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  • Rivelati altri misteri relativi al Messia
    L’“eterno proposito” di Dio ora trionfa per il bene dell’uomo
    • Capitolo XIII

      Rivelati altri misteri relativi al Messia

      1, 2. (a) Com’è stata definita la parola “mistero”? (b) Di quale proposito riguardo al Cristo ha Dio fatto per noi un segreto svelato?

      IL MISTERO è stato definito come “qualsiasi verità che non si può conoscere se non mediante la rivelazione di Dio”. È un “sacro segreto” che viene rivelato a suo tempo da Dio. (Romani 16:25, 26) Per lunghi periodi di tempo fu un mistero o sacro segreto chi sarebbe stato esattamente il Messia, il “seme” della celeste “donna” di Dio. Inoltre, il proposito divino riguardo al Messia o Cristo fu un mistero o sacro segreto di lunga durata. Ma al tempo stabilito Dio rivelò, o non tenne più segreto, che era suo proposito impiegare il Messia o Cristo rispetto a un’amministrazione di tutte le cose, come nella gestione di una casa per mezzo di un economo. Tale amministrazione per l’unità significava che Dio avrebbe sottoposto ogni cosa al Messia (Cristo) o avrebbe radunato di nuovo ogni cosa sotto l’autorità del Messia o Cristo. Fu una benignità che Dio rivelasse questo in qualità di Amministratore, proprio come leggiamo:

      2 “Questa egli fece abbondare verso di noi in ogni sapienza e buon senno, in quanto ci fece conoscere il sacro segreto della sua volontà. Esso è secondo il suo beneplacito, che egli propose in se stesso per l’amministrazione [gestione come quella di un economo] al pieno limite dei tempi fissati, cioè per radunare di nuovo tutte le cose nel Cristo [Ma·shiʹahh], le cose che sono nei cieli e le cose che sono sulla terra. Sì, in lui, uniti al quale [noi discepoli di Cristo] fummo anche assegnati come eredi, in quanto fummo preordinati secondo il proposito [greco: proʹthe·sis] di colui che opera tutte le cose secondo il modo che la sua volontà consiglia, affinché servissimo alla lode della sua gloria, noi che siamo stati i primi a sperare nel Cristo”. — Efesini 1:8-12.

      3. Che cosa significò la promessa divina di un “nuovo patto” per il vecchio patto della Legge mosaica e il suo scopo?

      3 Fu in armonia con questo proposito di Dio che il Messia Gesù cominciò a porre il fondamento di una congregazione di cui egli sarebbe stato il capo divinamente costituito. Gli individuali membri di questa congregazione sotto Cristo non furono preordinati o predestinati personalmente; furono preordinati solo il numero dei membri e le loro caratteristiche cristiane. Proprio come mostrò con i suoi insegnamenti, Gesù sapeva che la profezia di Geremia 31:31-34 aveva preannunciato che Geova Dio avrebbe fatto con il Suo popolo un “nuovo patto”. Conformemente, il vecchio patto della Legge di cui Mosè era stato il mediatore per i Giudei naturali sarebbe pervenuto a una fine. Come si dice in Ebrei 8:13: “Dicendo ‘un nuovo patto’ egli [Dio] ha reso il precedente antiquato. Ora ciò che è reso antiquato e invecchia è presso a sparire”. Al tempo della carriera pubblica di Gesù quel patto della Legge di Mosè era vecchio di oltre 1.540 anni. Eppure dopo tutto quel tempo non era riuscito a generare un “regno di sacerdoti e una nazione santa”. (Esodo 19:6) Nemmeno fino a oggi, millenovecento anni dopo, quei Giudei naturali che asseriscono d’essere ancora sotto il patto della Legge mosaica sono riusciti a fornire a Dio un “regno di sacerdoti e una nazione santa”, essendo scomparso dal 70 E.V. perfino il loro sacerdozio aaronnico.

      4. Che cosa si deve dire del fondamento della congregazione cristiana, e in principio quando fu fondata?

      4 Gesù tenne a mente che la nazione d’Israele si fondava sui dodici patriarchi, i dodici figli di Giacobbe. (Genesi 49:28) Così, di fra i suoi discepoli, Gesù elesse dodici uomini che chiamò “apostoli” (mandati) e che dovevano essere fondamenta secondarie su di lui fondamento principale della congregazione. (Marco 3:14; Luca 6:13; Efesini 2:20) Riferendosi a se stesso come a un fondamento roccioso, disse in modo da farsi udire dai dodici apostoli: “Su questo masso di roccia edificherò la mia congregazione, e le porte dell’Ades non la sopraffaranno”. (Matteo 16:18) Comunque, fino al giorno della sua morte Gesù ancora riconobbe la nazione d’Israele come la congregazione di Dio, predicando nelle sue sinagoghe e insegnando a Gerusalemme nel suo tempio. Fu dapprima nel cinquantesimo giorno dopo quello della sua risurrezione dai morti che si formò la congregazione di cui era il capo e principale fondamento. In base a che cosa può dirsi questo? In base alle buone ragioni che seguono:

      5. Che cosa fu versato quel festivo giorno delle Settimane, e su chi, e quale fu la spiegazione di Pietro del modo in cui esso fu versato?

      5 Quel giorno festivo di Shavuoth o Pentecoste e in adempimento della profezia di Gioele 2:28, 29, fu versato lo spirito santo di Dio. Su chi? Sulla nazione d’Israele che celebrava la sua festa delle Settimane (Shavuoth) lì a Gerusalemme? No; ma su circa centoventi fedeli discepoli di Gesù Cristo, che erano congregati in una stanza superiore di Gerusalemme. Quale visibile e udibile prova di ciò, “lingue come di fuoco” si sospesero sulle loro teste e parlavano lingue diverse dalla loro lingua nativa. Alle migliaia di sorpresi Giudei che si radunarono, l’apostolo Pietro spiegò che aveva luogo l’adempimento di Gioele 2:28, 29 circa il versamento dello spirito di Dio e quindi aggiunse:

      “Questo Gesù ha Dio risuscitato, del quale fatto noi siamo tutti testimoni. Perciò, perché è stato esaltato alla destra di Dio e ha ricevuto dal Padre il promesso spirito santo, egli ha versato questo che vedete e udite. Effettivamente Davide non ascese ai cieli, ma egli stesso dice: ‘Geova ha detto al mio Signore: “Siedi alla mia destra, finché io ponga i tuoi nemici a sgabello dei tuoi piedi”’. Perciò sappia per certo tutta la casa d’Israele che Dio l’ha fatto Signore e Cristo [Ma·shiʹahh], questo Gesù che voi avete messo al palo”. — Atti 2:1-36.

      6. (a) Cosa significò che Gesù versò lo spirito in quanto ai suoi discepoli? (b) Cosa significò questo per la nazione d’Israele e per il suo patto della Legge?

      6 Così, versando spirito santo da Dio sui suoi fedeli discepoli, Gesù li ungeva con spirito santo ed edificava la sua congregazione. Cosa significò dunque questo per la nazione d’Israele, che aveva messo al palo il Messia o Cristo? Significò che non era più la congregazione di Geova Dio. Significò che il loro vecchio patto della Legge era scomparso. Era stato annullato, avendolo Dio stesso, per così dire, inchiodato al palo al quale il giorno di Pasqua era stato appeso Gesù Cristo come una maledizione per la nazione d’Israele. (Colossesi 2:13, 14; Galati 3:13) Accettando questo Figlio di Dio come loro sacrificato Messia, i Giudei nati sotto quel patto della Legge avrebbero potuto sottrarsi alla sua maledizione e ricevere la benedizione di Geova Dio. — Atti 3:25, 26.

      7. Di che cosa Gesù fece ora la mediazione per mezzo del suo sangue, e in quale posizione questo lasciò la nazione d’Israele secondo la carne?

      7 Per giunta, quando Gesù Cristo presentò al suo Padre celeste il merito o valore del suo vitale sangue umano, convalidò un nuovo patto, il patto promesso in Geremia 31:31-34. Proprio come Mosè aveva fatto il mediatore del vecchio patto della Legge col sangue di semplici sacrifici animali, così Gesù Cristo fece ora alla presenza di Dio il mediatore del nuovo patto con il sangue del suo proprio sacrificio. Anche sotto questo aspetto egli fu un Profeta simile a Mosè. (Deuteronomio 18:15-18) Così un nuovo patto aveva sostituito il vecchio patto della Legge, e la nazione d’Israele secondo la carne non era in quel nuovo patto. Di conseguenza la nazione non fu più la congregazione di Geova Dio, non fu più l’“Israele di Dio”. Quindi tutti i Giudei naturali nati da che fu annullato il patto della Legge non sono mai stati sotto quel vecchio patto, benché i loro rabbini dicano che vi siano.

      8. Quale specie d’Israele venne all’esistenza quel giorno di Pentecoste, e come Pietro mostra il contrasto fra esso e l’Israele naturale?

      8 Con quel giorno di Pentecoste del 33 E.V. venne all’esistenza uno spirituale “Israele di Dio”, edificato sul Messia Gesù come masso di roccia di fondamenta. “Poiché”, come afferma Galati 6:15, 16, “né è alcuna cosa la circoncisione né lo è l’incirconcisione, ma una nuova creazione è qualche cosa. E tutti quelli che cammineranno ordinatamente secondo questa regola di condotta, su di essi siano pace e misericordia, e sull’Israele di Dio”. Mostrando il contrasto fra questi e la nazione che rigettò il Messia Gesù, l’apostolo Pietro scrisse ai discepoli del Messia: “Ma voi siete ‘una razza eletta, un regal sacerdozio, una nazione santa, un popolo di speciale possesso, affinché dichiariate le eccellenze’ di colui che vi ha chiamati dalle tenebre alla sua meravigliosa luce”. — 1 Pietro 2:8, 9.

      9. Quale nuova cena iniziò Gesù per i suoi discepoli, e di quale patto parlò?

      9 Non essendo sotto il vecchio patto della Legge mosaica, questo spirituale “Israele di Dio” non celebra la Pasqua annuale. Terminando l’ultima Pasqua che Gesù celebrò con i suoi apostoli a Gerusalemme, Gesù prese una pagnotta di pane non lievitato e un calice di vino e diede inizio a una nuova cena annuale per i suoi discepoli in commemorazione della sua propria morte come l’Agnello di Dio e come il Mediatore del nuovo patto. Dopo aver pronunciato una benedizione sul calice del vino, egli disse ai suoi fedeli apostoli: “Bevetene, voi tutti; poiché questo significa il mio ‘sangue del patto’, che dev’essere sparso a favore di molti per il perdono dei peccati”. (Matteo 26:27, 28; si paragoni Esodo 24:8) Ma di quale patto parlava Gesù? Il racconto che fa Luca delle parole di Gesù ci narra, dicendo: “Questo calice significa il nuovo patto in virtù del mio sangue, che sarà versato in vostro favore”. — Luca 22:20; 1 Corinti 11:20-26.

      10. Come fu quel patto in paragone con quello di cui fece la mediazione Mosè, e perché certi circoncisi Giudei naturali non furono accolti in quel nuovo patto?

      10 Era il “nuovo patto” predetto in Geremia 31:31-34 che il sangue di Gesù doveva mettere in vigore, al fine di recare il perdono di Dio per i peccati di quelli accolti nel nuovo patto. Questo nuovo patto Gesù lo mise in vigore quando presentò a Geova Dio il valore o merito del suo sangue dopo essere ‘asceso in cielo. In virtù di questo egli divenne il Mediatore del nuovo patto, che era un patto migliore di quello di cui nel 1513 a.E.V. Mosè aveva fatto il mediatore al monte Sinai. (Ebrei 8:6-13; 9:15-20; 12:24; 13:20; 1 Timoteo 2:5, 6) Infelicemente, i circoncisi Giudei naturali che si erano rifiutati d’accettare Gesù come Messia non furono portati nel nuovo patto e non divennero quindi parte dello spirituale “Israele di Dio”.

      11. Alla nuova cena, che cosa disse Gesù ai suoi apostoli circa un regno, e questo assicurò che il nuovo patto sarebbe riuscito ad avere che cosa?

      11 Dopo che Gesù ebbe fatto bere ai suoi apostoli il calice del vino che rappresentava il suo sangue da applicare al nuovo patto, continuò a parlar loro dicendo: “Voi siete quelli che avete perseverato con me nelle mie prove; e io faccio un patto con voi, come il Padre mio ha fatto un patto con me, per un regno, affinché mangiate e beviate alla mia tavola nel mio regno, e sediate su troni per giudicare le dodici tribù d’Israele”. (Luca 22:28-30) Questo fu un’assicurazione che il nuovo patto reso valido dal sangue di Gesù sarebbe riuscito a generare un “regno di sacerdoti e una nazione santa”. I fedeli membri dello spirituale “Israele di Dio” accolti nel nuovo patto parteciperanno con Gesù Cristo al regno celeste che doveva dominare su più del territorio terrestre del re Davide. Questi presteranno servizio anche come sottosacerdoti del Signore Gesù Cristo, che doveva essere costituito “sacerdote a tempo indefinito secondo la maniera di Melchisedec!” — Salmo 110:4.

      SVELATO IL MISTERO RELATIVO AL “SEME” DI ABRAAMO

      12. Alla Pentecoste del 33 E.V., quale mistero fu svelato riguardo al “seme” di Abraamo, e che specie di “seme” doveva essere?

      12 Da quando nel remoto 1943 a.E.V. fu rivolta al patriarca Abraamo la promessa del patto di Dio, esisteva il mistero: Da chi sarà composto il promesso “seme” di Abraamo, per la benedizione di tutte le famiglie della terra? (Genesi 12:1-3) Il giorno di Pentecoste del 33 E.V. questo mistero fu svelato. Il “seme” doveva essere composto naturalmente di più del solo Messia Gesù, poiché Dio aveva promesso ad Abraamo che il suo seme sarebbe divenuto come le stelle dei cieli e come i granelli di sabbia che sono nella spiaggia del mare. Il circonciso Israele naturale lo divenne, ma il vero seme di Abraamo doveva essere composto non dell’Israele naturale secondo la carne, ma dell’Israele spirituale, che è generato mediante lo spirito di Dio per divenire figli spirituali di Dio in vista di un’eredità celeste. Dio è il più Grande Abraamo, nome che significa “Padre di una moltitudine”.

      13. Alla Pentecoste, a chi fu data l’opportunità di divenire parte del “seme” spirituale di Abraamo, e per quanto tempo questa opportunità fu offerta esclusivamente a loro, e perché?

      13 Comunque, al popolo dell’Israele naturale fu data la prima opportunità di divenire membri del “seme” spirituale di Abraamo. Il giorno di Pentecoste del 33 E.V. furono i circoncisi Giudei naturali, discendenti naturali di Abraamo, ad esser generati dallo spirito santo di Dio come Suoi figli e ad essere accolti nel nuovo patto. In tal modo Geova Dio divenne il più Grande Abraamo di questo “seme” spirituale. Quantunque la nazione d’Israele avesse preso parte allo stroncamento del Messia nella morte a metà della ‘settantesima settimana d’anni’ (dal 29 al 36 E.V.), tuttavia Geova Dio continuò a mostrar loro favore nella seconda metà di quella settantesima settimana d’anni per riguardo verso il suo patto con Abraamo, di cui la nazione d’Israele era discendente carnale. (Daniele 9:24-27) Così l’opportunità di divenire “seme” spirituale di Abraamo continuò a offrirsi prima a loro sino alla fine della settantesima settimana.

      14. Come Pietro, nel tempio di Gerusalemme, additò questo benevolo provvedimento per il seme naturale di Abramo?

      14 Alcuni giorni dopo la Pentecoste l’apostolo Pietro additò questo benevolo provvedimento di Dio, quando parlò nel tempio di Gerusalemme a una folla di Giudei: “E tutti i profeti, infatti, da Samuele in poi e quelli in successione, quanti hanno parlato, han pure chiaramente dichiarato questi giorni. Voi siete i figli dei profeti e del patto che Dio stipulò con i vostri antenati, dicendo ad Abraamo: ‘E nel tuo seme tutte le famiglie della terra saranno benedette’. A voi per primi Dio, dopo aver suscitato il suo Servitore, l’ha mandato per benedirvi, allontanando ciascuno dalle sue opere malvage”. — Atti 3:24-26.

      15. A chi, quindi, venne per prima la benedizione del “seme” di Abraamo, e come i benedetti furono liberati dalla schiavitù?

      15 Alcuni anni dopo un ex Fariseo, che era stato molto zelante per le tradizioni giudaiche, scrisse le seguenti parole:

      “Cristo [Ma·shiʹahh] ci liberò mediante acquisto dalla maledizione della Legge, divenendo una maledizione invece di noi, perché è scritto: ‘Maledetto ogni uomo appeso al legno’. Lo scopo era che la benedizione di Abraamo avvenisse mediante Gesù Cristo per le nazioni, acciocché ricevessimo lo spirito promesso per mezzo della nostra fede”.

      “Ma quando arrivò il pieno limite del tempo, Dio mandò il suo Figlio, che nacque da una donna e che nacque sotto la legge, affinché liberasse mediante acquisto quelli che erano sotto la legge, acciocché noi, a nostra volta, ricevessimo l’adozione di figli. Ora perché siete figli, Dio ha mandato nei nostri cuori lo spirito del suo Figlio, che grida: ‘Abba, Padre!’ Così, quindi, non sei più schiavo ma figlio; e se figlio, anche erede per mezzo di Dio”. — Galati 3:13, 14; 4:4-7.

      16. L’appartenenza al “seme” spirituale di Abraamo si basa sulla relazione carnale, o su che cosa?

      16 Spiegando che l’appartenenza al “seme di Abraamo” si basa non sulla relazione carnale con Abraamo ma sull’esercizio di una fede come quella che ebbe Abraamo, il precedente scrittore, l’apostolo Paolo, disse: “Sicuramente sapete che quelli che aderiscono alla fede, quelli son figli di Abraamo. Ora la Scrittura, vedendo in anticipo che Dio avrebbe dichiarato giuste le persone delle nazioni a motivo della fede, dichiarò in precedenza la buona notizia ad Abraamo, cioè: ‘Per mezzo di te tutte le nazioni saranno benedette’. Infatti, siete tutti figli di Dio per mezzo della vostra fede in Cristo Gesù. Poiché tutti voi che foste battezzati in Cristo avete rivestito Cristo. Non c’è né Giudeo né Greco, non c’è né schiavo né libero, non c’è né maschio né femmina; poiché siete tutti una persona unitamente a Cristo Gesù. Inoltre, se appartenete a Cristo, siete realmente seme di Abraamo, eredi secondo la promessa”. — Galati 3:7, 8, 26-29; Genesi 12:3.

      MISTERO SVELATO GENERAZIONI PIÙ TARDI

      17. Quanti Giudei ebbero una fede simile a quella di Abraamo e trassero profitto dalla ‘settantesima settimana d’anni’ del favore divino verso di loro?

      17 Non tutti i discendenti carnali di Abraamo ebbero la fede che ebbe lui e che lo fece chiamare giusto e “amico” di Dio prima ancora che fosse circonciso nella carne. (Genesi 15:6; Romani 4:9-12; Giacomo 2:21-23) Quindi non molti dei Giudei naturali trassero profitto dalla ‘settantesima settimana d’anni’ in cui il patto abraamico fu ‘tenuto in vigore’ a favore dei discendenti carnali di Abraamo, Isacco e Giacobbe. (Daniele 9:27) Solo un piccolo rimanente fece questo. L’ultima cifra che fu indicata di quei Giudei di Gerusalemme che accettarono il Messia Gesù prima della fine della ‘settantesima settimana d’anni’ nel 36 E.V. fu di circa cinquemila. — Atti 4:4.

      18. Quanti Israeliti spirituali Dio si propose di avere, e quali domande sorsero dunque alla fine della ‘settantesima settimana’?

      18 Dio aveva preordinato un numero assai più grande di questo per il suo ‘regno di sacerdoti e nazione santa’ che doveva essere generato dal nuovo patto. Il numero esatto che egli si era proposto d’avere non lo rivelò fin dopo la distruzione di Gerusalemme del 70 E.V. e verso la fine del primo secolo. Quindi all’anziano apostolo superstite Giovanni rivelò che il proposto numero stabilito degli Israeliti spirituali era di 144.000. (Rivelazione 7:4-8; 14:1-3) Quando nell’autunno del 36 E.V. finì la ‘settantesima settimana’, il numero dei Giudei che aveva accettato Gesù come Messia e che si era battezzato con spirito santo era evidentemente assai inferiore a 144.000. Che accadeva dunque? Era fallito il proposito di Dio? O, quale sorprendente azione doveva ora compiere perché non venisse meno il suo “eterno proposito” in Cristo?

      19. Quale rivelazione fece ora Dio riguardo al corpo dei battezzati credenti a Capo del quale era il Messia Gesù?

      19 Fino all’autunno del 36 E.V. la congregazione dei battezzati seguaci del Messia Gesù consisté esclusivamente di Giudei naturali, di circoncisi Samaritani e di altri che eran divenuti circoncisi proseliti della fede giudaica. (Atti 2:10; da 8:1 a 9:30; 11:19) Il resto del genere umano erano increduli, “senza Cristo, alienati dallo stato d’Israele ed estranei ai patti della promessa”, non avendo “nessuna speranza” ed essendo “senza Dio nel mondo”. (Efesini 2:11, 12) Ora venne una rivelazione: Il corpo dei credenti a Capo del quale era il Messia Gesù non doveva più comporsi esclusivamente di persone tratte dalla razza giudaica e dai proseliti giudei. Da ora in poi, nel corpo degli incirconcisi messianisti, dovevano accogliersi persone proprio così incirconcise come lo era Abraamo quando Dio lo chiamò e stipulò quindi con lui un patto giustificandolo per l’amicizia con Dio a causa della fede. Così ebbero fede anche questi accettati non Giudei.

      20. (a) Quindi che cosa non doveva più ergersi come una barriera fra Giudei e non Giudei? (b) A chi dunque Dio rivolse ora favorevole attenzione?

      20 A metà della ‘settantesima settimana’ del 33 E.V., Dio aveva abolito il patto della Legge mosaica e aveva inaugurato con l’Israele spirituale il migliore “nuovo patto”. Così il vecchio patto della Legge non doveva più ergersi fra Giudei e Gentili come una barriera. Seguendo dunque un sentiero sgombrato, come afferma Efesini 2:13-18, Geova Dio rivolse con favore l’attenzione alle incirconcise nazioni gentili per “trarne un popolo per il suo nome”. — Atti 15:14; Amos 9:11, 12, NM; PIB.

      21. A chi Dio mandò quindi il suo angelo, e questi che cosa fece?

      21 Alla fine della settantesima settimana d’anni, Geova Dio a chi mandò il suo angelo? A un Gentile incirconciso nella città capitale del governatore romano della provincia di Giudea. Questo Gentile fu Cornelio, centurione della coorte italica, ma uomo devoto che temeva Dio insieme a tutta la sua casa, e faceva al popolo molti doni di misericordia e faceva di continuo supplicazione a Dio”. Fu detto a Cornelio di mandare nella meridionale città costiera di Ioppe a chiamare Simon Pietro per farlo venire di là. Simon Pietro andò con i tre uomini che furono mandati a prenderlo, avendo ricevuto istruzione di andare con loro e di ‘smettere di chiamare contaminate le cose che Dio ha purificate’.

      22. Che cosa predicò Pietro nella casa gentile a quelli che vi erano radunati e che cosa disse sul perdono dei peccati?

      22 Sopprimendo dunque il suo pregiudizio di non entrare in una casa gentile, Simon Pietro entrò a Cesarea nella casa di Cornelio. Invitato, egli predicò a questo Gentile e a quelli che aveva invitati nella propria casa per udire l’apostolo Pietro. Pietro predicò loro intorno al Messia che Dio aveva mandato a Israele. Pietro proseguì, dicendo: “Ed egli ci ordinò di predicare al popolo e di dare una completa testimonianza secondo cui questi è Colui che Dio ha decretato esser giudice dei vivi e dei morti. A lui tutti i profeti rendono testimonianza, che chiunque ripone fede in lui ottiene per mezzo del suo nome il perdono dei peccati”. — Atti 10:1-43; 11:4-14.

      23. A quale miracolo Pietro comandò ai suoi ascoltatori di battezzarsi e in nome di chi?

      23 Quelle parole furono abbastanza per Cornelio e per quelli che ascoltavano con lui. Inoltre, Dio lesse i loro cuori e agì. Leggiamo:

      “Mentre Pietro parlava ancora di queste cose lo spirito santo scese su tutti quelli che udivano la parola. E i fedeli venuti con Pietro [sei credenti giudei circoncisi] che erano di quelli circoncisi si meravigliarono, perché il gratuito dono dello spirito santo era versato anche su persone delle nazioni. Poiché li udivano parlare in lingue e [magnificare] Dio. Quindi Pietro rispose: ‘Può alcuno proibire l’acqua così che non siano battezzati questi che hanno ricevuto lo spirito santo come noi?’ Allora comandò che fossero battezzati nel nome di Gesù Cristo. Quindi lo pregarono di rimanere alcuni giorni”. — Atti 10:44-48; 11:1-17.

      24. Avendo udito la spiegazione di Pietro, che fecero quei Giudei a Gerusalemme?

      24 In seguito, tornato che fu a Gerusalemme, Pietro spiegò lì ai credenti giudei circoncisi la sua condotta, dicendo: “Se Dio ha dato perciò lo stesso gratuito dono a loro come anche a noi che abbiam creduto al Signore Gesù Cristo, chi ero io da poter impedire Dio?” Noi dovremmo essere oggi come quelli che allora udirono la spiegazione di Pietro: “Or avendo udito queste cose, si acquietarono e glorificarono Dio, dicendo: ‘Dunque, Dio ha concesso anche alle persone delle nazioni il pentimento a vita’”. — Atti 11:17, 18.

      25. A quale comando del risuscitato Gesù ubbidirono quindi i circoncisi Giudei credenti?

      25 Da allora in poi, gli apostoli e i conservi giudei credenti non si limitarono solo ai Giudei e ai proseliti, ma fecero ciò che il risuscitato Gesù aveva detto loro di fare: “Andate dunque e fate discepoli” — di chi? — “delle persone di tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello spirito santo, insegnando loro ad osservare tutte le cose che vi ho comandate. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni fino al termine del sistema di cose”. — Matteo 28:19, 20.

      26. In particolare quale apostolo scrisse del mistero di Dio, riferendosi ai Gentili credenti?

      26 Prima della conversione di Cornelio al proselitismo del Messia, Saulo di Tarso, che era stato un coscienzioso persecutore dei credenti messianici appartenenti al suo proprio popolo giudeo, si convertì anche lui. Cominciò prontamente a predicare ad altri circoncisi Giudei, mostrando loro dalle ispirate Scritture Ebraiche che questo Gesù, figlio di Davide, era il predetto Messia o Cristo. Con l’andar del tempo gli fu dato l’incarico di apostolo e fu chiamato Paolo, e fu reso specialmente “apostolo delle nazioni”. Fu lui in particolare a scrivere quale meraviglioso mistero, o “sacro segreto”, Dio rivelò lì nel 36 E.V. con la Sua ammissione dei Gentili credenti nel corpo dei discepoli di Cristo, come membri del “seme di Abraamo”. — Romani 11:13.

      27. Quale splendido “sacro segreto” fece conoscere Paolo fra le nazioni gentili?

      27 Per esempio, riguardo all’aspetto per lungo tempo segreto della congregazione messianica Paolo scrisse: “Io son divenuto ministro di questa congregazione secondo la gestione di Dio che mi fu affidata nel vostro interesse, di predicare pienamente la parola di Dio, il sacro segreto [o, il mistero] che fu nascosto ai passati sistemi di cose e alle passate generazioni. Ma ora è stato reso manifesto ai suoi santi, ai quali Dio si è compiaciuto di far conoscere quali siano le gloriose ricchezze di questo sacro segreto fra le nazioni. Esso è Cristo unitamente a voi, la speranza della sua gloria”. (Colossesi 1:25-27) Quale splendido “sacro segreto”, da rivelare dopo tali lunghi periodi di tempo, affinché ai credenti di fra le nazioni gentili fosse data la “speranza” celeste d’esser glorificati con il Messia, Cristo! Fu invero un onore e un privilegio esser ministro di una congregazione con tale speranza!

      28, 29. (a) Questa amorevole considerazione per i credenti gentili fu inclusa nel proposito di Dio riguardo a chi? (b) Esprimendo gratitudine per la parte che aveva rispetto a ciò, che cosa scrisse Paolo sull’“eterno proposito” di Dio?

      28 Oh si pensi che tutta questa amorevole considerazione è inclusa nel sublime proposito che Dio formò riguardo al suo Messia, per far partecipare i Gentili credenti allo spirituale “seme” di Abraamo per la benedizione di tutto il genere umano! Com’è ammirevole che l’amorevole Dio si sia attenuto a questo generoso aspetto della sua volontà, perché fa parte del suo “eterno proposito”! Esprimendo apprezzamento per la parte che rispetto a ciò gli era stata affidata da Dio, Paolo dice:

      29 “A me, uomo da meno del minimo di tutti i santi, fu data questa immeritata benignità, che dichiarassi alle nazioni la buona notizia intorno all’insondabile ricchezza del Cristo e facessi vedere agli uomini come è amministrato il sacro segreto che dall’indefinito passato è stato nascosto in Dio, il quale creò tutte le cose. Questo [procedimento] avvenne affinché ora ai governi e alle autorità nei luoghi celesti sia fatta conoscere per mezzo della congregazione la grandemente varia sapienza di Dio, secondo l’eterno proposito [greco: proʹthe·sis] che egli formò riguardo al Cristo, Gesù nostro Signore”. — Efesini 3:8-11.

      30. (a) Secondo il Suo “eterno proposito”, come Dio procedette per rendere manifesta la sua “grandemente varia sapienza”? (b) Perché siamo altamente favoriti vivendo in questo tempo?

      30 Così Dio procedette in tal modo con il suo “sacro segreto” affinché, “secondo l’eterno proposito che egli formò riguardo al Cristo”, si manifestasse ora in questo tempo a governi e autorità nei luoghi celesti la “grandemente varia sapienza di Dio” generando per mezzo d’essa la congregazione cristiana. Non siamo noi altamente favoriti giacché viviamo in questo tempo in cui si comprende il “sacro segreto” di Dio secondo il suo “eterno proposito”? Paolo dice:

      “In altre generazioni questo segreto non fu fatto conoscere ai figli degli uomini come ora è stato rivelato ai suoi santi apostoli e profeti mediante lo spirito, cioè che persone delle nazioni sarebbero stati coeredi e membra dello stesso corpo e partecipi con noi della promessa unitamente a Cristo Gesù per mezzo della buona notizia”. — Efesini 3:5, 6.

      31, 32. (a) Nei tempi precristiani chi si interessò per capire queste cose? (b) Quindi da chi sarà composto il “corpo” di Cristo?

      31 Gli antichi profeti precristiani, sì, anche gli angeli, si interessarono al modo in cui questo “sacro segreto” sarebbe stato esattamente amministrato da Geova Dio.

      “Circa questa salvezza una diligente investigazione e un’attenta ricerca furono fatte dai profeti che profetizzarono intorno all’immeritata benignità a voi riservata. Essi continuarono a investigare quale particolare stagione o quale sorta di stagione lo spirito che era in loro indicasse circa Cristo, quando rendeva anticipatamente testimonianza delle sofferenze [destinate, riservate] per Cristo e delle glorie che le avrebbero seguite. Fu loro rivelato che non a se stessi, ma a voi, essi servivano le cose che vi sono state ora annunciate da coloro che vi han dichiarato la buona notizia con spirito santo inviato dal cielo. In queste cose gli angeli desiderano penetrare con lo sguardo”. — 1 Pietro 1:10-12.

      32 Nel tempo stabilito da Dio fu dunque rivelato che il completo “corpo” di Cristo sarebbe stato composto da membri sia gentili che giudei. L’“eterno proposito” di Dio, come si formò in principio nel Giardino d’Eden, tenne conto che questa congregazione avrebbe avuto come suo Capo il Messia. In essi si unirono sia i Giudei che i Gentili.

  • L’“eterno proposito” trionfa
    L’“eterno proposito” di Dio ora trionfa per il bene dell’uomo
    • Capitolo XIV

      L’“eterno proposito” trionfa

      1. Chi sono stati gli oppositori spirituali dell’“eterno proposito” di Dio, e da quando?

      L’“ETERNO proposito” di Dio ha i suoi oppositori in cielo e sulla terra. Essi han combattuto e ancora continuano a combattere per impedire il finale trionfo di tale “eterno proposito”. Nel Giardino d’Eden, quando Dio annunciò il suo “eterno proposito” agli orecchi del grande Serpente e dei peccatori Adamo ed Eva, Dio disse al Serpente: “E io porrò inimicizia fra te e la donna e fra il tuo seme e il seme di lei. Egli ti ferirà la testa e tu gli ferirai il calcagno”. (Genesi 3:15) Da allora Satana il Diavolo e i suoi angeli disubbidienti che son divenuti demoni hanno unitamente combattuto contro il dichiarato proposito di Dio.

      2. (a) Con quali mezzi furono compiuti tentativi diabolici per distruggere la “razza eletta” subito dopo che era stata creata? (b) Che cosa scrisse Pietro avvertendo contro l’invasione di elementi corruttori?

      2 Dopo che era stato fondato sulle sue dodici fondamenta apostoliche nel festivo giorno di Pentecoste del 33 E.V. lo spirituale “Israele di Dio”, furono compiuti sulla terra tentativi diabolici per distruggere questa “razza eletta”, questo “regal sacerdozio”, questa “nazione santa”, appena creata. (1 Pietro 2:9) Prima, fu usata la persecuzione violenta, ma fallì. (Atti da 7:59 a 8:4; 9:1-5, 21; 11:19) Quindi si tentò di corrompere l’Israele spirituale nei suoi insegnamenti e nel suo modo di vivere, e ciò recò grande rovina. L’apostolo Pietro, scrivendo verso l’anno 64 E.V. ai sostenitori della fede cristiana, preavvertì i cristiani del primo secolo di questa invasione di corruzione spirituale che stava per venire, dicendo:

      “La profezia non fu mai recata dalla volontà dell’uomo, ma degli uomini parlarono da parte di Dio mentre erano sospinti dallo spirito santo. Comunque, vi furono anche falsi profeti fra il popolo, come pure fra voi vi saranno falsi maestri. Questi introdurranno quietamente distruttive sette e rinnegheranno anche il proprietario che li ha comprati, recando su se stessi subitanea distruzione. Inoltre, molti seguiranno i loro atti di condotta dissoluta e a motivo di questi si parlerà oltraggiosamente della via della verità. E per concupiscenza vi sfrutteranno con parole finte. Ma in quanto a loro, il giudizio dei tempi antichi non procede lentamente e la loro distruzione non sonnecchia”. — 2 Pietro da 1:21 a 2:3; si veda anche Giuda 4.

      3. (a) Come Paolo avvertì di guardarsi dai corruttori della congregazione? (b) Chi è “l’uomo dell’illegalità”, e quando questi fu rivelato?

      3 In modo simile, l’apostolo Paolo, quando fece il suo ultimo viaggio a Gerusalemme, avvertì gli anziani della congregazione cristiana: “So che dopo la mia partenza entreranno fra voi oppressivi lupi e non tratteranno il gregge con tenerezza, e che fra voi stessi sorgeranno uomini che diranno cose storte per trarsi dietro i discepoli. (Atti 20:29, 30) Inoltre, in una lettera scritta in precedenza alla congregazione di Tessalonica, in Macedonia, diede l’avvertimento che sarebbe scoppiata nella congregazione una ribellione religiosa e che si sarebbe rivelato “l’uomo dell’illegalità”, “il figlio della distruzione”. Paolo avvertì che “il mistero di questa illegalità è già all’opera”. Questo “illegale” doveva essere una persona composita, la classe del clero della cristianità. (2 Tessalonicesi 2:3-9) Questo composito “uomo dell’illegalità” si rivelò nel quarto secolo E.V., quando l’imperatore romano, Costantino il Grande, trattò con i “vescovi” corrotti e fece della loro religione la religione di stato dell’Impero Romano. Costantino istituì una classe del clero ufficiale. Così venne all’esistenza la cristianità.

      4. Nei secoli successivi alla sua fondazione, quale testimonianza ha dato di sé il clero della cristianità, eppure la cristianità che cosa pretende d’essere?

      4 Nei successivi sedici secoli, fino a questo secolo ventesimo, quale specie di testimonianza ha dato di sé la cristianità? La testimonianza che i suoi ecclesiastici si sono immischiati nella politica, hanno introdotto nella loro fede religiosa sempre più insegnamenti pagani, hanno accumulato per sé ricchezza e potere, hanno oppresso i loro greggi religiosi, hanno fomentato guerre religiose, crudeli crociate e persecuzioni, hanno stabilito centinaia di confuse sette, han benedetto gli eserciti delle cosiddette nazioni “cristiane” in guerra l’una contro l’altra, han corrotto la morale degli aderenti alle loro chiese, han nascosto l’“eterno proposito” di Dio e operato realmente contro di esso, proprio come terrestre “seme” visibile del grande Serpente. Non c’è stata dentro di lei nessuna vera unità cristiana. Sulle sue vesti religiose erano enormi macchie di sangue. Dentro di lei non si è coltivato il frutto dello spirito santo di Dio, specialmente l’amore fraterno! Piuttosto, in lei sono abbondate le “opere della carne”. (Giovanni 13:34, 35; Galati 5:19-24) Eppure, nonostante la condanna della prova biblica contro di lei, ha preteso d’essere l’“Israele di Dio”.

      5. Nonostante l’errata rappresentazione della cristianità, che cosa è andato facendo Dio secondo il suo “eterno proposito”?

      5 Tutta questa errata rappresentazione di Dio e del suo Israele spirituale ha forse impedito che Egli adempisse con successo il Suo “eterno proposito”? Nemmeno per un istante! Egli aveva previsto tutto questo e l’aveva preannunciato nella sua Parola scritta, la Sacra Bibbia. Il suo nuovo patto con l’Israele spirituale continuò a essere in vigore, e, senza dubbio, egli continuò a selezionare e a preparare gli Israeliti spirituali che avrebbero partecipato con il Messia Gesù al promesso regno celeste.

      6. In quale condizione sarebbero portati gli ultimi dei 144.000 che si troveranno sulla terra?

      6 Poiché il numero degli Israeliti spirituali suggellati per divenire coeredi del Messia nel regno celeste è limitato a 144.000, secondo Rivelazione 7:4-8; 14:1-3, deve venire il tempo in cui si troveranno qui sulla terra gli ultimi che occorrono per completare il pieno numero della classe del Regno. Invece d’essere religiosamente divisi come le sette religiose della cristianità, saranno radunati nell’unità spirituale nonostante razza, colore, nazionalità o legami tribali. Poiché non sono parte di questo mondo, saranno raccolti fuori di questo mondo. — Giovanni 17:14-23.

      7. A che cosa Gesù paragonò l’opera di radunamento, e dove la situò?

      7 Il Signore Gesù, quando spiegava ai suoi apostoli i misteri o “sacri segreti del regno”, parlò di questa finale raccolta di tali “figli del regno” come di una “mietitura”. Egli indicò quando questa “mietitura” spirituale sarebbe avvenuta, dicendo:

      “La mietitura è il termine di un sistema di cose, e i mietitori sono gli angeli. Perciò, come le zizzanie sono raccolte e bruciate col fuoco, così avverrà al termine del sistema di cose. Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, ed essi raccoglieranno fuori del suo regno tutte le cose che causano inciampo e le persone che fanno illegalità, e le lanceranno nella fornace ardente. Ivi saranno il loro pianto e lo stridor dei loro denti. In quel tempo i giusti risplenderanno così fulgidamente come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi ascolti”. — Matteo 13:11, 39-43.

      8. Fu questa “mietitura” spirituale la sola cosa che doveva accadere al “termine del sistema di cose”, e rispondendo a quale domanda Gesù diede la risposta?

      8 Fu predetto che in quel “termine del sistema di cose”, oltre a questa raccolta dei “figli del regno”, sarebbero accadute altre cose. (Matteo 24:31) Tutte queste altre cose insieme alla mietitura spirituale sarebbero state contrassegni per identificare il tempo in cui viviamo, che è il preannunciato “termine del sistema di cose”. Il Messia Gesù, il profeta simile a Mosè, enumerò queste cose rispondendo alla domanda dei suoi apostoli subito dopo aver predetto la distruzione del tempio di Gerusalemme. Essi gli chiesero: “Quando avverranno queste cose, e quale sarà il segno della tua presenza [greco: parousia] e del termine del sistema di cose?” — Matteo da 23:37 a 24:3.

      9. Che cosa predisse Gesù per quel tempo, e quando cominciò e finì il “tempo della fine” di Gerusalemme?

      9 Nel racconto di Matteo 24:4-22 possiamo leggere come, rispondendo, Gesù predisse di nuovo la distruzione di Gerusalemme, e guerre, carestie, terremoti, persecuzione dei suoi fedeli discepoli, aumento dell’illegalità e raffreddarsi dell’amore, attività di predicazione da parte dei suoi discepoli, e la loro fuga dalla Giudea e da Gerusalemme dopo aver visto il luogo sacro profanato dalla “cosa disgustante che causa desolazione”. Questo doveva accadere entro “questa generazione” di cui egli e i suoi apostoli facevano parte. Questo significò che Gerusalemme e il sistema di cose basato su di essa come centro religioso nazionale erano nel loro “tempo della fine”. Quel “tempo della fine” cominciò nell’anno 29 E.V., quando Giovanni il Battista cominciò a predicare: “Pentitevi, poiché il regno dei cieli si è avvicinato”, e quindi battezzò Gesù, e finì nell’anno 70 E.V. con la desolazione di Gerusalemme e del suo tempio e con la scomparsa del sacerdozio aaronnico. Da allora ebraismo e giudaismo non sono più stati gli stessi.

      SEGNO DEL “TEMPO DELLA FINE”

      10. Nella sua profezia, come Gesù usò la Gerusalemme del primo secolo, così che la sua profezia si applica oggi?

      10 Comunque, Gesù parlò di molte cose che sarebbero accadute dopo la distruzione di Gerusalemme, aggiungendo: “E Gerusalemme sarà calpestata dalle nazioni, finché i fissati tempi delle nazioni non siano compiuti”. (Luca 21:20-24) Si comprende, dopo attento studio della completa profezia di Gesù, come si trova in Matteo, capitoli ventiquattro e venticinque, Marco, capitolo tredici, e Luca, capitolo ventuno, che Gesù si serviva della Gerusalemme del primo secolo anche come quadro profetico della sua controparte moderna, la cristianità, e del sistema di cose formatosi fra i Giudei sparsi in tutto il mondo come quadro nel mondiale sistema di cose attuale, dominato dalla cristianità. Così la profezia di Gesù sul “termine del sistema di cose” si applica anche oggi, per il suo adempimento completo. Perché diciamo “oggi”? Intendiamo noi che oggi viviamo nel predetto “termine del sistema di cose”? Sì!

      11. In quale periodo di tempo si trova questo mondo, e a quali anteriori periodi simili questo corrisponde?

      11 Il mondo vive oggi nel suo “tempo della fine”. Ricordiamo come, quando quel “mondo antico”, il “mondo di empi”, “il mondo di quel tempo”, del tempo di Noè, fu sommerso dalle acque del diluvio universale, il suo “tempo della fine” cominciò centoventi anni prima del cataclisma acqueo del 2370 a.E.V. (2 Pietro 2:5; 3:6; Genesi 6:1-3; Matteo 24:37-39) Prima della distruzione di Gerusalemme del 607 a.E.V. per opera dei Babilonesi, Dio parlò all’ultimo re davidico sul trono di Gerusalemme, Sedechia, e si riferì al “tempo dell’errore della fine”. Il “tempo della fine” di Gerusalemme durò allora quarant’anni, poiché cominciò quando Dio suscitò Geremia come suo profeta nel tredicesimo anno del regno di Giosia. (Ezechiele 21:25; Geremia 1:1, 2; Ezechiele 4:6, 7) Gerusalemme del primo secolo E.V. pure ebbe il suo “tempo della fine”, di quarantuno anni (29-70 E.V.). — Luca 19:41-44; 1 Tessalonicesi 2:16.

      12. Quale profeta impiegò Geova per menzionare il “tempo della fine” e, dal 1914 E.V., che cosa mostra che siamo in tale periodo?

      12 Molti anni dopo la prima distruzione di Gerusalemme per opera dei Babilonesi, l’angelo di Dio parlò al profeta Daniele del “tempo della fine” che doveva venire sul sistema di cose mondiale. (Daniele da 11:35 a 12:4) Noi siamo stati in tale “tempo della fine” dall’anno 1914 E.V. Diciamo questo non solo perché quell’anno scoppiò la prima guerra mondiale, introducendo un’èra di violenza e potenziale bellico che minaccia di spazzare via l’intera razza umana. È anche vero che da quel memorabile anno la profezia di Gesù inerente al “segno” del termine del sistema di cose è stata nel corso del suo completo adempimento. E poiché questo “termine del sistema di cose” perverrà al culmine in quella che Gesù chiamò la “grande tribolazione come non v’è stata dal principio del mondo fino ad ora, no, né vi sarà più”, significa che ci stiamo accostando alla fine completa di questo sistema di cose, e con essa alla distruzione di un “mondo di empi”. — Matteo 24:21.

      13. (a) Come Matteo 24:14 mostra che la “presenza” di Cristo doveva essere in relazione con il regno di Dio? (b) Benché Cristo non indicasse nessuna data, quale problema sorge?

      13 Tuttavia, la ragione per cui si deve fissare l’anno 1914 E.V. è che quell’anno ebbe inizio la “presenza” (parousia) del Signore Gesù nell’autorità del regno messianico. Che sotto questo aspetto la sua invisibile “presenza” fosse vera è indicato da un particolare avvenimento che disse si sarebbe verificato, rispondendo alla domanda degli apostoli sul “segno della tua presenza”. Si tratta di quanto segue, come narra Matteo 24:14: “E questa buona notizia del regno sarà predicata in tutta la terrà abitata, in testimonianza a tutte le nazioni; e allora verrà la fine”. Nella risposta che diede ai suoi apostoli, Gesù non indicò nessuna data, eppure dall’anno 1914 fino a ora il “segno” che si è manifestato ha suggellato quell’anno come il tempo della nascita del messianico regno di Dio nelle mani del suo Figlio Gesù Cristo nei cieli. Ma c’è un altro modo di giungere a tale data per confermare che è il preordinato tempo della nascita del Regno in cui è la “presenza” di Cristo. Qual è questo altro modo di confermare il 1914?

      14. Quando cominciarono i Tempi dei Gentili menzionati da Gesù, e dopo quale avvenimento dovevano continuare?

      14 Nella sua profezia circa “Quando avverranno queste cose?” egli preannunciò la sovrastante distruzione di Gerusalemme e aggiunse: “E Gerusalemme sarà calpestata dalle nazioni, finché i fissati tempi delle nazioni non siano compiuti”. (Luca 21:20-24) Quei “fissati tempi delle nazioni [non giudaiche, gentili]” cominciarono nel remoto 607 a.E.V. quando i Babilonesi distrussero Gerusalemme e rovesciarono il regnante discendente del re Davide, erede del patto divino per un regno eterno. Questi Tempi dei Gentili, come sono spesso chiamati, continuarono fino al giorno di Gesù e dovevano continuare ancora dopo la seconda distruzione della città santa. È un fatto che dopo settant’anni di desolazione di Gerusalemme e del paese di Giuda un fedele rimanente dei Giudei tornò dall’esilio nel paese di Babilonia e riedificò Gerusalemme e altre città nella terra da lungo tempo desolata. Ma questo non significò che Gerusalemme non venisse più calpestata dalle nazioni gentili, prima dai Babilonesi e poi dai Medo-persiani che conquistarono Babilonia.

      15. (a) Perché i Tempi dei Gentili continuarono dopo la riedificazione di Gerusalemme del 537 a.E.V.? (b) Perché quei Tempi continuarono dopo il processo di Gesù dinanzi a Ponzio Pilato?

      15 Perché no? Perché, con la riedificazione di Gerusalemme dal 537 a.E.V. in poi, il trono e il regno messianico della linea di discendenza reale di Davide non furono restaurati a Gerusalemme. Gerusalemme era ora in una provincia dell’Impero Medo-persiano e si trovava sotto il dominio di Dario il Medo e di Ciro il Grande, il Persiano. Ciò che Gerusalemme aveva dunque rappresentato da quando nell’anno 1070 a.E.V. era stata catturata dal re Davide era ancora calpestato, cioè il ruolo di Gerusalemme come capitale del regno messianico dei figli e successori del re Davide. Il regno maccabeo dei governanti leviti (104–63 e 40–37 a.E.V.) non alterò questo fatto. Quindi, allorché Gesù il “figlio di Davide” venne e si presentò come l’unto con spirito di Dio, la maggioranza dei capi religiosi giudei e i loro seguaci non lo vollero come loro Messia e Re. Al governatore romano Ponzio Pilato gridarono: “Noi non abbiamo nessun re eccetto Cesare”. (Giovanni 19:15) Così i Tempi dei Gentili perdurarono, e il diritto al regno messianico fu ancora ulteriormente calpestato.

      16, 17. (a) A causa dell’adempimento della profezia di Gesù, quando diciamo che si adempirono i Tempi dei Gentili? (b) A quale antico re Dio rivelò la durata del tempo, e come Dio aveva impiegato questo re?

      16 Comunque, Gesù disse: “Finché i fissati tempi delle nazioni non siano compiuti”. Dopo che Babilonia rovesciò nel 607 a.E.V. il trono del re Davide a Gerusalemme, quanto dovevano durare quei tempi d’interferenza gentile con il messianico regno di Dio?

      17 Ora, naturalmente, dopo aver visto ciò che era accaduto in adempimento della profezia di Gesù dallo scoppio della prima guerra mondiale, possiamo con fiducia rispondere: Fino al compimento dei Tempi dei Gentili nel 1914 E.V. Sì, ma, per di più, ai giorni del re Nabucodonosor, che nel 607 a.E.V. distrusse Gerusalemme, Dio rivelò d’aver stabilito quanto a lungo quei Tempi dei Gentili che allora cominciavano sarebbero durati senza interferenza da parte del messianico regno di Dio. Dio indicò che sarebbero durati sette “tempi” simbolici. Il sogno in cui Dio rivelò questo periodo di tempo a Nabucodonosor fu interpretato dal profeta Daniele. (Daniele 4:16, 23, 25, 32) Dio impiegò Nabucodonosor come un taglialegna per abbattere a Gerusalemme nel 607 a.E.V. l’espressione terrestre del regno di Dio. Il ceppo di quel simbolico “albero” doveva esser legato e non gli si doveva permettere di germogliare e produrre un nuovo albero fin dopo la fine dei “sette tempi”.

      18. (a) Durante quei Tempi dei Gentili da chi, e in qual modo, fu esercitato il dominio del regno che avrebbe dovuto essere esercitato dalla casa reale di Davide? (b) Come fu raffigurato che il dominio messianico sarebbe stato ristabilito?

      18 Nel frattempo, durante quei “sette tempi”, i governanti gentili del mondo avrebbero esercitato il dominio che in realtà apparteneva alla discendenza reale del re Davide a causa del patto di Dio con lui per un regno eterno. Ma quei governanti gentili esercitarono tale potere di dominio in modo assai antiteocratico, in modo antimessianico, come con l’irragionevolezza manifestata da Nabucodonosor nei suoi sette anni di pazzia. Ma proprio come il sano Nabucodonosor fu ristabilito nel dominio alla fine di quei sette anni, così l’aspetto messianico del regno di Dio doveva essere ristabilito al termine dei “sette tempi” del dominio gentile del mondo. Allora il ceppo reale doveva essere sciolto dai suoi legami, e dalle sue radici doveva crescere un nuovo albero di dominio. — Daniele 4:1-37.

      19. (a) Poiché i Tempi dei Gentili furono sette di numero, quale sarebbe stata la durata di ciascun “tempo”? (b) Verso quale tempo dell’anno cominciarono quei Tempi, e verso quale tempo dell’anno terminarono?

      19 Se ora dal 1914 E.V. risaliamo al 607 a.E.V., gli anni ammontano a 2.520. Se, poi, prendiamo il numero dei “tempi”, sette, e lo dividiamo in 2.520 anni, abbiamo 360 anni. Questa è nelle Sacre Scritture la lunghezza di un “tempo” profetico. (Rivelazione 12:6, 14; si paragoni 11:2, 3) I sette anni letterali della pazzia di Nabucodonosor illustrarono quei “sette tempi” di 2.520 anni, essendo un anno rappresentato da ciascun giorno di un “tempo” profetico di 360 giorni. (Ezechiele 4:6; Numeri 14:34) I simbolici “sette tempi” cominciarono quando gli eserciti di Babilonia lasciarono Gerusalemme e il paese di Giuda desolati, senza governatore che sostituisse nel paese l’assassinato governatore Ghedalia, verso la metà del mese lunare di Tishri. Così sarebbero terminati verso quel tempo dell’anno nel 1914 E.V., o verso il 4/5 ottobre 1914.

      20. Che cosa significò quando nel 1914 E.V. accadde il contrario di ciò che era accaduto nel 607 a.E.V.?

      20 In quest’ultimo tempo sarebbe dovuto accadere il contrario di ciò che accadde nel Tishri del 607 a.E.V., quando cominciarono i Tempi dei Gentili. Il paese di Giuda fu lasciato come una distesa desolata senza un tempio in Gerusalemme, senza “trono di Geova” su cui sedesse lì un unto discendente del re Davide. (1 Cronache 29:23) Questo significò che all’inizio dell’autunno del 1914 E.V. le nazioni gentili avrebbero dovuto smettere di calpestare il regno messianico e che il regno messianico sarebbe dovuto nascere non nella Gerusalemme terrestre, ma lassù nel cielo dove il Figlio e Signore del re Davide ora sedeva alla destra di Geova Dio. (Salmo 110:1, 2) Fu allora che l’unto “che ha il diritto legale” venne e Geova Dio glielo diede. — Ezechiele 21:25-27; Daniele 7:13, 14.

      21. Come fu raffigurata la nascita del messianico regno di Dio in cielo, e che cosa avvenne immediatamente dopo?

      21 La prima guerra mondiale era già in corso da più di ‘due mesi quando ebbe luogo negli invisibili cieli quel meraviglioso evento. In Rivelazione 12:1-5 quel neonato regno messianico è raffigurato come un figlio maschio che fu partorito dalla celeste “donna” di Dio e fu rapito presso il trono di Dio per condividere con Lui il regno. Così questo maestoso aspetto dell’“eterno proposito” di Dio trionfò, ma contro l’opposizione sovrumana. Su ciò leggiamo:

      “E scoppiò la guerra in cielo: Michele e i suoi angeli guerreggiarono contro il dragone, e il dragone e i suoi angeli guerreggiarono ma esso non prevalse, né fu più trovato posto per loro in cielo. E il gran dragone fu scagliato, l’originale serpente, colui che è chiamato Diavolo e Satana, che svia l’intera terra abitata; fu scagliato sulla terra, e i suoi angeli furono scagliati con lui. E udii nel cielo un’alta voce dire:

      “‘Ora son venuti la salvezza e la potenza e il regno del nostro Dio e l’autorità del suo Cristo, perché è stato gettato giù l’accusatore dei nostri fratelli, che li accusa giorno e notte davanti al nostro Dio! Ed essi lo vinsero a causa del sangue dell’Agnello e a causa della parola della loro testimonianza, e non amarono la loro anima neppure dinanzi alla morte. Per questo motivo, rallegratevi, o cieli e voi che risiedete in essi! Guai alla terra e al mare, perché il Diavolo è sceso a voi, avendo grande ira, sapendo che ha un breve periodo di tempo’.

      “Or quando il dragone vide che era stato scagliato sulla terra, perseguitò la donna che aveva partorito il figlio maschio. . . . E il dragone si adirò contro la donna, e se ne andò a far guerra contro i rimanenti del seme di lei, che osservano i comandamenti di Dio e hanno l’opera di rendere testimonianza a Gesù”. — Rivelazione 12:7-17.

      22. (a) Che cosa indica in quanto alla sua identità il fatto che Michele scagliò fuori del cielo Satana e i suoi demoni? (b) Come Gesù preannunciò le persecuzioni che vengono sui “rimanenti del seme [della donna]”?

      22 Sì, l’arcangelo Michele fa di nuovo la sua comparsa in cielo, e, come “seme” della “donna” di Dio destinato a ferire la testa del Serpente, vince la battaglia e scaglia l’originale Serpente e i suoi angeli demonici giù sulla terra. Nella sua ira il grande Serpente perseguita la “donna”, perseguitando i “rimanenti del seme di lei” che durante la prima guerra mondiale e da allora in poi si trovano sulla terra. Nella sua profezia Gesù preannunciò tale persecuzione dei suoi unti seguaci come qualche cosa che deve accadere al “termine del sistema di cose”. Ai suoi discepoli disse:

      “Quindi vi daranno alla tribolazione e vi uccideranno, e sarete odiati da tutte le nazioni a motivo del mio nome. . . . Ma chi avrà perseverato sino alla fine sarà salvato”. — Matteo 24:9-13.

      23. (a) L’unto rimanente si è identificato mediante l’ubbidienza a quale comando dato da Gesù? (b) Sin da quando proclamavano essi l’anno della scadenza dei Tempi dei Gentili?

      23 Dalla Bibbia e dalla storia del mondo abbiamo così la prova che il “tempo della fine” cominciò all’inizio dell’autunno del 1914. In piena armonia con questo fatto, la persecuzione continua contro l’unto rimanente, che ‘osserva i comandamenti di Dio e ha l’opera di rendere testimonianza a Gesù’. Questi son quelli che osservano il comandamento di Dio dato nella profezia di Gesù: “Questa buona notizia del regno sarà predicata in tutta la terra abitata, in testimonianza a tutte le nazioni”. (Matteo 24:14) Dal 1914 E.V. questo rimanente degli unti si è identificato nelle pagine della storia. Prima di questo anno i membri di quest’unto rimanente avevano studiato con diligenza la Parola di Dio separatamente dalla cristianità. Misero la Sacra Bibbia al di sopra delle tradizioni religiose fatte dagli uomini. Già nel 1876 proclamavano che i Tempi dei Gentili di 2.520 anni sarebbero scaduti nell’anno 1914. Gli avvenimenti che si sono verificati da quell’anno in poi provano che non avevano torto.

      24. (a) Durante la prima guerra mondiale, perché il rimanente divenne oggetto di odio internazionale? (b) Quale opera del dopoguerra intrapresero, e quale nome cercarono di far conoscere pubblicamente?

      24 Durante la prima guerra mondiale divennero oggetto di odio da parte di tutte le nazioni e subirono severe persecuzioni perché favorivano il messianico regno di Dio e cercavano di mantenersi liberi dalla colpa per lo spargimento di sangue di cui si macchiava la cristianità. Nel 1919, primo anno del dopoguerra, compresero il loro obbligo cristiano di proclamare il messianico regno di Dio come non avevano mai fatto prima, essendo stato stabilito nei cieli nel 1914 al termine dei Tempi dei Gentili. (Matteo 24:14) Nell’anno 1925 i loro occhi d’intendimento spirituale furono aperti affinché vedessero che era venuto il tempo in cui Dio si sarebbe fatto un nome. (2 Samuele 7:23; Geremia 32:20; Isaia 63:14; si veda La Torre di Guardia [inglese] del 1º agosto 1925, pagina 226, colonna 2, paragrafo 4; e del 15 settembre 1925, pagina 280, paragrafi 41-43). Così ora si accinsero all’opera per far conoscere in tutto il mondo il nome biblico del solo vivente e vero Dio e anche il Suo “eterno proposito che egli formò riguardo al Cristo, Gesù nostro Signore”. — Efesini 3:11.

      25. Da che cosa l’unto rimanente aveva bisogno di distinguersi, e nel 1931 E.V. che cosa dunque abbracciarono?

      25 Così nell’anno 1931, senza presunzione ma con piena giustificazione per il passo che ora compivano, abbracciarono un nome che li avrebbe distinti da Babilonia la Grande, l’impero mondiale di falsa religione, da cui erano usciti ubbidendo al comando di Dio in Rivelazione 18:4. Sì, un nome che li avrebbe distinti anche dalla cristianità con le sue centinaia di disunite sette e la sua mondanità ed enorme colpa per lo spargimento di sangue. Invero, un nome che si basava sulla Scrittura (Isaia 43:10, 12) e che avrebbe chiaramente posto loro dinanzi la loro opera cristiana. Era il nome che da allora è divenuto noto in tutto il mondo, un nome sia rispettato che odiato, cioè, testimoni di Geova. Essi si mostrano degni di questo nome!

      UNA “GRANDE FOLLA” SOPRAVVIVRÀ AD HAR-MAGHEDON

      26. Da quanto tempo fa Dio è andato traendo “un popolo per il suo nome”, e oggi è Egli senza un tale popolo?

      26 Fu tutto questo una semplice esplosione di fervore religioso che ebbe breve durata? Fu un semplice avvenimento casuale senza importanza? O questo fu secondo il progressivo proposito di Dio? Guardate i risultati! Di proposito qualche cosa ebbe inizio a Gerusalemme in quello storico giorno di Pentecoste del 33 E.V., quando Dio versò il suo spirito santo e l’apostolo Pietro pieno di spirito si alzò in piedi e citò la profezia di Gioele 2:28-32, dicendo a migliaia di Giudei: “E chiunque invocherà il nome di Geova sarà salvato”. Qui Dio cominciò a formare un popolo per il suo nome”, un Israele spirituale. (Atti 2:1-21; 15:14) Un passo ulteriore fu compiuto alla fine della ‘settantesima settimana di anni’ nel 36 E.V., allorché Dio mandò l’apostolo Pietro a predicare agli incirconcisi Gentili e su questi credenti non Giudei versò il suo spirito santo. Così Dio accrebbe il “popolo per il suo nome” battezzando e ungendo Gentili con spirito santo e aggiungendoli al suo Israele spirituale. (Atti da 10:1 a 11:18; 15:7-11) Ciò accadde allora nel primo secolo. E che dire di oggi, in questo ventesimo secolo? I fatti dell’indisputabile storia provano che Dio è riuscito ad avere ancora un “popolo per il suo nome”!

      27. Quindi quale prova abbiamo oggi che Dio si è attenuto al suo proposito a questo riguardo, e ora chi ne riceve le benedizioni?

      27 Oggi la presenza sulla terra del finale rimanente dello spirituale “seme” di Abraamo attesta che Dio completa l’intero numero dei 144.000 Israeliti spirituali sotto il loro Capo, Gesù Cristo. Questo nonostante tutta l’opposizione dei diavoli e degli uomini! Il suo “eterno proposito che egli formò riguardo al Cristo” ora trionfa! Egli è come sempre immutabilmente risoluto a portare fino alla piena realizzazione vittoriosa il suo proposito in un futuro prossimo. Oh quale bene sarà questo per l’uomo! Una “grande folla” di persone che apprezza tale fatto aumenta in tutto il mondo. Già ricevono benedizioni per mezzo del divino rimanente dello spirituale “seme” di Abraamo.

      28. Chi è principalmente il “seme” di Abraamo, ma che cosa mostra se la benedizione è limitata solo a quelli che sono membri del “seme”?

      28 L’antico patriarca Abraamo raffigurò Geova Dio. Geova stesso è il più Grande Abraamo. Il suo “seme” è principalmente il suo Figlio Gesù Cristo, nostro Signore, che una volta sacrificò se stesso. Per mezzo del suo Principale Componente del “seme” si sono benedetti anche tutti i membri dell’Israele spirituale. Ma cessa con loro la benedizione? No! All’antico Abraamo Dio fece la promessa giurata: “Per mezzo del tuo seme tutte le nazioni della terra di certo si benediranno”. (Genesi 22:18; Atti 3:22-26) Questo “seme” include più di Gesù Cristo, poiché il seme di Abraamo doveva essere come le stelle e la sabbia del lido del mare, innumerevole. Pertanto, il “seme” include tutto l’Israele spirituale. Per mezzo di questo intero “seme” si procureranno una benedizione altri, sì, “tutte le nazioni della terra” fuori del “seme”, fuori dell’Israele spirituale. Così tutto il genere umano sarà benedetto mediante il “seme” del più Grande Abraamo, Geova Dio, il celeste Padre del “seme” spirituale. Con questo fine in vista sotto il messianico regno del “seme” ci sarà una risurrezione dei morti. — Atti 24:15.

      29, 30. (a) Da chi furono prefigurati nei tempi precristiani quelli che ora ricevono le benedizioni per mezzo del rimanente del “seme”? (b) Come Gesù si riferì ai sopravvissuti della “grande tribolazione” che si approssima?

      29 E fra tutte le nazioni chi sono oggi quelli che ricevono benedizioni per mezzo o in compagnia del “rimanente” del “seme” abraamico? Secondo l’amorevole proposito di Dio, questi furono prefigurati nei tempi antichi. Da chi?

      30 Quando, nel remoto 1513 a.E.V., i liberati Israeliti partirono dall’Egitto dopo la notte della prima Pasqua e in seguito attraversarono il mar Rosso per mettersi in salvo sulla sponda della Penisola Sinaitica, insieme con loro era una “numerosa compagnia mista” di non Israeliti. (Esodo 12:38; Numeri 11:4) Quando, nel 607 a.E.V., gli eserciti babilonesi distrussero Gerusalemme per la prima volta, l’eunuco etiope, Ebed-Melec, e i non israeliti Recabiti sopravvissero alla distruzione della città santa e del suo tempio. (Geremia 35:1-19; 38:7-12; 39:16-18) E, l’11 Nisan del 33 E.V., quando Gesù predisse la distruzione che doveva venire su Gerusalemme nell’anno 70 E.V. e che fu un tipo profetico della distruzione della cristianità nella nostra generazione, egli disse:

      “Allora vi sarà grande tribolazione come non v’è stata dal principio del mondo fino ad ora, no, né vi sarà più. Infatti, a meno che quei giorni non fossero abbreviati, nessuna carne sarebbe salvata; ma a motivo degli eletti quei giorni saranno abbreviati”. — Matteo 24:21, 22; Marco 13:19, 20.

      31. Quale visione fu data all’apostolo Giovanni della “grande folla” che sopravvive alla “tribolazione” con il rimanente spirituale?

      31 Oltre al rimanente dell’Israele spirituale, o “eletti”, ci saranno sopravvissuti di quella “grande tribolazione” che si approssima. Verso l’anno 96 E.V., all’anziano apostolo Giovanni fu data una visione di questi che attraversano la “grande tribolazione” in compagnia del “rimanente” dell’Israele spirituale. Immediatamente dopo aver avuto la visione del suggello spirituale dei 144.000 fedeli membri dell’Israele spirituale, Giovanni prosegue, dicendo:

      “Dopo queste cose vidi, ed ecco, una grande folla, che nessun uomo poteva numerare, di ogni nazione e tribù e popolo e lingua, che stavano in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello, vestiti di lunghe vesti bianche; e nelle loro mani erano rami di alberi delle palme. E continuano a gridare ad alta voce, dicendo: ‘La salvezza la dobbiamo al nostro Dio, che siede sul trono, e all’Agnello’.

      “E presa la parola, una delle persone anziane mi disse: ‘Questi che sono vestiti di lunghe vesti bianche, chi sono e da dove sono venuti?’ E subito gli dissi: ‘Signor mio, tu lo sai’. Ed egli mi disse: ‘Questi sono quelli che vengono dalla grande tribolazione, e hanno lavato le loro lunghe vesti e le han rese bianche nel sangue dell’Agnello. Perciò sono davanti al trono di Dio; e gli rendono sacro servizio giorno e notte nel suo tempio; e colui che siede sul trono spiegherà su loro la sua tenda. Non avranno più fame né sete, né li colpirà più il sole né ardore alcuno, perché l’Agnello, che è in mezzo al trono, li pascerà e li guiderà alle fonti delle acque della vita. E Dio asciugherà ogni lagrima dai loro occhi”. — Rivelazione 7:9, 10, 13-17.

      32. (a) Quando fu pubblicata dapprima la spiegazione che corrisponde ai fatti del nostro giorno riguardo a questa visione? (b) Perché c’è da attendersi che quelli di questa “grande folla” non andranno in cielo e non regneranno con l’Agnello di Dio?

      32 La spiegazione del significato di questa visione che corrisponde ai fatti del giorno fu pubblicata dapprima nell’anno 1935 E.V., a cominciare dall’assemblea dei cristiani testimoni di Geova tenuta il 31 maggio 1935 a Washington, nel Distretto di Columbia. La “grande folla” vista nella visione non attende di andare in cielo e di regnare sul celeste monte Sion con i 144.000 Israeliti spirituali. Per esempio, in Rivelazione 14:1-3 leggiamo che i soli che stanno sul celeste monte Sion con l’Agnello di Dio sono i 144.000 Israeliti spirituali. Lì non si vede stare la “grande folla”, e per una buona ragione. Solo dei 144.000 si dice: “Questi furono comprati di fra il genere umano come primizie a Dio e all’Agnello”. (Rivelazione 14:4, 5; Giacomo 1:18) Circa i 144.000 che sono “comprati di fra il genere umano”, leggiamo queste parole rivolte all’Agnello di Dio:

      “Tu fosti scannato e col tuo sangue comprasti a Dio persone di ogni tribù e lingua e popolo e nazione, e le hai fatte essere un regno e sacerdoti al nostro Dio, ed esse regneranno sulla terra”. — Rivelazione 5:9, 10.

      33. In chi si realizza quindi, il proposito del nuovo patto di Dio?

      33 Così lo scopo del “nuovo patto” di Dio con l’Israele spirituale si realizza in quei 144.000, perché si intese che il nuovo patto generasse un “regno di sacerdoti e una nazione santa”, il che non fu generato dal vecchio patto della Legge mosaica. (Esodo 19:5, 6) La “grande folla” di Rivelazione 7:9-17 non è portata in questo nuovo patto, ma oggi si associa in effetti con il “rimanente” degli Israeliti spirituali che sono nel nuovo patto.

      34. Dove quelli della “grande folla” si attendono di godere la vita eterna, e quale riconoscimento fanno di Dio e del suo Agnello?

      34 La “grande folla” non si attende dunque di andare in cielo nemmeno dopo essere sopravvissuta alla “grande tribolazione”. Quelli della “grande folla” si attendono che l’Agnello di Dio li pascoli qui sulla terra dopo la “grande tribolazione”, guidandoli verso la vita eterna su una terra paradisiaca. Riconoscono l’intronizzato Dio del cielo come il Sovrano Universale di tutta la creazione. Riconoscono il Messia Gesù come “l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo” e ammettono di dovere la loro salvezza a Dio mediante il suo Agnello che una volta fu “scannato” e, con fede e ubbidienza, “hanno lavato le loro lunghe vesti e le han rese bianche nel sangue dell’Agnello”.

      35. (a) Dove Lo servono di continuo nel “tempio” di Dio, e perché? (b) Come esprimono lealtà al Sommo Sacerdote di Dio e come li raffigurò Gesù in una parabola?

      35 Essi riconoscono come loro Dio solo il Sovrano Signore Geova. Ciò spiega perché si vedono ‘rendergli sacro servizio giorno e notte nel suo tempio’, nei cortili terrestri del suo tempio spirituale, del tempio il cui Santissimo è nei santi cieli. (Ebrei 9:24) Così la “grande folla” è ora in contatto con il rimanente dei 144.000 Israeliti spirituali che sono i futuri sacerdoti reali generati dal nuovo patto. Esprimendo la loro lealtà al reale sommo sacerdote Gesù Cristo, quelli della “grande folla” sono leali ai suoi fratelli spirituali che si trovano ancora sulla terra. Fanno tutto il bene che possono ai fratelli spirituali di Cristo, anche unendosi a loro nella predicazione di “questa buona notizia del regno” in tutto il mondo. Questi leali sono la classe delle “pecore” che Gesù descrisse nella sua parabola, dicendo:

      “Quindi il re dirà a quelli alla sua destra: ‘Venite, voi che avete la benedizione del Padre mio, ereditate il regno preparato per voi dalla fondazione del mondo. Poiché ebbi fame e mi deste qualche cosa da mangiare; ebbi sete e mi deste qualche cosa da bere. Fui estraneo e mi accoglieste in modo ospitale; nudo, e mi vestiste. Mi ammalai e aveste cura di me. Fui in prigione e veniste da me’. Quindi i giusti gli risponderanno con le parole: ‘Signore, quando ti vedemmo aver fame e ti demmo da mangiare, o aver sete, e ti demmo qualche cosa da bere? Quando ti vedemmo estraneo e ti accogliemmo in modo ospitale, o nudo, e ti vestimmo? Quando ti vedemmo malato o in prigione e venimmo da te?’ E rispondendo il re dirà loro: ‘Veramente vi dico: In quanto l’avete fatto a uno di questi miei minimi fratelli, l’avete fatto a me’.

      “E [la classe dei capri] andranno allo stroncamento eterno, ma i giusti alla vita eterna”. — Matteo 25:34-40, 46.

      36. Quando sarà ‘stroncata’ la classe dei capri della parabola, e perché?

      36 Quelli che non agiscono come le “pecore” verso i fratelli spirituali del re Gesù Cristo ora dominante saranno stroncati nella “grande tribolazione” che si approssima, poiché non sono a favore del “seme” della celeste “donna” di Dio ma sono a favore del “seme” dell’“originale serpente”, Satana il Diavolo. (Genesi 3:15; Rivelazione 12:9, 17) Essi si sottomettono all’influenza e alla guida dell’“originale serpente, . . . che svia l’intera terra abitata”, e quando fra breve scoppierà la “grande tribolazione” saranno così trovati dalla parte del “seme” del Serpente.

      37. In quale periodo è dal 1914 questo sistema mondano, e secondo Daniele 12:1 a che cosa va dunque incontro questa generazione?

      37 Da quando nell’anno 1914 nacque nei cieli il messianico regno di Dio, questo sistema di cose mondiale è stato nel suo “tempo della fine”. Questo “tempo della fine” giungerà fra breve al culmine nella “grande tribolazione”, come fu predetto da Gesù Cristo. Tale tribolazione senza paralleli fu annunciata dal profeta Daniele molto tempo prima che Geova Dio mandasse sulla terra il suo primogenito Figlio celeste che fu chiamato Gesù. Perciò, a Daniele l’angelo di Dio espresse la profezia in questo modo:

      “E durante quel tempo sorgerà Michele, il gran principe che sta a favore dei figli del tuo popolo. E per certo accadrà un tempo d’angustia tale come non se ne sarà fatto accadere da che ci fu nazione fino a quel tempo”. — Daniele 12:1; si paragoni Matteo 24:21.

      Questa generazione del genere umano va ora incontro a quel “tempo d’angustia”.

      38. (a) Quali praticanti di religione sopravvivranno alla distruzione di Babilonia la Grande? (b) Per risolvere quale contesa dovrà combattersi la “guerra del gran giorno dell’Iddio Onnipotente”?

      38 Durante quel “tempo d’angustia”, quella “grande tribolazione”, le antireligiose forze politiche distruggeranno la moderna Babilonia la Grande, vale a dire l’impero mondiale di falsa religione che cominciò con l’antica Babilonia. (Genesi 10:8-12; Rivelazione da 17:1 a 18:24) Sotto la protezione di Dio i membri del “rimanente” dell’Israele spirituale e della “grande folla” sopravvivranno a quella distruzione come praticanti della vera religione. (Giacomo 1:27) Immediatamente dopo che le forze antireligiose non saranno riuscite a spazzare via dalla terra la “forma di adorazione” pura e incontaminata, la religione pura, verrà la “guerra del gran giorno dell’Iddio Onnipotente” nel luogo che è simbolicamente chiamato Har-Maghedon. (Rivelazione 16:14, 16) Perché? Perché la contesa universale della sovranità di Geova estesa a tutta la creazione, sostenuta dal rimanente e dalla “grande folla”, deve ancora essere risolta. Questa soluzione della contesa fa tutta parte dell’“eterno proposito che [Dio] formò riguardo al Cristo, Gesù nostro Signore”, il quale è il componente principale del promesso “seme” di Dio.

      39, 40. (a) Dove avverrà il confronto militare sulla contesa, e chi vediamo radunarvisi? (b) Chi darà lì prova d’esser superiore con la vittoria?

      39 Le sovranità nazionali, sulle quale oggi insistono i governi politici, si scontrano con la sovranità Universale del Creatore. Il confronto militare su questa suprema contesa si avvicina mentre questo “tempo della fine” sta per scadere. Alla luce delle previsioni di Rivelazione circa gli avvenimenti futuri, vediamo noi i re della terra e i governati politici e i loro eserciti e sostenitori radunarsi nel campo di battaglia di Har-Maghedon per combatterla sino alla fine? Sì.

      40 Comunque, vediamo per fede anche il celeste Re dei re, Gesù Cristo, e i suoi eserciti angelici affrettarsi verso quello stesso campo di battaglia, come se cavalcassero bianchi cavalli da guerra. Possiamo prendere Dio in parola; ad Har-Maghedon la guerra terminerà con la vittoria delle forze di Dio l’Onnipotente, e con la distruzione di tutti i sistemi politici formati dagli uomini e dei loro funzionari in carica, dei loro eserciti e dei loro patriottici sostenitori. Gesù Cristo che una volta fu simile a un Agnello darà prova d’esser lui il Re dei re, poiché Geova Dio sarà alla sua destra come un Guerriero accanto al suo Re-Sacerdote simile a Melchisedec. — Rivelazione 17:12-14; 19:11-21; Salmo 110:4, 5.

      41. (a) Dopo Har-Maghedon, perché l’“originale serpente non potrà più far guerra contro il rimanente e la “grande folla”? (b) In qual senso verrà ora per il “seme” della “donna” di Dio il momento supremo?

      41 Questo è il grande culmine dei ‘guai per la terra e per il mare’ a cui l’“originale serpente” e i suoi angeli demonici, da quando furono espulsi dal cielo, conducono tutto l’ingannato genere umano! (Rivelazione 12:7-12) Essendo stato distrutto ad Har-Maghedon tutto il suo “seme” terrestre, l’“originale serpente” non potrà più far guerra contro i “rimanenti del seme [della donna]” e contro la “grande folla” dei compagni di adorazione del Sovrano Signore Geova. (Rivelazione 12:13, 17) Dovranno l’“originale serpente” e il suo invisibile “seme” demonico esser lasciati sciolti nelle vicinanze della nostra terra su cui sono stati cacciati dal cielo? No! Poiché ora viene il momento supremo per Gesù Cristo il “seme” celeste della “donna” di Dio, a cui quel Serpente dalla mente omicida una volta ferì il calcagno! La situazione è capovolta, e ora il “seme” della celeste “donna” di Dio deve ferire “la testa” del Serpente, rendendo lui e il suo “seme” demonico come se non fossero mai stati! Come?

      42. (a) Come saranno quindi feriti il Serpente e il suo “seme”? (b) Quale cambiamento avverrà poi in quanto alle dominanti potenze celesti e alla società terrestre?

      42 Togliendo il Serpente e i suoi demoni dalle vicinanze della terra e scagliandoli nell’“abisso” e suggellandoveli, legati come con catene, per i prossimi mille anni. Rivelazione 20:1-3 lo raffigura non come parte della guerra di Har-Maghedon, ma come un seguito di quella guerra. (Genesi 3:15; Romani 16:20; Luca 10:18-20) Così i “cieli” satanici vecchi di epoche che han sovrastato la terrestre società umana saranno per sempre spazzati via, e i messianici “nuovi cieli” di Dio si estenderanno per la benedizione sopra la nuova terrestre società umana. Quale trionfale realizzazione avranno allora le parole dell’apostolo Pietro, il quale, dopo aver descritto la distruzione dei vecchi cieli e terra simbolici, incoraggia tutti i veri adoratori di Geova Dio, dicendo: “Secondo la sua promessa noi aspettiamo nuovi cieli e nuova terra, e in questi dimorerà la giustizia”. — 2 Pietro 3:7-13; Rivelazione 20:11; 21:1; Isaia 65:17.

  • Reso sacro il settimo “giorno” creativo
    L’“eterno proposito” di Dio ora trionfa per il bene dell’uomo
    • Capitolo XV

      Reso sacro il settimo “giorno” creativo

      1, 2. (a) Con la ferita del grande Serpente, perverrà l’“eterno proposito” di Dio al suo pieno adempimento? (b) Secondo il proposito di Dio chi doveva ricevere beneficio dalla ferita del Serpente?

      PER IL bene sempiterno del genere umano, il trionfo lungamente atteso dell’“eterno proposito che [Dio] formò riguardo al Cristo, Gesù nostro Signore”, è vicino. Non è questo qualche cosa per cui vale la pena di vivere, qualche cosa da vedere e da cui ricevere beneficio con indicibile gioia? Il sopravvissuto rimanente dell’Israele spirituale e la “grande folla” dei conservi testimoni di Geova vedranno tale trionfo e ne riceveranno i benefici per un tempo che non avrà fine. Ma l’“eterno proposito” di Dio riguardo al “seme” della Sua “donna” celeste non sarà pervenuto allora al suo pieno adempimento. Dovrà conseguire ulteriori trionfi durante i mille anni assegnati al regno del Messia Gesù e ai 144.000 membri associati del “seme di Abraamo” e sino alla fine di tale periodo. (Rivelazione 20:4-6; Galati 3:8, 16, 29) In che modo?

      2 Ebbene, fu “eterno proposito” di Dio che il genere umano, che era nato nel peccato e soggetto alla morte, ricevesse beneficio dalla ferita alla testa del grande Serpente. Secondo la promessa che Dio fece ad Abraamo, tutte le famiglie della terra e tutte le nazioni si dovrebbero benedire, procurandosi una benedizione eterna, per mezzo dello spirituale “seme” di Abraamo. (Genesi 12:3; 22:18) I mille anni del regno di Cristo concederanno il tempo per tale opera di benedizione.

      3. Per la realizzazione di quale originale proposito di Dio dovrà esserci sulla terra un regno di mille anni, e da parte di chi?

      3 Il Messia Gesù e i suoi glorificati 144.000 re e sottosacerdoti con lui associati avranno in mente l’originale proposito che Dio il Creatore si prefisse quando mise l’uomo nel Giardino di Eden sulla terra. Questo consisteva nel far fiorire tutta la terra come un globale Giardino di Eden. In origine fu inalterabile proposito di Dio far empire quest’intera terra paradisiaca di perfetti uomini e donne giusti, onde questi vi dimorassero per i secoli dei secoli in pacifica e amorevole relazione con il loro Padre celeste quali componenti della sua universale famiglia di cielo e terra, componenti della Sua organizzazione universale. Tutti i pesci del mare e le creature volatili dei cieli e tutte le creature viventi che si muovono sulla terra, domestiche e selvagge, sarebbero stati in sicura, innocua sottomissione a questa santa razza umana. (Genesi 1:26-31; Isaia 45:18; Salmo 115:16; 104:5) Per la realizzazione di ciò, l’originale proposito di Dio, il “seme” della celeste “donna” di Dio deve regnare mille anni. L’opera di compiere ciò fu assegnata al Messia Gesù, il quale, quando fu sulla terra, fu chiamato “il Figlio dell’uomo”. — Salmo 8:4-8; Ebrei 2:5-9.

      4. Perché dopo la glorificazione del rimanente dell’Israele spirituale, quelli della sopravvissuta “grande folla” non saranno i soli uomini rimasti a occupare la terra?

      4 Di conseguenza, dopo che il superstite rimanente dell’Israele spirituale avrà finito il suo corso sulla terra e sarà stato glorificato con il regnante Messia Gesù e tutti i suoi altri coeredi, la “grande folla” degli altri superstiti della “tribolazione” non saranno lasciati soli sulla terra purificata. Essi saranno troppo pochi per ‘empire la terra’. Inoltre, non furono i soli riscattati mediante il perfetto sacrificio umano del Signore Gesù Cristo; gli fu ferito “il calcagno” affinché “gustasse la morte per ogni uomo”; egli “diede se stesso quale riscatto corrispondente per tutti”. (Ebrei 2:9; 1 Timoteo 2:5, 6) La grande maggioranza di tali riscattati è ora morta nella comune tomba del genere umano. Come sarà permesso loro di ricevere il beneficio del riscatto del Messia? Mediante la promessa risurrezione dei morti. (Giobbe 14:13, 14; Isaia 26:19; Matteo 22:31, 32; Giovanni 5:28, 29; Atti 24:15; Rivelazione 20:12-14) Così alla sopravvissuta “grande folla” si uniranno quei miliardi di risuscitati, essendo tutti discendenti di quella originale coppia umana, Adamo ed Eva. Quale globale riunione familiare!

      5. (a) Quale altro proposito di Dio c’era che Cristo e i suoi 144.000 avrebbero dovuto adempiere? (b) Come Dio si riposava nel suo settimo “giorno” creativo?

      5 Ora c’è uno speciale proposito che il regnante Gesù Cristo e i suoi 144.000 coeredi devono adempiere. Quale? Quello di fare del settimo “giorno” creativo di Dio un giorno benedetto, un giorno sacro. Dopo che Dio creò Adamo ed Eva e diede loro il mandato di lavorare, ponendo dinanzi a loro lo scopo della loro vita nel Paradiso, il sesto “giorno” creativo di Dio finì e cominciò il settimo “giorno” creativo, circa seimila anni fa. Egli ordinò questo “giorno” creativo come un “giorno” di Sabato per Se stesso. In esso egli avrebbe desistito dalla terrestre opera creativa, riposandosi da tale opera non a causa di stanchezza, ma per farsi adorare dalla prima coppia umana e dai loro discendenti come loro solo vivente e vero Dio da servire, adempiendo il servizio che aveva loro assegnato. Sapeva che il suo proposito espresso a loro riguardo poteva essere adempiuto nel successivo periodo di settemila anni, il Suo “giorno” di Sabato.

      “Dio benediceva il settimo giorno e lo rendeva sacro, perché in esso effettivamente egli si riposa da tutta la sua opera che Dio ha creata allo scopo di farla”. — Genesi 2:3.

      6. (a) Come il settimo “giorno” creativo di Dio è stato profanato come Suo giorno di Sabato? (b) Ciò nondimeno, come Dio ne farà un “giorno” benedetto, sacro?

      6 Subito dopo il figlio spirituale di Dio che fece di se stesso Satana il Diavolo profanava quel santo settimo “giorno” creativo di Geova Dio. Per seimila anni è stato permesso a lui e al suo “seme” di continuare a sforzarsi per farlo sembrare un “giorno” maledetto, non sacro, turbando il “riposo” di Dio, nel tentativo di fargli violare il “giorno” di Sabato che si è imposto. Ma invano! Durante i mille anni che il grande Serpente e il suo “seme” demonico sono nell’abisso, Geova Dio capovolgerà tutta la malvagità che tali profanatori del Sabato di Geova han compiuta sulla terra. Per mezzo del regno millenario del suo Figlio Gesù Cristo, Geova Dio eleverà la razza umana, che discese dalla prima originale coppia umana, riportandola alla perfezione e alla purezza umane, essendo stati distrutti soltanto i ribelli e disubbidienti della razza perché non avranno avuto rispetto per il grande “giorno” di Sabato di Geova Dio. (Rivelazione 20:14, 15) Sulla terra il Paradiso sarà restaurato ed esteso alla terra intera. Tutta la terra sarà piena di genere umano disceso dalla prima coppia umana, essendo allora tutta la terra soggiogata. — Genesi 1:28.

      7. Quale preghiera insegnata da Gesù sarà così adempiuta, e come egli mostrerà quindi di riconoscere la sovranità universale di Geova?

      7 Mediante l’adempimento dell’“eterno proposito che [Dio] formò riguardo al Cristo, Gesù nostro Signore”, il settimo “giorno” creativo di Dio finirà benedetto, sacro, santificato. Avendo Geova benedetto tale “giorno” seimila anni fa e avendolo quindi reso sacro, esso non sarà stato contrastato a Suo eterno biasimo. La preghiera messianica: “Venga il tuo regno. Si compia la tua volontà, come in cielo, anche sulla terra”, si sarà gloriosamente adempiuta. (Matteo 6:10) Essendo servito all’“eterno proposito” di Geova per il trionfo di tale proposito a onore di Dio, quindi Gesù Cristo ‘consegnerà il regno al suo Dio e Padre’, sottoponendosi così al Sovrano Universale, Geova l’Altissimo. (1 Corinti 15:24-28) Lealmente egli rivendica la sovranità universale di Geova.

      GIUSTIFICATO L’UBBIDIENTE GENERE UMANO PER LA VITA ETERNA

      8. In quale posizione sarà allora dinanzi a Dio il restaurato genere umano, e che cosa farà Egli prima di giustificare chiunque per la vita eterna?

      8 Il ristabilito genere umano è ora per proprio conto, esattamente come lo furono gli innocenti Adamo ed Eva perfetti nel Giardino d’Eden quando Dio assegnò loro il sacro servizio che Gli dovevano rendere. Fra il ristabilito genere umano sulla terra paradisiaca, chi rimarrà leale all’universale sovranità e divinità dell’amorevole Creatore, Geova la Fonte di ogni vita? Chi sarà da Lui giustificato o dichiarato giusto perché viva in eterno sulla terra paradisiaca? Per mettere alla prova tutto il restaurato genere umano su questa vitale questione, Geova accetta il regno consegnato da Gesù Cristo e fa rilasciare dal loro abisso il grande Serpente e i suoi demoni. Egli lascia che questi non riformati ribelli spirituali cerchino di tentare e sviare di nuovo il genere umano.

      9. (a) Che cosa accadrà ai ristabiliti uomini che cederanno all’inganno del Serpente e dei suoi demoni? (b) Come si compirà la parte finale dell’“eterno proposito” di Dio?

      9 Geova non nega che alcuni del restaurato genere umano si faranno sviare da Satana e dai suoi demoni, proprio come fecero nel Giardino d’Eden i perfetti Adamo ed Eva. Egli permette di far questo a una folla non numerata. Quando la prova sarà stata permessa in piena misura e avrà diviso in maniera inalterabile il genere umano in quanto alla posizione assunta dagli individui rispetto alla sovranità universale e alla divinità, la distruzione si abbatterà dal cielo sui ribelli umani. Infine, verrà la volta d’esser distrutti per Satana il Diavolo, il grande profanatore del Sabato di Geova, e per il suo “seme” demonico. Senza dubbio questo sarà compiuto per mezzo del “seme” della celeste “donna” di Dio, poiché a tale “seme” fu dato l’incarico di ferire “la testa” del Serpente, conforme all’“eterno proposito” di Dio espresso nel Giardino d’Eden. (Genesi 3:15) Per Satana il Diavolo e per i suoi demoni non ci sarà nessun ritorno nell’abisso, ma la loro parte sarà la distruzione completa come con fuoco mischiato a zolfo. Non ci sarà nessuna temporanea ripresa da questo stadio finale dello schiacciamento della testa del grande Serpente. Non gli sarà concessa nessuna ulteriore opportunità d’agire come Tentatore. — Rivelazione 20:7-10.

      10. Come saranno ricompensati quelli che si saranno mostrati leali alla sovranità e alla divinità di Geova?

      10 Quale glorioso trionfo sarà questo per l’“eterno proposito che [Dio] formò riguardo al Cristo, Gesù nostro Signore”! Quelli del restaurato genere umano, che avranno dimostrato la loro immutabile determinazione di rendere servizio e ubbidienza a Geova quale Sovrano Universale e solo vivente e vero Dio, saranno da Lui dichiarati giusti. A questi giustificati egli conferirà in compenso il dono della vita eterna nell’imperituro Paradiso terrestre, lo sgabello dei piedi di Dio. (Isaia 66:1) Egli darà alla loro vita senza fine uno scopo sempre soddisfacente e stimolante, a Sua gloria mediante il Suo Cristo, Gesù nostro Signore. (Rivelazione 21:1-5) Alleluia! — Salmo 150:6.

      11. Quale cosa eccellente abbiamo da fare riguardo a questo incomparabile proposito di Dio?

      11 Ecco per il genere umano una prospettiva senza paragoni! È per quelli che ora mettono la loro vita in armonia con l’“eterno proposito” di Dio. Non potrebbe esserci nulla di più eccellente che fare del proposito di Dio il nostro proposito.

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