affatto la testa; e questi altri verranno a farli tremare, ad abbattere le corna delle nazioni che alzano un corno contro il paese di Giuda, per disperderla’”. — Zaccaria 1:20, 21, NM; Di; Con.

      46. (a) Perché tali “artefici” erano quattro, e, nonostante il loro mestiere, quale ne era la missione? (b) Chi li mandò, e che cosa significò questo per i persecutori?

      46 Questi artefici o artigiani essendo quattro di numero contrastavano le quattro corna. Il loro numero avrebbe lo stesso significato che nel caso delle quattro corna. Raffigurerebbe tutti gli “artefici” interessati alla questione e organizzati in modo equilibrato, pienamente adeguato. Essendo artefici o artigiani, non erano distruttori. In primo luogo, erano costruttori. Ma si potevano impiegare in un’opera di distruzione, ed essi avrebbero potuto usare a tal fine i loro utensili da lavoro. Questo era il loro compito nella visione. Ma di chi erano gli artefici o chi li aveva mandati? Evidentemente Geova degli eserciti, poiché venivano a distruggere la potenza delle quattro corna che avevan disperso il popolo di Geova: Giuda, Israele e Gerusalemme. Ciò che usavano per far ciò erano senza dubbio i martelli del loro mestiere. Guai, dunque, alle “corna” che li perseguitavano! Contro quei persecutori si sarebbe dovuto eseguire il giudizio divino.

      DIO RIVOLGE L’ATTENZIONE AI PERSECUTORI

      47. Come si deve considerare ciò che accadde in seguito a quelle nazioni persecutrici, come il naturale corso degli avvenimenti mondiali o come che cosa?

      47 La grande indignazione di Geova non mancò di versarsi sulle nazioni persecutrici. La storia antica mostra che le nazioni che maltrattarono perversamente l’eletto popolo di Geova dell’antichità non se la passarono bene in seguito; subirono la calamità. Dove sono oggi? Questa calamitosa conseguenza non fu solo il naturale corso degli avvenimenti mondiali senza alcun disegno che le sovrastasse. Fu l’adempimento dell’indignazione divina contro di loro. Oggi non dovremmo perderne la lezione.

      48. (a) Di chi Roma divenne persecutrice nel primo secolo E.V., e come ha continuato a esser tale? (b) Di quale parte della cristianità essa è oggi il capo?

      48 Nel primo secolo della nostra Èra Volgare, l’Israele spirituale venne all’esistenza sotto la direttiva del Messia che Dio aveva inviato, Gesù di Betleem-Giuda. La nazione del circonciso Israele naturale fu così destituita. Proprio come Ismaele fu destituito da Isacco il vero erede di Abraamo e divenne persecutore d’Isacco, così l’Israele naturale perseguitò i discepoli di Cristo che formavano l’Israele spirituale. L’Israele naturale per questo se la passò male, essendone distrutta la città santa di Gerusalemme nell’anno 70 E.V. ed essendo dispersi i superstiti della provincia di Giuda, che per lo più furono portati in cattività. (Galati 4:21-31; 1 Tessalonicesi 2:14-16; Genesi 21:1-14) Dopo l’incendio di Roma dell’anno 64 E.V., Roma intraprese la persecuzione del cristiano Israele spirituale. Essa continuò questa persecuzione non solo come amante del pagano Impero Romano, ma come amante religiosa del Sacro Romano Impero. Quel Sacro Romano Impero scomparve dall’esistenza ai giorni di Napoleone Bonaparte nella prima parte del diciannovesimo secolo. Tuttavia Roma continua a essere il capo della più estesa, della più forte, della più popolosa parte della religiosa cristianità. Ma in tale qualità Roma è stata fatta “tremare”.

      49. Chi successe a Roma come Potenza Mondiale persecutrice, e per mezzo di chi e quando questo era stato predetto?

      49 Nel diciottesimo secolo Roma come Sesta Potenza Mondiale della storia biblica dovette inchinarsi all’Impero Britannico quale Settima e Massima Potenza Mondiale della storia biblica. La sua storia rivela che essa pure è stata colpevole d’aver perseguitato e disperso l’Israele spirituale di Geova degli eserciti. A ciò han partecipato anche gli Stati Uniti d’America, che sono stati in seguito integrati con la Settima Potenza Mondiale per formare la duplice Potenza Mondiale Anglo-americana. Tale persecuzione infuriò notoriamente contro il rimanente dell’Israele spirituale durante la prima guerra mondiale, sì, e in proporzioni anche maggiori durante la seconda guerra mondiale. Questo era stato veramente predetto con simboli profetici all’esiliato profeta Daniele “nel terzo anno del regno di Baldassarre il re”, cioè prima della caduta dell’antica Babilonia, e così più di vent’anni prima della visione che Zaccaria ebbe delle quattro corna e dei quattro artefici. (Daniele 8:1, 9-12, 23-26) Quindi Geova sapeva che ci sarebbe stato bisogno dei suoi simbolici “artefici” per “abbattere le corna delle nazioni” più di 2.490 anni dopo la visione di Zaccaria.

      50. Oltre alla Settima Potenza Mondiale, quali altre “corna” si sono impegnate nella persecuzione degli Israeliti spirituali in tempi recenti?

      50 Nei tempi moderni non solo la duplice potenza mondiale anglo-americana ha preso parte alla dispersione dell’Israele spirituale mediante la persecuzione e l’oppressione, ma vi han preso parte anche altre simboliche “corna” moderne. Uno dei casi più crudeli ne è stato in tempi recenti il sadico maltrattamento subìto dai cristiani testimoni di Geova nella Germania del Terzo Reich sotto il fuehrer nazista Adolfo Hitler dal 1933 al 1945 E.V. Le altre Potenze dell’Asse si unirono a lui in tale malvagia oppressione degli Israeliti spirituali e dei loro dedicati compagni. Sin da allora altre “corna” politiche che formano il composto “re del nord” han sospinto e cozzato e minacciato i fedeli adoratori di Geova.

      51. Quando e da chi fu predetta la persecuzione del “re del nord”, e quindi a che cosa pensava dunque Geova circa la persecuzione?

      51 “Nel terzo anno di Ciro re di Persia”, dopo la caduta di Babilonia, l’angelo di Geova predisse al profeta Daniele che tale persecuzione sarebbe stata inflitta ai cristiani testimoni di Geova dal simbolico “re del nord” dei nostri tempi. (Daniele 10:1, 18-21; 11:29-36, 44, 45) Da ciò si comprende che Geova pensava non solo alle “corna” che avevano perseguitato il suo popolo tipico in passato, ma anche alle “corna” che avrebbero perseguitato il suo popolo antitipico in futuro, nei nostri tempi moderni.

      52. Così Geova usava un passato caso di questo popolo tipico per dare oggi preavvertimento a chi, e come fu indicato questo nella visione di Giovanni in Rivelazione 7:1-3?

      52 Così Geova usava un passato caso di persecuzione del suo popolo tipico per preavvertire le nazioni moderne che “alzano un corno” contro il giusto paese spirituale dei suoi fedeli adoratori. Contro tutte tali nazioni Egli avrebbe impiegato i suoi simbolici “artefici”. Poiché gli “artefici” della visione erano quattro di numero ci rammentano ciò che il cristiano apostolo Giovanni vide in visione verso la fine del primo secolo E.V. Egli lo narra, dicendo: “Dopo questo vidi quattro angeli in piedi ai quattro angoli della terra, che trattenevano i quattro venti della terra, affinché nessun vento soffiasse sulla terra né sul mare né su alcun albero. E vidi un altro angelo che ascendeva dal sol levante, avente il suggello dell’Iddio vivente; ed egli gridò ad alta voce ai quattro angeli ai quali fu concesso di danneggiare la terra e il mare, dicendo: ‘Non danneggiate la terra né il mare né gli alberi, finché non abbiamo suggellato gli schiavi del nostro Dio sulle loro fronti’”. — Rivelazione 7:1-3.

      53. A che cosa darà luogo lo scioglimento di quei “quattro venti” rispetto alle “quattro corna”, ma che cosa rafforza i perseguitati adoratori di Geova così che possano perseverare?

      53 Allorché saranno rilasciati i quattro venti ne risulterà in tutto il mondo una tempesta che danneggerà tutte le nazioni della terra e che distruggerà le simboliche “corna” da esse alzate contro gli Israeliti spirituali che sono suggellati con il “suggello dell’Iddio vivente”. Questo produrrà lo stesso risultato che fu raffigurato dai “quattro artefici” che colpirono col martello e infransero le simboliche “quattro corna” di tutte le nazioni. In netto contrasto con tutte le “misericordie” con le quali Geova torna ai suoi perseguitati adoratori, ci sarà l’esecuzione dei suoi inesorabili giudizi sui loro persecutori. Riponendo piena fiducia nell’assicurazione che Dio ne dà, tutti i perseguitati saranno rafforzati così che possano perseverare sino alla fine.

  • Crescita e protezione dell’organizzazione capitale di Dio
    Paradiso restaurato per il genere umano, dalla Teocrazia!
    • Capitolo IX

      Crescita e protezione dell’organizzazione capitale di Dio

      1. (a) Chi è il più grande Organizzatore? (b) Secondo Romani 1:19, 20, che cosa avrebbero dovuto percepire sulla terra le creature intelligenti riguardo a quell’Organizzatore?

      IL PIÙ grande organizzatore in tutta l’esistenza è “La Grande Causa Prima”, il Creatore di tutte le cose fatte. La sua incomparabile capacità organizzativa è ampiamente dimostrata da tutte le sue opere in cielo e sulla terra. Nella Roma (Italia) del primo secolo c’erano quelli che adoravano non il dio nazionale Giove, ma il vivo Dio Onnipotente. A quegli adoratori fu scritto, verso la metà del primo secolo E.V.: “Quello che si può conoscere di Dio è manifesto fra loro, poiché Dio lo ha loro reso manifesto. Poiché le sue invisibili qualità, perfino la sua sempiterna potenza e Divinità, si vedono chiaramente fin dalla creazione del mondo, perché si comprendono dalle cose fatte, così che sono inescusabili”. (Romani 1:19, 20) Dalla creazione del mondo del genere umano, gli uomini intelligenti avrebbero dovuto essere in grado di percepire che c’era un Creatore, Dio, sebbene egli fosse invisibile e senza che nemmeno parlasse dall’invisibile ad alcuno di loro. Dalle opere visibili che egli aveva fatte e disposte in maniera così ordinata, avrebbero dovuto percepire che è un perfetto Organizzatore.

      2, 3. (a) Che base c’è per credere che Egli avrebbe organizzato le sue creature intelligenti con menti loro proprie? (b) Quale avvertimento diede Egli per mezzo di Enoc riguardo alla sua celeste organizzazione invisibile?

      2 Poiché questo Dio poteva organizzare creazioni prive d’intelligenza in maniera così perfetta nei cieli visibili e nella sorprendente ecologia della terra, avrebbe potuto organizzare e avrebbe organizzato tutte le sue creazioni viventi dotate d’intelligenza. Sarebbe stato nell’interesse della pace e dell’armonia universali e sarebbe servito a prevenire l’anarchia che Egli organizzasse tali creature con menti loro proprie. Visibilmente mostrò la sua capacità organizzativa più di tremilaquattrocento anni fa quando organizzò al monte Sinai in Arabia la nazione d’Israele e le diede un insieme di leggi a cui non poteva paragonarsi nulla di ciò che avevano tutte le nazioni pagane. Per un incalcolabile tempo precedente egli aveva avuto un’organizzazione invisibile, formata da celesti creature spirituali. Enoc, il settimo uomo nella linea di discendenza dal primo uomo, diede a noi persone della terra un avvertimento riguardoso a questa organizzazione invisibile, dicendo:

      3 “Ecco, Geova è venuto con le sue sante miriadi, per eseguir giudizio contro tutti, e per convincere tutti gli empi di tutte le loro empie opere che hanno empiamente fatte e di tutte le cose offensive che gli empi peccatori han dette contro di lui”. — Giuda 14, 15; Genesi 5:18-24; Ebrei 11:5.

      4. Quando il genere umano fu parte dell’organizzazione universale di Dio, quando ne uscì fuori, e quando il genere umano vi sarà ristabilito?

      4 I perfetti uomo e donna nel giardino edenico che Geova Dio aveva piantato per loro dimora furono parte della Sua organizzazione universale. Ne furono la visibile parte terrestre. E siccome della terra si parla come dello sgabello dei piedi di Geova che ha il trono nei cieli, i perfetti uomo e donna erano la parte più bassa della sua organizzazione universale. (Isaia 66:1) Quando l’uomo fu cacciato dal giardino di Eden perché aveva peccato ribellandosi a Geova Dio, fu cacciato dalla santa organizzazione universale di Dio. I santi cherubini dalla sua organizzazione invisibile comparvero all’ingresso del giardino d’Eden e impedirono all’uomo e alla donna disubbidienti di tornarvi. (Genesi 3:1-24) Quando il messianico regno di Dio avrà restaurato il Paradiso Edenico sulla terra, gli ubbidienti di tutto il genere umano saranno elevati alla perfezione e alla santità umane e Geova Dio il grande Organizzatore renderà da allora in poi il genere umano ancora una volta parte della sua organizzazione universale. (Luca 23:43) Quindi fra il cielo e la terra ci sarà sublime armonia.

      5. Che cosa si propone Dio di stabilire su tutta la sua creazione intelligente, e da dove ne son presi i membri che la comporranno?

      5 Il perfetto Organizzatore ha in mente più che la semplice restaurazione della visibile parte terrestre della sua organizzazione universale. Nel Libro dei suoi narrati propositi, la Sacra Bibbia, egli ci informa del suo splendido proposito di stabilire un’organizzazione capitale su tutte le sue intelligenti creature. È logico che l’organizzazione capitale sarà nei santi cieli, subito sotto lo stesso Dio Altissimo. La cosa più rimarchevole di tutte è che quelli ch’Egli prende per formare questa organizzazione capitale sono tratti dal genere umano su questo terrestre sgabello dei piedi di Dio. Quale esaltazione per questi! Nell’ultimo libro della Sacra Bibbia ne abbiamo un’illustrazione.

      6. Ai giorni di Davide, quale capitale si costituì sull’organizzazione visibile di Geova, e come ai giorni di Davide ne fu accresciuta la qualità capitale?

      6 Ricordiamo che ai giorni del re Davide, quando la nazione d’Israele era la teocratica organizzazione visibile di Geova Dio, la città di Gerusalemme fu costituita capitale reale di questa organizzazione teocratica. (2 Samuele 5:1-10) La qualità capitale della città di Gerusalemme fu enormemente accresciuta quando l’Arca del Patto di Geova fu trasferita e posta in una tenda presso il palazzo del re Davide in Gerusalemme. (2 Samuele 6:11-14; 7:1-3) Mediante il suo spirito Geova sedette sul trono in quella sacra tenda come invisibile Re celeste d’Israele.

      7-10. (a) Il nome di quale città e attribuito all’organizzazione capitale di Dio? (b) Come mostra l’apostolo Giovanni l’applicazione di quel nome, e in che modo descrive l’organizzazione capitale?

      7 In maniera appropriata, quindi, il nome della Gerusalemme terrestre è attribuito all’organizzazione capitale di Geova. Solo che viene chiamata Nuova Gerusalemme, naturalmente. La Sacra Bibbia non poteva essere completata senza richiamare alla nostra attenzione questo glorioso fatto. In Rivelazione, al capitolo ventuno, si fa l’applicazione del nome e si identifica l’organizzazione a cui si applica. L’anziano cristiano apostolo Giovanni scrive e ci narra:

      8 “E vidi un nuovo cielo e una nuova terra; poiché il precedente cielo e la precedente terra erano passati, e il mare non è più. E vidi la città santa, la Nuova Gerusalemme, scendere dal cielo, da Dio, e preparata come una sposa adorna per il suo marito. Allora udii un’alta voce dal trono dire: ‘Ecco, la tenda di Dio è col genere umano ed egli risiederà con loro, ed essi saranno suoi popoli. E Dio stesso sarà con loro. Ed egli asciugherà ogni lagrima dai loro occhi, e la morte non sarà più né vi sarà più cordoglio né grido né pena. Le cose precedenti sono passate’.

      9 “E venne uno dei sette angeli che avevano le sette coppe piene delle sette ultime piaghe, e mi parlò, dicendo: ‘Vieni qui, ti mostrerò la sposa, la moglie dell’Agnello’. E mi trasportò nella potenza dello spirito su un grande e alto monte, e mi mostrò la città santa, Gerusalemme, che scendeva dal cielo, da Dio, avendo la gloria di Dio. Il suo fulgore era simile a pietra preziosissima, quale pietra di diaspro splendente come cristallo. Aveva un grande e alto muro e aveva dodici porte, e alle porte dodici angeli, e furono incisi dei nomi che son quelli delle dodici tribù dei figli d’Israele. Ad oriente erano tre porte, e al settentrione tre porte, e al meridione tre porte e ad occidente tre porte. E il muro della città aveva dodici pietre di fondamenta, e su di esse i dodici nomi dei dodici apostoli dell’Agnello.

      10 “E non vidi in essa alcun tempio, poiché Geova Dio, l’Onnipotente, è il suo tempio, e lo è l’Agnello. E la città non ha bisogno del sole né della luna che risplendano su di essa, poiché la gloria di Dio la illuminò, e la sua lampada era l’Agnello. E le nazioni cammineranno mediante la sua luce, e i re della terra porteranno in essa la loro gloria. E le sue porte non saranno affatto chiuse di giorno, poiché la notte non vi esisterà. E porteranno in essa la gloria e l’onore delle nazioni. Ma non vi entrerà nulla che non sia sacro né alcuno che pratichi cosa disgustante e menzogna; vi entreranno solo quelli che sono scritti nel rotolo della vita dell’Agnello”. — Rivelazione 21:1-4, 9-14, 22-27.

      11. Quale corpo quella Nuova Gerusalemme raffigura, e quale nazionalità hanno i suoi membri e su quale livello ufficiale sono?

      11 Non c’è da sbagliarsi. Quella “città santa”, la Nuova Gerusalemme, raffigura la pura, incontaminata, santa congregazione cristiana. È interamente composta da Israeliti spirituali, Giudei di dentro, circoncisi nei loro cuori. È vero che i “dodici apostoli dell’Agnello” furono circoncisi Giudei o Israeliti naturali; ma dal festivo giorno di Pentecoste dell’anno 33 E.V. in poi divennero tutti Israeliti o Giudei spirituali, poiché lo spirito santo di Geova fu quindi versato su di loro per mezzo dell’Agnello Gesù Cristo. (Atti da 1:12 a 2:42) Questi Israeliti spirituali sono in numero di 144.000 (12 × 12 × 1.000), raggruppati in dodici tribù, per così dire, essendo i nomi di queste dodici tribù scritti sulle dodici porte della Nuova Gerusalemme. (Rivelazione 7:4-8) Richiama l’attenzione sul loro incarico ufficiale il fatto che son chiamati ‘re della terra’. (Rivelazione 20:4, 6) Essi sono più in alto delle “nazioni” sulla terra che camminano alla luce della Nuova Gerusalemme. — Rivelazione 5:10.

      12, 13. (a) In quella descrizione di Rivelazione che cosa mostra che la Nuova Gerusalemme dovrà essere un’organizzazione capitale? (b) Come una delle simboliche pietre di fondamenta identifica il marito della sposa?

      12 Il nome Nuova Gerusalemme indica che sarebbe stata un’organizzazione capitale, simile alla Gerusalemme dei giorni del re Davide e di suo figlio re Salomone. Ma che cosa c’è per mostrare che la Nuova Gerusalemme dei 144.000 Israeliti spirituali sarebbe stata l’organizzazione capitale su tutto il reame della creazione di Geova? C’è questo: La Nuova Gerusalemme è chiamata “la sposa, la moglie dell’Agnello”. (Rivelazione 21:2, 9; 22:17) A questo figurativo Agnello, vien detto: “Tu fosti scannato e col tuo sangue comprasti a Dio persone di ogni tribù e lingua e popolo e nazione, e le hai fatte essere un regno e sacerdoti al nostro Dio, ed esse regneranno sulla terra”. (Rivelazione 5:9, 10) Questo Agnello che una volta fu scannato è il Signore Gesù Cristo, il Figlio di Geova Dio. In armonia con questo fatto, uno dei “dodici apostoli dell’Agnello” scrisse ai suoi conservi cristiani e disse:

      13 “Non con cose corruttibili, con argento o con oro, foste liberati dall’infruttuosa forma di condotta ricevuta per tradizione dai vostri antenati. Ma lo foste con sangue prezioso, come quello di un agnello senza difetto e immacolato, quello di Cristo”. — 1 Pietro 1:18, 19; 1 Corinti 5:7.

      14, 15. (a) Chi e il Capo di quella sposa–moglie? (b) A causa di quale eredità dei suoi membri è elevato lo stato della sposa–moglie, e qual è secondo la dichiarazione di Pietro la posizione di suo Marito?

      14 Come marito, l’Agnello Gesù Cristo è il capo della sua sposa–moglie, la Nuova Gerusalemme: “il marito è capo della moglie”. (Efesini 5:23) Ciò nondimeno, la sposa–moglie è formata dai figli di Dio generati dallo spirito, i quali sono non solo ‘eredi di Dio’, ma anche “coeredi di Cristo”. (Romani 8:16-18) Tale eredità eleva lo stato della sposa–moglie, ed ella condivide con suo marito la gloria e l’onore che gli appartengono nei cieli. Qual è, dunque, la posizione celeste di suo “marito”, l’Agnello Gesù Cristo? Pietro, uno dei “dodici apostoli dell’Agnello”, dice di lui:

      15 “Cristo morì una volta per sempre in quanto ai peccati, persona giusta per ingiusti, affinché vi conducesse a Dio, essendo messo a morte nella carne, ma essendo reso vivente nello spirito . . . per mezzo della risurrezione di Gesù Cristo. Egli è alla destra di Dio, poiché andò in cielo; e angeli e autorità e potenze gli furono sottoposti”. — 1 Pietro 3:18, 21, 22.

      16. Come Paolo, in Filippesi 2:5-11, menziona maggiori particolari circa l’attuale posizione del Marito della sposa–moglie?

      16 Ad altri “coeredi di Cristo”, l’apostolo Paolo scrive con particolari ancora maggiori, dicendo: “Mantenete in voi questa attitudine mentale che fu anche in Cristo Gesù il quale, benché esistesse nella forma di Dio, non la considerò una cosa da afferrare, cioè che dovesse essere uguale a Dio. No, ma vuotò se stesso e prese la forma d’uno schiavo, divenendo simile agli uomini. Per di più quando si trovò nella forma d’un uomo, umiliò se stesso e divenne ubbidiente fino alla morte, sì la morte su un palo di tortura. E per questa stessa ragione Dio l’ha esaltato a una posizione superiore e gli ha benignamente dato il nome ch’è al di sopra d’ogni altro nome, onde nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio di quelli che sono in cielo e di quelli che sono sulla terra e di quelli che sono sotto il suolo, e ogni lingua confessi apertamente che Gesù Cristo è il Signore alla gloria di Dio Padre”. — Filippesi 2:5-11.

      17. (a) A quale posizione lo fece ascendere tale esaltazione del Figlio di Dio, e come Dio creò un’“organizzazione” capitale? (b) In quanto al sacerdozio, quali posizioni relative occupano Gesù Cristo e quelli della sua sposa–moglie?

      17 Nessuna creatura potrebbe ascendere più in alto che alla “destra di Dio”, e la “posizione superiore” a cui Dio lo esaltò fu quella posizione alla destra. (Salmo 110:1; Atti 2:34-36; Ebrei 1:3, 13; 8:1, 2; 10:12, 13; 12:2) Questo pose l’Agnello Gesù Cristo nella posizione capitale su tutto il resto della creazione di Dio. Certo, l’Agnello Gesù Cristo non è in se stesso un’“organizzazione”. Ma poiché Geova Dio gli dà una sposa–moglie, cioè la congregazione dei 144.000 coeredi, l’Iddio Altissimo crea un’organizzazione capitale su tutta la sua santa organizzazione universale. In questa organizzazione capitale che l’Essere Supremo stabilisce, Gesù Cristo è il Suo Sommo Sacerdote e la classe della sposa–moglie sono i 144.000 sottosacerdoti, “un regal sacerdozio”. (1 Pietro 2:9) Scritturalmente, dunque, al di là d’ogni contraddizione, l’Altissimo Dio Geova ha ora un’organizzazione capitale per mezzo della quale tratta con tutto il resto della sua organizzazione universale.

      TERZA VISIONE

      18, 19. (a) Secondo la precedente visione di Zaccaria, che cosa si sarebbe dovuto fare per Gerusalemme? (b) Nella sua terza visione, che cosa voleva fare l’uomo con la fune per misurare?

      18 Questo scritturale intendimento dell’organizzazione capitale di Geova alla quale si attribuisce il nome Gerusalemme ci aiuterà a capire la terza visione che il profeta Zaccaria ebbe quel meraviglioso ventiquattresimo giorno dell’undicesimo mese (Sebat) dell’anno 519 a.E.V. Zaccaria aveva appena avuto la sua visione dei quattro artefici mandati da Geova per “abbattere le corna delle nazioni che alzano un corno contro il paese di Giuda, per disperderla”. Questa dispersione includeva perciò Gerusalemme, e per tale ragione essa si sarebbe dovuta radunare nel tempo fissato da Geova, quando egli sarebbe “tornato a Gerusalemme con misericordie”. (Zaccaria 1:14-21) Quindi segue logicamente il tema della terza visione di Zaccaria. Ecco come si presentò la visione:

      19 “E alzavo gli occhi e vedevo; ed ecco, c’era un uomo, e nella sua mano una fune per misurare. Dunque dissi: ‘Dove vai?’ A sua volta egli mi disse: ‘A misurare Gerusalemme, per vedere a quanto ammonta la sua ampiezza e a quanto ammonta la sua lunghezza’”. — Zaccaria 2:1, 2.

      20. (a) Il fatto che egli era un giovane che cosa indicava di lui? (b) Che le mura di Gerusalemme non fossero ancora state riedificate che cosa consentiva a questo giovane di misurare?

      20 Colui che portava la fune per misurare era un giovane, e naturalmente doveva ancora imparare o informarsi su parecchie cose. Con tutta la vivacità della giovinezza egli s’interessava alla piena restaurazione di Gerusalemme ed era ansioso di vedere quanto sarebbe stata larga o quanto sarebbe stata lunga. Perciò aveva una fune per misurare. C’era almeno la Gerusalemme di quell’anno 519 a.E.V. che si sarebbe potuta misurare. Comunque, le mura della città non erano state ancora riedificate, né sarebbero state riedificate per un lungo tempo avvenire. Fin dopo il nono mese lunare (Chisleu) dell’anno 456 a.E.V., più di sessantatré anni dopo, nella capitale persiana di Susan fu riferito: “Le mura di Gerusalemme sono diroccate, e le sue stesse porte sono state bruciate col fuoco”. (Neemia 1:1-3) È quindi possibile che la Gerusalemme del 519 a.E.V. non avesse ancora raggiunto i limiti della città precedente che esisteva prima dell’esilio. O è possibile che la città restaurata potesse estendersi oltre quei limiti precedenti. Il giovane con la fune per misurare poté avere in mente di misurare quelli che avrebbero dovuto essere i limiti finali della seconda Gerusalemme.

      21. Un angelo che cosa disse all’altro angelo di consigliare al giovane che aveva la fune per misurare?

      21 Era appropriato che un entusiastico giovane stabilisse i limiti per la Gerusalemme a cui Geova tornava con misericordie? Vediamo, da ciò che Zaccaria ora riferisce: “Ed ecco, l’angelo che parlava con me usciva, e c’era un altro angelo che, gli usciva incontro. Quindi gli disse: ‘Corri, parla a quel giovane, dicendo: “‘Gerusalemme sarà abitata come aperta campagna, a causa della moltitudine degli uomini e degli animali domestici in mezzo a lei. E io stesso diverrò per lei’, è l’espressione di Geova, ‘un muro di fuoco tutto intorno, e diverrò in mezzo a lei una gloria’”’”. — Zaccaria 2:3-5.

      22. Da ciò che avvenne ai giorni del governatore Neemia e anche dopo la distruzione di Gerusalemme del 70 E.V., dobbiamo comprendere che queste informazioni date al giovane fossero letterali?

      22 Parlava qui Geova degli eserciti della letterale Gerusalemme terrestre dei giorni di Zaccaria? I fatti successivi indicano con chiarezza che Egli non fece questo. Perché no? Perché Gerusalemme non fu più abitata “come aperta campagna”. Sessantaquattro anni dopo le mura di Gerusalemme furono completamente riedificate sotto la direttiva del governatore Neemia, nel 455 a.E.V. Inoltre, quelle mura riedificate ebbero dodici porte, come viene riferito dal governatore Neemia. (Neemia da 2:3 a 6:15; 7:1) C’erano la Porta della Valle, la Porta dei Mucchi di Cenere e la Porta della Fonte a sud; la Porta delle Acque, la Porta dei Cavalli e la Porta dell’Ispezione a est; la Porta della Guardia, la Porta delle Pecore e la Porta dei Pesci a nord; la Porta della Vecchia Città, la Porta di Efraim e la Porta dell’Angolo a ovest. (Neemia 2:13, 14; 3:26, 28, 31; 12:39; 3:32, 3, 6; 2 Cronache 25:23) Quella città fu distrutta dalle legioni romane nell’anno 70 E.V. (Luca 21:20-24) La terza Gerusalemme, che c’è in quest’anno 1972, è pure cinta da mura e ha porte a tutt’e quattro i lati. Ma le è stata edificata accanto una Gerusalemme moderna e si riferisce che la sua popolazione è nell’insieme di 275.000 abitanti.

      23. (a) Com’è evidente che Zaccaria 2:4, 5 non si adempie sulla Gerusalemme moderna? (b) Dove dovremmo dunque guardare per l’adempimento della profezia?

      23 Benché la Gerusalemme d’oggi si sia estesa molto al di là della vecchia città cinta da mura fino all’“aperta campagna”, nessun osservatore informato, nemmeno gli stessi Israeliani, argomenterà che Geova degli eserciti sia divenuto per lei “un muro di fuoco tutto intorno” e “in mezzo a lei una gloria”. Per protezione la Gerusalemme della Repubblica d’Israele confida nelle Nazioni Unite, di cui essa è stata membro dal 1949, e negli aiuti militari forniti alla Repubblica d’Israele da nazioni ben disposte come le più Gentili, gli Stati Uniti d’America. Tutto questo ci obbliga a rivolgerci alla Gerusalemme spirituale per l’adempimento della profezia divina di Zaccaria 2:4, 5. La profezia si riferisce al rimanente degli Israeliti spirituali, che deve ancora divenire parte della celeste Nuova Gerusalemme sotto il più grande governatore Zorobabele, Gesù Cristo, l’organizzazione capitale dell’organizzazione universale di Geova.

      24. Dopo la prima guerra mondiale, chi furono sulla terra i soli sopravvissuti che avevano l’obbligo di rispondere alla stimolante chiamata di Isaia 60:1-3 a causa della gloria di Geova?

      24 L’anno del dopoguerra del 1919 E.V. c’era sulla terra un rimanente di superstiti Israeliti spirituali che aveva il fervido desiderio di predicare “questa buona notizia del regno” in tutto il mondo come testimonianza a tutte le nazioni. (Matteo 24:14) In quel fedele rimanente era rappresentata la celeste Nuova Gerusalemme sotto Cristo. A causa di ciò che rappresentavano sulla terra, questi Israeliti spirituali eran quelli che avevano l’obbligo di rispondere allo stimolante comando profetico: “Sorgi, o donna, spandi luce, poiché la tua luce è venuta e su di te è rifulsa la medesima gloria di Geova. Poiché, ecco, le tenebre stesse copriranno la terra, e fitta oscurità i gruppi nazionali; ma su di te rifulgerà Geova, e la sua propria gloria si vedrà su di te. E le nazioni verranno per certo alla tua luce, e i re alla lucentezza del tuo fulgore. E a te dovranno venire i figli di quelli che ti affliggono, inchinandosi; e tutti quelli che ti mancano di rispetto si dovranno piegare alle medesime piante dei tuoi piedi, e ti dovranno chiamare la città di Geova, Sion del Santo d’Israele.

      25. Fino a qual punto Geova avrebbe affrettato la crescita della sua organizzazione?

      25 “E in quanto al tuo popolo, saranno tutti giusti; a tempo indefinito avranno possesso del paese, germoglio della mia piantagione, opera delle mie mani, perché io sia abbellito. Il piccolo stesso diverrà mille, e l’esiguo una nazione potente. Io stesso, Geova, l’affretterò al suo proprio tempo”. — Isaia 60:1-3, 14, 21, 22.

      26. Perché la stimolante chiamata rivolta alla “città di Geova” fu più che appropriata nel lontano 1919 E.V., e come Geova li aveva glorificati?

      26 Chiamare la spirituale “città di Geova, Sion del Santo d’Israele”, fu in quel tempo più che appropriato. In quel lontano anno 1919 E.V. le prospettive per i popoli della terra erano tetre, oscure. Non sono mai state più oscure di oggi! Allora era tempo che il rappresentativo rimanente della Nuova Gerusalemme sorgesse dalla bassa, decaduta condizione in cui era stato portato dalle persecuzioni della prima guerra mondiale, per risplendere, per ‘spandere luce’. Per risplendere di che cosa? Per spandere quale luce? La sola luce che il fedele rimanente aveva non era alcuna luce mondana di questa cosiddetta Epoca dei Cervelli, ma la “gloria di Geova” che era rifulsa sul suo devoto rimanente. La gloria è splendente, magnifica, rifulge di luce. Geova li aveva glorificati, liberandoli dalla schiavitù e dall’abbietta sottomissione ai loro nemici, religiosi, politici, militari. Egli aveva glorificato il rimanente, nominandone i membri onde fossero testimoni della Sua sovranità e ambasciatori del Suo stabilito regno messianico. Dovevano far vedere in ogni luogo questa “gloria di Dio” che era su di loro, agendo come suoi testimoni e ambasciatori del Regno.

      27. Per chi, dunque, Geova deve divenire un “muro di fuoco tutto intorno”, e perché?

      27 Per chi, dunque, Geova deve divenire un “muro di fuoco tutto intorno”? Non per la Nuova Gerusalemme nei cieli invisibili, ma per il rimanente della Nuova Gerusalemme mentre questo glorificato rimanente esce in questo mondo ottenebrato e agisce come testimoni di Geova degli eserciti e ambasciatori del suo Regno.

      28. Perché il “muro di fuoco” di Geova intorno al suo rimanente è più efficace in questa Èra di Violenza che non le mura di pietra ora intorno all’antica Gerusalemme?

      28 Un letterale muro di pietra come quello che circonda la vecchia Gerusalemme nella Repubblica d’Israele, di quale protezione potrebbe essere un tale muro in questo giorno di armi nucleari e di missili a ogive nucleari? L’idea è ridicola! Le mura di pietra che furono edificate intorno a Gerusalemme dal governatore Neemia nel 455 a.E.V. (e in seguito) non resisterono con successo alle legioni romane nell’anno 70 E.V. In quest’Èra di Violenza, al fuoco delle armi nucleari bisogna opporre il fuoco. Geova degli eserciti può fargli fronte in questo modo. Egli può essere e ha promesso di divenire un “muro di fuoco” tutto intorno al fedele rimanente della Nuova Gerusalemme. Chi, dunque, può effettivamente assalirli?

      29. Quale protezione di Eliseo a Dotan ricordano gli Israeliti spirituali, e cosa discernono che accadrebbe ai nemici i quali tentassero di attraversare il “muro” che Dio costituisce intorno a loro?

      29 Il glorificato rimanente degli Israeliti spirituali non confida perciò nelle difese umane o naturali. Si rivolgono a Geova degli eserciti perché sia un “muro di fuoco” tutto intorno a loro, benché sia invisibile per loro e per i loro nemici. Ricordano che i ‘cavalli e i carri da guerra di fuoco’ di cui furono pieni i monti intorno alla città di Dotan erano invisibili al servitore del profeta Eliseo e alle forze belliche sire che circondarono Dotan per catturare Eliseo. (2 Re 6:13-17) I loro occhi spirituali si aprono per discernere che Dio Onnipotente può, con mezzi invisibili, proteggerli e che significherebbe la distruzione mediante il fuoco per qualsiasi nemico che tentasse di attraversare il “muro di fuoco” per attaccarli. “Poiché il nostro Dio è anche un fuoco consumante”. — Ebrei 12:29.

      30. Come il sopravvissuto rimanente nel 1919 E.V. fu incline a limitare la crescita dell’organizzazione, e qual era il fatto reale circa la “mietitura” dei “figli del regno”?

      30 Perché le persone interessate come il giovane con la fune per misurare pensano di misurare un limite della crescita dell’organizzazione capitale di Geova? Non temete che la “città” divenga altrimenti tanto grande ed estesa da non poterle edificare intorno un adeguato “muro” protettivo! Per un certo tempo nel 1919 E.V., dopo la fine della prima guerra mondiale, il sopravvissuto rimanente degli Israeliti spirituali pensò che l’opera di mietitura predetta da Gesù per il “termine del sistema di cose” fosse finita e che da allora in poi sulla terra non ci fosse da fare altro che il “lavoro di spigolare”, radunando solo alcuni che erano rimasti o trascurati. (Matteo 13:39) Non compresero per il momento che la mietitura spirituale in realtà stava solo cominciando e che c’erano molti altri “figli del regno” da raccogliere nell’organizzazione capitale di Dio, “figli” che le loro idee preconcette non avevano loro permesso di considerare. Infatti, il pieno numero del rimanente necessario per portare a compimento il preordinato gruppo dei 144.000 “figli del regno” si doveva raccogliere durante questo “termine del sistema di cose”.

      31. (a) Come calcoliamo la popolazione di Gerusalemme del giorno di Zaccaria? (b) Come si fece vedere al giovane con la fune per misurare che non sarebbe stato appropriato da parte sua limitare la grandezza della città, a causa di qualsiasi relativo timore?

      31 Pare che nella visione di Zaccaria del 519 a.E.V. il giovane con la fune per misurare volesse misurare quali sarebbero state la lunghezza e l’ampiezza fino a cui la restaurata Gerusalemme sarebbe cresciuta. In quel tempo la popolazione di Gerusalemme sembra che non fosse troppo grande. Ricordiamo che solo 42.360 Israeliti e circa 7.560 servitori e cantori, o un totale di circa 49.920 eran tornati dall’esilio di Babilonia nel 537 a.E.V. e che in seguito, al tempo del governatore Neemia, si dispose di “portare uno su dieci a dimorare a Gerusalemme città santa”. Gerusalemme ebbe dunque solo parecchie migliaia di abitanti nel giorno di Zaccaria. (Esdra 2:64, 65; Neemia 7:66, 67; 11:1, 2) Allorché l’angelo di Geova disse quindi al giovane che “Gerusalemme sarà abitata come aperta campagna, a causa della moltitudine degli uomini e degli animali domestici in mezzo a lei”, sapeva che non era affar suo misurare quali dovessero essere la lunghezza e l’ampiezza di Gerusalemme al fine di porle tutto intorno mura materiali. La sua popolazione doveva crescere secondo ciò che Geova aveva predisposto per lei, ed Egli l’avrebbe sicuramente protetta.

      32. Benché il numero dei partecipanti agli emblemi nell’annuale Cena del Signore aumentasse, quale fu la protezione di Geova?

      32 Nel caso del moderno rimanente degli eredi spirituali dell’organizzazione capitale di Geova, il numero dei membri crebbe col passar degli anni. In maniera corrispondente, il numero dei dedicati, battezzati cristiani che assistevano alla celebrazione annuale della Cena del Signore e che partecipavano del pane e del vino emblematici crebbe secondo i rapporti inviati per la registrazione. Non importa fino a qual punto il numero del rimanente degli Israeliti spirituali di Geova aumentasse in tutta la terra, Geova li proteggeva come con un “muro di fuoco” tutto intorno a loro. In tutti questi tempi pericolosi egli li preservò, anche attraverso la furia mondiale della pazzia bellica del 1939-1945 E.V., sì, fino al tempo attuale.

      33. Mostrano i fatti che Geova è divenuto “in mezzo a lei una gloria” com’è rappresentato dall’unto rimanente?

      33 Inoltre, adempì Geova per questo unto rimanente di eredi della Nuova Gerusalemme la sua promessa: “Diverrò in mezzo a lei una gloria”? (Zaccaria 2:5) L’ha veramente adempiuta, poiché si è glorificato essendo il celeste Protettore in mezzo al perseguitato, angariato, avversato rimanente. Che essi siano sopravvissuti nonostante che non avessero una protezione visibile di una terrena specie carnale si riflette gloriosamente sull’Iddio che adorano e in cui ripongono la loro fiducia. Essi si gloriano in Lui e non negli uomini; e dopo aver reso per anni testimonianza al suo nome e al suo Regno, abbracciarono il nome mediante cui sono stati conosciuti in tutto il mondo dal 26 luglio 1931, cioè testimoni di Geova. Per mezzo d’essi, e non per mezzo di qualsiasi altra organizzazione religiosa oggi sulla terra, Geova è stato fatto conoscere per nome in tutta la terra. In coscienza hanno evitato di recare qualsiasi biasimo sul suo santo nome. A imitazione del suo Figlio Gesù Cristo si sono sforzati di vivere conforme alle norme di condotta esposte nella sua sacra Parola, la Sacra Bibbia, ubbidendo a Lui come governante anziché agli uomini, e questa condotta ha recato gloria al Suo nome. (Atti 5:29) Egli è davvero una gloria in mezzo a loro!

      LA CHIAMATA DEL LIBERATORE

      34. Chi è il punto di raccolta per gli amanti della pura adorazione, e quale chiamata a raccogliersi in assemblea è risuonata dal 1919 E.V.?

      34 Non è il glorioso Dio, Geova degli eserciti, un punto di raccolta in cui tutti gli amanti della pura adorazione non contaminata da politica, militarismo e commercialismo dovrebbero radunarsi nell’unità e nella fratellanza? Sì! E dove si vede la sua gloria, lì è il luogo di riunione. Egli emana la chiamata di raccogliersi in assemblea, e libera il suo popolo dalla schiavitù religiosa a Babilonia la Grande invitandolo a raccogliersi in assemblea. Dal 1919 E.V. son risuonate le parole della sua chiamata: “‘Ehi là! Ehi là! Fuggite, dunque, dal paese del nord’, è l’espressione di Geova”. — Zaccaria 2:6.

      35. (a) Come si chiamava nel giorno di Zaccaria il “paese del nord”, e perché? (b) La fuga da lì che cosa prefigurò in quanto a oggi?

      35 Nel giorno del profeta Zaccaria il “paese del nord” era Babilonia, la città conquistata dai Medi e dai Persiani nell’anno 539 a.E.V. In realtà Babilonia si trova a est di Gerusalemme, ma, quando mandò i suoi eserciti a portare la distruzione a Gerusalemme nel 607 a.E.V., Babilonia fece percorrere ai suoi eserciti un itinerario circolare facendoli scendere contro Gerusalemme dal “nord”. (Geremia 1:14-16; Ezechiele 21:18-22) Inoltre, i territori conquistati sotto Babilonia si estendevano a nord di Gerusalemme. Quando i Giudei negli anni 617 e 607 furono portati in esilio, furono, per così dire, deportati nel “paese del nord”. Da quel paese poterono essere invitati a fuggire. Questo prefigurò i nostri tempi moderni. Durante la prima guerra mondiale il dedicato, battezzato rimanente di Israeliti spirituali venne a trovarsi schiavo di Babilonia la Grande, cioè dell’impero mondiale della falsa religione. Fu di lì che Geova degli eserciti chiamò il pentito rimanente nell’anno della liberazione, nel 1919 E.V. Di lì il rimanente doveva fuggire, ora che egli aveva loro aperto la via.

      36. (a) Come si avverarono in quel tempo le parole di Geova: “Vi ho sparsi in direzione dei quattro venti dei cieli”? (b) Come si avverarono riguardo al rimanente moderno?

      36 Fu una vera dispersione delle dodici tribù d’Israele, Giuda e Gerusalemme quella che le “corna” dell’Impero Assiro e dell’Impero Babilonese avevan causata come agenti della disciplina divina per l’eletto popolo di Geova. In maniera corretta, com’è riportato in Zaccaria 2:6 (b), egli poté continuare a dire: “‘Poiché vi ho sparsi in direzione dei quattro venti dei cieli’, è l’espressione di Geova”. Quegli Israeliti che elusero i conquistatori e fecero in modo di scampare dinanzi a loro fuggirono in vari paesi nelle diverse direzioni. Nel caso del moderno rimanente degli Israeliti spirituali, esso pure si disperse in tutte le direzioni, ai “quattro venti dei cieli”. Non necessariamente in senso fisico o corporale, poiché fu dal paese spirituale che Dio aveva dato loro sulla terra che essi furono dispersi.

      37. Come questa dispersione degli Israeliti spirituali si avverò in senso figurativo?

      37 Quindi la loro dispersione era avvenuta in senso figurativo. Significava che erano stati sparsi venendosi a trovare in ogni situazione o insieme di circostanze che avrebbe impedito loro di agire entro il paese spirituale che Dio aveva giustamente dato loro sulla terra. Questo aveva limitato i loro privilegi spirituali, nel compimento della loro opera spirituale. Per esempio, i bandi governativi contro una certa pubblicazione o contro tutta la letteratura del rimanente di Geova era un modo di far questo. O era messa al bando la loro organizzazione religiosa. O alcuni cristiani Israeliti spirituali eran messi in prigioni o campi militari perché s’eran rifiutati di violare la loro neutralità cristiana verso i conflitti internazionali di questo mondo. O erano arrestati i funzionari delle loro società legali e venivano inviati per direttissima a prigioni o penitenziari con false accuse concertate a causa dell’isterismo di guerra e del pregiudizio religioso. Metodi di ogni specie, in ogni senso, solo per distogliere il rimanente degli Israeliti spirituali dal paese spirituale che Dio aveva dato loro e dai loro privilegi e attività cristiane in quel paese spirituale.

      38. Perché fu appropriato che l’angelo di Geova dicesse agli esiliati Giudei: “Cerca scampo, tu che dimori con la figlia di Babilonia”?

      38 Nelle calamità subite per mano del re Nabucodonosor di Babilonia, la maggior parte dei sopravvissuti Giudei furono portati in esilio a Babilonia e nei suoi territori, che comprendevano i territori tolti al precedente Impero Assiro. Fu pertanto molto appropriato che l’angelo di Geova degli eserciti ora dicesse: “Ehi là, Sion! Cerca scampo, tu che dimori con la figlia di Babilonia. Poiché Geova degli eserciti ha detto questo: ‘Dietro alla gloria mi ha mandato alle nazioni che vi spogliavano; poiché chi tocca voi tocca la pupilla del mio occhio. Poiché, ecco, io agito la mia mano contro di loro, e dovranno divenire spoglie ai loro schiavi’. E voi per certo conoscerete che lo stesso Geova degli eserciti mi ha mandato”. — Zaccaria 2:7-9.

      39. Dicendo: “Ehi là, Sion!” chi invitava Geova a cercare scampo?

      39 L’antica Sion, che qui è la stessa cosa che Gerusalemme, rappresentava l’intera nazione, non semplicemente gli esiliati ex abitanti della città capitale. Ora che Babilonia era stata rovesciata nel 539 a.E.V. e che Ciro il conquistatore persiano aveva emanato il suo decreto di liberazione agli esiliati Giudei, la chiamata a Sion era in realtà rivolta a tutti gli esiliati Giudei. Essi dimoravano come esiliati “con la figlia di Babilonia”, poiché della città di Babilonia si parlava come di una donna non più figlia vergine inviolata.

      40. Qual è il significato dell’espressione “dietro alla gloria” in Zaccaria 2:8?

      40 Non sembra che l’espressione “dietro alla gloria” voglia significare all’inseguimento della gloria futura, ma si riferisce al tempo. Geova aveva avuto gloria facendo rivendicare come verace la sua parola di profezia in ciò che aveva detto circa la disciplina da infliggere agli Israeliti.

      41. Infliggendo la disciplina al popolo di Geova, perché le nazioni avrebbero dovuto mostrare verso di Lui qualche timore, qualche rispetto?

      41 Ora era tempo che Geova degli eserciti rivolgesse l’attenzione alle nazioni nemiche ch’erano state impiegate per infliggere la disciplina, ma che avevano abusato della loro assegnazione di lavoro. Erano andate troppo oltre e avevano approfittato dell’occasione per sfogare il proprio disprezzo sul popolo che apparteneva a Geova Dio. Erano andate troppo oltre maltrattando Sion e il suo popolo. (Zaccaria 1:15, 21) Avrebbero dovuto mostrare più considerazione trattando il suo popolo che egli aveva consegnato nelle loro mani a scopo disciplinare. Avrebbero dovuto mostrare qualche timore verso l’Iddio di questo popolo, qualche rispetto. Egli ne dichiarò la ragione, dicendo al suo popolo disciplinato: “Poiché chi tocca voi tocca la pupilla del mio occhio”.

      42. (a) Che Geova agitasse la mano fu un avvertimento di quale capovolgimento per le nazioni persecutrici? (b) Quale fu tale capovolgimento per Babilonia?

      42 Conformemente, quando ora agita la mano contro quelle nazioni arroganti e presuntuose, la mano è agitata in modo minaccioso, come quando si agita il pugno chiuso. Non è un gesto pigro, senza significato. Fu per avvertirli che essi, i dispersori e spogliatori, avrebbero subìto rappresaglie. Sarebbero divenuti spoglie per quelli che erano stati i loro schiavi nell’esilio babilonese. Quale capovolgimento di situazione, e questo dalla mano di Geova degli eserciti! Qualche cosa come questa specie di capovolgimento accadde quando gli esiliati Giudei furono liberati dal conquistatore Ciro il Grande affinché tornassero nel luogo di Gerusalemme e riedificassero il tempio di Geova. Quale grande umiliazione fu per la conquistata Babilonia quando, secondo Esdra 1:7, 8, “il re Ciro stesso portò gli utensili della casa di Geova, che Nabucodonosor aveva asportati da Gerusalemme e messi quindi nella casa del suo dio. E Ciro re di Persia li portava per mezzo di Mitredat il tesoriere e li contava a Sesbazzar capotribù di Giuda”. — Daniele 1:1, 2; 5:3-23.

      43. Come ci fu un capovolgimento per Babilonia come nel caso di Daniele?

      43 Con l’andar del tempo e in molti modi i prigionieri Israeliti un tempo schiavi ebbero occasione di calpestare Babilonia, essendo essa divenuta “un luogo da calpestare, come il fango delle strade”. (Michea 7:8-10) Essendo Babilonia caduta sotto Dario il Medo e Ciro il Persiano, il profeta Daniele cessò d’essere uno schiavo di Babilonia e fu costituito uno dei “tre alti funzionari” che il re Dario il Medo stabilì sui centoventisette satrapi che erano sopra l’intero regno medo-persiano. — Daniele 6:1-3, 28.

      44. Come ci fu un capovolgimento riguardo all’adorazione babilonese e all’adorazione del popolo di Geova?

      44 Inoltre, a causa della differenza fra la religione degli adoratori persiani di Zoroastro e la religione degli antichi cultisti babilonesi, i sacerdoti che praticavano la magia, stregoni, Caldei e astrologi furono religiosamente eclissati e infine si sentirono costretti a trasferirsi dal centro religioso di Babilonia. Pare che si trasferissero a ovest in Pergamo nell’Asia Minore e poi di lì in Italia. (Rivelazione 2:12, 13) In netto contrasto con ciò, gli adoratori di Geova ottennero favore dai conquistatori di Babilonia, e i loro sacerdoti e Leviti furono rimessi negli incarichi di servizio nel riedificato tempio di Geova sul suo luogo originale in Gerusalemme. Così “Sion” scampò da Babilonia tornando in patria.

      REAZIONE DI DIO ALLORCHÉ SI TOCCA “LA PUPILLA DEL MIO OCCHIO”

      45. (a) Com’è sensibile Geova per chiunque tocchi violentemente il suo popolo? (b) Perché ha dunque agitato la mano contro le nazioni d’oggi?

      45 Tutto ciò illustra vivamente come è più che offensivo che le nazioni di questo mondo tocchino gli adoratori di Geova in maniera violenta. Fa male a Geova Dio. È come toccare la pupilla del suo occhio, una parte sensibilissima del corpo. Molto tempo fa, nel remoto anno 1473 a.E.V., il profeta Mosè indicò quanto Geova fosse sensibile riguardo al suo popolo eletto, dicendo: “Lo circondava, per averne cura, per salvaguardarlo come la pupilla del suo occhio”. (Deuteronomio 32:10) Egli è altrettanto sensibile circa i suoi testimoni cristiani d’oggi. Ma le nazioni della cristianità e del paganesimo han preferito ignorare questo fatto quando hanno trattato i cristiani testimoni di Geova. C’è dunque da meravigliarsi se Egli ha fatto come predisse: “Agito la mia mano contro di loro, e dovranno divenire spoglie ai loro schiavi”? (Zaccaria 2:9) Come ha Egli fatto questo?

      46. Come, nel 1919 E.V., Geova fece degli spogliatori del suo popolo le loro spoglie?

      46 Ha liberato il suo rimanente di Israeliti spirituali dalla schiavitù religiosa a Babilonia la Grande e li ha ristabiliti nel paese spirituale che Dio ha giustamente dato loro sulla terra. Non si inchinano con abbietto servilismo agli amanti politici di quella meretrice internazionale, Babilonia la Grande, ma dicono ai politicanti mondani che cercano d’interferire nelle cose che appartengono a Geova Dio: “Dobbiamo ubbidire a Dio quale governante anziché agli uomini”. (Atti 5:29) Nell’anno della liberazione del 1919 E.V., cominciarono a proclamare per lungo e per largo gli avversi giudizi di Geova Dio, specialmente contro l’organizzazione internazionale per la pace e la sicurezza del mondo, cioè la Lega delle Nazioni, dicendo che essa avrebbe fatto fallimento. La ragione di ciò? Perché la Lega delle Nazioni era stata adottata e messa in vigore nel 1919 E.V. dalle nazioni della cristianità anziché dal messianico regno di Dio, che era nato nei cieli al termine dei Tempi dei Gentili nel 1914 E.V. — Rivelazione 12:5.

      47. Come queste avverse decisioni giudiziarie di Geova divennero più pronunciate negli anni dal 1922 al 1928?

      47 Queste avverse decisioni giudiziarie di Geova degli eserciti divennero più pronunciate e ampie nei sette anni dal 1922 al 1928. In quel periodo una serie di annue assemblee internazionali fu tenuta dall’Associazione degli Studenti Biblici Internazionali in America, Gran Bretagna e Canada, relativamente alle quali furono presentati commentari biblici che trattavano le profezie divine inerenti a queste questioni religiose e politiche. In ciascuno di questi principali congressi annui degli Studenti Biblici Internazionali furono adottate risoluzioni o dichiarazioni, la prima delle quali, nel 1922, fu intitolata “Una sfida” e la settima e ultima, nel 1928, fu chiamata “Dichiarazione contro Satana e per Geova”. Queste sette risoluzioni e le conferenze pubbliche a loro sostegno, insieme alle relative dichiarazioni bibliche, corrispondono a quanto era stato predetto nell’ultimo libro della Bibbia, Rivelazione, capitoli da 8 a 16.

      48. Queste espressioni a che cosa corrisposero in Rivelazione?

      48 Esse corrisposero alle sette trombe che furon suonate dai sette angeli e che presentarono sette quadri profetici. Inoltre alle “sette ultime piaghe”, che son versate dalle coppe dei sette angeli incaricati. — Rivelazione 21:9; da 15:1 a 16:21.

      49. (a) Quale effetto ebbe l’adempimento moderno di tali cose sugli interessati? (b) Per quanto tempo la pubblicazione di tali giudizi di Geova è continuata, così che in effetti che cosa ha fatto egli alle nazioni?

      49 L’adempimento moderno di quei quadri presentati dalle trombe e delle sette coppe piene delle sette ultime piaghe causò grande eccitazione, inquietudine e ribelle risentimento sia in Babilonia la Grande (compresa la cristianità) che nei governi politici mondani. La pubblicazione di quegli avversi giudizi di Geova degli eserciti non si limitò solo a quei sette anni dal 1922 al 1928, ma è continuata fino al tempo attuale con maggior volume e forza e in più ampie proporzioni che non nei trascorsi anni venti. Mediante tale pubblicazione in tutto il mondo delle sue avverse decisioni giudiziarie contro la religiosa Babilonia la Grande e i suoi sostenitori politici Geova degli eserciti agita in effetti il proprio pugno, agita minacciosamente la propria mano verso le organizzazioni mondane, religiose e politiche, che hanno spogliato il suo popolo. Egli fa questo per mezzo dei Suoi testimoni, già schiavi di tali oppressori.

      50. (a) Quando Geova avrà infine eseguito quei giudizi, che cosa si conoscerà dell’angelo che fu mandato? (b) Mediante la divina esecuzione, la rivendicazione di quali persone sarà compiuta, anche nel nostro giorno?

      50 Fra breve vedremo eseguire quelle divine decisioni giudiziarie su quei nemici che han fatto male all’Iddio Altissimo come se gli toccassero la pupilla dell’occhio. Quello sarà il tempo memorabile di cui l’angelo parlò facendosi udire da Zaccaria quando disse: “E voi per certo conoscerete che lo stesso Geova degli eserciti mi ha mandato”. (Zaccaria 2:9) Ma dobbiamo oggi aspettare finché non venga quel tempo di completo adempimento? Anche ora abbiamo a portata di mano sufficiente evidenza da provare che questo angelo ha dichiarato la verità, come storia scritta in anticipo. Questo, a sua volta, prova che solo lo stesso Geova degli eserciti può essere Colui che mandò tale angelo. In questo modo il profeta Zaccaria è pure rivendicato per aver scritto una profezia verace e infallibile. E che dire di oggi? Oggi pure ha luogo una rivendicazione. Di chi? Dei cristiani testimoni di Geova, i quali han richiamato l’attenzione sulle meravigliose profezie di Zaccaria e sul loro moderno adempimento.

      PERCHÉ C’È ORA L’INVITO A RALLEGRARSI?

      51. Perché le nazioni dalla mentalità maliziosa ebbero ragione di gridare e rallegrarsi durante la prima guerra mondiale?

      51 Una volta le nazioni dalla mentalità maliziosa ebbero in effetti ragione di gridare e rallegrarsi al volgere degli avvenimenti umani. Questo avvenne quando Geova degli eserciti fece cadere in loro potere i suoi cristiani testimoni durante la prima guerra mondiale e fu data alle nazioni la libertà di sfogare su questi cristiani Israeliti spirituali il loro malumore. In quel tempo le nazioni combattevano per la contesa del dominio mondiale, non per il dominio del Creatore del cielo e della terra, ma per dominare esse stesse mediante il blocco delle nazioni democratiche o mediante il blocco delle nazioni autocratiche e dittatoriali. Volevano controllare le risorse della terra, sfruttarle per profitto commerciale.

      52. Perché quelle nazioni maltrattarono gli Israeliti spirituali per essersi mantenuti fedeli al messianico regno di Dio?

      52 Erano molto nazionalistiche, e il patriottismo nazionale giungeva fino a creare un ardore febbricitante. Nello sforzo di fare la mobilitazione totale del popolo per raggiungere le loro mète nazionalistiche, s’infuriarono verso quelli che si rifiutavano d’essere integrati con loro per il fatto ch’erano schierati dalla parte del messianico regno di Dio insediato nei cieli alla fine dei Tempi dei Gentili nel 1914. Così, sotto la tensione bellica, le nazioni maltrattarono questi difensori del regno di Dio. Come si rallegrarono sopprimendone l’influenza per il regno di Dio!

      53. Come Rivelazione 11:7-10 descrive il giubilo delle nazioni?

      53 L’allegria e la compiacenza a cui le bestiali nazioni si abbandonarono a questa sconfitta dei sostenitori del messianico regno di Dio son predette in Rivelazione, capitolo undici, che prende a prestito figure di linguaggio dalla profezia di Zaccaria. Con linguaggio illustrativo Rivelazione 11:7-10 dice: “E quando avranno finito la loro testimonianza, la bestia selvaggia che ascende dall’abisso farà loro guerra e li vincerà e li ucciderà. E i loro cadaveri saranno sull’ampia via della grande città che in senso spirituale è chiamata Sodoma ed Egitto, dove fu anche messo al palo il loro Signore. E quelli dei popoli e delle tribù e delle lingue e delle nazioni guarderanno i loro cadaveri per tre giorni e mezzo, e non lasceranno che i loro cadaveri sian posti in una tomba. E quelli che dimorano sulla terra si rallegreranno di loro e festeggeranno, e si manderanno doni gli uni gli altri, perché questi due profeti han tormentato quelli che dimorano sulla terra”. Ma il loro giubilo fu di breve durata.

      54, 55. (a) Quando, comunque, il rimanente degli Israeliti spirituali fu invitato a gridare gioiosamente? (b) Questo fu come invitare chi a gridare, con quale ragione per gridare?

      54 Nel 1919 E.V., proprio come era stato raffigurato nella visione di Rivelazione, Dio Onnipotente risuscitò questi insepolti testimoni in senso spirituale e li rese di nuovo attivi nel suo servizio del Regno. Lo sgomento colpì le nazioni e la loro prostituta religiosa Babilonia la Grande, ma ora era venuto il tempo di ravvivare il rimanente degli Israeliti spirituali affinché levassero la voce e si rallegrassero. Il loro celeste Ravvivatore e Liberatore li invitò a far questo. Siccome rappresentavano la celeste Nuova Gerusalemme e avevano la prospettiva di divenirne membri fu come se Dio chiamasse quella organizzazione spirituale. Chiamando quell’organizzazione Sion (nome alternativo per Gerusalemme), egli disse:

      55 “‘Grida altamente e rallegrati, o figlia di Sion; poiché, ecco, io vengo, e per certo risiederò in mezzo a te’, è l’espressione di Geova. ‘E molte nazioni per certo si uniranno a Geova in quel giorno, ed effettivamente diverranno mio popolo; e per certo risiederò in mezzo a te’. E dovrai conoscere che Geova degli eserciti stesso mi ha mandato a te. E Geova per certo prenderà possesso di Giuda come sua porzione su terra santa, e deve ancora scegliere Gerusalemme. Fa’ silenzio, ogni carne, dinanzi a Geova, poiché egli si è destato dalla sua santa dimora”. — Zaccaria 2:10-13.

      56. (a) Come Geova mostrò se rinunciava al suo diritto sul paese di Giuda allorché fu desolato? (b) Come Geova prese di nuovo possesso del paese, e quale miracolo quindi fece?

      56 Avendo visto ciò che la profezia significò nel giorno di Zaccaria, possiamo discernere ciò che il suo adempimento significa in questo rimarchevole ventesimo secolo della nostra Èra Volgare. Rinunciò allora Geova al suo diritto sul paese di Giuda e permise alle nazioni avide di territorio di prenderne possesso o ad abusivi occupatori di territorio di trasferirvisi? In nessun modo! Benché da esso facesse deportare il suo popolo a Babilonia, egli salvaguardò quel paese e gli fece rispettare un lungo sabato di riposo. Come? Mantenendolo desolato, senza uomo o animale domestico, proprio come aveva preannunciato. Alla fine di quei settant’anni di osservanza sabatica per il paese, egli riprese possesso del territorio di Giuda, liberandone il popolo esiliato e riconducendolo nella sua diletta patria. Scelse di nuovo Gerusalemme come la capitale di Giuda, facendo edificare dai ristabiliti esiliati una seconda Gerusalemme sul luogo antico. Così un paese popolato fu dato alla luce come con dolori di parto “in un giorno”. Inoltre, “in una volta” ‘nacque’ una nazione, essendone ristabilita la capitale a Gerusalemme per esercitare il dominio governativo sulla “terra santa” di Giuda. (Isaia 66:7, 8) Fu miracoloso!

      57. Quando Geova prese dunque residenza nel paese di Giuda, e quando e in che modo la sua residenza vi divenne più evidente?

      57 Come l’antico Israele era stato una nazione teocratica sotto la norma e legge divina, Geova Dio riprese la propria residenza a Gerusalemme quando fu di nuovo fondata e riedificata. Questo divenne ancor più evidente quando il tempio della sua adorazione fu completato nel 515 a.E.V. e vi ebbe inizio in piene proporzioni la sua regolare adorazione. Quel tempio riedificato sarebbe stato per tutte le nazioni circostanti il simbolo che Geova degli eserciti vi aveva preso residenza, che ora egli dimorava in Sion, in Gerusalemme. Ivi ci si poteva accostare a Lui.

      58. Come le persone di cuore onesto delle nazioni circostanti avrebbero fatto affermazioni favorevoli, e che cosa avrebbero dunque fatto (Zaccaria 2:11)?

      58 Quale effetto avrebbe dovuto avere questo sulle circostanti nazioni pagane? A molti di quelle nazioni avrebbe potuto giustamente far impressione l’evidenza che Geova degli eserciti era l’Iddio di verità; che egli aveva manifestato la sua perfetta prescienza e la sua onnipotenza adempiendo le profezie fatte nel suo proprio nome. Come aveva risuscitato il suo popolo Israele da una morte nazionale e destato dalla tomba in Babilonia e l’aveva ristabilito nel paese dei viventi nella loro propria patria, questi osservatori di cuore onesto videro che Egli era il solo vivente e vero Dio, il Solo che meritava d’essere adorato. Con sincerità avrebbero desiderato adorarlo e, se possibile per loro sarebbero venuti nel suo luogo di residenza in Sion (Gerusalemme) per far questo. Zaccaria 2:11 non doveva rimanere inadempiuto: “E molte nazioni per certo si uniranno a Geova in quel giorno, ed effettivamente diverranno mio popolo”. Questo indicava un aumento degli adoratori di Geova in tutto il mondo e non solo nella “terra santa” di Giuda.

      59, 60. (a) Come qualche cosa di simile si avverò riguardo al rimanente che aveva la prospettiva di un posto nella Nuova Gerusalemme e che era come sepolto nel dominio di Babilonia la Grande? (b) Come Geova ha mostrato d’aver preso residenza presso il rimanente?

      59 Non si è avverato qualche cosa di simile nel caso del moderno rimanente degli Israeliti spirituali? Non hanno essi ogni ragione di ‘gridare altamente e rallegrarsi’, come fu detto di fare alla “figlia di Sion” nei tempi antichi, nel giorno di Zaccaria? Sì! Questo rimanente di Israeliti spirituali è come una sposa, ‘promessa in matrimonio a un solo marito onde sia presentata come casta vergine al Cristo’, e ha perciò la prospettiva di partecipare alla celeste Nuova Gerusalemme. Quella Nuova Gerusalemme con Gesù Cristo come suo Capo è l’organizzazione capitale di Geova Dio su tutta la sua organizzazione universale. (2 Corinti 11:2; Rivelazione 21:2, 9, 10) Durante la prima guerra mondiale l’unità del rimanente come “nazione santa” fu spezzata, essi furono esiliati dal paese spirituale che avevan ricevuto da Dio e furono come sepolti in una tomba nel dominio di Babilonia la Grande. Dopo che quel primo conflitto mondiale fu finito e ne furono eliminate le pressioni, il sorprendente adempimento di ciò ch’era stato raffigurato in maniera profetica in Rivelazione 11:11-13 fece scuotere il mondo!

      60 Geova ravvivò il rimanente spiritualmente sepolto, lo trasse fuori della sua tomba in Babilonia la Grande, lo restaurò nel suo giusto paese spirituale sulla terra e lo reintegrò come sua unita “nazione santa”. Egli aveva di nuovo scelto questo fedele rimanente che attendeva la superna cittadinanza nella Nuova Gerusalemme sotto Cristo. (Filippesi 3:20, 21) Geova rivolse loro la sua favorevole attenzione e infuse in loro energia con quella potente forza attiva, il suo spirito santo, perché intraprendessero una testimonianza mondiale al suo regno messianico, come non se n’era mai resa l’uguale in tutta la storia cristiana. (Marco 13:10; Matteo 24:14; 28:19, 20) Non si unirono alle nazioni della cristianità adorando l’idolatrica Lega delle Nazioni come “ultima speranza del mondo”, ma si dedicarono con fervore all’adorazione dell’“Iddio della speranza” nel suo tempio spirituale. (Rivelazione 13:14, 15; 14:9) Fecero conoscere il nome del loro Dio, Geova, in un grado fino ad allora ineguagliato. (Isaia 12:4, 5) Secondo ogni aspetto esteriore, egli aveva preso residenza presso di loro.

      61. Come si è avverato, perciò, che “molte nazioni per certo si uniranno a Geova in quel giorno”?

      61 Possiamo vedere oggi che questo ebbe i suoi effetti sui popoli del mondo? Fu suscitato il timore delle nazioni come entità politiche. Ma fra quelle nazioni c’erano individui sinceri, di cuore onesto, che avevano fame e sete della pura, vera, assennata religione che davvero metteva in contatto con il vero Dio, degno di adorazione. Mentre il fedele rimanente degli Israeliti spirituali compiva la predicazione di “questa buona notizia del regno” in una sempre maggior parte della terra abitata, si trovava un sempre maggior numero di questi che cercavano il vero Dio. Essi appresero che il Signore Gesù Cristo era il Messia di Geova Dio e fecero i passi della dedicazione a Dio e del battesimo in acqua per divenire discepoli del Suo Messia. (Matteo 28:19, 20) Accadde proprio come era stato preannunciato, “molte nazioni per certo si uniranno a Geova in quel giorno”. (Zaccaria 2:11) A nessuna nazionalità o razza fu impedito di far questo.

      62. Fino a qual punto questo si avverato dal 1935 E.V. in poi, e come son divenuti il “popolo” di Geova?

      62 Questo si avverò in maniera rimarchevole dal 1935 E.V. in poi, quattro anni dopo che l’unto rimanente aveva abbracciato il nome di testimoni di Geova. La seconda guerra mondiale non impedì a questi genuini cercatori del vero Dio di ‘unirsi a Geova’ come discepoli del Suo Messia. In paragone con quanti erano allora, nel 1935, sì, e in paragone con l’unto rimanente, questi che così si sono ‘uniti a Geova’ son divenuti una “grande folla” senza un numero fisso stabilito per loro nella Bibbia. (Rivelazione 7:9-17) E come disse Geova, “effettivamente diverranno mio popolo”. Essi non professano d’essere dell’unto rimanente degli Israeliti spirituali. Questo accade perché Dio non li ha generati con il suo spirito santo onde divengano suoi figli spirituali, sebbene ne abbia accettato l’unione o dedicazione a Lui per mezzo del Suo sommo sacerdote Gesù Cristo. È il merito del sacrificio d’espiazione di Gesù che li rende accettevoli a Geova Dio. Così questi dedicati, battezzati Egli li considera come il “mio popolo”, uniti a Lui. Questi, come “altre pecore”, divengono dunque “un solo gregge” con l’unto rimanente sotto il pastore eccellente Gesù Cristo. — Giovanni 10:16.

      63. In qualità di tali “pecore”, come si sono ‘unite a Geova’?

      63 Queste “altre pecore” hanno udito la voce del Pastore Eccellente e hanno risposto alla sua chiamata venendo da “molte nazioni”. Si uniscono all’unto rimanente degli Israeliti spirituali nell’adorazione del vero Dio presso il suo tempio spirituale. (Rivelazione 7:15) In tal modo si ‘uniscono a Geova’.

      64. (a) Quale speranza è stata posta dinanzi a loro, e perché? (b) Come Geova, per mezzo d’esse, ha riempito la sua casa di gloria (Aggeo 2:7)?

      64 Poiché Geova non ha generato queste “altre pecore” con il suo spirito perché divengano parte della celeste Nuova Gerusalemme, egli pone dinanzi a loro la speranza della vita eterna sul Suo “sgabello”, cioè questa terra, ma allora trasformata in un bel Paradiso. (Genesi 2:8; Luca 23:43) Geova Dio ha scosso tutte le nazioni con la maniera in cui ha agito verso le questioni umane dal 1914 E.V., e così queste “altre pecore” si son rese conto del Suo regno messianico. Con apprezzamento per il Suo regno sono venute nella sua casa di adorazione, ed Egli le riceve come desiderabili adoratori. Infatti, esse sono “le cose desiderabili di tutte le nazioni” che fu preannunciato sarebbero ‘venute’, e per mezzo d’esse nel suo luogo di pura adorazione Geova riempie la sua casa o tempio di gloria. — Aggeo 2:7.

      65. Che cosa mostra oggi l’evidenza in quanto a colui che mandò quelli da cui abbiamo avuto la terza visione di Zaccaria, e questo rafforza la nostra convinzione riguardo a che cos’altro?

      65 Oggi, quasi quarant’anni dopo quel memorabile anno del 1935 E.V., che richiamò la nostra attenzione sulla “grande folla” di Rivelazione 7:9-17 perché ne avessimo giusto intendimento, vediamo che le cose preannunciate nella terza visione di Zaccaria si sono splendidamente realizzate. Pertanto, abbiamo già sufficiente evidenza per sapere che fu l’Iddio di verità, Geova, e non qualche falsa fonte profetica, a mandare l’angelo a Zaccaria e al suo popolo. Questo stesso Geova mandò inoltre Zaccaria come profeta a scrivere la visione per noi d’oggi. Questo rafforza la nostra convinzione che ogni ulteriore visione mostrata a Zaccaria si avvererà.

      66. Che cosa ci si comanda ora giustamente di fare, e per fare che cosa Geova “si è destato dalla sua santa dimora”?

      66 Non dovremmo, dunque, far silenzio per udire ciò che Geova ha da dire? Certo! Più che appropriato, perciò, è l’ispirato comando con cui termina la terza visione di Zaccaria: “Fa’ silenzio, ogni carne, dinanzi a Geova, poiché egli si è destato dalla sua santa dimora”. (Zaccaria 2:13) Si è destato dalla sua santa dimora nei cieli per adempiere la sua Parola.

      [Cartina a pagina 156]

      (Per la corretta impaginazione, vedi l’edizione stampata)

      GERUSALEMME AI GIORNI DEL RITORNO

      Torre di Ananel

      PORTA DEI PESCI

      Torre di Mea

      PORTA DELLE PECORE

      PORTA DELLA GUARDIA

      Area del Tempio

      Valle (centrale) di Tiropeon

      PORTA DELL’ISPEZIONE

      Piazza pubblica

      PORTA DELL’ANGOLO

      Muro Largo

      PORTA DI EFRAIM

      Torre dei Forni

      PORTA DELLA VECCHIA CITTÀ

      OFEL

      PORTA DEI CAVALLI

      Piazza pubblica

      Sorgente di Ghihon

      PORTA DELLE ACQUE

      CITTÀ DI DAVIDE

      PORTA DELLA VALLE

      PORTA DELLA FONTE

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  • Satana non è in grado di resistere al Sommo Sacerdote
    Paradiso restaurato per il genere umano, dalla Teocrazia!
    • Capitolo X

      Satana non è in grado di resistere al Sommo Sacerdote

      1. Religiosamente, di che cosa ha bisogno oggi l’intero mondo del genere umano, e perché proprio di questo?

      IN TUTTA la terra si trovano oggi sommi sacerdoti di vari culti religiosi. Il più potente di tali capi sacerdotali è il Pontifex Maximus, il Sommo Pontefice, che si trova nella Città del Vaticano. Ma l’intero mondo del genere umano ha bisogno di un solo sommo sacerdote. Perché? Perché c’è un solo vivente e vero Dio, il Creatore del cielo e della terra, il Sovrano di tutto l’universo. Egli ha bisogno di un solo sommo sacerdote che lo rappresenti presso il popolo e tratti con Lui a favore del popolo. Questo concorda col fatto che c’è una sola vera religione, la sola pura adorazione di Lui “con spirito e verità”. — Giovanni 4:24.

      2. Quale solo sommo sacerdozio Geova riconobbe fino al 16 Nisan del 33 E.V., allorché comparve quale solo sommo sacerdote spirituale?

      2 Per più di quindici secoli, dal 1512 a.E.V. al 33 E.V., questo vivente e vero Dio riconobbe un solo sommo sacerdozio. Tale sommo sacerdozio era stato stabilito nella linea di Aaronne fratello del profeta Mosè, della tribù di Levi. Aaronne era stato insediato nell’incarico il primo giorno del mese lunare di Nisan dell’anno 1512 a.E.V. Nei secoli che seguirono ci fu una successione di sommi sacerdoti di fra i discendenti di Aaronne, fino alla domenica 16 Nisan, dell’anno 33 E.V. Quello fu il giorno della risurrezione del Signore Gesù Cristo da una morte di sacrificio. Il quarantesimo giorno, egli ascese come Sommo Sacerdote spirituale per entrare nel Santissimo dei cieli e presentarvi il prezioso valore del suo perfetto sacrificio umano al solo vivente e vero Dio, Geova.

      3. Da allora, perché Geova ha potuto trattare con un solo sommo sacerdote?

      3 Da quel tempo a ora Geova Dio ha trattato con un solo Sommo Sacerdote, non con un sommo sacerdote della famiglia di Aaronne il Levita, ma con il solo Sommo Sacerdote che non muore mai, Gesù Cristo. A lui fu detto profeticamente: “Tu sei sacerdote per sempre secondo la maniera di Melchisedec”. — Ebrei 5:5, 6, 10; 6:19, 20; 7:15-17.

      4. (a) Inoltre, da quale altro sommo sacerdote, nell’annuale Giorno di Espiazione, fu tipificato Gesù Cristo? (b) Quindi, da chi fu egli tipificato nella quarta visione di Zaccaria?

      4 Comunque, Gesù Cristo, quale sommo sacerdote spirituale che offre sacrificio, fu prefigurato o tipificato anche dal sommo sacerdote aaronnico dell’antica nazione d’Israele. Proprio come il sommo sacerdote d’Israele nell’annuale Giorno di Espiazione entrava col sangue del sacrificio nel Santissimo del tempio in Gerusalemme, in maniera simile Gesù entrò col valore del sangue del suo proprio sacrificio nel vero Santissimo, il cielo stesso, del tempio spirituale di Geova Dio. Di conseguenza, Gesù Cristo fu prefigurato dal sommo sacerdote israelita Giosuè figlio di Iozadac, che era tornato dall’esilio di Babilonia nell’anno 537 a.E.V. a Gerusalemme per riedificarvi il tempio di Geova. (Aggeo 1:1) Da questo punto di vista ci interessa considerare la quarta visione del profeta Zaccaria, in cui questo sommo sacerdote Giosuè è il personaggio principale. Come se guardasse dentro l’aula di una corte Zaccaria scrive:

      5. Che cosa disse l’angelo di Geova a colui che era accanto a Giosuè?

      5 “E mi mostrava Giosuè il sommo sacerdote che stava dinanzi all’angelo di Geova, e Satana che stava alla sua destra per resistergli. Quindi l’angelo di Geova disse a Satana: ‘Geova ti rimproveri, o Satana, sì, ti rimproveri Geova, colui che sceglie Gerusalemme! Non è questo un ceppo asportato dal fuoco?’” — Zaccaria 3:1, 2.

      6. (a) Chi era quel Satana? (b) Perché resisteva a Giosuè?

      6 Il Satana che è qui raffigurato non era un semplice ecclesiastico “avvocato del diavolo” che agisse da pubblico ministero per Geova. Era lo stesso Satana che apparve all’adunanza dei figli angelici di Dio in cielo nel diciassettesimo secolo avanti la nostra Èra Volgare e accusò erratamente il patriarca Giobbe dinanzi alla faccia di Geova Dio. (Giobbe da 1:6 a 2:7) Ma perché, in quella visione che fu mostrata a Zaccaria nell’anno 519 a.E.V. Satana il Diavolo cercò di resistere al sommo sacerdote Giosuè dinanzi all’angelo di Geova? Perché il ventiquattresimo giorno del mese lunare di Chisleu dell’anno precedente il sommo sacerdote Giosuè aveva fatto un passo decisivo per l’adorazione di Dio. Egli e il governatore Zorobabele e il fedele rimanente d’Israele avevano cominciato a lavorare alle fondamenta del secondo tempio di Geova in Gerusalemme. (Aggeo 2:18, 19) Il sommo sacerdote Giosuè lavorava così per riprendere il pieno servizio di Geova in un secondo tempio completato. Tale assunzione dei suoi doveri in un tempio completato avrebbe posto Giosuè in una nuova luce.

      7. (a) Che cosa cercava d’impedire Satana nel caso di Giosuè? (b) Satana cercava di contrastare l’attività profetica di chi, e come?

      7 Satana il Diavolo, che combatte la vera religione, cercava di opporre resistenza al sommo sacerdote Giosuè a questo proposito, per degradarlo e tenerlo fuori del suo pieno servizio a Geova a favore della nazione d’Israele. Questo avrebbe fatto avere a Giosuè un povero aspetto a causa di una maggiore deficienza nel suo servizio a Dio. A tal fine Satana cercava di contrastare l’attività profetica di Aggeo e Zaccaria e di suscitare da parte dei nemici d’Israele una schiacciante opposizione contro la riedificazione del tempio. In tal modo avrebbe potuto accusare il sommo sacerdote Giosuè di non essere riuscito ad adempiere i suoi pieni compiti di sommo sacerdote, e questo avrebbe recato di conseguenza biasimo su Geova.

      8. (a) Perché il giudice angelico disse che Geova era colui che avrebbe dovuto rimproverare Satana? (b) Come Geova aveva già scelto Gerusalemme?

      8 Satana giunse comunque troppo tardi nel suo malizioso tentativo. Prima che potesse dar forza alla sua resistenza e che potesse lanciare le sue malvage accuse contro il sommo sacerdote Giosuè, l’angelo che agiva da giudice per Geova disse a Satana: “Ti rimproveri Geova, colui che sceglie Gerusalemme!” L’Iddio Altissimo era abbastanza in alto da rimproverare Satana, e non era qualche angelo subordinato che semplicemente rappresentasse Geova. Così l’angelo mostrava dovuto riguardo per la posizione di Geova. (Giuda 8-10) Per giunta, Geova aveva già cominciato ad agire per magnificare il suo proprio santo nome. Aveva già scelto Gerusalemme come la città per il suo tempio. Satana non avrebbe potuto alterare questa scelta divina né renderla irrealizzabile. Era lui che doveva esser frustrato, rimproverato, guardando il tempio completamente riedificato nell’anno 515 a.E.V. Questo rimprovero sarebbe venuto da Geova, poiché egli avrebbe attuato questo con successo!

      9. (a) Che cosa simboleggiò il “ceppo asportato dal fuoco”? (b) Che cosa mostrava ora che era stato asportato dal fuoco, e come?

      9 Perché, però, l’angelico giudice di Geova aggiunse la domanda: “Non è questo un ceppo asportato dal fuoco?” Perché non appena era stato tolto dal fuoco non c’era da aspettarsi troppo da un “ceppo” simbolico. “Questo” che era raffigurato dal ceppo asportato dal fuoco era il sommo sacerdote Giosuè. Ma, a causa del suo compito, Giosuè rappresentava l’intera nazione d’Israele per cui rendeva servizio quale sommo sacerdote dinanzi a Dio. Giosuè non era il solo a esser tornato dall’esilio di Babilonia, dove Satana il Diavolo aveva cercato di ridurre in cenere la loro identità come nazione eletta di Geova. Più di 42.000 altri Israeliti eran pure tornati, insieme a migliaia di servitori e cantori. Quindi l’intero numero del rimanente era, tutto insieme, come un “ceppo asportato dal fuoco”. Erano state la misericordia e la fedeltà di Geova verso le sue promesse ad asportarli dal simbolico “fuoco” babilonico e a restaurarne la nazionalità nella “terra santa”. Poiché le cose stavano così, Egli era paziente verso il loro lungo ritardo nella riedificazione del Suo tempio, ma si atteneva al proprio proposito d’avere lì in Gerusalemme un tempio per cui l’aveva scelta. Perciò Satana non si sarebbe dovuto affrettare troppo nelle sue accuse.

      10. Che cosa si fece ora a Giosuè per non dare a Satana nessun motivo di muovere accuse contro di lui?

      10 La resistenza che Satana opponeva al sommo sacerdote Giosuè fu bloccata. Che cosa si fa dunque con Giosuè per purificarlo di qualsiasi cosa che Satana possa aver usato nei suoi riguardi come un motivo per muovere accuse contro di lui? Zaccaria ce lo descrive, dicendo: “Ora in quanto a Giosuè, era vestito di vesti sporche e stava dinanzi all’angelo. Quindi rispose e disse a quelli che stavano dinanzi a lui: ‘Toglietegli di dosso le vesti sporche’. E continuò a dirgli: ‘Vedi, ho fatto passare di su te il tuo errore, e sei vestito di lunghe vesti da cerimonia’”. — Zaccaria 3:3, 4.

      COME FU NECESSARIO CAMBIAR VESTI

      11. Come poté Giosuè con vesti sporche raffigurare il celeste sommo sacerdote Gesù Cristo?

      11 Qui sorge una domanda: Poiché Giosuè il sommo sacerdote fu raffigurato vestito di vesti sporche, come poté tipificare o prefigurare Gesù Cristo quale Sommo Sacerdote celeste? Non dice Ebrei 7:26, 27 ai veri cristiani d’oggi: “A noi conveniva un sommo sacerdote come questo, leale, semplice, incontaminato, separato dai peccatori e innalzato al di sopra dei cieli. Egli non ha bisogno di offrire sacrifici ogni giorno, come quei sommi sacerdoti, prima per i propri peccati e poi per quelli del popolo: (poiché fece questo una volta per sempre quando offrì se stesso)”? Sì, questo è vero. Tuttavia avviene con il sommo sacerdote Gesù Cristo come con l’antico sommo sacerdote Giosuè. Il sommo sacerdote rappresenta il popolo per cui rende servizio in questo alto compito, e la loro condizione si riflette su di lui. Egli porta le iniquità del suo popolo.

      12. Che cosa si era detto molto tempo fa ai due sopravvissuti figli di Aaronne e ad Aaronne stesso per indicare che i sacerdoti portavano l’errore del popolo?

      12 Che il sacerdozio portasse l’errore del popolo fu indicato dal profeta Mosè quando disse ai due sopravvissuti figli di Aaronne per una mancanza che avevan commessa: “Perché non avete mangiato l’offerta per il peccato nel luogo che è santo, giacché è qualche cosa di santissimo ed egli l’ha data a voi onde rispondiate dell’errore dell’assemblea in modo da far espiazione per loro dinanzi a Geova?” (Levitico 10:16, 17) Il santuario o tempio era santo, e se il popolo lo toccava questo era un commettere errore da parte loro; e i sacerdoti santificati dovevano dunque rendere servizio nel santuario per il popolo al fine d’impedire che si commettesse un tale errore. Per questo motivo, leggiamo in Numeri 18:1: “E Geova diceva ad Aaronne: ‘Tu e i tuoi figli e la casa di tuo padre con te risponderete dell’errore contro il santuario, e tu e i tuoi figli con te risponderete dell’errore contro il vostro sacerdozio’”. Quindi i sacerdoti agivano da scudo contro l’errore del popolo.

      13. Come Aggeo aveva indicato l’impurità della nazione d’Israele, nel suo dialogo con i sacerdoti, e perché era impura?

      13 Ora riguardo al santuario o tempio di Gerusalemme al tempo in cui Aggeo e Zaccaria avevano cominciato a profetizzare, ne erano state trascurate le fondamenta senza costruire su di esse una soprastruttura per sedici anni. Questo era da attribuire alla forte opposizione dei nemici circostanti. In quel periodo i rimpatriati Israeliti eran caduti nell’indifferenza e si erano volti al materialismo. Perciò in un dialogo con i sacerdoti, quando Aggeo chiese che cosa sarebbe accaduto allorché qualcuno cerimonialmente impuro avesse toccato una parte di sacrificio, essi risposero: “Diverrà impura”. Subito Aggeo ribadì con questa affermazione: “‘Così è questo popolo, e così è questa nazione dinanzi a me’, è l’espressione di Geova, ‘e così è tutta l’opera delle loro mani, e qualunque cosa lì presentino. È impura’”. — Aggeo 2:13, 14.

      14. Perché Giosuè apparve dunque come se avesse indosso vesti sporche?

      14 Dal momento che il sommo sacerdote Giosuè rappresentava la nazione d’Israele dinanzi a Geova, questa condizione impura del popolo gli era pure attribuita. Di conseguenza, era come se avesse indosso vesti sporche. Egli cercava di rendere servizio senza un tempio, e per tale ragione non sembrava giusto. Non poteva rendere servizio con piena dignità e magnificenza come in un tempio. Muovendo accuse contro il sommo sacerdote Giosuè, Satana il Diavolo muoveva accuse contro l’intera nazione negligente e impura.

      15, 16. (a) Si rifletté la condizione spirituale del sopravvissuto rimanente degli Israeliti spirituali nel 1919 E.V. favorevolmente o sfavorevolmente sull’aspetto del sommo sacerdote Gesù Cristo in cielo, e perché? (b) Che cosa indicò l’esclamazione del rimanente simile a quella di Isaia nel tempio?

      15 È la stessa cosa per l’antitipico Sommo Sacerdote, che fu prefigurato dal sommo sacerdote Giosuè in quell’anno 519 a.E.V. Sul sommo sacerdote Gesù Cristo si rifletté la condizione spirituale del rimanente degli Israeliti spirituali sulla terra allorché questi si trovarono nell’anno del dopo guerra del 1919 E.V. A causa degli impedimenti causati dalle restrizioni belliche, dall’opposizione e dalla persecuzione, il rimanente era venuto meno sotto molti aspetti riguardo all’aperta, coraggiosa adorazione di Geova nel suo tempio spirituale. Avevan ceduto alla schiavitù a Babilonia la Grande e ai suoi amanti politici e militari. Erano in uno stato spirituale simile a quello dell’antico rimanente d’Israele ch’era stato rimpatriato. Come Isaia, quando aveva avuto la sua visione di Geova nel suo tempio santo, poterono dire:

      16 “Guai a me! Poiché sono come ridotto al silenzio, perché sono un uomo impuro di labbra, e dimoro fra un popolo impuro di labbra; poiché i miei occhi han visto il Re stesso, Geova degli eserciti!” — Isaia 6:5.

      17. A giudicare dall’aspetto del rimanente, come apparve il loro Sommo Sacerdote, ed era dunque questa la condizione giusta per il rimanente?

      17 Se si fosse giudicato l’aspetto del loro Sommo Sacerdote dall’apparenza spirituale del sopravvissuto rimanente, il loro sommo sacerdote Gesù Cristo sarebbe apparso “vestito di vesti sporche”. Questo era un indebito aspetto da attribuirgli. La condizione spiritualmente sporca era una situazione indebita in cui il rimanente rappresentava il loro Sommo Sacerdote, e si sarebbe riflessa malamente sul celeste sommo sacerdote Gesù Cristo.

      18. Nella visione, che cosa si fece per porre rimedio alla situazione?

      18 Tale stato di cose richiedeva che vi si ponesse prontamente rimedio. Vi provvide l’angelo giudiziario di Geova: “Toglietegli di dosso le vesti sporche”. Quindi disse a Giosuè: “Vedi, ho fatto passare di su te il tuo errore, e sei vestito di lunghe vesti da cerimonia”. — Zaccaria 3:4.

      19. Che cosa dovette fare lo stesso sommo sacerdote Giosuè per avere dinanzi a Dio un cambio di abiti?

      19 Come accadde questo col sommo sacerdote Giosuè? Si fece uscire la restaurata nazione d’Israele che egli rappresentava nel santo incarico dalla condizione impura in cui era dinanzi a Geova. Questo sarebbe avvenuto facendo lavorare di nuovo il restaurato rimanente al tempio di Geova e facendoglielo completare, lasciando che ogni altra cosa fosse messa in un posto secondario, su un piano minore. La purificazione del popolo a questo essenziale riguardo avrebbe conferito al loro sommo sacerdote un’apparenza pulita. Sarebbe stato come se avesse cambiato abiti. Si intendeva che egli vestisse “lunghe vesti da cerimonia”. Si intendeva che avesse un tempio in cui rendere servizio vestito di quelle “vesti da cerimonia”. Il completamento del tempio e la sua inaugurazione avrebbero richiesto che egli indossasse quelle “vesti da cerimonia” e presentasse un aspetto glorioso alla lode di Geova. Il sommo sacerdote Giosuè in qualità di rappresentante religioso nazionale prese la direttiva con il governatore Zorobabele per far iniziare di nuovo la riedificazione del tempio, e per questa ragione meritava un cambio di abiti in meglio. In questo modo la sua apparenza religiosa non si sarebbe riflessa biasimevolmente su Dio.

      20. Come si fece assumere al celeste sommo sacerdote Gesù Cristo un cattivo aspetto a causa dell’aspetto del rimanente dopo la prima guerra mondiale?

      20 La stessa cosa poté dirsi di colui che il sommo sacerdote Giosuè prefigurò, cioè il celeste sommo sacerdote Gesù Cristo. Il rimanente dei suoi unti discepoli generati dallo spirito uscì dalla prima guerra mondiale in una ‘sporca’ condizione spirituale. Essi erano Israeliti spirituali, sì, sottosacerdoti spirituali di Geova al comando del suo sommo sacerdote Gesù Cristo. I loro abiti spirituali erano contaminati dal loro comportamento e dalle loro deficienze della prima guerra mondiale. Questo si rifletteva malamente sul loro Sommo Sacerdote nei cieli e lo rappresentava quindi in maniera errata. Poiché egli porta l’iniquità o l’errore della nazione degli Israeliti spirituali o ne risponde, fu come se egli stesso fosse vestito con abiti religiosi contaminati.

      21. Perciò, che cosa dovette fare il sopravvissuto rimanente allorché ebbe inizio il periodo del dopoguerra?

      21 Ciò che occorreva era dunque che il rimanente dei sottosacerdoti spirituali si pentisse e tornasse a Geova e fosse da Lui perdonato per mezzo di Cristo. Questo è ciò che in effetti accadde all’inizio del periodo del dopoguerra. Essi mostrarono il loro ritorno o la loro conversione a Geova, scrutando le Sacre Scritture con diligenza per determinare la volontà e l’opera di Dio nel periodo del dopoguerra e applicandosi quindi con tutta l’anima a queste cose di prima importanza.

      22. A che cosa si applicò quindi il perdonato rimanente, e chi prendeva la direttiva per promuoverne gli sforzi?

      22 Così il pentito, convertito rimanente dei sottosacerdoti spirituali si applicò con tutta l’anima all’adorazione di Geova nel suo tempio e si sforzò di purificare tale adorazione da ogni genere di contaminazione babilonica. I loro sforzi per riedificare la pura, incontaminata adorazione “dal punto di vista del nostro Dio e Padre” corrispose alla rinnovata opera dei rimpatriati Israeliti nella riedificazione del tempio di Geova in Gerusalemme. (Giacomo 1:27) Fu l’invisibile, celeste sommo sacerdote Gesù Cristo a prendere la direttiva in quest’opera di ravvivare il rimanente dei suoi sottosacerdoti nell’adorazione e nel servizio di Geova. Così quando Geova misericordiosamente li perdonò e li purificò, questo diede loro un aspetto puro dinanzi a Lui.

      23. Come al celeste Sommo Sacerdote furono tolte così le “vesti sporche”?

      23 Anche i falsi accusatori sotto Satana il Diavolo cominciarono a vedere la differenza nelle dottrine, nel messaggio e nella pubblica attività del rimanente dei sottosacerdoti di Cristo. Ciò servì a dare il dovuto credito al loro celeste Capo Sacerdote, Gesù Cristo. Egli non dovette più portare tale errore dei suoi sottosacerdoti o risponderne. Le “vesti sporche” che gli erano state indirettamente attribuite gli furono tolte e gli si diede una muta di vesti. Portategli “lunghe vesti da cerimonia”!

      24. Che cosa chiese Zaccaria di mettere sulla testa di Giosuè, e che cosa disse poi Geova riguardo ai privilegi di Giosuè?

      24 Chi non vorrebbe vedere il sommo sacerdote del solo vivente e vero Dio adorno di un copricapo ufficiale? Il profeta Zaccaria lo volle. Egli lo pensò nella sua mente o anche ne parlò impulsivamente! Ci narra: “Allora dissi: ‘Gli mettano sulla testa un turbante pulito’. E gli mettevano sulla testa un turbante pulito e lo vestivano delle vesti; e l’angelo di Geova stava lì. E l’angelo di Geova recava testimonianza a Giosuè, dicendo: ‘Geova degli eserciti ha detto questo: “Se camminerai nelle mie vie, e se osserverai il mio obbligo, sarai anche tu a giudicare quindi la mia casa e anche a custodire i miei cortili; e per certo ti darò libero accesso fra questi che stanno qui”’”. — Zaccaria 3:5-7.

      25. Perché Giosuè il sommo sacerdote si sarebbe rallegrato quando Zaccaria gli rivelò questa parte della visione?

      25 Come dovette esser lieto il sommo sacerdote Giosuè figlio di Iozadac quando il profeta Zaccaria gli svelò questa parte della visione profetica! Giosuè poté quindi comprendere che aveva ora dinanzi a Dio un aspetto accettevole e che non era causa di biasimo su di Lui. Il malizioso sforzo di Satana per trovare di continuo causa di vergogna nel sommo sacerdote di Geova era fallito!

      26, 27. Quali obblighi avrebbe Giosuè osservato coscienziosamente verso Geova, per avere quali privilegi?

      26 Giosuè dovette sicuramente desiderar di giudicare Israele, la “casa” di Geova, secondo la legge divina e di custodire i cortili del tempio di Dio.

      27 Giosuè avrebbe pertanto preso a cuore il monito della testimonianza angelica e avrebbe camminato ubbidientemente nella via di Geova, osservando con coscienza l’obbligo che aveva verso Geova per mostrarsi degno dei privilegi menzionati.

      28. Chi erano quelli che stavano accanto nella visione fra cui Giosuè avrebbe dovuto avere libero accesso, e come doveva avvenire questo?

      28 Oltre a ciò, Giosuè avrebbe avuto “libero accesso fra quelli che stanno qui”. Erano i celesti angeli che stavano accanto nella visione; e come essi avevano accesso a Dio in cielo, così Giosuè quale sommo sacerdote si sarebbe potuto accostare direttamente a Dio come intermediario per la casa d’Israele. Sarebbe stato anche onorato col privilegio d’entrare nel Santissimo del completato tempio di Gerusalemme nell’annuale Giorno di Espiazione.

      29. Nel periodo del dopoguerra, che cosa fa il celeste Sommo Sacerdote in quanto a camminare nella via di Geova, a osservarne l’obbligo, a giudicarne la casa e a custodirne i cortili?

      29 Gesù Cristo è, naturalmente, l’ideale Sommo Sacerdote per tutto il mondo del genere umano. Il regale turbante sacerdotale gli è posto sul capo come “sommo sacerdote secondo la maniera di Melchisedec per sempre”. (Ebrei 6:20; Salmo 110:1-4; 21:1-5) Egli ha sempre camminato nella via di Dio e ha osservato verso Dio il proprio obbligo. Ma dopo le esperienze dei suoi dedicati, battezzati discepoli sulla terra durante la prima guerra mondiale, egli fa in modo che il rimanente dei suoi sottosacerdoti apprenda più chiaramente la via di Dio per camminarvi, e li aiuta a discernere più chiaramente il loro santo obbligo verso Geova Dio, in modo che lo osservino in maniera completa. Le sue gloriose vesti sacerdotali sono raffigurate nella Rivelazione che diede all’apostolo Giovanni, in cui il glorificato Signore Gesù si vede camminare fra i sette candelabri d’oro. (Rivelazione da 1:12 a 2:1) Egli giudica con fedeltà la casa dell’Israele spirituale secondo la legge del nuovo patto. Li guida nei terrestri cortili del tempio spirituale di Geova, assegnando loro i compiti spirituali da svolgervi.

      30. In che modo il celeste Sommo Sacerdote ha “libero accesso fra quelli che stanno qui”, e da quando in poi e fino a qual punto?

      30 Il terrestre sommo sacerdote, Giosuè figlio di Iozadac, cominciò a entrare nel Santissimo del tempio di Gerusalemme nell’anno 515 a.E.V. (Esdra 6:15); ma il Sommo Sacerdote spirituale, il più grande Giosuè, entrò nel Santissimo antitipico, reale, nel cielo stesso, nell’anno 33 E.V. Egli ascese al cielo e presentò il merito del suo sacrificio umano alla stessa presenza di Geova degli eserciti. Essendo costituito ora “migliore degli angeli” e avendo “ereditato un nome più eccellente del loro”, egli può anche avere “libero accesso fra quelli che stanno qui”, cioè fra gli angeli del cielo. Al di sopra di ogni altro, egli può appressarsi a Dio in maniera diretta e intercedere a favore degli adoratori di Geova che sono sulla terra. Come Geova disse profeticamente di lui: “Lo farò avvicinare, ed egli mi si dovrà avvicinare”. — Geremia 30:21.

      IL “GERMOGLIO” E “LA PIETRA”

      31. A Giosuè ora in lunghe vesti da cerimonia, che cosa dice l’angelo giudiziario riguardo al “Germoglio” e alla “pietra”?

      31 Nella visione che fu mostrata a Zaccaria, il giudiziario angelo di Geova continuò a parlare al sommo sacerdote vestito di lunghe vesti da cerimonia: “‘Odi, suvvia, o Giosuè sommo sacerdote, tu e i tuoi compagni che ti siedono dinanzi, poiché sono uomini che servono come portenti; poiché, ecco, faccio venire il mio servitore Germoglio [rampollo, PIB]! Poiché, ecco, la pietra che ho messa dinanzi a Giosuè! Sull’unica pietra sono sette occhi. Ecco, incido la sua incisione’, è l’espressione di Geova degli eserciti, ‘e per certo toglierò l’errore di quel paese in un solo giorno’”. — Zaccaria 3:8, 9.

      32. Come Giosuè e i suoi “compagni” servirono da portenti?

      32 Il profeta Zaccaria dovette far conoscere il messaggio di questa parte della visione non solo al sommo sacerdote Giosuè, ma anche ai suoi “compagni” che gli sedevano dinanzi, vale a dire ai sottosacerdoti. Perché? Perché questi erano “uomini che servono come portenti”. In questo caso non avrebbero rappresentato nulla di cattivo, ma, in vista dell’annuncio che stanno per udire, avrebbero rappresentato qualche cosa di buono, di specialmente buono. Avrebbero dovuto rendere testimonianza di ciò che sarebbe stato loro detto per mezzo dell’angelo giudiziario di Geova, e a motivo di ciò avrebbero rappresentato la venuta di un più grande sacerdozio nel futuro non troppo lontano, un sacerdozio di ordine più alto del loro nel tempio di Gerusalemme. Sarebbe stato un sacerdozio messianico, e il loro sommo sacerdote sarebbe stato il Messia stesso. In armonia con tale portentoso significato che come sottosacerdoti del secondo tempio di Gerusalemme avevano assunto, il loro presente sommo sacerdote, Giosuè figlio di Iozadac, era un presagio del Sommo Sacerdote messianico. Ne era un tipo!

      33, 34. (a) Così, com’era stato raffigurato, di che cosa ci fu quindi bisogno? (b) Fu questo necessario Sommo Sacerdote provveduto secondo un comandamento legale o secondo qualche cosa di straordinario da parte di Dio?

      33 Occorreva un sacerdozio migliore, in particolar modo un migliore sommo sacerdote, simile all’antico Melchisedec. (Genesi 14:18-20) Spiegando questo fatto fu scritto in seguito, in Ebrei 7:15-22, agli Ebrei che avevano accettato il promesso Messia:

      34 “Ed è ancor più abbondantemente chiaro che a somiglianza di Melchisedec sorge un altro sacerdote, che è divenuto tale non secondo la legge di un comandamento che dipenda dalla carne, ma secondo il potere di una vita indistruttibile, poiché in testimonianza vien detto: ‘Tu sei sacerdote per sempre secondo la maniera di Melchisedec’. Di certo, dunque, il comandamento precedente è messo da parte a motivo della sua debolezza e inefficacia. Poiché la Legge non ha reso nulla perfetto, ma vi è l’introduzione d’una ulteriore speranza migliore, per mezzo della quale ci avviciniamo a Dio. E, poiché ciò non è stato senza giuramento — giacché vi sono in realtà uomini che sono divenuti sacerdoti senza giuramento, ma ve n’è uno con giuramento fatto da Colui che disse di lui: ‘Geova ha giurato (e non si rammaricherà): “Tu sei sacerdote per sempre”’ — Gesù è anche divenuto garante di un patto migliore”.

      35. Come il più grande Sommo Sacerdote fu un “germoglio” anziché un “ramo”, e da che cosa predisse Geremia che sarebbe germogliato?

      35 I sottosacerdoti che erano compagni del sommo sacerdote Giosuè e che gli sedevano dinanzi per ricevere da lui istruzioni dovevano essere “uomini che servono come portenti” di qualche cosa di migliore, dal momento che Geova mediante il suo angelo giudiziario proseguì dicendo: “Poiché, ecco, faccio venire il mio servitore Germoglio!” (Zaccaria 3:8) “Il mio servitore”, il servitore di Geova, non doveva essere un ramo del sacerdozio della famiglia d’Aaronne. In quanto al sacerdozio, egli germogliava da un suolo interamente diverso, da una diversa radice. Geremia 23:5, 6 indica da chi il Sommo Sacerdote messianico sarebbe germogliato, dicendo: “‘Ecco, vengono i giorni’, è l’espressione di Geova, ‘e per certo susciterò a Davide un germoglio giusto [un rampollo giusto, PIB]. E un re per certo regnerà e agirà con discrezione ed eseguirà diritto e giustizia nel paese. Ai suoi giorni Giuda sarà salvato, e Israele stesso risiederà in sicurtà. E questo è il nome col quale sarà chiamato: Geova è la nostra giustizia’”. Dio fece venire questo Germoglio nell’anno 33 E.V.

      36, 37. (a) Che Geova ponesse la “pietra” dinanzi a Giosuè il sommo sacerdote fu una garanzia di che cosa? (b) Chi raffigurò quella “pietra”, e come Gesù applicò in tale relazione Salmo 118:22, 23?

      36 Che dire, ora, della “pietra” che Dio avrebbe posto dinanzi al sommo sacerdote Giosuè? In modo letterale, sarebbe stata la pietra con cui il tempio allora in costruzione avrebbe avuto il tocco finale e sarebbe stato completato. Le fondamenta di quel secondo tempio erano già state gettate, e questa “pietra” sarebbe servita come pietra della testata. Che Geova mettesse dunque questa pietra dinanzi a Giosuè fu un segno a garanzia che il tempio sarebbe stato completato, nonostante qualsiasi resistenza da parte di Satana. Quella pietra era inoltre simbolica del Messia, dell’Unto. Raffigurando il Messia come una pietra, Salmo 118:22, 23 (Mar) disse: “La pietra disprezzata dai costruttori di case è diventata la pietra angolare. Questo miracolo ha fatto Jahve ed è cosa stupenda ai nostri occhi”. Nell’anno 33 E.V., Gesù, parlando ai Giudei che l’avevano rigettato come il promesso Messia, applicò a sé questa scrittura e disse loro:

      37 “Non avete mai letto nelle Scritture: ‘La pietra che gli edificatori hanno rigettata è divenuta la principale pietra angolare. Questo è stato adempiuto da Geova, ed è meraviglioso agli occhi nostri’? Perciò vi dico: Il regno di Dio vi sarà tolto e sarà dato a una nazione che ne produca i frutti”. — Matteo 21:42, 43. Si veda anche I Pietro 2:4-9.

      38. Che cosa significa il fatto che su quell’unica “pietra” sono sette occhi?

      38 A questa simbolica “pietra” si sarebbe dovuto prestare piena attenzione divina. A conferma di ciò al sommo sacerdote Giosuè e ai suoi compagni sacerdoti si sarebbe dovuto dire: “Sull’unica pietra sono sette occhi”. (Zaccaria 3:9) Non che sette occhi dovessero incidersi su quella pietra, per dare l’idea che gli osservatori della pietra fossero guardati in sette maniere. Con gli occhi rivolgiamo l’attenzione a qualche cosa. Inoltre, poiché il numero sette simboleggia scritturalmente la perfezione, i sette occhi su quell’unica pietra significano che Geova rivolge la sua perfetta attenzione a quella simbolica Pietra, al suo promesso Messia. Altri avrebbero potuto trascurare quella simbolica Pietra. O avrebbero potuto ignorarla, rigettarla, ma non Geova. A causa di tale piena attenzione da parte Sua, doveva essere per Lui qualche cosa di preziosissimo.

      39. In che modo Geova incide l’incisione su quella simbolica Pietra?

      39 Di conseguenza, mostrando la completa attenzione che presta alla notevole posizione e all’aspetto di questa simbolica Pietra, Geova prosegue, dicendo: “Ecco, incido la sua incisione”. Nel glorioso adempimento di questa promessa, Geova il celeste Incisore conferì alla simbolica Pietra, al suo diletto Figlio Gesù Cristo, distintivi segni di bellezza come non ne ha conferiti a nessun altro. Di conseguenza, Ebrei 1:1-3 parla del notevole Figlio di Dio come di colui che è “l’esatta rappresentazione [greco, kharaktér, che significa ‘stampo’] del suo stesso essere”, cioè dell’essere di Dio. Come simbolica pietra angolare incisa, al messianico Sommo Sacerdote, a Gesù Cristo, viene dato il più alto e il più responsabile incarico di servizio nello spirituale tempio di adorazione di Geova. Questo indicò qualche cosa di massimo beneficio per tutto il genere umano.

      40. Che cos’era l’“errore di quel paese”, e come doveva essere tolto da Geova?

      40 Avendo posto nel suo luogo la pietra della testata e completato tutto il tempio per l’adorazione in piene proporzioni del solo vivente e vero Dio, che cosa ci si sarebbe potuto logicamente aspettare che succedesse? Benedizioni, benedizioni, benedizioni! Nulla avrebbe ora intralciato tali benedizioni, poiché, come Geova continuò a dire: “Per certo toglierò l’errore di quel paese in un solo giorno”. (Zaccaria 3:9) A causa della lunga interruzione permessa dai rimpatriati Israeliti nella riedificazione del tempio di Gerusalemme, l’intero paese di Giuda era nell’“errore”. I suoi abitanti erano considerati come impuri e impura era l’opera delle loro mani nelle cose materialistiche che facevano. (Aggeo 2:13, 14) Ma ora, giunto il 515 a.E.V., con il trionfante completamento del secondo tempio a Gerusalemme l’errata condotta del paese di Giuda fu interamente corretta. Quindi Geova si compiacque e tolse l’errore degli abitanti del paese in “un solo giorno” speciale, nel giorno in cui il tempio fu completo, con la sua pietra della testata incisa, e vi fu inaugurata la pura adorazione.

      41. Quale stimolo dovrebbe questo darci oggi riguardo all’adorazione di Dio?

      41 Quale stimolo dovrebbe questo darci oggi così che mettiamo l’adorazione del vero Dio nel suo tempio spirituale al primo posto nella nostra vita! Non dovremmo attardarci a far questo. Non dovremmo lasciare che in questo sforzo ci siano interruzioni.

      42. Dal 1919 E.V., in che modo il rimanente dei sottosacerdoti spirituali sono stati “uomini che servono come portenti”?

      42 Il fedele rimanente dei sottosacerdoti spirituali del Messia sanno quali benedizioni son venute su di loro per aver fatto questo con sempre maggiore determinazione nei più di cinquant’anni trascorsi da quell’anno della restaurazione del 1919 E.V. Essi hanno apprezzato sempre più profondamente che, a somiglianza dei compagni sottosacerdoti del sommo sacerdote Giosuè, sono “uomini che servono come portenti” in questo “tempo della fine” di questo mondano sistema di cose. Raffigurano il meglio delle cose buone per tutti quelli che si dedicano alla pura, incontaminata adorazione del solo vivente e vero Dio.

      43. Quali sono le reazioni del rimanente verso colui che Geova chiama “il mio servitore Germoglio” e l’“unica pietra”?

      43 Essi non sono ingannati oggi da nessun falso Messia o falsa organizzazione messianica. Hanno identificato colui che Geova chiama “il mio servitore Germoglio”. Egli è colui che Geova degli eserciti insediò sul trono messianico nei cieli al termine dei Tempi dei Gentili nel 1914 E.V. e che ora ha cominciato il suo regno messianico, cioè Gesù Cristo. Hanno anche identificato colui che fu simboleggiato dalla pietra posta dinanzi al sommo sacerdote Giosuè e sulla cui pietra erano “sette occhi”. Ammirano il modo in cui Geova ha inciso questa simbolica Pietra conferendole una bellezza che si addice all’alto incarico affidato a tale Pietra, e si rallegrano che di questi si sia fatta la simbolica pietra angolare o la pietra della sommità, il più alto e il più responsabile nel sistema di adorazione di Geova. Son felici d’essere sottosacerdoti al comando di quella incisa Pietra simbolica, Gesù Cristo. Vedono nelle Sacre Scritture che in qualità di “uomini che servono come portenti” hanno il divino comando di rendere servizio da testimoni a questa esaltata Pietra, Gesù, il Sommo Sacerdote di Geova.

      PROSPERITÀ SPIRITUALE CHE CONDUCE ALLA VITA SENZA FINE

      44. Dopo che Geova aveva tolto “l’errore di quel paese”, che cosa c’era da aspettare, secondo Zaccaria 3:10?

      44 Che cosa c’era da aspettare dopo che Geova aveva adempiuto la sua promessa fatta per mezzo di Zaccaria: “Per certo toglierò l’errore di quel paese in un solo giorno”? Nient’altro che il favore divino, espresso con benedizioni materiali e spirituali per gli Israeliti che adoravano nel loro completato secondo tempio in Gerusalemme. Nella maniera più appropriata, quindi, a quella promessa seguì questa profezia divina: “‘In quel giorno’, è l’espressione di Geova degli eserciti, ‘chiamerete, ciascuno l’altro, mentre sarete sotto la vite e mentre sarete sotto il fico’”. — Zaccaria 3:10.

      45. Che cosa significa quella profezia di Zaccaria 3:10 per gli adoratori che sono nel tempio dove Gesù Cristo rende servizio in qualità di Sommo Sacerdote?

      45 In questo giorno in cui tutte le false religioni crollano e stanno per esser distrutte nella peggiore afflizione del mondo, quella profezia significa la prosperità spirituale per le persone sincere che temono Dio e si dedicano con tutto il cuore a fare la volontà divina nel solo vero tempio spirituale dove rende servizio l’unico Sommo Sacerdote approvato da Geova. Significa l’adempimento della simile profezia di Michea 4:1-4:

      E deve accadere nella parte finale dei giorni che il monte della casa di Geova sarà fermamente stabilito al di sopra della cima dei monti, e sarà per certo innalzato al di sopra dei colli; e a esso devono affluire i popoli. E molte nazioni per certo verranno e diranno: “Venite, e saliamo al monte di Geova e alla casa dell’Iddio di Giacobbe; ed egli ci istruirà intorno alle sue vie, e noi cammineremo nei suoi sentieri”. Poiché da Sion uscirà la legge, e la parola di Geova da Gerusalemme. Ed egli renderà per certo giudizio fra molti popoli, e metterà le cose a posto rispetto a potenti nazioni lontane. Ed esse dovranno fare delle loro spade vomeri e delle loro lance cesoie per potare. Non alzeranno più la spada, nazione contro nazione, né impareranno più la guerra. Ed effettivamente sederanno, ciascuno sotto la sua vite e sotto il suo fico, e non ci sarà nessuno che li faccia tremare; poiché la medesima bocca di Geova degli eserciti ha parlato.

      46. Quale condizione i testimoni di Geova mantengono così nel paese spirituale che hanno ricevuto da Dio?

      46 Così anche oggi, in cui la guerra nucleare minaccia il mondo, i cristiani testimoni di Geova risiedono nel paese spirituale che Dio ha dato loro nella prosperità spirituale. Mantengono fra loro amorevole pace, non prendendo assolutamente parte alle guerre di questo mondo. Satana non è stato in grado di resistere al loro sommo sacerdote Gesù Cristo!

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