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  • Genealogia di Gesù Cristo
    Ausiliario per capire la Bibbia
    • genealogici di Matteo e Luca erano molto probabilmente già presenti nei registri genealogici allora in uso e pienamente accettati dagli ebrei e non si tratta di cambiamenti fatti da Matteo e Luca.

      Possiamo dunque concludere che i due elenchi di Matteo e Luca uniscono le due verità, cioè (1) che Gesù era effettivamente il Figlio di Dio, e l’erede naturale del regno mediante la nascita miracolosa dalla vergine Maria, discendente di Davide, e (2) che Gesù era anche l’erede legale della discendenza maschile di Davide e Salomone per mezzo del padre putativo Giuseppe. (Luca 1:32, 35; Rom. 1:1-4) Se ci fu qualche accusa da parte di ebrei ostili che consideravano illegittima la nascita di Gesù, il fatto stesso che Giuseppe, a cui erano note le circostanze, sposò Maria dandole la protezione del suo buon nome e della sua discendenza reale, confuta tale calunnia.

  • Generazione
    Ausiliario per capire la Bibbia
    • Generazione

      [ebr. dohr, periodo, età; uomini viventi in un particolare periodo di tempo; aram. dar (Dan. 4:3, 34); gr. geneà, discendente, stirpe; successivi discendenti in ordine genealogico; tutti gli uomini in vita nello stesso tempo].

      La definizione del termine italiano “generazione” concorda con le definizioni del termine ebraico e greco. Il contesto in cui si trova nella Bibbia rivela in che senso viene usato.

      VARI SIGNIFICATI

      In Genesi 6:9 ha il significato di contemporanei, infatti viene detto di Noè: “Si mostrò senza difetto fra i suoi contemporanei [lett. “generazioni” NW, ed. 1953, nota in calce]”. In Giobbe 42:16, per ‘generazione’ si intende l’arco di tempo fra la nascita dei genitori e quella dei loro figli.

      Le generazioni del genere umano discendenti dal peccatore Adamo sono sempre state transitorie, al contrario della terra, che rimane per sempre. (Eccl. 1:4; Sal. 104:5) Tuttavia le espressioni “mille generazioni” e “innumerevoli generazioni” si riferiscono a qualche cosa di permanente, a tempo indefinito. (I Cron. 16:15; Isa. 51:8) Il comando dato agli ebrei di celebrare la Pasqua “in tutte le vostre generazioni” ne prescriveva la continua osservanza per un tempo allora indefinito. (Eso. 12:14) Dio dichiarò a Mosè che Geova era il suo nome quale memoriale “a tempo indefinito”, “di generazione in generazione”, cioè per sempre. (Eso. 3:15) L’apostolo Paolo ci dice che si deve rendere gloria a Dio “in tutte le generazioni”, e aggiunge, “per i secoli dei secoli”. — Efes. 3:21.

      Una generazione può significare una classe, cioè persone caratterizzate da certe qualità o condizioni. La Bibbia parla della “generazione del giusto” (Sal. 14:5; 24:6; 112:2) e di una “generazione perversa e storta”, una “generazione di perversità”. (Deut. 32:5, 20) Quando era sulla terra Gesù Cristo parlò in modo simile di coloro che facevano parte della nazione ebraica di allora, e l’apostolo Paolo usò un’espressione del genere riferendosi al mondo dei suoi giorni in generale, mondo che era alienato da Dio. — Matt. 12:39; 16:4; 17:17; Mar. 8:38; Filip. 2:14, 15.

      Un altro termine ebraico, tohldhòhth, è reso a volte “generazioni” o “genealogia” (Num. 3:1; Rut 4:18), “discendenti” o ‘famiglie” (I Cron. 5:7; 7:2, 4, 9e “storia” o “origini” — Gen. 2:4; 5:1; 6:9; confronta Di, Ga, NM, PIB, VR e altre traduzioni.

      DURATA

      Quando il termine “generazione” si riferisce alle persone viventi in un dato periodo di tempo, non si può stabilire l’esatta durata di tale periodo. Il significato dell’espressione “questa generazione” si può determinare dal contesto. Nel denunciare i capi religiosi ebrei, Gesù Cristo concluse dicendo: “Veramente vi dico: Tutte queste cose verranno su questa generazione”. La storia ci dice che circa trentasette anni dopo (nel 70 E.V.) la generazione contemporanea vide di persona la distruzione di Gerusalemme, come era stato predetto. (Matt. 23:36) Più tardi, quello stesso giorno, Gesù ripeté quelle parole: “Veramente vi dico che questa generazione non passerà affatto finché tutte queste cose non siano avvenute”. (Matt. 24:34) In questo caso però Gesù non parlava solo di quello che sarebbe accaduto all’Israele naturale, ma rispondeva alla domanda circa il “segno” che avrebbe contraddistinto la sua “presenza” e il “termine del sistema di cose”. — Matt. 24:3.

      Coloro che fanno parte della generazione del XX secolo in vita dal 1914 hanno visto tutti questi spaventosi avvenimenti concomitanti e particolarmente gravi: guerre fra nazioni, grandi terremoti, terribili pestilenze, estese carestie, persecuzione dei cristiani, e altre condizioni predette da Gesù in Matteo capitolo 24, Marco capitolo 13 e Luca capitolo 21.

  • Generosità
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    • Generosità

      La nobile, spontanea prontezza nel fare del bene ad altri a piene mani, di tutto cuore. Tale è il significato di questo termine come viene usato dagli scrittori biblici nei loro scritti, un significato più profondo di quello espresso normalmente coi termini italiani ‘generoso’ o ‘generosità’. Geova stesso è la personificazione della generosità, Colui che “secondo la sua volontà” provvede appieno a tutti i bisogni delle sue creature ubbidienti. (I Giov. 5:14; Filip. 4:19) Ogni dono buono e regalo perfetto viene da lui, compreso un dono intangibile come la sapienza. — Giac. 1:5, 17.

      Mosè esortò gli israeliti a coltivare la divina qualità della generosità anche nel fare prestiti. (Deut. 15:7-11) Un proverbio dice: “L’anima generosa sarà essa stessa resa grassa [prospererà], e chi innaffia liberalmente altri sarà anche lui liberalmente innaffiato”. (Prov. 11:25) Gesù Cristo espresse lo stesso pensiero in questo modo: “Vi è più felicità nel dare che nel ricevere”. — Atti 20:35; vedi anche Luca 6:38.

      Si noti che i versetti biblici che parlano di generosità e liberalità non sono in contrasto o in disaccordo con altri che condannano gli ingrati, i pigri e i fannulloni. Per esempio, il pigro che non ara nel freddo inverno non meriterà nulla quando chiederà l’elemosina al tempo della raccolta; chi rifiuta di lavorare non ha diritto alla generosità altrui. (Prov. 20:4; II Tess. 3:10) Non si dovevano mettere nell’elenco degli aventi diritto ai soccorsi le vedove immeritevoli. (I Tim. 5:9, 10) Le contribuzioni delle congregazioni di tutta la Galazia, la Macedonia e l’Acaia non erano per i bisognosi pagani in generale, ma per “i santi” che erano nel bisogno. — I Cor. 16:1; II Cor. 9:1, 2; vedi anche Romani 12:8; II Corinti 8:1-4; 9:6-13; Ebrei 13:16.

  • Genesi, libro di
    Ausiliario per capire la Bibbia
    • Genesi, libro di

      [gr. gènesis, origine; generazione; nascita].

      Primo libro del Pentateuco (gr. per “cinque rotoli” o “volume in cinque parti”). “Genesi” è il nome del primo di questi libri nella Settanta greca, mentre il titolo ebraico è Bere’shìth (“In principio”) dalla prima parola della frase iniziale.

      QUANDO E DOVE FU SCRITTO

      Poiché il libro di Genesi faceva evidentemente parte degli scritti originali (la Toràh), è possibile che sia stato completato da Mosè nel deserto del Sinai nel 1513 a.E.V. Dopo Genesi 1:1, 2 (che si riferisce alla creazione dei cieli e della terra) il libro abbraccia un arco di tempo di migliaia d’anni richiesto per la preparazione della terra come dimora dell’uomo, la creazione di pesci, animali e uccelli, e include anche il periodo dalla creazione dell’uomo fino al 1657 a.E.V., anno in cui morì Giuseppe.

      LO SCRITTORE

      L’obiezione un tempo sollevata da alcuni scettici che ai giorni di Mosè la scrittura fosse sconosciuta è oggi generalmente scartata. Nel suo libro New Discoveries in Babylonia About Genesis, P. J. Wiseman fa notare che la ricerca archeologica fornisce ampie prove che l’arte dello scrivere risale ai primordi della storia noti all’uomo. Praticamente tutti gli studiosi moderni riconoscono l’esistenza della scrittura già mille anni o più prima dell’epoca di Mosè (vissuto nel II millennio a.E.V.). Espressioni come quella che si trova in Esodo 17:14 — “Scrivi questo come memoriale nel libro” — confermano nel modo più valido che la scrittura era d’uso comune all’epoca di Mosè.

      FONTE DEL MATERIALE

      Tutte le informazioni contenute nel libro di Genesi si riferiscono ad avvenimenti accaduti prima della nascita di Mosè. Potevano esser state ricevute direttamente mediante rivelazione divina. È ovvio che qualcuno, Mosè o altri prima di lui, dovette ricevere in tal modo le informazioni relative agli avvenimenti precedenti la creazione dell’uomo. (Gen. 1:1-27; 2:7, 8) Queste e altre informazioni potevano però esser state tramandate a Mosè per tradizione orale. Data la longevità degli uomini di quell’epoca, le informazioni potevano esser state tramandate da Adamo a Mosè attraverso solo cinque anelli umani, cioè Metusela, Sem, Isacco, Levi e Amram. Una terza possibilità è che Mosè abbia ottenuto gran parte delle informazioni contenute in Genesi da documenti o scritti già esistenti. Ma l’importante è che Geova Dio guidò il profeta Mosè che quindi scrisse per ispirazione divina. — II Piet. 1:21.

      Il materiale doveva servire di guida ispirata per le future generazioni. Doveva essere letto al popolo in più occasioni (Deut. 31:10-12; II Re 23:2, 3; Nee. 8:2, 3, 18) e i re d’Israele dovevano trarne istruzioni. — Deut. 17:18, 19.

      CARATTERE STORICO DI GENESI

      Genesi è l’unica fonte nota all’umanità che fornisce la storia logica e coerente degli avvenimenti sin dal principio. Senza la sua realistica descrizione di ciò che accadde al primo uomo e alla prima donna, ci rimarrebbero solo i racconti fantastici o le spiegazioni allegoriche dell’origine dell’uomo che si trovano nelle leggende pagane della creazione. Confrontando il libro di Genesi con le storie pagane della creazione si ha la chiara dimostrazione della superiorità della Bibbia.

      Infatti secondo il noto mito babilonese il dio Marduk, principale dio di Babilonia, uccise la dea Tiamat, poi ne prese il corpo esanime e “la squartò come si apre un bivalve in due parti; ne aggiustò la metà e ne formò il cielo”. Così vennero all’esistenza la terra e il cielo. In quanto alla creazione della vita umana, lo stesso mito afferma che gli dèi afferrarono il dio Kingu e per fargli scontare la sua colpa “venne ucciso, e col sangue delle sue arterie squarciate, gli dei crearono il genere umano”.

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