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Lo “schiavo fedele” dà “cibo a suo tempo”La Torre di Guardia 1981 | 1° settembre
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13-16) La classe dello “schiavo” continua a essere identificabile sia dalla sua opera per provvedere cibo spirituale che dall’esistenza di una congregazione mondiale spiritualmente ben nutrita. Inoltre lo “schiavo” si può identificare per il fatto che ha le stesse caratteristiche dei fedeli servitori di Geova dei tempi precristiani e dei primi tempi del cristianesimo.
Tali caratteristiche includono: Completa fiducia in Geova e dipendenza da lui. (Prov. 3:5-7) Prontezza ad accettare l’intera Bibbia come verità, come ispirata guida di Dio per l’uomo. (Sal. 119:160; Rom. 15:4; I Tess. 2:13; II Tim. 3:16, 17; II Piet. 1:20, 21) Seguire umilmente le orme di Gesù Cristo, fino al punto di rinnegare se stessi e sopportare gioiosamente le persecuzioni. (I Piet. 2:21; Matt. 16:24) Rendersi conto che i servitori di Dio devono essere ammaestrabili, non devono avere uno spirito indipendente e devono continuare a cercare. (Sal. 25:9; Matt. 7:7) Riconoscere che il popolo di Geova deve impegnarsi vigorosamente nel suo servizio, nell’opera di predicare e fare discepoli. (Luca 13:24; Matt. 24:14; 28:19, 20) Cercare prima il regno di Dio e la sua giustizia. — Matt. 6:33, 34.
Queste sono solo alcune delle caratteristiche scritturali che identificano l’unica vera congregazione dell’odierno popolo di Geova. Ma sono una base sufficiente per esortare tutti i nostri lettori a frequentare attivamente una congregazione dei testimoni di Geova. Vi incoraggiamo inoltre a continuare a studiare la Bibbia con l’ausilio di questa rivista e di altre pubblicazioni attinenti, confrontando attentamente con le Sacre Scritture quello che imparate. (Atti 17:11) In questo modo potrete continuare a essere ben nutriti spiritualmente con “cibo a suo tempo” e condividere la felicità dello “schiavo fedele e discreto” nel rendere a Geova un accettevole sacro servizio.
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Domande dai lettoriLa Torre di Guardia 1981 | 1° settembre
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Domande dai lettori
● Se un coniuge innocente riprende ad avere rapporti sessuali col coniuge adultero dopo essere venuto a conoscenza dell’adulterio, tale ripresa dei rapporti sessuali si deve intendere come una prova di perdono da parte del coniuge innocente?
I rapporti sessuali al di fuori del matrimonio costituiscono la base per divorziare, se il coniuge innocente lo desidera. Di conseguenza, la ripresa dei rapporti sessuali va intesa come segno di perdono e di risanamento della frattura. Altrimenti non si agirebbe in vera armonia con la concessione del perdono. — Matt. 19:9; 5:37.
Se il coniuge adultero è veramente pentito, ed entrambi i coniugi desiderano cooperare sinceramente per risolvere i problemi che si son venuti a creare, sarebbe certo più che opportuno mostrare misericordia e concedere il perdono al peccatore. Si dovrebbe fare ogni ragionevole sforzo per preservare la relazione matrimoniale esistente, anche se è probabile che per un certo tempo vi saranno rapporti tesi e problemi da risolvere. In questo modo la situazione potrebbe essere sistemata non solo a vantaggio dei due coniugi e degli eventuali figli che vivono in casa, ma rappresenterebbe anche una sconfitta per colui che si diletta a infrangere i matrimoni, cioè Satana il Diavolo.
In certi casi può essere molto difficile per il coniuge innocente trovare una base concreta per salvare il matrimonio. Forse prima ancora che si sapesse dell’adulterio c’erano già seri problemi in quanto all’applicazione di princìpi biblici come quelli dell’autorità e della sottomissione. Forse c’era scarsa comunicativa, avendo i coniugi pochissimo amore e rispetto reciproco. Può darsi che asprezza, risentimento o altri fattori li ostacolassero nel rendersi l’un l’altro il debito coniugale. Concedendo il perdono,
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