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BoccaAusiliario per capire la Bibbia
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prove secondo la legge mosaica, seguita anche nella congregazione cristiana, è che una persona può essere considerata colpevole solo “per bocca”, cioè in base alla testimonianza, di due o tre testimoni. (Deut. 17:6; Matt. 18:16; confronta II Corinti 13:1). Alcuni altri esempi simili si trovano in Giobbe 32:5; Salmo 10:7; 55:21; 78:36; Ezechiele 24:27; 29:21; Luca 21:15; Romani 15:6.
“Bocca” può riferirsi anche all’imboccatura di qualche cosa, come di un pozzo (Gen. 29:2), di un sacco (Gen. 43:12; 44:1, 2), di una caverna (Gios. 10:22), o a un’apertura nel terreno (Num. 16:32), e alla terra che accoglie il sangue sparso. (Gen. 4:11) Dello Sceol, la comune tomba del genere umano, viene detto che ha la bocca spalancata, per accogliere molti morti. — Isa. 5:14.
IL PALATO
Il palato è la volta interna della bocca che la separa dalle cavità nasali, con una parte molle o velo pendulo fra la bocca e la faringe. Nelle Scritture “palato” è a volte usato quasi come sinonimo di “bocca”. Alcune versioni infatti traducono “bocca” il termine ebraico per “palato”.
Sia Giobbe che Eliu paragonarono la capacità del palato di distinguere il gusto alla facoltà dell’uomo di giudicare ciò che è giusto e saggio. (Giob. 12:11; 34:3) Dire che il palato ha una parte nel sentire il gusto non è sbagliato come qualche volta è stato sostenuto. Lo si può capire osservando la funzione del palato nell’inghiottire. Il cibo è spinto dalla lingua contro il palato e frazionato mentre entra nella faringe, il condotto che lo convoglia verso lo stomaco, collegato anche con le fosse nasali. Ciò determina una miglior diffusione dell’aroma del cibo nelle fosse nasali, cosa che contribuisce molto a quello che viene comunemente chiamato “gusto”.
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BontàAusiliario per capire la Bibbia
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Bontà
Qualità o condizione di chi o di ciò che è buono; eccellenza morale; virtù. La bontà è sempre coerente con se stessa, esente da tutto ciò che è cattivo o corrotto. È una qualità positiva, e si esprime nel compiere azioni benefiche e fare del bene ad altri.
LA BONTÀ DI GEOVA
Geova Dio è buono in senso assoluto e perfetto. Le Scritture dicono: “Geova è buono e retto”. (Sal. 25:8) “Quant’è grande la sua bontà!” (Zacc. 9:17) Gesù Cristo, pur avendo la qualità dell’eccellenza morale, non voleva esser chiamato “buono”, e a chi l’aveva chiamato “Maestro buono” disse: “Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, eccetto uno solo, Dio”. (Mar. 10:17, 18) Riconosceva così in Geova l’assoluto modello di bontà.
Quando Mosè chiese di vedere la Sua gloria, Geova rispose: “Io stesso farò passare davanti alla tua faccia tutta la mia bontà, e per certo dichiarerò il nome di Geova davanti a te”. Geova protesse Mosè dal guardare la sua faccia, ma mentre gli passava davanti (evidentemente per mezzo del suo rappresentante angelico [Atti 7:53]) dichiarò a Mosè: “Geova, Geova, Iddio misericordioso e clemente, lento all’ira e abbondante in amorevole benignità e verità, che serba l’amorevole benignità a migliaia, perdonando l’errore e la trasgressione e il peccato, ma non esenterà affatto dalla punizione”. — Eso. 33:18, 19, 22; 34:6, 7.
È dunque chiaro che la bontà è una qualità che sostiene la verità e ciò che è puro e retto, che è sollecita verso chi chiede bontà e giustizia, ma non condona in alcun modo ciò che è cattivo né vi prende parte. Per questo Davide poteva pregare Geova di perdonare i suoi peccati ‘per amore della Sua bontà’. (Sal. 25:7) La bontà di Geova, come pure il suo amore, lo spinse a dare suo Figlio come sacrificio per i peccati. Così provvide il mezzo per aiutare coloro che avrebbero voluto ciò che è veramente buono, e allo stesso tempo condannò ciò che è cattivo e pose la base per soddisfare pienamente la giustizia. — Rom. 3:23-26.
UN FRUTTO DELLO SPIRITO
La bontà è un frutto dello spirito di Dio e della luce che emana dalla sua Parola di verità. (Gal. 5:22; Efes. 5:9) Il cristiano la deve coltivare. L’ubbidienza ai comandi di Geova produce bontà; nessun uomo è buono per proprio merito. (Rom. 7:18) Il salmista invoca Dio, la Fonte della bontà: “Insegnami la bontà, l’assennatezza e la conoscenza stesse, poiché nei tuoi comandamenti ho esercitato fede”. “Tu sei buono e fai il bene. Insegnami i tuoi regolamenti”. — Sal. 119:66, 68.
LA BONTÀ È BENEFICA
La bontà può inoltre recare benefici ad altri, elargire loro cose buone. Geova desidera manifestare bontà al suo popolo come l’apostolo Paolo pregava per i cristiani di Tessalonica: “Preghiamo sempre per voi, affinché il nostro Dio vi consideri degni della sua chiamata e compia tutto ciò che gli piace di bontà e opera di fede con potenza”. (II Tess. 1:11) Molti sono gli esempi dell’abbondante bontà di Dio verso coloro che si rivolgono a lui. (I Re 8:66; Sal. 31:19; Isa. 63:7; Ger. 31:12, 14) E poi “Geova è buono verso tutti, e le sue misericordie sono su tutte le sue opere”. (Sal. 145:9) Dio fa del bene a tutti affinché la sua bontà possa indurre molti a servirlo, e così possano avere vita. Similmente chi manifesta bontà è una benedizione per i suoi compagni. — Prov. 11:10.
Essendo servitori di Dio e desiderando imitarlo, i cristiani hanno l’obbligo di provare ciò che è la buona volontà di Dio per loro (Rom. 12:2); devono attenersi a ciò che è buono (Rom. 12:9); fare il bene (Rom. 13:3); operare ciò che è bene (Rom. 2:10); perseguire ciò che è buono (I Tess. 5:15); essere zelanti per il bene (I Piet. 3:13); imitare ciò che è buono (III Giov. 11); e vincere il male col bene. (Rom. 12:21) Devono fare il bene specialmente a quelli che hanno relazione con loro nella fede; inoltre devono praticare la bontà verso tutti gli altri. — Gal. 6:10.
UN TERMINE ANALOGO
Simile all’aggettivo greco (agathòs) tradotto buono è un altro aggettivo: kalòs. Quest’ultimo indica ciò che è intrinsecamente buono, bello, proprio adatto alle circostanze o ai suoi fini (per es. terreno eccellente, Matt. 13:8, 23), e che è di ottima qualità, incluso ciò che è eticamente buono, giusto e onorevole (come il nome di Dio, Giac. 2:7). Ha significato molto affine a buono, ma per distinguerlo può essere tradotto “eccellente”, “giusto”, “degno”, “onesto”, “bello” o “bene”.
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Borgate dipendentiAusiliario per capire la Bibbia
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Borgate dipendenti
[lett. “figlie”].
Piccoli villaggi nelle vicinanze di un villaggio più grande o di una città. La capitale o la città principale di una regione era la metropoli, o città “madre”, come in I Cronache 18:1: “Gat e le sue borgate dipendenti” (lett. “Gat e le sue figlie”). Tiro è chiamata “figlia” di Sidone, città evidentemente più antica di Tiro, di cui sembra fosse stata in origine una colonia. (Isa. 23:8, 12; Gen. 10:19, Gios. 11:8) Le borgate di Giuda dipendevano da Gerusalemme. (Sal. 48:11; 97:8; Lam. 3:51) Altre città “madri” con borgate dipendenti erano Samaria e Sodoma (Ezec. 16:53), Rabba di Ammon (Ger. 49:3), Chenat (Num. 32:42), Ecron (Gios. 15:45), Asdod e Gaza (Gios. 15:47), Bet-Sean, Ibleam, Dor, En-Dor, Taanac e Meghiddo. — Gios. 17:11.
Le borgate “figlie” avevano avuto origine o dipendevano politicamente, economicamente (e a volte religiosamente) dalla città “madre”. A volte le borgate dipendenti non erano cinte da mura o erano meno fortificate, e in caso di assedio gli abitanti cercavano rifugio nella città “madre”. — Ger. 4:5; 8:14.
L’antica città di Gerusalemme, la “madre” delle borgate dipendenti di Giuda, è usata simbolicamente come figura della “Gerusalemme di sopra”, il luogo di sicurezza di Geova, in cui coloro che cercano la giustizia troveranno rifugio nel “giorno di Geova contro tutte le nazioni”. — Gal. 4:26; Abd. 15, 17; Sal. 48:11-13; Gioe. 2:32.
Babilonia la Grande è descritta in Rivelazione, capitolo 17, come una prostituta e come una città, con delle figlie. Queste sono organizzazioni derivate dall’organizzazione madre. Poiché essa le sostiene, saranno distrutte insieme a lei.
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BorsaAusiliario per capire la Bibbia
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Borsa
Sia gli uomini che le donne portavano una borsa o sacchetto in cui riporre monete d’oro, d’argento, di rame o altri oggetti. Le donne a volte portavano borsette eleganti forse di forma allungata o rotonda. (Isa. 3:16, 22; 46:6; Matt. 10:9) Le borse più antiche erano di pelle, di giunchi intrecciati o di cotone. Essendo a forma di sacchetto, venivano raccolte e chiuse all’imboccatura con strisce di pelle o cordoni d’altro genere.
Si usava anche una ‘borsa della cintura’ (gr. zòne lett. ‘cintura’ [Matt. 10:9; Mar. 6:8]), forse un tipo di cintura in cui riporre il denaro. La cintura stessa poteva avere una specie di tasca in cui mettere il denaro, oppure, se era di stoffa e ripiegata, il denaro si poteva tenere fra le pieghe.
Quando inviò i settanta discepoli nell’opera di predicazione, Gesù disse loro di non provvedersi di borse, indicando che dovevano aver fiducia che Geova Dio avrebbe provveduto per loro e che gli interessati avrebbero corrisposto con qualche aiuto materiale. (Luca 10:1, 4, 7) Poco prima di morire, però, Gesù consigliò agli apostoli di portare una borsa, perché sapeva che ben presto i discepoli sarebbero stati dispersi e perseguitati. Persino le persone favorevoli al messaggio avrebbero avuto paura di aiutarli, perciò i seguaci di Gesù dovevano essere preparati a far fronte ai propri bisogni materiali. — Luca 22:35, 36.
Sottolineando l’eccellenza delle cose spirituali, Gesù esortò i seguaci a farsi borse resistenti, accumulando un tesoro nei cieli. — Luca 12:33.
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BozraAusiliario per capire la Bibbia
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Bozra
(Bòzra) [luogo fortificato].
1. Importante città di Edom, patria del padre di Iobab, re edomita del II millennio a.E.V. (Gen. 36:31, 33; I Cron. 1:44) La sua importanza è resa evidente dal fatto che i profeti Isaia, Geremia e Amos, sotto ispirazione, la menzionarono per indicare tutto Edom, destinato alla desolazione. — Isa. 34:5, 6; 63:1-4; Ger. 49:12, 13, 17, 22; Amos 1:11, 12.
Il nome stesso indica che Bozra doveva essere una città fortificata. Viene identificata con la moderna Buseira, una quarantina di km a SE dell’estremità meridionale del Mar Morto, sulla strada principale che porta a Petra. Quindi posizione relativamente centrale nel regno edomita e sorvegliava le vie d’accesso alle miniere di rame dell’Araba.
2. Nella profezia contro Moab, in Geremia 48:24, Bozra è menzionata fra le città “del paese di Moab”. E inclusa fra altre città dell’altopiano o “paese della pianura [ebr. mishòr]” (v. Ger. 48:21), e l’uso di questo stesso termine ebraico in relazione a Bezer (Deut. 4:43) induce alcuni studiosi a ritenere che si tratti della stessa località.
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BraccialettoAusiliario per capire la Bibbia
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Braccialetto
Cerchietto ornamentale portato al polso o sulla parte superiore del braccio, a volte a forma di cerchio completo, ma in altri casi con un’apertura o un fermaglio. Nell’antichità sia uomini che donne portavano braccialetti, su un braccio solo o su entrambe le braccia. Braccialetti antichi erano di bronzo, vetro, ferro, argento e oro, spesso molto adorni e a volte vi erano incastonate pietre preziose. — Gen. 24:22, 30, 47; Ezec. 16:11.
In Egitto si usavano braccialetti con smalti di vari colori. Sulle braccia della mummia del faraone egiziano Tutankhamen c’erano tredici braccialetti d’oro, di perline di vetro e di pietre dure, otto dei quali erano amuleti. I monarchi assiri portavano braccialetti al polso e al braccio, come era usanza anche presso altri popoli, fra cui medi, persiani, greci e romani. A Roma le donne d’alto rango portavano braccialetti come ornamento e anche come amuleti. Braccialetti o armilla venivano dati ai soldati romani in riconoscimento di un’azione valorosa. Anche gli ebrei portavano braccialetti che fin dall’antichità erano d’uso comune in Palestina, dove gli archeologi ne hanno trovati parecchi, di vari materiali, ma particolarmente di bronzo.
Cerchietti di solito adorni di pietre preziose erano portati al polso o sulla parte superiore del braccio da monarchi come segno di autorità regale o potere sovrano. Il braccialetto che Saul re d’Israele portava al braccio poteva avere tale significato. — II Sam. 1:10.
Nell’antichità cerchietti ornamentali portati alla gamba sopra la caviglia erano comuni nel Medio Oriente. Anche questi potevano essere di ottone, oro, argento, ferro, vetro e avorio. Nei bassorilievi egiziani persone d’ambo i sessi sono raffigurate con ornamenti del genere, che spesso erano abbinati a quelli portati al polso o al braccio. Gli archeologi ne hanno trovati molti in tutta la Palestina, fra cui alcuni di bronzo con un diametro che va dai 6 agli 11 cm. Scavi compiuti a Bet-Semes hanno riportato alla luce un paio di anelli di ferro da portare alle caviglie, forse dell’epoca di Davide.
I pesanti anelli che venivano portati alle caviglie tintinnavano quando si urtavano nel camminare. Ma a volte per farlo risuonare si mettevano dei sassolini dentro un anello cavo; anche in tempi più recenti le ragazze arabe portavano alla caviglia
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BozezAusiliario per capire la Bibbia
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Bozez
Vedi MICMAS
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