BIBLIOTECA ONLINE Watchtower
BIBLIOTECA ONLINE
Watchtower
Italiano
  • BIBBIA
  • PUBBLICAZIONI
  • ADUNANZE
  • Falco, falcone
    Ausiliario per capire la Bibbia
    • sulla preda. Come avviene in altri uccelli della stessa famiglia, la femmina del pellegrino è più grossa del maschio, essendo lunga quasi 50 cm e con un’apertura alare di un metro circa. Il pellegrino è di colore piuttosto smorto, ha dorso e ali grigio cenere, addome biancastro con strisce brune e macchie a forma di frecce sul petto e sui fianchi. La coda è piuttosto arrotondata. Il becco adunco ha una tacca o dentellatura sulla parte tagliente della mandibola superiore. Le zampe sono corte e robuste con tarsi insolitamente grossi e poderosi artigli ricurvi. Pure presenti in Palestina sono il falco lanario un po’ più grosso, comune sui dirupi e nelle gole rocciose del monte Ermon lungo tutta la valle del Giordano fino al Mar Morto, e il falco sacro, comune nelle alte zone boscose a E del Giordano.

      In Giobbe 39:26 viene descritto ‘il falcone che prende il volo e spiega le ali al vento meridionale’, e ciò secondo alcuni si riferirebbe a una migrazione verso il sud (“spiega le ali verso il sud”, Ge), che potrebbe verificarsi nel caso del falco grillaio della famiglia dei Falconidi e forse anche del falco pellegrino e dello sparviere. Altri però ritengono che il versetto descriva l’uccello che vola controvento e, con la forza delle sue ali, sale sempre più in alto. A proposito di questi uccelli viene detto che “si levano a grande altezza, cercando sempre di volare più in alto di qualsiasi uccello di cui possono essere a caccia”, in modo da poter piombare a grande velocità sulla preda sottostante, e per questo spesso “si valgono delle correnti d’aria e, volando controvento, vengono sospinti in alto come un aquilone,”. (Funk e Wagnalls, New Standard Encyclopedia, 1931, Vol. XI, pp. 329, 330) Anche il gheppio è noto per il velocissimo volo planato e per il modo in cui “si libra nell’aria andando controvento con rapido battito delle ali, mentre osserva il terreno in cerca di preda”.

      Il falco aveva una parte molto importante nella religione dell’antico Egitto, essendo il simbolo di Horus. Questo dio dalla testa di falco, insieme a Iside e Osiride costituiva la principale trinità o “sacra famiglia” fra gli dè] e le dee d’Egitto. Il simbolo del falco ricorreva sempre nello scrivere il titolo dei faraoni, e in certi casi tali sovrani erano ritenuti incarnazioni di Horus. Fra le centinaia di uccelli mummificati rinvenuti in Egitto, il falcone e specialmente il gheppio sono fra i più numerosi. Erodoto dice che in Egitto chiunque uccideva un falco, anche involontariamente, veniva messo a morte.

  • Fallo
    Ausiliario per capire la Bibbia
    • Fallo

      Vedi MANCANZA.

  • Famiglia
    Ausiliario per capire la Bibbia
    • Famiglia

      [ebr. mishpahhàh, famiglia; in senso ampio, tribù o popolo, nazione, gr. patrià].

      Geova Dio è l’autore della disposizione familiare. È il Padre della famiglia celeste e a lui ‘ogni famiglia [stirpe] sulla terra deve il proprio nome’. (Efes. 3:14, 15) Questo perché Geova Dio istituì la prima famiglia umana, per mezzo della quale si propose di far riempire la terra. Inoltre permise che Adamo, benché peccatore, avesse famiglia e figli “a sua somiglianza, a sua immagine”. (Gen. 5:3) D’allora in poi ha sempre reso chiaro nella sua Parola che attribuisce grande importanza alla facoltà divinamente concessa della procreazione, per cui un uomo può perpetuare il suo nome e la sua discendenza sulla terra. — Gen. 38:8-10; Deut. 25:5, 6, 11, 12.

      SOTTO IL PATTO DELLA LEGGE

      Nei Dieci Comandamenti dati a Israele, Dio tutelò l’integrità del nucleo familiare. “Onora tuo padre e tua madre” è il quinto comandamento, il primo con una promessa. (Deut. 5:16; Efes. 6:2) Il figlio che si ribellava ai genitori era come uno che si ribellasse contro il governo stabilito da Dio e contro Dio stesso. Se colpiva o malediceva suo padre o sua madre o si dimostrava incorreggibile doveva essere messo a morte. (Eso. 21:15, 17; Lev. 20:9; Deut. 21:18-21) I figli dovevano avere giusto timore dei genitori, e chi disprezzava padre o madre era maledetto. — Lev. 19:3; Deut. 27:16.

      Il settimo comandamento — “Non devi commettere adulterio” — vietava qualsiasi rapporto sessuale al di fuori del matrimonio. (Eso. 20:14) Questo eliminava la possibilità che nascessero figli illegittimi. Un figlio illegittimo non era riconosciuto, e i suoi discendenti non potevano far parte della congregazione d’Israele fino alla decima generazione. — Deut. 23:2.

      Mentre il settimo comandamento, vietando l’adulterio, salvaguardava il nucleo familiare, il decimo comandamento, vietando i desideri errati, proteggeva ulteriormente l’integrità della propria famiglia e anche la casa e la famiglia altrui. Questo comandamento tutelava tutto ciò che era comune alla vita familiare: casa, moglie, servi, animali e altri beni. — Eso. 20:17.

      CRISTO GESÙ E LA FAMIGLIA CRISTIANA

      Quando mandò il suo unigenito Figlio sulla terra Dio lo fece nascere in una famiglia umana. Stabilì che avesse un padre adottivo timorato di Dio e una madre amorevole. Gesù da piccolo fu sottomesso ai genitori, li rispettava e ubbidiva. (Luca 2:40, 51) Anche quando stava per morire sul palo di tortura mostrò rispetto per sua madre e si prese amorevolmente cura di lei, che evidentemente era vedova, dicendole: “Donna, ecco, tuo figlio!” E al discepolo che amava, esortandolo indubbiamente a prendersela in casa e aver cura di lei, disse: “Ecco, tua madre!” — Giov. 19:26, 27.

      La congregazione cristiana riconosce nella famiglia il nucleo fondamentale della società cristiana. Le Scritture Greche Cristiane dedicano molto spazio alle istruzioni relative ai rapporti familiari. L’uomo è nobilitato avendo l’autorità della famiglia, poiché la moglie è soggetta al marito e si occupa della casa sotto la sua sorveglianza. (I Cor. 11:3; I Tim. 2:11-15; 5:14) Paragonando Gesù a un capofamiglia e marito e la congregazione a una moglie, Paolo esorta i mariti a esercitare l’autorità amorevolmente e le mogli a essere sottomesse e rispettare il marito. (Efes. 5:21-33) Ai figli è comandato di ubbidire ai genitori, e il padre in particolare ha la responsabilità di educarli nella disciplina e nell’autorevole consiglio di Geova. — Efes. 6:1-4.

      L’uomo che presta servizio come sorvegliante nella congregazione cristiana, se sposato, dev’essere all’altezza del suo compito di capofamiglia presiedendo dovutamente e avendo figli sottomessi, non insubordinati né accusati di dissolutezza, e poiché la congregazione è simile a una famiglia, Paolo chiede: “Se in realtà un uomo non sa dirigere la propria casa, come avrà cura della congregazione di Dio?” (I Tim. 3:2-5; Tito 1:6) Le mogli sono esortate ad amare marito e figli, a essere operose in casa e sottomesse al proprio marito. — Tito 2:4, 5.

      L’apostolo Paolo esortò vigorosamente a non infrangere la disposizione familiare, rivolgendosi al credente per il bene del coniuge non credente e anche dei figli. Sottolineò la grande importanza della famiglia mettendo in risalto che Dio considera santi i figli piccoli, anche se il coniuge non credente non è stato purificato dai suoi peccati mediante la fede in Cristo. Il non credente potrebbe infatti praticare alcune delle cose che, come dice Paolo, alcuni cristiani praticavano prima di accettare la buona notizia del Cristo. (I Cor. 7:10-16; 6:9-11) L’apostolo preserva inoltre l’unità della famiglia cristiana dando istruzioni a mariti e moli circa il rendere il debito coniugale. — I Cor. 7:3-5.

  • Faraone
    Ausiliario per capire la Bibbia
    • Faraone

      Titolo dato ai re dell’antico Egitto, derivato dall’espressione egiziana (pr-‘’) che significava “grande casa”. Nei documenti più antichi rinvenuti in Egitto designava evidentemente il palazzo reale e solo più tardi si applicò al capo del governo, il re. Il primo documento in cui questo titolo accompagna il nome personale del re risale al regno di Sisac, contemporaneo di Salomone e Roboamo. Nella Bibbia il titolo è pure unito al nome nel caso del faraone Neco (II Re 23:29) e del faraone Ofra (Ger. 44:30), della fine del VII e dell’inizio del VI secolo a.E.V. Anche documenti egiziani dell’epoca includevano questo titolo nei “cartigli”, ovali destinati espressamente a scrivervi i nomi dei sovrani.

      I faraoni menzionati per nome nella Bibbia sono Sisac, So, Tiraca, Neco e Ofra, a ciascuno dei quali questa pubblicazione dedica una voce a sé. C’è qualche incertezza circa il fatto se Zera l’Etiope fosse un sovrano d’Egitto o no. Altri faraoni sono lasciati anonimi. A motivo dello stato di confusione della cronologia egiziana non è possibile identificare con qualche sicurezza questi faraoni con quelli della storia secolare. Tra i faraoni anonimi sono: quello che aveva cercato di prendere la moglie di Abraamo, Sara (Gen. 12:15-20); il faraone che aveva favorito l’ascesa di Giuseppe al potere (Gen. 41:39-46); il faraone (o i faraoni) dell’epoca di oppressione degli israeliti prima del ritorno di Mosè da Madian (Eso. capp. 1, 2); il faraone che regnava durante le dieci piaghe e al tempo dell’Esodo (Eso. capp. 5-14; il padre di Bitia, moglie di Mered della tribù di Giuda (I Cron. 4:18); il faraone che all’epoca di Davide diede asilo all’edomita Adad (I Re 11:18-22; il padre della moglie egiziana di Salomone (I Re 3:1) e il faraone che abbatté Gaza ai giorni del profeta Geremia. — Ger. 47:1.

      Per gli egiziani il faraone regnante era un dio, il figlio del dio–sole Ra, e non semplicemente il rappresentante degli dèi. Come tale, la parola del faraone era legge e il suo non era un governo costituzionale ma assoluto. Tuttavia la storia dimostra che il suo presunto potere incontrastato era notevolmente limitato da altre forze all’interno dell’impero, fra cui il sacerdozio, la nobiltà e l’esercito. Tutto questo aiuta a capire come fosse arduo il compito di Mosè che dovette comparire davanti al faraone e presentargli le richieste e gli ammonimenti di Geova. — Confronta Esodo 5:1, 2; 10:27, 28.

      Il nome della figlia di faraone che divenne la moglie del giudeo Mered pare indicare che si era convertita alla vera adorazione, infatti Bitia significa “figlia [o adoratrice] di Geova”. (I Cron. 4:1, 18) Ma non c’è niente che indichi che la figlia di faraone data in moglie a Salomone avesse abbandonato la falsa adorazione. (I Re 3:1; 11:1-6) Matrimoni del genere erano per i sovrani dell’antichità (e lo sono anche per quelli moderni) un mezzo per rinsaldare le relazioni con altri regni. La storia non dice se la proposta di un’alleanza fosse partita da Salomone o dal faraone. Anche se, come si è già detto, l’identificazione di quell’anonimo sovrano egiziano è incerta, spesso è stato fatto il nome del faraone Siamon. Il fatto che Salomone paragoni la Sulammita a una cavalla dei carri del faraone riflette la fama di cui godevano in quel tempo i carri da guerra egiziani. — Cant. 1:9; confronta I Re 10:29.

      La profezia di Isaia, scritta nell’VIII secolo a.E.V., descrive lo stato di confusione e turbamento che esisteva o sarebbe esistito in Egitto e fra i consiglieri del faraone. (Isa. 19:11-17) La storia secolare rivela che all’epoca di Isaia e per buona parte del secolo successivo in Egitto ci furono dissensi e contrasti interni. Benché l’infedele Giuda a volte si rivolgesse all’Egitto per avere aiuti militari, contrariamente alla parola di Geova, i vanagloriosi faraoni si dimostrarono simili a una “canna rotta” che non offre alcun valido sostegno. — Isa. 30:2-5; 31:1-3; Ezec. 29:2-9; confronta Isaia 36:4, 6.

  • Faretra
    Ausiliario per capire la Bibbia
    • Faretra

      Vedi ARMI, ARMATURA.

  • Farisei
    Ausiliario per capire la Bibbia
    • Farisei

      [separati].

      Importante setta religiosa del giudaismo presente nel I secolo E.V., ma che non si sa con precisione quando abbia avuto inizio. Gli scritti dello storico ebreo Giuseppe Flavio indicano che all’epoca di Giovanni Ircano (seconda metà del II secolo a.E.V.) i farisei costituivano già un gruppo influente. Giuseppe Flavio scriveva: “Hanno così grande potere sulla moltitudine che quando dicono qualsiasi cosa contro il re o contro il sommo sacerdote vengono subito creduti”. — Antichità giudaiche, Libro XIII, cap. X, 5.

      Giuseppe Flavio fornisce inoltre alcuni particolari su ciò che credevano: “[I farisei] credono che le anime abbiano in sé vigore immortale, e che sottoterra saranno premiate o punite secondo il comportamento virtuoso o vizioso avuto in questa vita; e queste ultime sono detenute in una prigione eterna, mentre le prime potranno rinascere e vivere di nuovo”. (Antichità giudaiche, Libro XVIII, cap. I, 3) Secondo loro “ogni anima è incorruttibile, ma soltanto quelle dei buoni passano in un altro corpo, mentre quelle dei malvagi sono punite con un castigo eterno”. (Guerra giudaica, Libro II, cap. VIII, 14) E a proposito delle loro idee sul destino, dice: “Attribuiscono ogni cosa al destino e a Dio; ritengono che l’agire bene o male dipende in massima

Pubblicazioni in italiano (1950-2025)
Disconnetti
Accedi
  • Italiano
  • Condividi
  • Impostazioni
  • Copyright © 2025 Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania
  • Condizioni d’uso
  • Informativa sulla privacy
  • Impostazioni privacy
  • JW.ORG
  • Accedi
Condividi