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    Annuario dei Testimoni di Geova del 1976
    • Molti che negli anni successivi alla morte di C. T. Russell si erano ritirati non fecero attiva opposizione ai loro precedenti associati cristiani. Alcuni tornarono, si pentirono delle loro azioni e si associarono di nuovo con il popolo di Dio. Questo fu un tempo di severe prove, come indica Mabel P. M. Philbrick affermando: “Il mio dolore fu grande allorché capii che il mio proprio padre e la mia matrigna alla quale volevo molto bene, che avevano avuto la speranza celeste, si andavano allontanando. Si compirono molti sforzi e si versarono molte lagrime finché io determinai la condotta da seguire, poiché sapevo bene che chi perdeva la propria corona non poteva attendere di vivere in nessun altro luogo. Il pensiero che avrebbero subìto la seconda morte era insopportabile. Tuttavia, un giorno nella preghiera Geova mi diede molto conforto allorché cominciai pienamente a desiderare che si facesse la sua volontà. All’improvviso cominciai a capire che il suo amore e la sua giustizia erano di gran lunga più grandi dei miei e che se egli non li considerava degni della vita, nemmeno io potevo tenermi stretta a loro, poiché mio padre e mia madre non erano diversi dal padre e dalla madre di qualsiasi altro. Da quel momento in poi ebbi pace mentale”.

      Quelli che in quei giorni si separarono dai fedeli servitori di Geova non solo si divisero in sette, ma, nella maggioranza dei casi, il loro numero scemò e le loro attività non ebbero seguito o cessarono del tutto. Di sicuro non adempiono il comando che Gesù diede ai suoi seguaci di predicare la buona notizia in tutta la terra e di far discepoli. — Matt. 24:14; 28:19, 20.

      Quanti abbandonarono il vero cristianesimo durante i critici anni del 1917 e del 1918? Un rapporto incompleto inerente a tutta la terra mostra che alla Commemorazione della morte di Gesù Cristo del 5 aprile 1917 i presenti furono 21.274. (A causa delle difficoltà che nel 1918 esistevano sia dentro l’organizzazione che fuori, le cifre dei presenti quell’anno non furono raccolte). Alla celebrazione della Commemorazione del 13 aprile 1919 un rapporto parziale indicò 17.961 presenti. Sebbene incomplete, queste cifre mostrano chiaramente che assai meno di 4.000 avevano smesso di camminare nel servizio di Dio con i loro precedenti associati.

      CRISTIANI NEL CROGIUOLO

      Negli anni dal 1917 al 1919 gli studenti biblici furono pure oggetto di cospirazione internazionale fomentata in particolar modo dal clero della cristianità. Il mistero compiuto, settimo volume degli Studi sulle Scritture, suscitò la loro ira clericale. Entro sette mesi dall’iniziale presentazione questa pubblicazione ebbe una divulgazione senza paralleli. Gli stampatori esterni della Società furono occupati nell’edizione di 850.000 copie. Alla fine del 1917 il libro era disponibile anche in svedese e francese, ed era in corso la traduzione in altre lingue.

      Il 30 dicembre 1917 cominciò una distribuzione in grandi proporzioni di 10.000.000 di copie di una nuova edizione del volantino di quattro pagine del formato di una rivista Il mensile degli studenti biblici (inglese). Intitolato “La caduta di Babilonia” e con i sottotitoli “L’antica Babilonia fu un tipo — La Babilonia mistica l’antitipo — Perché la cristianità ora deve soffrire; il risultato finale”, conteneva brani del Settimo Volume, con riferimenti molto appropriati al clero. Nell’ultima pagina era stampata una caricatura che mostrava un muro crollante. Alcune pietre avevano parole come “Protestantesimo”, “Teoria del tormento eterno”, “Dottrina della Trinità”, “Successione apostolica” e “Purgatorio”. In base alle Scritture il volantino mostrava che in grande maggioranza i membri del clero “sono stati uomini infedeli, sleali, ingiusti” che più di ogni altra classe sulla terra sono responsabili della guerra che allora infuriava e della grande afflizione che l’avrebbe seguita. Come parte della campagna di distribuzione del volantino, erano estesamente annunciate conferenze pubbliche sullo stesso soggetto che si pronunciavano quel medesimo giorno.

      Vi sarebbe piaciuto distribuire un volantino come quello? C. B. Tvedt ammette che ‘non dimenticherà mai quel particolare giorno’, e afferma: “Era una giornata freddissima, ma il messaggio che dovevo distribuire era di sicuro scottante. . . . Avevo un migliaio di questi fogli da mettere sotto la porta degli appartamenti e a volte da dare direttamente alle persone che avrei incontrate. Non posso negare che preferivo metterli sotto le porte, poiché capivo che questo era un messaggio infuocato e avrebbe dato luogo a ripercussioni esplosive”.

      Verso la fine del 1917 e il principio del 1918 Il mistero compiuto si distribuiva in numero crescente. Adirato, il clero asserì falsamente che certe dichiarazioni di questo libro fossero di natura sediziosa. Erano decisi a “colpire” la Società Torre di Guardia e, come i capi religiosi giudei quando Gesù fu sulla terra, essi volevano che a far questo per loro fosse lo stato. (Si paragoni Matteo 27:1, 2, 20). Gli ecclesiastici sia cattolici che protestanti rappresentarono falsamente gli studenti biblici come al servizio del governo tedesco. Per esempio, riferendosi all’opera dell’Associazione Internazionale degli Studenti Biblici, ente legale del popolo di Dio, il dott. Case della Scuola Teologica dell’Università di Chicago pubblicò questa dichiarazione: “Ogni settimana si spendono duemila dollari per divulgare la loro dottrina. Da dove venga il denaro non si sa; ma c’è un forte sospetto che provenga da fonti tedesche. A mio giudizio, i fondi sarebbero un profittevole campo di investigazione governativa”.

      “Questo, rafforzato da accuse simili di altri ecclesiastici nominali, evidentemente influì sull’azione di agenti del servizio segreto dell’esercito che presero i registri del tesoriere della Società”, disse La Torre di Guardia (inglese) del 15 aprile 1918. Essa proseguì: “Senza dubbio le autorità hanno pensato di trovare qualche prova per confermare l’accusa che la nostra Società lavori per gli interessi del governo tedesco. Naturalmente, i registri non rivelano nulla del genere. Tutto il denaro usato dalla nostra Società è offerto da quelli che si interessano esclusivamente della predicazione del Vangelo di Gesù Cristo e del suo regno”. La pubblicità fatta dai giornali di tutta la nazione sul sequestro dei registri della Società tendeva a suscitare sospetti.

      Il 12 febbraio 1918 fu una data segnata per il popolo di Dio nel Canada. La Società Torre di Guardia fu allora messa al bando in tutto quel paese. Un dispaccio della pubblica stampa dichiarò: “Il segretario di stato, secondo i regolamenti per la censura della stampa, ha emanato l’ordine che proibisce nel Canada il possesso di parecchie pubblicazioni, fra cui è il libro pubblicato dall’Associazione Internazionale degli Studenti Biblici intitolato ‘Studi sulle Scritture — Il mistero compiuto’, in genere noto come pubblicazione postuma del pastore Russell. È pure proibita nel Canada la divulgazione del ‘Mensile degli Studenti Biblici’, pure stampato da questa Associazione nella sua sede di Brooklyn, in New York. Il possesso di qualsiasi libro proibito espone il possessore a un’ammenda non superiore a 5.000 dollari e a cinque anni di prigione”.

      Perché fu emesso il bando? Il Tribune di Winnipeg, nel Manitoba, fece luce su ciò, dicendo: “Si asserisce che le pubblicazioni messe al bando contengano dichiarazioni sediziose e contrarie alla guerra. Brani di uno dei più recenti numeri del ‘Mensile degli studenti biblici’ furono denunciati dal pulpito alcune settimane fa dal rev. Charles G. Paterson, pastore della chiesa di S. Stefano. Il procuratore generale Johnson mandò a chiedere in seguito al rev. Paterson una copia della pubblicazione. Si crede che il diretto risultato sia l’ordine del censore”.

      Non molto tempo dopo il bando di ispirazione clericale del Canada, divenne evidente la natura internazionale della cospirazione. Nel febbraio del 1918 il servizio segreto dell’esercito degli Stati Uniti della città di New York cominciò a investigare sulla sede della Società Torre di Guardia. Non solo era stato falsamente dichiarato che la Società fosse in contatto col nemico tedesco; era stato anche menzogneramente detto al governo degli Stati Uniti che la sede principale della Società a Brooklyn fosse un centro per trasmettere messaggi al regime tedesco. Infine la stampa pubblica riferì che agenti governativi si erano impadroniti di un apparecchio radio installato nella casa Betel e pronto per l’uso. Ma quali erano i fatti?

      Nel 1915 fu data a C. T. Russell una piccola radio ricevente. Personalmente egli non se ne interessò troppo, ma fu messa un’antenna sul tetto della casa Betel e ad alcuni fratelli più giovani fu data l’opportunità di imparare a far funzionare l’apparecchio. Tuttavia, non avevano molto successo nel captare le trasmissioni. Quando gli Stati Uniti stavano per entrare in guerra si richiese che tutti gli apparecchi radio fossero smontati. Quindi l’antenna fu tolta e l’asta fu segata e usata per altri scopi, mentre l’apparecchio stesso fu accuratamente imballato e messo via nello studio artistico della Società. Non era stato affatto usato per più di due anni quando in una conversazione con un componente della famiglia Betel fu detto a due uomini del servizio segreto che c’era l’apparecchio radio. Essi furono accompagnati sul tetto e fu mostrato loro dov’era in precedenza. Quindi fu mostrato loro l’apparecchio stesso, tutto imballato. Dietro consenso, questi uomini lo portarono via perché non c’era modo di usarlo alla Betel. L’apparecchio era solo una radio ricevente, non trasmittente. Nella Betel non ci fu mai un apparecchio per la diffusione di messaggi. Era quindi impossibile trasmettere notizie in qualsiasi luogo.

      Opposizioni e pressioni continuarono ad aumentare contro il popolo di Geova. Il 24 febbraio 1918 J. F. Rutherford pronunciò a Los Angeles, in California, una conferenza pubblica a un uditorio di 3.500 persone. La mattina dopo il Tribune di Los Angeles stampò sulla conferenza un articolo di un’intera pagina. Questo suscitò l’indignazione degli ecclesiastici locali. Il lunedì mattina l’associazione dei ministri tenne una riunione e mandò il suo presidente ai direttori del giornale, richiedendo di spiegare perché avevano pubblicato tante notizie sulla conferenza. Il giovedì seguente il servizio segreto dell’esercito si impossessò della sede degli studenti biblici di Los Angeles e prese anche molte pubblicazioni della Società.

      Il lunedì 4 marzo 1918 ci fu a Scranton, in Pennsylvania, l’arresto di Clayton J. Woodworth (uno dei compilatori del Mistero compiuto) e di parecchi altri fratelli. Essi furono falsamente accusati di cospirazione e sottoposti a cauzione in attesa di comparire in giudizio a maggio. Per giunta, mentre dall’esterno aumentava rapidamente la pressione contro la Società, più di venti studenti biblici furono detenuti in campi dell’esercito e in prigioni militari perché era stata loro negata l’esenzione militare. Alcuni di essi furono processati dalla corte marziale e condannati a lunghi periodi di detenzione. Il 14 marzo 1918 il Dipartimento della Giustizia degli Stati Uniti definì la distribuzione del Mistero compiuto una violazione della legge sullo spionaggio.

      Una controffensiva da parte del popolo di Dio era necessaria. Si doveva smascherare l’opposizione fomentata dal clero contro l’opera cristiana degli studenti biblici. Quindi, il 15 marzo 1918 la Società Torre di Guardia presentò un volantino di due pagine del formato di una rivista, Notizie del Regno N. 1. Aveva l’intrepida intestazione “Intolleranza religiosa — I seguaci del pastore Russell perseguitati perché dicono la verità al popolo — Il trattamento degli studenti biblici sa di ‘Medio Evo’”. Questo volantino smascherava in effetti la persecuzione di ispirazione clericale contro i cristiani testimoni di Geova in Germania, Canada e Stati Uniti. Se ne distribuirono milioni di copie.

      È interessante che questo volantino diceva: “Riconosciamo che il governo degli Stati Uniti, essendo un’istituzione politica ed economica, ha, secondo la sua legge fondamentale, il potere e l’autorità di dichiarare guerra e di fare la leva dei suoi cittadini per il servizio militare. Noi non abbiamo nessuna intenzione di interferire in nessun modo con la leva o la guerra. Il fatto che alcuni dei nostri membri hanno cercato di valersi della protezione della legge è stato usato come un altro mezzo di persecuzione”.

      Il volantino Notizie del Regno N. 2 fu pubblicato il 15 aprile 1918. La sua rimarchevole intestazione diceva: “‘Il mistero compiuto’ e perché soppresso”. Al sottotitolo “C’è lo zampino degli ecclesiastici”, questo volantino mostrava che il clero incoraggiava gli uffici governativi ad angariare la Società, fare arresti, opporsi al Mistero compiuto ed esercitare pressione sugli studenti biblici perché tagliassero certe pagine (247-253) da quel volume. Inoltre, il volantino spiegava perché gli ecclesiastici si opponevano ai servitori di Geova, ed esso ne chiariva la posizione riguardo alla guerra e anche la credenza sulla vera chiesa.

      Fu messa in circolazione una petizione inerente alla distribuzione di queste Notizie del Regno. Indirizzata al presidente degli Stati Uniti, Wilson, essa diceva: “Noi, sottoscritti Americani, sosteniamo che ogni interferenza del clero nell’indipendente studio della Bibbia è intollerante, antiamericana e anticristiana; e qualsiasi tentativo di unire la chiesa e lo stato è radicalmente errato. Nell’interesse della libertà e della libertà religiosa, protestiamo solennemente contro la soppressione del Mistero compiuto, e rivolgiamo al governo la petizione di annullare ogni restrizione relativa al suo uso, affinché sia permesso al popolo di acquistare, vendere, avere e leggere questa pubblicazione per lo studio della Bibbia senza interferenza o molestia”.

      Il 1º maggio 1918, solo sei settimane dopo la presentazione delle prime Notizie del Regno, fu distribuito il volantino Notizie del Regno N. 3, recante l’intestazione “Infuriano due grandi battaglie, certa la caduta dell’autocrazia” e il sottotitolo “La strategia satanica condannata al fallimento”. Questo numero parlava del Seme della Promessa contro il seme di Satana il Diavolo. (Gen. 3:15) Tracciava lo sviluppo dell’anticristo dalla sua nascita alle opere attuali del clero cattolico e protestante. Intrepidamente questo volantino mostrava come il Diavolo impiegava tali agenti nello sforzo di distruggere sulla terra il rimanente degli unti seguaci di Gesù Cristo.

      Per distribuire i numeri delle Notizie del Regno che allora si stampavano ci voleva coraggio. Alcuni studenti biblici furono arrestati. A volte le provviste delle Notizie del Regno erano temporaneamente confiscate. Benché si trovassero in un crogiuolo di opposizione e persecuzione, i servitori di Geova si mantennero fedeli a Dio e continuarono a compiere la loro opera cristiana.

      COMMESSE ATROCITÀ

      Mentre aumentava l’opposizione da parte del clero e dei laici, furono commesse atrocità contro i servitori di Geova. Facendo un rapporto parziale delle incredibili persecuzioni subìte dagli studenti biblici, una successiva pubblicazione della Società Torre di Guardia in parte diceva:

      “Il 12 aprile 1918 a Medford, nell’Oregon, E. P. Taliaferro fu assalito dalla turba e cacciato dalla città per aver predicato il vangelo e George R. Maynard fu spogliato, coperto di vernice e cacciato dalla città per avere permesso nella sua casa uno studio biblico. . . .

      “Il 17 aprile 1918 a Shawnee, nell’Oklahoma, G. N. Fenn, George M. Brown, L. S. Rogers, W. F. Glass, E. T. Grier e J. T. Tull furono messi in carcere. Durante la causa il pubblico ministero disse: ‘All’inferno la vostra Bibbia; dovreste essere all’inferno con la schiena spezzata; dovreste essere impiccati’. Quando G. F. Wilson, di Oklahoma City, tentò di agire come legale per la difesa, egli pure fu arrestato. A ciascuno fu inflitto il pagamento di un’ammenda di 55 dollari e delle spese; reato: distribuzione di letteratura protestante. Dopo il processo il giudice incoraggiò l’azione delle turbe, ma le turbe furono frustrate.

      “Il 22 aprile 1918 a Kingsville, nel Texas, L. L. Davis e Daniel Toole furono inseguiti da una turba capeggiata dal sindaco e da un giudice della contea e in seguito presi e messi in carcere senza mandato di arresto. Davis fu costretto a lasciare il suo posto di lavoro. Nel maggio 1918 a Tecumseh, nell’Oklahoma, J. J. May fu preso e messo in carcere per tredici mesi in un istituto per malati di mente per ordine di un giudice, dopo essere stato minacciato e maltrattato. La sua famiglia non fu avvertita di ciò che gli era stato fatto. . . .

      “Il 17 marzo 1918 a Grand Junction, nel Colorado, un’adunanza di studio biblico fu interrotta da una turba composta da sindaco, noti giornalisti e altri preminenti uomini d’affari. . . .

      “Il 22 aprile 1918 a Wynnewood, nell’Oklahoma, Claud Watson fu prima messo in carcere e quindi deliberatamente ceduto a una turba composta da predicatori, uomini d’affari e alcuni altri che lo abbatterono, lo fecero frustare da un negro e, quando si fu in parte ripreso, lo fecero frustare di nuovo. Quindi gli versarono su tutto il corpo catrame e piume, strofinandogli il catrame sui capelli e sul cuoio capelluto. Il 29 aprile 1918 a Walnut Ridge, nell’Arkansas, W. B. Duncan, sessantunenne, Edward French, Charles Franke, il sig. Griffin e la sig.ra D. Van Hoesen furono messi in carcere. La turba irruppe nel carcere facendo uso del linguaggio più abietto e osceno, li frustarono, li coprirono di catrame e di piume e li cacciarono dalla città. Duncan fu costretto a camminare per quarantuno chilometri fino alla sua casa e si rimise a stento. Griffin fu praticamente accecato e alcuni mesi dopo morì come conseguenza dell’aggressione”.

      Dopo tutti questi anni, T. H. Siebenlist ricorda bene ciò che accadde a suo padre a Shattuck, nell’Oklahoma. Egli scrive:

      “Nel settembre del 1917 io cominciai a frequentare la scuola e tutto andò bene fin verso marzo quando si richiese che tutti gli scolari acquistassero uno spillo della Croce Rossa. Io portai la nota a mezzogiorno. Mio padre era al lavoro e mia madre a quel tempo sapeva leggere solo il tedesco. Comunque, il fratello Howlett, un fratello pellegrino, visitava la ‘classe’ e si occupò della questione. Non fu comprato nessuno spillo!

      “Fu poco dopo ciò che gli agenti prelevarono mio padre dal lavoro e cercarono di fargli calpestare il libro Il mistero compiuto e salutare la bandiera, questo proprio nella via principale di Shattuck. Egli fu portato in carcere . . .

      “Poco tempo dopo mio padre fu preso di nuovo e trattenuto per altri tre giorni. Questa volta gli diedero pochissimo da mangiare. Il suo rilascio fu questa volta un’altra storia. Verso mezzanotte tre uomini simularono un’‘irruzione’ nel carcere. Misero un sacco sulla testa di mio padre e lo fecero marciare a piedi nudi fino all’estremità ovest della città. Questo era un terreno scabroso e pieno di solani spinosi. Qui lo spogliarono fino alla cintola e lo frustarono con una frusta da calesse che aveva una punta metallica. Quindi gli misero addosso catrame caldo e piume e lo lasciarono per morto. Egli cercò di alzarsi e camminare e di trascinarsi intorno alla città verso sud-est. Quindi intendeva dirigersi a nord e verso casa. Ad ogni modo, un suo amico lo trovò e lo portò a casa. Quella notte io non lo vidi, ma per mia madre fu un colpo terribile, specialmente perché c’era un piccolo bambino in casa, e quando la nonna Siebenlist lo vide svenne. Mio fratello John era nato solo alcuni giorni prima che accadesse tutto questo. Comunque, mia madre sopportò molto bene tutta la tensione, non perdendo mai di vista il potere protettivo di Geova. . . .

      “La nonna e la zia Katie, sorellastra di mio padre, cominciarono a curarlo per riportarlo in vita. Catrame e piume erano penetrati nella sua carne; usarono dunque grasso d’oca per guarire le ferite e gradualmente il catrame venne via. . . . Mio padre non vide mai le loro facce, ma riconobbe le loro voci e sapeva chi erano stati i suoi assalitori. Non lo disse mai loro. Infatti, a volte era difficile fargliene parlare. Tuttavia, si portò quelle cicatrici fino alla tomba”.

      “CAUTI COME SERPENTI”

      Il bando contro Il mistero compiuto e certe altre pubblicazioni cristiane pose i servitori di Geova in difficili circostanze. Dovevano tuttavia fare il lavoro che Dio aveva loro affidato ed essi lo compirono, mostrandosi “cauti come serpenti e innocenti come colombe”. (Matt. 10:16) Conformemente, a volte le pubblicazioni per lo studio biblico venivano nascoste in vari luoghi, forse in una soffitta, o in una fosse del carbone, sotto le tavole del pavimento o nei mobili.

      Il fratello C. W. Miller ci narra questo: “Poiché in questo tempo la nostra casa era la locale sede degli studenti biblici, i fratelli venivano di notte in autocarro a portare letteratura e noi nascondevamo le scatole dei libri in un pollaio, mimetizzato con galline rosse di razza Rhode Island e foglie”.

      Rammentando un incidente che avvenne in quei giorni, il fratello D. D. Reusch scrive: “A casa della famiglia Reed, i libri erano conservati fuori dalla vista, all’esterno nella parte posteriore della casa, e, mentre veniva la polizia, i Reed trattennero il fiato allorché si avvicinò al nascondiglio. Proprio allora cadde dal tetto una grande quantità di neve, coprendo completamente quel posto”.

      “PROGETTA AFFANNO MEDIANTE DECRETO”

      Secoli fa il salmista chiese: “Si alleerà con te il trono che causa avversità mentre progetta affanno mediante decreto?” (Sal. 94:20) I servitori di Geova ubbidiscono sempre a tutte le leggi delle nazioni che non sono in contrasto con le leggi di Dio. Ma, come ci sarebbe da attendere, quando c’è un conflitto tra le richieste dei semplici uomini e le leggi di Dio, i cristiani assumono l’atteggiamento apostolico di “ubbidire a Dio quale governante anziché agli uomini”. (Atti 5:29) A volte leggi buone sono applicate in modo errato nello sforzo di fermare la loro opera. In altri casi, i nemici riescono a far approvare decreti a danno del popolo di Dio.

      La legge sul servizio militare obbligatorio fu approvata dal Congresso degli Stati Uniti il 15 giugno 1917. Imponeva la coscrizione degli uomini abili ma concedeva anche l’esenzione agli uomini che, a causa delle credenze religiose, non potevano prendere parte alla guerra. Da tutto il paese molti giovani scrissero alla Società Torre di Guardia chiedendo al giudice Rutherford quale condotta dovevano tenere. Riguardo a ciò egli in seguito disse: “Molti giovani del paese mi chiesero quale condotta dovevano tenere a questo riguardo. In ogni caso ai giovani che lo chiedevano davo consiglio in questo senso, cioè: ‘Se in coscienza non puoi prendere parte alla guerra, il Comma 3 della legge sul servizio militare obbligatorio stabilisce che tu presenti una domanda per l’esenzione. Ti dovresti far registrare e dovresti presentare una domanda di esenzione, spiegando la ragione, e il consiglio di leva trasmetterà la tua domanda’. Non diedi mai loro più che il consiglio di valersi della legge del Congresso. Insistei sempre che ogni cittadino doveva ubbidire alla legge del paese finché quella legge non era in contrasto con la legge di Dio”.

      All’epoca della prima guerra mondiale venne alla luce una netta cospirazione contro i servitori di Geova. Per promuoverla, nel 1917 molti ecclesiastici tennero una conferenza a Filadelfia, in Pennsylvania. Lì nominarono un comitato perché andasse alla capitale della nazione, Washington, nel Distretto di Columbia, a insistere sulla revisione della legge sul servizio militare obbligatorio e della legge sullo spionaggio. Il comitato andò al Dipartimento della Giustizia. Su richiesta degli ecclesiastici, un membro del dipartimento, John Lord O’Brian, fu scelto per preparare un emendamento alla legge sullo spionaggio e farlo presentare al Senato degli Stati Uniti. Questo emendamento stabiliva che ogni reato commesso in violazione della legge sullo spionaggio doveva essere dibattuto da una corte militare e che ai colpevoli si doveva infliggere la pena di morte. Comunque, la proposta di legge non fu approvata.

      Un provvedimento noto come “Emendamento France” fu presentato al tempo in cui il Congresso si accingeva a emendare la legge sullo spionaggio. Questo emendamento esentava dal provvedimento della legge qualsiasi persona che dichiarasse “ciò che è vero, con buoni motivi e per fini giustificabili”.

      Comunque, il 4 maggio 1918 il senatore Overman fece inserire nel Congressional Record (4 maggio 1918, pagine 6052, 6053) un appunto del procuratore generale. In parte, esso dichiarava:

      “L’opinione del servizio segreto dei militari è interamente contraria all’emendamento alla legge sullo spionaggio nel senso che il comma 3, I Titolo, non si applicherà a quelli che dichiareranno ‘ciò che è vero, con buoni motivi e per fini giustificabili’.

      “L’esperienza insegna che un tale emendamento annullerebbe in notevole grado il valore della legge e farebbe di ogni processo un dibattito accademico su enigmi insolubili circa ciò che è vero. I motivi umani sono troppo complicati per essere discussi, e la parola ‘giustificabili’ è troppo elastica per essere di uso pratico. . . .

      “Uno dei più pericolosi esempi di questa sorta di propaganda è il libro chiamato ‘Il mistero compiuto’, opera scritta con linguaggio estremamente religioso e distribuita in enorme numero. Il suo unico effetto è quello di indurre i soldati a screditare la nostra causa e a ispirare in patria un sentimento di resistenza alla leva.

      “Le Notizie del Regno, di Brooklyn, stampano una petizione che chiede di abrogare le restrizioni sul ‘Mistero compiuto’ e su opere simili, ‘così che sia permesso al popolo di acquistare, vendere, avere e leggere questa pubblicazione per lo studio della Bibbia senza interferenza o molestia’. L’approvazione di questo emendamento riaprirebbe i nostri campi a questa velenosa influenza.

      “L’Associazione Internazionale degli Studenti Biblici pretende di avere i motivi più religiosi, tuttavia abbiamo riscontrato che la sua sede principale è stata da molto tempo denunciata come il ritrovo di agenti tedeschi. . . .

      “L’approvazione di questo emendamento indebolirebbe grandemente l’efficienza americana e non aiuterebbe altri che il nemico. In guerra contano i risultati, non i motivi, perciò la legge e i suoi esecutori dovrebbero preoccuparsi di procurare risultati desiderabili e impedire quelli pericolosi, lasciando i motivi alla misericordia dei giudici o alla prospettiva degli storici”.

      Come conseguenza di questi sforzi del Dipartimento della Giustizia, l’emendata legge sullo spionaggio fu approvata il 16 maggio 1918 senza l’“Emendamento France”.

      “SAPPIAMO COME PRENDERVI, E VI PRENDEREMO!”

      Verso questo tempo, alcuni giovani associati agli studenti biblici ricevettero la chiamata per il servizio militare e, come obiettori di coscienza, furono mandati al Campo Upton di Long Island, in New York. Questo campo era al comando del generale James Franklin Bell. Egli visitò J. F. Rutherford nel suo ufficio e cercò di indurlo a dare istruzione a questi uomini perché facessero qualsiasi servizio Bell assegnasse loro, sia in marina che altrove. Rutherford si rifiutò. Il generale insisté e infine Rutherford scrisse una lettera che, in sostanza, diceva: “Ciascuno di voi deve decidere per proprio conto se desidera fare l’attivo servizio militare o no. Fate ciò che considerate sia vostro dovere e ciò che è giusto alla vista di Dio Onnipotente”. Questa lettera non soddisfece affatto Bell.

      Alcuni giorni dopo, J. F. Rutherford e W. E. Van Amburgh visitarono il generale Bell nel Campo Upton. Bell, alla presenza del suo aiutante di campo e di Van Amburgh, parlò a Rutherford della conferenza degli ecclesiastici tenuta a Filadelfia. Menzionò la loro scelta di John Lord O’Brian per presentare la questione al Senato, perché si prendesse in considerazione una proposta di legge secondo cui tutti i casi contro la legge sullo spionaggio sarebbero stati dibattuti dinanzi a una corte militare, e la pena sarebbe stata la morte. Il generale Bell “mostrò considerevole ardore”, secondo Rutherford, che riferì: “Davanti a lui era sulla sua scrivania un mucchio di carte, e con l’indice egli batté su queste e, rivolgendosi a me, con vero risentimento disse: ‘Quella proposta di legge non è stata approvata, perché Wilson l’ha impedito; ma noi sappiamo come prendervi, e vi prenderemo!’ A questa dichiarazione io risposi: ‘Generale, saprà dove trovarmi’”.

      COLPO MORTALE AI “DUE TESTIMONI”

      Dopo i primi di ottobre del 1914, gli unti seguaci di Cristo proclamavano che i Tempi dei Gentili erano finiti e che le nazioni si avvicinavano alla loro distruzione in Armaghedon. (Luca 21:24; Riv. 16:14-16) Questi figurativi “due testimoni” dichiararono questo messaggio di cordoglio alle nazioni per 1.260 giorni, o per tre anni e mezzo (dal 4/5 ottobre 1914 al 26/27 marzo 1918). Quindi il bestiale sistema politico del Diavolo fece guerra contro i “due testimoni” di Dio, infine ‘uccidendoli’ in quanto alla loro tormentosa opera di profetizzare “vestiti di sacco”, con gran sollievo dei loro nemici religiosi, politici, militari e giudiziari. (Riv. 11:3-7; 13:1) Questa era la profezia, e fu adempiuta. Ma come?

      Il 7 maggio 1918 la Corte Distrettuale degli Stati Uniti per il Distretto Orientale di New York emise un mandato di cattura per certi principali servitori della Società Torre di Guardia. Vi erano implicati il presidente J. F. Rutherford, il segretario-tesoriere W. E. Van Amburgh, Clayton J. Woodworth e George H. Fisher (i due compilatori del Mistero compiuto), F. H. Robison (componente del comitato di redazione de La Torre di Guardia), A. H. Macmillan, R. J. Martin e Giovanni DeCecca.

      Proprio il giorno dopo, 8 maggio 1918, quelli di questo gruppo che erano alla Betel di Brooklyn furono arrestati. Infine furono tutti detenuti. Poco tempo dopo furono chiamati dinanzi alla Corte Federale sotto la presidenza del giudice Garvin. Tutti andavano incontro all’incriminazione precedentemente rinviata dal gran giurì, con l’accusa di

      “(1, 3) Reato di avere illegalmente, delittuosamente e volontariamente indotto e tentato di indurre all’insubordinazione, alla slealtà e al rifiuto del servizio nelle forze militari e navali degli Stati Uniti d’America, in, per mezzo e con personali sollecitazioni, lettere, discorsi pubblici, distribuzione e divulgazione pubblica in tutti gli Stati Uniti d’America di un certo libro chiamato ‘Settimo Volume — STUDI SULLE SCRITTURE — Il mistero compiuto’; e di aver distribuito e divulgato pubblicamente in tutti gli Stati Uniti certi articoli presentati in opuscoli chiamati ‘MENSILE DEGLI STUDENTI BIBLICI’, ‘LA TORRE DI GUARDIA’, ‘NOTIZIE DEL REGNO’ e altri opuscoli non nominati, eccetera;

      “(2, 4) Reato di avere illegalmente, delittuosamente e volontariamente ostacolato il reclutamento e l’iscrizione per il servizio di leva degli Stati Uniti quando gli Stati Uniti erano in guerra”.

      Principalmente, l’incriminazione si basava su un paragrafo del Mistero compiuto. Esso diceva: “Nel Nuovo Testamento non si incoraggia in nessun luogo il patriottismo (un meschino odio contro altri popoli). In ogni luogo e sempre è proibito l’assassinio in ogni sua forma; eppure, sotto il manto del patriottismo i governi civili della terra esigono dagli uomini amanti della pace il sacrificio di se stessi e dei loro cari e il massacro dei loro simili, e lo acclamano come un compito richiesto dalle leggi del cielo”.

      I fratelli Rutherford, Van Amburgh, Macmillan e Martin andarono incontro a una seconda incriminazione per traffico col nemico, in base all’asserzione che i dirigenti della Società avevano mandato 500 dollari al direttore della filiale svizzera della Società a Zurigo. Ciascun fratello accusato fu trattenuto fino al pagamento della cauzione di 2.500 dollari per ciascuna accusa. Essi furono rilasciati dietro pagamento della cauzione e si presentarono dinanzi alla corte il 15 maggio 1918. Il processo fu fissato per il 3 giugno 1918 nella Corte distrettuale degli Stati Uniti per il Distretto Orientale di New York. I fratelli si dichiararono “non colpevoli” di entrambe le incriminazioni e si considerarono completamente innocenti di tutte le accuse.

      Dato il sentimento manifestato nelle udienze preliminari, gli imputati presentarono deposizioni scritte e giurate in cui mostravano perché ritenevano che il giudice Garvin aveva pregiudizi contro di loro. A suo tempo, il giudice distrettuale degli Stati Uniti Harland B. Howe fu chiamato a presiedere il processo. Secondo A. H. Macmillan, sebbene gli imputati fossero inconsapevoli delle vedute di Howe, il governo era al corrente che egli “aveva speciale pregiudizio a favore dell’osservanza della legge e contro gli imputati accusati di averla violata”. Macmillan pure affermò: “Ma non fummo lasciati a lungo all’oscuro. Dalla prima riunione degli avvocati nelle aule giudiziarie prima dell’inizio del processo fu manifesta la sua animosità, ed egli indicò: ‘Darò a questi imputati tutto quello che si meritano’. Comunque, ora era troppo tardi perché i nostri avvocati presentassero una deposizione scritta e giurata circa il pregiudizio da parte del giudice”.

      Macmillan disse che l’incriminazione come fu in origine dichiarata accusava gli imputati di aver fatto parte di una cospirazione in qualche tempo fra il 6 aprile 1917, quando gli Stati Uniti dichiararono guerra, e il 6 maggio 1918. Su richiesta il governo specificò che la data del presunto reato era fra il 15 giugno 1917 e il 6 maggio 1918.

      SCENE NELL’AULA DELLA CORTE

      Gli Stati Uniti erano in guerra. Un processo degli Studenti Biblici con l’accusa di sedizione richiamò quindi grande attenzione. Che dire del sentimento del pubblico? Era a favore di qualsiasi cosa promuovesse lo sforzo bellico. Fuori dell’aula della corte le bande suonavano e i soldati marciavano in giro nelle vicinanze della Sede della Divisione amministrativa di Brooklyn. Dentro l’aula della corte il processo si protrasse per quindici giorni, facendo accumulare una vera e propria montagna di testimonianze. Perché non entrare e vedere quello che accade?

      A. H. Macmillan, uno degli imputati, ci aiuta a capire l’ambiente, poiché in seguito scrisse: “Durante il processo il governo disse che se una persona stava all’angolo della via e ripeteva il Pater noster con l’intenzione di scoraggiare gli uomini dall’arruolarsi nell’esercito, poteva essere mandato al penitenziario. Potete dunque vedere com’era facile interpretare le intenzioni. Essi pensavano di poter dire ciò che un’altra persona pensava, e agirono dunque contro di noi su tale base nonostante che attestassimo di non avere mai in nessun tempo cospirato di fare alcuna cosa per influire sulla leva e di non avere mai incoraggiato nessuno a farle resistenza. Tutto fu inutile. Certi capi religiosi della cristianità e i loro capi politici avevano deciso di prenderci. La procedura legale, con il consenso del giudice Howe, mirava al verdetto di colpevolezza, insistendo che il nostro motivo era non pertinente e che l’intenzione doveva dedursi dalle nostre azioni. Io fui ritenuto colpevole solo in base al fatto che avevo controfirmato un assegno, il cui scopo non poté essere determinato, e che avevo firmato una dichiarazione di fatto che fu letta dal fratello Rutherford a un’adunanza del consiglio. Anche allora non poterono provare che era la mia firma. L’ingiustizia di ciò ci aiutò in seguito nel nostro appello”.

      A un certo punto, fu fatto giurare un ex dirigente della Società. Dopo aver guardato un documento che portava due firme, egli disse di riconoscere una come quella di W. E. Van Amburgh. Qui la Copia del Verbale dice:

      “D. Le mostro il documento 31 perché lo identifichi, e le domando di guardare le due firme o supposte firme, di MacMillan e Va[n] Amburgh, e le chiedo prima in quanto a Van Amburgh, se a suo giudizio questa è una copia ciclostilata della sua firma. R. Penso di sì. La riconosco come tale.

      “D. Quella del sig. MacMillan? R. Quella del sig. MacMillan non è così riconoscibile, ma penso che sia la sua firma”.

      Riguardo alla difesa presentata da quelli che erano sotto processo, il fratello Macmillan in seguito scrisse:

      “Dopo che il governo ebbe finito la sua argomentazione noi presentammo la nostra difesa. In sostanza mostrammo che la Società è un’organizzazione interamente religiosa; che i componenti accettano come princìpi del loro credo la sacra Bibbia come era spiegata da Charles Taze Russell; che C. T. Russell durante la sua vita scrisse e pubblicò sei volumi, Studi sulle Scritture, e già dall’inizio del 1896 promise il settimo volume che avrebbe trattato Ezechiele e Rivelazione; che sul suo letto di morte dichiarò che qualcun altro avrebbe scritto il settimo volume; che poco dopo la sua morte il comitato esecutivo della Società autorizzò C. J. Woodworth e George H. Fisher a scrivere e presentare il manoscritto perché fosse considerato senza nessuna promessa circa la pubblicazione; che il manoscritto su Rivelazione fu completato prima che gli Stati Uniti entrassero in guerra e che tutto il manoscritto sul libro intero (eccetto un capitolo sul Tempio) era nelle mani dello stampatore prima della promulgazione della Legge sullo Spionaggio; quindi, era impossibile che si facesse una cospirazione del genere in violazione della legge come asseriva l’accusa.

      “Testimoniammo che non avevamo mai in nessun tempo fatto un complotto, un accordo o una cospirazione per compiere alcuna cosa riguardo alla leva o per interferire con il governo nel proseguimento della guerra, né avevamo alcun pensiero di farlo; che non avevamo mai avuto nessuna intenzione di interferire in nessuna maniera con la guerra; che la nostra opera era interamente religiosa e in nessun modo politica; che non avevamo sollecitato i componenti e non avevamo mai consigliato o incoraggiato nessuno a resistere alla leva; che le lettere scritte erano indirizzate a quelli che sapevamo erano dedicati cristiani che secondo la legge avevano diritto ai consigli; che non eravamo contrari a che la nazione andasse in guerra, me che come dedicati cristiani non potevamo impegnarci in un combattimento mortale”.

      Ma non tutto ciò che si disse e si fece in quel processo fu aperto e chiaro. Macmillan in seguito riferì: “Alcuni dei nostri che assistevano al processo in seguito mi dissero che uno degli avvocati del governo era uscito nel corridoio, dove parlò a bassa voce con alcuni di quelli che avevano condotto l’opposizione entro la Società. Essi dissero: ‘Non lasciate andare quell’individuo [Macmillan]; è il peggiore del gruppo. Farà continuare le cose se non lo prendete con gli altri’”. Ricordate che in questo tempo uomini ambiziosi avevano cercato di assumere il controllo della Società Torre di Guardia. Non c’è da meravigliarsi se Rutherford in seguito avvertì i fratelli che erano stati lasciati alla Betel in incarichi di responsabilità: “Ci è stato riferito che sette i quali si sono opposti alla Società e alla sua opera durante l’anno passato hanno assistito al processo e hanno aiutato i nostri accusatori. Vi avvertiamo, diletti, di guardarvi dagli insidiosi sforzi di alcuni di loro di adularvi ora nel tentativo di impossessarsi della Società”.

      Infine, dopo il lungo processo, giunse l’atteso giorno della decisione. Il 20 giugno 1918, verso le ore 17, la causa passò alla giuria. J. F. Rutherford in seguito ricordò: “La giuria esitò a lungo prima di emettere il verdetto. Infine il giudice Howe mandò loro parola che dovevano emettere un verdetto di ‘colpevolezza’, come ci disse in seguito uno dei giurati”. Dopo circa quattro ore e mezzo di deliberazione, alle 21,40 la giuria tornò con il verdetto: “Colpevoli”.

      La sentenza fu emessa il 21 giugno. L’aula della corte era piena. Quando fu chiesto se avevamo qualche cosa da dire, gli imputati non risposero. Quindi ci fu la sentenza del giudice Howe. Adiratamente egli disse: “La propaganda religiosa che viene svolta da questi uomini è più dannosa di una divisione di soldati tedeschi. Non solo hanno messo in dubbio i funzionari legislativi del governo e il servizio segreto dell’esercito ma hanno denunciato i ministri di tutte le chiese. La loro punizione dovrebbe essere severa”.

      Lo fu. Sette degli imputati furono condannati a ottanta anni nel penitenziario (venti anni per ciascuno dei quattro capi d’accusa, da scontare simultaneamente). La sentenza per Giovanni DeCecca fu differita, ma infine egli ricevette quarant’anni, o dieci anni per ciascuno degli stessi quattro capi d’accusa. Gli imputati dovevano scontare le loro condanne nel penitenziario statunitense di Atlanta, in Georgia.

      Il processo era durato quindici giorni. Le testimonianze scritte erano state voluminose e i procedimenti spesso ingiusti. Infatti, fu dimostrato in seguito che il processo conteneva oltre 125 errori. Solo alcuni di questi furono necessari alla Corte d’Appello per condannare infine l’intera procedura come ingiusta.

      “Andai e soffrii per tutto il tempo con i fratelli mentre erano sottoposti a questa ingiusta prova”, commenta James Gwin Zea, che fu presente come osservatore. Egli continua: “Mi sembra ancora di vedere il giudice che rifiuta al fratello Rutherford l’opportunità di difendersi. ‘La Bibbia non c’entra in questa corte’, fu il suo commento. Quella sera stetti col fratello M. A. Howlett nella Betel e verso le ventidue giunse la notizia che erano stati condannati. La sentenza su di loro fu emessa il giorno dopo”.

      Nonostante che fossero stati ingiustamente dichiarati colpevoli e che fossero state loro inflitte severe condanne, il fratello Rutherford e i suoi associati furono impavidi. È interessante che il Tribune di New York del 22 giugno 1918 riferì: “Joseph F. Rutherford e sei altri ‘Russelliani’, colpevoli di aver violato la Legge sullo Spionaggio, sono stati condannati ieri a 20 anni nel penitenziario di Atlanta dalla sentenza del giudice Howe. ‘Questo è il giorno più felice della mia vita’, disse il sig. Rutherford mentre usciva dal tribunale per andare nel carcere, ‘scontare la punizione terrena per amore della propria credenza religiosa è uno dei più grandi privilegi che un uomo possa avere’. Una delle più strane dimostrazioni che l’ufficio del maresciallo della Corte Federale di Brooklyn abbia mai vista fu fatta dalle famiglie e dagli intimi amici dei condannati subito dopo che i prigionieri erano stati condotti nella sala del Gran Giurì. L’intero gruppo fece risuonare nel vecchio edificio il motivo ‘Benedetto il legame che ci unisce’. ‘È tutta volontà di Dio’, si dissero l’un l’altro con facce quasi raggianti. ‘Qualche giorno il mondo saprà ciò che tutto questo significa. Frattanto mostriamo gratitudine per la grazia di Dio che ci ha sostenuti in tutte le nostre prove, e attendiamo il grande Giorno che deve venire’”.

      Mentre la causa era in appello, due volte i fratelli cercarono di ottenere la libertà provvisoria su cauzione ma incontrarono l’opposizione, prima del giudice Howe e in seguito del giudice Martin T. Manton. Nel frattempo, furono dapprima tenuti nel carcere di Raymond Street in Brooklyn, “la più sudicia buca in cui io sia mai entrato”, secondo A. H. Macmillan. Clayton J. Woodworth giocosamente lo chiamò “Hotel de Raymondie”. Quella spiacevole permanenza di una settimana fu seguita da un’altra settimana trascorsa nella prigione della città di Long Island. Infine, il quattro luglio, giorno dell’indipendenza degli Stati Uniti, gli uomini ingiustamente condannati furono inviati in treno al penitenziario di Atlanta, in Georgia.

  • Stati Uniti d’America (2)
    Annuario dei Testimoni di Geova del 1976
    • Stati Uniti d’America (2)

      I NEMICI SI RALLEGRANO

      L’incarcerazione di questi cristiani testimoni di Geova fu un figurativo colpo mortale, con gran diletto e sollievo dei loro nemici. Si adempirono le parole di Rivelazione 11:10: “E quelli che dimorano sulla terra si rallegreranno di loro e festeggeranno, e si manderanno doni gli uni gli altri, perché questi due profeti han tormentato quelli che dimorano sulla terra”. I nemici religiosi, giudiziari, militari e politici dei “due testimoni” in effetti ‘si mandarono doni’ gli uni gli altri, in quanto si congratularono gli uni gli altri per la parte che avevano avuta nel riportare una vittoria sui loro tormentatori.

      Nel suo libro Preachers Present Arms, Ray H. Abrams, che considerò il processo di J. F. Rutherford e dei suoi associati, osserva:

      “Un’analisi dell’intera causa porta alla conclusione che le chiese e il clero furono in origine dietro il movimento per sopprimere i Russelliani. . . .

      “Quando la notizia delle sentenze a venti anni giunse ai redattori della stampa religiosa, praticamente ognuna di queste pubblicazioni, grande e piccola, si rallegrò dell’avvenimento. Io non sono stato in grado di scoprire nessuna parola di simpatia in nessun giornale religioso ortodosso. ‘Non può esserci nessun dubbio’, concluse Upton Sinclair, che ‘la persecuzione . . . sorse in parte dal fatto che avevano suscitato l’odio delle organizzazioni religiose “ortodosse’”. Ciò che gli sforzi combinati delle chiese non erano riusciti a fare sembrò che ora il governo riuscisse a compiere per loro: schiacciare per sempre questi ‘profeti di Baal’”.

      OTTIMISMO NONOSTANTE LA ‘CATTIVITÀ BABILONICA’

      Dal 607 al 537 a.E.V. i Giudei languirono come prigionieri nell’antica Babilonia. In modo simile, i dedicati adoratori di Geova unti con il suo spirito santo furono portati in una cattività babilonica ed esiliati dal 1914 al 1918 durante il periodo della prima guerra mondiale. La profondità del loro stato di prigionia la sentirono specialmente quando gli otto fedeli fratelli della sede principale della Società furono incarcerati nel penitenziario federale di Atlanta.

      Ma durante questo intero periodo di difficoltà, non mancò di stamparsi nemmeno un numero de La Torre di Guardia. Un nominato comitato editoriale continuò la diffusione del periodico. Per giunta, nonostante le difficoltà incontrate in quel tempo, l’attitudine mostrata dai fedeli studenti biblici fu esemplare. Il fratello T. J. Sullivan osservò: “Fu mio privilegio visitare la Betel di Brooklyn verso la fine dell’estate del 1918, durante l’incarcerazione dei fratelli. I fratelli incaricati dell’opera nella Betel non erano affatto timorosi o scoraggiati. Infatti, era vero il contrario. Erano ottimistici e fiduciosi che infine Geova avrebbe dato al suo popolo la vittoria. Io ebbi il privilegio di essere alla tavola della colazione il lunedì mattina quando i fratelli mandati in assegnazioni di fine settimana facevano i loro rapporti. Si otteneva un eccellente quadro della situazione. In ogni caso i fratelli erano fiduciosi, in attesa che Geova continuasse a dirigere ulteriormente le loro attività”.

      È interessante che una mattina dopo il processo del fratello Rutherford e dei suoi associati, R. H. Barber ricevette una telefonata da Rutherford che gli chiedeva di venire alla stazione di Pennsylvania, dove i fratelli attendevano da parecchie ore un treno diretto ad Atlanta. Il fratello Barber e alcuni altri corsero alla stazione. Lì il fratello Rutherford disse che se i fratelli della sede principale fossero stati troppo angariati dalla polizia, avrebbero dovuto vendere la Betel e il Tabernacolo di Brooklyn e trasferirsi a Filadelfia, Harrisburg o Pittsburgh, poiché la Società Torre di Guardia era una società di Pennsylvania. Furono suggeriti i prezzi di 60.000 dollari per la Betel e 25.000 dollari per il Tabernacolo.

      Come andarono le cose? Ebbene, quelli che allora erano incaricati della Società incontrarono in effetti molti problemi. Per esempio, c’erano penurie di carta e di carbone. Il patriottismo cresceva ed erratamente molti consideravano i cristiani testimoni di Geova come traditori. A Brooklyn c’era grande animosità contro la Società, e sembrava impossibile continuare a operarvi. Quindi, il comitato esecutivo che era incaricato della sede principale si consultò con altri fratelli e si decise che era meglio vendere il Tabernacolo di Brooklyn e chiudere la casa Betel. Secondo i ricordi di R. H. Barber, il Tabernacolo fu infine venduto per 16.000 dollari. Più tardi si presero tutte le necessarie disposizioni per vendere la Betel al governo eccetto il trasferimento del denaro. Ma qualcosa si interpose: l’armistizio. La vendita non fu mai portata pienamente a termine.

      Il 26 agosto 1918, comunque, era cominciato il trasferimento della sede principale della Società da Brooklyn, in New York, a Pittsburgh, in Pennsylvania. “Mentre ci ripenso”, commenta Hazel Erickson, “posso vedere che sebbene gli studenti biblici fossero stupiti perché i fratelli erano stati imprigionati, non smisero mai di testimoniare. Forse, erano solo un po’ più cauti. La sorella H. M. S. Dixon ricordò che “la fede degli amici rimase forte e le adunanze erano tenute regolarmente”. I cristiani testimoni di Geova continuarono a mostrare fede in Dio. È vero che furono in un crogiuolo di difficoltà e persecuzione. Tuttavia, lo spirito santo di Dio fu su di loro. Se almeno fossero stati in grado di perseverare, di sicuro il Divino li avrebbe salvati dai persecutori e avrebbe loro concesso la liberazione dallo stato di ‘cattività babilonica’!

      I MESI IN PRIGIONE

      A metà del 1918 J. F. Rutherford e i suoi sette associati si trovavano nel penitenziario federale di Atlanta, in Georgia. Una lettera scritta da A. H. Macmillan il 30 agosto 1918 ci permette di guardare dietro quelle mura di prigione. Una copia ceduta a Melvin P. Sargent in parte dice:

      “Senza dubbio vorreste sapere qualche cosa intorno alla condizione in cui ci troviamo in prigione. Vi dirò brevemente alcun cose sulla vita che qui conduciamo. Il fratello Woodworth e io siamo nella stessa cella. La nostra cella è molto pulita, ben arieggiata e illuminata. È di circa m 3 × m 2 × m 2, ha due brande col pagliericcio, due lenzuola, coperte e cuscini, due sedie, un tavolino e abbondanti asciugamani puliti e sapone. Abbiamo anche un armadio in cui tenere i nostri oggetti di toletta. . . .

      “Tutti i fratelli lavorano insieme nella sartoria. Questa è una stanza di m 18 × m 12, ben arieggiata e ben illuminata. Il fratello Woodworth e io facciamo le asole e cuciamo i bottoni sulle camicie e i vestiti della prigione. I fratelli Van Amburgh, Robison, Fisher, Martin e Rutherford fanno, o piuttosto aiutano a fare, giacche e pantaloni per la prigione. In questo reparto lavorano in tutto circa cento uomini. Dal posto dove io lavoro, posso vedere tutti i fratelli, e vi assicuro che è interessante vedere il fratello Van Amburgh a una macchina da cucire, mentre fa la cucitura delle parti orientale e occidentale di un paio di pantaloni. . . . Il fratello Rutherford quasi ha rinunciato alla speranza di imparare mai a mettere insieme una giacca. Non penso che ne abbia ancora finito una, benché vi abbia lavorato per circa tre settimane. Quando lo guardo sembra occupato, ma in realtà penso che trascorra la maggior parte del suo tempo cercando di infilare un ago. [Una guardia lo trattò in modo così irragionevole che alcuni altri prigionieri presero la giacca e la completarono. Infine, il fratello Rutherford fu trasferito in un luogo dove era più ‘a suo agio’: nella biblioteca]. . . .

      “La prima cosa che facciamo dopo essere giunti nelle nostre celle dopo cena è quella di leggere i giornali del pomeriggio. Quindi per un’ora, dalle diciotto alle diciannove, chiunque lo desideri può suonare qualsiasi strumento musicale abbia. Che varietà! Penso che suonino ogni specie di strumento che esiste tranne lo scacciapensieri, e penso di procurarmene uno giacché questa è la sola cosa che so suonare eccetto l’arpa a dieci corde. Durante questo, che il fratello Woodworth chiama ‘l’Inferno di Dante’, giochiamo a domino. Dopo ciò leggiamo l’Aurora o la Bibbia fino al tempo di andare a letto, alle 22, quando si spengono le luci. Il giorno successivo facciamo la stessa cosa, e così via fino al sabato. Il sabato pomeriggio tutti i carcerati escono nel cortile. C’è una partita di baseball che viene giocata bene, a cui gli uomini si interessano molto. Di solito io trascorro il pomeriggio giocando a tennis. Gli altri fratelli passeggiano e conversano. Le differenti classi di uomini si radunano in piccoli gruppi: anarchici, socialisti, falsari, contrabbandieri di liquori, filotedeschi, cassieri di banca, avvocati, farmacisti, medici, borsaioli di treni, scassinatori, ministri religiosi (dei quali ce n’è un buon numero), ecc., ecc., ecc. Durante il pomeriggio la banda della prigione suona diversi motivi scelti”.

      Gli otto studenti biblici incarcerati ebbero opportunità di predicare la buona notizia del regno di Dio agli altri detenuti. Si richiedeva che tutti i prigionieri assistessero la domenica mattina alla funzione nella cappella e quelli che lo desideravano potevano rimanere in seguito per la scuola domenicale. Gli otto fratelli formarono una classe di studio e associazione. Con l’andar del tempo altri detenuti si unirono a loro e i fratelli insegnavano a turno alla classe. Alcuni agenti pure si avvicinavano per ascoltare. L’interesse crebbe finché vi assisterono novanta persone.

      Il potere trasformatore della verità di Dio ebbe un profondo effetto su alcuni detenuti. Per esempio, uno osservò: “Ho settantadue anni, e son dovuto venire dietro le sbarre della prigione per udire la verità. Per questa ragione sono lieto d’essere stato mandato nel penitenziario. Per cinquantasette anni ho rivolto domande ai ministri, e non ha mai potuto avere risposte soddisfacenti. A ogni domanda che ho fatto a questi uomini [agli studenti biblici in prigione] è stata data una risposta che mi ha soddisfatto”.

      Infierì poi l’influenza spagnola e questo pose fine alle lezioni della scuola domenicale. In ogni modo, poco prima che gli otto studenti biblici fossero rilasciati dal penitenziario di Atlanta, tutti i gruppi che avevano istruiti furono uniti e J. F. Rutherford parlò a quelli radunati per circa quarantacinque minuti. Furono presenti alcuni agenti, e molti detenuti versarono lagrime di gioia alla speranza di libertà avvenire per il genere umano sotto il dominio del Regno. Quando furono liberati, gli studenti biblici lasciarono in prigione un piccolo gruppo che rimase fedele.

      ESPRESSIONI DI FIDUCIA

      L’armistizio fu firmato l’11 novembre 1918 e la prima guerra mondiale giunse alla sua fine. Ma gli otto studenti biblici erano ancora in prigione. Vi rimasero mentre i loro conservi credenti tenevano un congresso a Pittsburgh, in Pennsylvania, dal 2 al 5 gennaio 1919. Questa assemblea fu combinata con la molto significativa adunanza annuale della Società Torre di Guardia di Bibbie e Trattati tenuta il sabato 4 gennaio 1919.

      J. F. Rutherford comprese che a questa adunanza della Società gli oppositori entro l’organizzazione avrebbero cercato di sostituire lui e altri dirigenti della Società con uomini di loro scelta. Quel sabato 4 gennaio A. H. Macmillan giocava a tennis nel cortile della prigione. Rutherford lo avvicinò, e, secondo Macmillan, questo è ciò che avvenne:

      “Rutherford disse: ‘Mac, ti voglio parlare’.

      “‘Di che cosa mi vuoi parlare?’

      “‘Ti voglio parlare di ciò che sta accadendo a Pittsburgh’.

      “‘Io vorrei giocare qui questo torneo’.

      “‘Non ti interessa ciò che sta avvenendo? Non sai che oggi si fa l’elezione dei dirigenti? Potresti non essere tenuto in nessun conto ed essere eliminato e noi staremo qui per sempre’.

      “‘Fratello Rutherford’, io dissi, ‘fammiti dire qualche cosa che forse non hai pensato. Questa è la prima volta da che la Società si costituì in ente legale che può divenire chiaramente evidente chi Geova Dio desidera avere come presidente’.

      “‘Che cosa vuoi dire con questo?’

      “‘Voglio dire che all’elezione il fratello Russell aveva il controllo dei voti ed era lui a nominare i diversi dirigenti. Ora essendo noi apparentemente fuori servizio la situazione è diversa. Ma, se uscissimo in tempo da andare a quella riunione, a quell’adunanza della Società, vi arriveremmo e saremmo accettati per prendere il posto del fratello Russell con lo stesso onore che egli ricevette. Potrebbe quindi sembrare come l’opera dell’uomo, non quella di Dio’.

      “Rutherford parve proprio pensieroso e se ne andò via”.

      Quello fu a Pittsburgh un giorno memorabile. “Quando giunse l’ora dell’adunanza della Società, la tensione era alta”, ricorda Mary Hannan. “Osservammo che erano presenti alcuni dell’opposizione, i quali speravano di affidare l’incarico al loro uomo”.

      Fu letta all’uditorio una lettera del fratello Rutherford. In essa mandava affettuosi saluti a tutti e avvertiva di guardarsi dalle principali armi di Satana dell’orgoglio, dell’ambizione e del timore. Mostrando il desiderio di sottomettersi alla volontà di Geova, egli perfino suggeriva umilmente uomini adatti nel caso che si eleggessero altri dirigenti della Società.

      La discussione era continuata per notevole tempo, quando il fratello E. D. Sexton prese la parola, dicendo:

      “Sono appena arrivato. Il mio treno ha fatto quarantotto ore di ritardo, a causa della neve. Ho qualche cosa da dire e per mio proprio conforto è meglio che lo dica ora. Miei cari fratelli, sono venuto qui, come ci siete venuti tutti voi altri, con certe idee in mente, a favore e contro. Potremmo dire, con ogni rispetto per i nostri amici avvocati, che abbiamo parlato ad alcuni altri avvocati. Io trovo che sono molti simili ai medici. Sono a volte in disaccordo. Ma suppongo che quello che dico sia in perfetta armonia con ciò che essi hanno detto. Non c’è nessun ostacolo legale. Se desideriamo rieleggere i nostri fratelli del Sud a qualsiasi incarico possano ricoprire, non riesco a vedere, o a trovare in nessun consiglio che ho ricevuto, come questo possa interferire, in alcun modo o forma, con l’aspetto della loro causa presso la Corte Federale o dinanzi al pubblico.

      “Credo che il massimo complimento che possiamo fare al nostro caro fratello Rutherford sarebbe quello di rieleggerlo come presidente della Società Torre di Guardia di Bibbie e Trattati. Non penso che ci sia alcuna domanda nella mente del pubblico in quanto alla nostra posizione nella questione. Se in alcun modo i nostri fratelli violarono tecnicamente una legge che non compresero, sappiamo che i loro motivi sono buoni. E dinanzi all’Iddio Onnipotente non hanno violato nessuna legge di Dio o dell’uomo. Potremmo manifestare la massima fiducia se rieleggessimo il fratello Rutherford come presidente dell’Associazione.

      “Io non sono un avvocato, ma quando si tratta di legalità della situazione so qualche cosa della legge dei leali. La lealtà è ciò che Dio richiede. Non sono in grado di immaginare che ci sia possibile manifestare una fiducia più grande di quella di fare un’elezione e di rieleggere come presidente il fratello Rutherford”.

      Furono proposte le nomine, fu fatta la votazione e J. F. Rutherford fu eletto presidente, C. A. Wise vicepresidente e W. E. Van Amburgh segretario-tesoriere. Ripensandoci, Anna K. Gardner osserva: “Ci fu un profondo senso di felicità dopo quell’adunanza, vedendo di nuovo la visibile guida di Geova sul suo popolo”.

      La scena si sposta al penitenziario di Atlanta. È la domenica 5 gennaio 1919. J. F. Rutherford batte al muro della cella del fratello Macmillan e dice: “Tira fuori la mano”. A ciò porge a Macmillan un telegramma. Il suo messaggio? Rutherford è stato rieletto presidente. In seguito quel giorno il fratello Rutherford disse ad A. H. Macmillan: “Desidero dirti qualche cosa. Ieri esprimesti un’osservazione sulla quale ho riflettuto circa il fatto che saremmo stati messi al posto del fratello Russell e che avremmo influito sull’elezione se fossimo stati a Pittsburgh e che il Signore non avrebbe avuto l’occasione di mostrare chi voleva. Ebbene, fratello, se mai uscirò di qui, per grazia di Dio eliminerò tutta questa questione del culto della personalità. Per di più, prenderò la spada della verità, e farò uscire le interiora alla vecchia Babilonia. Ci hanno messo qui dentro, ma ne usciremo fuori”. Rutherford mantenne la parola. Dal tempo del suo rilascio fino alla sua morte all’inizio del 1942, adempì questa promessa smascherando la malvagità della falsa religione.

      SFORZI PER OTTENERE IL RILASCIO

      Nel febbraio del 1919 fu iniziata da certi giornali un’agitazione nazionale per far rilasciare J. F. Rutherford e i suoi associati tenuti in carcere. Migliaia di lettere furono scritte dagli studenti biblici a editori di giornali, deputati, senatori e governatori, sollecitando un’azione a favore degli otto cristiani tenuti in prigione. Molti che ricevettero tali richieste si espressero a favore del rilascio e indicarono che avrebbero fatto qualche cosa per aiutarli.

      Per esempio, una lettera del deputato E. W. Saunders della Virginia diceva: “Ho ricevuto la vostra lettera riguardante il caso degli studenti biblici che ora sono detenuti in Atlanta. Mi pregio dirvi che sono a favore dell’amnistia da concedere a questi uomini, e sarò molto lieto di partecipare a una raccomandazione in tal senso. Queste persone non sono criminali nel senso comune della parola, sebbene possano essere stati colpevoli di una violazione tecnica della legge. Ma la guerra ora è finita, e dovremmo cercar di mettercela dietro le spalle il più rapidamente possibile”. E il sindaco Henry W. Kiel di Saint Louis, nel Missouri, scrisse al presidente degli Stati Uniti Woodrow Wilson, dicendo: “Mi consenta di aggiungere a quelle già inviatele la mia richiesta individuale con la quale chiedo che i sigg. Rutherford e altri, dell’Associazione Internazionale degli Studenti Biblici, siano rilasciati dietro pagamento di cauzione in attesa della decisione finale della loro causa presso le corti superiori, e se possibile che in questi casi sia concessa un’amnistia”.

      Nel marzo del 1919 si fecero nuovi sforzi per ottenere il rilascio del fratello Rutherford e dei suoi associati. Fu fatta circolare una petizione nazionale e in breve tempo si ottennero 700.000 firme. La petizione fu la più grande che si fosse mai fatta in quel tempo. Tuttavia, non fu mai presentata al presidente Wilson o al governo, perché prima che ciò avesse luogo era stata compiuta l’azione per rilasciare gli otto studenti biblici. Ciò nondimeno, la petizione servì di notevole testimonianza.

      Riguardo all’opera compiuta con quella petizione, la sorella Claus, moglie del fratello Arthur L. Claus, dice: “Naturalmente, avemmo ogni specie di esperienze. Alcuni firmavano lietamente e potevamo dare testimonianza, mentre altri erano ostili e dicevano: ‘Vi restino e vi marciscano’. Comunemente questo sarebbe stato un lavoro umiliante, ma noi sentivamo che lo spirito di Geova ci dirigeva; così provammo gioia in tutto questo e continuammo sino alla fine”.

      RILASCIO DALLA PRIGIONE

      Il 2 marzo 1919 il giudice del processo, il giudice del distretto federale Harland B. Howe, mandò al procuratore generale Gregory di Washington, nel Distretto di Columbia, un telegramma raccomandando “l’immediata commutazione” delle sentenze imposte agli otto studenti biblici in prigione. Gregory aveva mandato a Howe un telegramma richiedendo di fare questa azione. Pare che questo passo fosse compiuto perché i fratelli tenuti in carcere avevano presentato appello e né il procuratore generale né Howe desideravano che questa causa fosse dibattuta nelle corti superiori. (Gli otto fratelli erano in prigione mentre il loro appello era tenuto in sospeso solo perché il giudice Howe e in seguito il giudice Manton avevano rifiutato la scarcerazione dietro pagamento di cauzione). Fu anche interessante la lettera che il giudice Howe mandò il 3 marzo 1919 al procuratore generale. Essa diceva:

      “Onorevole Procuratore Generale,

      “Washington, Distretto di Columbia

      “Egregio Signore,

      “Rispondendo al suo telegramma del 1° c. m., le telegrafai quella sera quanto segue:

      “Raccomando immediata commutazione per Joseph Rutherford, William E. Van Amburgh, Robert J. Martin, Fred H. Robison, George H. Fisher, Clayton J. Woodworth, Giovanni DeCecca, A. Hugh Macmillan. Essi furono tutti imputati nella stessa causa nel Distretto Orientale di New York. Il mio atteggiamento è quello d’esser generoso ora che la guerra è finita. Essi fecero molto danno predicando e pubblicando le loro dottrine religiose’.

      “La severa sentenza di vent’anni fu pronunciata per ciascuno degli imputati eccetto DeCecca. La sua fu di dieci anni. Il mio scopo principale fu quello di dare un esempio, come un avvertimento per altri, e credevo che il Presidente li avrebbe liberati dopo la fine della guerra. Come dissi nel mio telegramma, fecero molto danno e si dovrebbe ben asserire che non si dovrebbero rimettere in libertà così presto, ma poiché ora non possono più far danno, io sono a favore dell’idea di esser tanto clemente quanto fui severo nel pronunciare la sentenza. Credo che in maggioranza essi, se non tutti, fossero sinceri, e io non sono a favore dell’idea di tenere tali persone in prigione dopo che la loro opportunità di causare difficoltà è passata. La loro causa non è stata ancora dibattuta dalla Corte d’Appello della Circoscrizione.

      “Rispettosi ossequi

      (Firmato) HARLAND B. HOWE,

      Giudice distrettuale degli Stati Uniti”.

      Il 21 marzo 1919 il giudice della Corte Suprema degli Stati Uniti, Louis D. Brandeis, ordinò il rilascio dietro pagamento di cauzione degli otto fratelli tenuti in prigione e diede istruzione di concedere loro il diritto d’appello il 14 aprile di quell’anno. Essi furono prontamente rilasciati e il martedì 25 marzo partirono dal penitenziario di Atlanta in treno. Tornati a Brooklyn il 26 marzo 1919 le autorità federali concessero ai fratelli la libertà provvisoria dietro il pagamento di una cauzione di 10.000 dollari ciascuno, in attesa dell’ulteriore processo.

      FELICE RITORNO A CASA!

      “Quando ebbero ricevuto la notizia della loro liberazione, i fratelli provarono grande gioia e furono presenti per accoglierli al loro ritorno a casa”, ricorda Louise Paasch, aggiungendo: “Disposero subito di fare nella casa Betel di Brooklyn un grande banchetto. Ricordo che mio padre andò a Brooklyn per aiutare a preparare le stanze e per prendere parte alla loro gioia di accogliere i fratelli che tornavano”.

      Che occasione felice! Mabel Haslett scrive: “Ricordo che feci centinaia di bomboloni, che i fratelli sembravano gradire . . . Mi sembra di vedere ancora il fratello Rutherford che tendeva la mano per prenderli. Fu un’occasione indimenticabile mentre egli e gli altri narravano le loro esperienze. Ricordo anche il fratello DeCecca di bassa statura che stava in piedi su una sedia così che tutti potessero vederlo e udirlo”. Giusto Battaino osserva: “Fu preparata una cena a base di pollo e noi eravamo tanti che dovemmo stare in piedi per mangiare. Quindi quale gioia fu udire le esperienze dei fratelli! . . . Una delle cose che il fratello DeCecca disse fu: ‘Fratelli, più grandi sono le difficoltà, più grandi sono le benedizioni’. E io ho potuto veramente vedere la ricca benedizione di Geova sul Suo popolo”.

      La sera del 1º aprile 1919 fu offerto ai fratelli rilasciati un altro banchetto, tenuto dal personale dell’ufficio della Torre di Guardia nell’Hotel Chatham di Pittsburgh. T. J. Sullivan osservò: “La gioia che provò il popolo di Geova al rilascio dei nostri fratelli dalla prigione federale di Atlanta il martedì 25 marzo 1919 non conobbe limiti. . . . La loro ulteriore devozione a Geova fu mostrata dal fatto che si misero immediatamente all’opera per annunciare al popolo di Dio in ogni luogo la conoscenza della liberazione di Geova, mediante il congresso di Cedar Point nel 1919”.

      COMPLETAMENTE ASSOLTI

      La causa degli otto studenti biblici doveva essere dibattuta in sede di appello il 14 aprile 1919. Ebbero dunque un’udienza dinanzi alla Corte d’Appello della Seconda Circoscrizione Federale della città di New York. Il 14 maggio 1919 le loro errate condanne furono revocate. Presiedevano allora i giudici Ward, Rogers e Manton. Rinviando la causa a nuovo dibattito, il giudice Ward espresse l’opinione: “In questa causa gli imputati non ebbero un processo moderato e imparziale a cui avevano diritto, e per questa ragione il giudizio è revocato”.

      Il giudice Martin T. Manton dissentì. Il 1º luglio 1918 questo giudice cattolico, senza attribuire una ragione, si era rifiutato di concedere la libertà provvisoria a Rutherford e ai suoi compagni imputati, dando luogo a un’ingiusta prigionia di nove mesi mentre il loro appello attendeva d’essere dibattuto. Detto per inciso, papa Pio XI fece in seguito del giudice Manton un “cavaliere dell’ordine di S. Gregorio Magno”. Comunque, da ultimo, si rivelò la mancanza di riguardo di Manton per la giustizia. Il 3 giugno 1939 fu condannato al massimo della pena di due anni di prigione oltre a un’ammenda di 10.000 dollari, per avere vergognosamente abusato del suo alto incarico di giudice federale accettando regali per l’ammontare di 186.000 dollari in sei decisioni.

      L’annullamento delle erronee condanne degli otto studenti biblici il 14 maggio 1919 significò che erano liberi a meno che il governo non preferisse rifare il processo. Ma la guerra era finita e le autorità compresero che in base ai fatti sarebbe stato impossibile ottenere una condanna. Perciò il 5 maggio 1920, in pubblica udienza a Brooklyn l’avvocato del governo annunciò il ritiro della querela. Le condanne furono annullate dall’azione di non luogo a procedere. Avvenne così che tutti e otto questi uomini cristiani furono completamente prosciolti da un giudizio illegale.

      L’annullamento della decisione e il rigetto delle incriminazioni significarono che J. F. Rutherford e i suoi sette associati erano totalmente assolti. Alcuni hanno parlato del giudice Rutherford come di un “ex condannato”, ma assolutamente senza nessuna base. L’azione della corte del 14 maggio 1919 stabilì definitivamente che egli e i suoi associati erano stati messi in prigione con una condanna illegale. Che il fratello Rutherford non fosse considerato un ex condannato è chiaramente provato dal fatto che in seguito esercitò la sua professione di avvocato dinanzi alla Corte Suprema degli Stati Uniti, cosa impossibile per un ex condannato. Venti anni dopo la sua ingiusta prigionia, o nell’autunno del 1939, i nove giudici della Corte Suprema ascoltarono l’arringa di Rutherford nella causa Schneider contro il New Jersey. La corte emise una sentenza di otto voti contro uno a favore della cliente di Rutherford, Clara Schneider, cristiana testimone di Geova.

      Durante i culminanti anni del 1918 e del 1919 il popolo di Geova andò incontro a grandi difficoltà. Ma con l’aiuto di Dio perseverò. (Rom. 5:3-5) Satana non era riuscito con vari mezzi a chiudere le labbra di quelli che lodavano Dio. Quanto fu appropriata nel 1919 la scrittura dell’anno degli studenti biblici! Essa fu: “Qualsiasi arma formata contro di te non avrà nessun successo . . . Questo è il possesso ereditario dei servitori di Geova”. — Isa. 54:17.

      NUOVA VEDUTA

      Dopo il suo periodo di prove del 1917-1919, il popolo di Geova si sottomise allo scrutinio. Comprendendo di avere agito in modi che non avevano incontrato l’approvazione di Dio, cercarono il perdono con la preghiera, pentendosi della loro condotta precedente. Questo portò al perdono e alla benedizione di Geova. — Prov. 28:13.

      Un compromesso era stato quello di tagliare le pagine del Mistero compiuto, per far piacere a quelli che avevano assunto la posizione di censori. Un altro si ebbe quando La Torre di Guardia del 1º giugno 1918 dichiarò: “Secondo la risoluzione presa dal Congresso il 2 aprile, e secondo la proclamazione fatta l’11 maggio dal Presidente degli Stati Uniti, si suggerisce che

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