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    Perspicacia nello studio delle Scritture, volume 2
    • fra voi dev’essere vostro ministro. Chi si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato”. — Mt 23:8-12.

      Gli unti seguaci del Signore Gesù Cristo sono definiti ‘ministri della buona notizia’, come lo era Paolo (Col 1:23); sono anche “ministri di un nuovo patto”, un patto con Geova Dio, di cui Cristo è Mediatore. (2Co 3:6; Eb 9:14, 15) Quindi sono ministri di Dio e di Cristo. (2Co 6:4; 11:23) Chi li rende qualificati è Dio mediante Cristo, non qualche uomo o qualche organizzazione. Non danno prova di essere ministri presentando qualche documento o certificato, come una lettera di raccomandazione o autorizzazione. La loro “lettera” di raccomandazione sono le persone che hanno ammaestrato e addestrato a essere, come loro, ministri di Cristo. A questo proposito l’apostolo Paolo dice: “Forse, come alcuni, abbiamo bisogno di lettere di raccomandazione presso di voi o da voi? Voi stessi siete la nostra lettera, incisa sui nostri cuori e conosciuta e letta da tutto il genere umano. Poiché viene mostrato che voi siete una lettera di Cristo scritta da noi come ministri, incisa non con inchiostro ma con lo spirito dell’Iddio vivente, non su tavolette di pietra, ma su tavolette carnali, su cuori”. (2Co 3:1-3) Qui l’apostolo, dicendo che ‘sono incisi sul suo cuore’, indica l’amore e la vicinanza, il caloroso affetto e la premura del ministro cristiano per coloro che serve.

      Infatti, dopo essere asceso al cielo, Cristo diede alla congregazione cristiana “doni negli uomini”. Fra questi c’erano apostoli, profeti, evangelizzatori, pastori e maestri, costituiti “in vista del ristabilimento dei santi, per l’opera di ministero, per l’edificazione del corpo del Cristo”. (Ef 4:7-12) La loro qualifica quali ministri è da Dio. — 2Co 3:4-6.

      Nella Rivelazione data all’apostolo Giovanni è descritta “una grande folla, che nessun uomo poteva numerare, di ogni nazione e tribù e popolo e lingua”. Di questi non viene detto che sono, come gli unti fratelli di Gesù Cristo, nel nuovo patto e perciò ministri del nuovo patto; comunque è dimostrato che hanno l’approvazione di Dio e “gli rendono sacro servizio giorno e notte nel suo tempio”. Essi perciò prestano servizio e possono giustamente essere chiamati ministri di Dio. Com’è dimostrato sia dalla visione di Rivelazione che da Gesù stesso (mediante illustrazioni), al tempo della presenza di Cristo sul suo glorioso trono ci sarebbero state persone che avrebbero amorevolmente servito i suoi fratelli, prestando loro aiuto, attenzione e assistenza. — Ri 7:9-15; Mt 25:31-40.

      Servitori di ministero nella congregazione. Dopo avere elencato i requisiti di coloro che prestano servizio come “sorveglianti” (epìskopoi) nelle congregazioni, l’apostolo Paolo elenca i requisiti dei “servitori di ministero” (diàkonoi). (1Tm 3:1-10, 12, 13) Il sostantivo greco diàkonos a volte è tradotto semplicemente “ministro” (Mt 20:26) e “servitore”. (Mt 22:13) Poiché tutti i cristiani erano “ministri” (servitori) di Dio, è evidente che il termine diàkonoi assume qui un significato particolare, in relazione alla struttura e all’ordinamento della congregazione. Quindi c’erano due gruppi di uomini che ricoprivano incarichi di responsabilità nella congregazione: i “sorveglianti” o “anziani” e i “servitori di ministero”. In ciascuna congregazione generalmente c’erano un certo numero di sorveglianti e di servitori di ministero. — Flp 1:1; At 20:17, 28.

      Confrontando i requisiti dei servitori di ministero con quelli dei sorveglianti, come pure la designazione dei rispettivi incarichi, si capisce che i servitori di ministero non avevano la responsabilità di essere insegnanti o pastori (il pastore è un sorvegliante delle pecore). La capacità di insegnare non era un requisito indispensabile nel loro incarico. Il nome diàkonos in se stesso indica che questi uomini prestavano servizio nella congregazione quali assistenti del corpo degli anziani, e la loro responsabilità fondamentale era di occuparsi di cose di natura non pastorale affinché gli anziani potessero dedicare più tempo e attenzione all’attività di insegnanti e pastori.

      Un esempio del principio che regola questa disposizione si può trovare nel modo in cui gli apostoli risolsero i problemi sorti circa la distribuzione (lett., il servizio, diakonìa) di generi alimentari che veniva fatta ogni giorno per i cristiani bisognosi di Gerusalemme. Dichiarando che non sarebbe stato ‘piacevole che lasciassero la parola di Dio’ per occuparsi di problemi riguardanti il cibo materiale, gli apostoli ordinarono ai discepoli: “Cercate fra voi sette uomini che abbiano buona testimonianza, pieni di spirito e sapienza, affinché li costituiamo su questa faccenda necessaria; ma noi ci dedicheremo alla preghiera e al ministero [diakonìa] della parola”. (At 6:1-6) Questo era il principio; ma ciò non significa necessariamente che i sette uomini scelti in quel caso non fossero qualificati come “anziani” (presbỳteroi), dato che non si trattava di una situazione normale, ma di un problema particolare e di natura piuttosto delicata, dovuto alla sensazione che si facessero discriminazioni a motivo della nazionalità. Poiché ciò riguardava l’intera congregazione cristiana, era una questione che richiedeva “spirito e sapienza”, e quindi i sette uomini scelti potevano di fatto essere “anziani” in senso spirituale, anche se ora assumevano temporaneamente un incarico che normalmente avrebbe potuto essere svolto da “servitori di ministero”. Era una faccenda “necessaria”, ma non della stessa importanza del “ministero della parola”.

      Agendo in questo modo gli apostoli dimostrarono di saper valutare dovutamente le cose, e ci si attendeva che i corpi di anziani delle congregazioni che si sarebbero formate fuori di Gerusalemme seguissero il loro esempio affidando incarichi ai “servitori di ministero”. C’erano senza dubbio molte cose di ordinaria amministrazione o di natura più materiale o pratica che richiedevano attenzione, fra cui forse l’acquisto di materiale per copiare le Scritture o la copiatura stessa.

      I requisiti dei servitori di ministero costituivano delle norme che avrebbero protetto la congregazione da qualsiasi legittima accusa in quanto alla scelta degli uomini a cui affidare particolari incarichi, che avrebbero avuto così l’approvazione di Dio e una buona reputazione fra gli estranei. (Cfr. 1Tm 3:10). I requisiti riguardavano moralità, condotta e spiritualità; tenendone conto, l’incarico sarebbe stato affidato a uomini sensati, onesti, coscienziosi e fidati. Coloro che prestavano servizio in modo eccellente si sarebbero acquistati “una posizione eccellente e grande libertà di parola nella fede riguardo a Cristo Gesù”. — 1Tm 3:13.

      Governanti terreni. Dio ha permesso ai governi di questo mondo di operare fino al momento in cui porrà loro fine, dopo di che il Regno di Cristo governerà incontrastato la terra. (Da 2:44; Ri 19:11-21) Finché sono tollerati, questi governi svolgono molti servizi a favore della popolazione, quali la costruzione di strade, il mantenimento di scuole, di corpi di polizia e vigili del fuoco, ecc. Hanno anche leggi per punire ladri, assassini e altri delinquenti. Perciò, nel compiere questi servizi e nel far giustamente rispettare queste leggi, sono ‘ministri’ (diàkonoi) di Dio. Se qualcuno, anche un cristiano, viola tali leggi, la punizione che gli viene inflitta dallo stato viene indirettamente da Dio, poiché Dio è contrario a ogni malvagità. Inoltre, se lo stato protegge i cristiani dai violatori della legge, agisce quale ministro di Dio. Ne consegue che se qualcuno al potere abusa della propria autorità e agisce contro Dio, deve risponderne e renderne conto a Dio. Se un governante malvagio cerca di imporre al cristiano di trasgredire la legge di Dio, non agisce certo quale ministro di Dio e sarà punito da Dio. — Ro 13:1-4.

      Falsi ministri. Ci sono alcuni che pur dichiarandosi ministri di Dio sono ipocriti; in effetti sono ministri di Satana che combattono contro Dio. L’apostolo Paolo ebbe a che fare con uomini del genere che turbavano la congregazione di Corinto. Di questi disse: “Tali uomini sono apostoli falsi, operai ingannevoli, che si trasformano in apostoli di Cristo. E non c’è da meravigliarsene, poiché Satana stesso continua a trasformarsi in angelo di luce. Perciò non è nulla di grande se anche i suoi ministri continuano a trasformarsi in ministri di giustizia. Ma la loro fine sarà secondo le loro opere”. — 2Co 11:13-15.

      La comparsa di simili falsi ministri fu predetta molte volte nelle Scritture. Paolo disse ai sorveglianti della congregazione di Efeso che dopo la sua partenza si sarebbero infiltrati nella congregazione oppressivi lupi che non avrebbero trattato il gregge con tenerezza; costoro avrebbero detto cose storte per trascinarsi dietro i discepoli. (At 20:29, 30) Paolo mise in guardia da simili apostati anche nelle sue lettere (2Ts 2:3-12; 1Tm 4:1-5; 2Tm 3:1-7; 4:3, 4); pure Pietro ne parlò (2Pt 2:1-3) e Gesù Cristo stesso ne predisse l’esistenza e la distruzione (Mt 13:24-30, 36-43). — Vedi UOMO DELL’ILLEGALITÀ.

  • Minni
    Perspicacia nello studio delle Scritture, volume 2
    • MINNI

      Antico regno invitato da Dio a combattere contro Babilonia. In quel tempo il regno di Minni era alleato con i regni di Ararat e Aschenaz, tutti sotto la dominazione di Ciro. — Ger 51:27-29.

      L’ubicazione esatta di questo antico regno è sconosciuta. Alcuni cartografi l’hanno situato nella regione fra il lago di Van e il fiume Aras. Ma quasi tutti i commentatori ritengono che si trovasse a SE del lago di Van.

      Se i Mannai o Mannei erano abitanti di Minni, come dicono alcuni studiosi, secondo alcune iscrizioni cuneiformi Minni venne a trovarsi prima sotto la dominazione assira poi sotto l’impero dei medi. Secondo una cronaca babilonese, nel decimo anno del suo regno (636 a.E.V.) Nabopolassar “catturò i Mannei che erano venuti in loro aiuto (cioè degli assiri)”. (A. K. Grayson, Assyrian and Babylonian Chronicles, 1975, p. 91) Ma al tempo della caduta di Babilonia nel 539 a.E.V. Minni era sotto la dominazione dell’impero medo-persiano.

  • Minnit
    Perspicacia nello studio delle Scritture, volume 2
    • MINNIT

      (Mìnnit).

      Una delle 20 città ammonite che Iefte conquistò dopo aver fatto il suo voto a Geova. (Gdc 11:30-33) Secoli più tardi “il frumento di Minnit” è menzionato fra le merci di cui Tiro faceva commercio. (Ez 27:2, 17) La

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