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Tutti dichiarino la gloria di GeovaLa Torre di Guardia 2004 | 1° gennaio
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Tutti dichiarino la gloria di Geova
“Ascrivete a Geova gloria e forza. Ascrivete a Geova la gloria che appartiene al suo nome”. — SALMO 96:7, 8.
1, 2. Da quale fonte viene ascritta lode a Geova, e chi è esortato a unirvisi?
DA RAGAZZO Davide, figlio di Iesse, faceva il pastore nelle vicinanze di Betleem. Quante volte deve avere osservato l’immensità dei cieli stellati mentre nella quiete della notte badava ai greggi di suo padre in quei pascoli solitari! La profonda impressione provata gli tornò senza dubbio alla mente quando, ispirato dallo spirito santo di Dio, compose e cantò le belle parole del 19º Salmo: “I cieli dichiarano la gloria di Dio; e la distesa annuncia l’opera delle sue mani. In tutta la terra è uscita la loro corda per misurare, e le loro espressioni fino all’estremità del paese produttivo”. — Salmo 19:1, 4.
2 Senza parole e senza voce i maestosi cieli creati da Geova dichiarano la sua gloria, giorno dopo giorno, notte dopo notte. La creazione non smette mai di dichiarare la gloria di Dio, e ci sentiamo infinitamente piccoli mentre contempliamo questa silenziosa testimonianza che si manifesta in “tutta la terra” affinché tutti la vedano. La silenziosa testimonianza della creazione, tuttavia, non basta. Gli esseri umani fedeli sono esortati a unirsi a questo coro con la loro testimonianza. Un salmista innominato rivolse agli adoratori fedeli queste parole ispirate: “Ascrivete a Geova gloria e forza. Ascrivete a Geova la gloria che appartiene al suo nome”. (Salmo 96:7, 8) Coloro che hanno una stretta relazione con Geova sono davvero felici di rispondere a questa esortazione. Cosa significa ascrivere gloria a Dio?
3. Perché gli esseri umani ascrivono gloria a Dio?
3 Le semplici parole non bastano. Gli israeliti dei giorni di Isaia glorificavano Dio con le labbra, ma la maggioranza di loro non era sincera. Tramite Isaia, Geova disse: “Questo popolo si è accostato con la sua bocca, e mi ha glorificato semplicemente con le sue labbra, e ha allontanato da me il suo stesso cuore”. (Isaia 29:13) Qualsiasi lode pronunciata da persone di questo tipo era inutile. Per avere significato, la lode deve nascere da un cuore pieno di amore per Geova e dal riconoscere sinceramente che la sua gloria è senza uguali. Geova solo è il Creatore. È l’Onnipotente, il Giusto per eccellenza e la personificazione dell’amore. È la fonte della nostra salvezza e il legittimo Sovrano a cui tutti in cielo e sulla terra devono essere sottomessi. (Rivelazione [Apocalisse] 4:11; 19:1) Se crediamo veramente a queste cose, gli renderemo gloria con tutto il cuore.
4. Quali istruzioni diede Gesù sul modo di glorificare Dio, e come possiamo seguirle?
4 Gesù Cristo disse come glorificare Dio: “Il Padre mio è glorificato in questo, che continuiate a portare molto frutto e vi dimostriate miei discepoli”. (Giovanni 15:8) In che modo portiamo molto frutto? Primo, partecipiamo con tutta l’anima alla predicazione della “buona notizia del regno”, unendoci così a tutto il creato nell’‘annunciare’ le “invisibili qualità” di Dio. (Matteo 24:14; Romani 1:20) In questo modo inoltre tutti abbiamo una parte, direttamente o indirettamente, nel fare i nuovi discepoli che accrescono il coro di lode a Geova Dio. Secondo, coltiviamo il frutto prodotto in noi dallo spirito santo e ci sforziamo di imitare le superlative qualità di Geova. (Galati 5:22, 23; Efesini 5:1; Colossesi 3:10) Come risultato la nostra condotta quotidiana glorifica Dio.
“Per tutta la terra”
5. Spiegate come Paolo ribadì che i cristiani hanno la responsabilità di glorificare Dio parlando della propria fede ad altri.
5 Nella sua lettera ai Romani Paolo ribadì che i cristiani hanno la responsabilità di glorificare Dio parlando della propria fede ad altri. Il tema principale di Romani è che solo quelli che esercitano fede in Gesù Cristo possono essere salvati. Nel capitolo 10 Paolo mostrò che l’Israele naturale dei suoi giorni cercava ancora di ottenere una condizione giusta seguendo la Legge mosaica, mentre “Cristo [era] il fine della Legge”. Quindi dice: “Se pubblicamente dichiari quella ‘parola della tua bocca’, che Gesù è Signore, ed eserciti fede nel tuo cuore che Dio lo ha destato dai morti, sarai salvato”. Da quel momento in poi, “non c’è [stata] distinzione fra giudeo e greco, poiché sopra tutti è lo stesso Signore, che è ricco verso tutti quelli che lo invocano. Poiché ‘chiunque invoca il nome di Geova sarà salvato’”. — Romani 10:4, 9-13.
6. In che modo Paolo applicò Salmo 19:4?
6 Quindi Paolo fa una domanda logica: “Come invocheranno colui nel quale non hanno riposto fede? Come, a loro volta, riporranno fede in colui del quale non hanno udito parlare? Come, a loro volta, udranno senza qualcuno che predichi?” (Romani 10:14) Poi dice di Israele: “Non tutti hanno ubbidito alla buona notizia”. Perché Israele non ubbidì? Fu per mancanza di fede, non perché non ne ebbe l’opportunità. Paolo lo dimostra citando Salmo 19:4 e applicandolo all’opera di predicazione cristiana anziché alla testimonianza silenziosa della creazione: “Anzi, in realtà, ‘il loro suono è uscito per tutta la terra, e le loro espressioni fino alle estremità della terra abitata’”. (Romani 10:16, 18) Sì, come la creazione inanimata glorifica Geova, così i cristiani del I secolo lodarono Dio in “tutta la terra” predicando ovunque la buona notizia della salvezza. Nella lettera ai Colossesi Paolo disse anche quanto si era diffusa la buona notizia: era stata predicata “in tutta la creazione che è sotto il cielo”. — Colossesi 1:23.
Testimoni zelanti
7. Secondo Gesù, quale responsabilità hanno i cristiani?
7 Probabilmente Paolo scrisse la lettera ai Colossesi circa 27 anni dopo la morte di Gesù Cristo. Com’era stato possibile che l’opera di predicazione si fosse estesa fino a Colosse in un tempo relativamente così breve? Grazie allo zelo dei cristiani del I secolo, zelo che Geova aveva benedetto. Gesù aveva predetto che i suoi seguaci sarebbero stati predicatori attivi dicendo: “In tutte le nazioni si deve prima predicare la buona notizia”. (Marco 13:10) A questa profezia Gesù aggiunse il comando che leggiamo negli ultimi versetti del Vangelo di Matteo: “Andate dunque e fate discepoli di persone di tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello spirito santo, insegnando loro ad osservare tutte le cose che vi ho comandato”. (Matteo 28:19, 20) Poco dopo che Gesù era asceso al cielo, i suoi seguaci cominciarono ad adempiere quelle parole.
8, 9. Secondo Atti, come reagirono i cristiani ai comandi di Gesù?
8 Dopo il versamento dello spirito santo alla Pentecoste del 33 E.V., la prima cosa che fecero i leali seguaci di Gesù fu di andare a predicare, parlando alle folle a Gerusalemme “delle magnifiche cose di Dio”. La loro predicazione fu molto efficace e furono battezzate “circa tremila anime”. I discepoli continuarono a lodare Dio pubblicamente e zelantemente, con buoni risultati. — Atti 2:4, 11, 41, 46, 47.
9 Le attività di quei cristiani furono subito notate dai capi religiosi. Turbati dalla franchezza di Pietro e Giovanni, comandarono loro di smettere di predicare. Gli apostoli risposero: “Non possiamo smettere di parlare delle cose che abbiamo visto e udito”. Dopo essere stati minacciati e liberati, Pietro e Giovanni tornarono dai fratelli e insieme pregarono Geova. Coraggiosamente gli chiesero: “Concedi ai tuoi schiavi di continuare ad annunciare la tua parola con ogni intrepidezza”. — Atti 4:13, 20, 29.
10. In che modo cominciò a manifestarsi l’opposizione, e come reagirono i veri cristiani?
10 Quella preghiera era in armonia con la volontà di Geova, come si vide poco tempo dopo. Gli apostoli furono arrestati e poi liberati miracolosamente da un angelo che disse loro: “Andate e, stando nel tempio, continuate a dire al popolo tutte le parole di questa vita”. (Atti 5:18-20) Poiché gli apostoli ubbidirono, Geova continuò a benedirli. Quindi “ogni giorno, nel tempio e di casa in casa, continuavano senza posa a insegnare e a dichiarare la buona notizia intorno al Cristo, Gesù”. (Atti 5:42) È chiaro che l’opposizione, benché forte, non riuscì affatto a impedire ai seguaci di Gesù di ascrivere gloria a Dio pubblicamente.
11. Come considerarono i primi cristiani l’opera di predicazione?
11 Ben presto Stefano fu arrestato e lapidato. Il suo assassinio fece scatenare a Gerusalemme una violenta persecuzione e tutti i discepoli, eccetto gli apostoli, furono costretti ad andarsene. La persecuzione li scoraggiò? Tutt’altro, infatti leggiamo: “Quelli che erano stati dispersi andarono per il paese dichiarando la buona notizia della parola”. (Atti 8:1, 4) Lo stesso zelo nel dichiarare la gloria di Dio si vide ripetutamente. In Atti capitolo 9 leggiamo che il fariseo Saulo di Tarso, mentre stava andando a Damasco per organizzarvi la persecuzione dei discepoli, ebbe una visione di Gesù e fu colpito da cecità. A Damasco Anania lo guarì miracolosamente. Quale fu la prima cosa che fece Saulo, in seguito chiamato apostolo Paolo? La Bibbia dice: “Immediatamente predicava nelle sinagoghe Gesù, che Questi è il Figlio di Dio”. — Atti 9:20.
Tutti predicavano
12, 13. (a) Secondo alcuni storici, cosa c’era di notevole nella congregazione cristiana primitiva? (b) In che modo il libro di Atti e le parole di Paolo sono d’accordo con le dichiarazioni di quegli storici?
12 È generalmente ammesso che nella primitiva congregazione cristiana tutti partecipavano all’opera di predicazione. Riguardo ai cristiani di quei giorni Philip Schaff scrisse: “Ogni congregazione era una società missionaria e ogni credente cristiano un missionario”. (History of the Christian Church) William S. Williams in un suo libro disse: “La maggior parte delle testimonianze dimostrano che tutti i cristiani della Chiesa primitiva, specialmente quelli che avevano i doni carismatici [doni dello spirito], predicavano il vangelo”. Inoltre affermò: “Gesù Cristo non pensò mai che la predicazione fosse esclusivo privilegio di certe categorie del clero”. (The Glorious Ministry of the Laity) Perfino Celso, filosofo del II secolo nemico del cristianesimo, scrisse: ‘Manovali, calzolai, contadini, gli uomini più incolti e inesperti, sono zelanti predicatori del Vangelo’.
13 Che queste affermazioni siano accurate si capisce dalla narrazione storica di Atti. Alla Pentecoste del 33 E.V., dopo che era stato versato lo spirito santo, tutti i discepoli, uomini e donne, dichiararono pubblicamente le magnifiche cose di Dio. Dopo la persecuzione che seguì l’assassinio di Stefano, tutti i cristiani che erano stati dispersi divulgarono in lungo e in largo la buona notizia. Circa 28 anni più tardi Paolo si rivolgeva a tutti i cristiani ebrei, non solo a una piccola classe clericale, quando scrisse: “Per mezzo di lui offriamo sempre a Dio un sacrificio di lode, cioè il frutto di labbra che fanno pubblica dichiarazione del suo nome”. (Ebrei 13:15) Esprimendo il suo punto di vista sull’opera di predicazione Paolo disse: “Se, ora, io dichiaro la buona notizia, non è per me ragione di vanto, poiché necessità me n’è imposta. Realmente, guai a me se non dichiarassi la buona notizia!” (1 Corinti 9:16) È chiaro che tutti i fedeli cristiani del I secolo la pensavano allo stesso modo.
14. Che relazione c’è tra fede e predicazione?
14 Il vero cristiano deve partecipare all’opera di predicazione perché è inseparabilmente collegata alla fede. Paolo disse: “Col cuore si esercita fede per la giustizia, ma con la bocca si fa pubblica dichiarazione per la salvezza”. (Romani 10:10) Nella congregazione è solo un piccolo gruppo, come una classe clericale, a esercitare fede e quindi ad avere la responsabilità di predicare?a Naturalmente no! Tutti i veri cristiani coltivano una fede viva nel Signore Gesù Cristo e sono spinti a fare pubblica dichiarazione di questa fede ad altri. Diversamente la loro fede è morta. (Giacomo 2:26) Poiché nel I secolo tutti i fedeli cristiani dimostrarono la loro fede in questo modo, si udì un grande coro di lode al nome di Geova.
15, 16. Fate esempi che dimostrino come l’opera di predicazione andava avanti nonostante i problemi.
15 Nel I secolo Geova benedisse il suo popolo facendolo crescere nonostante i problemi che c’erano all’interno e fuori della congregazione. Per esempio il 6º capitolo di Atti parla di un disaccordo sorto fra i convertiti di lingua ebraica e quelli di lingua greca. Il problema fu risolto dagli apostoli. Ecco il risultato: “La parola di Dio cresceva, e il numero dei discepoli si moltiplicava moltissimo a Gerusalemme; e una gran folla di sacerdoti ubbidiva alla fede”. — Atti 6:7.
16 In seguito si crearono delle tensioni politiche fra Erode Agrippa, re della Giudea, e gli abitanti di Tiro e Sidone. Gli abitanti di quelle città chiesero la pace con parole lusinghiere e in risposta Erode Agrippa pronunciò un discorso pubblico. La folla radunata cominciò a gridare: “Voce di un dio e non di un uomo!” All’istante l’angelo di Geova colpì Erode Agrippa, che morì “perché non aveva dato la gloria a Dio”. (Atti 12:20-23) Che shock per quelli che riponevano le loro speranze nei governanti umani! (Salmo 146:3, 4) I cristiani però continuarono a glorificare Geova. Di conseguenza “la parola di Geova cresceva e si diffondeva” malgrado l’instabilità politica. — Atti 12:24.
Allora e ora
17. Nel I secolo cosa fecero sempre più persone?
17 La congregazione cristiana mondiale del I secolo era formata di zelanti e attivi lodatori di Geova Dio. Tutti i fedeli cristiani partecipavano alla divulgazione della buona notizia. Alcuni incontrarono persone favorevoli e, come aveva detto Gesù, insegnarono loro a ubbidire a tutte le cose che aveva comandato. (Matteo 28:19, 20) Il risultato fu che la congregazione crebbe e sempre più persone si unirono al re Davide dell’antichità nell’ascrivere lode a Geova. Fecero eco alle parole ispirate: “Ti lodo, o Geova mio Dio, con tutto il mio cuore, e certamente glorificherò il tuo nome a tempo indefinito, poiché la tua amorevole benignità è grande verso di me”. — Salmo 86:12, 13.
18. (a) Quale differenza si nota fra la congregazione cristiana del I secolo e l’odierna cristianità? (b) Cosa considereremo nel prossimo articolo?
18 Alla luce di quanto sopra, le parole del docente di teologia Allison A. Trites fanno pensare. Confrontando la cristianità d’oggi con il cristianesimo del I secolo ha detto: “Le chiese odierne di solito crescono biologicamente (quando i figli di una famiglia appartenente a una chiesa del posto fanno personalmente professione di fede) o a motivo di trasferimento (quando qualcuno si trasferisce localmente da una chiesa a un’altra). In Atti, però, la crescita era dovuta alla conversione, poiché la chiesa stava appena iniziando la sua opera”. Significa questo che il vero cristianesimo non cresce più nel modo indicato da Gesù? Naturalmente no. Oggi i veri cristiani sono zelanti nell’ascrivere pubblicamente lode a Dio quanto lo erano i cristiani del I secolo. Lo vedremo nel prossimo articolo.
[Nota in calce]
a La parola “clero” viene dal greco klèros, che sostanzialmente significa “sorte” o “eredità”. In 1 Pietro 5:2, 3 il termine klèros viene applicato a tutto “il gregge di Dio”, l’eredità di Dio.
Sapreste spiegare?
• In quali modi glorifichiamo Dio?
• Quale applicazione fece Paolo di Salmo 19:4?
• Che relazione c’è tra fede e predicazione?
• Cosa c’era di notevole nella congregazione cristiana del I secolo?
[Immagine alle pagine 8 e 9]
I cieli attestano di continuo la gloria di Geova
[Fonte]
Cortesia dell’Anglo-Australian Observatory, foto di David Malin
[Immagini a pagina 10]
C’è uno stretto legame fra l’opera di predicazione e la preghiera
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“Il loro suono è uscito per tutta la terra”La Torre di Guardia 2004 | 1° gennaio
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“Il loro suono è uscito per tutta la terra”
“Fate discepoli di persone di tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello spirito santo”. — MATTEO 28:19.
1, 2. (a) Quale incarico affidò Gesù ai suoi discepoli? (b) Perché i cristiani del I secolo riuscirono a fare tanto?
POCO prima di ascendere al cielo Gesù affidò un incarico ai suoi discepoli dicendo: “Fate discepoli di persone di tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello spirito santo”. (Matteo 28:19) Che compito enorme!
2 Pensate! Alla Pentecoste del 33 E.V., circa 120 discepoli ricevettero lo spirito santo e cominciarono ad adempiere quell’incarico dicendo ad altri che Gesù era il Messia lungamente atteso mediante cui si poteva ottenere la salvezza. (Atti 2:1-36) Come avrebbe fatto un gruppo così piccolo a raggiungere “persone di tutte le nazioni”? Agli uomini sarebbe stato impossibile, ma “a Dio ogni cosa è possibile”. (Matteo 19:26) I primi cristiani avevano il sostegno dello spirito santo di Geova e un senso di urgenza. (Zaccaria 4:6; 2 Timoteo 4:2) Quindi, solo pochi decenni dopo, l’apostolo Paolo poté dire che la buona notizia era dichiarata “in tutta la creazione che è sotto il cielo”. — Colossesi 1:23.
3. Da cosa fu nascosto il puro “grano” cristiano?
3 Per gran parte del I secolo la vera adorazione continuò a diffondersi. Tuttavia Gesù aveva profetizzato che sarebbe venuto il tempo in cui Satana avrebbe seminato “zizzanie” e il vero “grano” cristiano sarebbe stato nascosto per molti secoli fino al tempo della mietitura. Questa profezia si avverò dopo la morte degli apostoli. — Matteo 13:24-39.
Il rapido aumento odierno
4, 5. A partire dal 1919 quale opera cominciarono a compiere i cristiani unti, e perché era un compito notevole?
4 Nel 1919 giunse il tempo in cui si doveva separare il puro grano cristiano dalle zizzanie. I cristiani unti sapevano che il grande incarico affidato da Gesù doveva essere ancora eseguito. Erano fermamente convinti di vivere negli “ultimi giorni” ed erano a conoscenza della profezia di Gesù: “Questa buona notizia del regno sarà predicata in tutta la terra abitata, in testimonianza a tutte le nazioni; e allora verrà la fine”. (2 Timoteo 3:1; Matteo 24:14) Sapevano che c’era molto lavoro da fare.
5 Tuttavia, come i discepoli nel 33 E.V., quei cristiani unti avevano davanti un compito enorme. Erano appena alcune migliaia e si trovavano solo in pochi paesi. Come avrebbero potuto predicare la buona notizia “in tutta la terra abitata”? Si ricordi che la popolazione mondiale era cresciuta, passando da forse 300 milioni al tempo dei Cesari a quasi 2 miliardi dopo la prima guerra mondiale. E avrebbe continuato ad aumentare rapidamente per tutto il XX secolo.
6. Fin dove era stata portata la buona notizia verso gli anni ’30 del secolo scorso?
6 Nondimeno gli unti servitori di Geova, come i loro fratelli del I secolo, si accinsero ad assolvere il compito che avevano davanti con piena fede in Geova, e il suo spirito fu con loro. A metà degli anni ’30 del secolo scorso circa 56.000 evangelizzatori avevano dichiarato la verità biblica in 115 paesi. Era già stato fatto molto, ma molto di più era ancora da fare.
7. (a) Quale nuova impresa si trovarono davanti i cristiani unti? (b) Con il sostegno delle “altre pecore”, quale progresso ha fatto finora l’opera di radunamento?
7 Poi, quando quei laboriosi cristiani compresero più a fondo l’identità della “grande folla” menzionata in Rivelazione, o Apocalisse, 7:9, si presentò loro una nuova impresa, ma anche la prospettiva di essere aiutati. Doveva essere radunata una innumerevole folla di “altre pecore”, credenti con la speranza terrena, “di ogni nazione e tribù e popolo e lingua”. (Giovanni 10:16) Essa avrebbe ‘reso a Geova sacro servizio giorno e notte’. (Rivelazione 7:15) Ciò significa che avrebbe dato una mano nell’opera di predicazione e di insegnamento. (Isaia 61:5) Perciò i cristiani unti furono entusiasti di vedere che le file degli evangelizzatori aumentavano di decine di migliaia e poi di milioni. Nel 2003 un nuovo massimo di 6.429.351 proclamatori ha partecipato all’opera di predicazione, e la stragrande maggioranza di essi è della grande folla.a I cristiani unti sono grati di questo aiuto e le altre pecore sono grate del privilegio di sostenere i loro fratelli unti. — Matteo 25:34-40.
8. Come reagirono i testimoni di Geova alle estreme pressioni che subirono durante la seconda guerra mondiale?
8 Quando la classe del grano fu di nuovo evidente, Satana scatenò contro di essa una guerra feroce. (Rivelazione 12:17) Come reagì quando cominciò a manifestarsi la grande folla? Con estrema violenza! Possiamo dubitare che dietro l’attacco mondiale scatenato durante la seconda guerra mondiale contro la vera adorazione ci sia stato lui? Da entrambe le parti del conflitto i cristiani subirono forti pressioni. Molti cari fratelli e sorelle affrontarono terribili prove, e alcuni morirono per la loro fede. Eppure dimostrarono di condividere i sentimenti del salmista: “Unito a Dio loderò la sua parola. Ho confidato in Dio; non avrò timore. Che mi può fare la carne?” (Salmo 56:4; Matteo 10:28) Gli unti cristiani e le altre pecore insieme, rafforzati dallo spirito di Geova, rimasero fermi. (2 Corinti 4:7) Come risultato “la parola di Dio cresceva”. (Atti 6:7) Stando ai rapporti, quando nel 1939 scoppiò la guerra, 72.475 fedeli cristiani partecipavano all’opera di predicazione. Tuttavia il rapporto se pure incompleto del 1945, l’anno in cui finì la guerra, rivelò che 156.299 Testimoni erano impegnati a diffondere la buona notizia. Che sconfitta per Satana!
9. Quali nuove scuole furono annunciate durante la seconda guerra mondiale?
9 È chiaro che nonostante il caos della seconda guerra mondiale i servitori di Geova non dubitarono che l’opera di predicazione sarebbe stata compiuta. In effetti nel 1943, quando la guerra era al culmine, furono annunciate due nuove scuole. Una, che ora si chiama Scuola di Ministero Teocratico, doveva tenersi in tutte le congregazioni per insegnare ai singoli Testimoni a predicare e a fare discepoli. L’altra, la Scuola di Galaad (Watchtower Bible School of Gilead), avrebbe preparato i missionari per svolgere l’opera di predicazione in paesi stranieri. Quando le fiamme della guerra infine si spensero, i veri cristiani erano pronti per una maggiore attività.
10. Come si è visto lo zelo del popolo di Geova nel 2003?
10 Che meraviglioso lavoro hanno fatto! Con l’aiuto della Scuola di Ministero Teocratico tutti, giovani e vecchi, genitori e figli e perfino i malati, hanno partecipato e continuano a partecipare all’adempimento del grande incarico affidato da Gesù. (Salmo 148:12, 13; Gioele 2:28, 29) Nel 2003, ogni mese una media di 825.185 proclamatori ha dimostrato un senso di urgenza impegnandosi, temporaneamente o ininterrottamente, nel servizio di pioniere. Lo stesso anno i testimoni di Geova nell’insieme hanno dedicato 1.234.796.477 ore a parlare ad altri della buona notizia del Regno. Geova si compiace senz’altro dello zelo del suo popolo!
In campo straniero
11, 12. Quali esempi abbiamo dell’ottimo lavoro compiuto dai missionari?
11 Nel corso degli anni i diplomati di Galaad e, più recentemente, i diplomati della Scuola di Addestramento per il Ministero hanno fatto uno splendido lavoro. In Brasile, per esempio, quando nel 1945 arrivarono i primi missionari c’erano meno di 400 proclamatori. Questi missionari e quelli giunti dopo di loro hanno lavorato sodo a fianco degli zelanti fratelli brasiliani e Geova ha grandemente benedetto i loro sforzi. Per chi ricorda quei giorni com’è emozionante vedere che nel 2003 il Brasile ha registrato un nuovo massimo di 607.362 proclamatori!
12 Prendete il Giappone. Prima della seconda guerra mondiale in quella nazione c’erano un centinaio di predicatori del Regno. Durante la guerra furono decimati da una brutale persecuzione e alla fine della guerra solo pochi Testimoni erano ancora vivi, sia in senso spirituale che fisico. (Proverbi 14:32) Nel 1949 quei pochi straordinari esempi di integrità furono senz’altro felicissimi di dare il benvenuto ai primi 13 missionari di Galaad, e i missionari si affezionarono in fretta agli entusiastici e ospitali fratelli giapponesi. Oltre 50 anni dopo, nel 2003, in Giappone ha fatto rapporto un massimo di 217.508 proclamatori! Geova ha benedetto riccamente i suoi servitori in quella nazione. Rapporti simili giungono da molti altri paesi. Coloro che sono stati in grado di andare a predicare all’estero hanno contribuito notevolmente alla divulgazione della buona notizia, tanto che nel 2003 è stata annunciata in 235 paesi, isole e territori di ogni parte del mondo. Sì, la grande folla sta venendo da “ogni nazione”.
“Di ogni . . . tribù e popolo e lingua”
13, 14. In che modo Geova dimostrò l’importanza di predicare la buona notizia in “ogni . . . lingua”?
13 Il primo miracolo menzionato dopo che i discepoli erano stati unti con lo spirito santo alla Pentecoste del 33 E.V. è che parlarono in lingue alle folle radunate. Può darsi che tutti quelli che li udirono parlassero una lingua internazionale, forse il greco. Essendo “uomini riverenti”, probabilmente erano anche in grado di seguire i servizi che si svolgevano nel tempio in ebraico. Ma non poterono fare a meno di ascoltare quando udirono la buona notizia nella lingua che avevano imparato nell’infanzia. — Atti 2:5, 7-12.
14 Anche oggi si usano molte lingue nell’opera di predicazione. Era profetizzato che la grande folla sarebbe venuta non solo da ogni nazione ma anche da ogni “tribù e popolo e lingua”. In armonia con ciò, Geova profetizzò mediante Zaccaria: “Dieci uomini da tutte le lingue delle nazioni afferreranno, sì, realmente afferreranno per il lembo un uomo che è un giudeo, dicendo: ‘Certamente verremo con voi, poiché abbiamo udito che Dio è con voi’”. (Zaccaria 8:23) Pur non avendo il dono delle lingue come i cristiani del I secolo, i testimoni di Geova conoscono l’importanza di insegnare nelle lingue parlate dalla gente.
15, 16. In che modo i missionari e altri si sono accinti all’ardua impresa di predicare nelle lingue locali?
15 Oggi ci sono alcune lingue parlate molto estesamente, come il francese, l’inglese e lo spagnolo. Tuttavia quelli che hanno lasciato il proprio paese per servire all’estero si sforzano di imparare le lingue locali per rendere la buona notizia più accessibile a quelli che sono “giustamente disposti per la vita eterna”. (Atti 13:48) Può essere difficile. Quando i fratelli di Tuvalu, stato del Pacifico meridionale, ebbero bisogno di pubblicazioni nella loro lingua, un missionario si accinse all’ardua impresa. Dato che non c’erano dizionari, cominciò a fare un glossario di parole tuvaluane. A suo tempo fu pubblicato nella lingua tuvaluana il libro Potete vivere per sempre su una terra paradisiaca.b Quando i missionari arrivarono a Curaçao, non esistevano né letteratura biblica né dizionari nella lingua del posto, il papiamento. Non c’era neppure accordo su come si doveva scrivere la lingua. Tuttavia entro due anni dall’arrivo dei primi missionari venne pubblicato in quella lingua il primo volantino biblico cristiano. Oggi il papiamento è una delle 133 lingue in cui si pubblica La Torre di Guardia contemporaneamente all’inglese.
16 In Namibia i primi missionari non riuscirono a trovare nessun Testimone locale che li aiutasse a tradurre. Inoltre in una lingua del posto, il nama, non c’erano parole per rendere concetti usati comunemente nelle nostre pubblicazioni, come ad esempio “perfetto”. Un missionario scrive: “Per la traduzione mi servivo soprattutto di insegnanti che studiavano la Bibbia. Dato che avevano poca conoscenza della verità, dovevo fare il lavoro insieme a loro per essere sicuro che ogni frase fosse accurata”. Nondimeno il volantino Vita in un nuovo mondo fu infine tradotto in quattro lingue della Namibia. Oggi La Torre di Guardia si pubblica regolarmente in kwanyama e ndonga.
17, 18. Quale problema è stato affrontato in Messico e in altri paesi?
17 La principale lingua del Messico è lo spagnolo. Tuttavia prima che arrivassero gli spagnoli si parlavano molte lingue, alcune delle quali sono parlate tuttora. Pertanto le pubblicazioni dei testimoni di Geova si stampano attualmente in sette lingue messicane e sono anche disponibili nella lingua messicana dei segni. Il ministero del Regno maya fu la prima pubblicazione datata in una lingua amerindia. Tra i 572.530 proclamatori del Regno del Messico ci sono diverse migliaia di maya, aztechi e altri.
18 Negli ultimi anni milioni di persone si sono rifugiate in paesi stranieri o sono emigrate per ragioni economiche. Come risultato in molti paesi ci sono ora per la prima volta grosse comunità straniere. I testimoni di Geova si sono dovuti misurare con questo problema. In Italia, per esempio, ci sono congregazioni e gruppi in 22 lingue oltre all’italiano. Per aiutare i fratelli a predicare a chi parla altre lingue sono stati organizzati di recente corsi per insegnare 16 lingue, inclusa la lingua italiana dei segni. In molti altri paesi i testimoni di Geova si stanno impegnando allo stesso modo per contattare consistenti popolazioni di immigrati. Sì, con l’aiuto di Geova la grande folla sta davvero venendo da moltissimi gruppi linguistici.
“Per tutta la terra”
19, 20. Quali parole di Paolo si adempiono oggi in modo sorprendente? Spiegate.
19 Nel I secolo l’apostolo Paolo scrisse: “Essi non hanno mancato di udire, vero? Anzi, in realtà, ‘il loro suono è uscito per tutta la terra, e le loro espressioni fino alle estremità della terra abitata’”. (Romani 10:18) Se poté dirsi questo nel I secolo quanto più può dirsi oggi! Milioni di persone, forse più che in qualsiasi altro tempo della storia, dicono: “Di sicuro benedirò Geova in ogni tempo; la sua lode sarà di continuo nella mia bocca”. — Salmo 34:1.
20 L’opera inoltre non rallenta. Il numero dei proclamatori del Regno continua ad aumentare. Viene dedicato sempre più tempo all’opera di predicazione. Si fanno milioni di visite ulteriori e si tengono centinaia di migliaia di studi biblici. E continuano a esserci nuovi interessati. L’anno scorso un nuovo massimo di 16.097.622 persone hanno assistito alla Commemorazione della morte di Gesù. È chiaro che c’è ancora molto da fare. Continuiamo dunque a imitare la salda integrità dei nostri fratelli che hanno sopportato intensa persecuzione. E manifestiamo lo zelo di tutti i fratelli che dal 1919 si sono spesi nel servizio di Geova. Continuiamo a ripetere il ritornello del salmista: “Ogni cosa che respira, lodi Iah. Lodate Iah!” — Salmo 150:6.
[Note in calce]
a Vedi il rapporto annuale alle pagine 18-21 di questa rivista.
b Edito dai testimoni di Geova.
Sapreste spiegare?
• Quale compito si accinsero ad assolvere i fratelli nel 1919, e perché era un’impresa?
• Chi venne radunato per dare una mano nell’opera di predicazione?
• Quale lavoro hanno compiuto i missionari e altri nei paesi stranieri?
• Quale prova abbiamo che oggi Geova benedice l’opera del suo popolo?
[Prospetto alle pagine 18-21]
RAPPORTO MONDIALE DEI TESTIMONI DI GEOVA PER L’ANNO DI SERVIZIO 2003
(Vedi l’edizione stampata)
[Immagini alle pagine 14 e 15]
Nonostante il caos della seconda guerra mondiale i cristiani non dubitarono che la buona notizia sarebbe stata predicata
[Fonte]
Esplosione: U.S. Navy photo; le altre: U.S. Coast Guard photo
[Immagini alle pagine 16 e 17]
La grande folla sarebbe venuta da ogni tribù e lingua
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