BIBLIOTECA ONLINE Watchtower
BIBLIOTECA ONLINE
Watchtower
Italiano
  • BIBBIA
  • PUBBLICAZIONI
  • ADUNANZE
  • Sud Africa e territori limitrofi (1)
    Annuario dei Testimoni di Geova del 1977
    • Sud Africa e territori limitrofi (1)

      Vieni con noi in un paese di interessanti contrasti, operose città e remoti luoghi selvaggi, abitazioni moderne e umili capanne africane. Cammina fra persone di molte razze. Ascolta e udrai milioni di persone parlare l’inglese o l’afrikaans (derivato dall’antico olandese). Altri dei 26.000.000 di abitanti di questo paese parlano lingue come lo xhosa e lo zulù.

      Questo è il Sud Africa. Ha una superficie di 1.222.000 chilometri quadrati ed è la dimora di un popolo interessante, spesso amabile. Fra loro molti bramano le cose buone di genere spirituale, e i loro desideri sono appagati dalla verità biblica che viene proclamata dai cristiani testimoni di Geova.

      Prima, un po’ di storia: Durante il diciottesimo e il diciannovesimo secolo, il Sud Africa fu teatro di molti combattimenti. Mentre dall’Africa centrale la “marea” della popolazione negra si trasferiva verso il meridione e dal Capo la “marea” bianca si diffondeva verso il settentrione, si scontravano in terribili guerre sanguinose. La peggiore fu la guerra anglo-boera del 1899-1902, fra gli Inglesi e i Boeri, agricoltori olandesi. Come risultato, le quattro colonie di Natal, Stato libero dell’Orange, Transvaal e il Capo vennero a trovarsi sotto il dominio inglese. Nel 1910 esse divennero una sola nazione. Mezzo secolo più tardi, nel 1961, il paese divenne la Repubblica Sudafricana. Questo accadde con un voto di maggioranza dei bianchi. I negri non hanno nessun voto eccetto nei loro “homelands”, estesi territori autonomi riservati a ciascuna tribù africana.

      BREVE VIAGGIO

      Or dunque facciamo un rapido viaggio attraverso il Sud Africa. Cominciamo da Città del Capo, presso l’estremità meridionale del continente. Città del Capo è la capitale legislativa, la più antica città del paese. Oltre 800 chilometri a nord-est è Bloemfontein, capitale dello Stato libero dell’Orange, città che è considerata la capitale giudiziaria del paese. Pretoria, ancora più a nord-est, è la capitale del Transvaal ed è la capitale amministrativa della repubblica.

      La principale caratteristica topografica del Sud Africa è l’altipiano interno. Da una pianura costiera a oriente il terreno si eleva nettamente per formare massicce catene montagnose, con un’altitudine che varia da più di 1.500 metri a oltre 3.300 metri. L’altipiano degrada verso ovest. Una volta era per lo più un’ondulata prateria che pullulava di grosse mandre di impala, zebre, antilopi sudafricane e altre belle creature. Oggi gran parte dell’interno è terreno coltivato, e gli animali selvatici si trovano per lo più solo nelle riserve di caccia, come nel Parco Nazionale Kruger famoso in tutto il mondo. Ma verso il settentrione, nella zona interna, il paese è più arido e diviene il deserto di Kalahari. A nord-est è il bushveld (si pronuncia “bushfelt”), ricco di arbusti.

      Kimberley, nella Provincia del Capo, è famosa in tutto il mondo come centro delle miniere di diamanti. Nel Transvaal si trova Johannesburg, massima città del paese e nota come “regina” del “Reef”, una fascia di città minerarie e industriali. Il Reef venne all’esistenza a causa della scoperta dell’oro fatta nella regione nel lontano 1886. In linea d’aria a circa 500 chilometri a sud-est di Johannesburg sorge Durban, sulle spiagge dell’oceano Indiano, e qui si vedono molte donne indiane nei loro pittoreschi sari.

      Nel Sud Africa abitano dodici milioni e mezzo di Africani, che appartengono almeno a nove tribù. Le tribù più grandi, i popoli xhosa e zulù, hanno ciascuna più di tre milioni di persone. Ci sono poi i Basuto, quindi gli Tswana, Tsonga, Swazi, Ndebele, Venda e altri. Più di metà della popolazione africana abita negli “homelands”, gli estesi territori autonomi designati per ciascuna singola tribù africana. Di solito il modo di vivere è molto primitivo in questi territori autonomi e nelle riserve, dove la maggioranza delle persone abitano in capanne dalle pareti principalmente di fango e il tetto fatto d’erba intrecciata. Il resto della popolazione africana abita in cittadine africane, come Soweto con le sue piccole case in cemento e mattoni costruite dal comune. Queste si trovano pochi chilometri fuori delle città e dei sobborghi europei. La norma del governo è che ciascun gruppo razziale cresca separatamente e indipendentemente. Il Sud Africa è stato oggetto di severe critiche per la sua politica di apartheid o segregazione.

      Oltre alle principali sette della cristianità, gli Africani hanno le loro proprie religioni. Non soltanto sono rappresentate fra loro le principali fedi della cristianità, ma molti predicatori africani hanno dato inizio alla loro piccola setta. Di conseguenza, nel Sud Africa c’è il massimo numero di sette del mondo, almeno 2.000! Oltre a professar di aderire a una chiesa della cristianità, la maggioranza degli Africani si dedica ancora a qualche forma di adorazione degli antenati e vive col timore dei morti. Questo avviene non solo negli “homelands”. Molti Africani moderni, pur guidando un’auto di ultimo modello, sacrificano di tanto in tanto un capro per placare gli spiriti dei propri antenati morti.

      RISALIAMO AL VOLGERE DEL SECOLO

      Al volgere del secolo, la popolazione del Sud Africa era più piccola, l’andatura più lenta e la vita più semplice. Il paese si andava appena riprendendo dalla guerra anglo-boera quando il tempo risultò maturo per divulgare la buona notizia in questo attraente campo.

      Nell’anno 1902 un certo ecclesiastico riformato olandese fu mandato dall’Olanda a un’assegnazione in Klerksdorp, cittadina del Transvaal. Egli portò con sé una grande cassa di letteratura religiosa di seconda mano, compresi gli Studi sulle Scritture, una copia della Torre di Guardia di Sion inglese e l’opuscolo Che cosa dicono le Scritture dell’inferno? Frans Ebersohn e Stoffel Fourie incontrarono questo ecclesiastico a Klerksdorp. Fu loro permesso di esaminare la sua biblioteca, trovarono queste pubblicazioni molto interessanti e fu loro concesso di prenderle dalla collezione. A questi uomini le verità contenute in queste pubblicazioni fecero un’impressione così profonda che decisero di formare una nuova congregazione. La chiamarono “Volheid van Christus” (Pienezza di Cristo). Questo fu il primissimo punto d’appoggio del messaggio del Regno nel Sud Africa.

      Questi due uomini cominciarono a tenere adunanze e a lavorare di casa in casa per diffondere la buona notizia. Nel 1903 Frans Ebersohn scrisse al primo presidente della Società Torre di Guardia di Bibbie e Trattati, C. T. Russell, e chiese di mandare nel Sud Africa un “pellegrino” o rappresentante speciale della Società. Il fratello Russell rispose che allora le circostanze non lo permettevano, ma che si sarebbe disposto appena possibile.

      Nel 1906 una coppia di sorelle emigrate da Glasgow (Scozia) a Durban divulgava con entusiasmo la buona notizia. Non passò molto tempo che altri in quella città si interessarono della verità, e, alla fine del 1906, c’erano nel Sud Africa quaranta abbonati alla Torre di Guardia di Sion.

      Nel 1907 nella scena del dramma del Regno dell’Africa meridionale comparve un certo “reverendo” Joseph Booth. Nato in Inghilterra, egli si trasferì in Nuova Zelanda all’età di ventinove anni per dedicarsi all’allevamento delle pecore e in seguito si mise negli affari in Australia. Si unì ai battisti e dopo qualche tempo si sentì chiamato a fare il missionario in Africa e quindi nel 1892 arrivò nel Niassa (ora Malawi) come missionario indipendente. Booth si infiammò all’idea dell’uguaglianza per gli Africani e dell’“Africa agli Africani”. Egli istituì varie “Missioni industriali”.

      Nell’anno 1900 Booth si era separato dalla maggioranza delle sue missioni e aveva fatto alcuni viaggi in America, dove si convertì alla fede dei battisti del settimo giorno. Subito dopo tornò nel Niassa per stabilirvi una missione per conto di quell’organizzazione sabatista. Non passò molto tempo ed egli fu in difficoltà con i battisti del settimo giorno. Si unì quindi agli avventisti del settimo giorno e stabilì per loro una missione. Litigò anche con le autorità governative, poiché i suoi progetti di un cambiamento sociale africano erano loro molto sgraditi. Sembra che nel 1906 Booth cominciasse a interessarsi delle Chiese di Cristo e, pur essendo stato respinto dalle Chiese di Cristo britanniche, ebbe qualche accoglienza alla filiale delle Chiese di Cristo sudafricane di Città del Capo. Booth fu lo strumento che li aiutò a stabilire una missione nel Niassa. Secondo la pubblicazione Independent Africa, Booth passò da una denominazione all’altra come un “autostoppista religioso”.

      Verso la fine del 1906 Booth, ora in Scozia, lesse alcuni libri del fratello Russell. Presto partì per gli Stati Uniti. Booth dispose di chiedere un’intervista al fratello Russell e questa risultò una discussione molto interessante e cruciale. Il fratello Russell sapeva pochissimo dei precedenti di Booth e del suo principale obiettivo di ridare l’Africa agli Africani. Egli non avrebbe potuto sapere che Booth era già considerato indesiderabile dai funzionari e dai bianchi del Niassa e che si era già servito di varie organizzazioni religiose per sostenere i propri progetti. Inoltre, il fratello Russell era ansioso di trovare qualcuno che aprisse un ampio nuovo campo. Quindi, per un tempo, la Società si assunse le spese di Booth quale suo missionario presso quei popoli che egli conosceva.

      Il fratello Russell non si rese conto che questo avrebbe dato luogo a molte difficoltà e che avrebbe recato molto biasimo sul nome della Società. In ogni modo, all’inizio del 1907, Joseph Booth era di nuovo in Africa e cominciò a operare a Città del Capo e in altri luoghi del paese. Essendo nel Niassa una persona non grata, risulta che Booth non vi ritornò per parecchio tempo, nonostante che mediante lettere e messaggeri personali tenesse con il campo del Niassa un intimo contatto esercitando su di esso un notevole effetto.

      Nel numero della Torre di Guardia di Sion del 1º giugno 1908 una lettera firmata da L. de Beer e scritta al fratello Russell fece un po’ di luce su quanto accadeva. In parte essa dice: “Sono profondamente interessato ai suoi sei libri, e ho due fratelli similmente interessati; uno è un ecclesiastico della Chiesa Olandese; non solo un lettore, ma un pensatore. Egli non esercita più; risiede a Pretoria (Transvaal) e redige un giornale ecclesiastico olandese, oltre a predicare quanto è richiesto. . . .

      “C’è poi un comune amico del fratello Booth e mio, il rev. J. H. Orr, ministro della Chiesa Congregazionale Indipendente di Wynberg (uno dei nostri sobborghi), che già predica alcune delle nuove verità contenute nei suoi libri.

      “Come avrà udito, un bel gruppetto, in cui ero anch’io, tutti interessati al messaggio millenario, si riunì nella Chiesa del fratello Orr per celebrare la Pasqua, cinque Europei e 29 nativi, in tre lingue. Fu un’ora importante e notevole, e una nuova èra nella nostra vita”.

      Altre notizie sull’opera che si faceva in Sud Africa sono pubblicate ne La Torre di Guardia del 15 gennaio 1909. L’articolo dice: “Ci sono tre fratelli negri che predicano la Verità ai nativi. Uno di questi è andato a nord nella sua regione d’origine, distante circa tremiladuecento chilometri, per portarvi il messaggio. Questo fratello, benché giovane, parla diverse lingue native e scrive abbastanza correntemente l’inglese. Le ultime notizie che abbiamo ricevuto da lui sono molto incoraggianti. Sembra che i nativi abbiano aperto le orecchie alla ‘buona notizia di una grande gioia’, al messaggio della Restaurazione”.

      Il giovane africano menzionato come in viaggio circa tremiladuecento chilometri a nord verso la sua regione d’origine era Elliott Kamwana. Kamwana era venuto dalla tribù Tonga ed era stato educato dalla missione Livingstonia (presbiteriana scozzese) a Bandawe sulla spiaggia occidentale del lago Niassa. Comunque, a Blantyre (Niassa) egli aveva incontrato nel 1900 Booth, e due anni dopo si era battezzato in una delle missioni del settimo giorno che Booth aveva stabilite. In seguito era venuto nel Sud Africa, aveva lavorato nelle miniere per un dato tempo e poi al Capo aveva incontrato di nuovo Booth. Pare che Kamwana stesse per alcuni mesi con Booth ricevendone istruzioni e che tornasse quindi nella sua patria del Niassa. Ne La Torre di Guardia del 1º luglio 1909, Booth descrive la distribuzione dei trattati tra gli Africani di Johannesburg e Pretoria e poi dice:

      “Essi si rallegrano grandemente vedendo portare qui lo stesso messaggio che hanno udito si proclamava nella loro propria patria, nel Niassa, dal fratello Elliott Kamwana.

      “Uno che è stato qui solo tre mesi dice che vide Elliott battezzare 300 persone in un sol giorno; un altro afferma che in un luogo ci sono 700 aderenti. E sono inoltre informato che in quel paese ci sono quasi 3.000 persone in circa 30 luoghi diversi le quali hanno accettato il Piano divino a preferenza del presbiterianismo e della Chiesa d’Inghilterra. Lo stesso fratello Elliott riferisce che ci sono circa 9.000 persone alquanto interessate, sebbene non tutte nel grado sopra menzionato”.

      Verso la fine di questo articolo, il fratello Russell incluse alcune recentissime notizie sull’arresto di Elliott Kamwana per istigazione dei missionari calvinisti scozzesi di Bandawe (lago Niassa). Il fratello Russell conclude la relazione con le brevi parole: “Il fratello Kamwana battezzò l’anno scorso 9.126 persone”.

      Su questa fantastica cifra non si fa nessun commento. In quel tempo in tutti gli Stati Uniti se ne battezzarono assai meno! Ma come aveva fatto Kamwana? Quali metodi aveva seguìti?

      COMINCIANO I “MOVIMENTI TORRE DI GUARDIA”

      In realtà, né Booth né Kamwana avevano effettivamente lasciato Babilonia la Grande, o la falsa religione; essi non divennero mai studenti biblici o cristiani testimoni di Geova. La loro relazione con la Società Torre di Guardia fu breve e superficiale. La sig.ra Marjorie Holliday, i cui ricordi inerenti alla verità risalgono agli inizi del 1900, descrive come Joseph Booth fece frequenti sforzi per sabotare le adunanze dei fratelli nella loro stanza del piano superiore a Durban. La nostra sorella cristiana Holliday dice: “Per esempio: mentre cantavamo ‘Liberi dalla Legge’, egli si metteva di fuori e rispondeva con ‘non liberi dalla legge’”.

      Non è dunque sorprendente che Elliott Kamwana, apprendista spirituale di Booth, avesse un’idea molto alterata delle verità presentate dalle pubblicazioni della Società. Ma cosa predicasse esattamente quando tornò nel Niassa, ora è impossibile dirlo. Per certo sembra vero che un rimarchevole aspetto della sua campagna fossero i suoi drammatici battesimi all’aria aperta. Ma questi battesimi compiuti da Kamwana non avevano nessuna relazione col vero battesimo cristiano dei servitori di Geova. Qualunque cosa dicesse o qualunque metodo seguisse, la campagna di Kamwana durò solo breve tempo, approssimativamente dal settembre 1908 al giugno 1909, quando il governo intervenne e lo mise in prigione, deportandolo poi nelle isole Seicelle. Fino al 1937 non gli fu permesso di tornare nel Niassa, in cui continuò a dirigere uno dei falsi “Movimenti Torre di Guardia”.

      Per massima sfortuna, come risultato dell’opera di Kamwana sorse nell’Africa centrale una situazione che per molto tempo causò enorme confusione. Si formarono movimenti che si servirono in piccolo grado dei libri del fratello Russell. Questi mischiarono un po’ di verità con molte idee e metodi loro propri. Così, molti furono sviati. Non tutti questi movimenti usarono i nomi “Torre di Guardia” o “Società Torre di Guardia”; infatti, il movimento diretto da Kamwana prese a suo tempo il nome “Missione del Guardiano”.

      Molti anni dopo, nel 1947, siccome queste false sette Torre di Guardia causavano ancora qualche confusione, i fratelli incaricati nel Niassa dell’opera di predicazione del Regno scrissero a Kamwana. In una risposta scritta e firmata da Kamwana, egli dice: “La Missione del Guardiano (Mlonda Mission) non ha tempo da perdere con le dicerie perché i negri e gli Europei del Niassa sanno che la Missione del Guardiano è separata e distinta dalla Società Torre di Guardia di Bibbie e Trattati degli Europei”.

      Così i fatti mostrano molto chiaramente che Kamwana non fu mai un vero, dedicato servitore di Geova, ed è evidente che egli iniziò o causò la formazione di vari falsi “Movimenti Torre di Guardia”. Sembra che tutto ciò cominciasse con la sua “infuocata” campagna del 1909. Il fratello Nguluh, un fratello africano di Johannesburg che in quel tempo era nel Niassa, ha paragonato la campagna di Kamwana a un “rapido fuoco di paglia”. In quei giorni c’era nel Niassa una considerevole migrazione di nativi che cercavano lavoro e paghe migliori. In quel modo i falsi “Movimenti Torre di Guardia” evidentemente si diffusero allora in ogni parte delle Rhodesie, del Congo e giù fino in Sud Africa.

      DURBAN ODE IL MESSAGGIO

      Ora torniamo a Durban nell’anno 1906. Marjorie Holliday e sua madre abitavano proprio accanto a una certa sig.ra Morton. La sorella Arnott di Glasgow (Scozia) mandava di continuo trattati e volantini alla sorella naturale, sig.ra Morton. A sua volta, la sig.ra Morton passava questi trattati alla sig.ra Agnes Barrett, madre di Marjorie Holliday, e alla fine entrambe accettarono la verità. In questo tempo era venuta lì dalla Scozia anche una certa sorella Taylor. Dopo breve tempo, da Glasgow la sorella Arnott e la sua famiglia decisero di venire a stabilirsi a Durban. Così, secondo la sorella Holliday, a dare realmente inizio all’opera a Durban furono le sorelle Arnott, Taylor, Morton e Barrett. Uno dei loro principali metodi di divulgazione della verità fu quello di dare trattati e volantini alle persone sulle spiagge.

      Marjorie Holliday stessa prese la sua determinazione all’età di dieci anni, scrivendo una lettera di dimissioni alla Chiesa Presbiteriana e dissociandosi così da Babilonia la Grande. Ella dice inoltre che nel 1910 al piccolo gruppo di Durban si unì un negro americano, il fratello Whiteus. La sorella Holliday ci narra che a Durban ebbe un ottimo successo. Quindi menziona un sorprendente avvenimento. Pare che il fratello Whiteus fosse richiamato in America, forse dal fratello Russell. Ma non molto tempo prima che la nave salpasse da Durban egli fu rapito da Booth e rinchiuso in una stanza! (Perché Booth facesse ciò non è chiaro). In ogni caso, le sorelle locali cercarono di scoprire dove il fratello Whiteus era rinchiuso, e la sorella Barrett riuscì a liberarlo e ad accompagnarlo quindi al sicuro fino al molo onde potesse prendere la sua nave.

      Nell’anno 1910 era stato seminato del buon seme, ma nell’Africa meridionale accadevano cose strane. Nel Niassa la situazione non era buona, e, a Durban, Booth dava fastidio. Era necessarissimo che qualcuno maturo e fidato assumesse in questo vasto campo la sorveglianza dell’opera del Regno.

      UNA SVOLTA

      L’anno 1910 vide aprirsi un nuovo capitolo per l’opera del Regno in Sud Africa. In quel tempo Booth era un uomo finito per ciò che concerneva la Società. Verso la metà di quell’anno il fratello Russell mandò William W. Johnston, che aveva probabilmente poco più di trent’anni. Egli era uno Scozzese di Glasgow, di mente sobria, cauto e fidato, un vero contrasto con il volubile ed eccentrico Booth. Il fratello Johnston era stato un anziano a Glasgow per diversi anni, era un acuto studente della Parola di Dio e un eccellente oratore. Era uno dei “doni negli uomini” assai necessario nel campo africano, ch’era stato malamente scosso dalle imprese di Booth. (Efes. 4:8) La principale missione del fratello Johnston era quella di andare nel Niassa, investigarvi la situazione e dare aiuto ai fratelli.

      Il primo uomo bianco che aveva scoperto il lago Niassa era stato nel 1859 il famoso esploratore e missionario David Livingstone. Il paese fu poi esplorato da missionari delle Chiese Presbiteriana Scozzese e Cattolica Romana per stabilirvi colonie di bianchi. Nel 1891 esso divenne un protettorato britannico e parte dell’Africa Centrale Britannica. Al tempo del viaggio del fratello Johnston la popolazione del Niassa era di circa un milione, con pochissimi locali residenti bianchi.

      Il fratello Johnston trascorse nel Niassa circa quattro mesi e riferì che c’erano quasi cento chiese in altrettanti villaggi e che migliaia di nativi si dichiaravano fedeli alla “verità che è presente”. (2 Piet. 1:12) Trovò che alcuni avevano “afferrato abbastanza bene la Verità”. Ma fu molto deluso dallo spirito generale.

      “Inoltre sembrava che alcuni di essi pensassero che io ero venuto con una tasca piena di denaro per dotare tutti i pastori e gli insegnanti e dar loro lucrosi impieghi sotto la Società”, disse il fratello Johnston. “Dovetti disabituare la loro mente a tale idea. . . . Mi dispiace dire che quasi in ogni caso dove ebbi a che fare con singoli fratelli le loro conversazioni terminavano con una richiesta di assistenza finanziaria di qualche genere o forma”. Per giunta egli riscontrò che l’influenza di Booth era “notevolmente manifesta nell’opera del Niassa”. Alcuni osservavano il settimo giorno di sabato. “Feci quello che potevo per presentare su tale questione la verità”, fece notare il fratello Johnston, “e per grazia di Dio potei liberare almeno alcuni di essi dalla schiavitù”.

      Il fratello Johnston fece lo sforzo di istituire qualche forma di organizzazione e scelse diversi nativi perché agissero da insegnanti dopo aver chiarito loro la questione del sabato. Si compiacque anche di riscontrare che molti sembravano “pieni del forte desiderio di conoscere più intimamente la Parola di Dio”. Dopo il ritorno nel Sud Africa, egli ricevette per un po’ rapporti da alcuni di questi del Niassa, ma trascorsi alcuni anni ci furono pochissimi contatti. Per quindici anni il movimento iniziato da Booth e Kamwana fu in gran parte abbandonato a se stesso. Non c’è da sorprendersi se una tale situazione generò i falsi “Movimenti Torre di Guardia” indigeni.

      PICCOLA SEDE FILIALE CON VASTO TERRITORIO

      Subito dopo il suo ritorno a Durban nel 1910, il fratello Johnston ricevette dal fratello Russell istruzione di aprirvi una sede filiale della Società Torre di Guardia. Questa nuova filiale con un solo uomo fu semplicemente una piccola stanza nella School Lane di Durban. Serviva da ufficio e, a volte, da luogo di adunanza. Ma il territorio sul quale aveva giurisdizione era enorme. Parlando approssimativamente, il suo campo era tutta l’Africa a sud dell’equatore. Infatti, alcuni territori che erano sotto questa filiale, come Congo, Uganda e Kenya, si estendevano molto a nord dell’equatore. Vi erano pure incluse l’isola di Maurizio al largo dell’oceano Indiano, l’estesa isola di Madagascar (Repubblica Malgascia) al largo della costa del Mozambico, S. Elena a centinaia di chilometri nell’Atlantico e l’isola di São Tomé nel golfo di Guinea. Comunque, come scrisse il profeta Zaccaria: “Chi ha disprezzato il giorno delle piccole cose?” — Zacc. 4:10.

      GLI SFORZI DANNO FRUTTO

      Non è bene disprezzare l’opera delle persone umili, come il fratello Whiteus. Una volta egli visitò a Durban una famiglia e lasciò una serie completa di Studi sulle Scritture. La donna che li ottenne non li lesse lei stessa, ma dopo breve tempo sua figlia, la sig.ra Thompson, si portò i libri in un viaggio in piroscafo per Glasgow e nel viaggio se li lesse. Durante la sua permanenza a Glasgow qualcuno andò alla sua porta e lasciò un foglietto che annunciava un discorso che doveva essere tenuto da Charles T. Russell. La sig.ra Thompson vi andò, ma trovò il posto così affollato che non vi poté entrare. Tuttavia, in quel momento i fratelli decisero di aprire il palco dell’orchestra e la sig.ra Thompson ebbe dunque alla conferenza pubblica un posto di prima fila a lato della pista circolare. Le piacque moltissimo. Una delle sorelle locali prese il suo indirizzo del Sud Africa e a suo tempo il fratello W. Johnston le fece una visita ulteriore. La sig.ra Thompson accettò la verità e subito dopo fu battezzata. Ella stessa fu una fedele e attiva proclamatrice per molti anni, fino al 1965, quando morì all’età di novantotto anni. Sua figlia e due nipoti pure divennero zelanti Testimoni. Così quella visita fatta dal fratello Whiteus diede molto frutto.

      Intanto, a Durban il fratello Johnston pronunciava regolarmente discorsi biblici nella Sala Massonica di Smith Street ogni domenica sera. Gli uditorii erano finora abbastanza piccoli, ma fra di essi era un Norvegese chiamato Myrdal. Sua moglie era un’accanita avventista del settimo giorno. I due facevano una notte dopo l’altra discussioni sulle dottrine. In ogni modo, il sig. Myrdal aveva la meglio nelle discussioni, e dopo non molto tempo lui e la moglie e il figlio Henry divennero regolari frequentatori delle conferenze del fratello Johnston. Essi cominciarono a frequentare anche le adunanze della domenica mattina chiamate “Studi biblici per tutti”.

      Inoltre dall’anno 1911 c’è una chiara narrazione del vero interesse fra gli Africani del Sud Africa. Jeremiah Khuluse di Ndwedwe, un piccolo borgo nativo circa cinquanta chilometri da Durban, ricorda che un uomo chiamato Johannes Tshange vi andò da Città del Capo. Tshange aveva acquistato conoscenza della verità a Città del Capo ed era desideroso di diffonderla nel suo borgo nativo di Ndwedwe. Il padre di Jeremiah Khuluse s’interessò molto, specie del nuovo insegnamento circa l’inferno. Si iniziarono dunque studi biblici e si tenevano ogni sera. Molti si associavano al piccolo gruppo. Per i loro studi della Bibbia usavano gli Studi sulle Scritture, e dopo alcuni mesi, siccome già predicavano a persone di altre chiese, il clero locale cominciò a preoccuparsi. Come conseguenza, i membri della Chiesa Metodista Wesleyana si adunarono per discutere il problema. Dopo molte discussioni questi nuovi interessati alla verità furono scomunicati dalla chiesa. Questa fu probabilmente la prima congregazione africana di veri adoratori che si formò nel Sud Africa.

      Nel 1911 il fratello Johnston era molto occupato. Fece un viaggio speciale a Johannesburg nel Transvaal e a Parys nello Stato libero dell’Orange. A Johannesburg fece molte visite e, come conseguenza, si presero disposizioni per tenere le adunanze delle “classi bibliche”. Un’ottima adunanza si tenne nella Sala Civica di Parys, dove il sindaco presentò il conferenziere, il vicesindaco ne tradusse le osservazioni in olandese e gli ascoltatori furono circa 250. È chiaro che il fratello Johnston era occupato nell’opera di estensione delle classi che in quel tempo era compiuta dal popolo di Dio in ogni parte del mondo. Presto si tennero adunanze anche a Pretoria, Balfour, Port Elizabeth e Ndwedwe.

      Sebbene fossero pochi di numero, i servitori di Geova fecero molti sforzi per diffondere il vitale messaggio della Bibbia. In una relazione sull’opera compiuta nel Sud Africa nel 1912, il numero de La Torre di Guardia del 1º febbraio 1913 mostra che distribuirono 28.808 trattati inglesi intitolati “Pulpito del popolo”, 30.000 trattati inglesi intitolati “Giornale di tutti” e 3.000 “Pulpito del popolo” olandesi. È pure interessante una breve nota de La Torre di Guardia del 15 novembre 1913, che mostra che era disponibile letteratura in zulù. La buona notizia giungeva in questo paese a molte persone.

      Per di più, in questo tempo, i sermoni del fratello Russell erano regolarmente pubblicati nei giornali. La Torre di Guardia del 15 dicembre 1913 mostra che in Gran Bretagna, Sud Africa e Australia i suoi articoli erano settimanalmente stampati da circa 600 giornali. In tutto il mondo la cifra era approssimativamente 2.000 giornali. Il fratello Johnston aveva organizzato in Sud Africa un’agenzia editoriale per i sermoni, e alla fine del 1913 undici giornali li pubblicavano nel paese in quattro lingue.

      ARRIVA IL 1914!

      Trascorsero i mesi e giunse il 1914. In tutto il mondo i fratelli dovettero chiedersi in quel tempo che cosa avrebbe recato l’anno. Nel Sud Africa i fratelli pensavano molto alla data. Fra loro erano laggiù a Durban i Myrdal. Henry Myrdal dice: “Ricordo bene la data del 4 agosto 1914, quando mia madre leggendo il giornale, disse a noi, alla famiglia: ‘Ecco, è venuta la Guerra, proprio come il pastore Russell aveva detto nei suoi libri’”.

      In Gran Bretagna molti guardavano gli avvenimenti mondiali con interesse e riconoscevano il “segno”. Questi comprendevano un giovane fratello chiamato George Phillips, allora un ragazzo sedicenne che faceva servizio da colportore a Barrow di Furness (Inghilterra). In quel tempo George non si rendeva conto dell’importante parte che avrebbe avuta nell’Africa meridionale nel progresso dell’opera del Regno!

      Lassù nel Niassa molti Africani sinceramente interessati alla verità pure guardavano la data. I Tedeschi erano appena di là dal confine del Tanganica (allora Africa Orientale Tedesca) e le truppe britanniche si preparavano a difendere il confine. Alcuni si rendevano conto che la profezia biblica si adempiva.

      Il libro Independent African a pagina 230 dice: “Gli stessi Africani lasciarono la propria testimonianza dell’instabilità in cui li aveva portati la Guerra. In realtà, a molti sembrava che la profezia della Torre di Guardia secondo cui il mondo sarebbe finito a ottobre del 1914 stava per avverarsi”. Questo è confermato da una lettera che il fratello Achirwa del Niassa inviò al fratello Russell (pubblicata ne La Torre di Guardia del 1º settembre 1914). Fra l’altro, essa dice: “Di sicuro viviamo nel Tempo della Fine, secondo le Scritture. . . . Ma leggiamo nella Bibbia che il Liberatore verrà, e verrà il Regno di Dio e tutte le nazioni conosceranno la Via del nostro Dio; ma Egli distruggerà i malvagi”. Quindi prosegue descrivendo le loro adunanze, che, in speciali occasioni, erano frequentate da centinaia di persone in una sola volta.

      “PRIMO CONGRESSO SUDAFRICANO”

      Con questo titolo La Torre di Guardia del 15 agosto 1914 pubblicò una lettera del fratello Johnston. Egli scrisse:

      “Il primo Congresso Sudafricano dell’Associazione Internazionale degli Studenti Biblici è ora passato alla storia, lasciando a quelli che hanno avuto il privilegio di assistervi un glorioso ricordo che servirà di stimolo e ispirazione finché perverremo al più grande di tutti i Congressi, oltre il velo [in cielo]”.

      Johnston continuava poi a descrivere che esso ebbe luogo il 10 aprile a Durban. Le persone erano venute da ogni parte del subcontinente. Menzionava in special modo “una cara sorella che ha fatto un viaggio di quasi milleseicento chilometri”. Inoltre Johnston diceva: “Eravamo davvero un assai ‘piccolo gregge’. Il nostro massimo numero di presenti fu 34”. Il fratello Johnston intendeva trentaquattro studenti biblici, ma al discorso pubblico i presenti furono circa cinquanta. Considerando il numero dei presenti, quello dei battezzati fu altissimo, un totale di sedici. Lo stesso fine settimana ebbero anche la Commemorazione della morte di Cristo, con trentadue partecipanti. Quei fratelli non si resero conto che circa cinquantasette anni dopo (1971) ci sarebbe stata a Johannesburg un’assemblea con un totale di quasi 50.000 presenti! Questo fa certamente ricordare la profezia: “Il piccolo stesso diverrà mille”. — Isa. 60:22.

      ACCUSE INFONDATE

      Le prime settimane del 1915 furono per il Niassa molto orribili. In quel tempo Britannici e Tedeschi avevano già avuto aspri scontri di frontiera, con la conseguente vittoria dei Britannici. Molti Africani furono uccisi o feriti in questa battaglia, ma il peggio doveva ancora venire. Il 23 gennaio ci fu tra gli Africani una seria insurrezione capeggiata da John Chilembwe, un capo istruito di una setta africana. Egli uccise alcuni Europei locali e cercò di causare un’insurrezione generale. Tuttavia, questa fu presto soffocata da truppe africane, ufficiali e volontari europei.

      In seguito furono comunque fatte le accuse che la Società Torre di Guardia avesse avuto qualche cosa a che fare con la rivolta. Infatti, l’ufficiale History of the Great War (Storia della Grande Guerra) si riferisce a Chilembwe come a un “fanatico religioso . . . della cosiddetta setta ‘Torre di Guardia’”. Un’attenta investigazione ha provato sin da allora che quelli del Niassa interessati nella verità e anche quelli del movimento di Kamwana, un falso “Movimento Torre di Guardia”, come tale, non ebbero nessuna diretta relazione con l’insurrezione o non ne ebbero alcuna responsabilità. Il libro Independent African ne esamina molto compiutamente le prove e, a pagina 324, perviene a questa conclusione: “Chilembwe stesso non ebbe nessuna evidente relazione col movimento americano della Torre di Guardia e i tentativi di collegare i suoi progetti insurrezionali con tale organizzazione degli Stati Uniti sembrano mal diretti”. Certo, poiché Chilembwe era stato un convertito di Booth, e Booth aveva avuto una volta qualche relazione con la Società, i nemici della verità si servirono di questi fatti per fare accuse e mutare la Società in un capro espiatorio. In effetti, Chilembwe e i suoi luogotenenti erano membri delle altamente rispettate missioni ortodosse. Anche queste furono molto criticate dal governo.

      Il libro Independent African, a pagina 232, fa anche questo interessante commento sulle false accuse secondo cui le pubblicazioni della Società Torre di Guardia influirono su alcuni Africani onde prendessero parte alle insurrezioni: “Ma si deve anche notare che in nessun luogo dei volumi di Russell [il corsivo lo abbiamo aggiunto noi] si suggeriva ai credenti nei suoi insegnamenti che dovessero fare passi attivi per affrettare il rovesciamento di queste istituzioni in preparazione dell’Èra Millenaria: piuttosto si raccomandava loro di aspettare con pazienza l’intervento divino”.

      LA CRESCITA CONTINUA

      Alcuni mesi dopo, i fratelli ebbero laggiù a Durban un’altra ottima assemblea. Questa fu di nuovo collegata con la celebrazione della Commemorazione, e quarantasette presero gli emblemi. Della classe zulù a Ndwedwe ci furono trentotto presenti, inoltre quindici a Johannesburg, otto a Città del Capo, sei a Douglas e due a Balfour.

      L’anno 1914 era venuto ed era passato. Per quanto gli avvenimenti del mondo adempissero la profezia in modo rimarchevole, l’opera non era ancora finita e sembrava che ci fosse ancora molto da fare. In una lettera al fratello Russell, il fratello Johnston disse: “L’anno passato è stato un anno di continue prove, sia per gli individui che per le classi [o, congregazioni]”. Comunque, il rapporto dell’attività compiuta in Sud Africa nell’anno 1915 mostra che si erano distribuiti più di 4.700 volumi stampati, si erano diffuse 75.131 copie di pubblicazioni gratuite e si eran tenute 312 adunanze. L’opera non si era affatto arrestata.

      FOTODRAMMA DELLA CREAZIONE

      Nel 1916 arrivò nel Sud Africa il Fotodramma della Creazione. Questa produzione mista di diapositive, pellicole cinematografiche e incisione sonora dava risalto al proposito di Dio per la terra e l’uomo. Nella Provincia del Capo incontrò evidentemente difficoltà e vi fu proibito dalle autorità poiché probabilmente avrebbe ‘offeso la suscettibilità religiosa’ del pubblico.

      In ogni modo, indicando la portata dell’opera del Fotodramma, all’inizio del 1918 il fratello Johnston calcolò che in diciotto mesi aveva fatto viaggi per 16.000 chilometri e l’aveva proiettato in molte parti del paese. Il Dramma attirava dappertutto grossi uditori. Benché fosse rifiutato il permesso nella Provincia del Capo, era stato proiettato a Durban, Johannesburg, Pretoria e varie altre parti del Transvaal, nello Stato libero dell’Orange e nel Natal. Dalla proiezione del Dramma non era risultato un grande radunamento, ma aveva dato una testimonianza assai estesa e potente.

      PRIME NOTIZIE DALLA RHODESIA E DAL TRANSVAAL

      Nel 1916 udiamo per la prima volta qualche menzione dell’attività del Regno in Rhodesia. William W. Johnston disse in una lettera al fratello Russell: “La tua comunicazione sull’opera in Rhodesia, indirizzata al sig. Nodehouse, è stata debitamente ricevuta. Ho scritto a quel signore chiedendogli i particolari e sono in attesa di una sua risposta”.

      A quel tempo in Sud Africa l’opera di testimonianza non era affatto limitata alle città. Nel paesino di Koster, nel Transvaal occidentale, c’era un uomo chiamato Japie Theron che era occupato a studiare la verità. Theron, abile avvocato, aveva compreso che le religioni del mondo erano false. Un giorno lesse nel giornale della rimarchevole profezia circa il 1914 che era stata pubblicata decenni prima dalla Società Torre di Guardia. Theron richiese dunque letteratura e ricevette i libri degli Studi sulle Scritture. Assai presto vide la verità e sentì l’ardente desiderio di aiutare altri. Spesso ebbe dibattiti col clero, sfidandolo a provare i suoi falsi insegnamenti, come il letterale inferno di fuoco.

      Il fratello Theron aveva per certo molta iniziativa. In un certo periodo, diede regolarmente testimonianza sul piccolo treno che ogni giorno attraversava sbuffando la sua cittadina. Preso il treno alla stazione, cominciava dalla locomotiva e andava fino al vagone di coda, offrendo le pubblicazioni a tutti i passeggeri, mentre il treno avanzava lentamente sulla ripida salita. Egli calcolava il tempo così che quando il treno giungeva alla sommità della salita aveva finito il suo “territorio” su ruote e saltava giù! Il fratello Theron fu estesamente noto nel Transvaal occidentale e nello Stato libero dell’Orange e aiutò molti ad accettare la verità.

      Nel Transvaal settentrionale la luce era rifulsa in una zona assai estesa e molta letteratura era mandata per posta da una persona all’altra. Essa giunse nelle mani di due giovani che andavano a scuola nella piccola cittadina di Nylstroom nel Transvaal settentrionale. Secondo uno di questi giovani, Paul Smit, la pubblicazione che gli toccò il cuore e lo spinse ad agire fu l’opuscolo Che cosa dicono le Scritture sull’inferno? Per usare le parole dello stesso fratello Smit: “Credetemi, Nylstroom divenne un centro di agitazione, come se fosse colpita da un ciclone, quando noi due ragazzi di scuola facemmo sapere, e in modo non incerto, che le dottrine della chiesa erano false. Facemmo il nostro lavoro senza timore. In quel tempo c’erano solo tre Chiese Riformate Olandesi e la Chiesa Anglicana che avevano nella cittadina la libertà di svolgere indisturbatamente la loro opera. Così immaginate quale fumo di tormento ascese in alto, quando ‘il getto dell’acqua fu diretto sull’inferno’! In breve nella cittadina e nella regione la gente parlava di questa nuova religione. Come strumento di tenebre, il clero faceva certo la sua ben nota parte di rappresentare in maniera errata le cose e perseguitare. Per mesi, sì anche per anni, i loro sermoni settimanali si basarono su questa ‘falsa religione’”.

      PROSPERITÀ SPIRITUALE NONOSTANTE LE DIFFICOLTÀ

      Allora le adunanze erano tenute dagli “anziani”, eletti dalla congregazione per alzata di mano. Si davano i voti anche per i diaconi, che avevano il compito di aprire le finestre, mettere a posto le sedie, consegnare i libretti dei cantici e prestare in genere assistenza. Questa era in quel tempo la disposizione della congregazione.

      Il 31 ottobre 1916, morì C. T. Russell, primo presidente della Società Torre di Guardia, dopo essere stato attivo e fedele sino alla fine. Questa notizia suscitò tra il popolo di Geova afflizione e sgomento. Tra i fratelli di Durban si levò un lamento: “Ora che faremo?” Passata la prima reazione di dolore, cominciò il periodo della prova. La personalità e l’attività del fratello Russell avevano talmente dominato fino a quel tempo l’opera del Regno, e moltissimi erano personalmente attratti a lui in modo così forte, che si risentivano dei cambiamenti da fare dopo la sua morte. A Durban, il fratello Myrdal ricorda che più e più volte nelle adunanze si facevano discussioni e un gruppo cominciò a manifestarsi contro la Società causando molti guai. Divisioni e problemi non si risolvevano facilmente. Ciò nondimeno, l’opera continuò con la chiara evidenza della benedizione divina.

      In qualche tempo del 1917, nel Sud Africa la sede filiale della Società fu trasferita da Durban a Città del Capo, quasi all’ombra del grande massiccio roccioso del monte Table. Si fece questo per la convenienza delle spedizioni, e il piccolo posto di 123 Plein Street, a Città del Capo, divenne la sede filiale dei successivi sei anni.

      In Sud Africa il numero dei fratelli aumentava costantemente. Il fratello Johnston riferì che il numero dei “fratelli” bianchi era stimato fra i 200 e i 300. La maggioranza di questi era nei quattro gruppi o congregazioni principali — Durban, Johannesburg, Pretoria e Città del Capo — e molti altri erano isolati. A Ndwedwe c’era una fiorente congregazione di circa ottanta Zulù. C’era anche un gruppetto di Basuto che si radunava in un luogo chiamato Bank, e alcuni fratelli xhosa si radunavano a East London.

      In un rapporto, il fratello Johnston fece sui fratelli africani queste interessantissime osservazioni:

      “Nonostante il fatto che non abbiamo letteratura nelle lingue native, il modo in cui questi Fratelli nativi afferrano la ‘Verità presente’ è straordinario. Possiamo solo dire: ‘È l’opera del Signore, ed è meravigliosa ai nostri occhi’. Poiché tutti nutrono profondo rispetto per la Bibbia come la Parola di Dio, hanno ascoltato con premura la Verità loro impartita da insegnanti nativi in grado di leggere i volumi in inglese e di tradurre ciò che leggevano nel loro vernacolo. Non dovendo disimparare quasi nulla, quando è stato presentato hanno abbracciato con prontezza il Messaggio del Signore. L’intelligenza e la sincerità della loro consacrazione [dedicazione] sono state attestate dalle loro sofferenze per amore di coscienza. Quasi tutti questi cari Fratelli nativi sono stati solennemente e pubblicamente scomunicati da Babilonia, buttati fuori delle Riserve delle Missioni nelle quali sono nati e marchiati come persone pericolose nelle loro Località [borgate africane] che sono il loro mondo. Tuttavia nessuna di queste cose li smuove; e la considerano tutta gioia, che possano soffrire per amore di Cristo”.

      Nel Niassa l’opera aveva già suscitato l’opposizione del governo, istigato dai gelosi missionari per il fatto che le loro scuole si vuotavano e le loro chiese erano deserte. “Come conseguenza”, disse Johnston, “diversi fratelli principali sono stati deportati e vengono ora internati nell’isola Flat (Maurizio)”.

      SI APRE UN NUOVO CAMPO

      Dal diciassettesimo secolo, Stellenbosch è stato un centro di educazione, specialmente per ammaestrare gli ecclesiastici riformati olandesi. Nel 1917, Piet de Jager vi studiava all’università prima di andare nella missione ecclesiastica della Chiesa Riformata Olandese in Nigeria. Risulta che uno dei suoi compagni di studio aveva già accettato la verità e studiava la letteratura della Società. Questo fece preoccupare naturalmente le autorità ecclesiastiche e a Piet de Jager fu dato perciò l’incarico di parlare a questo compagno di studio invitandolo ad assistere allo studio biblico settimanale organizzato dall’Associazione degli Studenti Cristiani. Quale fu il risultato? Piet de Jager stesso accettò la verità. Si può immaginare la costernazione che questo causò in quei circoli ecclesiastici! Subito dopo, Piet de Jager con i professori ebbe molti accesi dibattiti sull’anima e sull’inferno e su altri punti, e dopo non molto tempo lasciò il seminario.

      In seguito fu tenuto un dibattito pubblico tra il fratello Piet de Jager e un dottore in teologia della Chiesa Riformata Olandese, Dwight Snyman, con un uditorio di 1.500 studenti. Il fratello A. Smit descrive l’avvenimento: “Piet inchiodò questo erudito dottore su ogni punto e con la Bibbia diede prova che la chiesa aveva dottrine non bibliche. Uno studente riassunse l’esito in poche parole: ‘Se non avessi saputo che Piet de Jager si sbagliava, avrei giurato che aveva ragione perché dava prova di ogni cosa con le scritture della Bibbia!’”

      Mentre era a Città del Capo, il fratello Johnston, oltre a fare lavoro d’ufficio, trascorreva molto tempo nel campo, e un giorno visitò la piccola cittadina di Franschhoek vicino a Stellenbosch. Questa è un’altra delle più antiche cittadine del Sud Africa e in origine fu costituita nel 1688 dai profughi ugonotti. Essa aveva anche una popolazione di colore (discendenti di negri e bianchi misti) e ora era maturo il tempo perché il seme del Regno vi cadesse su buon terreno. Diversi anni prima alcuni, sotto la direttiva di Adam van Diemen, locale insegnante di colore e uomo dalla mente brillante e dagli alti princìpi, si erano separati dalla Chiesa Riformata Olandese e avevano formato il loro proprio gruppo religioso. Dovette essere verso la fine del 1917 o il principio del 1918 quando il fratello Johnston visitò Van Diemen e gli diede letteratura. Il sig. Van Diemen non solo ottenne letteratura per sé, ma ne prese una notevole provvista per darla ai suoi amici. Fra questi era un uomo chiamato Daniels, e così una copia del Divin piano giunse nelle mani di suo figlio, G. Daniels di diciassette anni. Per il giovane Daniels questo fu il principio di una vita di servizio a Geova. Van Diemen pure accettò la verità e divenne molto attivo nel diffondere il messaggio. Egli visitò altri luoghi, come Wellington, Paarl, Bellville, Parow, Elsie’s River, Wynberg e Retreat, nei pressi di Città del Capo. Questa zelante attività lo costrinse a rassegnare le dimissioni come insegnante di scuola e a divenire un predicatore della buona notizia in servizio continuo. Il messaggio del Regno aveva ora avuto in questo campo un buon inizio.

      Nel 1918, William W. Johnston, sorvegliante di filiale, ricevette una nuova assegnazione. La Società era pervenuta alla decisione che il campo dell’Australia e della Nuova Zelanda aveva bisogno di un buon fratello, spiritualmente forte che assumesse la sorveglianza e chiese pertanto al fratello Johnston di andarvi. Il sorvegliante di filiale che gli successe fu Henry Ancketill, che aveva ricevuto la verità a Pietermaritzburg e in precedenza era stato membro dell’assemblea legislativa del Natal. Era di discendenza irlandese e in quel tempo era un signore in pensione in là con gli anni, di bassa statura, con capelli e barba canuti e l’espressione benigna. A causa della sua età, egli trovò il carico dell’opera un po’ pesante. Ciò nonostante, nei successivi sei anni il fratello Ancketill assolse la sua nuova responsabilità fedelmente ed efficientemente.

      FEDE MANIFESTATA IN TEMPI DI PROVA

      Il nuovo sorvegliante di filiale, Henry Ancketill, assunse i suoi compiti in un tempo difficoltoso. In America i dirigenti della Società erano in prigione, l’opera di testimonianza era in notevole declino e si manifestavano gli infedeli. Questo era molto evidente a Durban. Le discussioni e le difficoltà cominciate subito dopo la morte del pastore Russell erano andate sempre più aumentando e ora giunsero al culmine sotto la guida di un uomo chiamato Jackson che aveva un’esagerata opinione di sé e delle sue capacità. Lui e due altri, Pitt e Stubbs, erano evidentemente i caporioni dell’opposizione.

      Nel 1919 ci fu una divisione e un numeroso gruppo, infatti la maggioranza, di quelli che frequentavano le adunanze divenne antagonista e decise di tenere proprie riunioni separate. Si chiamarono “Studenti Biblici Associati” e formarono la loro propria organizzazione. Questo lasciò solo un gruppo di dodici persone, la maggioranza delle quali erano sorelle. Henry Myrdal si trovò in quel tempo in una situazione difficile perché suo padre si unì all’opposizione, mentre sua madre rimase leale alla Società Torre di Guardia. In ogni modo, considerò la cosa con premurosa attenzione e preghiera e, saggiamente, giunse alla conclusione che la Società doveva essere lo strumento benedetto dal Signore e la seguì perciò insieme a sua madre.

      Sempre più persone di lingua afrikaans acquistarono conoscenza della verità. Willem Fourie ne è un esempio. Egli era nipote di Stoffel Fourie, che per primo ottenne la verità a Klerksdorp con Frans Ebersohn. Suo padre aveva infatti ottenuto in qualche luogo, verso il 1906, una copia del Divin piano delle età in olandese e aveva compreso che le religioni del mondo erano false. Willem Fourie udì che Japie Theron, l’avvocato di Koster, aveva dibattuto col clero e aveva lanciato loro una speciale sfida: Avrebbe dato loro 1.000 sterline (2.800 dollari) se avessero potuto provare con la Bibbia che l’anima era immortale. In quel tempo Fourie era ancora membro della Chiesa Riformata Olandese e, siccome avevano bisogno di fondi per costruire una nuova chiesa, fu chiesto al loro predikant (“predicatore”) se non voleva accettare questa sfida. Ma egli si rifiutò, e questo deluse Fourie, che più tardi lasciò la chiesa. Verso il 1919 ricevette le pubblicazioni della Torre di Guardia, le studiò con cura e vide che questa era la verità. Non passò molto tempo che partecipava al servizio di campo.

      Ricordi quei due ragazzi di scuola di Nylstroom che causarono molto scalpore dicendo a tutti che gli insegnamenti ecclesiastici sull’inferno erano sbagliati? Entrambi Paul Smit e l’altro ragazzo furono abbandonati dai loro migliori amici. Qualche tempo dopo il compagno di Paul ricevette un impiego dal consiglio della scuola e fu sottoposto a grave pressione affinché rinunciasse alla sua religione. Egli cedette. Paul versò molte lagrime sulla perdita del suo compagno, ma pregò incessantemente Geova e per Sua immeritata benignità non vacillò mai riguardo alla verità. Perseverò nella predicazione facendo testimonianza occasionale e prestando pubblicazioni ad altri. Egli era così isolato che non si rendeva conto che c’era un’organizzazione, e doveva confidare interamente in Geova per aiuto e guida. Dopo breve tempo ricevette in effetti visite personali dal fratello Piet de Jager e da altri colportori. Quale meraviglioso aiuto dovettero essere in quei giorni tali visite personali!

      Pur essendo molto nuovo e ancora giovane, Paul Smit cominciò a ricevere la benedizione di Geova nella forma di “lettere di raccomandazione”. (2 Cor. 3:1-3) La sua prima ‘lettera’ fu il figlio di un agricoltore vicino che accettò la verità. Nel 1922, Paul cominciò a studiare con una famiglia chiamata Vorster, usando il libro L’Arpa di Dio, che era stato appena pubblicato. Nella famiglia Vorster c’erano sette persone e abitavano a circa sei chilometri dagli Smit. Paul faceva quel percorso a piedi ogni settimana attraverso i campi del loro podere. Col passar del tempo i genitori e un figlio divennero Testimoni. Così nel 1924 Paul era riuscito a organizzare a Nylstroom un eccellente gruppo di tredici persone, e questo fu il primo gruppo o classe del Transvaal settentrionale.

      Ma come andavano le cose lassù nell’Africa centrale, nel Niassa? In quel tempo nel Niassa c’era M. Nguluh, ed era un predicatore della Chiesa Presbiteriana. Ma egli narra che dopo la prima guerra mondiale gli interessati del Niassa erano occupati a diffondere la verità, e verso quel tempo, nel 1920, ricevette il libro Milioni ora viventi non morranno mai. Egli dice: “Scosse il mio intendimento della Bibbia come predicatore”.

      Un altro uomo che verso lo stesso tempo ricevette nel Niassa la verità fu un giovane africano chiamato Junior Phiri. Il suo battesimo si dovette tenere comunque in segreto, giacché il timore e il sospetto delle sette non ortodosse suscitati nel 1915 dall’insurrezione di John Chilembwe rendevano ancora difficili certe attività religiose. Dopo il suo battesimo, un fratello diede la mano a Junior e l’avvertì che da ora in poi sarebbe stato in pericolo, ma che avrebbe dovuto continuare a camminare fedelmente nel nome di Gesù.

      Il fratello Phiri incontrò in effetti seria opposizione da parte del locale clero battista che indusse il capo a farlo arrestare e portare dinanzi al magistrato, dove fu accusato di appartenere alla proscritta setta di John Chilembwe. Quando il magistrato gli chiese perché aveva lasciato la sua precedente religione battista, Junior spiegò che non era stato d’accordo sull’insegnamento dei morti e chiese al magistrato qual era la sua veduta. Il magistrato disse: “Per ciò che io posso vedere, i morti sono nelle tombe”. Junior fu d’accordo con lui e citò Giovanni 3:13, e questo, dopo che il magistrato l’ebbe controllato nella sua propria Bibbia, fece una buona impressione. Junior assicurò al magistrato che non apparteneva alla setta di John Chilembwe ma che apparteneva alla religione chiamata “Associazione Internazionale degli Studenti Biblici”. Egli fu rilasciato, con grande sorpresa e delusione dei locali capi battisti.

      Dal Niassa scendiamo ora di circa 3.000 chilometri alla provincia sudafricana del Capo, per vedere come progrediva il gruppo di colore di Franschhoek. In questo tempo la locale Chiesa Riformata Olandese si andava rendendo conto di questo nuovo e vigoroso gruppo e cominciava a fare qualche cosa in proposito. Un compagno di scuola del giovane fratello Daniels, chiamato Van Niekerk, promettente studente biblico, si abilitò come insegnante di scuola e gli fu offerto un buon lavoro a condizione che lui e la sua famiglia si riunissero alla Chiesa Riformata Olandese. Essi cedettero a questa pressione e tornarono nella “cattività spirituale”. Più tardi, quando Van Niekerk lasciò quella zona, fu fatta a Daniels la stessa offerta ma la rifiutò. Da questo punto in poi, iniziò la persecuzione e divenne così accanita che alla fine la famiglia si dovette trasferire. Gli oppositori non li lasciarono stare; una notte vennero alla casa e dissero alla famiglia Daniels che, se non si conformavano, avrebbero fatto uso della stregoneria per spazzare via l’intera famiglia. In risposta, Daniels citò un inno basato sul Salmo 23, mostrando che essi confidavano nella protezione di Geova.

      Dopo ciò, l’odio e l’opposizione aumentarono ed era pericoloso per i fratelli uscire da soli di notte. Furono chiamati con ogni sorta di nomignoli come “Russelliani”, “Gruppo senza anima di Van Diemen”, “falsi profeti” e simili. Ma i fratelli si tennero fermi. Subivano l’adempimento di ciò che Gesù aveva detto circa i suoi veri discepoli, cioè: “Sarete odiati da tutti a causa del mio nome”. — Luca 21:17.

      NUOVA SEDE FILIALE

      Verso questo tempo (1923) la sede filiale fu trasferita in un nuovo luogo a 6 Lelie Street, dove al pianterreno era solo una grande stanza. La congregazione di Città del Capo occupava circa il 95 per cento dello spazio per le sue adunanze e dietro la stanza il fratello Ancketill aveva ricavato uno spazio cubico come suo ufficio. L’anno dopo, nel 1924, la congregazione si trasferì in altra sede. Presso la porta frontale fu ripartito un ufficio, e spedizione, deposito e stampa si facevano tutti in fondo alla stanza. Furono eretti gli scaffali, e, quando arrivò, si fece posto per la macchina da stampa.

      SVILUPPI A JOHANNESBURG

      Ora diamo uno sguardo a come andavano le cose a Johannesburg, dove il fratello Johnston aveva formato già da diversi anni la prima classe. La sorella Iris Tutty di quella città aveva circa cinque anni quando cominciò a prendere parte alla distribuzione dei trattati mettendoli sotto le porte delle abitazioni. Ella ricorda anche che stava per ore alla scrivania della madre e che la vedeva scrivere lettere e cartoline che venivano inviate ai vari “fratelli” in occasione di decessi, nascite, matrimoni e qualsiasi altra occasione speciale. La madre della sorella Tutty faceva questo perché era la segretaria della “Lega di Filadelfia”, istituita dal fratello Russell, per tenersi in contatto coi fratelli e con le sorelle nella gioia e nel dolore per mezzo del vincolo dell’amore fraterno.

      Socialmente parlando, c’era pochissimo contatto fra bianchi e negri, nonostante che in quei giorni non fossero state ancora approvate le più rigide leggi sull’apartheid. Questo non impediva però la testimonianza del Regno. Nel 1921 un fratello africano, Enoc Mwale, fu aiutato dalla madre della sorella Tutty a ottenere la verità, e l’anno dopo egli cominciò a partecipare al servizio di campo. Il fratello Mwale studiò per un poco con i fratelli europei, e, in seguito, dopo aver ricevuto L’Arpa di Dio, i fratelli africani iniziarono il loro proprio gruppo.

      CAMPAGNA DEI “MILIONI”

      Nel 1921, la Società cominciò un’estesa campagna di adunanze pubbliche che durò diversi anni. Nel Sud Africa si faceva molto uso della famosa conferenza “Milioni ora viventi non morranno mai”, pronunciata per prima nel febbraio 1918 dal fratello Rutherford. Il fratello Ancketill, sorvegliante di filiale, assistito dal fratello Piet de Jager, allora nel servizio continuo, e un fratello di lingua inglese chiamato Parry Williams, visitarono tutte le maggiori cittadine del Sud Africa e pronunciarono questa conferenza in inglese e in afrikaans. I risultati furono ottimi. Alla prima conferenza, nel Teatro dell’Opera di Città del Capo, ci furono 2.000 presenti. Fu distribuita una considerevole quantità di letteratura e fu manifestato molto interesse. Queste conferenze furono tenute sia in olandese che in inglese, e il libro Milioni fu distribuito in inglese, olandese e afrikaans. In questo lungo giro del 1921, questi fratelli visitarono Bulawayo e Salisbury, nella Rhodesia Meridionale (ora Rhodesia).

      Il discorso fu ascoltato da gruppi di uditori sia grandi che piccoli. “Facciamo viaggi di centinaia di chilometri per parlare a cittadine in cui alle conferenze inglesi vengono solo ottanta ascoltatori e altrettanti a quelle olandesi”, scrisse il fratello Parry Williams. I fratelli P. J. de Jager e William Dawson, annunciati rispettivamente come conferenziere e colportore secondo un rapporto datato 31 agosto 1923, tennero durante l’anno 70 conferenze. Questa fu una media di quasi sei al mese, e i presenti furono in totale 9.376. Oltre al famoso “Milioni ora viventi non morranno mai”, si usarono diversi altri soggetti, compresi titoli insoliti come “Presto la risurrezione”, “Iniziato il Nuovo Mondo” e “Tutte le nazioni marciano verso Armaghedon”. Servendosi degli indirizzi consegnati a ciascuna conferenza, essi fecero 2.483 visite a domicilio e diedero migliaia di pezzi di letteratura.

      Le chiese della cristianità cominciarono a sentire il diretto calore del messaggio. “Infatti”, dice il rapporto annuale del 1923, “in una cittadina una completa Chiesa Apostolica è stata chiusa a causa del penetrante effetto del nostro messaggio e questo allieta il cuore di tutti quelli che hanno relazione con l’opera. Uno scrittore del ‘Kerkbode’, giornale della Chiesa Olandese, fece l’altro giorno un complimento all’I.B.S.A. [Associazione Internazionale degli Studenti Biblici] affermando che pur non essendo d’accordo con le nostre dottrine tuttavia raccomandava agli aderenti della Chiesa Riformata Olandese lo zelo dei seguaci dell’I.B.S.A.”

      ATTIVITÀ DEI COLPORTORI

      Andava anche prendendo forma l’opera dei pionieri o colportori, come allora erano noti. Nel 1923 c’erano nel servizio continuo sei persone che facevano nel paese la maggior parte del lavoro di testimonianza, e altri fratelli e interessati si impegnavano principalmente nella testimonianza occasionale. Uno di questi lavoratori in servizio continuo era il fratello Edwin Scott, che fu assegnato a distribuire copie stampate della risoluzione adottata nel settembre 1922 al Congresso Internazionale di Cedar Point (Ohio). In tutta la cristianità si distribuirono trentacinque milioni di copie di questo trattato. Questo fedele fratello portava sulle spalle una grossa borsa di trattati inglesi e afrikaans, e in mano un bastone per difendersi dai cani pericolosi! Egli visitò 64 cittadine delle quattro province del Sud Africa e distribuì 50.000 copie in sei mesi. Oltre a ciò, questo trattato fu inviato per posta agli ecclesiastici di ogni denominazione del Sud Africa e della Rhodesia. “Annunciate, annunciate, annunciate il Re e il suo Regno” era stato il grido di battaglia espresso dal fratello Rutherford a quella famosa assemblea del 1922, e il pugno di fratelli del Sud Africa era deciso a fare proprio questo.

      All’inizio del 1923 due giovani sorelle, che per qualche tempo erano state membri dell’ecclesia (congregazione) di Johannesburg, intrapresero il servizio continuo. Esse furono Lenie Theron (sorella carnale del fratello Theron, avvocato di Koster) ed Elizabeth Adshade. Rinunciarono al loro lavoro di insegnanti e si avviarono insieme nel campo dei colportori. In un giro di tre mesi nel Natal settentrionale e nel Transvaal, queste due sorelle distribuirono 3.188 libri, circa 500 libri ciascuna al mese! Una lettera di una di queste sorelle citata ne La Torre di Guardia del 1º gennaio 1924 in parte dice:

      “Pare che io sia sempre andata a tutta velocità, prendendo ogni sorta di treni . . . Spesso sono arrivata tardi di notte, a causa dell’indebito ritardo del treno, in una stazione solitaria; ma, fedele alla sua promessa, il Signore non lascia mai nessuno in abbandono. In ogni occasione egli pose nel cuore di qualcuno di aiutarmi. Vedendo la sua leale e provvidenziale cura, si rafforza la fede e aumenta l’amore.

      “Un giorno, dopo aver letto di nuovo quel bell’articolo sul ‘Servizio essenziale’, ero così emozionata che non riuscivo a dormire. Alla fine mi alzai, tirai fuori la cartina e scoprii che stavamo escludendo dal nostro percorso Barberton e alcuni altri luoghi lungo una linea secondaria, e subito decisi che non li dovevamo escludere. Lo menzionai alla mia compagna; e decidemmo che lei sarebbe andata lì mentre io avrei proseguito per finire la mia sezione. Il posto che visitai dopo fu un luogo molto piccolo; feci solo diciotto visite, ma [diedi] quarantanove Volumi [degli Studi sulle Scritture], sedici ‘Milioni’ e tredici grandi ARPE. La notte prima avevo dormito pochissimo, solo tre ore; poiché avevo parlato ad alcune persone assai interessate fino alle 23,30 e poi avevo preparato il bagaglio fino alle 2,00 e mi ero alzata di nuovo alle 5,30 per prendere un treno. Vi direi volentieri tutte le piccole esperienze che abbiamo, e come il nostro Salvatore ovviamente ci guida; ma non ne ho il tempo”. Non è questo oggi un meraviglioso esempio per noi?

      IMPORTANTI CAMBIAMENTI A CITTÀ DEL CAPO

      L’opera faceva progresso in una zona estesa e in molti modi. Ma a Città del Capo, il fratello Ancketill ora in là con gli anni trovava pesante il carico dell’opera. Perciò il fratello Rutherford, presidente della Società, decise di mandare un nuovo sorvegliante di filiale. Il fratello Ancketill aveva fatto bene, resistendo durante un periodo difficile della crescita dell’opera del Regno. Ora sui territori del Sud Africa si addensavano nubi di nuove difficoltà, ma il successore del fratello Ancketill doveva affrontare questa situazione.

      Nell’anno 1924, ebbero luogo a Città del Capo importanti cambiamenti. La Società aveva spedito una macchina da stampa, con caratteri e attrezzatura. Inoltre, arrivarono dall’Inghilterra nuovi fratelli. Uno era Thomas Walder, che nella filiale britannica era stato per qualche tempo assistente del sorvegliante di filiale. Era un giovane di circa trent’anni, bravo e robusto, e fu mandato a prendere il posto del fratello Henry Ancketill come sorvegliante di filiale del Sud Africa. Il suo compagno, George Phillips, di alcuni anni più giovane, era uno Scozzese di Glasgow, alto e con i capelli biondi.

      Nel maggio del 1924, quando il fratello Rutherford fece una visita a Glasgow per tenere un’assemblea, il suo presidente della domenica mattina fu George Phillips. Mentre sedevano insieme e aspettavano di andare al palco, il fratello Rutherford disse a George: “Ieri sera mi udisti fare quell’annuncio che avrei mandato il fratello Walder in Sud Africa. Ti piacerebbe andare con lui?” Rispose: “Eccomi; manda me”. Così a George furono date due settimane per prepararsi il bagaglio, salutare i parenti e i fratelli di Glasgow, ed esser pronto a partire. Il fratello Rutherford gli disse anche: “Può essere per un anno, o può essere per un po’ più a lungo, e, ricorda, George, in tempo di guerra non c’è nessun congedo. Prenderai un biglietto di sola andata”.

      Quando questi due nuovi fratelli assegnati arrivarono in Sud Africa, c’erano nel servizio continuo soltanto sei persone e sì e no quaranta facevano un po’ di servizio di campo. In quanto al territorio, era eccessivamente esteso. Esso includeva Sud Africa, Basutoland, Beciuania, Swaziland, Africa del Sud-Ovest, Rhodesie Settentrionale e Meridionale, Niassa, Mozambico, Tanganica, Kenya, Uganda, Angola e varie isole degli oceani Indiano e Atlantico, come S. Elena, Madagascar e Maurizio.

      Subito arrivò da Brooklyn una piccola macchina da stampa a platina alimentata a mano. Sotto la guida di un fratello stampatore di Città del Capo, i fratelli Walder e Phillips ridussero a circa cinque mesi un apprendistato di cinque anni. Scoprirono ciò che significa per uno stampatore “badare alle sue p e alle sue q”. Dopo non molto tempo la piccola macchina da stampa produceva migliaia di foglietti d’invito, trattati e moduli di servizio. Oltre a ciò, si preparava altra letteratura in afrikaans e in varie lingue africane. Un fratello dello Stato libero dell’Orange, un agricoltore chiamato Izak Botha, avendo udito che L’Arpa di Dio veniva tradotta in afrikaans, fece immediatamente una donazione di 500 sterline (1.400 dollari) per contribuire al pagamento delle spese di stampa.

      ESPLODONO LE DIFFICOLTÀ

      Una delle prime cose che fece il fratello Walder, nuovo sorvegliante di filiale, fu quella di prestare attenzione alle Rhodesie (Settentrionale e Meridionale) e anche al Niassa. La letteratura della Società era già arrivata in questi territori, sebbene in quella parte dell’Africa la situazione fosse incerta.

      In questo momento è difficile avere un quadro preciso di ciò che in effetti accadeva nelle Rhodesie agli inizi degli anni venti. In ogni caso il clero della cristianità si stava allarmando grandemente. In The Rhodesia Herald del 6 giugno 1924, fu fatta una prolissa relazione di una conferenza missionaria tenuta nella Rhodesia Meridionale, durante la quale si erano discussi il “Movimento Torre di Guardia” e la Società Torre di Guardia di Bibbie e Trattati. Come lo stregone Elima, che ‘pervertiva le vie di Geova’ nel tentativo di ostacolare l’opera cristiana dell’apostolo Paolo, il clero della cristianità lanciò false accuse contro i cristiani testimoni di Geova moderni. (Atti 13:6-12) Un ecclesiastico, C. E. Greenfield, accusò la Società Torre di Guardia di propagandare “bolscevismo ecclesiastico”. Egli disse che questa propaganda veniva dalla Russia e chiese se si dovesse tollerare in Africa. Propose dunque la seguente risoluzione: “Che secondo questa conferenza dei missionari della Rhodesia l’insegnamento della Società Torre di Guardia di Bibbie e Trattati è sovversivo per la vera religione della Chiesa e per la legge dello Stato, e come tale la sua propaganda fra i nativi di questo paese è particolarmente pericolosa; si richieda perciò che il Governo ne vigili e controlli le attività”.

      Altri parlarono a sostegno di questa risoluzione. Il direttore della miniera di carbone Wankie (della Rhodesia Meridionale), il sig. Thomson, descrisse come in una piscina eran battezzati gruppi di venti o trenta persone. Tentativi per controllare il movimento, si riferì, diedero luogo a un grande aumento di convertiti che si disse ammontassero quindi a circa 1.500. Secondo Greenfield, la propaganda prometteva il rovesciamento del potere dell’uomo bianco. La conferenza approvò la risoluzione, con alcuni dissenzienti.

      In quel tempo, alzare il vecchio spauracchio del comunismo era uno dei trucchi preferiti dei missionari e degli ecclesiastici. Comunque, anche se sminuiamo i riferimenti alla Russia e al bolscevismo, è incerto se quei 1.500 aderenti che a Wankie asserivano di appartenere alla Torre di Guardia fossero nostri fratelli o membri di uno dei falsi “Movimenti Torre di Guardia”. In ogni modo, la relazione serve a mostrare che nel 1924 il nome “Torre di Guardia” era già ben noto nelle Rhodesie e che c’era la necessità di chiarire la questione.

      Quindi, verso la fine del 1924, il fratello Walder fece un viaggio nelle Rhodesie, e si presentò ai funzionari governativi di entrambe le Rhodesie Settentrionale e Meridionale per scoprire ciò che si faceva in nome della “Torre di Guardia”. I funzionari gli diedero sufficienti informazioni da permettergli di capire che bisognava agire immediatamente per separare quelli che avevano sincero interesse per la nostra opera da quelli che appartenevano ai movimenti indigeni. L’anno successivo, 1925, dal Sud Africa fu mandato nel settentrione un fratello europeo, William Dawson. Egli visitò tutti i centri che asserivano di avere qualche relazione con la Società Torre di Guardia sia nella Rhodesia Meridionale che in quella Settentrionale.

      Il rapporto di questo fratello indicò che la grande maggioranza di queste persone non aveva nessun vero intendimento della verità come è esposta nella letteratura della Società. D’altra parte, alcuni erano sinceramente interessati, e questi avevano bisogno di matura assistenza e guida. A Città del Capo, il fratello Walder ripudiò con prontezza i movimenti indigeni che facevano cattivo uso del nome della Società, e ne fu inviata comunicazione ai governi interessati. Egli mandò lettere alle autorità responsabili delle Rhodesie e del Niassa, dichiarando con chiarezza che la Società non accettava nessuna responsabilità per i falsi movimenti che elementi religiosi collegavano con la Società.

      Verso il tempo in cui il fratello Dawson visitò le Rhodesie, una persona chiamata Mwana Lesa causò terrore tra gli Africani della Rhodesia Settentrionale. Mwana Lesa (che significa “Figlio di Dio”) era un Africano del Niassa; il suo vero nome era Tom Nyirenda e venne nella Rhodesia Settentrionale passando per il Congo. Le cronache parlano di lui come di un aderente a uno dei “Movimenti Torre di Guardia” indigeni che fece di sé un profeta. Secondo il racconto del Sunday Times del 1º luglio 1934, di Scott Lindberg, egli venne in possesso di una copia del Book Of Martyrs di Foxe. Da questo vide come gli uomini bianchi dei tempi antichi legavano le “streghe” su una sedia posta all’estremità di un palo e le annegavano. Ciò gli fece evidentemente molta impressione. Viaggiando di villaggio in villaggio, egli predicò e disse ai nativi “che l’Africa apparteneva agli Africani e che l’uomo bianco doveva essere cacciato”.

      Nyirenda si mise quindi in società con Chiwila, un capo di Lala (parte sudorientale dell’attuale Zona del Rame). Questi due fecero un complotto perché Nyirenda spazzasse via i nemici politici di Chiwila, chiamandoli “stregoni” e annegandoli col battesimo così che potesse vincere le elezioni per la carica di re. Il sig. Lindberg dice: “A Tom furono quindi detti i nomi di tutti i nemici di Chiwila. Egli convocò i capi e disse loro che era stato mandato da Dio per purificare la tribù dalla stregoneria, e che ogni uomo, donna e fanciullo doveva battezzarsi nel fiume.

      “I superstiziosi nativi furono attirati in un luogo dove un rapido fiume si snodava fra i colli e scendeva in un burrone, e lì, sopra un masso in mezzo al fiume, stette Tom, vestito in lunghe vesti bianche.

      “Egli disse al popolo che Dio l’aveva mandato per separare le pecore dai capri. Quindi battezzò ogni persona nel fiume per immersione, con l’aiuto degli accaniti sostenitori di Chiwila, che tennero i loro nemici sott’acqua, con la testa volta a monte, finché furono annegati.

      “Il popolo cantò inni mentre guardava ciascuna vittima priva di vita, e per tutta la notte la foresta echeggiò delle frenetiche esortazioni di Mwana Lesa.

      “Avendo annegato quella notte ventidue nativi, Tom decise di attraversare il confine e di stabilirsi nella provincia del Katanga nel Congo Belga, dove le autorità rhodesiane non avrebbero potuto prenderlo”.

      BISOGNO DI CHIARIFICAZIONE E AIUTO

      Nel Congo, Tom Nyirenda commise altre atrocità prima che fosse arrestato dalla polizia della Rhodesia Settentrionale, processato, condannato e impiccato nella piazza della prigione di Broken Hill davanti ai capi nativi. Queste opere diaboliche furono messe in relazione con il nome “Torre di Guardia”. Ma Mwana Lesa non aveva nessuna sorta di relazione con la Società Torre di Guardia di Bibbie e Trattati, o con gli Studenti Biblici, come allora erano noti i testimoni di Geova. Al contrario, il sig. Lindberg riferì che Tom Nyirenda “era stato accolto nella Chiesa Cattolica Romana e mentre era in prigione gli era stata data l’assoluzione”, prima che fosse giustiziato. Nonostante ciò i nemici del regno di Dio, il clero delle denominazioni della cristianità, fecero il loro meglio per attribuirne il biasimo alla vera Società Torre di Guardia di Bibbie e Trattati e per suscitare nelle autorità e nel pubblico pregiudizio contro di noi e per tentar di tenere i Testimoni fuori del paese. Possiamo dunque capire il grande ostacolo che si doveva superare per stabilire l’opera del Regno nella Rhodesia Settentrionale.

      Anche nel Niassa, la nostra posizione si doveva chiarire e gli interessati avevano bisogno d’aiuto. Ne La Torre di Guardia del 15 dicembre 1923, è la seguente relazione del rappresentante della Società: “Di recente ricevetti una visita dal sindaco ——, Capo Commissario di Polizia. Egli è un uomo eccellente, un moderno Gamaliele. Ha investigato la nostra opera nel Niassa. È disgustato delle menzogne sorprendentemente malvage messe in circolazione su di noi e dettegli dal clero. Ha dichiarato che si era travestito ed era andato alle nostre adunanze fra i nativi. Conosce individualmente tutti i capi. Mi dice che la verità si diffonde tra i nativi come un incendio”.

      In ogni caso, fu bene che nel 1925 la Società mandasse nel Niassa John Hudson e sua moglie per investigare e sistemare le cose. La sua visita fu utile. John Hudson narra che durante i quindici mesi che trascorse nel Niassa, girò in molte parti del paese e tenne discorsi in molti luoghi. Egli riscontrò che la maggioranza dei fratelli aveva pochissima conoscenza o intendimento della verità. Nei suoi discorsi il fratello cercò d’aiutarli a capire l’importanza di mantenersi in contatto con la Società e di accettarne la direttiva e le istruzioni.

      Il fratello Junior Phiri pure dice che il fratello Hudson li consigliò sul punto che i mariti si mettessero a sedere nelle adunanze con la propria moglie. Nella vita tribale africana, il marito non mangia con sua moglie e quando la famiglia va in chiesa o ad adunanze religiose gli uomini si mettono a sedere da una parte del corridoio e le donne dall’altra; risulta così che il fratello Hudson diede su questo punto un buon consiglio.

      Ma, come racconta il fratello M. Nguluh, certi gruppi si dissero: “Noi non riceveremo il nostro insegnamento dagli uomini di Città del Capo, ma faremo ciò che pensiamo sia giusto”. Così la visita del fratello Hudson dovette causare una separazione fra quelli che erano disposti a seguire la direttiva della Società e quelli che non lo erano. La cosa riprovevole è che quelli che non volevano seguire la direttiva della Società ancora insistevano nell’usare il nome “Torre di Guardia”, e uno dei capi principali fu evidentemente un certo sig. Willie Kavala. Una delle speciali caratteristiche di quel movimento fu che esso non credeva nella risurrezione dei morti. Il fratello Nguluh dice che quei falsi elementi si rifiutavano di pagare le tasse e dicevano di essere i governanti del regno di Dio!

      Dopo che il fratello Hudson ebbe presentato un rapporto sulla sua visita, la sede di Città del Capo della Società Torre di Guardia mandò alle autorità governative del Niassa una lettera. In parte, essa diceva:

      “A favore della suddetta Società mi pregio di informarvi che i nostri rappresentanti nel Niassa sono stati richiamati . . . La ragione per cui mandammo nel Niassa il signore e la signora Hudson fu dovuta alle attività di certe sedicenti Chiese ‘Torre di Guardia’ native. Non possiamo approvare questo movimento. Esso perverte assolutamente gli insegnamenti della Società e nell’insieme i suoi seguaci non mostrano nessuna inclinazione a sottomettersi a qualsiasi nostra istruzione o autorità. Pertanto ce ne dissociamo interamente”.

      Per un certo tempo quelli che sinceramente si interessavano della verità dovettero ora lottare da soli senza avere nel Niassa la guida di un rappresentante della Società! Frattanto, come faceva progresso la verità nel Sud Africa, dove i fratelli godevano la piena direttiva dell’organizzazione?

      AIUTATI GLI AFRICANI NEL SUD AFRICA

      A Johannesburg, altri Africani venivano alla conoscenza della verità, e la buona notizia si diffondeva fra quelli che abitavano nei quartieri e nelle case compresi entro i recinti per Africani delle zone minerarie. Uno di questi era Yotham Mulenga. Egli ricorda come un fratello bianco venne entro il recinto dove stava lui con il Fotodramma della Creazione. Questo fece una profonda impressione al fratello Mulenga, che ottenne il primo volume degli Studi sulle Scritture e subito dopo cominciò a frequentare le adunanze a Johannesburg dove conobbe altri fratelli africani.

      Alcuni fratelli europei locali aiutavano in quel tempo gli Africani. Uno di questi era il fratello V. Futcher, allora viceamministratore del recinto. Egli aiutò molti Africani ad accettare la verità. Fra questi fu Albino Mhelembe proveniente dalla parte meridionale del Mozambico. Egli venne in contatto con la verità nel 1925 per la predicazione del fratello Futcher. Prima della fine del 1925, Mhelembe tornò a Lourenço Marques, città capitale del Mozambico, e poi andò nella sua propria cittadina di Vila Luiza. Lì cominciò a predicare la verità ai componenti della Chiesa della Missione Svizzera di Marracuene. Mhelembe ebbe buon successo, e dopo non molto tempo la verità fece una forte presa nel Mozambico. Fino a quaranta persone assistevano alle adunanze e per essere presenti alcune di esse facevano spesso viaggi di circa trenta chilometri. Sì, l’opera del Regno aveva cominciato a mettere radici anche in un altro campo.

      NON DISSUASI DALLA PERSECUZIONE

      In Sud Africa i principali rappresentanti di Babilonia la Grande sono i capi della Chiesa Riformata Olandese. In molte occasioni, essi hanno accanitamente perseguitato quelli che si schieravano a favore della verità, angariandoli da una città all’altra, proprio come i Giudei increduli del primo secolo fecero agli apostoli Paolo e Barnaba. (Atti 14:2, 5-7, 19) Se ne ebbe un interessante esempio nello Stato libero dell’Orange. A metà degli anni venti un ben noto avvocato e sua moglie assisterono a una conferenza che il fratello De Jager tenne nella cittadina di Boshof. All’adunanza pubblica furono presenti molti dignitari locali, e alcuni di essi andarono poi con l’oratore in una sala da tè per fare domande bibliche. L’avvocato, sig. Theo Denyssen, e sua moglie ricevettero una notevole impressione, ottennero letteratura e a suo tempo si convinsero che questa era la verità. Subito cominciarono a testimoniare ad amici e parenti e questo suscitò presto il risentimento del locale ministro riformato olandese. Breve tempo dopo, il fratello Denyssen e sua moglie si dimisero dalla chiesa; e alla fine del 1925 tre loro parenti e undici loro amici pure si dimisero e le loro lettere di dimissioni furono lette dal pulpito.

      Il fratello Denyssen era un uomo ben noto in quella parte dello Stato libero dell’Orange, e la sua decisione di seguire la verità fece molta impressione e diede ampia testimonianza. Nel 1927 egli e un piccolo gruppo di Boshof ebbero una parte nell’opera postale, inviando per posta circa 10.000 opuscoli e libretti compresa la risoluzione “Testimonianza ai governanti del mondo” in una vastissima zona della provincia. Nell’aprile del 1927, l’intera congregazione di Boshof assisté all’assemblea nazionale di Johannesburg e furono immersi non meno di tredici d’essi, compresi il fratello T. G. Denyssen e sua moglie. Quello stesso anno, per mantenersi al passo con i fratelli di tutto il mondo che stavano appena cominciando l’opera di casa in casa la domenica mattina, anche il piccolo gruppo cominciò questa attività di servizio. I ministri locali della falsa religione, ovviamente molto preoccupati, pronunciarono una serie di sermoni in chiesa contro il “Russellismo”. In seguito un dibattito pubblico fu tenuto fra una coppia di fratelli e tre ecclesiastici locali; e, come risultato, un vicebrigadiere di polizia che era nell’uditorio vide la verità, prese la sua decisione e rimase fermo sino alla morte.

      Adirato per il successo dei Testimoni, il ministro locale di Boshof diede ai suoi diaconi e anziani l’istruzione di visitare tutti i membri della chiesa e di ordinar loro di ritirare il loro appoggio al fratello Denyssen e di ostacolarne così la professione di avvocato. Alla fine del 1927, la famiglia Denyssen si dovette trasferire e andò nella cittadina di Wellington, non lontano da Città del Capo. Ma anche lì il ministro locale lanciò una campagna di persecuzione, così che l’anno dopo i Denyssen furono costretti a trasferirsi a Città del Capo.

      Ora, come andavano le cose in quei lontani territori settentrionali dove tra gli Africani la situazione dava motivo di gravi preoccupazioni? Nel 1926, George Phillips, dalla sede filiale di Città del Capo, fu mandato con Henry Myrdal a fare un giro nella Rhodesia Meridionale. Essi furono fermati al confine e fu detto loro che avrebbero avuto il permesso di entrare nel paese solo se non avessero lavorato tra gli Africani. Sembrò che le autorità avessero accettato la summenzionata Risoluzione della Conferenza Missionaria e la facessero osservare!

      In quel viaggio il metodo adottato dai fratelli Phillips e Myrdal fu quello di andare in una cittadina o città, affittare una sala, stampare foglietti d’invito con il loro piccolo apparecchio con stampino di gomma, quindi invitare le persone a venire. All’adunanza prendevano i nomi e gli indirizzi degli interessati e poi facevano la loro propria opera di visite ulteriori con serie di Studi sulle Scritture e L’Arpa di Dio. I soli mezzi di trasporto che avevano per fare tutte queste visite erano le biciclette. Ma per andare da una cittadina all’altra viaggiavano in treno. Appena arrivati in ciascun nuovo posto, erano invariabilmente accolti da un “comitato di ricevimento” della polizia. Il Criminal Investigation Department seguiva molto da vicino questi due Europei della Società Torre di Guardia. In questo modo essi visitarono dunque Bulawayo, Que Que, Gatooma, Gwelo, Salisbury e Umtali. A Umtali il sig. Gunn e sua moglie accettarono la verità. I due fratelli fecero una visita anche a Wankie, centro delle miniere di carbone. Mentre erano lì fecero un piacevole viaggio alle vicine cascate Vittoria, uno dei più splendidi spettacoli che si vedano in qualsiasi parte del mondo, e furono anche condotti a fare una visita a una miniera di carbone. Ma si attennero alle restrizioni imposte dalla polizia e non fecero nessuno sforzo per mettersi in contatto con gli Africani della “Torre di Guardia” che lavoravano nella miniera. Dopo una visita di diversi mesi, in cui diedero più di 4.200 pezzi di letteratura, e suscitarono interesse in diversi luoghi, tornarono nel Sud Africa la fine di dicembre del 1926, in tempo per assistere all’assemblea annuale che si tenne a Città del Capo.

      ALTRO CAMBIAMENTO A CITTÀ DEL CAPO

      Laggiù a Città del Capo, nella piccola filiale, le cose non andavano troppo bene. Il fratello Walder, sorvegliante di filiale, era stato in precedenza nella filiale britannica ed era abituato a occuparsi del campo britannico comparativamente grande, e a tenere grandi raduni nel vecchio “Tabernacolo” di Londra. Dal momento stesso che arrivò a Città del Capo, ogni cosa gli sembrò del tutto diversa e assai più piccola. Nel breve tempo che egli fu sorvegliante di filiale nel Sud Africa, ci fu qualche progresso, ma gli sembrò lento e la stessa esiguità delle cose fu per lui una prova. Verso la fine del 1927, egli partì dopo essere stato nel paese tre anni e mezzo.

      Il fratello Rutherford non perse tempo a nominare il suo assistente, George Phillips, quale suo successore nella filiale, e il lavoro proseguì. Il fratello Phillips era ben preparato per le sue nuove responsabilità. Nel 1927 aveva già al suo attivo tredici anni di servizio continuo ed era un uomo esperto nel campo e nell’ufficio. Aveva profondo apprezzamento per l’organizzazione di Geova, con un forte senso di lealtà verso la Società, mente chiara e vere qualità combattive, che nei difficili tempi avvenire gli dovevano essere molto utili.

      In Sud Africa l’opera cominciò presto ad avanzare più celermente. Anche il fratello Phillips aveva iniziato il proprio servizio continuo in giovane età, e per tutta la vita aveva incoraggiato altri a provare le gioie di servire Geova come pionieri. Quindi non è sorprendente che le file dei colportori cominciassero subito ad aumentare.

      Quando si legge del lavoro che fecero, della loro perseveranza dinanzi all’opposizione e dei loro instancabili sforzi per spingersi in nuovi territori, non si può fare a meno di ricordare le simili esperienze degli apostoli di Gesù Cristo narrate nel libro biblico di Atti.

      SI SCATENA LA VIOLENZA

      Tra i servitori che in quei giorni facevano servizio continuo erano compresi Piet de Jager e Henry Myrdal, che ora si erano messi insieme e percorrevano il paese compiendo opera di conferenze e visite ulteriori. Per quanto in molti luoghi il clero locale istigasse l’opposizione e facesse attacchi dal pulpito o per mezzo della stampa, molto di rado giungeva alla violenza. Tuttavia, quando i fratelli De Jager e Myrdal giunsero nello Stato libero dell’Orange in una piccola cittadina chiamata Dewetsdorp, l’opposizione si fece davvero violenta. Come di solito, essi affittarono una sala, prepararono i foglietti d’invito con il loro piccolo apparecchio con stampino di gomma e annunciarono il discorso. Per l’occasione era stato preso il teatro locale, ma la mattina del giorno in cui si doveva tenere il discorso, il proprietario disse ai fratelli che annullava il contratto. Il ministro della Chiesa Riformata Olandese l’aveva informato che, se avesse permesso di tenere la conferenza, la congregazione avrebbe boicottato il suo teatro.

      Questo lasciò i fratelli in una situazione difficoltosa. In ogni modo, essi andarono dalle autorità municipali e ottennero il permesso di tenere la conferenza pubblica nella piazza del mercato. Prepararono immediatamente nuovi foglietti d’invito, li distribuirono il più presto che poterono e la conferenza si tenne quella sera. Assisterono circa settantacinque persone.

      Prima che il discorso fosse svolto per gran parte, la folla cominciò a far pressione sull’oratore e a interromperlo di continuo. Le interruzioni aumentarono. Ad un tratto il fratello Myrdal, che stava accanto all’oratore, sentì un forte colpo sulla testa che quasi lo fece cadere a terra privo di sensi. Per fortuna, c’era un poliziotto in abito borghese e vide ciò che accadeva. In fondo alla folla era il ministro della Chiesa Riformata Olandese, che incitava i suoi aderenti e causò deliberatamente questo atto di violenza. Certi individui furono arrestati, accusati il giorno dopo in tribunale e condannati a pagare un’ammenda. Senza timore, i due fratelli continuarono il loro giro di conferenze.

      Nel 1928, la risonante risoluzione “Dichiarazione contro Satana e per Geova” era stata adottata con entusiasmo dall’assemblea di Detroit (Michigan), che portò a termine una serie di sette messaggi annuali. A quella stessa assemblea di Detroit, lo stimolante discorso “Governante per il popolo” del fratello Rutherford fu radiodiffuso da una rete di 107 stazioni radiotrasmittenti collegate per telefono dalla Torre di Guardia. Nella remota Città del Capo un piccolo gruppo ricorda di aver ascoltato quel discorso da una radio a onde corte. Ma oltre alla radiodiffusione dall’America, si dispose che le conferenze fossero messe in onda dall’African Broadcasting Company, l’unico ente radiofonico del Sud Africa. Nel 1928 fu dato il permesso di trasmettere sette conferenze dai tre studi dell’ente situati a Città del Capo, Johannesburg e Durban. In questo modo la buona notizia giunse in luoghi solitari e molti ascoltarono per la prima volta il messaggio del Regno.

      Inoltre verso la fine degli anni venti, i fratelli compirono in tutto il paese una campagna postale per dare testimonianza a persone che non potevano essere raggiunte con l’opera di porta in porta. Frank Smith, un fratello di Città del Capo, pagò le spese per spedire più di 50.000 opuscoli a tutti gli agricoltori, i custodi dei fari, le guardie forestali e altri che abitavano lontano dalle vie frequentate. Tutto il lavoro di avvolgere i pacchetti e scrivere gli indirizzi in quest’opera postale fu fatto dai membri dell’ecclesia di Città del Capo. Come risultato, si ricevettero molte ordinazioni di pubblicazioni insieme a incoraggianti lettere che mostravano come la buona notizia, inviata in questo insolito modo, recava conforto e gioia a persone isolate. Naturalmente, i religionisti ortodossi reagirono come al solito e nelle riviste ecclesiastiche ci furono in tutto il paese numerosi attacchi violenti.

      L’AFRICA DEL SUD-OVEST ODE LA BUONA NOTIZIA

      Fu quest’opera postale a consentire che il messaggio del Regno giungesse anche nel territorio dell’Africa del Sud-Ovest, cioè nella maggior parte dei suoi quasi 822.900 chilometri quadrati di deserto o terreno semiarido. Lungo tutta la costa occidentale e per circa centoquarantacinque chilometri verso l’interno si estende il grande deserto Namib. La scarsa popolazione di 610.000 abitanti, dei quali 60.000 sono bianchi, è costituita da parte europea di Sudafricani, Tedeschi e Britannici, e da parte africana di Herero, Ovambo, Nama o Ottentotti, Damara e Boscimani. A questi si aggiungano i componenti di un gruppo che si chiamano con orgoglio “Basters” (letteralmente “Ibridi”), perché ebbero origine dall’unione fra primitivi coloni bianchi e Ottentotti.

      Per quanto concerneva l’opera di testimonianza, nel 1928 questo paese era ancora assolutamente intatto. Ma quell’anno, quando fu organizzata la campagna postale, si ottenne un elenco nominativo aggiornato del paese e a tutti quelli il cui nome vi era contenuto fu inviata una copia dell’opuscolo L’Amico del popolo. Uno di questi semi del Regno cadde insolitamente su buon terreno.

      Allora un uomo chiamato Bernhard Baade lavorava in una miniera e di solito si comprava le uova da un agricoltore vicino. Un giorno le uova giunsero avvolte in alcune prime pagine dell’opuscolo L’Amico del popolo. Egli cominciò a leggerle, e mentre leggeva il suo interesse aumentava. Ma per continuare la sua lettura doveva aspettare che gli fossero provvedute altre uova, avvolte nel resto delle pagine dell’opuscolo. Scrisse per avere letteratura e subito dopo si schierò dalla parte della verità.

      L’anno successivo, 1929, dal Sud Africa la sorella Lenie Theron fu mandata a Windhoek (Africa del Sud-Ovest). Di lì ella percorse tutte le maggiori città del paese andandovi in treno e in diligenza per un totale di 8.000 chilometri. Molti avevano ricevuto l’opuscolo spedito l’anno precedente e dicevano di apprezzarlo. Le sue proprie distribuzioni furono fenomenali. In quattro mesi diede 6.388 libri e opuscoli in inglese, afrikaans e tedesco.

      Mentre la sorella Theron era occupata nell’Africa del Sud-Ovest, la sua compagna, Elizabeth Adshade, fu inviata nella Rhodesia Meridionale. Sebbene in vari luoghi incontrasse una gran quantità di opposizione da parte della polizia e dei magistrati, ella andò avanti intrepidamente e percorse tutti i centri del paese con popolazione europea.

      Nel 1929, il messaggio del Regno giungeva in una zona molto estesa del vasto campo sotto la filiale sudafricana. Parlandone, l’Annuario del 1930 dice: “Si sono ricevute per posta richieste di letteratura da paesi così lontani del settentrione come la Colonia del Kenya, nell’Africa Orientale Britannica; il Tanganica e il Niassa, nell’Africa Centrale Britannica, e il Congo Belga”.

      I PROBLEMI NON IMPEDISCONO IL PROGRESSO

      Il fratello Paul Smit, nostro ex alunno di Nylstroom, era a Pretoria verso la fine degli anni venti. Egli racconta che il raduno di Pretoria stava attraversando una crisi e, fra l’altro, dice: “Il raduno non faceva nessun progresso e quando fu organizzato in gruppo per il servizio il raduno ne fu scosso, e due se ne andarono via. In quel tempo un anziano (fratello Möller) si dava da fare per scrivere un libro, e quantunque la Società avesse espresso la sua disapprovazione, e io l’avessi esortato ad abbandonare l’impresa, egli persisté nella sua condotta errata. Una domenica mattina, dopo la pubblicazione del libro, portò alcuni libri nella sala e richiese che la classe l’aiutasse a farne la distribuzione. Per me questo fu un colpo e alzatomi dichiarai fermamente che la Società disapprovava la pubblicazione e che io mi sarei opposto a chiunque si fosse opposto alla norma della Società”. Questo sorprese gli anziani ed essi se ne andarono via, con i loro seguaci. I soli che rimasero furono una vecchia sorella invalida e il fratello Smit e sua moglie.

      Subito dopo, il fratello e la sorella Steynberg si trasferirono nella zona di Pretoria. Questo fu un grande incoraggiamento per il ridotto gruppo di Pretoria e fece molto bene anche agli Steynberg. Il gruppo di Pretoria aveva attraversato un difficile periodo di purificazione, ma da allora in poi il progresso fu costante e ben fondato.

      Questo per il gruppo europeo di Pretoria. Che dire degli Africani che erano lì? Il fratello Hamilton Kaphwitt da Bulawayo si trasferì nel 1927 a Pretoria; ma, siccome in quel tempo non vi si tenevano adunanze africane, assisteva di solito alle adunanze che gli Africani tenevano a Johannesburg. Quindi, nel 1931, dal Niassa venne un fratello chiamato Mulauzi e si unì a Kaphwitt. Questi due cominciarono a studiare insieme L’Arpa di Dio. Per parecchio tempo le adunanze dei fratelli africani di Pretoria si tennero nella casa di Hamilton Kaphwitt. Anche oggi molte congregazioni africane delle cittadine o “località” presso le città europee si radunano in case private. La costruzione di Sale del Regno per gli Africani è stata finora contrastata dalle autorità governative e municipali.

      Nel gennaio del 1930, il fratello Phillips si sposò e sua moglie si unì al personale della sede filiale. Altri rinforzi per l’ufficio arrivarono anche nel 1930: Llewelyn Phillips e George Spence. Llewelyn Phillips venne dal Galles; egli non era parente di George Phillips, ma aveva pure avuto buona esperienza nel servizio di pioniere e aveva prestato servizio diversi anni nella Betel di Londra.

      Fu pure agli inizi degli anni trenta che la filiale di Città del Capo cominciò a produrre opuscoli nelle lingue vernacolari come xhosa, zulù e sesotho. L’Arpa di Dio uscì in lingua xhosa e Il Regno, la speranza del mondo uscì in zulù.

      AVANZATA NELL’AFRICA ORIENTALE

      Nel 1931, si cominciò ad aprire un altro vasto campo africano, quello dell’Africa Orientale Britannica. Questa era costituita da quelli che ora sono tre paesi separati: Kenya, Uganda e Tanzania (composta da Tanganica e isola di Zanzibar). All’inizio degli anni trenta eran tutti sotto la giurisdizione britannica. Con il sorgere in Africa del nazionalismo, a uno a uno questi stati ottennero la propria indipendenza dalla Gran Bretagna. Nel 1962, il Tanganica divenne la repubblica indipendente di Tanzania entro il Commonwealth Britannico. L’Uganda divenne indipendente quello stesso anno, e il Kenya nel 1963. A causa delle molte nazionalità e tribù che formano la popolazione di queste parti, c’è una confusione poliglotta, ma per fortuna la lingua swahili serve in tutta l’Africa Orientale da mezzo di espressione comune.

      In senso religioso, la denominazione “Africa Nera” è stata appropriata. In maggioranza i nativi sono stati aderenti a religioni pagane. Le missioni della cristianità, sia cattoliche che protestanti, vi sono state attive per molti anni, ma come altrove in Africa, esse non hanno generato cristiani che ‘adorano con spirito e verità’. (Giov. 4:24) Ma quando cominciarono a risplendere in questa zona spiritualmente nera i primi raggi di vera luce?

      Verso questo tempo, un nuovo fratello chiamato Gray Smith partecipava a Città del Capo al servizio di colportore ausiliario. Il primo ad accettare la verità fu suo fratello maggiore Frank, ma nel 1928 cominciò a studiare seriamente anche Gray. Egli fu battezzato nel 1929 e quasi immediatamente intraprese l’opera di colportore ausiliario. In seguito, si unì a Frank in un interessantissimo giro dell’Africa Orientale.

      Nel 1931, furono mandati tutt’e due nel Kenya per esplorare le possibilità di diffondere la buona notizia nell’Africa Orientale. Il Kenya era in quel tempo un protettorato britannico con una popolazione di circa 4.000.000 di abitanti, circa 25.000 dei quali erano Europei. Essi presero un’automobile, che avevano trasformata in carro abitazione, e salparono sul “Saxon Castle” per Mombasa, porto di mare del Kenya. Di lì viaggiarono con il loro carro abitazione per 640 chilometri fino a Nairobi, la capitale, dove avevano spedito quaranta scatoloni di libri. A causa delle cattive strade, per fare questo viaggio impiegarono otto giorni. Percorsero Nairobi e in circa un mese diedero tutti i libri. Molti libri furono dati a Indiani goanesi, ma la maggioranza di queste pubblicazioni furono raccolte e bruciate dai sacerdoti cattolici.

      Nel viaggio di ritorno in Sud Africa entrambi questi fratelli presero la malaria. Questa era in quei giorni un vero pericolo per la salute. Ebbero un passaggio su una nave che salpava da Dar es Salaam, ma si ammalarono così gravemente e deliravano tanto che furono sbarcati e ricoverati in un ospedale a Durban. Frank Smith non riprese mai i sensi e morì. Gray Smith solo riuscì a sopravvivere e dovette trascorrere quattro mesi in un ospedale. In ogni modo, verso la fine del 1931 egli tornò a Città del Capo.

      Verso questo tempo, in Inghilterra un giovane chiamato Robert Nisbet aveva appena rinunciato a un buon lavoro in un laboratorio farmaceutico di Londra e stava per intraprendere il servizio di pioniere. Il fratello Rutherford, che allora era a Londra, lo mandò a chiamare e gli disse: “Stiamo cercando qualcuno perché vada a Città del Capo; tu ci andresti?” Robert acconsentì e immediatamente cominciò a fare i preparativi.

      Arrivato all’ufficio di Città del Capo, fu mostrata al fratello Nisbet un’altra consegna di letteratura pronta per la spedizione su una nave diretta verso l’Africa Orientale, questa volta con 200 scatoloni! Egli seppe del viaggio dei fratelli Smith e della tragedia capitata a Frank. Ciò nonostante, accettò con premura l’assegnazione di andare nell’Africa Orientale. A lui si unì Davide Norman, e fecero il viaggio fino alla loro assegnazione. Dovevano percorrere gli interi territori di Kenya, Uganda, Tanganica e Zanzibar, un campo davvero vasto!

      Proteggendosi contro la malaria con l’uso di zanzariere quando dormivano e prendendo ogni giorno notevoli dosi di chinino, disponibile in tutti gli uffici postali dell’Africa Orientale a prezzo di costo, e portando di giorno un casco coloniale per il sole, il 31 agosto 1931 essi lanciarono a Dar es Salaam, capitale del Tanganica, la loro campagna di testimonianza. Questa non fu un’assegnazione facile, come mostra il commento del fratello Nisbet: “Il bagliore del sole riflesso dalle bianche vie pavimentate, l’intenso calore umido e la necessità di portare carichi di letteratura molto pesanti da una visita all’altra erano solo alcune delle difficoltà che dovevamo affrontare. Ma eravamo giovani e forti e ci provavamo gioia”.

      Entro quindici giorni questi energici pionieri avevano distribuito quasi mille libri e opuscoli, fra cui erano molte “Serie dell’arcobaleno”, così chiamate a causa dei vari colori dei libri. Questo suscitò l’ira del clero, e sulla tabella delle informazioni della chiesa cattolica fu posto l’avviso che richiamava l’attenzione di tutti i parrocchiani sul Nº 1399 della Legge Canonica che proibiva ai cattolici perfino di avere in casa tale letteratura. La maggioranza di questi libri fu data agli Indiani. Siccome non avevano letteratura in swahili e data la mancanza di istruzione di questi Africani, i fratelli non poterono lavorare fra di loro.

      Da Dar es Salaam essi si trasferirono a Zanzibar, isola a circa trentadue chilometri dalla costa, una volta centro del commercio degli schiavi. Questa città con le sue serpeggianti vie anguste, dove un estraneo potrebbe facilmente perdersi, era avvolta in un continuo aroma di garofano, poiché Zanzibar rifornisce delle spezie di garofano quasi il mondo intero. Aveva una popolazione di un quarto di milione di abitanti, di cui circa 300 erano Europei, in quel tempo i governanti. La grande maggioranza erano Swahili e circa 45.000 erano Indiani e Arabi. Molti libri furono dati a questi Indiani e alcuni agli Arabi, ma di nuovo la maggioranza della popolazione, essendo swahili, non fu raggiunta dal messaggio del Regno.

      Dopo una permanenza di dieci giorni a Zanzibar, presero una nave per Mombasa, porto di mare del Kenya, diretti verso gli altipiani del Kenya, con la loro abbondanza di freschi vegetali e frutta, e clima mite. Viaggiarono in treno e lavorarono le cittadine lungo la linea per tutto il percorso fino al lago Vittoria. Qui attraversarono questo mare interno, lungo 400 chilometri e largo 240 chilometri, e andarono a Kampala, capitale dell’Uganda. Vi distribuirono un gran numero di libri e ottennero abbonamenti a L’Età d’Oro. A ottanta chilometri nella giungla un signore vide un amico che leggeva con entusiasmo il libro Governo. Egli venne a Kampala per trovare i giovani che distribuivano questa letteratura. Prese una copia di tutti i libri e si abbonò a L’Età d’Oro.

      Prima di cominciare il loro viaggio di ritorno in auto visitarono un’altra cittadina quaranta chilometri più all’interno, e si rallegrarono d’essere stati impiegati per portare, la prima volta, così lontano nell’interno dell’Africa, il messaggio del Regno in forma stampata. Tornarono da questa cittadina passando per un’altra strada ed ebbero la gioiosa esperienza di visitare le cascate Ripon, sorgente del fiume Nilo. Nella via del ritorno a Mombasa lavorarono alcune altre cittadine lungo la linea ferroviaria. Dopo aver testimoniato a Mombasa con un caldo indescrivibile, distribuendo molta letteratura e tenendo due discorsi ai quali assistette un buon numero di persone, andarono in un altro luogo lungo la costa e poi, a bordo del “Llandovery Castle”, tornarono via mare a Città del Capo (Sud Africa), facendo un viaggio di quattromilaottocento chilometri.

      In questi primi due viaggi nell’Africa Orientale si distribuirono oltre 7.000 libri e opuscoli e si ottennero molti abbonamenti a L’Età d’Oro. Alcuni di questi semi caddero senza dubbio su buon terreno, poiché un signore che aveva ricevuto alcuni opuscoli scrisse alla Società di Città del Capo e ordinò un’intera serie dei libri e degli opuscoli del giudice Rutherford. Egli dirigeva una miniera d’oro nel bundu (zona isolata) del Tanganica. E così con una grande spesa monetaria, sforzi e perfino a prezzo della stessa vita di devoti e zelanti pionieri, il messaggio penetrava nell’Africa Orientale Britannica e l’opera del Regno faceva progresso.

      Sì, nel 1931 i pochi fedeli che in quel tempo erano nel Sud Africa raggiunsero un enorme campo. Quell’anno si distribuirono nel campo sudafricano un totale di 68.280 libri e per rafforzare la fede dei fratelli si tennero otto congressi di servizio. Quanti ce n’erano per compiere tutta quest’opera in un campo così vasto? Soltanto cento proclamatori circa nell’intera Africa meridionale!

      AVANTI, COME TESTIMONI DI GEOVA!

      Per coronare l’anno 1931, dal congresso di Columbus (Ohio), negli Stati Uniti, giunse la rallegrante notizia relativa all’adozione del nome “testimoni di Geova”. Questo recò grande gioia al popolo di Geova intorno al mondo, inclusa la piccola ma energica schiera del Sud Africa. Molti fratelli provarono grande riverenza al pensiero di usare l’illustre nome di Dio, ma questo contribuì ancor più a far loro apprezzare il privilegio che avevano di dichiarare in tutta l’Africa meridionale il nome di Geova. L’opera del Regno e il suo sviluppo avevano raggiunto nell’Africa meridionale un’altra svolta decisiva.

      Stimolati dal loro nome scritturale “testimoni di Geova”, i fratelli dell’Africa Meridionale avanzarono all’inizio degli anni trenta con grande zelo e determinazione. Si provvidero sempre più armi spirituali e strumenti teocratici, e nel 1932 il più potente fu senza dubbio l’opuscolo speciale Il Regno, la speranza del mondo. In tutti i paesi i testimoni di Geova erano occupati a distribuire questo opuscolo e a partecipare alla campagna di visitare ogni ecclesiastico, politicante e grosso commerciante del territorio. Molti di questi non erano mai stati prima avvicinati personalmente, ma ora ne fu data loro opportunità.

      Certo, spesso è difficile avvicinare gli alti funzionari governativi e i membri del parlamento. Pertanto, i fratelli approfittarono del fatto che in certi periodi dell’anno i membri del parlamento si trasferiscono da Città del Capo, capitale legislativa, a Pretoria, capitale amministrativa. Proprio al tempo giusto, quando questi signori attendevano nella stazione di Città del Capo prima di partire per il loro viaggio, i fratelli vennero e presentarono loro la copia di questo speciale opuscolo. Dovendo fare un lungo viaggio di circa 1.600 chilometri, ebbero una buona opportunità di leggere il contenuto della pubblicazione e di pensarvi sopra.

      Un altro strumento che si usò nel 1933 consisté nei discorsi incisi del fratello Rutherford. L’African Broadcasting Corporation acconsentì a trasmettere per radio il potente messaggio di queste registrazioni elettriche una volta al mese dalle sue tre principali stazioni di Città del Capo, Johannesburg e Durban. In questo modo il messaggio giunse in molte case — e, senza dubbio, anche in molti cuori — in Sud Africa, Rhodesia Meridionale e a nord fino alla Rhodesia Settentrionale, 3.200 chilometri all’interno del continente africano. Uditi i discorsi, molti accettarono più prontamente la letteratura. Dopo un anno, però, fu formato un comitato consultivo per le radiodiffusioni religiose. Questo fu composto da ecclesiastici delle religioni ortodosse, che fecero in modo di mettere a tacere il messaggio del Regno delle trasmissioni radiofoniche.

      Tuttavia, fu impossibile fermare gli zelanti proclamatori di quei giorni. Nelle piccole cittadine dove la grande chiesa riformata olandese era per chilometri l’edificio principale dei dintorni, gli agricoltori si riunivano la domenica nella piazza della chiesa quando si celebrava la comunione (in afrikaans questa si chiama nagmaal, che in effetti significa “pasto serale”). Vi si accampavano con le loro tende e i loro carri trainati da buoi. Spesso i fratelli giravano fra loro, e questo dava luogo a molte conversazioni. I fratelli di lingua afrikaans, in special modo, facevano con molto piacere un combattimento spirituale con le armi della verità. In seguito, questi incontri erano narrati con grande soddisfazione nelle loro adunanze di testimonianza.

      Molto presto nelle sue esperienze di pioniere nel Transvaal settentrionale, Fred Ludick fu colpito da un brutto attacco di febbre malarica. Alcuni Africani vennero in suo aiuto e fecero un decotto di frutti selvatici, e questo lo guarì. Ma in un’altra occasione le cose non andarono così bene per Sidney McLuckie, compagno del fratello Ludick. Questo fratello prese la febbre tifoidea. Fred dice: “Quest’uomo robusto, di circa 74 chili, solo in alcune settimane dimagrì tanto da pesare appena 40 chili, e morì. Lo seppellimmo presso i monti a Cala nel Transkei (Provincia del Capo)”. Così un altro fedele servitore di Geova aveva dato la sua vita nel compimento dell’opera del Regno nell’Africa meridionale.

      Per breve tempo il fratello Ludick prestò servizio nel Bushveld del Transvaal settentrionale e vi lavorò con un gruppo isolato compresi il fratello Muller e la sua famiglia. All’inizio degli anni trenta, il fratello Muller fece un enorme lavoro in tutto il Transvaal settentrionale e anche nel Capo settentrionale e aiutò molti a venire a conoscenza della verità.

      Certo, ebbero anche le loro difficoltà, inclusa la volta che Fred Ludick visitò il posto di una missione cattolica. Vi incontrò il sacerdote e cominciò a spiegare lo scopo della sua visita, ma notò che la faccia del sacerdote diveniva sempre più rossa. Ad un tratto il sacerdote corse in fretta nell’edificio, tornò con una pistola e la puntò contro il fratello Ludick. Ma, Fred si mantenne calmo e semplicemente si voltò e camminò di nuovo verso l’auto, tuttavia con un senso di gelo lungo la spina dorsale.

      In quel tempo il fratello Ludick si era “diplomato” dalla bicicletta a un’auto Fiat modello 1928 con i raggi di legno. Con questa lui e il fratello Muller percorsero un’estesa zona nel selvaggio bushveld. Spesso di notte dovevano dormire all’aperto sotto un albero, ascoltando il ruggito dei leoni. Ma dopo una dura giornata nel campo, avendo viaggiato per quelle strade molto scabrose, avendo dovuto riparare le gomme, una foratura dopo l’altra, leoni o no, essi dormivano come ghiri! Anche i freni dell’auto davano loro fastidio. In un’occasione, mentre valicavano il pericoloso passo Soutpans Berg, dovettero legare ai raggi delle ruote anteriori un pezzo di fune di cuoio non conciato e tirare a tutta forza quando scendevano nelle parti scoscese, una prova spaventevole accompagnata dall’odore della gomma bruciata! Dopo un’esperienza simile, i due fratelli erano felici di tornare al podere dei Muller, dove li attendeva la calorosa accoglienza della sorella Muller e dei figli. Questi figli già ricevevano in casa un buon ammaestramento e alcuni di essi intrapresero poi il servizio continuo. Due di essi prestano ancora servizio nella sede della filiale sudafricana; uno di essi, Frans Muller, è l’attuale coordinatore della filiale.

      S. ELENA RICEVE UNA TESTIMONIANZA

      Mentre si compiva nel Transvaal questa energica attività, i pionieri si preparavano per un viaggio nell’isola di S. Elena, una macchiolina nell’oceano Atlantico, circa 1.900 chilometri al largo della costa occidentale africana. L’isola ha una superficie di soli 122 chilometri quadrati e ha meno di 5.000 abitanti, per lo più di colore e molto poveri. Questa remota isola fu considerata un luogo sicuro per l’esilio di Napoleone dal 1815 al 1821, quando apparteneva ai Britannici.

      Gray Smith, essendosi ora rimesso dalla sua terribile malattia dopo il viaggio nell’Africa Orientale, era pronto per un altro vero sforzo da pioniere e si preparò per fare una visita a S. Elena. Il suo compagno fu questa volta Hal Ancketill, figlio del precedente sorvegliante di filiale, Henry Ancketill. Si portarono una buona provvista di letteratura e lavorarono completamente tutta l’isola, distribuendo quasi 1.000 pezzi di letteratura.

      Come risultato di questa visita, un poliziotto, Thomas Scipio, accettò la verità e cominciò a proclamare il messaggio del Regno. Quando andò in pensione dalla polizia, all’età di sessant’anni, Scipio divenne pioniere e si sostenne da sé coltivando ortaggi. Suo figlio George Scipio divenne il primo sorvegliante che presiedette la congregazione in seguito formata nell’isola.

      Il fratello Scipio padre apprezzò sin dal principio la sua responsabilità di condividere con altri la buona notizia del Regno. Egli diede ai suoi parenti e ad altri isolani un’intrepida ed estesa testimonianza. Un anno dopo alcuni si erano uniti a lui nell’opera di testimonianza, e appena furono disponibili fonografi e dischi con l’incisione di discorsi biblici, egli li ottenne. In seguito, questo fu per anni il suo più efficace metodo di dare testimonianza a quelli disposti ad ascoltare.

      Nel 1935 si formò un piccolo gruppo di sei proclamatori a Jamestown, unica cittadina dell’isola. Le fedeli attività del piccolo gruppo di proclamatori locali portarono risultati, ed esso crebbe. Uno dei nuovi fratelli che era proprietario di un caffè pure ottenne un fonografo e non perse mai l’opportunità di far ascoltare i dischi ai suoi clienti. Nel 1939 c’erano due gruppi organizzati, uno a Jamestown e l’altro ad alcuni chilometri di distanza a Longwood, dove era stato tenuto agli arresti Napoleone.

      RITORNO NELL’AFRICA DEL SUD-OVEST

      Dopo questa visita in S. Elena che ebbe molto successo, il fratello Smith decise di andare nel 1935 nell’Africa del Sud-Ovest. Per questo viaggio il fratello Smith condusse con sé sua moglie e uno dei suoi figli. Essi avevano un furgone equipaggiato di uno dei nuovi fonoriproduttori e alcuni dischi.

      Fecero per certo un’opera meravigliosa, distribuendo non meno di 13.000 libri e opuscoli in soli cinque mesi e ottenendo 70 abbonamenti a L’Età d’Oro. Al clero, per lo più luterano, cattolico e riformato olandese, questo non fece piacere. In un posto il ministro riformato olandese accusò il fratello Smith di vendita ambulante di libri senza licenza, ma il magistrato semplicemente si fece una risata e prese lui stesso della letteratura.

      Di nuovo alcuni semi di verità caddero sul terreno giusto. Un uomo del meridione, Abraham de Klerk, che aveva ottenuto alcune pubblicazioni, le lesse e quasi immediatamente si convinse della verità. Egli si attenne alla fede che aveva appena trovata e la insegnò alla sua famiglia come meglio poté. Geova benedisse i suoi sforzi, poiché sua moglie e alcuni suoi figli accettarono la verità. E in quanto a “Oom” (Zio) Abraham, uno dei primi Testimoni dell’Africa del Sud-Ovest, continuò a servire fedelmente Geova finché morì verso la fine degli anni sessanta.

      SWAZILAND DURANTE GLI ANNI TRENTA

      Ora passiamo alla parte orientale del Sud Africa e visitiamo un altro pittoresco paese, lo Swaziland. Lo circonda da tre parti il Transvaal e a oriente ha un confine in comune con il Mozambico. La superficie è di circa 17.350 chilometri quadrati, con una popolazione di circa 420.000 abitanti, di cui solo alcune migliaia sono Europei.

      I pionieri visitarono lo Swaziland all’inizio degli anni trenta e fu data nel paese una meravigliosa testimonianza. Oltre a visitare gli Europei che abitavano nelle città, visitarono anche il capo supremo della nazione swazi, il re Sobhuza II. Quest’uomo si mostrò molto amichevole verso i Testimoni e fece loro un’accoglienza reale nel suo kraal. Radunò la sua guardia del corpo di centinaia di guerrieri perché udissero una selezione musicale e un discorso inciso da J. F. Rutherford, presidente della Società Torre di Guardia. Il fratello F. Ludick, che vi si trovò, dice inoltre che fu una rimarchevole esperienza testimoniare al re, che era circondato da circa cinquanta sue mogli!

      Robert e George Nisbet testimoniarono a questo re anche in un’altra occasione. Dopo aver udito diverse incisioni del fratello Rutherford, il re fu così compiaciuto che volle acquistare l’apparecchio, i dischi e l’altoparlante. Una situazione imbarazzante per i pionieri! Alla fine riuscirono a soddisfare il re lasciandogli una grande provvista di letteratura.

      RAGGIUNTI MAURIZIO E MADAGASCAR

      Nel 1933 la filiale del Sud Africa decise di mandare in Maurizio e Madagascar (Repubblica Malgascia) due pionieri che avevano esperienza. A Robert Nisbet e a Bert McLuckie fu fatta l’attraente assegnazione di visitare queste due isole al largo della costa orientale dell’Africa. Essi andarono prima in Maurizio.

      Prima di partire da Durban per Maurizio, trascorsero qualche tempo cercando d’imparare il francese, che credevano sarebbe stata la lingua principale. Giunti comunque alla loro destinazione, riscontrarono che la maggioranza degli abitanti parlava il creolo, una sorta di dialetto o patois francese. Così i pionieri non poterono capire le persone, e le persone non poterono capire i pionieri. Infatti, per il fratello Nisbet il problema fu ancor più complicato, in quanto aveva un’accentuata pronuncia scozzese. In un’occasione accadde che un padrone di casa gli disse: “La prego di parlarmi in inglese, poiché non capisco quella lingua!”

      Siccome la principale influenza e autorità dell’isola era cattolica, non è una sorpresa che questi due fratelli si trovassero subito in difficoltà. Lamentele, istigate dai sacerdoti, giunsero alla polizia, che per cablogramma chiese al Sud Africa la conferma dell’identità dei fratelli. La polizia difese il diritto dei fratelli di predicare, ma li avvertì che era proibito tenere adunanze senza permesso e che nel loro caso non sarebbe stato concesso nessun permesso del genere. Per giunta, il giornale locale, La Vie Catholique (Vita cattolica) emanò un avvertimento circa questi due “falsi profeti”. Benché questo facesse diminuire le loro distribuzioni, non fece diminuire la loro gioia e la loro determinazione nella ricerca delle eventuali “pecore”.

      Contemporaneamente a questi due pionieri, visitava Maurizio il cardinale cattolico romano Hinsley, della Gran Bretagna, allo scopo di presenziare l’insediamento di un sacerdote come nuovo vescovo dell’isola. Il luogo era pieno di dignitari e sacerdoti cattolici ch’eran venuti per questa speciale occasione. Questo diede ai pionieri un’eccellente opportunità di offrire l’opuscolo Il Regno, la speranza del mondo. Fu Robert Nisbet a offrire l’opuscolo al cardinale Hinsley stesso, ed egli lo accettò senza fare tante storie. Bert McLuckie provò con il vescovo appena insediato, James Leen, il quale con calma prese l’opuscolo, lo fece a pezzettini e lo gettò nel cestino della carta straccia!

      In quei giorni, viaggiare nell’isola di Maurizio costava pochissimo, forse meno che in qualsiasi altra parte del mondo. Per esempio, si poteva andare in treno tutto intorno all’isola, quindi di nuovo in autobus e in treno solo per mezza corona (35 centesimi di dollaro). In tal modo i pionieri percorsero ogni parte dell’isola. Oltre alla letteratura in francese, distribuirono opuscoli in cinese e in varie lingue indiane, come tamil, urdu e hindi. In un’occasione al redattore di un giornale indiano piacque un lungo articolo de L’Età d’Oro che smascherava intrepidamente le trasgressioni della gerarchia cattolica romana. Il redattore cominciò a stampare questo articolo a puntate. Ma prima che arrivasse alla conclusione intervenne la polizia che diede al redattore un serio avvertimento delle possibili conseguenze, il che gli fece smettere di stampare il materiale. Nonostante molta opposizione dei sacerdoti, i due pionieri portarono comunque a termine la loro assegnazione.

      La loro visita a Maurizio fu un’estesa testimonianza per quest’isola ed essi lasciarono un piccolo gruppo che continuò a dare un po’ di testimonianza non formale. Come dovettero sentirsi felici i fratelli Nisbet e McLuckie di questo frutto delle loro fatiche! Ma che dire della loro visita in Madagascar?

      Questa enorme isola (la quarta delle più grandi del mondo) che si trova al largo della costa sudorientale dell’Africa è lunga circa 1.600 chilometri. La costa orientale riceve il pieno urto dei venti monsonici e ha piogge molto abbondanti. Ma le altre parti dell’isola sono assai più aride e così la flora del paese varia da quella di tipo desertico alla lussureggiante vegetazione tropicale.

      Il Madagascar ha una popolazione di circa sei milioni di persone d’origine assai mista. Pare che nei primissimi tempi Arabi e Indù stabilissero nel Madagascar luoghi di scambi. Da allora Portoghesi, Francesi e Britannici tutti cercarono di colonizzare l’isola. Infine, se ne impossessarono i Francesi e nel 1896 divenne una colonia della Francia. Da quel tempo la cultura francese e la lingua francese hanno esercitato sull’isola e sui suoi abitanti una notevole influenza. Questo significò che negli anni trenta, quando i testimoni di Geova vi andarono la prima volta con il messaggio del Regno, la religione cattolica era quella prevalente.

      Robert Nisbet e Bert McLuckie arrivarono in Madagascar nel 1933 per via mare. Cominciarono con cautela la loro opera, iniziando a Tamatave, principale porto di mare, dove sbarcarono. Presto percorsero il territorio, distribuendo intanto molta letteratura, e poi si trasferirono nella capitale, Tananarive, situata nell’interno.

      Arrivati a Tananarive, essi vennero in contatto con un Greco che gestiva un negozio e aveva nella propria lingua alcune pubblicazioni della Società. Le aveva ricevute da parenti di Brooklyn (New York). I fratelli ne furono molto incoraggiati e provarono gioia quando questo ospitale Greco diede loro alloggio gratuito in una stanza sopra il suo negozio.

      I fratelli Nisbet e McLuckie non poterono stabilire durante questa visita nessun gruppo o congregazione. Certo, ebbero un grosso problema con la lingua, poiché pochissime persone capivano l’inglese. Ma prima di tornare in Sud Africa, rimasero a Tananarive finché distribuirono tutta la loro letteratura. Così furono seminati in quest’isola molti semi di verità.

      PRIMI SFORZI NEL MOZAMBICO

      Un altro vasto campo dove finora si era fatto poco era il possedimento portoghese chiamato Mozambico. La superficie è di quasi 777.000 chilometri quadrati ed è principalmente pianeggiante e bassa. La sua popolazione è ora di 6.650.000 abitanti, di cui solo una piccola percentuale è costituita da bianchi. La città capitale è Lourenço Marques, importante porto situato nell’estremo meridione presso il confine col Sud Africa. L’altro porto e città importante è Beira, alcune centinaia di chilometri più a nord.

      La Chiesa Cattolica ha dominato il campo religioso per secoli, sebbene si supponga che vi sia la libertà di religione, e vi siano parecchie sette protestanti che operano nelle città. Nei poderi era impiegato il lavoro forzato, per il quale i lavoratori africani ricevevano pochissima rimunerazione. Per giunta, la punizione degli Africani era severa. Di positivo c’è il fatto che nell’Africa Orientale Portoghese non c’è nessuna proibizione ufficiale per il colore. Non ci sono i cartelli “Solo per Europei” e non c’è la segregazione in mezzi di trasporto, banche, negozi o qualsiasi altro posto. Tra gli Africani stessi ciò che in effetti hanno è la distinzione tra Africani “non civilizzati” e quelli che essi chiamano assimilados, o Africani “civilizzati”. Qualsiasi Africano può elevarsi dal suo stato di “non civilizzato” e divenire “civilizzato” per mezzo di un procedimento legale. Egli subisce alcuni esami e diviene un uomo “bianco” anziché “negro”, non importa quale sia il suo colore. L’Africano che desidera far questo fa domanda a un tribunale locale e deve provare di essere alfabeta in portoghese, appartenere alla fede cristiana (cattolica), avere una certa condizione pecuniaria e voler vivere alla maniera europea. La cosa principale è che dovrebbe essere in grado di adottare il modo di vivere dell’uomo bianco. Quindi ha diritto a un passaporto, i suoi figli possono ottenere istruzione gratuita e ha diritto di voto, ma diviene soggetto al servizio militare e deve pagare un’alta tassa sull’entrata. Solo una piccolissima proporzione di Africani è in condizione di soddisfare questi requisiti.

      Nel 1925, il seme del Regno aveva trovato tra gli Africani di questa parte della terra buon terreno e per parecchi anni crebbe di continuo senza ostacoli. Ma verso la fine degli anni trenta, le autorità cominciarono a controllare quelli che erano abbonati a La Torre di Guardia e parecchi furono arrestati. Quelli che furono arrestati nel Mozambico meridionale trovarono in prigione altri fratelli provenienti dal Niassa, così che ci fu tutto insieme un gruppo abbastanza grande. Fu solo dopo due o tre anni che infine ebbero un processo, in seguito al quale alcuni furono deportati nella colonia penale di São Tomé per dodici anni, mentre altri furono mandati in campi di lavoro nelle parti settentrionali del Mozambico per dieci anni. Nella sentenza si asserì che non dovevano stare insieme in uno stesso luogo, poiché allora il posto sarebbe stato ‘avvelenato dal loro insegnamento perché è una cosa molto forte’.

      Nel gruppo condannato era un fratello chiamato Mahlanguana. Egli ricorda che uno dei luoghi dove lavorò nel settentrione era in una grande piantagione di noci di cocco presso il piccolo porto di Antonio Enes. Un giorno il capo della polizia fece un giro per fargli un controllo e lo trovò che preparava un sermone biblico. Il capo riferì questo al direttore della colonia penale, ma egli disse che ciò non avrebbe recato nessun danno. Tuttavia, il capo della polizia percosse il fratello Mahlanguana e lo mise in prigione per quattro mesi. Anni dopo, avendo scontato la sua condanna, il fratello Mahlanguana tornò a Vila Luiza. L’opera di predicazione del Regno vi si era fermata. Ma il suo ritorno aiutò gli interessati locali a riprendersi e l’opera crebbe bene.

      In tal modo, il campo africano del Mozambico meridionale aveva avuto un eccellente inizio. Ma che dire degli Europei?

      Il primo Europeo arrivò a Lourenço Marques nel 1929 e cominciò a fare presso i bianchi portoghesi qualche opera di testimonianza. Questi fu Henry Myrdal, che aveva smesso di fare il servizio di pioniere per sposare Edith Thompson. Questi due andarono avanti da sé, trovando a volte notevoli difficoltà. Ma nel 1933 Piet de Jager, che in questo tempo aveva sposato la zelante colportrice Lenie Theron, fu mandato dalla Società ad aiutare nel campo europeo del Mozambico. Il fratello e la sorella De Jager vi percorsero tutto il territorio europeo e distribuirono grandi quantità di letteratura sia in inglese che in portoghese.

      Due altri pionieri fecero una visita a Lourenço Marques nel 1935, ma la loro permanenza fu davvero molto breve. I pionieri furono i fratelli Fred Ludick e David Norman. Essi presero dimora presso la famiglia Myrdal. Ecco il loro racconto: “Il quinto giorno della nostra opera mentre stavamo seduti semplicemente come due visitatori bene educati, prendendo il tè nella pubblica piazza, il fratello David mi disse: ‘Fred, non guardare in quella direzione, ma a sinistra, di là, due uomini ci sorvegliano già da mezz’ora circa’ . . . Quando quello stesso giorno tornammo a casa, la sorella Edith Myrdal disse: ‘La polizia segreta è venuta qui ripetute volte a cercare voi due’. Aveva appena finito di pronunciare queste parole, quando dall’angolo della via giunse lacerando l’aria il suono della sirena del cellulare e fummo immediatamente chiusi nel furgone cellulare della polizia per il trasporto dei criminali”.

      I due fratelli furono portati dinanzi a un alto funzionario, il sig. Teixeira, a cui David Norman disse intrepidamente di sapere che dietro tutta la cospirazione c’era il vescovo. Questo toccò un punto molto vivo e Teixeira saltò in piedi tuonando: “Se foste miei cittadini vi relegherei immediatamente nell’isola di Madeira, ma siccome siete cittadini sudafricani vi farò subito deportare”. Quello stesso giorno i fratelli partirono da Lourenço Marques per il confine del Sud Africa con un’auto piena di poliziotti davanti e una di dietro, tutti armati fino ai denti con pistole e spade. Giunti alla frontiera, i fratelli, che avevano ancora con sé alcune pubblicazioni, testimoniarono agli agenti di polizia, diedero loro pubblicazioni e poi strinsero la mano a tutti e se ne andarono!

      Un’ulteriore azione del vescovo del Mozambico fu compiuta nel 1937, quando il fratello Myrdal fu convocato dal capo della polizia, che disse d’aver ricevuto una lamentela dal vescovo. La sua lamentela era stata che la letteratura della Società che si distribuiva nel paese avrebbe fatto insorgere il popolo in armi e avrebbe causato una rivoluzione. Il fratello Myrdal cercò di spiegare, ma il funzionario non volle ascoltare e lo informò che se continuava a distribuire letteratura sarebbe stato immediatamente deportato.

      Comunque, il fratello Myrdal reagì. Dispose di fare un colloquio con il governatore generale per appellarsi contro la decisione della polizia. Il governatore, benché gentilmente, mise la questione nelle mani del suo assistente, il senhor Mano. Avvenne così che Mano era una persona molto ragionevole, nominalmente cattolico, ma in disaccordo con molte dottrine della Chiesa. Egli lesse con cura la letteratura della Società e giunse alla conclusione che le accuse che essa fomentasse una rivoluzione erano false. I libri fecero al senhor Mano una profonda impressione ed egli disse che non avrebbe compiuto nessuna ulteriore azione. Così il piano del vescovo di disfarsi dei testimoni di Geova era stato frustrato.

      Frattanto, i datori di lavoro del fratello Myrdal erano molto infastiditi dalla possibilità che egli fosse deportato. A causa della loro attitudine, il fratello Myrdal presentò le proprie dimissioni; ma invece di accettarle, la ditta decise infine di trasferirlo al loro deposito di Johannesburg, con effetto posticipato al 1939.

      Tuttavia un altro tentativo di mandare pionieri europei a Lourenço Marques si fece nel 1938. David Norman venne di nuovo, questa volta con un nuovo compagno, il fratello Frank Taylor che era giunto di recente dall’Inghilterra. Ma pochi giorni dopo il loro arrivo, la polizia si diede nuovamente da fare. Avevano istruzione che i due pionieri dovevano smettere di lavorare o sarebbero stati immediatamente deportati. La filiale di Città del Capo consigliò ai pionieri di tornare nel Sud Africa, ma di lasciare ai Myrdal il loro grosso deposito di letteratura portoghese.

      Intanto il governatore generale, che era stato amichevole e simpatizzante, e che era ben amato dal popolo, fu retrocesso dal governo portoghese e trasferito nella piccola colonia portoghese di Goa, in India. Il suo posto fu preso da un fanatico funzionario cattolico romano.

      Avendo compreso che la permanenza dei Myrdal in Mozambico stava ora per scadere, la Società suggerì che copie delle pubblicazioni fossero mandate per posta a ciascun funzionario governativo in tutto il paese. I Myrdal prepararono le buste con le pubblicazioni portoghesi e lo stesso giorno prima di lasciare il paese imbucarono queste centinaia di pacchetti in varie cassette della posta.

      Nonostante che nel campo europeo del Mozambico non si fosse stabilito nessun determinato interesse, nel campo africano si faceva un progresso costante malgrado la persecuzione. Nel 1940 il numero dei proclamatori africani in Mozambico aveva raggiunto il massimo di trentotto. Essi tenevano adunanze in quattro diversi centri.

      ORGANIZZAZIONE NEL NIASSA

      Dopo la visita che nel 1925 fu fatta nel Niassa dal fratello Hudson, i pochi che continuarono a cercare la direttiva della Società si tennero in contatto con l’ufficio di Città del Capo. Quindi, nel 1933, fu evidente che c’era un nucleo di persone sinceramente interessate che avevano bisogno d’aiuto. Si fece dunque una domanda per avere nel Niassa un rappresentante europeo. La domanda fu accolta dal governatore in maniera favorevole. Di conseguenza, nel maggio del 1934 si aprì in quel paese un deposito a Zomba, sotto la soprintendenza della filiale sudafricana. In base a quanto poteva giudicare la sede di Città del Capo, allora c’erano nel Niassa cento persone sinceramente interessate. Dal Sud Africa fu mandato Bert McLuckie a organizzare l’opera in quel campo.

      La sua destinazione era la casa di Richard Kalinde, dove stette per un mese circa. Questo fratello africano doveva divenire il suo intimo compagno durante la sua permanenza nel Niassa. Il fratello McLuckie aveva appena cominciato quando ebbe un grave attacco di malaria, che lo fece ricoverare in ospedale per due settimane. Dopo essersi rimesso poté ottenere due stanze da usare come deposito della Società nel Niassa. Ne usò una come suo ufficio e l’altra come alloggio.

      Il suo compito principale fu dapprima quello di mettere ordine nelle caotiche condizioni causate dai cosiddetti “Movimenti Torre di Guardia”. Questo non risultò così difficile come si era atteso. Da una parte, il capo della polizia del Niassa riconobbe che i movimenti africani falsi non avevano nulla a che fare con la Società Torre di Guardia di Bibbie e Trattati. Inoltre, la filiale di Città del Capo aveva dato al fratello Bert McLuckie una chiara direttiva o guida per risolvere la situazione. Egli visitò un gruppo dopo l’altro in tutte le parti del Niassa. Dopo aver pronunciato un discorso in ciascun luogo e con il fratello Kalinde che faceva da interprete, semplicemente leggeva la risoluzione come era stata pubblicata nell’opuscolo Il Regno, la speranza del mondo. Questa risoluzione era relativa al nome scritturale testimoni di Geova. Tutti quelli a favore di questa risoluzione erano invitati a indicarlo alzando la mano. La maggioranza in effetti alzava la mano, ma molti non erano sinceri come mostrarono avvenimenti ulteriori.

      Di tanto in tanto il fratello McLuckie fece alle congregazioni altre visite, e molti furono aiutati in questo modo a ritirare il proprio sostegno dai “Movimenti Torre di Guardia” falsi e dai loro capi. Compiendo quest’opera il fratello McLuckie ebbe molte esperienze interessanti, poiché alcune congregazioni erano molto lontane dai cammini frequentati. Alcune volte i fratelli locali fecero realmente strade che si internavano per chilometri nel bosco, affinché egli potesse andare in auto fino ai loro luoghi di adunanza. Un gruppo molto isolato poté essere raggiunto solo in canoa. Questo fu un viaggio assai pericoloso di circa trenta chilometri attraverso acque infestate dai coccodrilli. Il fratello McLuckie sedeva su una sedia al centro della canoa, badando a non farla oscillare, e i fratelli africani facevano turni per remare. Per certo egli apprezzò il modo in cui i fratelli gli provvidero alloggio e vitto e mostrarono di stimare le cose spirituali.

      Il fratello McLuckie lavorò anche fra gli Europei del Niassa e a un certo punto visitò un luogo chiamato Karonga. Per andarvi dovette viaggiare in auto scendendo dal monte Livingstonia per una strada con diversi tornanti così stretti che doveva fermare l’auto, fare lentamente marcia indietro, e poi proseguire. Uno dei suoi contatti lo ebbe con due uomini d’affari greci che presero pubblicazioni nella loro propria lingua. In seguito, uno di essi fu battezzato.

      Nel novembre del 1934, due pionieri del Sud Africa fecero un viaggio attraverso l’Africa Orientale Portoghese ed entrarono nel Niassa. Essi furono in grado di testimoniare alle piccole popolazioni europee di Zomba, Blantyre, Limbe e altri luoghi. Le registrazioni mostrano che in quel viaggio distribuirono settecento libri e opuscoli. Evidentemente quella fu la prima volta che vi si facesse fra la popolazione europea qualsiasi metodica opera di casa in casa.

      Così a lungo andare fu stabilita nel Niassa una solida organizzazione teocratica. Si raccoglievano anche i rapporti di servizio di campo e nel 1934 il numero medio dei proclamatori fu ventotto. Subito dopo il fratello McLuckie fu richiamato perché lavorasse nella sede filiale di Città del Capo. Suo fratello, Bill McLuckie, assunse l’incarico del deposito del Niassa il 17 marzo 1935 e vi prestò fedelmente servizio per molti anni.

      Mentre l’organizzazione teocratica si stabiliva fra i molti interessati del Niassa, il numero di quelli che partecipavano al servizio di campo e ne facevano rapporto aumentò molto rapidamente. I 28 proclamatori del 1934 salirono nel 1935 a 340! Frattanto, aumentava pure l’opposizione locale e alcuni missionari della cristianità incitarono i funzionari governativi a ostacolare le attività dei fratelli. Essi riuscirono nel novembre 1934 a far mettere al bando in quel paese un opuscolo e la rivista L’Età d’Oro. Ma la crescita continuò e nel 1937 il numero delle congregazioni era asceso a 48, e il massimo dei proclamatori era salito a 1.319.

      Subito dopo si incisero alcuni discorsi in cinyanja e questi furono molto apprezzati dai fratelli africani. Molte congregazioni si mettevano insieme per acquistare l’apparecchio acustico, e alcune disponevano di fare partite di pesca nel lago Niassa, di vendere quindi al mercato il pesce e di aggiungere il guadagno al loro “fondo per il fonografo”. In alcune zone del settentrione compravano un grosso albero, e poi lo abbattevano e lo trasportavano per via fluviale al loro villaggio. Lì lavoravano il tronco rendendolo cavo e dandogli la forma di una canoa. Questa era quindi venduta e con il denaro si compravano un fonografo. Ciò significava per i proclamatori mesi di duro lavoro, ma permetteva loro di ottenere un fonografo e di rendere più efficace la propria attività del Regno. Il libro Ricchezza fu pubblicato quell’anno in cinyanja, provvedendo alla congregazione un meraviglioso cibo spirituale. Di conseguenza il servitore del deposito poté riferire che non c’era mai stata prima tra i fratelli una tale unità.

      RINNOVATI SFORZI NELL’AFRICA ORIENTALE BRITANNICA

      Com’è già stato menzionato, l’Africa Orientale Britannica fu visitata nel 1931 dai fratelli Gray e Frank Smith, e in seguito da Robert Nisbet e David Norman. Durante queste visite si era distribuita molta letteratura e si era data un’ampia testimonianza. Ma era tempo di fare un’altra visita.

      Nell’Africa Orientale la terza campagna fu fatta nel 1935 da quattro pionieri provenienti dal Sud Africa. Essi furono Gray Smith, sua moglie e i due fratelli Nisbet, Robert e George. Questa volta erano ben equipaggiati con due autocarri da tre quarti di tonnellata, adattati come vetture abitazione, complete di letti, cucina, provvista d’acqua e un serbatoio extra per la benzina, oltre che di zanzariere metalliche portatili per proteggersi dalle zanzare. Questo mezzo di trasporto permise loro di giungere in luoghi dove in precedenza non era stata data testimonianza, sebbene nelle strade l’erba fosse cresciuta a volte fino a tre metri d’altezza. Spesso dormivano in luoghi selvaggi e potevano vedere, udire e sentire i palpiti del cuore dell’Africa con la sua abbondanza di animali selvaggi: leoni che ruggivano di notte, zebre che pascolavano pacificamente, giraffe e la minacciosa presenza di rinoceronti ed elefanti.

      Giunti nel Tanganica, essi si separarono. Il fratello Smith e sua moglie restarono nel Tanganica per qualche tempo, mentre i fratelli Nisbet andarono oltre fino a Nairobi, dove gli Smith si sarebbero in seguito dovuti incontrare con loro. Mentre erano nel Tanganica, gli Smith furono arrestati ed ebbero l’ordine di tornare in Sud Africa. Ma il fratello Smith decise di proseguire per Nairobi giacché aveva un passaporto sudafricano con il visto “Suddito britannico per nascita”. Arrivato a Nairobi (Kenya), egli e sua moglie andarono immediatamente dai funzionari di polizia e ottennero il permesso di restare, dopo aver depositato 100 sterline (280 dollari), che riebbero al ritorno nel meridione.

      Essi proseguirono per l’Uganda. Raggiunta Kampala, riscontrarono che era un luogo ostile in cui la polizia li teneva sotto continua sorveglianza. Ciò nondimeno, riuscirono a distribuire una quantità di letteratura prima d’esser costretti a lasciare l’Uganda a causa di un ordine di deportazione del governatore. Fecero così il viaggio di ritorno a Nairobi, dove si unirono di nuovo ai fratelli Nisbet.

      Anche qui incontrarono l’opposizione delle autorità, ma fu data un’eccellente testimonianza, con la distribuzione di oltre 3.000 volumi e approssimativamente 7.000 opuscoli e un certo numero di abbonamenti ottenuti a L’Età d’Oro. Fu fatta una vigorosa protesta contro gli ordini di deportazione, ma senza alcuna soddisfacente spiegazione dalle autorità.

      Durante questa campagna Robert Nisbet contrasse la febbre tifoidea e fu lasciato nell’ospedale di Nairobi mentre il resto del gruppo prese la via del ritorno. Il fratello Smith e George Nisbet cercarono di entrare a Zanzibar, ma il permesso fu rifiutato; quindi tornarono in Sud Africa. Robert Nisbet si riprese bene e in seguito, nel 1955, divenne il primo sorvegliante di filiale di Maurizio. Suo fratello George, dopo un periodo di servizio missionario in Maurizio, fu rimandato nel Sud Africa e nel 1958 cominciò a prestare servizio nella filiale sudafricana.

      Questi pionieri che aprirono il nuovo sentiero dell’“Africa nera” ebbero davvero grande fede da affrontare tutte le difficoltà e i pericoli che tale attività comportava. Dei sei pionieri, quattro ebbero prolungati ricoveri in ospedale, in seguito a febbre perniciosa, malaria e febbre tifoidea. Grazie ai loro sforzi fu distribuita un’enorme quantità di letteratura, ponendo il fondamento per l’opera di edificazione spirituale che negli anni cinquanta dovevano iniziare i diplomati della Scuola di Galaad.

      ULTERIORE PROGRESSO NELLA RHODESIA MERIDIONALE

      Nella Rhodesia Meridionale (ora Rhodesia) l’ultima visita era stata fatta nel 1929 da una sola pioniera, la sorella Adshade, che aveva incontrato da parte delle autorità molti ostacoli. La visita successiva fu fatta nel maggio 1932 da pionieri venuti dal Sud Africa. Questo fu un gruppo di quattro pionieri in due auto, il fratello Piet de Jager e sua moglie, e i fratelli Robert Nisbet e Ronald Snashall. Il gruppo arrivò al confine un sabato pomeriggio, quando gli agenti stavano facendo una partita a tennis. I fratelli dichiararono che rappresentavano l’Associazione Internazionale degli Studenti Biblici, e gli agenti, forse ansiosi di tornare alla loro partita, non fecero ulteriori domande; quindi, non si resero conto che stavano permettendo di entrare nel paese a rappresentanti della vera Società Torre di Guardia. Ma presto venne il bello. Dopo solo alcuni giorni di lavoro a Bulawayo, i pionieri furono convocati nella sede del C.I.D. (Dipartimento di Investigazione Criminale) e nel posto di polizia e dovettero fare lunghe dichiarazioni scritte.

      Diversi giorni dopo, per ordine del governatore, fu detto ai fratelli di partire entro quarantott’ore, e non fu concesso nessun appello. Essi consultarono un uomo amichevole che aveva esperienza legale e, dietro suo consiglio, insisterono che volevano fare appello, rifiutandosi di andar via finché non fosse presa una decisione. Essi presentarono il loro appello al capo del C.I.D. affinché venisse trasmesso al governatore. Proprio il giorno dopo in Inghilterra e in Sud Africa i giornali stamparono la notizia dell’avvenimento. Il Cape Times del 30 maggio 1932 disse: “BULAWAYO, sabato. Quattro visitatori europei provenienti dall’Unione, che arrivarono qui tre settimane fa con l’intenzione di compiervi opera missionaria, hanno ricevuto l’ordine di lasciare la colonia entro lunedì prossimo, essendo ritenuti dalle autorità ‘abitanti o visitatori indesiderabili’.

      “Le autorità, si afferma, disapprovano le dottrine che, come esse credono, i missionari intendono propagare”.

      Intanto, i fratelli si erano messi in contatto con la filiale di Londra, e di lì la Società mandò un cablogramma all’alto commissario della Rhodesia Meridionale. Come risultato, la decisione fu modificata e al gruppo fu permesso di restare per sei mesi, purché non lavorassero tra gli Africani. Questa era ora la terza volta che si dava alla popolazione europea della Rhodesia Meridionale un’eccellente testimonianza. Benché non ci sia nessuna registrazione di qualche notevole interesse suscitato in quell’occasione, a quasi tutti i governanti di questo paese furono date una testimonianza personale e copie del libro Rivendicazione e dell’opuscolo Il Regno, la speranza del mondo.

      Durante la loro permanenza, il fratello P. de Jager fece una visita speciale al sig. Moffat, primo ministro della Rhodesia, nel suo podere. Apparentemente, ebbero una conversazione molto amichevole. Come risultato, il fratello De Jager scrisse lettere alle autorità, chiedendo il permesso di mandare rappresentanti europei così che l’opera della Società Torre di Guardia venisse tra gli Africani sotto la giusta soprintendenza. Egli fece questo nell’ottobre del 1932. Già la sede filiale di Città del Capo aveva mandato per questo scopo una lettera al segretario coloniale del governo della Rhodesia Meridionale, in data 14 settembre 1932. Tuttavia, questo sforzo combinato da parte della filiale di Città del Capo e del fratello De Jager fallì. Sembra che le autorità rhodesiane, incitate dal clero locale, avessero chiuso in Rhodesia la porta ai testimoni di Geova.

      La filiale di Città del Capo non se la diede per vinta, e nell’ottobre del 1932 scrisse al segretario coloniale della Rhodesia un’altra lunga lettera, presentando il caso molto vigorosamente. La risposta giunse celermente e senza circonlocuzioni: “Il Governo non è in grado di riconsiderare la decisione che vi ha in precedenza trasmessa, nella quale certi rappresentanti della vostra società eran dichiarati immigranti proibiti in questa Colonia”. Un altro tentativo ancora, una lettera indirizzata al ministro degli affari interni della Rhodesia, un anno dopo, nel novembre del 1933, ebbe la stessa risposta.

      La filiale di Città del Capo non pose fine ai suoi sforzi, e ogni anno per vari anni scrisse una lunga lettera alle autorità di Salisbury sollecitando il permesso di mandare speciali rappresentanti della Società per organizzare e dirigere l’opera del Regno. Il governo, a sua volta, rispose regolarmente rifiutando il permesso. Il fatto che le autorità del Niassa dessero nel 1924 il permesso di aprire un deposito e di farvi organizzare l’opera da un fratello europeo, e che una disposizione simile fosse presa nel 1936 nella Rhodesia Settentrionale, diede alla sede filiale di Città del Capo l’occasione di valersi di nuove opportunità. Nel 1938 si fecero apparentemente due domande e in risposta alla seconda, una lettera del segretario degli affari nativi in data 16 novembre 1938 diceva: “Ho l’istruzione d’informarvi che il Governo non è disposto a riconoscere la Società finché non abbia avuto altro tempo per osservare l’effetto del riconoscimento nella Rhodesia Settentrionale e nel Niassa. E inoltre che è improbabile che il Governo acconsenta di concedere alla Società il riconoscimento finché la sua letteratura non sia meno inadeguata ai Nativi di questa Colonia”.

      Comunque, gli sforzi per promuovere l’opera del Regno nella Rhodesia Meridionale assunsero altre forme oltre il regolare scambio di corrispondenza tra la filiale di Città del Capo e il governo della Rhodesia Meridionale. Il 25 ottobre 1935, il Southern Rhodesia Government Gazette pubblicò il testo di due proposte di legge formulate per controllare l’opera di predicazione. A una si faceva riferimento come alla “Legge sui predicatori nativi, 1936”, con lo scopo di controllare fra i nativi i movimenti religiosi per mezzo dell’emissione di certificati ai predicatori e agli insegnanti nativi. Dopo molte discussioni e dibattiti questa proposta di legge non fu approvata. Un’altra proposta di legge, a cui si fece riferimento come alla “Legge sulla sedizione, 1936”, aveva lo scopo di sopprimere espressioni, giornali, libri, illustrazioni e dischi di grammofono sediziosi. Le successive discussioni e dibattiti mostrarono molto chiaramente che questa proposta di legge era diretta in particolare contro l’opera della Società. Poiché questa Proposta di Legge sulla Sedizione, prima che fosse approvata, era molto ovviamente una nuova arma forgiata contro l’opera del Regno, attirò l’attenzione avversa della sede di Brooklyn della Società. Lo stesso presidente Rutherford scrisse una lettera al primo ministro della Rhodesia Meridionale e a tutti i membri dell’assemblea legislativa avvertendoli del pericoloso corso che seguivano. La filiale di Città del Capo stampò 25.000 copie di questa lettera e queste furono mandate a ogni Europeo il cui nome era nella guida postale della Rhodesia Meridionale.

      Ma, nonostante ciò, la Proposta di Legge sulla Sedizione fu approvata e molto presto quattordici pubblicazioni della Società furono dichiarate sediziose (sette libri e sette opuscoli). Come caso per creare un precedente legale, copie ne furono immediatamente inviate per posta a un fratello africano, al fratello Kabungo, che in quel tempo visitava le congregazioni della Rhodesia Meridionale. Arrivate a Bulawayo, queste furono confiscate dagli agenti della dogana, e la Società rispose facendo domanda per ottenerne il rilascio. Il caso fu dibattuto dinanzi all’Alta Corte della Rhodesia Meridionale nel maggio del 1937. L’avvocato della Società, il sig. Beadle (in seguito, giudice che presiedeva una corte in Rhodesia), aveva fatto un attento studio della letteratura. Conversando con il fratello George Phillips, sorvegliante di filiale del Sud Africa, per due giorni prima che cominciasse la causa, mostrò di conoscerne bene il contenuto. Per diversi giorni furono pienamente discussi in tribunale i pregi dei libri. Il fratello Phillips, venuto da Città del Capo, ebbe l’insolita e interessante esperienza di sedere in corte accanto al legale e di aiutarlo a trovare le scritture attinenti e dare corrette spiegazioni di brani delle pubblicazioni che si discutevano. Dopo l’udienza, il giudice, presidente della corte J. Hudson, annunciò che prima di emanare la sua decisione avrebbe letto i libri. La sua decisione fu emessa il 23 settembre 1937. Il giudice considerò il pro e il contro della difesa, quindi riassunse la sua opinione dicendo: “Si possono tutte caratterizzare come pubblicazioni scritte in buona fede con l’intento di richiamare l’attenzione sul rimedio dei fondamentali difetti dell’organizzazione e dell’amministrazione di tutti i governi terrestri. . . . Quindi la mia opinione è che nessuna delle pubblicazioni è sediziosa”.

      Questa fu per la Società una vittoria importante. Comunque, la risposta del governo fu quella di ricorrere in appello. Questo si dibatté dinanzi alla Divisione d’Appello della Corte Suprema dell’Unione del Sud Africa il 15 marzo 1938. Il giudizio fu pronunciato il 22 marzo 1938 dal giudice N. J. de Wet, e questo confermò la decisione della Corte della Rhodesia Meridionale. A questa causa fu fatta molta pubblicità dai giornali della Rhodesia e del Sud Africa. Infatti, il Chronicle di Bulawayo citò l’opinione della corte per esteso. In questo modo fu data un’eccellente testimonianza e le pubblicazioni della Società si poterono distribuire liberamente.

      Tra i fratelli l’opera cresceva bene. Nel 1938 il numero dei proclamatori del Regno era salito a 321, e nel campo si usavano 20 fonografi. Il numero delle organizzazioni di gruppo, o congregazioni, era allora 34.

      All’inizio del 1938 la Società fece domanda per ottenere il permesso di mandare di nuovo due rappresentanti europei a lavorare e incoraggiare il campo europeo e questo fu concesso, “purché ciascuno, prima dell’arrivo o al momento dell’arrivo, dia una dichiarazione scritta con la quale si impegni a non distribuire nessuna letteratura o a non tenere adunanze pubbliche o a non fare nessuna propaganda tra la popolazione nativa della Rhodesia Meridionale”. Così, sebbene l’esito della battaglia si volgesse a favore della Società, non era affatto terminata.

      I due pionieri inviati dalla Società nel 1938 furono Robert Nisbet e Jim Kennedy, un Sudafricano che era abbastanza nuovo nel servizio di pioniere. Al posto di confine di Beitbridge furono fermati dalle autorità, furono interrogati e infine fu loro concesso di entrare nel paese per sei mesi. Essi fecero un ottimo lavoro fra gli Europei e ovunque andassero lasciavano molta letteratura. In un luogo, una zona di miniere d’oro, distribuirono quasi 200 libri in un solo giorno. La polizia, naturalmente, li osservava ed essi dovevano presentarsi di continuo al posto di polizia locale. Quasi in ogni luogo sembrava che le persone ne avessero sentito parlare e fossero in attesa della loro visita. Maggiormente gli agricoltori erano amichevoli e ospitali, ma, in alcune occasioni, quando udivano il nome “Torre di Guardia” era come essere caricati da un toro infuriato.

      A Bulawayo essi incontrarono un certo fratello McGregor, che era stato nella verità in Scozia ma si era spiritualmente raffreddato. Egli fu molto incoraggiato dai pionieri e dopo qualche tempo riprese di nuovo l’opera. I pionieri trovarono anche la famiglia Gunn con cui circa dodici anni prima si erano messi in contatto George Phillips e Henry Myrdal. Essi pure erano inattivi, ma furono spiritualmente ravvivati dai due pionieri. Così, nel 1938, poterono organizzare un gruppo a Bulawayo. Fu il primo gruppo di studio europeo nella Rhodesia Meridionale, con circa diciassette persone che mostravano interesse. A suo tempo, il fratello McGregor agì come rappresentante della Società in Rhodesia e fece molto lavoro utile raccogliendo i rapporti e badando in quel paese agli interessi del Regno.

      AFFRONTATE LE DIFFICOLTÀ NELLA RHODESIA SETTENTRIONALE

      Nella Rhodesia Meridionale i Testimoni stavano vincendo la battaglia. Ma come andavano le cose nel vicino paese della Rhodesia Settentrionale (Zambia), dove, nel passato 1925, Mwana Lesa aveva causato tante difficoltà?

      Gli anni che seguirono l’episodio di Mwana Lesa furono difficili. Gruppi di persone interessate si trovavano nella maggioranza dei principali centri lungo la linea ferroviaria. La linea era stata costruita da Livingstone, sul confine meridionale, fino alla Zona del Rame e al confine del Congo adiacente alla Zona del Rame. Questi gruppi furono formati di mezzo a persone che avevano tenuto qualche corrispondenza con l’ufficio di Brooklyn (New York) della Società o con l’ufficio di Città del Capo. Le comunicazioni si erano limitate a ordinazioni di letteratura e offerte. L’incaricato della corrispondenza fu riconosciuto come il conduttore del gruppo e gli associati del gruppo lo riconoscevano come tale.

      A causa delle continue vessazioni delle autorità secolari e della mancanza di guida circa l’organizzazione, la maggioranza delle adunanze erano limitate a piccoli gruppi nelle case. Ciò nonostante, cristiani sinceramente devoti facevano con il limitato materiale disponibile un serio studio della Parola di Dio.

      Un giovane in cerca di guida fu Thomson Kangalé. Nel 1931, dopo la chiusura della Miniera Bwana Mkumwa a causa della depressione mondiale, Thomson, che aveva poco più di vent’anni, si trovò in cerca di lavoro. Egli cercò e trovò un nuovo lavoro presso la Miniera Nkana di Kitwe. Presto fu incaricato di dirigere due squadre di calcio dei lavoratori delle miniere. Nel suo alloggio era con lui un ragazzo che giocava da portiere. Una domenica, questo ragazzo si trovò per caso alla locale adunanza dei testimoni di Geova e tornò con un’edizione tascabile di un volume degli Studi sulle Scritture. Stimolato dalla determinazione di questo ragazzo di capire il contenuto del libro, Thomson decise di andare a queste adunanze e di vedere da sé. All’adunanza a cui assisté, si diede speciale enfasi all’uso de L’Arpa di Dio, e Thomson se ne procurò una copia. Egli narra che divorò il contenuto del suo nuovo libro, e presto “rinunciai a tutti i miei sentimenti per fare di cuore l’opera di Dio”, divenendo lo stesso anno idoneo come candidato per il battesimo in acqua. Il fratello Thomson Kangalé intraprese il servizio di pioniere il 13 ottobre 1937 e ha prestato servizio come servitore per i fratelli e servitore di distretto (sorveglianti di circoscrizione e di distretto), portando la buona notizia in zone del Tanganica e dell’Uganda nelle assegnazioni ricevute dalla sede filiale della Rhodesia Settentrionale.

      Comunque, ripensando ai pochi anni prima che il fratello Kangalé venisse in contatto con la verità, vediamo che l’opera di predicazione nella Rhodesia Settentrionale era grandemente contrastata. Tutti gli sforzi fatti dalla Società dal 1927 al 1934 per mandare rappresentanti europei a soprintendere su base permanente all’opera nella Rhodesia Settentrionale furono respinti o ignorati. Le due ultime domande fatte in quel periodo furono una del 12 ottobre 1932 e l’altra del 20 settembre 1934, e di quest’ultima si ebbe notifica che era stata ricevuta ma nessuna risposta che fosse stata considerata. Avvenimenti successivi provarono che si stava preparando un complotto per sopprimere interamente l’opera.

      In questo tempo alcune pubblicazioni della Società come L’Arpa di Dio e vari opuscoli erano stati tradotti e pubblicati in cinyanja. L’Arpa di Dio era il libro di testo che gli interessati africani usavano nei loro studi. Un racconto incompleto dell’Annuario del 1935 dei Testimoni di Geova mostrò che nel 1934 un pugno di proclamatori delle due Rhodesie distribuirono 11.759 pezzi di letteratura. Questa attività suscitò l’ira dei falsi religionisti e degli elementi politici, che accusarono i rappresentanti della Società delle credenze e delle violazioni dei membri di movimenti indigeni, e che tramarono di fare il male per mezzo della legge. — Sal. 94:20.

      ‘PROGETTANO AFFANNO MEDIANTE DECRETO’

      Questo male fu progettato per mezzo di un emendamento del Codice Penale della Rhodesia Settentrionale proposto il 3 maggio 1935 dal procuratore generale Fitzgerald, accanito cattolico romano. Questa legge divenne nota come Ordinanza 10 del 1935. Era ovvio che mirava alla letteratura della Società Torre di Guardia. Il sig. Fitzgerald disse: “Essa rende reato vendere o distribuire giornali sediziosi; inoltre dà a certi funzionari il potere di ispezionare pacchi alla posta per vedere se contengono materiale sedizioso; e, infine, un paragrafo molto importante, dà al governatore il potere di proibire mediante proclama l’importazione nel territorio di qualsiasi giornale, libro o documento”. Aggiunse anche che agivano per consiglio di altri, senza dubbio di quella conferenza missionaria tenuta a Victoria Falls! Alcuni membri del Consiglio amanti della libertà si opposero a questa proposta di legge. Ciò nonostante, la proposta di legge fu approvata e risultò uno strumento utile nelle mani dei nemici così che l’improvviso scoppio dell’insurrezione del 1935 nella Zona del Rame diede loro esattamente ciò che aspettavano per attaccare i testimoni di Geova.

      Fin dall’inizio fu evidente che i nemici dei testimoni di Geova eran decisi a farne i “capri espiatori”. Al tempo delle insurrezioni in entrambe le Rhodesie c’erano solo 350 testimoni di Geova. Nello sforzo di portare l’opera nella Rhodesia Settentrionale in armonia con il modo in cui si faceva in altri paesi, dal 10 al 12 maggio i Testimoni africani avevano tenuto a Lusaka un’assemblea non ufficiale per considerare l’opera di predicazione e la necessità di vita cristiana pura. Indubbiamente pensando che l’adunanza di Lusaka avesse qualche relazione con i tumulti della Zona del Rame della fine di maggio, il C.I.D. (Dipartimento di Investigazione Criminale) fece incursioni contro i testimoni di Geova nelle intere Rhodesie Settentrionale e Meridionale. Il 5 giugno sei testimoni di Geova furono arrestati a Luanshya e furono tenuti in prigione tre giorni, dopo i quali furono rilasciati senza registrare contro di loro nessuna accusa. A Ndola un dipendente dell’ospedale governativo perse il lavoro perché era testimone di Geova. In tutto il paese fu riservato ai testimoni di Geova lo stesso trattamento per istigazione dei funzionari governativi. In una lettera indirizzata in data 1º luglio 1935 al segretario principale del governo della Rhodesia Settentrionale, il sorvegliante di filiale di Città del Capo difese i testimoni di Geova contro tutte queste false accuse e gli chiese di fare i passi necessari per porre fine alla persecuzione dei testimoni di Geova.

      Le prove raccolte dalla Commissione d’Inchiesta sui disturbi e pubblicate in due volumi mostrarono che nell’insurrezione non fu implicato nemmeno un solo testimone di Geova. Al contrario, si narra che il sig. J. L. Keith, commissario distrettuale di Ndola, dichiarò: “I Testimoni di Geova e la stessa Torre di Guardia come organizzazione non presero nessuna parte allo sciopero”.

      Le prove fornite dimostrarono chiaramente che gli Awemba, che erano prevalentemente cattolici e assai contrari ai testimoni di Geova, erano stati i promotori delle agitazioni e che le cause principali erano state l’aumento dei tributi e la maniera in cui era stato introdotto. L’amministratore della miniera di rame Roan Antelope (Luanshya) disse: “Ogni volta che chiedevamo a qualcuno la causa dei tumulti sembrava che la risposta fosse costantemente l’aumento della tassa”.

      Proprio prima dell’udienza della Commissione, che cominciò l’8 luglio 1935, la filiale di Città del Capo della Società Torre di Guardia ricevette una risposta alle sue continue richieste del permesso di mandare nella Rhodesia Settentrionale un rappresentante europeo. Una lettera inviata dal governo della Rhodesia Settentrionale, in data 24 giugno 1935, dichiarò: “Il Governo . . . non farà ora nessuna obiezione ad alcuna azione che possa condurre a una migliore soprintendenza e controllo dei vostri seguaci in questo paese”. Si decise di mandare Piet de Jager, ma il governo della Rhodesia Settentrionale fece a ciò obiezione, affermando che desiderava “qualche membro più anziano del personale della Società”. Quando fu loro assicurato che egli veniva mandato solo per investigare e fare un rapporto e che infine l’incarico sarebbe stato assunto da un uomo di origine britannica, essi acconsentirono. Ma siccome la Società Torre di Guardia e i testimoni di Geova erano stati portati dinanzi alla Commissione d’Inchiesta con false accuse e il Governo aveva sottoposto una quantità di “brani” specialmente scelti da certe nostre pubblicazioni per determinare il “carattere sovversivo”, si decise di mandare in tempo il fratello De Jager perché fornisse le prove a favore della Società. Egli diede un’eccellente testimonianza spiegando tutti quei cosiddetti “brani” sovversivi, che anche il sig. J. L. Keith, funzionario governativo, ammise non erano più sovversivi dei brani della Bibbia.

      Le conclusioni della Commissione furono pubblicate il 2 ottobre 1935. Riassumendo, disse: “La Commissione riscontra che l’immediata causa impellente del tumulto di Mufulira fu l’improvvisa sgridata della polizia della miniera la sera che la tassa fu aumentata intorno a 15 scellini; e che fu il falso annuncio del successo dello sciopero di Mufulira, insieme alla sfida ai nativi di mostrar di non essere vecchie donnicciuole, ad essere l’immediata causa impellente dei tumulti di Nkana e Luanshya”. Ma i nemici dei testimoni di Geova gongolarono alla successiva dichiarazione circa la Società Torre di Guardia: “La Commissione riscontra che l’insegnamento della letteratura della Torre di Guardia suscita disprezzo per l’autorità civile e spirituale, specialmente per l’autorità nativa; che è un movimento pericolosamente sovversivo; e che è un’importante causa che ha predisposto ai recenti tumulti”.

      Questo era proprio ciò che volevano, così il 4 ottobre 1935 il governatore, Hubert Young, si servì dei poteri conferitigli dall’Ordinanza 10 del 1935 e mise al bando l’intero elenco dei nostri libri, compresa L’Arpa di Dio, unico libro in cinyanja estesamente usato dai nativi, e un altro che non si stampava da dieci anni! Alla fine erano al bando tutti gli opuscoli eccetto due, scritti da J. F. Rutherford.

      Nella stampa pubblica si fece molta pubblicità al rapporto della Commissione e al successivo bando della nostra letteratura. Per lo più essa era preconcetta e avversa, ma la filiale di Città del Capo difese in ogni caso la verità. Un’eccellente testimonianza fu data il 16 ottobre 1935 per mezzo di un’edizione speciale del Northern Rhodesia Advertiser di Ndola, che pubblicò le prove della Società fornite alla Commissione, le dichiarazioni scritte e la corrispondenza per esteso. In questa edizione il redattore rivolse un invito al popolo di venire a vedere nel suo ufficio i libri messi al bando. “Nel nostro ufficio ne abbiamo tutta la serie per la consultazione. Chiunque desidera consultarli li può vedere qui. . . . Non abbiate timore; venite a vedere ciò di cui tutti parlano e formatevi la vostra opinione”. Appena fu pubblicato il rapporto della Commissione, copie degli opuscoli Governo e Intolleranza, con una lettera di spiegazione, si fecero pervenire nelle mani di ogni Europeo nella Rhodesia Settentrionale.

      CONSEGUITO QUALCHE SUCCESSO

      Il Northern Rhodesia Advertiser, attirando l’attenzione su alcune incoerenze nell’amministrazione della Rhodesia Settentrionale, disse: “Sia che siamo d’accordo con i Testimoni di Geova o no, è chiaro che nell’amministrazione di questo paese c’è qualche cosa di radicalmente errato se il Governatore del Niassa nel 1933 accolse queste persone, mentre come Governatore della Rhodesia Settentrionale egli (lo stesso uomo) li permette dopo molta esitazione. Quindi, dopo due mesi li invita a lasciare il paese senza nessuna ragione valida di alcun genere, e questo mentre pratiche illegali da parte dei nativi della cosiddetta ‘Torre di Guardia indigena’ eran dovute al fatto che il Governo non li aveva permessi prima nel territorio”.

      Il redattore del giornale si riferiva al fatto che la Società era stata invitata dal governo della Rhodesia Settentrionale a richiamare il fratello De Jager dopo due mesi “poiché una formale protesta è stata fatta dai residenti europei di Ndola contro la sua presenza qui, e pare che le sue attività abbiano un effetto perturbatore”. Rispondendo a ciò, la filiale di Città del Capo mostrò che il governo della Rhodesia Settentrionale aveva concesso il permesso di mandare un rappresentante europeo “dopo matura considerazione dell’intera situazione”, e che la missione del fratello De Jager presso la Rhodesia Settentrionale era solo un passo preliminare per stabilirvi sull’opera un controllo permanente. Quindi si propose che la Società mandasse un rappresentante europeo, Llewelyn Phillips, a cui desiderarono far assumere il controllo permanente dell’opera e aprire immediatamente un deposito a Lusaka, che in quel tempo era la nuova capitale della Rhodesia Settentrionale. Essi ricevettero una lettera in cui si affermava “che la cosa viene presa in considerazione e a suo tempo vi sarà comunicata la decisione”. Questo soggetto fu di nuovo trattato dal sorvegliante di filiale in una lettera in data 25 novembre 1935 al segretario di stato della Rhodesia Settentrionale “per chiedere se posso completare le mie disposizioni per mandare il sig. L. V. Phillips ad agire come nostro rappresentante in codesto paese”. La risposta: “È improbabile che riceva per qualche tempo una risposta definitiva”.

      Nel frattempo il fratello De Jager, intrepido combattente per la verità, continuava a stare a Ndola e, desiderando mettere alla prova la validità della legge che proscriveva la nostra letteratura, il 21 ottobre 1935 offrì copie di due di questi libri al redattore del giornale locale, e, secondo il proclama, fu conseguentemente accusato, condannato e sottoposto dal magistrato di Ndola a pagare un’ammenda di 2 sterline. Fu fatto appello all’Alta Corte della Rhodesia Settentrionale.

      Mentre si attendeva che si dibattesse questo appello, la questione dei testimoni di Geova e della Torre di Guardia fu suscitata alla Camera dei Comuni d’Inghilterra, quando il sig. Thurtle chiese “l’assicurazione che i Testimoni [di] Geova e gli aderenti al movimento Torre di Guardia abbiano nella Rhodesia Settentrionale un trattamento equo”. Il sig. J. H. Thomas, segretario di stato per le Colonie “dichiarò che si stava consultando con il governatore della Rhodesia Settentrionale sulla norma da seguire”.

      La sede filiale di Città del Capo agì immediatamente mandando al segretario di stato per le Colonie il cablogramma che segue: “Chiediamo rispettosamente opportunità di presentare descrizione nostra opera Rhodesia Settentrionale prima che ella decida norma futura. Segue lettera via aerea”. Quello stesso giorno gli fu inviata una lunga lettera che conteneva particolareggiate spiegazioni sul complotto per sopprimere nella Rhodesia Settentrionale la nostra opera, a cominciare dalle conferenze missionarie, e trattava l’episodio di Mwana Lesa, i tumulti della Zona del Rame, e che narrava la lotta per stabilire un rappresentante europeo allo scopo di dirigere l’opera e aiutare gli Africani sinceri. Essa parlava anche della persecuzione che dovevano subire i Testimoni africani. Quindi c’era l’appello: “Sir, la invito a fare i passi per porre fine all’ingiusta discriminazione che si opera nella Rhodesia Settentrionale contro i testimoni di Geova; a togliere la proibizione sulla letteratura, e a fare in modo che i nostri sinceri aderenti possano esercitare i loro diritti d’origine divina di adorare Geova Dio secondo i dettami della loro propria coscienza, senza impedimento”.

      Questo ebbe i risultati desiderati, perché nel marzo 1936 il sorvegliante di filiale di Città del Capo ricevette una lettera dal segretariato della Rhodesia Settentrionale. Il segretario principale scrisse: “Ho ricevuto istruzione di . . . invitarla a mandare il sig. L. V. Phillips come suo rappresentante in luogo del sig. P. J. de Jager, per stabilire un deposito a Lusaka. . . . Inoltre a riferirmi alla sua lettera indirizzata in data 11 dicembre al segretario di stato delle Colonie e a dire che il segretario di stato ha attentamente considerato le questioni ivi sollevate. Sua eccellenza il governatore ha già raccomandato di ammettere nella Rhodesia Settentrionale un rappresentante europeo e il segretario di stato ha ora approvato la proposta”. Quale vittoria dopo una lunga battaglia!

      CONTINUA UN’ALTRA BATTAGLIA

      Ma la lotta per la libertà di adorazione era lungi dall’essere terminata, poiché la nostra letteratura era ancora proibita e la causa d’appello doveva essere dibattuta. La causa fu discussa dinanzi all’Alta Corte il 20 maggio 1936, e il giudizio fu emesso il 18 giugno. Essa respinse l’appello. Il fratello De Jager fece immediatamente domanda per ottenere il permesso di appellarsi al Consiglio Privato. Il 15 settembre 1936, l’Alta Corte della Rhodesia rifiutò il permesso d’appello. Tuttavia, in questa lotta per la libertà di adorazione la Società non lasciò nulla di intentato. Si ottenne l’aiuto di un avvocato di Londra, perché lavorasse con il legale della Società della Rhodesia Settentrionale in maniera da portare la causa dinanzi al Consiglio Privato. Comunque, il risultato finale fu che il comitato giudiziario del Consiglio Privato di Londra si rifiutò d’esaminare il caso.

      Nel gennaio 1936, copie di una lettera speciale del presidente della Società, J. F. Rutherford, indirizzata ai membri dell’Assemblea Legislativa della Rhodesia Meridionale furono pure mandate ai membri del Consiglio Legislativo, al governatore e alla Stampa della Rhodesia Settentrionale.

      Nel 1936 i testimoni di Geova dell’Unione Sudafricana furono anche molto attivi nella distribuzione di 50.000 copie de L’Età d’Oro Nº 425, e 20.000 copie di una speciale pubblicazione contenente le stesse informazioni furono distribuite nelle Rhodesie. Qui erano esposti i fatti che stabilivano l’innocenza dei testimoni di Geova della Rhodesia Settentrionale, inclusa una lettera molto vigorosa del fratello Rutherford, presidente della Società, inviata ad Alison Russell, presidente della Commissione d’Inchiesta, dopo che questa aveva pubblicato il suo rapporto. Così il pubblico fu pienamente informato sulle trame dei nemici della verità che miravano a sopprimerla.

      INTRAPRESO UN ALTRO COMPITO

      A lungo andare gli sforzi della Società per avere un deposito nella Rhodesia Settentrionale furono coronati dal successo! Il deposito fu aperto il 16 luglio 1936 a Lusaka, proprio di fronte al posto di polizia, con Llewelyn Phillips nominato come servitore di deposito. Ma rimaneva un compito enorme. Si trattava di purificare l’organizzazione di tutti gli elementi indesiderabili dovuti all’influenza dei “Movimenti Torre di Guardia” indigeni e alla mancanza di soprintendenza, di educare i sinceri nella sana dottrina della Bibbia e di organizzare l’opera su una base corretta.

      La prima cosa che il fratello Llewelyn Phillips fece fu quella di visitare molti centri principali. Per disposizione dei funzionari governativi, egli vi incontrò molti che pretendevano d’essere associati alla Società Torre di Guardia. Che cosa scoprì? Egli ci narra: “Fu molto chiaro che in grande maggioranza erano come il popolo di Ninive al giorno di Giona che ‘non conosceva affatto la differenza fra la destra e la sinistra’. Molti erano sinceri; alcuni più orgogliosi pensavano che la Società offrisse una misura di autonomia non uguagliata da nessun’altra organizzazione religiosa. Alcuni, come disse Giuda, erano ‘uomini empi, che mutavano l’immeritata benignità del nostro Signore in una scusa per condotta dissoluta’ (come quella di avere mogli della comunità che essi chiamavano ‘il battesimo del fuoco’!)”.

      A parte la confusione causata dai “Movimenti Torre di Guardia” indigeni, c’era il problema della mancanza di letteratura a causa del bando e dell’analfabetismo tra la maggioranza dei fratelli. C’erano molte usanze tribali non scritturali. Per esempio, alle adunanze le donne sedevano separatamente dagli uomini. Inoltre, l’Africano considera la moglie come la madre dei suoi figli, la cuoca, l’ortolana, la portatrice di carichi e quella che in parte gli costruisce la casa. Di rado, se mai, essa è considerata come una vera compagna o come un “suo complemento”. — Gen. 2:18.

      Per giunta la maggioranza dei fratelli avevano difficoltà a mettere le verità che imparavano in relazione con la vita di tutti i giorni. I fratelli avevano letto la nostra letteratura e sapevano che il Regno fu istituito nei cieli nel 1914. Ma se si chiedeva quanti anni fa era avvenuto questo, non ne avevano nessuna idea. Molti sapevano che i governi del mondo erano sotto il controllo di Satana, ma non capivano la loro propria relazione con quei governi. A causa dell’isolamento nei piccoli villaggi delle zone selvagge e del poco o nessun contatto con il mondo esterno, molte cose delle pubblicazioni della Società erano al di là della loro comprensione. Per esempio, il solo contatto che molti abitanti dei villaggi avevano con il governo era quello tramite il locale commissario distrettuale e la loro propria corte nativa. L’unico contatto che l’Africano aveva con la religione poteva essere quello con la scuola di una missione locale e tutto ciò che sapeva degli affari, indipendentemente dai suoi propri baratti, era lo scambio nel negozio locale. Così quando nelle pubblicazioni della Società si parlava di religione, politica e commercio come delle forze del mondo, ciò che veniva alla mente di questi fratelli erano la scuola della missione locale, il commissario distrettuale e il negozio dove avveniva lo scambio della merce.

      Si doveva fare una nuova valutazione del numero dei veri proclamatori del Regno, perché molti, per quanto assai volenterosi, non erano scritturalmente idonei per partecipare all’opera a motivo della loro mancanza d’intendimento e del loro modo di vivere. Il primo rapporto completo di un anno di servizio sotto la disposizione del deposito rivelò che c’era una media mensile di 756 proclamatori, con un massimo di 1.081, durante il 1937. Questi fratelli furono visitati da pionieri che agirono da sorveglianti regionali e che avevano prima ricevuto addestramento al deposito, con particolareggiate istruzioni sulle dottrine, sulla morale e sull’organizzazione.

      Questi fratelli che facevano le visite avevano bisogno di vero amore verso Geova per attenersi alla loro assegnazione, poiché dovevano sopportare molte difficoltà. Alcuni villaggi erano situati a una distanza fino a 1.600 chilometri dalla linea ferroviaria, giacché c’era una sola linea ferroviaria che attraversava il paese, senza nessuna diramazione eccetto quella per la Zona del Rame. Per la maggior parte del tempo questi fratelli dovevano viaggiare in bicicletta o camminare per centinaia di chilometri attraverso un paese arido, caldo e pericoloso per raggiungere gli sparsi gruppi di interessati. Per di più, avevano bisogno di tanta pazienza e amore per avviare le congregazioni nuove. A volte dovevano stare con una congregazione nuova almeno due mesi prima che si potesse avere alcunché di simile a un’organizzazione. Dovevano combattere la tendenza che c’era fra alcuni d’essere un “capo” nell’organizzazione, la quale li rendeva esitanti ad accettare la disposizione della Società. Ma le loro dure fatiche furono benedette, poiché nel 1939 il numero medio dei proclamatori era aumentato a 1.191, con 7 pionieri, e nel 1940 un nuovo massimo di 2.378, con 88 congregazioni attive.

      UNA PIÙ FORTE ORGANIZZAZIONE IN SUD AFRICA

      Mentre nei territori settentrionali si faceva questa battaglia, laggiù a Johannesburg i fratelli africani vincevano in proporzioni assai più piccole la battaglia contro i cattivi elementi del “Movimento Torre di Guardia” di lì.

      Cambiamenti erano anche avvenuti nella filiale di Città del Capo. Nel marzo del 1933 la Società dispose di trasferire la sede filiale del Sud Africa in locali più grandi di Città del Capo. Questi consisterono di due stanze per l’ufficio al sesto piano di un grande isolato adibito a uffici, in No. 623 Boston House, e di un grande seminterrato di un isolato vicino, in Progress Chambers, Progress Lane, che fu usato per la piccola macchina da stampa, il deposito e la spedizione della letteratura. La piccola quantità di stampa che si faceva in quel tempo era compiuta dal fratello Phillips e anche da un fratello locale di Città del Capo. Questi nuovi locali erano più centrali e più comodi, e dovevano essere il centro dell’organizzazione teocratica dell’Africa meridionale per quasi vent’anni.

      Due anni dopo, nel 1935, un fratello che aveva conoscenza della stampa fu mandato dal fratello Rutherford ad aiutare a fare il lavoro di stampa nella filiale di Città del Capo. Questi fu Andrew Jack, che, oltre a essere un esperto stampatore, era stato nel servizio continuo negli Stati Baltici di Lituania, Lettonia, Estonia. Lì il bando sull’opera fu seguìto dalla sua deportazione e dal suo ritorno in patria nella Scozia. Arrivato nel Sud Africa, Andrew Jack subito dispose di ottenere altri caratteri e altro macchinario per la stampa e dopo non molto tempo il loro piccolo stabilimento con un solo uomo e una sola macchina funzionava a pieno regime. Nell’anno 1937 fu installata la prima macchina da stampa automatica. Essa ha prodotto milioni di foglietti d’invito e moduli negli ultimi trentotto anni e ancora continua a funzionare oggi nella filiale di Elandsfontein (Sud Africa).

      SERVIZIO ACUSTICO PRODUTTIVO

      Fuori nel campo, si faceva un lavoro enorme con apparecchi fonoriproduttori e potenti discorsi del fratello Rutherford, o in mano ai proclamatori delle congregazioni o su auto acustiche provvedute dalla Società. Per esempio, a Pretoria la congregazione aveva ottenuto il permesso di trasmettere i discorsi ogni domenica sera nella piazza chiamata Church Square, nello stesso centro della città. Dopo qualche tempo furono fatte lamentele al consiglio della città, e i fratelli dovettero togliere l’apparecchio fonoriproduttore dalla piazza. Ma il problema fu subito risolto. Il fratello Smit aveva un amico che abitava in un appartamento sulla piazza e da una finestra aperta dell’appartamento il programma della domenica sera continuò senza ostacolo.

      A metà degli anni trenta, una delle auto acustiche della Società era guidata da Robert Nisbet, ed egli la usava estesamente tra gli Africani nel vicino territorio dello Zululand. Questa è un’ampia zona del Natal settentrionale e per molti anni è stata la patria della nazione zulù. Specialmente nelle raffinerie di zucchero e nelle miniere di carbone del Natal settentrionale, gli Africani si radunavano in gran numero per udire la musica e i discorsi che eran trasmessi dall’auto acustica. Questo permise di distribuire notevoli quantità di letteratura. Infatti, in seguito, quando si presentava il libro Ricchezza (inglese) la casa mobile del fratello Nisbet divenne nota come “Imoto Yobucebi” (“L’auto della ricchezza”).

      Nel 1935 in tutti i paesi i fratelli si rallegrarono alla nuova luce sul soggetto della “grande folla” di Rivelazione 7, e quelli che non erano degli unti furono pieni di gioia alla prospettiva di vivere per sempre sulla terra nella felicità. Con maggior intendimento della classe delle “altre pecore” e con la maggiore attenzione che da allora in poi si prestò alla “grande folla”, il numero di queste persone ebbe presto incremento. — Giov. 10:16; Riv. 7:9.

      Mentre lavorava nella regione mineraria nota come il Reef, la pioniera Iris Tutty ebbe il privilegio di fare servizio con uno dei veicoli acustici, ed ella lo descrive in questo modo: “Questa era una cosa molto pulita, nera e molto lucida e in cima aveva un altoparlante. Da ciascun lato aveva le parole: ‘Messaggio del Regno: Servite Dio e Cristo il Re’, e sullo sportello posteriore uno striscione di lino annunciava l’ultimo discorso di J. F. Rutherford. Questo veicolo divenne molto noto in tutta Johannesburg e nel Reef come il ‘Veicolo della Bibbia’”. Nel Reef varie congregazioni avevano preparato un programma per fare uso di questo veicolo. I fine settimana questo programma era molto pieno, poiché il veicolo era usato per percorrere un’ampia zona, facendo udire le conferenze incise in molti luoghi diversi, compresi orfanotrofi, ospedali, piazze di mercato e i gradini dell’edificio comunale di Johannesburg.

      In un’occasione, nell’ultimo luogo menzionato, nel periodo appena prima dell’inizio della seconda guerra mondiale, e quando andava aumentando la tensione politica, si faceva ascoltare la conferenza “Fascismo o libertà”. Quella sera c’era un uditorio particolarmente grande. Mentre il discorso andava avanti, scoppiarono urla e strilli. Furono lanciati ai proclamatori bottiglie e pomodori. La turba stava per assaltare la macchina quando all’improvviso arrivò la polizia. Lanciandosi alla carica con gli sfollagente essi sgombrarono l’intera area, tesero intorno ai fratelli un cordone e quindi li aiutarono a fare bagaglio e a uscire dalla zona pericolosa. I fratelli furono molto grati a Geova della sua protezione.

      Senza dubbio le auto acustiche servirono in quei giorni a compiere un’opera meravigliosa, percorrendo tutte le parti del paese e raggiungendo molte persone con i loro potenti altoparlanti. Nel 1937 si usavano di continuo cinque auto acustiche, con due pionieri che viaggiavano in ciascuna vettura. Per di più, c’erano dodici grossi apparecchi fonoriproduttori che funzionavano in varie parti del paese. Fu lo stesso anno che cominciò con vera intensità l’opera coi fonografi portatili dopo uno speciale appello del fratello Rutherford. La filiale di Città del Capo si teneva occupata preparando incisioni in afrikaans, cinyanja, sesotho, xhosa e zulù.

      Nel 1938 la Società forniva letteratura in trenta diverse lingue, avendo stabilito congregazioni in ottanta centri. In quel tempo le pubblicazioni principali, come il libro Ricchezza, l’opuscolo Scoperti e altri, erano esplicite contro la Gerarchia Cattolica, e quei capi religiosi si preoccupavano. I loro giornali avvertivano le persone di guardarsi dai volantini e dagli opuscoli del giudice Rutherford, che invadevano il paese. La stampa cattolica diede il suggerimento di negare le sale ai testimoni di Geova per impedire loro di tenervi adunanze pubbliche.

      I PIONIERI PERSEVERANO

      Nel 1938 in Sud Africa i pionieri raggiunsero il totale di 30, fra i quali, come si è già menzionato, era Iris Tutty di Johannesburg. In un’occasione la sorella Tutty dovette salire una lunga rampa di scale per arrivare a una porta. Appena giunse in cima, la porta fu spalancata da una donna. Con la faccia tutta rossa per l’ira e strillando insulti, essa spinse giù per le scale la sorella Tutty e poi sbatté la porta. Mentre la sorella Tutty si rialzava e raccoglieva le sue cose sparse in giro, le venne da piangere ma decise che la soluzione migliore era la preghiera. Accadde così che proprio alla casa successiva un uomo e sua moglie furono la bontà personificata. Essi diedero alla sorella Tutty una tazza di tè, e dissero d’essere profondamente sorpresi di ciò che era accaduto nella casa della loro vicina, specie per il fatto che la donna era la moglie del loro ministro. Questa risultò una visita molto fruttuosa, e a suo tempo questa coppia divennero battezzati testimoni di Geova.

      Insieme ad altri proclamatori, i pionieri riscontrarono che le miniere lungo il Reef erano un campo molto fecondo per la distribuzione di letteratura. Essi stavano in piedi all’uscita del pozzo della miniera e quando i minatori, bianchi e negri, risalivano dopo aver fatto il loro turno, offrivano le pubblicazioni. Gli uomini avevano ancora sul davanti dei loro elmi le lampade accese, ed erano umidi del fango dei passaggi sotterranei. I minatori africani erano molto desiderosi di ottenere letteratura nelle loro proprie lingue e a volte i pionieri avevano una fila di uomini che aspettavano il loro turno. Essi erano ansiosi di ottenere Bibbie o libri da mandare alle proprie case alla famiglia e ai figli. Anni dopo la sorella Tutty ebbe il piacere di trovare a Johannesburg un piccolo gruppo di Africani che la riconobbero. Uno di essi, con un largo sorriso, disse: “Ti ricordi di me? Io comprai la Bibbia, e ora vado all’adunanza biblica”.

      AFFRONTATO IL CLERO

      Alla fine degli anni trenta il messaggio del Regno cominciò a prendere piede in una comunità molto conservatrice della parte orientale della provincia del Capo. Questa era nei dintorni di King William’s Town, circa sessantatré chilometri a nord di East London. Molti agricoltori e abitanti locali erano discendenti di Tedeschi che vi si erano stabiliti nella metà del diciannovesimo secolo. Come risultato, la religione prevalente in quella zona è luterana, e fu mentre si compiva del lavoro di costruzione alla casa di un ecclesiastico luterano che un certo sig. Kieck ottenne letteratura da un proclamatore del Regno. Al sig. Kieck piacque ciò che lesse e ne ordinò dell’altra, e presto cominciò a diffondere il messaggio fra parenti e amici, la maggioranza dei quali pensava che egli fosse impazzito. Alla fine, diversi suoi parenti cominciarono comunque a interessarsi. Nel 1938 essi predisposero un dibattito pubblico fra tre loro ecclesiastici luterani e il sig. Kieck, con circa un centinaio di membri della chiesa presenti. Durante il dibattito il sig. Kieck mostrò una Bibbia tedesca usata sotto il regime di Hitler in cui mancavano alcuni Salmi e anche altri versetti biblici. Questo mise alquanto in imbarazzo gli ecclesiastici; ma non fu nulla in paragone con ciò che provarono quando si lessero nella Bibbia scritture vigorose. A un certo punto uno dei ministri in effetti gettò sulla tavola le pubblicazioni della Società, dicendo: “Questi maledetti libri!” In seguito a tale episodio, sei membri della chiesa che già erano interessati si convinsero della verità e si schierarono dalla parte di Geova.

      Questo ebbe un interessantissimo seguito. Nel 1938 il ministro dell’interno del Sud Africa proibì l’importazione del libro Ricchezza e di diversi opuscoli dicendo che erano “inaccettabili”. Questo fu fatto nonostante che nel marzo del 1938 la più alta corte del Sud Africa, a Bloemfontein, avesse deciso che la letteratura della Società non era sediziosa e non aveva nessun intento sovversivo. È bene tener presente che il libro Ricchezza e altre pubblicazioni mostrano chiaramente la connivenza tra fascismo, nazismo e Chiesa Cattolica. In seguito venne alla luce che certi ecclesiastici luterani erano responsabili d’aver promosso l’azione del governo per proscrivere questa letteratura. Ma subito dopo ciò, questi stessi ecclesiastici furono internati, poiché risultò che durante la seconda guerra mondiale favorivano nel paese il nazismo.

      La Società fece appello al ministro dell’interno, protestando contro la decisione di proscrivere le pubblicazioni; ma egli non volle cambiare opinione, dare qualche spiegazione o consentire di ricorrere alla corte. Di conseguenza, la filiale di Città del Capo pubblicò un largo volantino di quattro pagine intitolato “Protesta”. Esso comprendeva le intestazioni a grossi caratteri: “Intolleranza religiosa in Sud Africa, Proscrizione del libro per lo studio biblico ‘Ricchezza’”. Il volantino conteneva la convincente prova che i Tedeschi luterani della provincia orientale del Capo avevano provocato questa proscrizione e che il libro Ricchezza era stato incluso nel giugno 1938 nell’elenco delle riviste proibite di sesso e delinquenza. Il volantino pubblicato in inglese e afrikaans fu estesamente distribuito in tutto il paese, e si ricevettero molte ordinazioni del libro Ricchezza.

      INIZIA L’OPERA DI ZONA

      Quello stesso anno 1938 fu organizzata l’opera di zona. Secondo questa norma i rappresentanti viaggianti della Società visitavano le congregazioni e i proclamatori isolati, dando loro istruzioni e incoraggiamento.

      Uno dei primi servitori di zona del Sud Africa fu Frank Taylor, la cui moglie Christine era arrivata da poco tempo dall’Inghilterra. Christine trovò che lavorare fra gli Africani era un’esperienza strana ma interessante, e il marito dice che non dimenticherà mai la faccia che fece quando diede il suo primo opuscolo a una donna zulù vestita solo d’una filza di grani e una gonna. La donna trasse la contribuzione per l’opuscolo, una moneta chiamata “tickey” (3 pence) dai suoi capelli lanosi!

      Subito dopo aver iniziato l’opera di zona, Frank e Christine andarono a East London dove ebbero il felice compito di radunare quel piccolo gruppo di famiglie interessate, i Kieck, gli Horrmann e gli Schanknecht. Essi si erano allontanati dalla Chiesa Luterana Tedesca di King William’s Town. A suo tempo si formò con questi nuovi la congregazione europea di East London, la maggioranza dei quali sono fino a oggi ancora vivi e operosi.

      L’OPERA DEL REGNO RICEVE ACCRESCIUTO IMPULSO

      Il mese di gennaio del 1939 la filiale del Sud Africa fece un altro passo avanti in quanto fu pubblicata per la prima volta in afrikaans la rivista Consolazione. Piet de Jager, che finora aveva tradotto i libri della Società in afrikaans mentre faceva il pioniere, fu ora chiamato alla Betel per prestare servizio come traduttore afrikaans a tempo pieno.

      Questo significò per Andrew Jack più lavoro nel piccolo reparto della stamperia della filiale, poiché il testo doveva comporsi con tipi a mano. Questa fu la prima rivista della Società stampata in Sud Africa. Finora non era stata prodotta nessuna rivista nelle lingue africane locali.

      Sì, nell’Africa meridionale l’opera del Regno ora cresceva davvero rapidamente. Nel 1939 ci fu in Sud Africa un nuovo massimo di 555 proclamatori. Degno di nota è che di questi solo 180 erano di colore e Africani. La media mensile dei proclamatori era in Sud Africa 439; in Rhodesia Meridionale, 473; in Rhodesia Settentrionale, 1.198; in Niassa, 1.041; in Africa Orientale Portoghese, 17; e in S. Elena, 11. Questo costituì una somma totale di 3.179 proclamatori nel campo, in tutti i territori sotto la filiale di Città del Capo, e quell’anno essi dedicarono all’opera di predicazione 1.042.078 ore. Questo mostra chiaramente che da quando avevano ricevuto la chiarificazione sulla “grande folla” nel 1935 l’aumento era assai più rapido e molti nuovi prendevano la propria determinazione.

      LA GUERRA STIMOLA I PROCLAMATORI DEL REGNO

      Quando nel settembre del 1939 Hitler cominciò contro la Polonia la sua blitzkrieg, il mondo fu lanciato in un periodo di violenze e sofferenze quale non aveva mai conosciuto. Mentre la macchina bellica nazi-fascista occupava un paese dopo l’altro, in Europa l’opera del Regno ne soffriva terribilmente. Il Sud Africa, sotto il suo primo ministro, Jan Smuts, intraprese il conflitto contro la Germania, e molti Sudafricani presero parte all’azione nel settentrione dell’Africa e in Italia.

      Il Sud Africa, essendo lontano dal principale teatro del conflitto, non soffrì molto per le condizioni belliche che prevalevano in molti altri paesi. A suo tempo, ci furono penurie di certi generi alimentari e altre restrizioni. Ma nel 1940 l’opera del Regno entrò in Africa meridionale in un periodo di crescita ed espansione quali non si erano mai viste prima. Gli spaventosi avvenimenti della guerra scossero la compiacenza di molti e ne volsero la mente all’adempimento della profezia biblica.

      In questo tempo la rivista Consolazione in afrikaans aveva grande successo. Quindi, la filiale Torre di Guardia di Città del Capo decise che era tempo di pubblicare la rivista Torre di Guardia in afrikaans. Nel gennaio del 1940, l’Informatore (in seguito chiamato prima Ministero del Regno e poi Il servizio del Regno) indicò la nuova opera delle riviste: opera nelle vie, opera di casa in casa e itinerari delle riviste. Era chiaro che ci voleva una maggiore quantità di riviste. Fu installata una nuova macchina linotipica come pure una macchina piegafoglio. Inoltre, un fratello di Durban, che era esperto nel lavoro di stampa, fu invitato ad aiutare il fratello Jack nel reparto della piccola stamperia. Così, il 1º giugno 1940, la filiale di Città del Capo produsse per la prima volta Die Wagtoring (La Torre di Guardia afrikaans).

      Il tempo in cui uscì questo primo numero fu perfetto e avvenne ovviamente sotto la guida di Geova. Sebbene i primi mesi del 1940 fossero abbastanza tranquilli in quanto alla guerra in Europa, all’improvviso le divisioni “panzer” di Hitler cominciarono il loro attacco all’Europa occidentale. Fino a quel tempo i fratelli di lingua afrikaans del Sud Africa si eran serviti dell’edizione olandese de La Torre di Guardia, che veniva dall’Olanda. Ma in maggio la filiale olandese della Società dovette improvvisamente chiudere e le forniture si interruppero. A Città del Capo i fratelli non sapevano che stava per accadere questo. Ma esattamente quando cessarono di arrivare le copie olandesi de La Torre di Guardia, la nuova traduzione de La Torre di Guardia in afrikaans ne prese il posto!

      I fratelli intrapresero l’opera delle riviste con gioia ed entusiasmo, così che, come risultato, la distribuzione mensile delle riviste ascese a 17.000. Come in altri paesi dove l’opera non era clandestina, cominciarono ad apparire nelle vie le borse delle riviste, con i proclamatori che invitavano a leggerle.

      Alla fine dell’anno di servizio del 1940, il fratello Phillips dal suo ufficio di Città del Capo poté fare rapporto al fratello Rutherford di un notevole aumento di proclamatori. In Sud Africa il nuovo massimo fu di 881 proclamatori, con una cifra media di 656, che costituì un aumento del 50 per cento in base alla media dell’anno precedente. La guerra aveva veramente stimolato i proclamatori del Sud Africa.

      LA MALIZIA CATTOLICA CONDUCE A UNA PROSCRIZIONE

      La principale pubblicazione della Chiesa Cattolica in Sud Africa, il Southern Cross, nel suo numero del 2 ottobre 1940, riportò un articolo principale che richiamava l’attenzione su ciò che era avvenuto nel Canada (dove nel luglio del 1940 era stata imposta una proscrizione totale sull’opera del Regno) e faceva quindi la maliziosa dichiarazione che segue: “Le attività di queste persone [testimoni di Geova] che condannano la lealtà verso le autorità sia dello Stato che della Chiesa sono ancor più pericolose in un paese come il Sud Africa, con la sua enorme popolazione nativa. Il Governo dovrebbe per certo limitare qui la divulgazione della loro propaganda”. Immediatamente dopo cominciarono a esser sequestrate dalle autorità della censura le copie de La Torre di Guardia e di Consolazione degli abbonati, e quando la sede filiale scrisse per scoprirne la ragione, le autorità si rifiutarono di dare qualsiasi spiegazione.

      Siccome era noto che la causa di tutto questo era la Chiesa Cattolica, in risposta all’attacco cattolico del Southern Cross fu preparata una copia speciale delle Notizie del Regno e in ogni parte del Sud Africa se ne distribuirono presto 200.000 esemplari. Questo fu seguito da una dichiarazione che mostrava i fatti riguardo ai testimoni di Geova e alla loro opera. Copie ne furono mandate a tutti i membri del parlamento, della magistratura e della stampa. Ai membri del parlamento e della magistratura furono mandate anche copie dell’articolo de La Torre di Guardia del 1º novembre 1939 sul soggetto della neutralità cristiana. Qualche tempo dopo la polizia ebbe istruzione di sequestrare tutte le copie di questo articolo de La Torre di Guardia. Fu fatto un appello al primo ministro e si ricevette una risposta dal principale ufficiale di controllo dell’Unione. Fra l’altro, essa diceva: “Per quanto le sue intenzioni possano essere state, e siano, le migliori, non si può accettare che le sia consentito di frustrare i passi fatti dal Governo perché la guerra prosegua con successo. Se la sua Società riesce nei suoi sforzi di convertire tutti gli abitanti di questo paese a tale punto di vista il nemico non incontrerà nessuna opposizione attiva, e, pertanto, è difficile capire come possiate attendere che il Governo se ne stia inoperoso astenendosi da ogni azione contro di voi”.

      Il seguente passo della filiale fu quello di preparare una petizione indirizzata al governo. Vi si esprimeva la lamentela che erano state confiscate le pubblicazioni della Società e si chiedeva rispettosamente al governo di rilasciare tale letteratura cristiana e di ristabilire così la libertà di adorazione nel paese. Nel breve periodo di dieci giorni, si ottennero 50.000 firme di Europei abitanti in ogni parte dell’Unione. Verso lo stesso tempo fu fatto l’annuncio ufficiale che La Torre di Guardia e Consolazione erano state proscritte dal governo.

      Il governo compì anche l’azione di confiscare complete forniture di riviste appena arrivavano. Presto fu chiaro che all’importazione della letteratura della Società Torre di Guardia era stata imposta una proscrizione totale. Il primissimo opuscolo che fu confiscato fu Teocrazia. In rapida successione sei o sette forniture di letteratura subirono tutte la stessa sorte. La ragione addotta per il sequestro fu che queste pubblicazioni erano considerate “inaccettabili”.

      Tutto questo fu dovuto all’influenza della Chiesa Cattolica e anche alla situazione di emergenza della guerra, poiché molte pubblicazioni soggette a proscrizione erano state ammesse per molti anni nel paese senza nessuna difficoltà. La sede filiale prese le misure per reclamare la letteratura confiscata, e questo portò al processo legale. La causa fu dibattuta dinanzi alla Corte Suprema di Città del Capo. Quantunque le circostanze sembrassero notevolmente a sfavore della Società Torre di Guardia, i fratelli che assisterono all’udienza si rallegrarono riscontrando che il giudice manifestò un’attitudine imparziale e sentenziò che il ministro responsabile della proscrizione avrebbe dovuto dare le ragioni della sua azione e concedere inoltre un’intervista affinché si potessero presentare ulteriori documentazioni.

      La lotta legale continuò per qualche tempo, e non fu che nell’aprile del 1942, dopo che il combattimento si era protratto per un anno intero, che furono presentate le ragioni secondo cui si supponeva le pubblicazioni fossero inaccettabili. Alla filiale furono dati altri quattordici giorni per rispondere a questi punti, il che fu fatto, e nello stesso tempo il fratello Phillips espresse il desiderio di fornire documentazioni personali in armonia con la decisione della corte. Comunque, la corte non aveva fissato il limite di tempo per produrre o ricevere queste documentazioni, e i mesi passavano. Trascorsero due anni prima che la questione venisse risolta.

      Nell’agosto del 1941, tutta la corrispondenza spedita dalla filiale di Città del Capo fu confiscata dalle autorità della censura. La filiale non se ne rese conto che varie settimane dopo, quando giunsero le lettere inviate dai fratelli che erano nel campo, e fu fatta una protesta. Si ricevette notifica che essa era stata ricevuta, ma non fu data nessuna spiegazione. Il sospetto delle autorità che la Società tenesse una corrispondenza in relazione con lo sforzo bellico fu ritenuto del tutto ingiustificato.

      Nel settembre del 1941, in base ai regolamenti di emergenza il ministro dell’interno emanò un’ordinanza per confiscare in Sud Africa tutte le pubblicazioni della Società. Nella filiale i risultati di ciò furono assai emozionanti. Alle dieci del mattino, arrivò il C.I.D. (Dipartimento di Investigazione Criminale) per eseguire l’ordinanza. Essi vennero con autocarri allo scopo di portare via tutto il deposito di letteratura della Società. Ma il sorvegliante della filiale era desto. Egli controllò subito l’ordinanza e vide che non era in armonia con i regolamenti. Quindi entrò prontamente in azione, facendo aspettare gli ufficiali del C.I.D. nell’ufficio della Società mentre fece personalmente una domanda urgente alla Corte Suprema perché fosse interdetto al ministro dell’interno di sequestrare la letteratura. La sua domanda ebbe successo. Alle dodici si ottenne l’interdizione e la polizia dovette montare di nuovo sui suoi autocarri vuoti e andarsene via! Cinque giorni dopo il ministro ritirò l’ordinanza dopo aver pagato alla Società le spese. Si può immaginare come la famiglia Betel della filiale di Città del Capo si compiacesse di questa importante vittoria!

      LA BATTAGLIA CONTINUA

      Il nostro combattimento continuò. L’edizione afrikaans di Consolazione fu proscritta secondo la Legge Doganale, che regola l’importazione. Dato che la rivista era stampata e pubblicata in Sud Africa, era ovvio che si trattava di uno sbaglio. Tuttavia, un pioniere fu condannato a Kroonstad per aver distribuito la rivista. Si fece appello e la Corte Suprema revocò la decisione. In seguito, il 12 settembre 1941, il Government Gazette annunciò che la proscrizione era stata ritirata. Un altro trionfo della Teocrazia!

      I giornali riportarono pienamente gran parte di questa emozionante azione, e questo fece fare un’enorme pubblicità al messaggio del Regno e all’opera dei testimoni di Geova. Comprendendo che il pubblico in genere aveva bisogno d’essere illuminato su tale questione, la filiale pubblicò due speciali opuscoli: Perché sopprimere il messaggio del Regno? e I Testimoni di Geova: Chi sono? Qual è la loro opera? Di questi opuscoli si fece nell’ottobre del 1941 una distribuzione molto estesa in inglese e in afrikaans.

      Era molto necessario che i testimoni di Geova compissero in così ampie proporzioni tale opera di chiarificazione perché molti giornali riportavano su di loro notizie distorte, e voci e accuse che fossero una “quinta colonna” e “nazisti”. Uno dei principali quotidiani, il Daily Dispatch di East London, pubblicò un articolo che faceva un attacco diffamatorio contro il presidente della Società, J. F. Rutherford. Poiché il redattore si rifiutò di pubblicare una lettera di spiegazione, fu fatta una denuncia per diffamazione e il giornale fu invitato a pagare 5.000 sterline di danni. Quando il redattore vide che i fratelli erano decisi, si tirò lestamente indietro, pubblicò le sue scuse e pagò tutte le spese della causa.

      RISPOSTA ALLA PROSCRIZIONE

      La risposta dei fratelli alla proscrizione di alcune pubblicazioni fu quella di nascondere la letteratura proscritta nelle proprie case. Essi erano “cauti come serpenti”. (Matt. 10:16) A Johannesburg la polizia fece varie irruzioni nelle case dei proclamatori, ma di solito erano avvertiti in anticipo di tali irruzioni da una persona interessata che faceva parte delle forze investigative. A Pretoria, Frans Muller, un ragazzino che andava ancora a scuola, sotto la guida dei genitori, trascinò uno scatolone di letteratura dopo l’altro per angusti passaggi sotto il basso pavimento di legno della loro casa dove sapevano che i preziosi libri sarebbero stati al sicuro. Tutto questo significava che i proclamatori avevano meno letteratura con cui lavorare nel campo, ma in larga misura si usavano pubblicazioni stampate localmente come il libro Fanciulli. Come dice un fratello di colore di Città del Capo: “Le provviste erano limitate, ma questo non fece rallentare l’opera. Ci fu detto di prestare alle persone i libri e di iniziare con loro studi. Facemmo così e fu sorprendente vedere come aumentarono i nostri studi biblici. Molti cominciarono a venire nella verità in questo periodo”.

      Il massimo dei proclamatori salì a 1.253, ed essi lavoravano strenuamente. All’assemblea che si tenne quell’anno a Johannesburg i presenti salirono a circa 800, con 186 battezzati. Si organizzarono molte congregazioni nuove, e da 127 nel 1940 la cifra ascese a 172 nel 1941.

      Sebbene la rivista Torre di Guardia che veniva dall’America fosse nell’elenco delle pubblicazioni proscritte, Geova provvide amorevolmente cibo spirituale. A Città del Capo i fratelli non furono mai a corto di materiale da stampare con le loro macchine da stampa e da inviare con il nome “Cibo conveniente”. Uno di quelli che, durante la guerra, non fu mai privo di una sola copia del suo abbonamento a La Torre di Guardia e che dopo averla letta lui stesso la mandò sempre all’ufficio di Città del Capo fu un certo fratello J. J. van Zyl, poiché le sue copie giungevano indirizzate al “Sergente J. J. van Zyl, Polizia Sudafricana, Kranskop, Natal”.

      FINALMENTE LA VITTORIA!

      In Sud Africa, il combattimento contro Dio e la sua opera del Regno non ebbe per certo successo. Dal 1941 il combattimento per far abolire la proscrizione e ottenere la restituzione della nostra letteratura continuò senza sosta. Verso la fine del 1943, nella filiale il deposito di letteratura diveniva molto scarso e i fratelli pregavano con fervore che la letteratura che era stata confiscata venisse restituita. Quindi cominciarono a succedersi gli avvenimenti. Fu nominato un nuovo ministro dell’interno. Il sorvegliante di filiale inviò un’altra lettera al controllore della censura richiedendo l’abolizione della proscrizione. Al nuovo ministro fu mandata una copia della lettera, insieme alla richiesta di un’intervista personale, che il ministro precedente aveva concessa ma che non si era mai tenuta.

      Nel gennaio del 1944, l’intervista ebbe luogo e il ministro acconsentì di restituire le forniture confiscate, abrogare la proscrizione delle riviste e restituire le altre pubblicazioni che erano state confiscate. Egli promise anche di annullare l’ordinanza emanata secondo i Regolamenti di Emergenza che dichiarava sovversiva tutta la letteratura. Una settimana dopo la filiale ricevette conferma scritta di tutto questo, e alcuni giorni dopo quel grosso deposito di letteratura (circa 1.800 scatoloni) fu consegnato alla sede filiale. Non era in cattive condizioni dopo essere stata trattenuta per tre anni. Come ne furono felici i fratelli nella filiale e nel campo! Quale meravigliosa vittoria in risposta alle loro preghiere!

      PROSCRIZIONE DEI LIBRI IN ALTRI LUOGHI

      Agli inizi della seconda guerra mondiale ci fu una vera e propria mania di proscrivere i libri in molte parti dell’Impero Britannico e in altri paesi. Fu proprio come molto tempo fa Geova aveva fatto predire dal profeta Daniele: il ‘piccolo corno’ (di cui faceva parte il Commonwealth Britannico) “si dava grandi arie” e ‘gettava a terra la verità’, commettendo “trasgressione” contro le cose sacre di Dio. (Dan. 8:9-12) Questo si estese ai tre protettorati britannici dell’Africa meridionale, Basutoland, Beciuania e Swaziland. Una proscrizione ufficiale fu imposta alla letteratura della Società nel febbraio 1941. Essa rimase in vigore fino al 1960 nonostante tutti gli sforzi per farla abrogare. Fu proscritta anche la Bibbia del re Giacomo, se stampata dalla Società Torre di Guardia. Ciò avvenne nonostante il fatto che nel 1941 in quei tre paesi non ci fosse nemmeno un testimone di Geova.

      ANNI FRUTTUOSI NELL’AFRICA DEL SUD-OVEST

      Il memorabile anno del 1939 aprì un altro capitolo nella storia dell’opera nell’Africa del Sud-Ovest. In quelle parti non si era formato ancora nessun gruppo e questo grande campo si presentava aperto. Una coppia di pionieri, Barry Prinsloo e sua moglie Joan, sentirono l’impulso di andare a testimoniare al popolo di quel territorio.

      Barry acquistò un autocarro e lo trasformò in un veicolo abitazione. Su di esso montò anche un impianto a gas, prevedendo correttamente una penuria di benzina a causa della guerra. Da Johannesburg per andare nell’Africa del Sud-Ovest, dovettero viaggiare attraverso il deserto di Kalahari. Quasi non c’erano strade e dovevano seguire le tracce lasciate da precedenti auto o da carri trainati da asini, e anche queste erano a volte del tutto cancellate.

      Infine giunsero a Windhoek, e di lì si spinsero più a nord, predicando e distribuendo letteratura. Per qualche tempo la polizia li seguì e raccolse la letteratura che avevano distribuita. Da ultimo furono arrestati e accusati di vendita senza licenza. Su consiglio della Società, fecero differire la causa, in attesa dei risultati di casi di natura simile in Sud Africa. Alcune settimane dopo il fratello Prinsloo comparve in corte e fu emesso un verdetto favorevole.

      Giunse loro notizia che si sarebbe tenuta un’assemblea a Johannesburg, e benché significasse un arduo viaggio di circa 1.600 chilometri, decisero di andarvi. Ma li colpì la tragedia. Nell’Africa del Sud-Ovest la maggioranza dei fiumi non sono che torrenti asciutti e sabbiosi nei quali l’acqua scorre solo quando ci sono rovesci di pioggia eccezionalmente forti. Cercando di attraversare uno di questi fiumi, il loro veicolo si piantò nel terreno. Quella notte la piena del fiume venne giù, trascinando il veicolo abitazione alcune centinaia di metri più a valle. La mattina dopo ve lo trovarono spezzato in due parti col telaio profondamente affondato nella sabbia. Salvarono ciò che poterono e comunicarono alla Società il disastro e la loro delusione di non poter assistere all’assemblea. Ma, assai prontamente, ricevettero un dono inviato dal sorvegliante della filiale e un telegramma che spiegava che era per una “piccola vacanza”.

      Dopo l’assemblea essi tornarono e si accamparono vicino al veicolo abitazione inutilizzato, per ripararlo. Nello stesso tempo testimoniarono ai lavoratori agricoli di Ovambo, impiegando Johannes come interprete. Johannes era un Boscimano che essi avevano assunto per farsi accompagnare nel loro viaggio attraverso il territorio, ed egli poté ben essere il primo Boscimano che accettò la verità. I Boscimani sono una tribù nomade di abitatori del deserto che si guadagnano da vivere principalmente cacciando con l’arco e frecce avvelenate. Di gran lunga i più piccoli di tutti gli Africani nella parte meridionale dell’Africa, e paragonabili per statura ai Pigmei dell’Africa Centrale, questi cacciatori sono estremamente primitivi nelle loro abitudini di vita. Le comunicazioni fra essi e altri sono rese molto difficili non solo dai luoghi inaccessibili in cui abitano, ma anche dalla loro lingua dal vocabolario limitato e dall’incessante ricorrere di suoni avulsivi. Alcuni di loro divengono comunque lavoratori agricoli. A causa della proscrizione della letteratura e della situazione generale, la Società richiamò infine i Prinsloo in Sud Africa.

      Così, sebbene durante il 1929, il 1935 e il 1942 i pionieri andassero nell’Africa del Sud-Ovest e vi distribuissero molti pezzi di letteratura, non vi fu nessuna vera coltivazione del campo, con il risultato che si produsse poco frutto. Tuttavia, l’anno 1950 segnò una svolta nella storia dell’opera nell’Africa del Sud-Ovest. La Società vi mandò ora quattro missionari, diplomati della Scuola di Galaad, cioè George Koett, Fred Hayhurst, Gus Eriksson e Roy Stephens. All’inizio del 1950 fu istituita a Windhoek una casa missionaria.

      Sebbene questi fratelli non si dovessero dedicare semplicemente alla distribuzione di letteratura, ma ricercare e pascere le “altre pecore” del Signore, fecero pur tuttavia eccellenti distribuzioni. (Giov. 10:16) Nello stesso tempo poterono mettersi in contatto con cinque fratelli africani che si erano trasferiti dall’Unione Sudafricana nel vicino quartiere degli Africani, e questi furono organizzati in un gruppo (congregazione). Uno dei missionari iniziò anche non meno di venticinque studi in questo quartiere africano. Secondo tutte le apparenze in questo territorio, specialmente tra gli Africani, l’opera aveva avuto un eccellente inizio con buone prospettive di aumento.

      [Cartina a pagina 77]

      (Per la corretta impaginazione, vedi l’edizione stampata)

      AFRICA MERIDIONALE

      ZAÏRE (Congo Belga)

      UGANDA

      KENYA

      TANZANIA (Tanganica)

      ANGOLA

      ZAMBIA (Rhodesia Settentrionale)

      MALAWI (Niassa)

      MOZAMBICO

      RHODESIA (Rhodesia Meridionale)

      AFRICA DEL SUD-OVEST

      BOTSWANA (Beciuania)

      SWAZILAND

      SUD AFRICA (Repubblica Sudafricana)

      Johannesburg

      Durban

      Città del Capo

      LESOTHO (Basutoland)

      [Immagine a pagina 93]

      George Phillips fa la composizione a mano nella filiale di Città del Capo

      [Immagine a pagina 98]

      Un’abitazione zulù

  • Sud Africa e territori limitrofi (2)
    Annuario dei Testimoni di Geova del 1977
    • Sud Africa e territori limitrofi (2)

      AGEVOLE TRANSIZIONE

      Alla fine del 1941 il fratello Rutherford, che aveva fedelmente e zelantemente reso servizio come presidente della Società per venticinque anni, era già molto malato. Allora aveva settantadue anni e per molti anni non si era risparmiato nel servizio di Geova. L’8 gennaio 1942, suggellò il suo servizio terrestre del Regno nella morte. Entro pochi giorni il consiglio dei direttori della Società si riunì nella Betel di Brooklyn ed elesse come nuovo presidente Nathan H. Knorr. Dopo la morte del fratello Rutherford, nel campo la reazione fu assai diversa da quella che i fratelli sentirono dopo la morte del fratello Russell. Nel 1942 non ci fu nessun lamento di “Ora cosa faremo?” Naturalmente, quando morì il fratello Rutherford, i nemici della verità giubilavano e dicevano: “Ora che il loro capo e portavoce è scomparso, la loro opera presto si disintegrerà”. Ma su ciò furono subito disillusi.

      Nell’agosto del 1941, non molto tempo prima della sua morte, il fratello Rutherford era stato presente all’assemblea di Saint Louis (Missouri), U.S.A., dove uno dei punti culminanti era stato il “Giorno dei fanciulli” ed era stato presentato il nuovo libro Fanciulli. Le caratteristiche di questa rimarchevole assemblea si ripeterono in piccole proporzioni a un congresso che si tenne a Johannesburg, nell’aprile del 1942. Questa volta il numero dei presenti salì a ben 1.700, compresi 340 fanciulli che ricevettero con gioia copie del nuovo libro. A quell’assemblea 400 persone simboleggiarono la loro dedicazione a fare la volontà di Dio, più del doppio del massimo precedente. L’organizzazione dell’assemblea diresse per la prima volta una mensa che servì 6.000 pasti e fu un notevole successo, dando loro più tempo per la buona associazione. Tutti i fratelli furono molto rinvigoriti e ristorati e andarono a casa molto, molto felici.

      Specialmente incoraggiato da questa assemblea fu un certo numero di giovani pionieri che avevano cominciato solo di recente. Nel 1942 il numero dei pionieri aumentò in Sud Africa a sessantacinque. Uno di essi fu il fratello Piet Wentzel, che aveva preso la sua determinazione a favore della verità nella piccola cittadina di Bonnievale nella provincia del Capo. Nel dicembre del 1941 cominciò il servizio di pioniere a Kimberley. Nel 1945 si unì a lui Frans Muller, che, a sedici anni, aveva appena lasciato la scuola e già aveva avuto qualche buon addestramento ed esperienza nell’opera con la congregazione di Pretoria. I due giovani fratelli furono assegnati alla cittadina di Vereeniging, circa quarantotto chilometri a sud di Johannesburg. Lavorarono strenuamente e uno di essi ebbe quell’anno una media di 210 ore al mese.

      Nonostante le pessimistiche previsioni degli oppositori, dopo la morte del fratello Rutherford nel 1942 l’opera del Regno non rallentò. Invece, andò avanti a ritmo più affrettato così che, alla fine dell’anno di servizio, George Phillips poté fare rapporto di un nuovo massimo di 1.582 proclamatori, aumento del 26 per cento rispetto alla cifra massima raggiunta l’anno prima. Quale meravigliosa differenza dalla piccola schiera di circa 100 persone del 1931!

      SERVITORI PER I FRATELLI

      Quando il fratello Knorr, nuovo presidente della Società, cominciò a dirigere il progresso dell’opera, tra i primi nuovi sviluppi ci fu l’opera dei servitori per i fratelli. In Sud Africa cominciò nel febbraio del 1943. (L’opera di zona era finita nel 1942). I servitori per i fratelli dovevano esser celibi e avevano bisogno di buona salute e molto vigore per attenersi al loro programma di intenso lavoro. In principio i luoghi piccoli ricevettero un solo giorno di visita, e le congregazioni più grandi due o tre giorni. Questo richiedeva che si viaggiasse molto in condizioni difficili, prendendo treni e autobus in ore molto insolite del giorno e della notte. Il lavoro non consisteva solo nel verificare con cura le registrazioni delle congregazioni, ma principalmente nel trascorrere molto tempo nel campo con i fratelli addestrandoli nel servizio di campo.

      Uno dei nuovi servitori per i fratelli nominato nel 1943 fu il fratello Gert Nel, che era venuto alla conoscenza della verità nel 1934 come insegnante di scuola del Transvaal settentrionale e che era stato molto zelante e attivo come proclamatore del Regno. In qualità di servitore di zona e servitore per i fratelli, il fratello Nel ebbe il privilegio di aiutare numerosi proclamatori, sia Africani che Europei, e molti fratelli ancora ne ricordano il fedele e leale servizio. Egli fu invitato nel 1946 a venire alla Betel per tradurre le pubblicazioni in afrikaans.

      Un fratello africano che divenne servitore per i fratelli fu Thomas M’kele. Fu l’anziano fratello Mulenga, uno dei primi pionieri africani del Sud Africa, che l’aiutò a venire alla conoscenza della verità. Una domenica mattina il fratello Mulenga era fuori nel campo quando trovò un gruppo di uomini che dormivano per terra. Chiesto loro cos’era accaduto, dissero che la notte precedente non avevano dormito poiché erano stati in chiesa a pregare l’intera notte. A questo punto il loro ministro, allora il “reverendo” Thomas M’kele, chiese al fratello Mulenga cosa aveva nella borsa. Accettò l’opuscolo Dove sono i morti? La settimana dopo prese diversi volumi, e la settimana dopo quella assisté a un’assemblea. Non passò molto tempo che si dimise dalla chiesa, fu battezzato e dentro l’anno faceva il pioniere con il fratello Mulenga. In seguito, com’è stato menzionato, divenne uno dei servitori per i fratelli. Morì fedele alla fine del 1945.

      NUOVA SCUOLA CON RISULTATI IMPORTANTI

      Una delle nuove disposizioni prese dal presidente della Società, N. H. Knorr, che ha avuto nel campo un grande risultato è la settimanale Scuola di Ministero Teocratico (ora chiamata Scuola Teocratica). In breve tempo, questa ottima disposizione permise a molti fratelli che avevano immaginato di non poter mai essere oratori pubblici d’essere aiutati fino a divenire molto efficienti sul podio e più efficaci nel campo. In ogni parte del Sud Africa i fratelli accolsero questo nuovo provvedimento di Geova e lo misero in vigore con entusiasmo. Questo fu fatto non solo dai proclamatori europei ma anche dai fratelli africani nonostante i grandi ostacoli della lingua e della mancanza di istruzione.

      Uno che divenne sorvegliante della scuola nel 1943 fu il fratello Samuel Mase. Nel passato 1938 egli era stato membro del partito comunista. Verso quel tempo acquistò il libro Ricchezza con la speranza che gli desse una buona conoscenza degli affari! Samuel era anche turbato da spiriti malvagi e trascorreva notti terrificanti. Varie visite a stregoni non gli furono di nessun aiuto. Ma appena cominciò a frequentare lo studio della rivista Torre di Guardia, tutta la sua vita cambiò e migliorò. Ciò che gli fece impressione più di ogni altra cosa fu l’amore dei fratelli di diverse tribù. Trovò fra loro una meravigliosa unità che non aveva mai trovata fra i suoi compagni politici. Divenne sorvegliante della scuola in una congregazione africana del Reef e in seguito intraprese il lavoro di pioniere e fu impiegato come sorvegliante di circoscrizione.

      La Scuola Teocratica aiutò il campo africano a fare più rapidamente progresso. Nel 1945 il piccolo gruppo di Pretoria formato da Hamilton Kaphwitt divenne una grande congregazione con 181 associati. Verso quel tempo il governo cominciò a trasferire gli Africani dalla città di Pretoria stessa in territori sotto la giurisdizione dei nativi. La congregazione africana già era quasi due volte più grande della congregazione europea. Questo mostra il meraviglioso sviluppo che si ebbe nel campo africano durante la seconda guerra mondiale. Al principio della guerra i proclamatori europei superavano per numero i proclamatori africani di due a uno, ma alla fine della guerra la situazione cambiava e, in molti luoghi, gli Africani superavano per numero i fratelli europei.

      Nel 1945 Johannesburg aveva una congregazione europea di 113 associati e quattro congregazioni africane con un totale di oltre 500 fratelli africani associati.

      L’espansione aveva luogo anche a Città del Capo. Mentre il totale dei fratelli europei associati era di 135, la congregazione di colore Salt Biver di Città del Capo era ascesa a 138 associati. Molto presto la congregazione di colore fu poi divisa e furono istituite quattro nuove congregazioni.

      Un uomo che ottenne la verità verso quel tempo fu Nicholson Makhetha, un Africano albino. Egli fu battezzato a un’assemblea del 1944. Il fratello Makhetha divenne pioniere nel 1946 e in seguito fu impiegato per parecchi anni come sorvegliante di circoscrizione. Poiché aveva buona conoscenza dell’inglese, nelle assemblee grandi era impiegato assai frequentemente come interprete dall’inglese in sesotho. Ha pure avuto il privilegio di tradurre le pubblicazioni della Società nella lingua sesotho, nel suo proprio paese nativo di Lesotho.

      PROGRESSO NEL NIASSA

      Nel 1940 il numero delle congregazioni cristiane nel Niassa era aumentato a sessanta. Aumentava anche l’opposizione religiosa alla predicazione del Regno. I sacerdoti cattolici romani dicevano alle persone che se il paese fosse stato sotto il dominio romano la nostra opera sarebbe stata fermata molto tempo fa. In ogni modo, essi dicevano, il papa avrebbe presto distrutto l’opera della Società e “avrebbe affondato Rutherford e tutti i testimoni di Geova in mezzo al mare”.

      Ciò che accadde in un’occasione illustra i subdoli metodi dei falsi insegnanti religiosi: L’ascolto di un disco cinyanja sconvolse cinque insegnanti africani cattolici romani. Questi uomini mandarono quindi informazioni al commissario distrettuale lamentandosi che qualcuno andava in giro nei villaggi con un grammofono e diceva alla gente che Armaghedon era venuto e che tutti gli Europei saranno distrutti. Certo, questo fu fatto con il proposito di suscitare inquietudine e animosità nei funzionari bianchi, ma le indagini delle autorità rivelarono che le informazioni erano false e la questione fu dunque chiusa.

      Di solito la superstizione ha una parte notevole nella vita dell’Africano. Ma la verità lo rende libero da queste catene mentali. A loro volta gli schiavi della superstizione spesso usano le loro speciali armi contro i servitori di Geova. Per esempio, quando una congregazione di testimoni di Geova predicava di villaggio in villaggio, un leone ne seguì le orme, prendendo nel villaggio un tributo di vite. Così i superstiziosi attribuirono ai testimoni di Geova la colpa d’aver richiamato l’attenzione del leone su di loro! Naturalmente, gli insegnanti cattolici romani approfittavano di questa tendenza superstiziosa.

      Scoppiata la seconda guerra mondiale, sorsero nel Niassa ulteriori pressioni contro l’opera del Regno, ma il governo continuò a essere imparziale. Questo è riflesso nella dichiarazione fatta dal governatore, sir H. C. D. Mackenzie-Kennedy, che disse: “Conosco quelli della Torre di Guardia da venticinque anni. So che in alcuni paesi sono stati perseguitati e non riconosciuti. In questo paese non intendo impedire la loro opera finché osservano la legge”. Alcune autorità africane pure fecero la loro parte per mantenere aperta la via all’entrata del messaggio del Regno.

      Nel 1943 l’opera era cresciuta così bene che in media la cifra mensile dei proclamatori era salita ora a 2.464, con 144 congregazioni attive. Comunque, quell’anno ci fu la nomina di un nuovo governatore e anche di un nuovo commissario di polizia. Il governo trattenne una grossa fornitura del libro Ricchezza in cinyanja. Nel giugno del 1943, il Bollettino Governativo Nº 77 annunciò la proscrizione totale sull’importazione di tutte le pubblicazioni della Società. Tuttavia, questo non influì molto sull’opera nel paese, poiché c’erano già nel Niassa considerevoli depositi.

      Ciò che in realtà ebbe un effetto notevole fu l’esistenza dei “Movimenti Torre di Guardia” che ancora operavano e recavano biasimo sul nome della Società. Nel 1937 Elliott Kamwana fu rilasciato dall’esilio nelle isole Seicelle e tornò come capo di uno di questi falsi movimenti. Willie Kavala pure faceva la sua piccola parte, asserendo falsamente d’essere sotto la direttiva del giudice Rutherford. Poiché esisteva questa situazione, fu una cosa buona che la Società emanasse speciali attestati di identificazione a quelli che erano riconosciuti come proclamatori e che fornisse al governo i nomi delle persone a cui tali attestati di identificazione eran rilasciati. In questo modo fu fatta una netta distinzione fra i testimoni di Geova, sotto la direttiva della Società Torre di Guardia di Bibbie e Trattati, e i movimenti pagani che facevano uso di un nome simile.

      Nel 1944 l’espressione “il nuovo mondo di Geova” fece alla popolazione del Niassa una grande impressione. Un fratello, pronunciando un discorso sul nuovo mondo, spiegò: “Quando Adamo peccò non gli nacquero figli nel giardino; tutti nacquero nella ‘savana’ e, amici, siamo ancora nella ‘savana’. Non siamo ancora tornati nel giardino. Ma ora è vicino il tempo in cui lasceremo questo mondo ‘matekenya’ (di pulci penetranti) per entrare nel nuovo mondo di Geova pienamente stabilito”. In una parte del paese le persone interessate seguivano i testimoni di Geova da un luogo all’altro, ascoltando con grande diletto le promesse della Parola di Dio.

      L’anno dopo il glorioso calore della verità biblica fece inaridire gli umidi campi della falsa religione. Vari ecclesiastici africani, dopo aver udito un discorso sul nuovo mondo, andarono tutti insieme da un missionario europeo e dissero: “Perché ci hai tenuto nascoste queste cose? Oggi vediamo ragazzi e ragazze che visitano le persone e dicono loro le cose più meravigliose che abbiano mai udite! E qui tu ci hai dato da predicare dottrine che ora risultano false! E quando ci alziamo dinanzi alle persone per predicare facciamo la figura degli stolti e non abbiamo nessun fondamento!”

      SUPERATE LE DIFFICOLTÀ NELLA RHODESIA MERIDIONALE

      Nel 1939 nella Rhodesia Meridionale il numero dei proclamatori europei era di circa 15, mentre tra gli Africani la cifra era di circa 460. Un aiuto molto grande era stato per i fratelli africani il primo opuscolo provveduto in cishona, principale lingua africana del paese.

      Il nostro proclamatore isolato nella sua propria miniera d’oro, Jack McLuckie, educava intanto la sua famiglia nella verità. La sua casa era molto semplice, fatta di pali intrecciati e fango, con un pavimento di senga . . . sterco di mucca reso liquido con l’acqua e lasciato seccare in modo da divenire duro. Quando si è indurito non emana nessun odore e si può spazzare ogni giorno. Jack educava fedelmente i suoi figli nella verità, e uno dei suoi metodi era quello di leggere alcuni versetti della Bibbia e di fare poi domande per vedere cosa avevano capito. Ian, il ragazzo più giovane, era allora molto piccolo, ma ricorda queste lezioni di studio. Tale primo insegnamento lo fece trovare in una buona condizione quando in seguito fu pioniere e diplomato della Scuola di Galaad e missionario.

      Fu pure nel 1939 che nella scena della Rhodesia Meridionale comparve un’altra famiglia McLuckie. Questa fu quella di Bert McLuckie con sua moglie Carmen, il loro bambino Peter e due figli che egli aveva avuti da un matrimonio precedente. Bert McLuckie era venuto la prima volta in contatto con la verità nel 1927 e aveva aiutato molti suoi parenti ad accettarla. Infatti, il “clan” dei McLuckie è conosciuto molto bene nell’Africa centrale e meridionale.

      Subito dopo lo scoppio della seconda guerra mondiale nel 1939, le due famiglie McLuckie e altri proclamatori della Rhodesia Meridionale furono in difficoltà. Il 15 novembre 1940 il governo proibì l’importazione e la distribuzione della letteratura della Società. Fu proscritta anche la traduzione inglese delle Scritture Greche Cristiane intitolata “Emphatic Diaglott”. La falsa motivazione del divieto o proscrizione fu che essa avrebbe fomentato l’opposizione allo sforzo bellico. L’ufficio di Città del Capo non perse tempo a mandare un appello al re d’Inghilterra, al primo ministro britannico, al segretario di stato per le colonie, al governatore della Rhodesia Meridionale e a tutti i membri del parlamento. Non fu ricevuto nessun riscontro ufficiale a questa lettera. Alcuni giorni dopo un membro del C.I.D. visitò George Phillips a Città del Capo per conto del governo della Rhodesia Meridionale. Essi desideravano avere informazioni sui precedenti dello scrittore!

      Bert McLuckie dice che alcuni fratelli si allontanarono per timore al tempo di questa proibizione della letteratura, ma in maggioranza continuarono con più zelo, decisi a mettere alla prova la legalità della legge distribuendo letteratura, senza timore di ciò che poteva accadere. Questo diede luogo ad arresti, processi e inevitabili condanne. Furono confiscati libri, Bibbie, fonografi e dischi, che furono poi bruciati per ordine della corte. Alcune di queste cause furono portate dinanzi all’Alta Corte della Rhodesia Meridionale, ma in quegli anni, sotto la pressione e la febbre della guerra, la decisione fu contraria alla Società.

      Secondo Jack McLuckie in quel tempo il numero dei Testimoni europei era di circa sedici e quasi tutti furono messi in prigione una volta o l’altra per aver distribuito letteratura proscritta. Alcuni andarono in prigione due o tre volte. Pure verso quel tempo furono imprigionati molti fratelli perché mantenevano rispetto alla guerra una posizione neutrale. Essi trascorsero il tempo che stettero in prigione dando buona testimonianza e dopo che i fratelli furono rilasciati alcune guardie assisterono con i Testimoni a studi biblici.

      In un’occasione Carmen, moglie di Bert McLuckie, fu pure arrestata e condannata alle solite 25 sterline o a tre mesi. In quel tempo era incinta. Una causa d’appello che non ebbe buon esito causò ritardo e frattanto Carmen partorì una bambina. Con l’andar del tempo un’agente della polizia venne ad arrestare Carmen, e il fratello McLuckie ebbe l’infelice esperienza di vedersi portare in prigione a Gwelo la moglie e la bambina. Avrebbero potuto lasciare in casa la bambina, ma decisero che sarebbe stato meglio per madre e bambina stare insieme. Mentre era in carcere con la madre, la piccola Estrella ebbe come nutrice un’assassina che pianse amaramente quando la madre e la bambina furono rilasciate dopo aver scontato la condanna di tre mesi.

      Lo stesso fratello Bert McLuckie fu in carcere un paio di volte. In carcere, il fratello McLuckie era in compagnia di persone condannate per azioni sordide e malvage, e disse che né prima né dopo aveva mai udito un linguaggio così vile. Ciò nondimeno, in due di loro trovò che avevano orecchio per udire il messaggio del Regno. Proprio dentro la prigione ebbe dunque luogo una piccola cerimonia d’immersione, con il fratello McLuckie che battezzò due prigionieri mentre tutti gli altri erano usciti nel cortile per la passeggiata. Nel 1942, i fratelli europei della Rhodesia Meridionale pubblicarono l’opuscolo I Testimoni di Geova: Chi sono? Qual è la loro opera? Ne spedirono copie al governatore e ad altri funzionari e ne iniziarono una distribuzione generale. Il fratello Bert McLuckie lo ricorda molto bene. Infatti, un giorno mentre faceva quest’opera, sua moglie fu arrestata di nuovo. Ma la sua causa non andò avanti ed ella non fu accusata.

      Nel 1943 il numero medio dei proclamatori era salito a 1.090, e nella Rhodesia Meridionale la folla dei proclamatori del Regno si ingrossava rapidamente. L’anno dopo furono indette assemblee per i fratelli africani. All’assemblea africana di Bulawayo ci furono 1.028 presenti, e a Mrewa se ne ebbero al discorso pubblico 347. In questi due luoghi furono battezzati cinquanta nuovi. L’assemblea europea fu pure tenuta a Bulawayo ed ebbe un massimo di 73 presenti. I fratelli furono così incoraggiati a proseguire l’opera mentre attendevano ansiosamente il tempo in cui si sarebbe concesso alla Società il permesso di aprire un deposito, e avrebbero avuto in questo paese un rappresentante ufficiale.

      ZELO DAVANTI ALLA PERSECUZIONE

      Nella Zona del Rame della Rhodesia Settentrionale ci fu nel 1940 un’altra insurrezione, e in un centro furono uccisi diversi Africani. Questa volta il nemico non riuscì a fare dei testimoni di Geova i “capri espiatori”. I caporioni erano tutti cattolici romani, ma il governo non ne fece nessuna menzione. In quel tempo nella Zona del Rame i testimoni di Geova erano assai più forti e più zelanti che mai.

      Nel dicembre del 1940, fu emanato un proclama governativo che proibiva l’importazione e la distribuzione di tutta la letteratura della Società. Furono fatte irruzioni nelle case dei fratelli, e diversi di loro furono mandati in prigione perché possedevano letteratura. In un caso due fratelli, Gibson Chembe e Lamond Kandama, furono gravemente percossi varie volte perché si rifiutarono di bruciare i loro libri alla presenza di molte persone, compresi i capi. Questi atti erano a conoscenza del capo della polizia e del magistrato locali. Il rapporto inviato alla filiale di Città del Capo fu trattenuto dai censori e Llewelyn Phillips fu convocato dal capo della sicurezza. Quando si presentarono i fatti, il capo promise un’investigazione. Fu fatta una protesta sia alla sede del governo di Lusaka che al Ministero delle Colonie di Londra. Fu nominata dal governo una commissione d’inchiesta. Essi fecero una riprensione al magistrato e al capo della polizia, e non furono più compiuti sforzi per costringere a bruciare libri.

      Giunse poi l’avviso governativo pubblicato nel marzo del 1941 che invitava tutti gli Europei e gli Africani a consegnare entro due mesi tutte le pubblicazioni della Torre di Guardia alla più vicina Boma (Corte), avvertendo che i trasgressori sarebbero stati sottoposti a processo. È inutile dire che tutti i veri testimoni di Geova si rifiutarono, e questo portò a ulteriori arresti. Fu fatta irruzione nel deposito della Società. Il servitore del deposito, Llewelyn Phillips, assunse un’intrepida e ferma determinazione rifiutandosi di cedere la letteratura in suo possesso. Egli fu condannato a sei mesi di prigione. In precedenza lo stesso anno, Llewelyn Phillips era stato in prigione per un mese perché si era rifiutato di fare il servizio militare.

      L’anno seguente la situazione non si alleggerì. Llewelyn Phillips fu di nuovo arrestato per la questione militare, ma fece appello. Trascorse altri tre mesi in prigione prima che il suo appello fosse preso in considerazione. Egli ne fa il proprio racconto: “L’appello, che fu dibattuto tre mesi dopo, fu un processo pienamente formale con il Presidente della Corte e il Viceprocuratore Generale (allora K. C. [Legale del Re]). Il giudice mostrò una Bibbia con diverse strisce di carta che indicavano vari capitoli. Egli cominciò chiedendo quale diritto avevano i testimoni di Geova di rifiutarsi di fare la guerra quando Mosè fu un uomo di guerra. Essendogli stato rammentato che quell’uomo fedele non poté esser cristiano perché visse 1.500 anni avanti Cristo, l’entusiasmo per le domande bibliche diminuì e dopo non molto tempo la Bibbia fu messa da parte. Quando fu indicato che se gli apostoli fossero stati in vita, essi pure si sarebbero probabilmente trovati sul banco degli accusati, il giudice ne fu visibilmente commosso”. La condanna del fratello Phillips fu quindi ridotta al tempo che aveva già scontato, così che poté lasciare l’aula della corte come uomo libero. Egli fu in prigione per otto dei dodici mesi dell’anno di servizio del 1942.

      Nonostante le difficoltà derivanti da persecuzione, penuria di viveri e mancanza di letteratura a causa della proscrizione, l’opera fece progresso. Per contrastare la mancanza di letteratura, furono preparate domande e risposte con relative scritture che i fratelli usarono negli studi biblici. A motivo della guerra c’era anche mancanza di pezzi di ricambio e pneumatici di biciclette. Ciò significava che la maggioranza degli Africani era priva del principale mezzo di trasporto nei primitivi sentieri della savana. Ciò nonostante, nella Rhodesia Settentrionale l’opera faceva un progresso meraviglioso; nel 1944 il numero medio dei proclamatori salì a 3.062, aumento del 116 per cento dal 1941! E malgrado tutte le loro difficoltà, nel servizio di campo impiegavano in media 30 ore al mese. In questo tempo la buona notizia era penetrata anche nel vicino Congo.

      Fino a questo punto nella Rhodesia Settentrionale nessun Europeo si era associato apertamente con i testimoni di Geova. Perché? Nell’Annuario del 1943 si menzionò una ragione: “Nella mente di molti Europei che apprezzano il nostro messaggio c’è un radicato timore, perché pensano che se lo fanno sapere apertamente o attivamente sia in pericolo la loro posizione”. Diversi Europei, compresi i funzionari governativi, avevano comunque manifestato ai Testimoni considerevole benignità. Un commissario distrettuale pagò infatti a due Testimoni 5 scellini ciascuno come compenso per essere stati indebitamente tenuti in prigione dal suo predecessore. Un altro funzionario andò a prendere in auto il suo servo (ch’era stato messo in prigione perché possedeva la nostra letteratura) e lo riportò al lavoro quando la condanna era scaduta! Questo cambiamento di attitudine da parte di molti Europei fu da attribuire senza dubbio all’eccellente testimonianza che i fratelli avevano dato con la loro condotta, come riferì l’Annuario del 1944: “Gli aderenti della Società hanno in questo Gruppo [di lavoratori] la reputazione migliore ed è ben noto che agricoltori e altri datori di lavoro specificano di volere specialmente loro”.

      Nel 1945 il fratello e la sorella Bridger, coppia che aveva avuto la verità da Japie Theron nello Stato libero dell’Orange verso il 1916, da Johannesburg si trasferirono a Luanshya, dove il fratello Bridger cominciò a fare il pioniere fra gli Europei. Egli narra come percorse l’intera cittadina, distribuendo 1.000 opuscoli. Qui venne in contatto con una famiglia, una certa sig.ra Scheepers e sua figlia sig.ra Joubert, con cui aveva studiato in precedenza a Johannesburg. Questa intera famiglia, fino ai pronipoti di oggi, ha accettato la verità. Il fratello Bridger udì anche che diverse persone “non avevano fede nelle celebrazioni di Natale”. Riuscì a trovarle e così venne in contatto con quattro altre persone che si erano associate con la nostra opera in Sud Africa. Cominciò con loro uno studio, e questo formò nella Rhodesia Settentrionale il nucleo della prima congregazione europea. Il fratello e la sorella Bridger lavorarono anche tra gli Africani che abitavano nei compounds o recinti delle abitazioni per nativi.

      AVANTI NEL BAROTSELAND

      Nel 1945 altro aiuto venne dall’Unione nella persona del fratello C. Holliday (marito della sorella M. Holliday menzionata precedentemente in questa storia). Egli fu invitato da George Phillips, sorvegliante di filiale a Città del Capo, a prestare servizio come “servitore viaggiante e assistente del fratello Llewelyn Phillips”. Mentre era nella Rhodesia Settentrionale visitò il Barotseland, una superficie di 735.000 chilometri quadrati situata presso il corso superiore del grande fiume Zambesi, a ovest delle cascate Vittoria. Lo accompagnavano un Europeo interessato e un “servitore per i fratelli” africano che agiva da guida e interprete.

      Fu un viaggio molto difficile. Prima viaggiarono su un treno privato per il trasporto del legname fino a Massesse, dove si fermarono, tennero un’adunanza con alcuni Testimoni e disposero di formare il nucleo di una congregazione. Il successivo tratto del loro viaggio lo percorsero su un carrello da caposquadra preso a prestito, che fu sospinto lungo i binari da due Africani fino a un punto dove i viaggiatori poterono prendere un autocarro governativo. Questo li portò a Katima Molilo, dove ebbero un altro passaggio fino a Ngwesi. Lì furono accolti dai fratelli che erano scesi a piedi da Senanga, per incontrarli e portare il loro bagaglio. Per il resto del viaggio fino a Senanga percorsero la maggior parte della distanza su tre canoe. A un certo punto ebbero con un ippopotamo un’esperienza da far rizzare i capelli. Con terrore del fratello Holliday, il grosso bestione sollevò in aria una delle canoe. Ma il rematore mantenne abilmente l’equilibrio e colpì l’animale con la pagaia. Questo fece ottenere il risultato desiderato e l’ippopotamo si allontanò, con sollievo di tutti.

      Giunti a Senanga, furono accolti da una enorme folla che si era radunata. Per essere presenti, alcuni avevano viaggiato su strada per otto o nove giorni. Tutti erano vivamente in attesa e curiosi di ciò che era loro riservato. Questa era la prima visita di un fratello europeo e molti di loro non avevano mai visto prima una persona bianca. L’assemblea non ufficiale che tennero fu invero spiritualmente ristoratrice.

      Mentre visitava la congregazione di Mufulira, il fratello Holliday conobbe il sig. Ford, amministratore del compound, a cui fecero molta impressione il buon lavoro e la fidatezza dei “ragazzi della Torre di Guardia”. Egli fu uno dei funzionari menzionati nelle informazioni dell’Annuario del 1946 dei Testimoni di Geova: “Il pensiero ufficiale è quello di non concedere ancora il riconoscimento, ma singolarmente ci sono casi incoraggianti di un preciso rispetto per la pulizia, la decenza e la laboriosità dei testimoni di Geova. L’enorme numero di quelli che ora si associano con noi nei centri minerari (e non è insolito assistere a un raduno di 800 persone) comincia a fare profonda impressione a quelli che controllano direttamente gli Africani, e, come esempio di ciò, dopo una corrispondenza di quattro mesi con il consiglio dell’amministrazione comunale di Mufulira è stato concesso un lotto di terreno gratuito per la costruzione di una Sala del Regno. Bisogna attribuirne il merito ad alcuni funzionari che parlarono coraggiosamente a nostro favore”. Questa costruzione fu nella Rhodesia Settentrionale la prima del genere.

      Così, nonostante la persecuzione nella Rhodesia Settentrionale l’opera andava veramente avanti nella prima metà degli anni quaranta. Questo accadeva anche negli altri paesi sotto la filiale del Sud Africa.

      PREDICAZIONE IN BASUTOLAND NONOSTANTE LA PROSCRIZIONE

      All’inizio degli anni quaranta, il fratello Frank Taylor e sua moglie fecero una visita al Basutoland (ora Lesotho). Vi riscontrarono che c’era tanto interesse che in molti luoghi gli Africani in realtà correvano loro dietro per avere letteratura. Ma le autorità li osservavano e minacciarono di confiscare tutta la loro letteratura e così li costrinsero ad andare oltre.

      Nel febbraio del 1941, fu imposta la proscrizione totale sull’importazione della nostra letteratura in Basutoland. Per quanto possa sembrare strano, la proscrizione fu imposta prima ancora che abitasse nel paese un solo Testimone. Ma durante il periodo della proscrizione, l’opera del Regno ebbe inizio e fece ottimo progresso. I fratelli che avevano i veicoli acustici della Società avevano percorso il paese, trasmettendo le conferenze incise della Società e distribuendo letteratura, ma la sede filiale non ricevette un rapporto da due proclamatori del Basutoland che nel 1942. Uno di questi primi proclamatori fu il fratello L. Ramosena, che udì effettivamente la prima volta la verità mentre lavorava nella cittadina di Vereeniging, nel Transvaal. Il fratello Ramosena fu così entusiasta del messaggio e provò un tale vivo desiderio di diffonderlo nel suo proprio paese che andò a casa e cominciò a testimoniare diligentemente, cominciando da un luogo chiamato Teyateyaneng.

      Presto al fratello Ramosena si unì un altro fratello che aveva accettato la verità a Johannesburg e i due andarono in bicicletta nei villaggi vicini, diffondendo la buona notizia. Essi organizzarono piccole adunanze e il gruppo crebbe. Un anno dopo, nel 1943, c’erano quattro proclamatori, aumento del 100 per cento!

      In Lesotho partecipare all’opera di predicazione di casa in casa è assai diverso che nella maggioranza degli altri paesi. Sia che il padrone di casa si trovi dentro l’abitazione o che si trovi fuori, il proclamatore lo saluterà con un chiaro, amichevole “Khotso!” che significa “Pace!” Il padrone di casa risponderà con un “Khotso!” Quindi il proclamatore sarà invitato a entrare e gli sarà dato un posto da sedere e si informeranno l’uno della salute dell’altro. Completato il saluto tradizionale, il proclamatore può ora cominciare a spiegare la sua missione.

      Sebbene la Chiesa Cattolica e la Missione Francese siano ben stabilite nel paese e molti appartengano all’una o all’altra di queste religioni, molti Basuto si sono attenuti tuttavia alle loro tradizioni pagane del culto degli antenati e, fino a tempi recenti, hanno avuto luogo assassinii rituali, omicidi per ottenere certe parti del corpo a scopo cosiddetto medicinale. Ma, nonostante questi ostacoli, il piccolo gruppo dei proclamatori del Regno crebbe e nel 1948 c’erano nove proclamatori della buona notizia.

      Poiché molti capi sono cattolici spesso sono contrari all’opera del Regno, ma fra loro c’erano alcuni di cuore onesto. Nel 1951 un pioniere visitò il kraal di un capo di Leribe. Fu invitato a un pasto. Presenti furono anche due ecclesiastici. Il pioniere diede al capo una testimonianza e mentre esprimeva ciascun punto ne dava prova con la Bibbia. I due sacerdoti si seccarono e se ne andarono via con risentimento, ma il capo vi provò diletto e fu iniziato con lui uno studio. In seguito egli incoraggiò anche quelli della sua zona ad avere studi, e risultò che a volere studi biblici furono tanti che il pioniere locale non li poté tenere tutti. L’opera si svolgeva bene e nel 1951 c’erano nel Basutoland cinque piccole congregazioni. L’anno successivo ci furono in media 53 proclamatori e anche 10 pionieri.

      LA LUCE AUMENTA IN TANGANICA

      Più a nord, nel Tanganica, tra i fratelli africani l’opera faceva pure progresso. Negli anni successivi al 1936, a Città del Capo la filiale della Società ricevette dal Tanganica lettere isolate che mostravano come i raggi della verità risplendevano, benché debolmente, in questa parte dell’Africa. Nel 1942, ci furono 158 fratelli che ebbero qualche parte nell’opera. Secondo l’Annuario del 1945, i rapporti dal Tanganica indicavano crescente opposizione e confisca di letteratura, ma c’era una media mensile di 75 proclamatori che facevano rapporto di appena più di 8 ore per proclamatore nel campo. La sola maniera in cui questi fratelli si potevano incoraggiare era con la corrispondenza, e la Società fece questo. Nel 1945 i quasi 6.000.000 di abitanti di questo paese ricevettero testimonianza dalle sole tre congregazioni organizzate costituite da 144 proclamatori. La loro opera consisteva principalmente di testimonianze orali, visite ulteriori e studi. Una volta ogni tanto giungeva loro materiale da leggere e c’era grande allegrezza. Essi facevano buon uso di tali articoli per il beneficio di tutti. Nel 1946 erano aumentati a 227 proclamatori e 7 congregazioni. Questi fratelli incontravano considerevole opposizione da parte delle organizzazioni della religione falsa e avevano molto bisogno di una più stretta soprintendenza e di letteratura in swahili.

      Nel gennaio del 1948 dalla Rhodesia Settentrionale fu mandato un servitore per i fratelli di lingua cibemba affinché visitasse le congregazioni del Tanganica. Egli lavorò presso otto congregazioni nel distretto di Mbeya, incoraggiando ed edificando i fratelli. La sola altra congregazione, sul confine della Rhodesia Settentrionale, fu servita da un altro servitore per i fratelli. Si ottenevano risultati e perfino dei capi manifestavano interesse per la verità. Inoltre, il Tanganica venne ora sotto la nuova filiale formata nella Rhodesia Settentrionale. Oggi Kenya, Uganda e Tanzania sono diretti dalla filiale della Società in Kenya. L’opera del Regno sta avendo in quella zona un rapido sviluppo e reca molto onore al nome di Geova.

      COMINCIA UNA NUOVA CAMPAGNA

      La campagna delle adunanze pubbliche cominciò in Sud Africa nel giugno del 1945 e ricevette nel campo l’entusiastico appoggio dei fratelli. Come risultato della Scuola Teocratica, erano ora disponibili molti oratori. Gli schemi provveduti erano tradotti nelle principali lingue africane e anche in tale campo i fratelli cominciarono a organizzare questa nuova campagna.

      Naturalmente, molti fratelli si sentivano timidi e provavano timore a parlare da un podio pubblico. Fra questi erano Piet Wentzel e il suo compagno, Frans Muller, che prestavano servizio come pionieri a Vereeniging. Quando l’Informatore (in seguito chiamato Ministero del Regno [e ora Il servizio del Regno]) considerò la campagna, entrambi convennero che questa non era per loro. Essi non erano mai stati su un podio pubblico. In ogni modo, i suggerimenti dell’Informatore li incoraggiarono, quindi scelsero i discorsi e cominciarono a prepararsi. Per esercitarsi nella dizione scelsero un posto tranquillo sulla sponda del fiume e, ponendosi a sufficiente distanza, cominciarono a “rivolgersi” al loro “uditorio” che scorreva placidamente, al fiume! Per circa un mese scesero ogni giorno al fiume all’ora del pranzo e si esercitarono finché si sentirono sufficientemente fiduciosi di parlare a un uditorio reale. Furono ordinati foglietti d’invito e fu fatta molta pubblicità. Quando la data giunse, ebbero al discorso pubblico 37 presenti e furono molto grati di tale eccellente inizio.

      EVIDENTE UN’ORGANIZZAZIONE PIÙ FORTE

      In paragone con gli anni precedenti, il 1945 fu un anno relativamente calmo in quanto all’opposizione. Ci furono tuttavia diversi piccoli incidenti, uno dei quali avvenne nella cittadina di Kimberley. Questo è stato un importante centro di miniere di diamanti, dagli anni settanta dello scorso secolo quando si cominciarono gli scavi per cercare i diamanti in quella zona. Senza nessuna ragione apparente il consiglio municipale di Kimberley prese la risoluzione che non si doveva permettere ai testimoni di Geova di entrare nei quartieri del comune (per Africani) per diffondervi le loro credenze. Il soprintendente dei quartieri africani ebbe l’istruzione di fermare qualsiasi attività dei Testimoni e di chiudere i loro luoghi di adunanza. Un giornale locale pubblicò l’articolo con l’intestazione “Proscritti i Russelliani nei quartieri degli Africani”.

      Il soprintendente dei quartieri, un uomo chiamato O’Brien, non perse tempo ad agire. In assenza dei fratelli, entrò a forza nella Sala del Regno, si impossessò della loro letteratura e del loro apparecchio fonoriproduttore, e fece a pezzi il piccolo carrello a mano per portare in giro l’apparecchio. Porse quindi trionfalmente i pezzi agli astanti come legna da ardere. Nemmeno la filiale perse tempo a reagire. Il consiglio comunale ricevette 48 ore di preavviso per restituire la proprietà confiscata e per pagare i danni del carrello; altrimenti sarebbe stata fatta la denuncia all’autorità giudiziaria. Come risultato, il consiglio comunale dovette pagare di propria tasca 10 sterline per i danni, e O’Brien dovette fare marcia indietro e restituire personalmente alla Sala del Regno la proprietà confiscata. Oltre a tutto questo, la stampa locale pubblicò un articolo mostrando che i testimoni di Geova avevano riportato un’altra vittoria e continuavano a compiere come al solito la loro opera di istruzione nei quartieri degli Africani!

      A lungo andare, in Europa la guerra che era durata quasi sei lunghi, faticosi anni giunse al termine nel maggio del 1945. Nell’Estremo Oriente le ostilità continuarono ancora per un po’, finché le bombe atomiche infransero la resistenza del Giappone. In genere, i Sudafricani trassero un profondo sospiro di sollievo. Ma sebbene i Testimoni avessero combattuto e vinto la “battaglia della proscrizione”, il loro combattimento di lunga durata con il “seme” del Serpente non era ancora finito.

      In ogni modo, durante la guerra mondiale il popolo di Dio tenne l’Assemblea Annunciatori Uniti in diciannove luoghi. Per la prima volta nella storia dell’opera del Regno in Sud Africa, i fratelli poterono avere nel medesimo tempo le stesse buone cose che avevano i fratelli in America e altrove. Il programma e le nuove pubblicazioni furono tutte lì in tempo.

      Laggiù a Durban il numero dei proclamatori era salito a quasi 100. Questa piccola schiera fece una vigorosa campagna per annunciare il discorso pubblico. Si usarono 50.000 foglietti d’invito, 2.000 speciali lettere d’invito, 1.000 manifesti e molti striscioni grandi e piccoli. La città fu elettrizzata. Non avevano mai visto prima nulla di simile. Al discorso pubblico furono presenti 900 persone, delle quali circa 750 erano del pubblico. In tutta la nazione i presenti a quella serie di assemblee raggiunsero il nuovo massimo di 5.001.

      Nella sede filiale di Città del Capo la famiglia ascese ora a quattordici componenti, che ancora abitavano in case private e pensioni e prendevano i loro pasti in ristoranti locali. La piccola stamperia aveva avuto molto da fare e nel 1945 produsse un massimo senza precedenti di 2.562.817 pezzi di materiale stampato. Il nuovo libro “La verità vi farà liberi”, pubblicato nel 1943, era stato tradotto in afrikaans, zulù e sesotho.

      Così nell’Africa meridionale l’organizzazione uscì dalla seconda guerra mondiale molto più forte e più grande che all’inizio. L’opera aveva fatto progresso ed era cresciuta nonostante tutti gli sforzi compiuti dagli oppositori, la proscrizione della letteratura, le campagne “diffamatorie” dei religionisti, la pubblicità contraria della stampa, le cause nei tribunali, le irruzioni e gli arresti della polizia. In Sud Africa il numero delle congregazioni era più che raddoppiato, essendo aumentato da 115 a 244. In tutta l’Africa meridionale il numero medio dei proclamatori era salito da 3.179 (nel 1939) a 12.289 (nel 1945), aumento del 286 per cento. Ancor più meraviglioso fu l’aumento nell’Unione Sudafricana, da 439 proclamatori nel 1939 a 2.991 nel 1945, aumento del 580 per cento!

      EDIFICAZIONE IN VISTA DEL FUTURO

      In vista degli enormi aumenti degli anni della guerra, l’opera del Regno doveva essere bene organizzata nell’Africa Meridionale, Centrale e Orientale per essere produttiva negli anni futuri. Le registrazioni mostrano che da 3.179 nel 1939 i Testimoni aumentarono fino alla media di 14.089 nel 1946. In tutti i territori sotto la soprintendenza della sede filiale sudafricana di Città del Capo abitavano allora circa 25.000.000 di persone. Il novanta per cento apparteneva alle varie tribù africane della metà meridionale del continente. La maggioranza degli Europei (popolazione bianca) abitava comunque nella stessa Unione Sudafricana.

      Nei pochi anni che seguirono ci fu un’ulteriore, sorprendente crescita. Nuove filiali della Società Torre di Guardia si sarebbero aperte in questi territori, per avere migliore cura dell’interesse di quelli simili a pecore.

      In molte zone c’era ancora molta incomprensione riguardo all’opera. Quando dalla Rhodesia Settentrionale alcuni fratelli africani vollero venire nell’ottobre del 1946 a Johannesburg per il congresso, i funzionari dell’immigrazione non lo permisero loro. Uno chiese: “Non è stata la ‘Torre di Guardia’ colpevole di attività sovversive?” Furono presentati a questi funzionari i fatti, ma ai fratelli non fu ancora permesso di entrare nel paese. Fu addotta la ragione che a Johannesburg non ci sarebbero stati per loro alloggi sufficienti, poiché nei comuni africani già migliaia di persone abitavano in costruzioni provvisorie. Le autorità non vollero accettare il fatto che i medesimi testimoni di Geova avrebbero provveduto alloggio ai fratelli che li avrebbero visitati.

      Le pubblicazioni come “Sia Dio riconosciuto verace” e “Preparato per ogni opera buona”, presentate nel 1946 all’assemblea di Cleveland (Ohio), furono entusiasticamente accolte dai fratelli sudafricani circa due o tre mesi dopo alla loro assemblea di Johannesburg. Queste pubblicazioni contribuirono molto a rendere i servitori di Geova più qualificati come veri insegnanti della Parola. Si faceva ancora l’opera con il fonografo portatile e le conferenze bibliche incise, ma adesso era tempo che gli operai del Regno di ogni razza imparassero a predicare e insegnare di più essi stessi, con la loro propria bocca.

      Un sorvegliante di circoscrizione africano di quel tempo, M. Nguluh, riferisce che in quel periodo un buon numero di ecclesiastici africani di varie religioni accettò la verità. Uno di questi, Bethuel Rikhotso della Chiesa della Missione Svizzera, fu visitato dal fratello Nguluh nel 1946, mentre il fratello Nguluh faceva una visita di circoscrizione a Graskop nella parte nordorientale della provincia del Transvaal. Quest’uomo accettò la verità la prima sera che gli fu presentata, e alla visita successiva del sorvegliante di circoscrizione aveva predisposto che si tenesse un discorso speciale nel “kraal” (gruppo di capanne) del capo supremo della tribù shangaanese. Questo permise di dare una potente testimonianza e, anni dopo, si formò in questa zona una grande congregazione. Rikhotso stesso divenne pioniere nel gennaio del 1947.

      OPERA E ASSEMBLEE DI CIRCOSCRIZIONE

      In quei giorni l’opera del sorvegliante di circoscrizione africano era a volte pericolosa. Il fratello Nguluh menziona che due volte quasi annegò quando attraversava fiumi in piena. Anche oggi, per andare da una congregazione all’altra, i sorveglianti di circoscrizione africani devono camminare per molti chilometri attraverso la savana, carichi di bagaglio, e spesso accompagnati da moglie e bambino.

      Nel febbraio del 1947, entrò in vigore una nuova disposizione per le circoscrizioni e il Sud Africa fu diviso in quattordici circoscrizioni.

      In alcune zone l’interesse del popolo africano era rimarchevole. Un sorvegliante di circoscrizione africano narra che lo stesso giorno pronunciò lo stesso discorso pubblico tre volte! Era stato mandato in una certa zona a organizzare una nuova congregazione e predispose di tenere una domenica dell’agosto 1947 una conferenza pubblica. I presenti furono 173, quasi tutti nuovi interessati. Egli scrive: “Dopo la conferenza quei presenti andarono via per invitare altri a venire a udire la verità. Alle ore 15 dovetti pronunciare una seconda conferenza pubblica. Alle ore 17 venne nella sala un altro grande gruppo e mi sollecitò di ripetere il discorso giacché aveva udito dal gruppo delle ore 15 che in quella sala si dichiarava la verità. Così dalle ore 18 alle ore 19, quel pomeriggio, pronunciai il discorso per la terza volta”. Questo tipo d’interesse avrebbe dato l’andatura a meravigliosi aumenti.

      Nell’aprile del 1947, si tenne a Durban la prima assemblea di circoscrizione del Sud Africa. A questa assemblea il sorvegliante di distretto fu Milton Bartlett, diplomato della quinta classe della Scuola Biblica Torre di Guardia di Galaad per missionari e primo missionario galaadita venuto in Sud Africa. I fratelli africani ebbero una sala imbiancata in un compound municipale presso il centro della città. Questa fu un’occasione felice. I fratelli erano venuti da notevoli distanze, poiché in quel tempo la provincia del Natal era tutta inclusa in una sola circoscrizione.

      Il fratello Bartlett fa questa descrizione molto vivace del colore locale di questa assemblea africana: “Vedere l’attitudine dei Testimoni africani fu un’esperienza rallegrante. Erano così puliti, calmi, lindi nella persona, così sinceri e desiderosi di apprendere maggiormente la verità, assai desiderosi di partecipare al servizio di campo. Benché stessero proprio dentro il compound (il terreno delle abitazioni) avevano le loro caldaie a tre piedi e avevano macellato un animale e in quel compound prepararono il loro cibo. Ogni Testimone aveva portato con sé il proprio piatto smaltato, la propria tazza smaltata e un cucchiaio, che usava per mangiare tutto il suo cibo. Ma quando venne l’ora di mangiare il solido mealie (minestra di mais) se l’arrotolavano nella mano, lo intingevano in un po’ di zuppa in fondo al piatto e poi se lo mettevano in bocca”.

      I fratelli si rallegrarono grandemente alle loro assemblee di circoscrizione. Il rapporto della filiale di quell’anno narra che i fratelli africani dello Zululand fecero a piedi centoventicinque chilometri per andare a un’assemblea di circoscrizione e quindi ritornare nuovamente a casa, nell’insieme cinque giorni di marcia. Come disse il sorvegliante di filiale: “Lo zelo di molti di questi amici è davvero rimarchevole e fa bene al cuore vedere la loro volontà d’imparare e prendere sul serio le istruzioni ricevute”.

      Né questi fratelli si preoccupano del problema degli alloggi. Essi vengono con un fagotto contenente una coperta e alcuni oggetti personali, alcune donne con un bambino sulle spalle, e una cassettina di legno per i libri e la Bibbia. Alle sessioni dell’assemblea, la cassetta è spesso usata come sedile. Se dovessero trascorrere una notte o due in viaggio per andare al luogo dell’assemblea, troverebbero facilmente alcuni Africani amichevoli che li farebbero dormire in un angolo. Se devono dormire all’aperto, hanno le loro coperte per tenersi caldi.

      Alcune volte non c’è una sala disponibile e l’assemblea si tiene dunque all’aperto sotto la volta del cielo. D’altra parte, una costruzione temporanea si fa con pali coperti di telone incerato. Le necessità temporali sono soddisfatte con appetitosi pasti fatti con mealie (farina di mais) e carne. Se hanno il loro proprio piatto, bene. Altrimenti, mangiano in una scodella comune. Se qualcuno non ha un cucchiaio, be’, prima dei coltelli e dei cucchiai furon fatte le dita!

      GIOIOSA VISITA CHE EDIFICA SPIRITUALMENTE

      L’avvenimento notevole nell’opera del Regno in Africa Meridionale, Centrale e Orientale nel 1948 fu la visita da lungo tempo attesa del presidente della Società, N. H. Knorr. Quale gioia fu questa per tutti i fratelli dell’Africa meridionale! Allora fu acquistato il terreno per costruire una nuova sede filiale, uno stabilimento e una casa vicino a Johannesburg.

      I giorni dal 3 al 5 gennaio 1948 furono riservati all’assemblea nazionale del Sud Africa. Essa fu tenuta a Johannesburg; ma date le richieste ufficiali i fratelli europei e di colore dovettero riunirsi in un luogo e gli Africani in un altro. Quantunque ai fratelli fosse stato dato un breve preavviso, circa 3.600 assisterono alle sessioni di apertura e 9.246 vennero alle due adunanze pubbliche. Gli immersi furono in tutto 416, di cui 378 furono fratelli africani. Dopo l’assemblea, il fratello Knorr e il suo segretario, Milton Henschel, stettero tre giorni nella sede filiale di Città del Capo, dando consigli e incoraggiamento al personale della Betel.

      In tutti i paesi e i territori sotto la direzione della filiale di Città del Capo ci fu nel 1948 un massimo di poco più di 27.000 proclamatori. Come risultato della visita fatta quell’anno dal fratello Knorr, furono organizzate alcune nuove filiali perché funzionassero per proprio conto nelle parti centrali dell’Africa, anziché essere semplici depositi che inviavano rapporti all’ufficio della Società situato a Città del Capo. A questo punto sembra appropriato considerare il progresso conseguito in alcuni paesi dell’Africa centrale che fino ad allora erano stati sotto la sovrintendenza della filiale di Città del Capo.

      LA PREDICAZIONE DEL REGNO PROSPERA QUANDO SI RIMUOVONO LE RESTRIZIONI

      Nella Rhodesia Meridionale (ora chiamata semplicemente Rhodesia), la battaglia per far rimuovere le restrizioni sull’attività del Regno continuava. La filiale di Città del Capo aveva fedelmente inviato domande affinché fossero rimosse le restrizioni e nel 1945 c’era stata l’assicurazione che la domanda sarebbe stata considerata a una prossima seduta del consiglio dei ministri. L’anno dopo le restrizioni furono infine rimosse, e la letteratura della Società poté ancora una volta circolare liberamente in Rhodesia.

      Nel 1947 le circostanze familiari di Bert McLuckie furono tali che si sentì libero di riprendere il servizio di pioniere. Con sua grande sorpresa e felicità, fu assegnato ad aprire il 1º luglio 1947 un deposito per la Società a Bulawayo, allora Rhodesia Meridionale. Grazie primariamente a Geova, la lunga, dura battaglia per stabilire pienamente e rappresentare dovutamente l’opera del Regno in quel paese era stata vinta! Quell’anno il massimo dei proclamatori aveva superato i 3.000, con 82 congregazioni organizzate.

      L’ufficio del primo deposito fu una cosa piuttosto familiare, poiché Bert McLuckie lavorava nella casa di suo fratello carnale Jack McLuckie. In principio, Bert McLuckie fece tutto il lavoro da sé. Quindi chiamò due fratelli africani perché traducessero gli articoli della rivista Torre di Guardia, uno in cishona e l’altro in cinyanja. Per parecchio tempo fecero copie di queste traduzioni con un ciclostile, e le riviste dovevano essere raccolte, piegate e cucite a mano. Come ammette lo stesso fratello McLuckie, il prodotto finale lasciava molto a desiderare. Nel 1976 queste riviste sono ora prodotte con un grado di qualità molto alto da una moderna rotativa della filiale di Elandsfontein, e la traduzione cinyanja ha una tiratura di 25.000 copie e la traduzione cishona una tiratura di 13.900 copie per edizione.

      Tutti questi sviluppi e miglioramenti recarono per certo grande gioia e incoraggiamento al cuore dei proclamatori del Regno nella Rhodesia Meridionale. Ma possiamo immaginare quanto tutti dovettero rallegrarsi allorché nell’ottobre del 1947 giunse la notizia che i fratelli Knorr e Henschel li avrebbero visitati nel gennaio del 1948. Furono preparati migliaia di foglietti d’invito, centinaia di manifesti e molti striscioni per annunciare i discorsi che sarebbero stati fatti dal fratello Knorr agli Africani e agli Europei di Bulawayo e Salisbury. Verso questo tempo, entrò in scena anche Eric Cooke, primo missionario della Rhodesia Meridionale proveniente dalla Scuola di Galaad.

      A Salisbury sorsero difficoltà quando il Dipartimento dell’Amministrazione Nativa annullò le disposizioni prese in precedenza per l’uso della sala municipale di Harari nel periodo del congresso, dal 16 al 18 gennaio 1948. Essi annullarono anche le prenotazioni degli alloggi che erano state fatte precedentemente per i fratelli africani. Quindi il 13 gennaio il fratello Cooke ebbe un colloquio con il direttore del Dipartimento Nativo per appurare la ragione delle sue obiezioni. Si scoprì che aveva un’idea errata della Società, credendo che fosse ‘contro il governo’. Il fratello Cooke superò questa idea errata leggendo un brano dell’Annuario dei Testimoni di Geova. Questo fece al funzionario tanta impressione che ridiede il permesso di usare la sala di Harari e rese disponibili gli alloggi per le migliaia che si attendeva assistessero all’assemblea. Così fu aperta la via per una felice assemblea dei testimoni di Geova, che ebbe un massimo di oltre 6.000 presenti.

      Durante la sua breve visita il fratello Knorr prese il tempo di visitare funzionari governativi per discutere certe importanti restrizioni sulla letteratura della Società dovute alla scarsità di dollari nei paesi della sterlina. Il fratello Knorr regolò questo problema presso i funzionari, dicendo che tutte le forniture di letteratura per la Rhodesia Meridionale sarebbero state mandate gratuitamente, e così evitò i problemi della moneta.

      Nel corso di questa visita il fratello Knorr dispose che il deposito divenisse una sede filiale il 1º settembre 1948, con Eric Cooke come sorvegliante di filiale. Per l’opera del Regno, questo fu nella Rhodesia Meridionale il principio di un nuovo capitolo. In quel tempo il massimo dei proclamatori fu lì di 4.232.

      DESTATO IL NIASSA

      Nella storia dell’opera compiuta in quei giorni nel Niassa (ora Malawi) si scorge un modello molto simile. Nel 1946 i testimoni di Geova facevano davvero sentire nel Niassa la loro presenza. Il numero dei proclamatori superò per la prima volta i 3.000, e i fratelli realmente destavano il paese.

      La campagna delle adunanze pubbliche era ora in piena attività e aveva molto successo destando dappertutto le persone. Naturalmente, i falsi religionisti fecero ogni sforzo per impedire che i testimoni di Geova tenessero queste adunanze nei loro villaggi. Per fare un discorso pubblico si doveva ottenere il permesso dai sottocapi dei villaggi. Quindi, se il sottocapo subiva l’influenza dei dirigenti religiosi locali, non si poteva tenere nessuna adunanza pubblica. Nella zona di Zomba, i diaconi e gli anziani di una certa chiesa minacciarono di privare un sottocapo della sua autorità, ma egli semplicemente disse loro di provarci. In contrasto, il sottocapo di un villaggio vicino in realtà percosse due testimoni di Geova che gli si erano rivolti per prendere le disposizioni di tenere nel suo villaggio un’adunanza pubblica. L’uomo fu portato in corte, ma siccome era una persona influente e membro della chiesa, la locale corte africana disse: “In questa questione non possiamo fare nulla”. Tuttavia, quando il commissario distrettuale lo udì, fece una severa riprensione sia alla corte che al sottocapo contrario.

      Molti capi cominciarono ora a mandare inviti ai testimoni di Geova affinché pronunciassero discorsi nei loro villaggi. Un capo, che, a un discorso pubblico in un luogo chiamato Lizulu, aveva udito la verità sulla condizione dei morti, assisté dopo breve tempo a un servizio funebre tenuto da alcuni dirigenti religiosi. Fu detto all’uditorio che il fanciullo morto “è ora un angelo in cielo”. Il vecchio capo brontolò, si alzò rigidamente in piedi, si volse al suo induna (sottocapo) che gli stava accanto e gli chiese del tabacco da fiuto. Fiutando poi vigorosamente, si allontanò dalla scena dicendo: “Ah, abbiamo udito a Lizulu dove sono i morti; queste sono tutte menzogne!”

      Il messaggio dei testimoni di Geova era così potente che i falsi religionisti cercavano di imitare le nostre espressioni e i nostri metodi. Essi cercavano di dire: “Anche noi predichiamo il nuovo mondo”. Alcuni di loro avevano tentato di fare visite ai loro membri; ma dopo alcune settimane dovettero rinunciarvi.

      In un’adunanza pubblica all’aperto, estesamente annunciata a voce e con avvisi affissi agli alberi, circa 300 persone si radunarono all’ombra degli alberi di mango per udire il discorso. Accadde così che un ecclesiastico venne con la sua bicicletta nel momento cruciale quando l’oratore citava Michea 3:11: “I suoi propri sacerdoti istruiscono solo per un prezzo”. L’ecclesiastico si offese e si lamentò presso il sottocapo locale, il quale decise che i testimoni di Geova dovevano smettere di tenere adunanze pubbliche. Naturalmente, i fratelli non potevano accettare questo e fecero appello alla corte nativa superiore, dove la decisione fu abolita con l’avvertimento che da allora in poi chiunque fosse stato trovato a disturbare i testimoni di Geova sarebbe stato condannato a pagare l’ammenda di 5 sterline. Al tempo in cui si era tutto tranquillizzato, circa cinquanta persone interessate si erano schierate come attivi proclamatori del Regno!

      Molti sottocapi dei villaggi che erano stati contrari divennero amichevoli e ammisero d’essere stati influenzati dai capi religiosi. Quando un sorvegliante di circoscrizione si rivolse al sottocapo di un villaggio, pure cattolico romano, facendo richiesta di tenere nel villaggio un’adunanza pubblica, gli fu detto: “Tenete un’adunanza qui? Oh, avete tenuto un’adunanza nel villaggio di —— e ora la chiesa di lì è caduta; siete stati ricevuti nel villaggio di —— e a —— e in entrambi i casi è accaduta la stessa cosa. Ora volete entrare nel mio villaggio e abbattere la chiesa che vi abbiamo costruita! No, mai!” Comunque, la mattina dopo duecento fratelli marciarono attraverso il villaggio cantando. I cattolici romani cercarono di causare un tumulto gridando e battendo i loro tamburi, ma una grande folla si unì ai fratelli nella loro marcia e tutti andarono al luogo appena fuori del villaggio dove si tenne con molto successo l’adunanza pubblica.

      COMBATTUTA LA PROSCRIZIONE

      Parte del processo di risveglio si compì nel Niassa per mezzo di una petizione che si fece circolare nell’anno di servizio del 1946 con la quale si chiedeva la restituzione della nostra letteratura, che era trattenuta dal governo. A questa colonia britannica alquanto isolata tale energica azione dei fratelli fece impressione. I moduli della petizione furono firmati da 47.000 persone, e questo suscitò realmente la preoccupazione delle autorità.

      In data 5 settembre 1946 la filiale di Città del Capo mandò una lunga e vigorosa lettera al segretario di stato per le colonie a Londra. Questa lettera indicava che la condotta dei testimoni di Geova nel Niassa era stata irriprovevole, che quelli ch’erano stati responsabili della proscrizione imposta sulla letteratura erano stati fortemente influenzati dai gesuiti operanti nel Niassa e che le proscrizioni sulla letteratura della Società erano già state abolite in altre parti del Commonwealth Britannico. La risposta fu incoraggiante, in quanto i governatori dei quattro diversi territori britannici che formavano il blocco africano orientale (Rhodesia Settentrionale, Niassa, Kenya e Tanganica) furono invitati dal Ministero delle Colonie a fare una raccomandazione congiunta riguardo alla Società Torre di Guardia e ai testimoni di Geova. Ai governatori si chiese di tener presenti due punti principali, (1) il principio della libertà di adorazione per tutti, e (2) che proibizioni simili a quelle allora esistenti in questi paesi erano state tolte in tutte le altre parti dell’Impero. In ogni modo, la questione fu archiviata dalle autorità, che dissero di voler esaminare accuratamente la letteratura della Società.

      UNA VISITA DÀ IMPULSO ALL’OPERA

      Il 13 gennaio 1948 ebbe luogo in Niassa un avvenimento molto speciale. Dopo un breve volo da Salisbury (Rhodesia Meridionale), un aereo atterrò con quattro fratelli a bordo. Essi erano i fratelli Knorr, Henschel, Phillips, sorvegliante di filiale di Città del Capo, e I. Fergusson, nuovo diplomato di Galaad assegnato a prestare aiuto nel Niassa. Un’adunanza era stata prestabilita per Europei e Indiani nella sala comunale di Blantyre. Considerando il fatto che allora a Blantyre c’erano solo 250 Europei, i 40 presenti che udirono il discorso pubblico costituirono un buon numero. Il giorno dopo il gruppo assisté all’assemblea africana presso Limbe dove Bill McLuckie interpretò i discorsi degli oratori in cinyanja. Per il discorso pubblico del pomeriggio ci fu un uditorio di 6.000 persone. Poiché non c’era nessun impianto di amplificazione acustica, i fratelli che erano in programma dovettero parlare con voce forte onde tutti potessero udire. A un certo punto una forte pioggia interruppe il discorso, e il pubblico cominciò a spargersi per mettersi al riparo di alberi o case vicine. Ma i fratelli rimasero e il fratello Knorr portò a termine il suo discorso riparandosi sotto un ombrello. Il fatto stesso che il presidente della Società, un Europeo, stesse sotto la pioggia per finire il suo discorso mostrò agli Africani che le persone associate con la Società erano davvero interessate al loro benessere, poiché gli Europei locali non l’avrebbero mai fatto.

      Durante la visita il fratello Knorr parlò con il segretario principale del governo e con il commissario di polizia e poté chiarire i dubbi e le incomprensioni sulle pubblicazioni della Società. I rappresentanti governativi promisero di rivedere l’intera questione per determinare se la proscrizione sulla letteratura poteva essere abrogata.

      La visita del fratello Knorr diede all’opera nel paese enorme impulso e il 1948 fu per certo memorabile nella storia dell’opera del Regno in Niassa. Il massimo dei proclamatori aveva ora superato i 5.000 e i nuovi si univano assai presto alle loro file. Nel 1948 il numero dei proclamatori del Niassa in alcuni luoghi aumentava così rapidamente che era difficile trovare territorio sufficiente per testimoniare.

      Il 1º settembre 1948 fu stabilita nel Niassa una filiale e Bill McLuckie fu nominato sorvegliante di filiale. Questo segnò un altro passo avanti nella storia dell’opera del Regno in Niassa, che diede luogo all’ulteriore rafforzamento dei fratelli. L’anno successivo, nel 1949, arrivarono due diplomati britannici della scuola missionaria di Galaad, Peter Bridle e Fred Smedley.

      LA VERA ADORAZIONE AVANZA NELLA RHODESIA SETTENTRIONALE

      La Rhodesia Settentrionale (ora chiamata Zambia) non rimaneva affatto indietro in questo periodo. Molto aumento si accentrava intorno alla progressiva zona della produzione del rame. Qui nella Zona del Rame l’organizzazione si espandeva con enorme rapidità. Per essere all’altezza di questo grande afflusso si dispose di tenere nel deposito un corso di dieci giorni per tutti i lavoratori nel servizio continuo e per chiunque desiderasse entrare nelle loro file allo scopo di avere servitori per i fratelli più competenti.

      Questa avanzata della vera adorazione preoccupava davvero i falsi pastori della cristianità. Un parroco, nello sforzo di arginare la marea, dispose che i membri della sua congregazione andassero alle capanne delle persone come facevano i testimoni di Geova e le invitassero ad andare in “chiesa”. Ma alcuni furono accolti da stupiti padroni di casa i quali, dopo aver ascoltato il loro esitante discorso, dissero loro che non avevano alcun messaggio simile a “quelli della Torre di Guardia”. Dopo questo sforzo infruttuoso gli scoraggiati frequentatori di chiesa ritornarono e la loro congregazione non era cresciuta!

      Nella Rhodesia Settentrionale interi villaggi accettarono la verità. Alcuni missionari della cristianità mostrarono una disposizione mansueta, come il missionario europeo di Mumbwa che, impressionato dallo zelo dei testimoni di Geova, cominciò a leggere i libri della Società e a visitare il sorvegliante che presiedeva la congregazione locale.

      Qui i Testimoni furono angariati per anni da un funzionario governativo che aveva messo in prigione i proclamatori, abbattuto le tettoie costruite per lo studio biblico e interrotto le loro adunanze. Questo magistrato fu condannato a pagare un’ammenda per la condotta illegale e fu sostituito da un uomo che era imparziale e giusto. Il sorvegliante del deposito visitò questo distretto ed ebbe un colloquio con tutti i capi e i consiglieri alla loro riunione trimestrale. Risultato? Fu concesso il permesso di costruire centri di studio in tutto il distretto. Entro breve tempo in tutto questo distretto sorsero piccole tettoie coperte di erba o costruzioni più forti e agli studi si vedevano assistere regolarmente anche i sottocapi. Quattordici di essi dissero ai loro capi che avevano accettato la verità e il loro numero continuava ad aumentare.

      Anche in Barotseland, i capi e la famiglia reale ricevettero un’eccellente testimonianza quando a un rappresentante europeo della Società, che era lì per assistere a un’assemblea di circoscrizione di 2.800 proclamatori, fu concesso il permesso di parlare al khotla, supremo consiglio governante barotse. Così dal trono, avendo accanto il capo supremo, egli poté spiegare perché la nostra opera è diversa e in che cosa consiste il nostro messaggio. Tutto questo avvenne alla presenza dei capi, dei soprintendenti e della famiglia reale. In seguito batterono con tradizionale vigore i tamburi reali.

      Uno dei vecchi membri della casa reale che accettò la verità, sebbene fosse troppo anziano d’età per camminare, andava ogni giorno su un asino alla biforcazione di un sentiero nativo e lì chiamava i passanti per testimoniare loro. Un nemico uccise il suo asino con una lancia ed egli ne fu davvero rattristato, ma un proclamatore gliene diede un altro affinché potesse continuare la sua opera.

      Un grosso carico che portavano in questo tempo gli interessati era l’analfabetismo. Molti proclamatori imparavano le scritture e i sermoni a memoria. Ma da allora hanno imparato a leggere e a scrivere la loro propria lingua per mezzo dei corsi istituiti dalla Società per vincere l’analfabetismo.

      All’inizio del 1947, documentazioni furono presentate al Ministero britannico delle Colonie a Londra in una visita personale che il sorvegliante di filiale sudafricano fece quando dalla Scuola di Galaad tornava di nuovo a Città del Capo. Queste furono allegate a una petizione presentata al governo, firmata da 40.909 persone che deploravano l’atto di proscrivere la distribuzione di letteratura biblica, che ritenevano un’utile opera di educazione cristiana. In risposta a questa petizione, il governo della Rhodesia Settentrionale promise di riesaminare la propria posizione riguardo alla letteratura, e il 19 giugno alcune pubblicazioni, notevolmente “Il Regno di Dio è vicino” e “La rigenerazione mondiale avvenire”, furono tolte dall’elenco delle pubblicazioni proscritte. Comunque, la rivista ufficiale della Società, La Torre di Guardia, non era ancora libera per la divulgazione. Quindi, non si poteva smettere di compiere sforzi per rendere disponibile ai fratelli questo necessario cibo spirituale. Infatti, il bisogno era più grande che mai, poiché il 1947 finì con 6.114 predicatori della buona notizia in 252 congregazioni.

      Nel 1948, il paese selvaggio della Zona del Rame una volta impervio e infestato dalla malaria era divenuto la dimora di circa 25.000 Europei, che aumentarono principalmente la comunità dei minatori. Essi vivevano in condizioni che si potevano paragonare favorevolmente con il livello di vita dei paesi dai quali eran venuti. Fino a quest’anno s’era potuta fare tra questa popolazione di lingua inglese poca predicazione pubblica.

      L’ORGANIZZAZIONE RICEVE AIUTO

      A questo stadio l’organizzazione della Rhodesia Settentrionale ricevette fortunatamente aiuto tramite i due missionari di Galaad, Harry Arnott e Ian Fergusson. Il fratello Arnott arrivò appena prima dei fratelli Knorr e Henschel, che fecero la loro prima visita a questo paese nel gennaio del 1948.

      Durante la visita dei fratelli Knorr e Henschel, accompagnati da George Phillips, essi trascorsero alcune ore a Lusaka in un’assemblea di quattro giorni. Questa adunanza si tenne in un appezzamento di terreno appartenente a una signora europea che non solo si attenne alla promessa di far usare loro il terreno nonostante la pressione dei nemici dei Testimoni, ma anche assisté all’assemblea. L’ambiente era davvero pittoresco. I fratelli avevano raccolto l’argilla e avevano fatto un podio di terra. Nella creta erano stati piantati dei pali e per coprire il palco fu fatto un tetto d’erba. Questa volta l’uditorio era ancora separato, con le sorelle a sinistra dell’oratore e i fratelli a destra. Il coro fece al fratello Knorr una tale impressione che chiese di farne un’incisione. L’opuscolo “Il Regno di Dio è vicino” in lingua silozi fu presentato nel corso del congresso di quattro giorni a un uditorio riunito di 3.103 persone.

      Il 16 gennaio 1948 il fratello Knorr ebbe un colloquio con il segretario degli affari nativi e con il procuratore generale sulla proscrizione di alcune pubblicazioni che la Società voleva spedire nella Rhodesia Settentrionale. Fu informato che i funzionari erano sicuri che la proscrizione sarebbe stata tolta entro un periodo da trenta a sessanta giorni, senza nessuna ulteriore restrizione sull’opera della Società. Questo portò la visita del presidente della Società e del suo segretario a un appropriato culmine.

      Con l’ulteriore aiuto dei missionari addestrati a Galaad, il campo europeo pure ricevette migliore attenzione. A metà del 1948 Harry Arnott fu assegnato come missionario alla cittadina di Luanshya, e Ian Fergusson, ch’era stato nel Niassa per un po’, a Chingola. Presto si faceva intensa predicazione di casa in casa e la reazione era emozionante. Il territorio vergine assorbiva sostanziali quantità di Bibbie e letteratura biblica, e rapidamente si avevano studi biblici a domicilio. Entro un anno furono istituite in queste cittadine due piccole congregazioni europee e si prendevano disposizioni per estendere l’opera di predicazione a Mufulira e a Kitwe.

      L’arrivo dei diplomati della Scuola di Galaad fu ritenuto un’eccellente opportunità per trasmettere alcuni benefici dell’avanzata organizzazione teocratica alle congregazioni del popolo di Geova situate in tutto questo territorio dell’Africa centrale. Tutti i rappresentanti viaggianti nominati, insieme a quelli delle file dei pionieri che potevano essere qualificati per questo servizio, furono invitati alla sede filiale di Lusaka per seguire una Scuola di Galaad in “piccole proporzioni”. Questa scuola per sorveglianti di circoscrizione trattò parte delle materie fondamentali sull’organizzazione e sull’insegnamento biblico svolte nella Scuola di Galaad in quei primi anni. I soggetti insegnati furono temi biblici, registrazioni teocratiche, servizio teocratico e nozioni attinenti. Si facevano ripetizioni scritte e per la sera si assegnavano compiti da fare a casa, ed ebbero perfino un “programma per il conferimento dei diplomi” con un netto colore africano.

      Dopo la prima visita del presidente della Società in questa parte dell’Africa, i fratelli furono incoraggiati a prestare più che la solita attenzione per imparare a leggere e a scrivere la loro propria lingua ed essere così meglio preparati a studiare la Parola di Dio e a predicare ad altri la buona notizia. La sede filiale prese subito disposizioni perché in ogni congregazione si formassero gruppi per insegnare a leggere e a scrivere. All’inizio, gli ausili didattici si ottenevano dai dipartimenti educativi del governo e si usavano come base per queste classi di insegnamento in gruppo. Spesso le lezioni d’insegnamento erano un prolungamento di un’adunanza di congregazione, e, per lo più, gli alunni erano le sorelle della congregazione. “Ciascuno insegni a uno” divenne un’espressione comune nella campagna pubblicitaria per vincere l’analfabetismo. I mariti erano sollecitati a trascorrere tempo per insegnare alla moglie, e altri che già sapevano leggere e scrivere erano incoraggiati a dedicare il loro tempo per insegnare a un altro nella congregazione.

      UNA NUOVA SEDE FILIALE

      Il 1º settembre 1948 fu stabilita una sede filiale con Llewelyn Phillips come sorvegliante di filiale. In quel tempo nelle 232 congregazioni della Rhodesia Settentrionale c’erano più di 11.600 proclamatori. La proscrizione della rivista Torre di Guardia fu abolita, ma alcuni libri erano ancora proscritti.

      Questa nuova filiale della Rhodesia Settentrionale divenne ora responsabile di diversi territori a nord e a est, compreso il territorio allora noto come Congo Belga, che fino al 31 agosto era stato sotto la giurisdizione della filiale sudafricana. Fino a questo momento quale progresso aveva fatto nel Congo Belga l’opera del Regno?

      PROGRESSO CRISTIANO NONOSTANTE LA CONFUSIONE

      Il Congo Belga (Repubblica del Congo, Kinshasa, ora chiamato Zaïre) è un vasto paese di oltre 2.300.000 chilometri quadrati, più esteso del Texas e dell’Alasca messi insieme, con una popolazione di più di 23 milioni di abitanti. È a nord dello Zambia e dell’Angola e la sua principale caratteristica fisica è la grande depressione del bacino del fiume Congo. A sud-est, sul confine con lo Zambia, sono ricche miniere di rame che provvedono la principale ricchezza economica del paese. Il clima è in genere caldo e umido e gran parte della superficie è coperta da fitta giungla. Nel 1885 esso venne sotto il dominio belga, con il risultato che la lingua ufficiale divenne il francese e la religione prevalente quella cattolica romana.

      Fino agli anni quaranta non c’era nel Congo nessuna organizzata opera di predicazione del Regno. Comunque, vi cresceva il locale falso “Movimento Torre di Guardia” o Kitawala. Il libro Kitawala (tedesco) di Greschat, a pagina 71, dichiara: “Trovate interi villaggi che si chiamano Torre di Guardia, il che semplicemente significa che sono stati immersi, battezzati, e vagamente accettano varie nozioni sulla fine del mondo e, supposto che vivano in un certo modo, pensano che Dio dia loro ricompense su questa terra”.

      Nel Congo, come altrove, il termine nativo “Kitawala” si usava spesso quando si faceva riferimento al “Movimento Torre di Guardia” indigeno. Sembra che Kitawala sia un’alterazione della parola “torre” preceduta dal prefisso “ki”. Alcuni usavano l’espressione più lunga “Waticitawala”, ovvia alterazione nativa di “Watchtower”. Non è difficile capire come i non informati potessero mettere in relazione i due termini; i nomi “Società Torre di Guardia” e (Movimento) “Torre di Guardia” o Kitawala sono molto simili. E con quanta leggerezza i nemici della verità si son serviti di questa somiglianza più e più volte per suscitare pregiudizio nella mente dei funzionari governativi e per causare difficoltà ai veri servitori di Geova!

      Insurrezioni, ribellioni, scontri tribali e, infatti, qualsiasi avvenimento spettacolare fra nativi erano spesso convenientemente messi in relazione con il movimento “Torre di Guardia”. Il nome divenne un fetore per i funzionari e le autorità. Si può immaginare quale biasimo questo recasse in quelle zone sul nome di Geova e sulla sua vera organizzazione!

      Com’è già stato spiegato, questa confusione fu inizialmente causata dall’opera di Joseph Booth e dei suoi seguaci nel Niassa al principio del ventesimo secolo. Il sig. Booth, insieme al suo discepolo Elliott Kamwana e ad altri, fece errato uso delle prime pubblicazioni della Società Torre di Guardia di Bibbie e Trattati, e ciò diede luogo alla nascita del falso “Movimento Torre di Guardia” nell’Africa centrale. Dal Niassa l’insegnamento si diffuse evidentemente a sud e a ovest nelle Rhodesie e nel Congo.

      Negli anni che seguirono, la Società mandò lettere alle autorità del Congo esponendo i fatti, ma, per molti anni, i funzionari preferirono in un modo o nell’altro continuare a mettere in relazione le attività di questi movimenti religiosi indigeni che facevano uso del nome “Torre di Guardia” con la Società Torre di Guardia di Bibbie e Trattati e l’opera dei testimoni di Geova. L’influenza e le pressioni ecclesiastiche ebbero molto a che fare con questa situazione.

      Regolari sforzi furono compiuti dalla Società per far entrare nel paese rappresentanti maturi, ma senza successo. Occorrevano direttiva e assistenza, ma all’organizzazione di Geova si rifiutava il permesso di inviare tale assistenza tanto necessaria, e per molti anni le autorità non poterono o non desiderarono fare una distinzione tra i veri servitori di Geova e i “Movimenti Torre di Guardia” indigeni.

      All’inizio del 1948 Llewelyn Phillips, sorvegliante di deposito della Rhodesia Settentrionale, fu mandato nel Congo Belga perché intervenisse a favore dei Testimoni che vi erano perseguitati e cercasse di far togliere la proscrizione dell’opera. Ebbe colloqui privati con il governatore generale e con altri funzionari governativi e poté spiegare la nostra opera e mostrare quanto le nostre credenze e i nostri princìpi fossero ben lontani da quelli del falso “Movimento Torre di Guardia” chiamato Kitawala. Furono presentate a queste autorità lettere ufficiali in data 15 marzo e 7 aprile 1948 così che la questione fosse registrata. Durante il colloquio con lui, il governatore generale pensosamente domandò: “E se io vi aiuto, cosa mi accadrà?” Un’ottima domanda, giacché il Congo era quasi completamente sotto il controllo della Chiesa Cattolica Romana!

      Che benedizione fu quando l’opera del popolo di Geova fu finalmente riconosciuta! La filiale cominciò a lavorare sotto il nome ufficiale di “Testimoni di Geova” anziché di “Società Torre di Guardia”, in modo da evitare ogni ulteriore confusione. Ora si poteva rapidamente fare la separazione fra i veri Testimoni e quelli che si associavano ai falsi “Movimenti Torre di Guardia”. Da quel tempo in poi ci furono enormi aumenti nel numero di quelli che adottavano la pura adorazione di Geova Dio.

      NOTEVOLI SVILUPPI IN MAURIZIO

      Dopo la fruttuosa visita che i proclamatori del Regno in servizio continuo (pionieri) fecero nel 1933, ci fu un intervallo di diciotto anni prima che rappresentanti speciali potessero di nuovo visitare l’isola di Maurizio. Non prima del 1952 l’Annuario dei Testimoni di Geova ci dice che due Mauriziani, mentre facevano servizio come soldati nella seconda guerra mondiale, vennero in contatto in Egitto con l’opera del Regno. Il fedele servizio di proclamatori che erano in Egitto portò frutto. Questi due uomini, benché facessero servizio nelle forze armate, divennero molto interessati e cominciarono a scrivere all’ufficio della Società di Città del Capo e a ottenere forniture di letteratura. Presto si interessarono anche vari soldati loro compagni. Tornati in Maurizio, essi cercarono di ‘far risplendere la loro luce’ e nel 1951 mandarono in effetti rapporti all’ufficio di Città del Capo.

      Lo stesso anno, nel 1951, due diplomati della Scuola di Galaad, Robert e George Nisbet, arrivarono in Maurizio per stabilire l’opera su basi permanenti. In quei diciotto anni trascorsi dalla precedente visita di Robert Nisbet, avevano avuto luogo grandi cambiamenti. Le adunanze non erano più proibite e l’istruzione era grandemente migliorata. Il pericolo della malaria era stato in gran parte eliminato e le condizioni di vita eran progredite. La Chiesa aveva perduto il suo dominio politico ma all’apparenza esercitava ancora una forte influenza.

      Questi diplomati della Scuola di Galaad trovarono un buon numero di persone che si ricordavano della visita del 1933 e che furono molto liete di mettersi in contatto di nuovo con l’organizzazione di Geova. Un uomo, quando un missionario gli parlò, chiese: “Come sta il Giudice Rutherford?”. Questo ben illustra come nell’isola le persone non erano state informate degli sviluppi della Società, da che il fratello Rutherford era morto circa nove anni prima. Lo stesso uomo mostrò un numero de L’Età d’Oro del 4 luglio 1934 (inglese) e anche una copia ben letta e consunta de L’Arpa di Dio (francese) di diciotto anni prima. Quest’uomo rinnovò l’abbonamento alla rivista e fu iniziato con lui uno studio biblico.

      Il fratello Robert Nisbet riferisce che tra i primi interessati erano due sorelle, la sig.ra Sooben e la sig.ra Vacher, con le loro famiglie, e queste formarono la base della prima congregazione. Quindi nel 1951, il complessivo rapporto mondiale elenca Maurizio sotto il Sud Africa, con un massimo di otto proclamatori e una media di due pionieri. L’anno dopo il massimo dei proclamatori salì a tredici. I sacerdoti erano ancora molto affaccendati a raccogliere di continuo la letteratura data alle persone e a minacciarle di scomunica.

      UNO SGUARDO AL MOZAMBICO

      Tornando nel continente, soffermiamoci per un momento a vedere come si faceva progresso nel Mozambico, anche noto come Africa Orientale Portoghese. Sembra che fosse stato fatto pochissimo tra gli Europei, eccetto l’opera menzionata precedentemente, ma si faceva progresso tra gli Africani. L’opera aveva continuato a crescere senza interruzione, specie nel settentrione, e nel 1948 il numero dei proclamatori ascese a 398 con quattro operai in servizio continuo nel campo. Frattanto, la persecuzione aumentava continuamente d’intensità e alcuni erano arrestati e messi in prigione, e deportati in colonie penali e in campi di lavoro. La letteratura spedita dalla filiale sudafricana veniva confiscata all’arrivo in Mozambico.

      ABBRACCIATA ‘LA VIA’ IN SWAZILAND

      Con il Mozambico confina il piccolo paese dello Swaziland, chiuso alle altre tre parti dal Transvaal. La parte occidentale del paese è principalmente alta e montagnosa, sebbene piacevolmente verde. Verso oriente la campagna è per lo più pianeggiante, coperta di arbusti spinosi e spesso soggetta a prolungata siccità.

      Nei precedenti decenni, i pionieri che avevano visitato lo Swaziland erano stati ben accolti dal re Sobhuza II, ma non erano stati in grado di stabilire un’organizzazione. Col passar del tempo, uno che abbracciò ‘La Via’ fu Joshua P. Mhlongo. (Atti 9:2) Il suo desiderio originale d’imparare qualche cosa dell’insegnamento dei Testimoni di Geova era stato suscitato dal direttore della scuola che egli frequentava come alunno. Il direttore ripeteva di continuo alle sue classi che J. F. Rutherford aveva insegnato al popolo di non credere nell’inferno di fuoco o di non adorare i propri antenati. Questo destò in Joshua il desiderio di acquistare maggior conoscenza dell’organizzazione di Geova. Ma si sgomentò udendo che il governo aveva fermato l’opera dei Testimoni e aveva imposto una proscrizione alla loro letteratura. Joshua venne infine in possesso di vari libri per mezzo di una zia che era proclamatrice a Johannesburg. Presto egli e sua madre condividevano la buona notizia con altri. Nel 1943, mentre andava ancora a scuola, simboleggiò la sua dedicazione con l’immersione in acqua. Il fratello McCoffie Nguluh ricorda bene la visita che fece a questi proclamatori isolati. Joshua Mhlongo espresse il desiderio di divenire pioniere appena completata la sua educazione, e il fratello Nguluh lo incoraggiò a farlo. Avvenne così che in seguito egli intraprese il servizio di pioniere e con l’andar del tempo prestò servizio come il primo sorvegliante di circoscrizione nella nuova circoscrizione swazi che fu formata.

      Nei quattro anni dal 1947 al 1950 ci fu una crescita fenomenale. Nel paese il totale dei proclamatori aumentò da 5 a 60.

      In questo periodo si creò nello Swaziland una strana situazione. Continuava a restare in vigore la proscrizione, che era stata imposta sulla letteratura della Società Torre di Guardia durante la seconda guerra mondiale. Secondo i termini di questo proclama distribuire qualsiasi pubblicazione edita dalla Società Torre di Guardia costituiva un reato. Paradossalmente, lo stesso re Sobhuza era l’orgoglioso possessore di una biblioteca quasi completa delle pubblicazioni della Società! La proscrizione della letteratura della Società ostacolò la divulgazione della buona notizia nelle zone isolate. Quando fratelli e persone interessate eran trovati in possesso della letteratura della Società, spesso erano crudelmente percossi e maltrattati dalla polizia. Il fratello M. E. Bartlett, che in quel tempo faceva servizio come il solo sorvegliante di distretto del Sud Africa e dei Protettorati, si scontrò per la prima volta con questa legge durante la sua seconda visita allo Swaziland nel luglio del 1951. Egli fu accusato d’aver importato letteratura proibita. Il commissario distrettuale e magistrato fu molto amichevole verso il fratello Bartlett e considerò la proscrizione della letteratura della Società come un anacronismo. Chiese giovialmente che il fratello Bartlett gli fornisse alcune delle riviste “più inaccettabili” in suo possesso. Quando in settembre la causa fu alla fine dibattuta, un altro magistrato che non provava simpatia per l’opera ritenne il fratello Bartlett colpevole e gli impose l’ammenda di 1 sterlina.

      Fu pure durante questa visita del sorvegliante di distretto che ai fratelli e alle persone interessate fu esposta con chiarezza l’esigenza scritturale della monogamia. Mentre la maggioranza fu felice di rinnovare la propria vita in armonia con la completa volontà di Dio, un sorvegliante che presiedeva si rifiutò di accettare le norme di Dio e allontanò un piccolo gruppo dalle parole di vita eterna. Quelli che amavano Dio e cercavano la sua approvazione continuarono comunque a sostenere saldamente i princìpi giusti.

      SERVIZIO IN BECIUANIA SOTTO LA PROSCRIZIONE

      Andando verso ovest, attraverso tutto il Sud Africa, giungiamo in Beciuania, ora chiamata Botswana. Ha una superficie di circa seicentocinquantamila chilometri quadrati, per lo più semideserta, e si estende fra Sud Africa, Africa del Sud-Ovest e Rhodesia. In genere i nativi sono estremamente poveri. La loro occupazione principale è l’allevamento del bestiame, insieme alla coltivazione di legumi, frumento (sorgo) e così via. Per integrare la loro dieta, si dedicano anche alla caccia. Nel 1970 si stimava che la popolazione fosse di oltre 630.000 abitanti.

      Nel 1884 la regione venne sotto il dominio britannico, ma nel 1967 ottenne l’indipendenza e divenne nota come Botswana. La maggior parte del territorio è divisa in riserve dove i capi delle varie tribù amministrano la loro legge tribale, esercitando enorme potere sui loro sudditi. Questi capi erano generalmente contrari all’opera dei testimoni di Geova.

      Sembra che nel 1929 i semi della verità cominciarono a essere seminati la prima volta in questo paese caldo e polveroso. Quell’anno un proclamatore vi fu attivo, ma solo per due mesi. Quindi, verso la fine del 1932, due pionieri provenienti dal Sud Africa visitarono il paese e fu loro permesso di parlare di argomenti religiosi, purché non si rivolgessero agli Africani. Ciò nondimeno, 1.676 pezzi di letteratura furono distribuiti fra la popolazione europea.

      Nel 1941, a causa dell’isterismo bellico, fu proibita l’importazione della letteratura della Società in Beciuania malgrado il fatto che in quel tempo non vi risiedesse nessun Testimone. Secondo una legge approvata dal vecchio capo Khama, in questo paese solo tre gruppi religiosi avevano diritto di stabilirvi chiese: la Società Missionaria di Londra, gli avventisti del settimo giorno e i cattolici romani.

      Fra qui e il Sud Africa c’era un continuo andirivieni di persone con contratti di lavoro. Gli uomini che lavoravano nei maggiori centri del Sud Africa udivano in questi luoghi la verità, tornavano in Beciuania e parlavano delle buone cose che avevano udite. Inoltre, fratelli rhodesiani e del Niassa trovavano a volte lavoro in luoghi come Francistown, e lì parlavano della verità. Così, nel 1946 c’era in Beciuania una media di sedici proclamatori del Regno.

      All’inizio degli anni cinquanta, la Società mandò in Beciuania rappresentanti che esposero il nostro caso alle autorità, ma senza molto successo.

      Nel 1952 nell’intero paese c’era una media di 114 persone che facevano lavoro di predicazione. Per alcuni anni successivi continuarono gli aumenti, ma andavano crescendo anche i problemi. Alcuni fratelli e sorelle non avevano registrato dovutamente il loro matrimonio presso l’ufficiale dello stato civile, e c’era ancora tra molti nuovi notevole leggerezza morale. Per mezzo della corrispondenza dalla filiale e con l’aiuto dei sorveglianti che li visitavano, queste cose furono chiarite. Oggi l’organizzazione è spiritualmente e moralmente sana.

      NOTEVOLE AUMENTO IN S. ELENA

      Al largo dell’oceano Atlantico, a grande distanza dalla costa dell’Africa del Sud-Ovest, giungiamo ancora una volta alla solitaria isoletta di S. Elena. A intermittenza si ricevevano rapporti dai pochi proclamatori che erano nell’isola e a volte la Società inviava la letteratura richiesta. Ma i Testimoni avevano bisogno lì di molto aiuto e addestramento. Avvenne così che nel maggio del 1951 la sede filiale del Sud Africa mandò un fratello pioniere, J. F. Van Staden, a trascorrervi qualche tempo.

      Il servizio postale con quest’isoletta è davvero molto scadente e ad accogliere il fratello Van Staden non c’era nessuno. Comunque, alla fine egli incontrò George Scipio, figlio del poliziotto in pensione Thomas Scipio. Il fratello Van Staden esprime le sue impressioni su questo incontro: “Quale meraviglioso sollievo fu questo per me! Subito mi condusse da suo padre, la persona che effettivamente cercavo. Fu semplicemente meraviglioso vedere l’ovvia gioia per l’aiuto che avevano atteso da tanto tempo”. Il fratello Van Staden non perse tempo a organizzare un’adunanza con il piccolo gruppo di circa dieci o dodici persone. In principio ebbe grande difficoltà a esprimersi in inglese, ma dopo alcune settimane divenne assai più fluente. Scoprì che le sole adunanze che si eran tenute erano i “servizi all’aperto”, che facevano in vari luoghi dell’isola. I fratelli avevano la propria orchestrina, composta da due violini e una fisarmonica, che cominciava il loro servizio all’aperto suonando cantici del Regno. Quando avevano attirato una folla, facevano discorsi improvvisati (in genere testimonianze personali) e vi prendevano parte diversi fratelli.

      Era chiaro che c’era molto da fare per aiutare i fratelli a organizzarsi dovutamente. Quindi il fratello Van Staden cominciò immediatamente a tenere tutte le adunanze. I fratelli locali mostrarono molto apprezzamento e diedero il loro sostegno con tutto il cuore. Un’anziana signora di Jamestown offrì una grande stanza della sua casa come Sala del Regno e un’altra famiglia di Levelwood pure offrì la sua casa come secondo luogo di adunanza. Le adunanze fecero un’ottima impressione a tutti quelli che assistevano, e sembra che alcuni di quelli che vennero la prima volta non se ne siano mai più allontanati. In questo modo impararono la verità e furono poi battezzati senza avere mai avuto uno studio biblico personale.

      Andare alle adunanze non era tuttavia una cosa facile. George Scipio aveva una piccola automobile e con questa prendeva tre persone per poi lasciarle a qualche distanza più avanti lungo la strada. Queste tre persone continuavano a camminare. Intanto George tornava indietro e prendeva altri tre, li portava a qualche distanza, li faceva scendere e tornava indietro di nuovo. Di solito impiegava la maggior parte della mattina per portare tutti gli interessati all’adunanza. Dopo l’adunanza veniva seguìto lo stesso metodo per riportarli a casa. A volte camminavano sotto la pioggia e arrivavano a casa tardi e bagnati. Ma, provavano un senso di profonda soddisfazione e sincera gioia.

      Il fratello Van Staden ebbe presto fratelli locali che partecipavano con lui all’opera di casa in casa. Impartì loro buon addestramento e si sorprese vedendo quanto rapidamente divenivano efficaci nella predicazione della buona notizia alle porte.

      Tre mesi dopo il suo arrivo, il fratello Van Staden dispose di tenere nell’agosto del 1951 un servizio battesimale. Dato che era loro difficile trovare un luogo adatto, decisero di scavare una piscina e poi di mettervi il cemento e riempirla d’acqua. Comunque, fu risparmiata loro la fatica di riempire la piscina poiché la notte prima del battesimo piovve a dirotto e la mattina dopo la piscina era piena fino all’orlo! Quando il fratello Van Staden pronunciò il discorso sul battesimo e chiese ai candidati di alzarsi, si sorprese vedendo ventisei persone che si alzarono per rispondere alle domande. Egli dice: “Il calice della mia gioia fu davvero traboccante e nel mio cuore provai profonda gratitudine verso Geova che mi aveva mandato per avere tale meraviglioso privilegio. Dopo il discorso battezzai tutt’e ventisei nell’acqua fredda”. Subito dopo il battesimo si formò a Jamestown una piccola congregazione. Alcuni mesi dopo fu iniziata un’altra congregazione a Levelwood.

      Tutta questa attività e tutto questo successo dei proclamatori del Regno stimolò naturalmente l’azione nemica. Accanita opposizione venne dal vescovo anglicano locale, che riuscì a volgere alcuni interessati contro la verità. Il locale pastore avventista del settimo giorno sfidò il fratello Van Staden a un dibattito, ma molto probabilmente se ne rattristò, poiché perfino alcuni proclamatori nuovi potevano confutare con facilità molti suoi argomenti. La difficoltà peggiore venne però dal locale commissario di polizia. Quest’uomo minacciava di continuo il fratello Van Staden, dicendo che l’avrebbe fatto mandare via dall’isola. Il fratello Van Staden dice: “Mi portava regolarmente nell’aula della corte una volta al mese, solo lui e io, e poi mi interrogava e mi avvertiva che dovevo smettere di compiere quest’opera”.

      Tuttavia, questa opposizione non scoraggiò in nessun modo il fratello Van Staden o i proclamatori locali. Le eccellenti esperienze che i fratelli avevano più che compensavano tutta l’opposizione e ogni difficoltà che incontravano a causa del tempo e del terreno scabroso. Per esempio, una mattina mentre il fratello Van Staden e il fratello George Scipio si avvicinavano a una porta udirono un uomo che leggeva la Bibbia. Potevano udire che leggeva il capitolo 2 di Isaia; così, quando giunse al versetto 4, essi bussarono. L’amichevole signore anziano li invitò a entrare ed essi ripresero il “filo” da Isaia 2:4 e cominciarono a predicargli la buona notizia del Regno. Immediatamente disposero di tenere uno studio. Esso fu tenuto in maniera regolare e alla fine quest’uomo anziano dedicò la propria vita a Geova.

      Nei tredici mesi che il fratello Van Staden trascorse nell’isola fu molto occupato, specialmente quando giunse al punto di tenere diciotto studi biblici la settimana. Egli lasciò S. Elena nel giugno del 1952 e tornò in Sud Africa per riprendere l’opera di circoscrizione nella provincia orientale del Capo. Aveva fatto un buon lavoro. Nei tredici mesi che era stato in S. Elena le due piccole congregazioni che si eran formate raggiunsero il massimo di quarantuno proclamatori.

      AUMENTO TEOCRATICO IN SUD AFRICA

      Ora torniamo all’Unione Sudafricana per avere qualche idea delle condizioni e dei problemi che i fratelli incontravano in Sud Africa un quarto di secolo fa. La Funk & Wagnalls Standard Reference Encyclopedia, Volume 24, al titolo “Unione Sudafricana” menziona la Legge sulle Zone dei Raggruppamenti del giugno 1950 che “stabilisce la separazione dei quattro principali gruppi razziali, ibid. gli Europei (bianchi), gli Africani (negri), gli abitanti di colore (in parte bianchi) e gli Asiatici (compresi gli Indiani), in zone specifiche, da cui sarebbero esclusi gli altri gruppi”. Alcuni si attendevano che questo potesse creare ai fratelli problemi in quanto all’opera di predicazione. Comunque, per i fratelli e le sorelle risultò più semplice lavorare presso il proprio popolo nella propria lingua. È vero che la legge non cerca d’impedire a una persona di un gruppo razziale di parlare a una persona di un altro gruppo su argomenti religiosi. Ma quando si tratta di amorevole associazione cristiana, come la Bibbia incoraggia, i fratelli provano gioia associandosi insieme specialmente entro ciascun gruppo razziale, e nello stesso tempo ubbidiscono ai princìpi del capitolo 13 di Romani. La buona notizia viene predicata, persone di tutti i gruppi razziali imparano la verità e godono la necessaria associazione cristiana.

      Per alcuni anni i testimoni di Geova avevano chiamato “Sale del Regno” i loro luoghi di adunanza presi in affitto. Ma nel 1948 un pioniere fu assegnato a lavorare a Strand, vicino a Città del Capo, ed ebbe il privilegio di organizzare la costruzione della prima Sala del Regno in Sud Africa. Questo avvenne nel 1949 e nel 1950. Una proclamatrice locale, la sorella Van der Bijl di Gordon’s Bay, contribuì grandemente finanziando questo progetto. I fratelli della Betel vennero dalla filiale di Città del Capo non molto lontana e aiutarono a svolgere il programma di dedicazione. Il sorvegliante di filiale, il fratello G. R. Phillips, disse che se avesse potuto ‘avrebbe messo la nuova sala su ruote e l’avrebbe portata in giro nel paese non per mettere in mostra l’edificio, ma per incoraggiare i fratelli a costruire più Sale del Regno’. Da allora in poi molte Sale del Regno sono state costruite da congregazioni europee e di colore in tutto il paese.

      In questi anni si diede sempre più aiuto ai fratelli e alle sorelle africani. Il 1º gennaio 1949 fu per i fratelli zulù un grande giorno. Fu la data del primo numero de La Torre di Guardia in zulù. In quel tempo la rivista si stampava con una piccola macchina duplicatrice che funzionava a mano nella filiale della Società a Città del Capo. Non era la bella e attraente rivista che è oggi la INqabayokulinda (La Torre di Guardia in zulù); ma ugualmente, provvide per i fratelli e le sorelle zulù cibo a suo tempo.

      Fu pure in questo periodo che si dispose per la prima volta di avere treni speciali per portare i fratelli alle assemblee. Nel 1949, per esempio, il treno speciale per i testimoni di Geova “JW Special” poteva portare 750 persone da Johannesburg all’assemblea di Pretoria, ma sul treno ve se ne accalcarono 1.000. Questi erano Africani di circa una dozzina di diverse tribù, eppure non ci fu nessun incidente a causa di disordine. Il viaggio dovette essere una vera e propria testimonianza per il personale delle ferrovie. Come potevano gli Africani di queste diverse tribù andare così bene d’accordo? Senza il potere della verità, che aveva rinnovato il modo di pensare di queste persone, ci sarebbero stati per certo incidenti di lotte tribali, cosa molto comune tra gli Africani. Ciascuna tribù si considera superiore e spesso ci sono ‘lotte di fazioni’.

      L’organizzazione fu ulteriormente rafforzata nel 1949, quando fu presentato l’opuscolo Consigli sull’organizzazione teocratica. Per continuare a dare impulso all’opera c’erano ora nel paese undici diplomati di Galaad, e quasi il 10 per cento dei proclamatori partecipavano all’opera di predicazione continua.

      Alla celebrazione della Commemorazione ci furono quell’anno 6.766 presenti e 265 parteciparono agli emblemi. Ma era stato preparato il terreno e l’opera era stata predisposta per cose assai più grandi. La piccola stamperia di Città del Capo produsse quell’anno più di 6.400.000 pezzi di materiale stampato. Questo fu per loro un nuovo massimo di attività di stampa e incluse quasi 135.000 riviste e 625.000 copie di vari opuscoli in 8 lingue.

      Nel 1949 e nel 1950 si diede inizio alle classi per insegnare a leggere e a scrivere. Le lezioni si tenevano tre o quattro giorni la settimana. I corsi si tenevano in zulù, sesotho, xhosa, tswana, sepedi e inglese. Prima che gli alunni potessero leggere, ci volevano circa trenta lezioni.

      La poligamia, usanza molto estesa fra le tribù native, è stata per molti fratelli dell’Africa un vero problema. Quando il fratello Knorr fece la visita del 1948, la poligamia fu uno dei punti principali che vennero discussi con i fratelli africani. In principio fra i nuovi c’era la tendenza che l’uomo teneva la moglie che amava di più, di solito la più giovane, ma in seguito la Società indicò che era scritturalmente appropriato tenere la donna con la quale si era sposato per prima e mandare via tutte le altre.

      Nel 1950 quarantuno Sudafricani poterono assistere al congresso internazionale di New York, e nove furono invitati a rimanere per frequentare la sedicesima classe della Scuola Biblica Torre di Guardia di Galaad. Quelli che non poterono assistere a questa assemblea internazionale ebbero ciò nondimeno lo stesso banchetto spirituale nella loro Assemblea Nazionale “Incremento della Teocrazia” di cinque giorni, che si tenne nel Reef nell’ottobre dello stesso anno. Vi assisterono oltre 6.000 proclamatori di ogni parte dell’Unione, dei Protettorati e dell’Africa del Sud-Ovest. Una tangibile evidenza dell’incremento della Teocrazia furono gli 855 candidati che si presentarono per il battesimo in acqua. Al discorso pubblico ci furono 10.185 presenti. Una delle nuove pubblicazioni che fece realmente rallegrare i fratelli fu la Traduzione del Nuovo Mondo delle Scritture Greche Cristiane in inglese.

      Un’altra prova dell’incremento della Teocrazia fu il fatto che durante l’anno di servizio del 1951 più di 2.000 persone simboleggiarono la loro dedicazione con l’immersione in acqua. Si formarono nuove congregazioni e si organizzò un secondo distretto per aver cura delle 43 circoscrizioni che allora operavano con un massimo di 9.586 proclamatori.

      TRASFERITA LA SEDE FILIALE

      Una delle grandi pietre miliari nella storia dell’opera compiuta nell’Africa meridionale fu il trasferimento della sede della Società da Città del Capo a Elandsfontein nel Transvaal all’inizio del 1952. Dal 1917 l’opera era stata diretta da Città del Capo, il punto più meridionale del territorio. Ora si sentì la necessità di trasferire la filiale al Reef per diverse ragioni. Nel Reef era la massima concentrazione della popolazione del Sud Africa, e, come risultato, la maggioranza dei fratelli si trovava entro un raggio di 160 chilometri da Johannesburg. Dato che la filiale del Sud Africa stampava per altre filiali dell’Africa meridionale, il Reef sarebbe stato un luogo più centrale da cui compiere tali attività e ne sarebbe risultato un grande risparmio nelle spedizioni per ferrovia in questi paesi.

      Quando nel 1948 i fratelli Knorr e Henschel visitarono il paese, si decise di acquistare due posti in un nuovo quartiere industriale di Germiston, Activia Park, vicino alla stazione e all’ufficio postale di Elandsfontein. Benché in quel tempo questa zona non fosse sviluppata, tale decisione risultò in seguito molto saggia. Il nuovo posto era a soli otto chilometri dal centro di Germiston, il più grande nodo ferroviario del paese, a soli sedici chilometri da Johannesburg, la massima città dell’Unione Sudafricana, e a soli otto chilometri dall’Aeroporto Internazionale Jan Smuts. Comunque, certe difficoltà tecniche che incontrò l’impresa municipale da cui si acquistò il terreno fecero ritardare il programma di costruzione e il trasferimento fu effettuato da ultimo solo verso la fine del marzo 1952.

      Per capire quale grande cambiamento questo fosse per la famiglia Betel, è necessario considerare com’erano le condizioni prima del cambiamento. I fratelli che lavoravano nell’ufficio e nello stabilimento di Città del Capo non abitavano insieme come una famiglia Betel. Infatti, l’espressione “Betel” era usata di rado riguardo alla filiale di Città del Capo; di solito vi si faceva riferimento come all’“ufficio”. Il fratello e la sorella Phillips abitavano in un piccolo appartamento, mentre gli altri membri della famiglia erano alloggiati presso vari proclamatori in tutta la penisola del Capo. Alcuni fratelli dovevano fare ogni giorno sedici chilometri di viaggio in treno per andare a lavorare e tornare, mentre altri viaggiavano in autobus o camminavano. Ciascuno faceva colazione dove alloggiava. Se la sua abitazione era abbastanza vicina poteva correre a casa per un pasto di mezzogiorno. A quelli che non potevano andare a casa si davano uno scellino e sei penny in più al giorno per prendere qualche cosa in un caffè. Per il pasto serale andavano tutti a casa. Essi non ebbero mai uno studio della famiglia Betel della rivista Torre di Guardia.

      Ogni mattina la famiglia si riuniva alle 7,45 nello spogliatoio del piccolo stabilimento. Dopo la considerazione della scrittura del giorno e la preghiera, cominciavano il lavoro alle ore 8. Per arrivare in tempo a questa considerazione, alcuni fratelli si dovevano alzare prima delle sei e cominciare il viaggio subito dopo.

      La nuova costruzione della filiale di Elandsfontein fu uno dei primi edifici del quartiere comunale di Activia Park. Era un edificio di due piani con 1.960 metri quadrati di superficie disponibile. Al pianterreno erano un ufficio, lo stabilimento, il reparto spedizioni, la lavanderia e il locale della caldaia. La famiglia abitava in ventidue comode stanze. In più, c’erano una cucina, una sala da pranzo e al piano superiore una biblioteca per la convenienza della famiglia.

      Nello stabilimento nuovo furono installati molti altri macchinari tipografici. Una grossa e nuova macchina da stampa piana G.M.A. giunse dalla Svezia, e questa poteva prendere un foglio di carta quattro volte più grande che quella usata in precedenza a Città del Capo. Furono installate un’altra macchina linotipica, una grossa taglierina e una macchina cucitrice. Ora fu possibile stampare La Torre di Guardia nelle lingue africane. La Torre di Guardia zulù, ricorderai, era precedentemente preparata con una macchina duplicatrice. Quando entrarono in funzione la nuova macchina da stampa e le nuove attrezzature, La Torre di Guardia fu stampata in otto lingue e Svegliatevi! in tre, oltre a dodici numeri del Ministero del Regno in otto lingue.

      LAVORO IN TERRITORIO ISOLATO

      Il 1952 fu un anno in cui l’organizzazione fu consolidata e i fratelli furono rafforzati. La filiale organizzò anche una campagna in territorio non assegnato. I fratelli e le sorelle trascorsero migliaia di ore visitando le persone in circa 400 villaggi e cittadine dove non faceva lavoro regolare nessuna congregazione di Testimoni. Come conseguenza, si inviarono alla sede filiale più di 10.000 nomi di persone interessate e ciascuna ricevette poi dalla Società una lettera speciale ed esemplari delle riviste.

      Una congregazione di circa venti Africani incontrò difficoltà a ottenere alloggi quando giunsero in un territorio precedentemente non assegnato. Un agricoltore non fu disposto ad accoglierli se non mostravano un permesso della polizia. Il comando di polizia era lontano ed era tardi. Alcuni operai dell’agricoltore condussero quindi i Testimoni da un ministro della Prima Chiesa di Cristo che abitava vicino al podere. Egli si rifiutò di assisterli e fu estremamente scortese. Uno del gregge mostrò simpatia, condannò l’attitudine del ministro e accompagnò i Testimoni in una vicina casa vuota. Vi si erano appena sistemati quando arrivò la polizia. Il poliziotto europeo mostrò molta considerazione e perfino diede loro incoraggiamento dopo che gli fu mostrata la cartolina di assegnazione di territorio. A chiamare la polizia era stato l’ecclesiastico. Tuttavia, la mattina dopo l’ecclesiastico mostrò un completo cambiamento di attitudine, si scusò per la condotta tenuta la notte precedente e offrì la sua chiesa per l’adunanza pubblica. Egli invitò il suo “gregge” all’adunanza. Il risultato furono 80 presenti (60 erano estranei). Tutti rimasero poi per lo studio della rivista Torre di Guardia. E l’ecclesiastico fu quel giorno fra quelli che ottennero letteratura. A ciascuna delle due visite successive, il ministro offrì la sua chiesa per il discorso pubblico. Non solo assisté al discorso ma stette anche allo studio che si tenne poi sulla rivista Torre di Guardia. Come risultato dell’opera che vi fu compiuta, invece di un solo proclamatore attivo alla fine nella zona ce n’erano sette.

      UNA VISITA UTILE

      In Sud Africa per la prima volta nella storia dell’opera il totale dei proclamatori superò nel 1952 la cifra di 10.000. Quell’anno fu per certo memorabile riguardo allo sviluppo dell’opera del Regno in Sud Africa. Per coronare il successo dell’anno, i fratelli Knorr e Henschel visitarono il paese in novembre. Il fratello Knorr fu molto felice di vedere l’ottima costruzione in mattoni e stucco della filiale di due piani in un appezzamento di terreno ben situato. Quale differenza trovò questa volta dal piccolo ufficio di Città del Capo senza alloggi! Egli provò gioia visitando l’edificio e radunandosi con tutti i membri della famiglia.

      Alcuni giorni dopo il fratello Knorr, insieme al fratello Phillips, fece una visita a Durban, bella città moderna sulla spiaggia dell’oceano Indiano. Egli dovette fare i suoi discorsi in tre luoghi diversi, secondo i regolamenti locali sulla segregazione. All’adunanza delle persone di colore fu felice di vedere quindici Indiani presenti e dopo l’adunanza colse l’opportunità per parlare ad alcuni di loro. A Durban c’è una grande popolazione indiana e il messaggio del Regno stava appena cominciando a pervenire loro.

      L’adunanza africana di Durban si tenne a Lamontville, nuova divisione amministrativa della parte meridionale della città. A quell’adunanza il coro dei fratelli zulù fece profonda impressione al fratello Knorr. Quell’adunanza si tenne il pomeriggio della domenica, e la sera si tenne un’adunanza per i fratelli europei, con 435 presenti in una sala al centro della città.

      Subito dopo il ritorno a Johannesburg, il fratello Knorr fece una visita all’ufficio dell’alto commissario britannico per il Basutoland, la Beciuania e lo Swaziland. Questa fu in relazione con il divieto d’importare la letteratura della Società in quei tre protettorati dall’anno 1941. Poiché al tempo della visita del fratello Knorr c’erano più di 400 Testimoni che diffondevano la buona notizia in quei territori, la Società faceva ripetuti tentativi per far abolire la proscrizione. Il fratello Knorr poté parlare con il segretario principale del commissario, rispondere a tutte le sue domande e presentare un quadro chiaro dell’eccellente opera educativa compiuta dai testimoni di Geova. Comunque, la proscrizione continuò poi per diversi anni.

      Intanto era arrivato il fratello Henschel e nella sala comunale di Germiston si tenne un’incoraggiante adunanza, predisposta dalla congregazione europea di Germiston. Vennero molti fratelli del Reef, così che in totale ci furono 725 presenti.

      L’8 dicembre, il fratello Knorr e il fratello Phillips andarono in aereo a Windhoek, capitale dell’Africa del Sud-Ovest. I tre missionari di lì furono molto felici di vederli e di tenere in quel paese la loro primissima assemblea. Alle sessioni regolari ci furono circa dieci persone e all’adunanza pubblica un massimo di 25.

      Tornati alla filiale di Elandsfontein, i fratelli Knorr e Henschel prestarono attenzione a molte cose relative all’organizzazione dell’opera e ai problemi che si dovevano esaminare. Il presidente della Società poté aiutare la filiale in ciò che avrebbe influito sull’opera per anni avvenire. Si riunì anche con i servitori viaggianti del campo e diede loro molti consigli e incoraggiamento.

      Un’assemblea si tenne dall’11 al 14 dicembre, e fu il culmine della visita dei fratelli Knorr e Henschel. A Johannesburg, eravamo riusciti a ottenere il permesso per avere tutt’e tre i gruppi etnici nello stesso stadio, pur sedendo in diverse sezioni. Affinché tutti i fratelli africani potessero assistere da ogni parte del Sud Africa e dei protettorati, era stata necessaria un’enorme quantità di lavoro ed erano stati ottenuti lasciapassare e permessi individuali per quelli che avevano più di sedici anni. A causa della difficoltà della lingua, furono fatti tre discorsi di benvenuto, prima in inglese, poi in afrikaans e infine in zulù. I fratelli europei si rallegrarono ascoltando quel discorso nella lingua zulù, con i suoi avvincenti suoni avulsivi, e alla fine applaudirono di cuore come i fratelli zulù!

      Uno dei punti che il fratello Knorr mise in risalto quando parlò ai fratelli africani fu che avevano bisogno di imparare a leggere e a scrivere così avrebbero potuto avere migliore conoscenza della verità ed essere più efficienti predicatori nel campo. Nei quattro giorni dell’assemblea cadde per sfortuna una grande quantità di pioggia. Infatti, a un certo momento, il tempo fu così cattivo che si dovette abbandonare lo stesso podio. Ciò nonostante, l’assemblea fu un grande successo e furono battezzate 339 persone di tutte le razze. Il sabato sera i presenti salirono a 5.441 e al discorso pubblico ce ne furono 7.267. I fratelli sudafricani andarono a casa tutti felici e grati degli eccellenti consigli ricevuti e decisi ad andare avanti in Sud Africa nell’opera del Regno.

      Verso la fine del 1952, la media dei proclamatori di tutti i paesi che erano stati o erano ancora sotto la filiale sudafricana giunse al totale di 50.087. Quale stupendo aumento nei ventuno anni a cominciare dal 1931, quando c’era quella “minuscola schiera” di 100 proclamatori!

      ASSEMBLEE DELLA SOCIETÀ DEL NUOVO MONDO

      Dopo l’Assemblea della Società del Nuovo Mondo tenuta nel 1953 nello Yankee Stadium, si dispose di tenere per il Sud Africa nove assemblee, un’assemblea nazionale europea e otto assemblee di distretto africane e di colore. A queste assemblee, i fratelli ebbero lo stesso programma, poiché i discorsi chiave fatti a New York furono tenuti anche in Sud Africa. Per la prima volta si introdussero qui i distintivi, e da allora in poi questa è stata una caratteristica regolare di tutte le assemblee di distretto e nazionali dei testimoni di Geova in Sud Africa. Questi distintivi rendono più facile conoscersi e promuovono tra i fratelli un’atmosfera felice e amichevole. A tutte quelle nove assemblee si ebbe un buon numero di presenti, con una somma totale di 11.000 al discorso pubblico “Dopo Armaghedon, il nuovo mondo di Dio”, e 634 furono immersi.

      IL NUOVO FILM È ILLUMINANTE

      Quando nel 1955 si cominciò a proiettare il film di 16 mm a lungo metraggio della Società intitolato “La Società del Nuovo Mondo all’opera”, i fratelli cominciarono a capire quale enorme quantità di lavoro occorreva per produrre le pubblicazioni che usavano. Il film conduceva lo spettatore in una visita alla casa Betel di Brooklyn, allo stabilimento della Società e alla Scuola di Galaad. Questo film fece profonda impressione ai fratelli e ne accrebbe grandemente la stima per l’organizzazione. Fece loro capire che anche nella Betel di Elandsfontein i fratelli lavoravano strenuamente per provvedere letteratura in diverse lingue, specie mentre se ne aggiungevano delle nuove, come la rivista Torre di Guardia in xhosa, nell’agosto del 1955.

      Il film contribuì molto anche a vincere il pregiudizio contro i testimoni di Geova. In alcune zone africane, dove di solito ai sorveglianti di distretto europei era difficile entrare, fu prontamente dato il permesso di proiettare il film. I sorveglianti di distretto portavano con sé generatori elettrici e questo consentiva loro di proiettare il film in molte zone isolate dove non c’era l’elettricità. Per molti Africani questa era la prima produzione cinematografica che avessero mai vista, e alcuni suoi aspetti li stupirono. Per esempio, a un piccolo ragazzino africano fece molta impressione la scena di un treno che avanzava a tutto vapore in una certa direzione. Egli ci pensò sopra e il giorno dopo chiese all’agricoltore sul terreno del quale abitava quando questo treno sarebbe tornato!

      A una piccola assemblea di circoscrizione di fratelli di colore, 200 persone gremirono la sala. Era una calda sera d’estate e il film doveva essere proiettato nell’ampio cortile scoperto dietro la sala. Siccome c’era ancora troppa luce per cominciare la proiezione del film, i fratelli si misero a cantare cantici del Regno. Presto il pubblico fu attratto dal bel coro e in poco tempo si radunarono nel cortile 650 persone. Essi apprezzarono moltissimo il film.

      UN VISITATORE TORNA DA BROOKLYN

      Nell’ottobre del 1955 Milton G. Henschel rivisitò il Sud Africa. Prima sembrò che non potesse assistere alla nostra assemblea, poiché il dipartimento dell’interno, dopo avergli concesso il visto, in seguito lo annullò. Proprio il giorno prima del suo arrivo, il visto necessario fu concesso di nuovo, ma con la riserva che non sarebbe stato permesso nessun discorso pubblico. In gran fretta, parecchi fratelli ebbero alla Betel l’incarico di preparare discorsi e sostituire il fratello Henschel, se necessario. Comunque, quando arrivò, il fratello Henschel ebbe un colloquio con il segretario dell’interno, ebbe “via libera” e tutto proseguì com’era stato originariamente prestabilito. Questa decisione recò grande gioia a tutti i fratelli e quei fratelli della Betel che avevano preparato in fretta i discorsi per sostituire il fratello Henschel trassero un sospiro di sollievo.

      Tutt’e tre i gruppi razziali ebbero di nuovo il privilegio di radunarsi nello Stadio Wembley, come nel 1952, ma ancora osservando la legge di sedere in gruppi segregati. Come si rallegrarono i fratelli di udire il discorso chiave del fratello Henschel, che assicurò loro d’essere condotti in processione trionfale dal loro Re, Gesù Cristo, odore soave a Geova, benché un fetore per il nemico! Al discorso pubblico “Vicina la conquista del mondo mediante il regno di Dio” furono presenti in tutto 10.754 persone e 407 simboleggiarono la loro dedicazione con l’immersione. L’assemblea raggiunse poi il culmine la domenica, giorno in cui furono presentate le nuove pubblicazioni, poiché erano arrivate a Johannesburg il sabato solo a tarda notte.

      ASSEMBLEE “VOLONTÀ DIVINA”

      Gli occhi di tutti i Testimoni del Sud Africa erano rivolti all’Assemblea Internazionale “Volontà Divina” dei Testimoni di Geova che si tenne dal 27 luglio al 3 agosto 1958 a New York. Quale rallegrante esperienza fu per 123 fratelli e sorelle del Sud Africa fare il viaggio aereo in comitiva fino a Londra e da lì proseguire poi per New York!

      Dopo l’assemblea internazionale di New York, si tenne in Sud Africa una serie di tredici Assemblee di Distretto “Volontà Divina”, e in queste furono presentate nuove pubblicazioni per il campo sudafricano. Fra queste fu il libro Dal paradiso perduto al paradiso riconquistato. Questo è stato per i fratelli un valido aiuto per condurre i loro studi biblici familiari e per aiutare i loro figli ad acquistare conoscenza della Bibbia.

      Nell’ottobre del 1958 in Sud Africa i fratelli udirono che i loro fratelli africani del Malawi avevano subìto un disastro. Un incendio terrificante aveva bruciato completamente l’enorme struttura che avevano costruita per provvedere alloggio a un’assemblea e avevano perduto tutti i loro indumenti e averi. In pochi giorni i fratelli sudafricani raccolsero e inviarono amorevolmente 1.360 chili di indumenti ai loro fratelli del Malawi.

      ALTRA VISITA SIGNIFICATIVA

      L’anno seguente, nel 1959, il fratello Knorr fece al Sud Africa un’altra visita, e in coincidenza con la sua visita fu predisposta un’assemblea. Furono compiuti sforzi per avere un’assemblea nazionale con tutte le razze insieme, simile a quelle tenute nel 1952 e nel 1955. Tuttavia, le autorità governative si rifiutarono di dare il permesso e la filiale dovette disporre di tenere due assemblee in diverse parti di Johannesburg. Treni speciali portarono 1.600 fratelli dal Natal e dallo Zululand. Da tutta l’Unione e dai paesi circostanti i fratelli si riversarono in Johannesburg. Molto interesse fu suscitato dalla pubblicità preliminare, e centinaia di estranei assisterono all’adunanza pubblica “Una terra paradisiaca per mezzo del regno di Dio”, e ad altre sessioni. Nello Stadio Wembley 4.541 persone assisterono all’adunanza europea, mentre nella sala comunale Orlando si radunarono 12.648 Africani e, siccome la sala stessa era troppo piccola, diverse grandi tende provvidero altro riparo. Il numero totale di quelli che furono battezzati fu 546.

      Quando nel 1952 da Città del Capo la Betel fu trasferita a Elandsfontein, nel campo sudafricano c’erano in media 8.580 proclamatori; nel 1959 il numero era aumentato a 14.451. La Betel era divenuta troppo piccola e la famiglia era cresciuta più di quanto la sede attuale consentisse. Prima dell’arrivo del fratello Knorr, il sorvegliante di filiale aveva mandato a Brooklyn i progetti per l’ampliamento della Betel e dello stabilimento ed essi erano stati approvati dal presidente della Società. Il lavoro di costruzione era cominciato durante la sua visita. Questo ampliamento era una linda, bella costruzione, più grande dell’edificio originale. Furono aggiunte ventidue stanze da letto, oltre a una Sala del Regno per la famiglia Betel. L’ampliamento dello stabilimento comprendeva un nuovo laboratorio meccanico, e altre nuove attrezzature, ma aveva anche molto spazio per il deposito. Tutto questo era veramente necessario, come mostrano le cifre della produzione. Il primo anno dopo l’entrata in funzione del nuovo stabilimento di Elandsfontein, furono stampati più di 740.000 opuscoli e riviste. Nel 1959 la cifra della produzione delle sole riviste fu di quasi due milioni.

      Ma come faceva progresso l’opera in questo periodo negli altri paesi sotto la sovrintendenza della filiale sudafricana? Consideriamo l’opera compiuta nei tre protettorati britannici di Basutoland, Swaziland e Beciuania.

      SUPERATI GLI OSTACOLI IN BASUTOLAND

      Nell’accettare la verità, l’ostacolo a cui va incontro l’Africano medio è la difficoltà di allontanarsi dall’adorazione degli antenati e dalla stregoneria. Sebbene nel Basutoland molti asseriscano d’esser cristiani, il loro clero si unisce alle persone che fanno sacrifici per placare gli “spiriti” dei capi e degli antenati morti. Sia il clero che i laici ricorrono ai servizi degli stregoni.

      Nel 1953 un ex preside di una scuola della missione della Chiesa Riformata Olandese, Joshua Thongoana, fu mandato in Basutoland (ora Lesotho) come sorvegliante di circoscrizione. Egli e sua moglie vi giunsero in un tempo in cui il Basutoland era ancora noto per gli assassinii rituali come parte della loro stregoneria, e circolava la voce che il bersaglio di tali assassinii fossero gli stranieri. Il fratello Thongoana e sua moglie confidavano vivamente in Geova, che mostrò d’essere per loro una vera protezione. Inoltre, ricevettero dai fratelli molta benignità e ospitalità.

      Sui monti Maluti il fratello Thongoana dovette servirsi di un cavallo per viaggiare da un gruppo isolato all’altro. Il suo primo viaggio a cavallo, da Mokhotlong a Bobete, richiese un intero giorno. Arrivati alla loro destinazione, i fratelli che erano abituati ad andare a cavallo stavano bene, ma lui era esausto e tutto il suo corpo era indolenzito tanto che non si poteva mettere né a sedere né a giacere. Al ritorno dovettero attraversare il fiume Orange, che era in piena. I suoi compagni di viaggio gli dissero cosa attendersi; se la corrente era troppo forte per il cavallo, esso avrebbe cercato di liberarsi del suo cavaliere per poter attraversare il fiume a nuoto. Egli si atterrì, poiché non era un buon cavaliere. Il suo cavallo entrò nell’acqua e la sua preoccupazione crebbe, ma, fortunatamente, tutti i cavalli giunsero all’altra sponda sani e salvi.

      Sui monti Maluti cade spesso la neve e dopo soffiano venti gelidi. Una mattina quando si svegliarono, videro che tutta la zona era coperta di neve e si era mutata in un meraviglioso paesaggio invernale. Mentre camminavano verso il territorio, i loro piedi affondavano nella neve; un’esperienza per loro del tutto nuova. Essi avevano disperatamente bisogno di fuoco per mantenersi caldi, ma non c’era né legna né carbone. Ciò nondimeno, si ebbe cura di loro. Quando pensavano che non avrebbero potuto resistere più a lungo, una persona interessata diede loro benevolmente tanto sterco di mucca essiccato quanto bastava per accendere un fuoco.

      Negli anni cinquanta, il Basutoland continuò a fare ininterrottamente progresso. Nel 1953 questo paese ebbe in media 67 proclamatori, e nel 1959 questa cifra giunse a 111, aumento dell’81 per cento.

      ABOLITA LA PROSCRIZIONE IN SWAZILAND

      Una situazione simile a quella del Basutoland esisteva in Swaziland, dove i capi erano in genere favorevolmente disposti verso i Testimoni. Quantunque in Swaziland i fratelli continuassero a operare sotto la proscrizione, l’amichevole atteggiamento del capo supremo permetteva loro di distribuire la letteratura finché si mostravano cauti. I proclamatori scrivevano su ciascun libro che davano a una persona interessata il loro proprio nome come prova che non vendevano la letteratura ma semplicemente la prestavano alle persone interessate.

      Nel 1958, Dennis McDonald, sorvegliante di distretto, visitò la sola sorella dedicata a Goedgegun (ora Nhlangano). Questa era la prima visita che ella avesse mai ricevuto da un rappresentante della Società. Ella impegnò per il discorso pubblico la locale aula della corte. Il fratello McDonald era un po’ preoccupato di dover fare un discorso pubblico in un’aula giudiziaria di un paese in cui la letteratura della Società era proscritta.

      Il marito della sorella, che aveva qualche cosa a che fare con l’amministrazione locale, l’assicurò che avrebbe avuto “un uditorio speciale”. Quella domenica pomeriggio ci fu invero “un uditorio speciale”, compresi due ministri riformati olandesi, un ministro anglicano, il magistrato locale, il poliziotto locale, il sovrintendente del C.I.D. e alcune persone interessate. Il fratello McDonald comprese che questi uomini erano presenti per uno scopo. Il discorso pubblico smascherava il fallimento del comunismo in contrasto con la speranza del regno di Dio. L’intero discorso fu inciso e inviato a Mbabane, la capitale, perché vi fosse preso in esame. Qualche tempo dopo fu abolita la proscrizione sulle pubblicazioni della Società, e sembra molto probabile che questo discorso pubblico influisse in qualche modo sulla questione.

      La proiezione del film della Società, “La Società del Nuovo Mondo all’opera”, pure contribuì a superare il pregiudizio. In un grande compound l’amministratore europeo desiderò vedere il film prima di concedere il permesso di proiettarlo. Si dispose di fare una proiezione privata, con sette presenti. All’amministratore fece molta impressione. Egli osservò: “Questo è diverso e molto interessante. Questa è un’organizzazione grandissima ed è anche molto ben organizzata”. Si convinse che i testimoni di Geova sostengono la pura adorazione e che non s’immischiano nella politica o negli affari mondani. Espresse ringraziamenti per aver avuto l’opportunità di vedere il film e disse al sorvegliante di distretto: “Questa sera lo può proiettare nella sala del compound e dirò ai ragazzi della polizia di assisterla”. Quella sera nella sala del compound ci furono 902 presenti.

      In questo periodo, lo Swaziland ebbe una rapida crescita nel numero dei proclamatori della buona notizia. La media crebbe da 126 nel 1953 a 289 nel 1959, aumento del 129 per cento.

      RICOMPENSATA LA PERSEVERANZA IN BECIUANIA

      Nel 1956 Joshua Thongoana fu assegnato come sorvegliante di circoscrizione in Beciuania. Alcuni fratelli locali erano già stati fustigati dai capi per avere compiuto la predicazione. Il capo accusava i fratelli di portare nel paese un’altra religione, mentre il capo Khama vi aveva portato una sola religione, la Società Missionaria di Londra. Un pioniere fu sferzato per due volte e il suo bestiame fu confiscato perché aveva svolto attività di predicazione. Ma, vista la sua ferma determinazione, il capo gli fece restituire il suo bestiame.

      Due settimane dopo il suo arrivo, il fratello Thongoana fu arrestato insieme ad altri due fratelli. Nella kgotla (corte) furono accusati di introdurre un’altra religione. Ai fratelli fu rifiutata l’opportunità di difendersi, e quelli che erano nella kgotla chiesero che si dichiarassero colpevoli. Dopo che erano state fatte contro di loro molte accuse dal capo e dalla sua kgotla, fu detto al fratello Thongoana di lasciare la Beciuania lo stesso giorno successivo, mentre ciascun fratello residente fu condannato a due mesi di prigione. Il fratello Thongoana andò effettivamente via dalla zona, ma invece di lasciare il paese, andò ancora di più nell’interno. In seguito, fu felice di udire che il capo aveva cambiato opinione e aveva sospeso le condanne dei fratelli locali.

      Durante la successiva visita, il fratello Thongoana fu arrestato di nuovo. In questa kgotla fu manifestato grande interesse. Il ministro locale della Società Missionaria di Londra era presente e il capo gli chiese di aprire la kgotla con preghiera. Di nuovo il fratello Thongoana fu accusato di portare un’altra chiesa, mentre essi ne avevano già una. Questa kgotla permise al fratello Thongoana di difendersi, ed egli citò molte scritture per mostrare ciò che predicava e perché. Il ministro della Società Missionaria di Londra non usò nessuna scrittura; egli non aveva nemmeno una Bibbia. Alcuni consiglieri persuasero il capo ad assolvere i fratelli, e questa volta la kgotla finì con una vittoria teocratica.

      Finché fu abolita nel 1959 la proscrizione della letteratura della Società, molti furono arrestati. Comunque, i fratelli si mantennero fermi per la verità. I cento proclamatori del 1953 crebbero nel 1959 fino a 166, davvero uno splendido aumento.

      BENEFICI SPIRITUALI IN S. ELENA

      Dopo la visita del fratello Van Staden, il solo contatto regolare che i fratelli di S. Elena ebbero con l’organizzazione visibile di Geova fu per mezzo della posta e delle pubblicazioni della Società. Perciò fu qualche cosa di rimarchevole che questi fratelli avessero la visita del sorvegliante di circoscrizione e di sua moglie per un mese intero nell’anno di servizio del 1955. Presso ciascuna delle due congregazioni dell’isola essi trascorsero dodici giorni e il mese di attività terminò con un’assemblea di circoscrizione. Al discorso pubblico furono presenti 105 persone e tre furono immersi.

      Sui fratelli di S. Elena continuarono a riversarsi benefici spirituali. Nel 1956 il film “La Società del Nuovo Mondo all’opera” fu proiettato otto volte a un totale di 1.000 spettatori. Questo diede a tali fratelli isolati una chiara idea dell’organizzazione mondiale di Geova. Un uomo osservò: “Non mi vergogno di dirvi che sulle gote mi scendevano le lagrime e che altri ragazzi si commossero allo stesso modo”. Perché? “Abbiamo visto come i fratelli lavorano insieme con amore; se solo potessimo lavorare così”.

      Nel 1958 il film “La felicità della Società del Nuovo Mondo” fu proiettato otto volte e vi fu un’affluenza totale di 1.095 persone. Tutti quelli che lo videro si sorpresero delle moltitudini di persone che assistevano alle assemblee in ogni parte del mondo.

      Comunque, da quando si erano seminati nel 1933 i primi semi del Regno, nessun proclamatore di S. Elena era mai stato in grado di assistere a un’assemblea oltremare. Ora per la prima volta due fratelli fecero tutto il viaggio fino a New York per assistere all’Assemblea Internazionale “Volontà Divina” del 1958. A causa dell’insufficienza dei mezzi di trasporto, essi furono costretti a partire in maggio e non poterono tornare fino a novembre. Ma quale soddisfazione provarono a New York e quale gioia recarono ai loro fratelli nel proprio paese con tutte le buone cose che avevano imparate e provate a quell’assemblea!

      PROGRESSO IN MAURIZIO

      Nel 1953 la congregazione di Vacoas faceva buon progresso e un’altra congregazione si stava già formando a Port Louis. Conforme alla legge, i missionari avevano notificato alla polizia le loro adunanze e il commissario di polizia aveva risposto che non c’era nessuna obiezione purché non ci fosse nessuna controversia religiosa che potesse turbare la pace. Tuttavia, la polizia non voleva correre rischi, e così i primi ad arrivare all’adunanza furono quattro agenti investigativi. Avvenne dunque che fra gli amici presenti era un agente investigativo in pensione e diversi parenti di un altro agente investigativo ancora. Quindi la prima adunanza fu quasi come una riunione di poliziotti! Gli agenti sembrarono abbastanza soddisfatti di notare che i testimoni di Geova sono gente tranquilla e osservante della legge.

      In Maurizio nel 1955 il progresso continuò, e i proclamatori giunsero a un massimo di 30. In seguito quell’anno il fratello Milton Henschel fece una visita in Maurizio e vi fu stabilita una sede filiale della Società per badare agli interessi del Regno nelle tre isole dell’oceano Indiano meridionale di Madagascar, La Réunion e Maurizio.

      FRUTTUOSI SFORZI IN MADAGASCAR

      Dopo la visita che fecero al Madagascar nel 1933 i due pionieri Robert Nisbet e Bert McLuckie venuti dal Sud Africa, sembra che passassero ventidue anni nei quali non vi si fece nulla riguardo al campo. Nel 1955 Milton Henschel e Robert Nisbet visitarono l’isola per porre l’opera sotto la guida della sede filiale della Società stabilita in Maurizio. Presto vi furono mandati pionieri speciali dalla Francia. Essi lavorarono strenuamente ed ebbero molto successo, conducendo molti studi biblici. Non passò molto tempo che i proclamatori locali cominciarono a diffondere la buona notizia del Regno. Nel 1958 fu tradotto nella lingua malgascia il primo opuscolo. L’anno dopo, furono prese disposizioni per trasferire la sovrintendenza dell’opera alla sede filiale della Francia.

      INIZIA L’ATTIVITÀ DEL REGNO IN ANGOLA

      Il primo seme del Regno fu seminato in Angola nell’anno 1938. Questa zona di circa 1.246.000 chilometri quadrati si estende sulla costa occidentale dell’Africa tra l’Africa del Sud-Ovest a sud, lo Zaïre a nord e lo Zambia a est.

      Da Città del Capo due pionieri vi fecero una visita nel 1938 e lavorarono fra la popolazione bianca. In tre mesi essi distribuirono 8.158 Bibbie, libri e opuscoli e suscitarono qualche interesse. In ogni modo, l’anno dopo scoppiò la seconda guerra mondiale e fu molto difficile mantenere il contatto con le persone interessate.

      Dodici anni dopo, nel 1950, un pioniere africano fu deportato dal Mozambico. Non gli era stato fatto nessun processo, ma fu mandato nella piccola isola portoghese di São Tomé sull’equatore al largo della costa occidentale dell’Africa. Questa era inclusa nel campo dell’Angola. Entro sei mesi c’erano su quest’isola tredici altri che partecipavano con lui all’opera di testimonianza.

      Due anni dopo questo piccolo gruppo di São Tomé era cresciuto fino a 21 proclamatori. São Tomé e la vicina isola di Principe hanno una superficie di soli 976 chilometri quadrati con una popolazione totale di 64.000 abitanti. In realtà è una colonia penale per gli Africani portoghesi che devono lavorare come schiavi nelle piantagioni di caucciù, banani e caffè. Il piccolo gruppo dei proclamatori del Regno vi doveva dunque operare in condizioni difficili, senza nessuno che li visitasse o li incoraggiasse. Finora, non esisteva in Angola nessun proclamatore o organizzazione per l’opera del Regno.

      Nel 1954 alla filiale del Sud Africa furono ricevute ciò nondimeno lettere inviate da un piccolo gruppo di Africani di Baía dos Tigres, stabilimento penale annesso a un posto di pesca nell’estremo meridione dell’Angola. Il mittente João Mancoca in una delle sue lettere disse: “In Angola il gruppo dei testimoni di Geova è composto di 1.000 membri. Questi hanno come loro capo Simão Gonçalves Toco”. Dietro questa sensazionale dichiarazione è una storia molto interessante.

      Nel 1943 questo Simão Toco era capo di un coro collegato con una missione battista di Léopoldville, Congo Belga (Kinshasa, ora chiamato Zaïre). Era un capace e abile maestro di coro e il suo gruppo crebbe fino a molte centinaia di componenti. Venne in possesso di due opuscoli della Società Torre di Guardia e li lesse con interesse. Toco scrisse a Brooklyn per avere altre pubblicazioni della Società. Gradualmente, introdusse alcuni insegnamenti del Regno nei canti o inni (che egli stesso componeva) e nelle conversazioni che faceva con i più intimi associati del suo coro. Tuttavia, nei gruppi di studio di Toco si infiltrarono i seguaci di Simon Kimbangu, che praticavano lo spiritismo. Nel 1949 essi sentirono lo stimolo di uscire e di parlare ad altri, e molti di loro andarono a predicare nella città di Léopoldville. Ma, non passò molto tempo che Toco e un notevole gruppo di suoi seguaci furono arrestati e messi in prigione. Mentre era in prigione, Toco smise di usare le pubblicazioni della Società e anche la Bibbia, e siccome dipendevano maggiormente dai messaggi dei medium spiritici la verità fu eclissata dallo spiritismo di Kimbangu. La maggioranza del gruppo proveniva dall’Angola. Così, dopo alcuni mesi di carcere, quelli che si rifiutarono fermamente di rinunciare ad andare dietro a Toco furono rimandati a Luanda. Ce n’erano circa 1.000.

      Fra quelli che furono deportati in Angola era João Mancoca, un Africano intelligente e di mente spirituale. Il giorno del suo processo fu accusato di appartenere al “Movimento Torre di Guardia” collegato al Kimbanguismo, una setta africana proibita. Il giudice cercò di liberarlo, purché rinunciasse alla sua fede. Benché Mancoca non accettasse alcune interpretazioni di Toco, specialmente la sua pratica dello spiritismo, si rese conto che in ciò che aveva avuto tramite Toco c’era della verità e sapeva che se avesse abbandonato ciò che aveva accettato l’avrebbe perduta. Così preferì la prigione alla rinuncia di quel po’ di verità che aveva. Le autorità portoghesi erano indecise sulla vera origine del gruppo e su ciò che dovevano fare con loro. Sospettavano che fossero potenziali elementi sovversivi; eppure i membri sembravano molto innocui e sinceri. Infine, furono dispersi in gruppi inviati in molte parti dell’Angola. Toco e molti del suo gruppo furono mandati a lavorare in una piantagione di caffè nel settentrione dell’Angola. Mancoca era a Luanda con un altro gruppo.

      A Luanda, Mancoca cercò di persuaderli a usare la Bibbia e a smettere di praticare lo spiritismo. Insieme a Sala Ramos Filemon e a Carlos Agostinho Cadi, Mancoca operò per far prevalere la verità della Bibbia. Un Africano, che aveva ottenuto i nostri libri “Il Regno è vicino” e “La verità vi farà liberi” in francese come libri di scuola per suo figlio, riscontrò che non erano adatti a questo scopo e li diede a Mancoca. Questo rallegrò lui e i suoi pochi compagni che realmente apprezzavano la verità. Quindi Toco fu mandato nel meridione e nel suo percorso passò per Luanda. In quel tempo egli era un convinto spiritista e proibiva ai suoi seguaci l’uso della Bibbia. Ovviamente, i suoi seguaci “kimbangu” avevano esercitato su di lui una forte influenza e l’avevano allontanato dalla Parola di Dio. Ma, Mancoca e il suo gruppo ne furono sgomentati e per tre mesi pregarono intensamente Geova perché aprisse loro la via per mettersi in contatto con la Società Torre di Guardia.

      Alcuni seguaci di Toco non gradirono le verità che Mancoca insegnava. Perciò, denunciarono questo piccolo gruppo alle autorità portoghesi e li accusarono falsamente di essere autori di una delle false dottrine di Toco. Come risultato, Mancoca e i suoi amici furono messi in prigione per ventuno giorni in una cella oscura. Una delle guardie diede loro “di contrabbando” una macchina da scrivere e alcune candele. Così, a lume di candela fecero in segreto copie manoscritte degli opuscoli della Società. Essi furono deportati nella colonia penale di Baía dos Tigres, con una condanna a quattro anni che fu estesa a sei anni, tutto con un’accusa falsa!

      A Baía dos Tigres, Mancoca e i suoi associati trovarono alcuni tocoisti, che essi incoraggiarono a studiare la Bibbia, ma senza successo. Quindi, si separarono da questo gruppo. Mancoca decise poi di tradurre alcuni capitoli di “La verità vi farà liberi” (che egli aveva in francese) in kikongo, loro propria lingua. A questo punto uno dei tocoisti scrisse una lettera alla filiale della Società a Salisbury e ricevette la risposta in spagnolo, che non poté leggere. Portò dunque la lettera a Mancoca. Ciò diede a Mancoca l’indirizzo della Società, e Mancoca e i suoi compagni scrissero quindi in francese alla filiale della Rhodesia, lettera che fu trasmessa alla filiale del Sud Africa. In questo modo tale gruppo di Baía dos Tigres fu in corrispondenza con la filiale per tre mesi e ricevette anche della letteratura.

      Quando la notizia di questo strano gruppo giunse a Brooklyn, lì i fratelli disposero subito che un missionario inglese, John R. Cooke, il quale aveva trascorso diversi anni in Portogallo e parlava abbastanza correntemente il portoghese, andasse in Angola. Il fratello Cooke arrivò in Angola il 21 gennaio 1955. La sua prima conversazione la fece a Luanda con un avvocato, che consigliò a John di stare molto attento, poiché gli elementi del gruppo di Toco erano considerati “Mau Mau” (terroristi) o sostenuti dai comunisti.

      Per il fratello Cooke fu strano camminare nelle vie di cittadine come Luanda e Benguela, vedere i membri di questo gruppo con i loro distintivi a forma di stella e chiedersi se questi erano probabili fratelli o solo comunisti travestiti! A Lobito e a Benguela parlò privatamente con alcuni di loro, ma oltre a scoprire che avevano la Bibbia, conoscevano il nome Geova e tenevano frequentemente adunanze, non poté fare altro. A Luanda ce n’era un gruppo numeroso. Egli parlò loro e fece conversazioni con il loro comitato. Ma questi uomini erano seguaci di Toco e non realmente interessati alla Società Torre di Guardia di Bibbie e Trattati. Un’eccezione fu un giovane chiamato Antonio Bizi, che apprezzò grandemente le visite del fratello Cooke e aiutò altri ad abbonarsi alle riviste della Società.

      Dopo che il fratello Cooke ebbe fatto rapporto delle sue prime impressioni alla filiale sudafricana di Elandsfontein, ricevette istruzione di cercar di mettersi in contatto con Mancoca e con i suoi amici a Baía dos Tigres. Ma Baía dos Tigres è un piccolo posto di pesca su una sabbiosa costa desertica nell’estremo meridione dell’Angola. Essa ha pochissimo contatto con il mondo esterno ed è sotto stretta sorveglianza governativa, essendo, infatti, una colonia penale. John Cooke ricorda che esaminò a lungo il problema. Presentò la cosa a Geova in preghiera. Infine, scrisse una lettera al governatore generale a Luanda spiegando la sua missione e chiedendo un colloquio. Dopo tre ansiose settimane, fu invitato a presentarsi al senhor Santana Godinho, che nell’amministrazione era l’assistente principale del governatore. Durante la lunga conversazione questo signore fece al fratello Cooke molte domande sull’opera e sulle credenze dei testimoni di Geova. Infine, egli acconsentì che il fratello Cooke facesse il viaggio a Baía dos Tigres. Quindi lo sorprese dicendo: “Infatti, le daremo un biglietto gratuito di andata e ritorno in aereo!” Questo era un viaggio di oltre 1.900 chilometri!

      Alcuni giorni dopo, un piccolo aereo a sei posti descrisse un cerchio sopra la piccola colonia di Baía dos Tigres inaridita dal sole e quindi atterrò su una pista di cemento costruita sulla sabbia. John Cooke scese con alcuni altri passeggeri. Dopo alcune difficoltà, il fratello Cooke ebbe la sua prima adunanza con il piccolo gruppo. Questo fu il grande giorno di Mancoca. Lo aveva invocato e atteso per anni, essere infine in contatto personale con la Società che insegnava la verità! Si vestì il meglio che poté e lesse un lungo scritto di benvenuto al rappresentante della Società. Come si compiacque il fratello Cooke di trovare persone simili a pecore così ansiose di acquistare conoscenza del Regno! Trascorse ogni sera con questi Africani umili e sinceri, parlando della Parola di Dio e dicendo loro come si faceva l’opera. Essi gli mostrarono un grosso quaderno. Consisteva degli opuscoli Il Regno, la speranza del mondo e Gli ultimi giorni, tradotti nella loro lingua kikongo. Fatto anni prima e scritto a mano, questo volume era stato usato per molto tempo come uno dei loro principali libri di testo. Il fratello Cooke si sorprese riscontrando che avevano già afferrato abbastanza bene la verità dopo aver letto le pubblicazioni ricevute da Elandsfontein.

      Intanto il fratello Cooke alloggiava nella locale torre del faro con il guardiano. Questi mostrò interesse e si abbonò a entrambe le riviste e ordinò una Bibbia. Quindi disse: “Signor Cooke, lei trascorre tutto il tempo con gli Africani. Che dire di noi bianchi? Perché non dispone di tenere un’adunanza per noi?” Questo fu fatto, e la domenica quando in una delle fabbriche di pesce conservato in cui era un forte odore di pesce si tenne un discorso pubblico ci fu un uditorio di 80 persone: 10 bianchi e 70 negri. Questa fu la prima adunanza pubblica in Angola! Il giorno dopo il fratello Cooke partì sull’aereo che faceva il volo settimanale portando con sé impressioni molto calorose del piccolo gruppo e una lettera indirizzata ai gruppi di Toco la quale spiegava chi egli era e li incoraggiava ad accettarlo come rappresentante della Società. Con ciò sperava di essere meglio ascoltato dai vari gruppi.

      Il fratello Mancoca ricorda questa visita del fratello Cooke, dicendo: “Non ebbi più dubbio che questa era la vera organizzazione sostenuta da Dio. Non avevo mai pensato o creduto che qualsiasi altra organizzazione religiosa facesse una tal cosa: senza pagamento, mandare da lontano un missionario a visitare una persona insignificante solo perché aveva scritto una lettera”.

      Ma tornato a Luanda, il locale comitato di Toco non si fece impressionare dalla lettera di Mancoca. “Chi è lui per dirci cosa fare? Ora, se fosse stato Toco a darle una lettera del genere, sarebbe diverso”. Fu dunque presa la decisione di visitare lo stesso Toco.

      Fu inviata una relazione al senhor Santana Godinho spiegando brevemente ciò che era accaduto nel viaggio e le impressioni di John Cooke su quelli che aveva conosciuti. Fu subito convocato per un altro colloquio. Santana Godinho espresse apprezzamento per la relazione. Spiegò che, quantunque l’opinione ufficiale sulla setta di Toco fosse che era realmente sovversiva, egli e altri ne avevano dubbi. Furono dunque lieti d’avere qualcuno che poteva entrare fra loro e scoprirlo. Fece quindi un’altra sorprendente offerta. “Ora, in quale altro luogo le piacerebbe andare, senhor Cooke? Semplicemente dica ciò che vuole e le daremo gratuitamente il biglietto di andata e ritorno!” John fece la richiesta di vedere Toco, che era nel “bush” vicino a Sá de Bandeira, una cittadina di media grandezza nella parte centro-meridionale dell’Angola. Questo fu concesso.

      Dopo breve tempo, il fratello Cooke ebbe con Toco due lunghi colloqui alla presenza di un funzionario governativo. Toco, un uomo alto e intelligente, ancora molto giovane, disse d’esser lieto di conoscere qualcuno della Società Torre di Guardia. Egli e il fratello Cooke considerarono argomenti scritturali e la formazione del gruppo, e poi anche lui scrisse una lettera indirizzata a tutti i suoi seguaci in Angola, dicendo loro che il sig. Cooke rappresentava la Società Torre di Guardia da cui egli riceveva letteratura. Dopo alcune interessanti escursioni locali come ospite del governatore, il fratello Cooke tornò a Luanda pensando che forse ora questo gruppo di 1.000 persone avrebbe accettato più prontamente la verità.

      Ma tornato a Luanda il locale comitato di Toco non ne volle sapere nulla. Le “redini” le tenevano loro e non le avrebbero cedute a nessun altro. Almeno questa era la determinazione del capo locale, David Dongala, sebbene molti individui mostrassero buon interesse. Comunque, il tempo trascorso a Luanda non fu sprecato. Il fratello Cooke diede molta testimonianza e vi passò un periodo meraviglioso, ottenendo in un solo giorno fino a ventidue abbonamenti. Inoltre, stava appena cominciando ad avere studi biblici con una o due famiglie di bianchi e con appartenenti del gruppo di Toco.

      Dopo un viaggio in aereo senza difficoltà fino a Cela, una nuova colonia agricola, la situazione cambiò drasticamente. Santana Godinho perse il suo posto come amministratore governativo. Egli era stato di vero aiuto al fratello Cooke nella sua difficile assegnazione e si era mostrato molto amichevole. Ora non c’erano più viaggi gratuiti, e la richiesta di rinnovare il visto di cinque mesi fu respinta. Il fratello Cooke partì nel giugno del 1955, molto grato a Geova dell’aiuto ricevuto e del privilegio di aver stabilito importanti contatti e seminato molto buon seme in un territorio “vergine”.

      L’attività del Regno aveva avuto inizio e nonostante che l’opposizione e la persecuzione quasi soffocassero il nuovo campo, grazie all’immeritata benignità di Geova e alla costante lealtà dei nuovi fratelli, continuò a crescere.

      CONTINUANO CORAGGIOSI SFORZI

      Nel giugno del 1956, Mancoca e sette altri nuovi fratelli di Baía dos Tigres ebbero il coraggio e l’iniziativa di scrivere una lettera al governatore del distretto di Moçâmedes, dov’era situata Baía dos Tigres. In parte, ecco cosa dissero: ‘Molto rispettosamente chiediamo a sua Eccellenza il favore di riconoscerci come membri effettivi della Società dei Testimoni di Geova’. I fratelli fecero richiesta di maggiore libertà di adorazione, ma la sola risposta che ebbero fu maggiore oppressione. Ciò nonostante, dieci di loro furono battezzati nel 1956.

      Frattanto, nell’isola di São Tomé diversi fratelli avevano scontato la loro condanna a sette anni. Fra quelli rilasciati e rimandati in Mozambico c’era l’ex sorvegliante che presiedeva.

      LA LUCE NON SI AFFIEVOLISCE

      La luce della verità risplendeva in Angola, e nonostante le difficoltà non si affievoliva. Per di più, il campo europeo doveva ricevere il beneficio di tale luce.

      Il 26 ottobre 1956, Mervyn Passlow e sua moglie, Aurora, atterrarono a Luanda per continuare l’opera iniziata da John Cooke. Il fratello Cooke aveva mandato ai Passlow il suo elenco di abbonati e interessati di Luanda. Ma tutti gli indirizzi degli abbonati erano numeri di caselle postali, poiché la posta non si consegna alle case private; quindi per un po’ non riuscirono a trovare queste persone. Dopo giunse una lettera dal fratello Britten, sorvegliante della filiale di Lisbona, in cui si comunicava loro che stava tornando a Luanda una donna molto interessata chiamata Berta Teixeira. Essa fu molto sorpresa quando, immediatamente dopo il suo arrivo, i Passlow andarono a visitarla. Non si perse tempo a iniziare con lei e con la sua famiglia uno studio biblico. Essa poté anche aiutare a trovare gli indirizzi degli abbonati, giacché aveva un parente che lavorava nell’ufficio postale. Un buon numero degli abbonati divennero studenti assai volenterosi. Nello spazio di settimane tutti questi parlavano ai loro amici e vicini. Ogni sera e molti pomeriggi i Passlow erano invitati da queste persone; entro sei mesi si tenevano studi con oltre cinquanta persone.

      Non molto tempo dopo il loro arrivo, i Passlow cominciarono inoltre a ricevere lettere da fratelli e interessati africani che erano in diverse parti dell’Angola. Il fratello Mancoca, per quanto ancora detenuto a Baía dos Tigres, scrisse lettere d’incoraggiamento ai Passlow. Li visitarono anche locali fratelli africani che avevano bisogno di assistenza spirituale. Data la situazione e siccome era straniero, il fratello Passlow non andò mai alle loro adunanze. Ma Antonio Bizi, che quando c’era il fratello Cooke aveva mostrato tanto interesse, li visitava regolarmente per avere studio biblico e addestramento così che, a sua volta, egli poté assistere gli altri fratelli africani. Gli Africani ottennero pure molta letteratura e molta ne fu portata nell’interno.

      Un paio di mesi dopo il loro arrivo, i Passlow cominciarono a tenere regolari studi sulla rivista Torre di Guardia nella loro stanza. Ma alla fine del primo mese la stanza era troppo piccola. Quindi la sorella Teixeira, che dirigeva una scuola di lingue, offrì una delle aule più interne del suo istituto. Poiché le sue lezioni si tenevano fino alle ore 21, tutte le adunanze settimanali dovevano cominciare dopo le ore 21. In questo modo attiravano meno attenzione.

      La corrispondenza continuò a giungere da tutta l’Angola. A scrivere erano Africani, che asserivano tutti d’esser fratelli. Ma in quel tempo in Angola c’era la guerra e non si poteva comunicare con queste persone.

      Subito dopo, fu iniziato uno studio con il signor Vieira Gonçalves e sua moglie. Egli aveva fatto sei anni di studio per divenire sacerdote, ma si era tanto allarmato per ciò che vedeva nei giovani che studiavano per il sacerdozio e a causa della loro condotta da smettere prima di divenire effettivamente sacerdote. Fece rapido progresso e non perse tempo a venire alle adunanze e a cominciare a parlare ai suoi amici. Alla fine di due mesi già teneva uno studio con un’altra famiglia.

      Dopo aver trascorso in Luanda otto mesi, il fratello Passlow decise che era tempo di fare un battesimo, poiché diversi avevano espresso il desiderio di simboleggiare la loro dedicazione. Quale sorpresa e gioia provarono quando un fratello arrivò quel giorno dal Portogallo: Il fratello Henrique Vieira, in viaggio verso il Sud Africa! Così, prima del battesimo, il fratello Vieira pronunciò un discorso, raccontò alcune esperienze e poi eseguì il battesimo nella baia di Luanda.

      Subito dopo ciò, il fratello Passlow non riuscì a ottenere il rinnovo del suo visto. Invitò prontamente il fratello Gonçalves a cominciare ad aver cura del piccolo gruppo. Questo fedele fratello, benché quando assunse l’incarico fosse solo un bambino nella verità, lo assolse per circa nove anni finché anche lui fu arrestato, messo in prigione e infine deportato in Portogallo.

      Il fratello Passlow aveva agito proprio in tempo. Alcuni giorni dopo un furgone della polizia segreta si accostò improvvisamente ai Passlow quando erano affaccendati nella città, e ne scesero sei agenti e li circondarono come se fossero disperati criminali. Furono portati nella loro stanza e furono confiscati molti loro averi, incluse le ricette di cucina di Aurora, apparentemente col pretesto che contenessero messaggi segreti! Mentre la polizia portava fuori il loro deposito di Bibbie, il fratello Passlow commentò: “Spero che le leggiate”. L’uomo rispose: “Dicono qualche cosa del football?” al che tutti risero. La polizia sapeva molto bene di agire come semplici pedine del vescovo di Luanda. I Passlow scoprirono poi che una persona interessata aveva detto al vescovo tutte le buone cose che aveva imparate.

      Un appello al console britannico, devoto cattolico, fu respinto. Quindi il commissario di polizia convocò i Passlow nel suo ufficio. Egli disse loro che dovevano partire entro la settimana. Dalle sue osservazioni, fu ovvio che collegava i Passlow con l’infame “Movimento Torre di Guardia” dell’Africa centrale. Ragionare con lui era inutile.

      Il 27 giugno 1957, i Passlow si imbarcarono per il Sud Africa. Date le intenzioni della polizia, avvertirono i fratelli, specialmente i fratelli africani, di non venire a salutarli. Ma il vincolo d’amore era troppo grande. Polizia o no, i fratelli, compresi molti Africani, erano lì per dire ‘Adeus’ (Addio)! Proprio prima di salire sulla passerella, uno di questi fratelli africani che era stato appena rilasciato da Baía dos Tigres si avvicinò loro, mise in mano al fratello Passlow una busta e quindi scomparve in mezzo alla folla. La busta conteneva un dono di addio in denaro, col messaggio: “Per comprare un po’ di pane”. Mentre la nave si allontanava lentamente, i Passlow provarono profonda gratitudine per l’indescrivibile gioia d’aver aiutato alcuni a conoscere il nostro Dio Geova.

      Qualche tempo dopo, i Passlow seppero che il giorno seguente la radio annunciò che il paese si era appena liberato di un grande pericolo costituito da una coppia di stranieri i quali avevano cercato di stabilire attività comuniste e “mau mau”, “ma, grazie al nostro Dio, tale pericolo è stato ora eliminato!” Mesi dopo, quando i combattimenti dei terroristi divennero veramente accaniti, la stampa angolana fece falsamente pubblicità ai missionari della Torre di Guardia asserendo che avevano influenzato gli Africani per farli partecipare ad attività terroristiche. C’erano perfino fotografie che falsamente mostravano missionari nell’atto di regalare agli Africani dollari americani per metterli contro le autorità bianche!

      È vero che i missionari della cristianità e i capi religiosi avevano molto a che fare con l’attività terroristica in Angola. Ma non i testimoni di Geova! Grazie all’immeritata benignità di Geova, i missionari della Torre di Guardia eran potuti entrare nel paese. Nonostante molti problemi e opposizione, si era potuta stabilire una piccola organizzazione di 54 fratelli che erano decisi a mantenersi fermi e a far risplendere in Angola la luce della verità.

      Dopo tutta l’emozione causata dalla partenza del fratello e della sorella Passlow, i fratelli andarono avanti quietamente e fedelmente. Non avevano qualcuno maturo che li istruisse, ma le adunanze si tenevano e la predicazione si compiva nella migliore maniera possibile nelle difficili circostanze.

      Nel 1958, Harry Arnott, sorvegliante di zona, fece una breve visita, che fu sia per gli Africani che per gli Europei fonte di grande incoraggiamento. Nel 1959 egli fu di nuovo a Luanda come sorvegliante di zona. Arrivato all’aeroporto, proprio mentre salutava un piccolo gruppo di fratelli, comparve improvvisamente la polizia e li arrestò tutti. Il fratello Arnott fu separato dagli altri per l’interrogatorio. La sua borsa fu minutamente perquisita. Egli pregò Geova che l’elenco degli abbonati alla rivista Torre di Guardia della città di Luanda non cadesse nelle mani della polizia. Quel prezioso elenco era nel portabiglietto del fratello Arnott. Sebbene il capo dell’Interpol guardasse il biglietto, non vide l’elenco. Dopo molte domande, il capo disse: “Sig. Arnott, si ricordi bene: Per ciò che riguarda l’Angola lei ha finito, finito, finito, e l’organizzazione della Torre di Guardia è finita, finita, finita!”

      Poco tempo dopo fu condotto in un altro edificio dov’erano gli altri fratelli, fra cui il fratello Mancoca. L’ufficiale dell’Interpol si rivolse al fratello Mancoca, lo insultò e gli disse: “Sai cosa ti accadrà?” Il fratello Mancoca solo guardò il suo persecutore diritto negli occhi e disse: “Ho già sopportato molto, quindi tutto quello che ancora potete farmi è uccidermi, ma non mi allontanerò dalla mia fede”. Si voltò poi verso il fratello Arnott e sorrise in maniera incoraggiante. Il fratello Arnott dice: “Sembrava che non si rendesse affatto conto della sua propria situazione e solo si preoccupava di fare in modo che io non ne fossi scoraggiato. Fu molto edificante vedere questo fratello africano prendere dopo anni di prigionia una determinazione così ferma e coraggiosa”.

      Il fratello Arnott fu riportato sull’aereo e dovette immediatamente lasciare il paese. Intanto, la polizia aveva scoperto che la congregazione si radunava nella casa della sorella Teixeira. Perciò, alcuni d’essi vi andarono immediatamente per farvi un’ispezione. La perquisirono, ma non aprirono una porta al pianterreno, dietro la quale una cinquantina di fratelli e persone interessate aspettavano con pazienza che il fratello Arnott venisse a fare loro il suo discorso.

      In quell’occasione a quei fratelli che erano andati ad accogliere il fratello Arnott non accadde nessun vero danno, nemmeno a Mancoca. Egli fu trattenuto per sette ore di interrogatorio, durante le quali l’ispettore preparò un ordine ufficiale per mandarlo in prigione. Ma alla fine l’ispettore lo strappò e disse al fratello Mancoca: “Va via, Mancoca, e sta attento. Domani portami tutta la letteratura della Torre di Guardia che hai a casa tua. . . . Solo rinuncia a questa questione della Torre di Guardia e bada a te stesso e ai tuoi figli”.

      Questo episodio significò fare cambiamenti del luogo di adunanza della piccola congregazione e dopo ciò gli Africani cominciarono a organizzarsi per loro conto. Comunque, l’organizzazione locale era ancora molto piccola. Nel 1960 il numero massimo dei proclamatori che fecero rapporto fu solo 17. Fu in quel tempo che l’Angola venne sotto la giurisdizione della filiale della Società Torre di Guardia che era a Lisbona, in Portogallo.

      L’anno dopo, nel 1961, scoppiò in Angola l’attività terroristica e fu lanciata inoltre un’intensa persecuzione contro i fratelli. Nei successivi nove anni il fratello Mancoca fu in varie prigioni e campi di lavoro. Le sue esperienze furono molte e varie, ma ovunque andasse sopportava la persecuzione con calma risolutezza e assoluta fiducia in Geova. E ovunque andasse testimoniava, e mentre era in prigione riuscì ad aiutare molti Africani a venire nella verità.

      Nel 1971, i fratelli furono arrestati di nuovo in gran numero e furono messi in prigione a Luanda, incluso, ancora una volta, il nostro altruistico e devoto fratello Mancoca. Ma gli sforzi del nemico sono molto deboli in paragone con gli invincibili propositi e l’illimitata potenza di Geova. Nulla, assolutamente nulla, può impedire che il suo messaggio del Regno sia predicato in tutta la terra abitata, compresa l’Angola.

      PRONTI PER L’ESPANSIONE

      Il principio del 1960 trovò la Betel di Elandsfontein tutta pronta per la vera espansione. Geova previde i bisogni del campo del decennio successivo e provvide le cose necessarie. Lo stabilimento ampliato aveva ora in funzione cinque macchine linotipiche invece di tre, e l’anno dopo ne fu installata un’altra. Oltre alla macchina da stampa a platina già in uso, furono installate una nuova macchina a plàtina Heidelberg e una nuova rotativa Timson, quest’ultima del costo di oltre 37.000 rand.

      Nel 1960, lo stabilimento di Elandsfontein cominciò a stampare delle riviste vernacolari quindicinalmente e a colori, anziché solo mensilmente e in bianco e nero. Fu aggiunta una nuova rivista mensile, cioè La Torre di Guardia in tswana. Nel maggio del 1965 fu iniziata la stampa di un’edizione speciale cibemba per il Congo (Kinshasa). Il titolo completo dell’edizione regolare cibemba è Ulupungu lwa kwa Kalinda. Ma a causa del pregiudizio che c’è nel Congo contro il nome “Torre di Guardia”, il titolo di questa speciale edizione fu solo Kalinda (che significa “vigilare” o “guardare”). Nel 1966 un altro numero vernacolare sudafricano de La Torre di Guardia, in sepedi, si aggiunse all’elenco delle riviste stampate. Così nel 1970 lo stabilimento stampava 24 numeri de La Torre di Guardia e di Svegliatevi! in 10 lingue, e 15 diversi numeri del Ministero del Regno. A parte questo, lo stabilimento fu pure molto occupato con la stampa di un certo numero di opuscoli in lingue vernacolari e di un “monte” di moduli, programmi, foglietti e manifesti.

      Nel 1960 fu abolita la proscrizione della letteratura della Società nei tre protettorati: Basutoland, Beciuania e Swaziland. Così questo cibo spirituale poté giungere loro liberamente. Ma come andavano le cose per i fratelli in questi paesi?

      BENEDIZIONI IN MEZZO ALLE DIFFICOLTÀ IN BASUTOLAND

      In Basutoland (ora Lesotho) i fratelli apprezzarono realmente il quindicinale Molula-Qhooa (la rivista Torre di Guardia sesotho). Questo si rifletté sul numero dei presenti ai loro studi della rivista Torre di Guardia. Nel 1960 c’era una schiera di 135 proclamatori e 15 pionieri che aveva cura dei bisogni spirituali di una popolazione di 634.000 abitanti di questo paese, e che andava avanti di fronte a molte difficoltà.

      In questo tempo i “venti di cambiamento” avevano raggiunto questo piccolo protettorato britannico, suscitando lo spirito di nazionalismo e il desiderio d’indipendenza, che furono ulteriormente accresciuti da un certo grado di autogoverno ottenuto nel 1960. Il servizio civile veniva “africanizzato” e gli Africani prendevano il posto degli Europei. Molti pensavano che “autogoverno” e “indipendenza” fossero parole magiche che li avrebbero condotti alla libertà e alla prosperità. Ma i testimoni di Geova continuarono a indicare il regno di Dio come la sola vera speranza dell’uomo.

      In Basutoland la maggior parte delle persone abita in villaggi sparsi, chiamati “kraal”, sui monti, alcuni così alti che vi si può arrivare solo a piedi o a cavallo. In alcuni casi, per giungere ai gruppi isolati il sorvegliante di circoscrizione impiegava cinque o sei giorni.

      I pionieri fecero una meravigliosa opera diffondendo la buona notizia del Regno negli angoli isolati del Basutoland. Una coppia di pionieri speciali fu assegnata alla zona di Mokhotlong, proprio sul “tetto dell’Africa meridionale”, a un’altitudine di 3.200 metri nella catena del Drakensberg. Il marito, Philemon Mafereka, doveva valicare diversi monti solo per andare a tenere uno studio. Cominciando alle ore 4 e camminando rapidamente, vi arrivava alle ore 8,30. Di solito tornava a casa quella stessa sera e il giorno dopo andava in un’altra direzione. I loro sforzi furono riccamente benedetti, poiché entro due anni egli e sua moglie avevano dieci altri che partecipavano con loro nell’opera del Regno.

      Sì, nel Basutoland i proclamatori della buona notizia spesso camminano due o tre ore per andare al loro territorio e poi trascorrono fino a sei ore la volta nella testimonianza. Non è pratico tornare a mangiare a mezzogiorno, e così hanno imparato a lavorare tutto il giorno e a tornare la sera presto per cucinare e mangiare. A causa della distanza fra i villaggi, in sei ore di lavoro si possono forse raggiungere solo sei case. Ma anche queste persone hanno bisogno di udire la Parola di Dio.

      I fratelli che vivono in tale isolamento apprezzano di certo l’importanza delle assemblee. Ma per assistere alle assemblee ci vuole grande sforzo e questi fratelli sono per noi un vero esempio. Un pioniere speciale camminò quattro giorni, valicando monti e attraversando a nuoto fiumi, per andare a un’assemblea del popolo di Geova. Una sorella viaggiò da sola a cavallo per tre giorni, quindi viaggiò un giorno intero in autobus per andare a un’assemblea. E un’altra sorella, incinta di sei mesi, camminò per quaranta chilometri sui monti e con la neve per andare a un’assemblea di circoscrizione. Anche un fratello dedicato da poco camminò più di centoventotto chilometri sui monti, con il pioniere speciale che l’aveva aiutato, per andare a un’assemblea dove poté simboleggiare la sua dedicazione.

      Alcuni nuovi han dovuto regolare la loro situazione coniugale prima di poter partecipare all’opera di predicazione ed essere idonei per il battesimo. In un caso, il sorvegliante di distretto europeo si internò in auto sui monti la settimana prima di un’assemblea e portò un uomo e sua “moglie”, che già avevano tre figli, al più vicino commissario distrettuale affinché il loro matrimonio potesse essere registrato ed essi fossero idonei per il battesimo all’assemblea di circoscrizione.

      MANTENUTA LA NEUTRALITÀ

      Nel 1966 il Basutoland divenne lo stato indipendente ora conosciuto come Lesotho. In quel tempo c’erano 266 proclamatori del Regno, e questi, a causa della loro posizione assolutamente neutrale, avevano guadagnato il rispetto di molte autorità. Ma durante un’assemblea di distretto a Maseru, la capitale, un ufficiale di polizia e un reparto di agenti che giunsero su tre camionette irruppero nella sala, ordinando di porre fine all’adunanza. I fratelli incaricati non poterono vedere il capo della polizia fino alla mattina dopo. Comunque, egli conosceva i Testimoni e subito respinse la falsa accusa che qualcuno avesse fatto dal palco la dichiarazione che il governo del Lesotho sarebbe stato distrutto. Lo stesso ufficiale che aveva interrotto l’adunanza ebbe quindi l’istruzione di provvedere guardie all’assemblea per proteggere i Testimoni! Naturalmente, essi non avevano nulla da fare, e i fratelli colsero l’opportunità per dare a ciascuno una completa testimonianza.

      In Lesotho la stretta neutralità cristiana dei fratelli risultò per loro una vera protezione in un periodo di irrequietezza politica e in uno stato di emergenza. In questo tempo fu fatta una grande epurazione contro quelli che non sostenevano il governo del sottocapo Jonathan. Si riferì che di notte le capanne coperte di paglia dei membri dell’opposizione furono barricate e incendiate, bruciando vive intere famiglie. Nessun testimone di Geova subì questa sorte.

      Come risultato della posizione neutrale mantenuta dai veri cristiani, vennero comunque su di loro alcune difficoltà. Nel 1970 il Lesotho ebbe una grave penuria di viveri a causa di anni di siccità. Tuttavia, nel 1970 ebbero buone piogge, ma si decise di dare il seme di mais solo ai sostenitori del governo. Siccome i testimoni di Geova sono neutrali, non ne poterono ottenere. I fratelli che erano nella Repubblica Sudafricana lo seppero e disposero di costituire un fondo di soccorso per aiutare i loro fratelli del Lesotho. Questo fu annunciato alle adunanze preparatorie per le assemblee nazionali di Johannesburg e si suggerì di destinare al fondo di soccorso tutte le offerte delle scatole di queste adunanze. La risposta dei fratelli colmò ogni misura, furono offerti 1.714 rand e le contribuzioni continuavano ad arrivare. Infatti, la filiale dovette mandare una circolare per dire ai fratelli che avevano dato “abbastanza”. Nello Stato libero dell’Orange un fratello europeo ottenne in una settimana il seme di mais necessario e lo portò in Lesotho ai nostri fratelli. A tutti i bisognosi fu anche provveduto denaro per comprare cibo finché non furono in grado di soddisfare i propri bisogni. Questo fece capire più che mai ai fratelli del Lesotho quanto i loro fratelli europei e di altra nazionalità in Sud Africa si preoccupano di loro e li fece sentire a loro ancor più vicini.

      Una sorella del Lesotho che aveva ricevuto il beneficio di questa amorevole disposizione in seguito disse: “Eravamo arrivati al punto che nella nostra casa non avevamo nulla, nemmeno dieci centesimi per comprare un po’ di mealie [farina di mais]. Quindi arrivò dai nostri fratelli bianchi del Sud Africa il denaro per il cibo. Fui solo in grado di piangere senza dire nulla. Gli altri Testimoni e io potemmo superare i nostri problemi immediati, e così, grazie al provvedimento di Geova, possiamo essere a questa assemblea per avere anche un banchetto spirituale”.

      NOTEVOLI PASSI AVANTI

      Allorché l’organizzazione di Geova provvedeva in Lesotho soccorso per la carestia materiale, Geova provvide a quelli che avevano fame di verità anche un meraviglioso piatto spirituale. Questo era nella forma del libro La Verità che conduce alla Vita Eterna in sesotho, che giunse verso la metà del 1970. Con questo meraviglioso ausilio e il programma di studio di sei mesi, si vide la crescita. Era stato fatto un passo avanti nell’attività cristiana.

      Nell’anno 1972 si compì un altro notevole passo avanti nello sviluppo dell’opera in Lesotho, la costruzione della prima vera Sala del Regno in questo paese. La necessità di avere una Sala del Regno a Maseru, la capitale, era divenuta evidente quando il numero medio dei presenti allo studio Torre di Guardia salì a 170, spesso con più di 200 presenti. Per le pareti si usò la pietra arenaria, che si può liberamente ottenere sui monti vicini al solo costo di prenderla, e la pietra fu cavata nelle forme desiderate da fratelli esperti.

      Tutti aiutarono a costruire. Oltre a provvedere i pasti ai costruttori, le sorelle, in maniera tradizionale, portarono sulla testa vasi d’acqua per tre chilometri fino al luogo della costruzione. I ragazzi aiutarono rotolando sul posto fusti pieni d’acqua e alcuni fratelli anziani camminarono fino a trenta chilometri per partecipare al lavoro di costruzione. Per comprimere il terreno in preparazione della gettata di cemento del pavimento, le sorelle cantarono cantici del Regno e danzarono al loro ritmo nell’area del pavimento. Oggi i fratelli sono felici di usare questa Sala del Regno che può accogliere circa 250 persone sedute, una solida costruzione costata solo circa 845 dollari per edificarla!

      Come negli altri paesi africani in via di sviluppo, a volte il nazionalismo presenta difficoltà ai ragazzi che vanno a scuola e altrove ai fratelli in genere. Per esempio, di recente la violenza esplose il giorno che finì la nostra assemblea di distretto. Tornando a casa, un nuovo fratello, già appartenente al partito politico che aveva dato inizio all’insurrezione, trovò i soldati e la corte locale che lo aspettavano. Alla domanda: Che cosa aveva fatto durante la ribellione? egli disse loro che aveva assistito all’assemblea dei testimoni di Geova. Ma questo non bastava. Ne volevano la prova. Accompagnato dai soldati, fu permesso al fratello di prendere il suo programma dell’assemblea. Dopo aver letto l’intero programma, il capo dichiarò il fratello innocente e perfino l’incoraggiò a continuare la sua attività di predicazione. Gli abitanti del villaggio se ne meravigliarono, dicendo: “L’Iddio che voi pregate è l’Iddio vivente!” Come fu grato questo fratello d’aver assistito all’assemblea!

      L’ultimo massimo di proclamatori in Lesotho è 688 e l’opera continua ad andare avanti con la benedizione di Geova. Tuttavia, con un proclamatore su 1.477 abitanti, è evidente che resta molto da fare e la nostra costante preghiera è che Geova affretti l’opera al suo proprio tempo e alla sua propria maniera.

      ABOLITA LA PROSCRIZIONE IN BECIUANIA

      In Beciuania (ora Botswana) la notizia che la proscrizione era stata abolita nel 1960 fu lenta a giungere in alcune parti di questo vasto paese. Alcuni capi ancora rendevano le cose difficili ai fratelli delle loro zone.

      A un sorvegliante di distretto europeo venuto dal Sud Africa, Dennis McDonald, fu concesso un colloquio con il fratello del capo supremo, Seretsi Khama, perché spiegasse la nostra opera. Egli diede al fratello McDonald quattro copie firmate di una lettera che dichiarava che la nostra opera non doveva essere ostacolata. Questo contribuì considerevolmente a cambiare l’opinione dei capi e rese le cose più facili ai fratelli.

      All’inizio degli anni sessanta la maggioranza delle congregazioni e dei gruppi isolati erano lungo la linea ferroviaria. Nell’interno non si era fatto quasi nulla, eccetto a Shakawe e a Maun nel nord-ovest. Il fratello B. Mchiswe, pioniere speciale, lavorò per qualche tempo a Maun. Egli si attenne alla sua assegnazione nonostante che il cibo fosse scarso e che per un anno non mangiasse altro che mealie-meal (zuppa di mais) senza zucchero o latte. Questo fratello fece buon uso della rivista Torre di Guardia in tswana, preparò un itinerario e, appena arrivata, consegnava ogni nuova edizione. Un predicatore della Missione di Londra, a cui la rivista piaceva, perfino in chiesa la tenne alta ed esortò il suo uditorio: “Se vedete l’uomo della Torre di Guardia con questa rivista, dovete prenderla e leggerla”. Alcuni vennero dunque alla casa del pioniere per avere le loro copie ed egli cominciò a studiare con loro.

      In un piccolo gruppo isolato a Shakawe, a nord-ovest di Maun, e all’interno del deserto di Kalahari, non era stato battezzato nessuno perché non potevano assistere a un’assemblea e la regina o autorità locale aveva impedito al sorvegliante di circoscrizione di visitare il gruppo. Perciò tutti cooperarono e pagarono uno del loro gruppo perché assistesse all’assemblea di Mahalapye, distante quasi 1.120 chilometri, dove fu battezzato.

      OPERA DI CIRCOSCRIZIONE

      Potete immaginare cosa significa per un sorvegliante di circoscrizione la visita a questi fratelli isolati? Significa percorrere sulla sabbia non meno di 965 chilometri a bordo della parte posteriore di un grosso autocarro a quattro ruote motrici, viaggiando giorno e notte, con il calore del giorno e con il freddo della notte. A volte Adam Mahlangu, sorvegliante di circoscrizione nel 1964, trascorse fino a dieci giorni del suo mese lavorativo sulla parte posteriore di un autocarro per poter visitare questi isolati.

      Il fratello Mahlangu, il quale narra come le parti settentrionali siano selvagge e primitive, scrive: “Quando faccio un discorso a Shakawe, pensano sempre che io sia qualche specie di capo, solo perché indosso abiti”. Lì la gente non indossa quasi nulla. Egli ebbe molta difficoltà cercando di avviare un’adunanza pubblica bene organizzata; prima per riunire le persone e poi per farle stare tranquille durante il discorso. Esse non erano abituate a stare sedute e ad ascoltare qualcun altro. Così, quando cominciò il discorso lo considerarono una buona opportunità per discutere coi loro vicini i punti che si menzionavano. Ma le visite a questi isolati permisero a due persone di dedicare la loro vita a Dio e a un totale di sei di partecipare all’opera.

      Durante una grave siccità dal 1965 al 1966, in un’occasione l’acqua era così scarsa che a un’assemblea non si poteva trovare acqua per battezzare alcuni candidati. Un’altra volta, a Francistown, i fratelli pure ebbero grande difficoltà. Il fratello Piet Wentzel, allora sorvegliante di distretto, riferisce che il primo stagno al quale andarono era asciutto. Quindi con la sua auto portò i due candidati a una pozza d’acqua distante trenta chilometri nel prosciugato alveo di un fiume, ma anche quella era asciutta. Otto chilometri più oltre giunsero a uno stagno fangoso, che appariva molto oscuro perché c’era il bestiame. Ma questi giovani non ne furono distolti. Era acqua e vi furono battezzati in simbolo della loro dedicazione a fare la volontà di Geova.

      L’OPERA DI TESTIMONIANZA AVANZA IN BOTSWANA

      Quando la Beciuania ottenne l’indipendenza cambiò il suo nome in Botswana. Questo cambiamento politico non alterò molto le condizioni di vita del popolo, benché influisse in effetti sull’opera di predicazione. Il nuovo governo indipendente divenne assai rigido con gli Africani che non erano cittadini del Botswana, e vari pionieri del Sud Africa furono deportati.

      Come si fa la testimonianza in Botswana? L’usanza comune richiede che, quando le persone si salutano, ciascuno si informi della salute dell’altro. Ciò fatto, si portano panchine perché tutti vi si mettano a sedere. Si chiamano il resto della famiglia e qualsiasi amico venuto a far visita, abbastanza spesso fino a venti persone. La maggioranza delle famiglie ha le proprie copie della Bibbia ed è disposta a prendere le proprie Bibbie e a seguire la lettura.

      In Botswana c’è l’usanza che i genitori di un ragazzo paghino un deposito di 4 sterline oltre a una coperta e un vestito per la fanciulla a cui desiderano dare il loro figlio in matrimonio. Questo si fa quando ella ha solo dieci anni. In seguito, i genitori del ragazzo continuano a sostenere la fanciulla finché è pronta per il matrimonio. Si fa ciò senza consultare la fanciulla. Quando una fanciulla quindicenne venne alla conoscenza della verità, informò i genitori che non desiderava essere inegualmente aggiogata con un incredulo. I genitori cercarono di forzarla, dato ch’era già stato versato per lei il denaro, ma essendo riuscita a convincerli con le Scritture che tale disposizione era sbagliata, le permisero di fare come voleva.

      A causa della difficoltà di trovare un posto adatto per le assemblee e di dover sempre impiegare molto tempo per fare costruzioni temporanee, i fratelli furono incoraggiati a costruire la loro propria Sala del Regno a Mahalapye. Così fecero. I fratelli fecero e cossero i propri mattoni. Ci vollero diversi anni per completarla, e nel 1967 la loro Sala del Regno fu quindi usata per un’assemblea.

      Ti sei mai chiesto chi siano i Boscimani del Botswana e se alcuni di quei cacciatori con arco e frecce, la cui lingua dai suoni schioccanti comincia solo ora a mettersi per iscritto, divenivano parte della società del nuovo ordine? Ebbene, la verità trovò un uomo locale che viveva consensualmente con una donna boscimana. Fu iniziato uno studio biblico e presto appresero che era necessario sposarsi legalmente. Avrebbe quest’uomo sposato la donna boscimana? Sì, la sposò ed entrambi furono immersi a un’assemblea di circoscrizione. Entro un anno impararono a leggere e a scrivere e cominciarono a dare testimonianza a tutti nella loro comunità, facendo discepoli di altri ancora.

      Nel 1972 alcuni fratelli europei capaci e le loro famiglie del Sud Africa accettarono l’invito di trasferirsi nel Botswana per assistervi i fratelli. Naturalmente, significò dei sacrifici, e alcuni perfino abbandonarono il servizio di pioniere perché potevano entrare nel paese per un prolungato periodo di tempo solo se vi avevano lavoro secolare. Ma quale eccellente opera hanno compiuto essi e alcuni fratelli della Gran Bretagna per edificarvi i fratelli! Alcuni di loro si sono anche trasferiti in parti assai remote del paese. La loro presenza è stata ed è molto apprezzata dai fratelli e l’opera è andata avanti.

      SORGE, E SI RISOLVE, LA QUESTIONE DELLA NEUTRALITÀ

      Giunse quindi una sorpresa. Il governo si rifiutò di riconoscere i testimoni di Geova come un’organizzazione accettata conforme a una legge pubblicata di recente e il 20 luglio 1973 l’organizzazione fu dichiarata illegale. Chi semplicemente era membro di una tale organizzazione “illegale” incorreva nella pena della prigione fino a sette anni.

      Ma i fratelli erano decisi ad andare avanti nelle mutate condizioni. Quando in principio fu evidente la possibilità di una proscrizione, i fratelli della sede filiale tennero un’adunanza con quelli che avevano la sorveglianza dell’opera per dare consigli e incoraggiamento. Appena prima che la proscrizione entrasse in vigore, per immeritata benignità di Geova, si tennero nel Botswana due assemblee di circoscrizione e furono dati a tutti i fratelli ottimi incoraggiamenti e direttiva.

      Fu immediatamente iniziata la pratica per fare appello contro la decisione del governo in base alla costituzione del Botswana. Quale gioia si provò quando, il 20 febbraio 1974, il governo abrogò la sua decisione e riconobbe i testimoni di Geova come organizzazione legale! Questo non soltanto riportò i fratelli alla situazione in cui erano prima della proscrizione. Ora si potevano valere dei privilegi concessi alle organizzazioni riconosciute, compreso quello di far venire dai paesi limitrofi predicatori in servizio continuo.

      In marzo del 1975 si rallegrarono di un nuovo massimo di 284 proclamatori. Ciò significa che c’era una proporzione di un proclamatore su 2.220 abitanti. Veramente, nel Botswana rimane una grande opera da compiere, ma per immeritata benignità di Geova confidiamo che sarà compiuta.

      L’ATTIVITÀ CRISTIANA VA AVANTI IN SWAZILAND

      Nel 1960 in Swaziland l’opera del Regno prosperava con una media di 380 proclamatori. Già la proporzione dei proclamatori rispetto alla popolazione era la migliore di tutti i paesi sotto la filiale di Elandsfontein. Era stata abolita la proscrizione della letteratura della Società e si era preparato il terreno per l’ulteriore crescita.

      Un campo in cui fino agli anni sessanta c’era stata poca crescita era quello della popolazione europea. Verso quel tempo alcuni proclamatori europei si trasferirono a Bremersdorp (ora chiamata Manzini). Fra loro era Ian Cameron, uno Scozzese, che aveva prestato servizio nella Betel di Elandsfontein finché si era sposato con una ragazza sudafricana. Poiché non poteva ottenere la residenza permanente nell’Unione Sudafricana, egli decise di stabilirsi in Swaziland, per portarvi alla popolazione europea il messaggio dell’istituito regno di Dio. Il piccolo gruppo dei proclamatori di Manzini decise di lavorare l’intero territorio dello Swaziland, una superficie di 17.300 chilometri quadrati. Questo implicava molti viaggi di oltre 160 chilometri per fare una visita ulteriore o tenere uno studio biblico.

      Presto il messaggio cominciò a trovare buona accoglienza. La Società assegnò Vic Dunkin e sua moglie, Aileen, come pionieri speciali in Swaziland. Le ondulate strade ghiaiose attraverso la bassa prateria, le sdrucciolevoli strade fangose attraverso la foresta di Usuthu, la tortuosa strada che conduce a Goedgegun e la ripida strada montana che porta a Havelok tutte contribuirono a ridurre male la loro automobile. Ma il fratello e la sorella Dunkin persisterono e presto furono compensati dai frutti della loro fatica. Si formò una congregazione di lingua inglese. La maggioranza dei suoi membri erano persone che avevano imparato la verità, o almeno si erano dedicati a Geova, mentre erano in Swaziland. Pur essendo di lingua inglese, la congregazione era in realtà cosmopolita e i suoi proclamatori rappresentavano varie parti dell’Impero Britannico.

      Questa stessa atmosfera cosmopolita si vede nelle vie di Mbabane, dove Swazi nel loro costume nazionale passano accanto a hippies e membri degli American Peace Corps in abiti strani mentre questi ultimi osservano le vetrine dei negozi. Dentro un negozio, un commerciante portoghese forse serve un funzionario africano vestito elegantemente. Questa situazione spesso richiede che i proclamatori abbiano letteratura in varie lingue.

      In un’occasione un sorvegliante di circoscrizione e sua moglie vennero in una comunità di ferrovieri portoghesi e, sebbene non riuscissero a farsi capire, cercarono di condividere il messaggio del Regno. Poterono offrire riviste nella lingua del popolo. Alla seconda porta una giovanetta fece da interprete così che sua madre poté capire ciò che i visitatori stavano facendo. Dopo aver ascoltato con attenzione, la madre prese un libro. Prima che se ne andassero, la giovanetta disse: “Verrò con voi e parlerò per voi”. Fece proprio così. Alle successive cinque case essa spiegò il messaggio facendo da interprete per il sorvegliante di circoscrizione e sua moglie. Alla fine di ciascuna presentazione si rivolgeva ai proclamatori, dicendo: “Ne vuole uno”, intendendo che la padrona di casa voleva un libro. Quella mattina, con l’aiuto di quella giovanetta furono distribuiti sei libri!

      MANIFESTATA LA NEUTRALITÀ CRISTIANA

      In armonia con il movimento mondiale di decolonizzazione, anche lo Swaziland si preparava all’indipendenza e il popolo diventava più nazionalistico. Quando giunse il tempo delle elezioni, a un seggio elettorale il capo annunciò: “Prima che tutti votiamo, ci sono certe persone, dei Sadrac, Mesac e Abednego, che si rifiutano di votare nella comunità. Se ancora si rifiutano di votare, escano a uno a uno”. Coraggiosamente i proclamatori isolati della comunità uscirono. Ciò spinse anche una persona interessata a schierarsi con i Testimoni. Poiché la votazione non è obbligatoria, non si poté compiere contro questi cristiani neutrali nessuna azione.

      Esattamente prima delle celebrazioni dell’indipendenza nel settembre del 1967, il popolo di Geova diede fra i diversi gruppi etnici un’eccellente dimostrazione di unità. La congregazione (europea) di lingua inglese dello Swaziland appartiene alla circoscrizione del Transvaal orientale e così si dispose che l’intera circoscrizione tenesse un’assemblea in Swaziland e invitasse a esser presenti i fratelli africani. La sala era troppo piccola, ma ciò diede l’opportunità di mostrare vero amore fraterno. Quando si notò che nella sala erano molti Europei ma non molti fratelli africani, si fece circolare la voce di far posto ai fratelli africani. Che cosa accadde? In seguito, il sorvegliante di circoscrizione africano espresse la preoccupazione che dentro c’erano troppi fratelli africani, mentre gli Europei stavano fuori. Il discorso pubblico in inglese e in zulù attirò un uditorio di 652 persone.

      Dopo che il paese ebbe ottenuto l’indipendenza, molti del popolo di Geova furono costretti a mostrare da quale parte erano nella contesa della neutralità. Uno dei capi distrettuali invitò un pioniere ad assistere a un’adunanza politica. Non avendo assistito, il fratello fu chiamato dal capo a rendere conto della sua assenza. Egli spiegò la sua posizione come cristiano neutrale. Il capo minacciò di deportarlo ma disse che prima avrebbe riferito la questione al re Sobhuza II, che prestabilì di visitare. Il re Sobhuza II consigliò al capo di lasciare stare i testimoni di Geova perché non appartenevano a nessun partito politico ed erano persone pacifiche e neutrali.

      Lo spirito nazionalistico ha promosso il risveglio di molte usanze tribali, come la legge dell’umcwasho. Questa legge tribale richiese che le ragazze portassero l’umcwasho per un periodo di due anni che terminò nell’agosto del 1971. L’umcwasho è una forma di ornamento che si porta intorno al collo e ha un significato simbolico. Una ragazza fidanzata ne portava una combinazione rossa e nera, e tutte le altre ragazze non sposate ne portavano una blu e gialla. In questo periodo tutte le ragazze dovevano astenersi dai rapporti sessuali, eccetto quelle già fidanzate, che potevano avere relazioni con il proprio amante dietro pagamento di 1 rand al capo locale. L’istituzione di questa disposizione aveva lo scopo di onorare la locale principessa Sidanda. Poiché era una forma di adorazione delle creature e condonava la fornicazione per un prezzo, le testimoni di Geova si rifiutarono di osservare il periodo dell’umcwasho e di portare l’umcwasho intorno al collo. Benché questa fosse solo una legge tribale e non potesse essere imposta mediante la legge del paese, la ferma determinazione delle nostre giovani sorelle recò su alcune di loro difficoltà. In un caso, una giovanetta, i cui genitori non erano nella verità, trascorse dieci giorni in prigione per non aver messo l’umcwasho. Ma il direttore della scuola che essa frequentava riuscì a ottenerne il rilascio.

      I figli dei testimoni di Geova sono stati aiutati dalla giusta educazione dei genitori a capire l’importanza dell’adorazione che è pura e incontaminata dinanzi a Geova. (Giac. 1:27) Molti avevano preso parte a scuola a inni e preghiere finché capirono che questa era una forma di adorazione falsa. Un crescente numero si astenne quindi dal partecipare a qualsiasi esercizio religioso. Come risultato di ciò molti sono stati severamente battuti e in gran numero sono stati espulsi dalle scuole che frequentavano. Quando accadde questo, i fratelli cominciarono a insegnare ai propri figli privatamente o a mandarli in altre scuole.

      ABBONDANO LE BENEDIZIONI IN MEZZO ALLE DIFFICOLTÀ

      Il libro Verità in zulù è un altro strumento che risulta una benedizione per i fratelli dello Swaziland. Molti dicono che li ha aiutati a capire la verità più chiaramente che mai. Per certo, questo libro aiuta le persone sincere a capire la verità della Bibbia e a venire alla via che conduce alla vita eterna.

      Nel 1972, i fratelli tennero qui la loro ultima assemblea di distretto fino a questa data. La costituzione fu poi abolita e per tenere qualsiasi adunanza grande fu necessario il permesso della polizia. Finora, la polizia si era esplicitamente rifiutata di dare ai fratelli tale permesso, sebbene nell’ottobre del 1974 fossero riconosciuti in Swaziland come organizzazione religiosa. Si sono avute difficoltà anche a tenere assemblee di circoscrizione. L’unico modo in cui queste si possono tenere è quello di dividerle in piccole riunioni nei regolari luoghi di adunanza usati dalle diverse congregazioni.

      L’opera con i volantini ebbe un’accoglienza entusiastica e nel febbraio del 1974 si raggiunse un nuovo massimo di 750 proclamatori, quando si distribuì il primo volantino. I nostri fratelli e sorelle sono molto zelanti, e nell’anno di servizio del 1974 raggiunsero una media di quasi 14 ore al mese per proclamatore. Infatti, ora in Swaziland ci sono pochissimi posti dove non è stata data una completa testimonianza.

      Come in altri paesi la proclamazione del Regno ha irritato il clero della cristianità fino al punto che hanno fatto tentativi per far proibire la nostra opera. Il 2 aprile 1975, il clero fece dinanzi al re Sobhuza II accuse contro i testimoni di Geova, dicendo che non fanno lamento quando muore qualcuno ma trattano i morti in maniera irrispettosa. In questa occasione erano presenti solo alcuni nostri fratelli. Perciò, il re dispose che il 3 maggio 1975 si tenesse un’altra riunione, così che vi potessero essere più persone presenti e la questione potesse discutersi più particolareggiatamente. La riunione si tenne a Lozitha, all’aperto, e tutti quelli che vi assisterono si misero a sedere per terra sotto alcuni alberi. Il re stesso non fu presente all’adunanza, ma fece da presidente il ministro dell’agricoltura. Chiunque desiderasse parlare alzava la mano, e, se era invitato dal presidente, poteva andare a parlare al microfono.

      In principio, quando un nostro fratello cercò di presentare la verità intorno a come la pensano i testimoni di Geova quando qualcuno muore, fu interrotto di continuo. In ogni modo, nel corso della giornata alcuni altri nostri fratelli poterono parlare. I fratelli e le sorelle si presentarono in gran numero. Infatti, i Testimoni superarono di gran lunga il resto della folla. Furono fatte false accuse, dicendo che quando qualcuno muore diamo calci al cadavere e gettiamo la bara nella tomba e affermiamo che la persona sia stata sconfitta dal Diavolo. Fu difficile avere l’opportunità di confutare queste false accuse, poiché il presidente semplicemente invitava a parlare chiunque egli desiderasse. Questa riunione durò da circa le dieci della mattina fino alle diciotto della sera. Verso la fine del giorno, avendo compreso gli oppositori di non poter condannare i Testimoni sulla questione del cordoglio per i morti, presentarono altre questioni, come il loro rifiuto di salutare la bandiera o di cantare l’inno nazionale e di fare il servizio militare. A quest’ora il sole stava tramontando, quindi il presidente disse che queste altre questioni sarebbero state discusse in un’altra occasione.

      Alcuni membri del parlamento, e specialmente il clero, sono decisi nei loro sforzi di ostacolare l’opera che i testimoni di Geova compiono in tutto lo Swaziland. Noi lasciamo la questione nelle mani di Geova, sapendo che Geova farà in modo che si compia pienamente la sua volontà.

      MIGLIORAMENTI NELL’ORGANIZZAZIONE DEL SUD AFRICA

      La Scuola di Ministero del Regno per i sorveglianti di congregazione fu iniziata in Sud Africa nella seconda metà del 1961 ed ebbe un rimarchevole effetto sui fratelli e sull’opera del Regno. I quattro insegnanti viaggiarono per il paese e le Sale del Regno furono mutate in aule scolastiche. Questo fu necessario non solo a causa delle grandi distanze che vi erano implicate, ma anche a causa della norma governativa per controllare il movimento della popolazione, che impedisce agli Africani di una zona di andare in un’altra zona per qualsiasi periodo di tempo. Tutti quelli che frequentarono queste classi espressero grande apprezzamento per tale amorevole provvedimento di Geova tramite la sua organizzazione.

      Nel maggio del 1961, l’Unione Sudafricana divenne una repubblica. Da allora anche qui si è manifestato più che mai lo spirito del nazionalismo. In principio non interferì con quelli che praticano la vera adorazione, ma in seguito recò in effetti una vera prova su quelli che hanno dato la loro lealtà al regno di Geova, come vedremo successivamente in questo racconto.

      I testimoni di Geova ebbero una meravigliosa opportunità di mostrare la loro unità e neutralità cristiana nella loro Assemblea Nazionale “Adoratori Uniti” che si tenne in ottobre/novembre del 1961 per i tre principali gruppi razziali. Il giorno di apertura dell’assemblea europea coincise qui con il giorno delle elezioni generali. Nello stabilimento di Elandsfontein si preparò uno stampato sull’assemblea (Quale governo porterà l’unità?) e se ne distribuirono decine di migliaia. Risultato? Il massimo numero di presenti che ci fosse mai stato a un discorso pubblico! Alle tre assemblee il numero totale dei presenti fu 22.551! Come fu diversa la pacifica associazione nell’unità fra i vari gruppi razziali entro il luogo dell’assemblea, in contrasto con la rumorosa divisione politica che esisteva di fuori!

      Col passar del tempo, furono apportati a Elandsfontein vari aggiustamenti. Per esempio, i fratelli africani furono invitati a prestare servizio alla Betel come traduttori e stenografi. Gli stenografi africani avrebbero tradotto le lettere, dattilografandole in zulù, xhosa o sesotho. I fratelli ricevevano dunque particolari consigli riguardo ai loro bisogni e problemi. La maggioranza degli altri traduttori vernacolari furono pure portati alla Betel. Quando i visitatori venivano ora a visitare la Betel vedevano che le sorelle europee facevano lavori di casa e i fratelli europei la pulizia e il bucato — attività che in Sud Africa sono considerate lavoro per i “nativi” — e i fratelli africani erano seduti dietro le macchine da scrivere!

      SFORZI DEI MISSIONARI IN AFRICA DEL SUD-OVEST

      Nel frattempo, che cosa accadeva in Africa del Sud-Ovest? Tre missionari cominciarono a lavorarvi nel 1950. Cominciando da Windhoek, si trasferirono gradualmente in altre parti del territorio. Nel 1951 due di essi si trasferirono nel settentrione e a Tsumeb, cittadina di minatori del rame, si rallegrarono trovando due “pecore smarrite”. Queste erano state una volta in contatto con l’organizzazione e presto furono aiutate ad avere parte attiva nel servizio di campo. Sessantaquattro chilometri a sud, a Grootfontein, trovarono il fratello e la sorella Bogusch, che erano stati in contatto con la verità in Germania. Essendo ora venuti nuovamente in contatto con l’organizzazione, cominciarono a partecipare ancora una volta al servizio. Due altri proclamatori furono trovati a Otjiwarongo. Questi vi si erano trasferiti dall’Unione Sudafricana. Quindi furono trovati un padre e il figlio che erano stati abbonati per molti anni a La Torre di Guardia. Entrambi fecero rapidamente progresso fino al punto della dedicazione.

      Quale gioia dovettero provare i tre missionari quando, alla fine del 1952, il numero dei proclamatori salì nel paese a 29! È vero che molti di questi si trasferirono, ma il lavoro fatto in quegli anni non fu vano. Come disse un missionario che venne più tardi: “Qui sono stati seminati molti semi di verità. Quando assistiamo alle assemblee nazionali nella Repubblica [Sudafricana], siamo accolti da Testimoni che cominciarono i loro studi a Windhoek”.

      Nel 1953 cinque altri missionari furono felicemente accolti dai tre che già vi si trovavano. Questi missionari si stabilirono a Windhoek, dando agli altri tre fratelli l’opportunità di prendere assegnazioni più a nord e a sud. Nel volgere di settimane, ciascuno dei nuovi missionari ebbe da otto a dieci studi biblici, e da allora in poi l’opera è semplicemente fiorita.

      Ma un problema continuava ad affiorare alla superficie: come raggiungere efficacemente la popolazione africana con la buona notizia. George Koett, uno dei primi missionari, aveva fatto del lavoro tra gli Africani nel quartiere africano (del comune) di Windhoek, ma le autorità cedettero alla pressione clericale e annullarono il suo permesso di entrare nel quartiere. Gli sforzi per avere pionieri africani dal Sud Africa incontrarono il rifiuto delle autorità. Nel 1959 il sorvegliante di distretto fece domanda all’amministratore nativo per avere il permesso di entrare nel quartiere, ma egli oppose un netto rifiuto. Tuttavia, più tardi in settimana andò in vacanza e fu chiesto il permesso di entrare nel quartiere al segretario comunale. Esso fu concesso e il film “Felicità della Società del Nuovo Mondo” fu proiettato a 216 Africani che mostrarono di apprezzarlo.

      Dal 1953 Dick Waldron aveva cercato ripetute volte di ottenere il permesso d’entrare nel quartiere africano, ma invano. Quindi, Dick e Coralie Waldron capirono che stavano per divenire genitori. Avrebbero dovuto lasciare la loro assegnazione? No, decisero di restare. In seguito, giunse la notizia che la madre di Coralie, in Australia, si era ammalata molto gravemente. Ora i Waldron decisero di lasciare Windhoek, nell’Africa del Sud-Ovest, e di tornare in Australia. Ma la settimana della loro partenza venne la notizia che era stato loro concesso il permesso di lavorare tra gli Africani e gli abitanti di colore! Che cosa avrebbero fatto? Avrebbero restituito il permesso, dopo avere aspettato sette anni per ottenerlo? Il fratello Waldron annullò la sua prenotazione sulla nave, e sua moglie e sua figlia andarono in Australia da sole. Esse vi stettero quattro mesi e poi tornarono. Nel frattempo, Dick Waldron poté trascorrere molto tempo testimoniando agli Africani e agli abitanti di colore con soddisfacenti risultati. Alla loro prima assemblea di circoscrizione per Africani e abitanti di colore ebbero al discorso pubblico 100 presenti.

      RAGGIUNTA LA POPOLAZIONE AFRICANA

      Per raggiungere tutti gli Africani, era essenziale avere della letteratura tradotta e stampata nelle loro lingue. Ma finora non c’era nessun fratello africano istruito che assumesse questo compito. Qualche tempo prima, sotto la direttiva dei precedenti missionari, opuscoli erano stati tradotti in nama, kwanyama e herero da traduttori mondani. Sebbene questi fossero stampati e distribuiti non ebbero successo, poiché le traduzioni erano troppo vaghe e inaccurate. Nonostante che si dovessero impiegare di nuovo persone mondane, ci voleva una sovrintendenza assai più attenta.

      Dick Waldron parla degli sforzi per ottenere traduzioni accurate: “Impiegando principalmente insegnanti di scuola che studiavano e avevano un po’ di conoscenza della verità, mi dovetti mettere a sedere con loro e lavorare con loro per assicurarmi che ciascuna frase fosse la verità. La lingua nama ha un vocabolario limitato. Per esempio, cercavo di esprimere il pensiero: ‘In principio Adamo fu un uomo perfetto’. Il traduttore si grattò la testa e disse che nella lingua nama non c’è nessuna parola per ‘perfetto’. ‘Ci sono’, esclamò, ‘in principio Adamo fu come una pesca matura’”. Malgrado i problemi, alla fine il trattato Vita nel nuovo mondo fu comunque tradotto in herero, nama, ndonga e kwanyama.

      Il fratello Erwin Schneid e sua moglie Gertrud e la loro figlia Karin dalla Germania s’erano trasferiti nel 1956 nella cittadina costiera di Swakopmund. I loro parenti erano preoccupati di questo trasferimento ed essi stessi non erano troppo sicuri di ciò che li attendeva. Quale gente strana avrebbero incontrato? Quale lingua dai suoni bizzarri avrebbero dovuto imparare? Quali pericoli li attendevano in quel continente “nero”? Essi atterrarono a Walvis Bay e furono accolti da persone bianche che, con loro sorpresa, parlavano tedesco! Infatti, la loro nuova cittadina, Swakopmund, risultò una piccola città tedesca per stile di costruzioni, abitudini e lingua prevalente. Arrivarono poi anche altri membri della loro famiglia, altri interessati furono aiutati ad accettare la verità e ora si poteva formare una congregazione.

      I fratelli di colore dalla Provincia del Capo cominciarono a trasferirsi nel territorio in relazione con l’industria della pesca, e contribuirono molto a diffondere la buona notizia tra gli Africani, specialmente a Walvis Bay. Questi Africani vengono in gran numero dai loro paesi, come dall’Ovamboland a nord, solo per uno o due anni, con un contratto di lavoro. Quindi devono tornare. Così molti di essi ottennero della letteratura della Società e poi se la riportarono con sé in Ovamboland. Uno degli Ovambo, Philemon Kalongela, accettò pienamente la verità a Walvis Bay e fu in grado di tornare in Ovamboland a predicare. Effettivamente egli vi lavorò per un po’ come pioniere speciale.

      IL PRIMO OTTENTOTTO ACCETTA LA VERITÀ

      Ella Crighton fu la prima persona di colore dell’Africa del Sud-Ovest che accettò la verità. Essa sapeva parlare correntemente anche la lingua nama (ottentotta). Quindi, fu certo appropriato che fosse lei ad aiutare il primissimo Ottentotto ad accettare la verità.

      Poche persone possono vantare una biografia così ricca come quel caro vecchio fratello ottentotto, “Oupa” (Nonno) Jod. Catturato dai Tedeschi durante le guerre ottentotte quando era giovanotto, lavorò e visse per la maggior parte della sua vita a Windhoek. A proposito, quelle guerre finirono verso il 1890. Benché abbia ricevuto pochissima istruzione, “Oupa” sa leggere, scrivere e parlare non solo nella sua propria lingua nama, ma anche in tedesco e afrikaans. Quando la sorella Ella Crighton cominciò con lui uno studio biblico, “Oupa” Jod doveva aver superato di un bel po’ la settantina. Egli era una colonna della chiesa e il suo ritiro da Babilonia la Grande causò non poca agitazione. Da diverse parti del paese ministri si radunarono nella sua casa per persuaderlo a tornare alla sua precedente religione, ma non c’era nulla che lo smuovesse. Assistito da Ella Crighton, egli poté resistere a tutti i loro tentativi. I parenti piansero e supplicarono, ma inutilmente. “Oupa” Jod aveva trovato la verità.

      SVILUPPI RECENTI

      In questo paese con tale varietà di colore dei gruppi razziali e nazionali, Geova sta affrettando la sua opera. Alla fine del 1973, egli aprì la via perché si desse testimonianza ai Basters della zona di Rehoboth. Fino a quell’anno non era stato concesso a nessun testimone di Geova il permesso di entrare nella zona allo scopo di predicare il messaggio del Regno. Nella parte settentrionale del territorio, dove c’è una “riserva” di approssimativamente mezzo milione di Africani, l’opera comincia ad avere un piccolo fondamento. Nell’Ovamboland operano ora quattro gruppi di proclamatori e un pioniere speciale che abita appena al di là del confine rende loro servizio regolarmente come temporaneo sorvegliante di circoscrizione. Benché i testimoni di Geova colgano ogni opportunità per portare agli abitanti di questa “riserva” la buona notizia, sperano e pregano che sia loro aperta completamente la porta così che possano inviare in quella zona relativamente vasta lavoratori in servizio continuo.

      Da una voce solitaria che nel 1947 dichiarava la verità nell’Africa del Sud-Ovest ha avuto luogo una bella espansione. Quella sola voce si è ora estesa al numero massimo di 322 proclamatori del Regno nel marzo 1975. Se sarà volontà di Geova aprire inoltre più pienamente i territori del settentrione, potremo quindi attendere anche da quella parte del campo una piena raccolta.

      I FEDELI SI VALGONO DEI PRIVILEGI

      Anche in Sud Africa ci sono meravigliosi esempi di proclamatori anziani come “Oupa” Jod dell’Africa del Sud-Ovest, e alcuni di essi sono nelle stesse file dei pionieri. Essi hanno avuto molti privilegi nel servizio di Geova. Una di questi fedeli in età avanzata, Annie Moseleba, una sorella africana, era la pioniera speciale più anziana. Nel 1966 essa morì all’età di novantuno anni dopo diciotto anni di servizio di pioniera. A causa della sua vecchiaia, era molto rispettata dalle persone della sua comunità e aveva ottimo successo dove altri proclamatori non riuscivano. Durante la sua carriera di pioniera, aiutò decine e decine di persone a venire nella verità. In un solo anno aiutò otto persone a prendere una ferma determinazione per la verità e tenne tredici studi biblici a domicilio.

      Un altro fedele esempio è stato in Sud Africa il fratello George Phillips. Dal 1927 in poi prestò servizio come sorvegliante di filiale e i fratelli lo amavano e lo rispettavano profondamente per la sua devozione verso Geova e per l’esempio che dava. Egli mostrò di essere un vero combattente per la verità, un fratello che si atteneva al proprio lavoro, sostenendo sempre lealmente l’organizzazione di Geova. Diresse l’opera in quei primi inizi e fra le difficoltà degli anni quaranta. Vide crescere in Sud Africa l’organizzazione da un pugno di proclamatori a oltre 20.000 nel 1966. Quantunque ritenesse necessario lasciare la Betel alla fine del luglio 1966, il fratello Phillips aveva ancora il cuore nel servizio continuo e dopo un breve periodo prestava servizio come pioniere nello Strand, presso Città del Capo.

      Ci fu un fratello molto capace disposto a incaricarsi della filiale dopo il fratello Phillips, cioè Harry Arnott, ex sorvegliante di filiale dello Zambia, che, con sua moglie, era stato deportato da quel paese l’anno prima. Egli era ben noto ai fratelli del Sud Africa, avendo servito per molti anni questo paese come sorvegliante di zona. Il fratello Arnott aveva la piena fiducia dei fratelli e per due anni prestò servizio come sorvegliante di filiale finché anche lui dovette rinunciare a questo privilegio di servizio a causa dell’atteso arrivo di un primogenito.

      Dal giugno del 1968 in poi ha prestato servizio come sorvegliante di filiale il fratello Frans Muller. Dal 1960 egli era stato l’assistente del sorvegliante di filiale e aveva lavorato nel reparto di servizio. Il fratello Muller aveva fatto servizio in tutto il paese come sorvegliante di circoscrizione o di distretto, prima d’esser chiamato alla Betel nel 1959 insieme a sua moglie.

      Questi rapidi cambiamenti da un sorvegliante di filiale all’altro non ebbero nessun effetto sfavorevole sull’opera. Ogni cosa continuò ad andare avanti armoniosamente. Ancora una volta fu mostrato a tutti i fratelli che l’opera di Geova non dipende da nessun individuo e che Geova può impiegare chiunque sia disposto a mettersi al suo servizio.

      IL LIBRO “VERITÀ” AIUTA QUELLI SIMILI A PECORE

      Durante le assemblee di distretto del 1968 fu presentato il libro La Verità che conduce alla Vita Eterna e fu introdotto il metodo di studio biblico di sei mesi. Si cominciarono ad avere risultati!

      La distribuzione di letteratura nella Repubblica Sudafricana aumentò straordinariamente. Crebbero le visite ulteriori e gli studi biblici. Quando fu disponibile il libro Verità, il reparto spedizioni della filiale vide accadere qualche cosa che non era mai avvenuto prima. Nel periodo dal 1960 al 1967 si spedì approssimativamente una media di 90.000 libri l’anno. Ma nel 1968 essa salì a oltre 125.000. Nel 1969 il libro Verità fu stampato quindi in afrikaans e alla fine di quell’anno fu presentato in zulù, xhosa, e sepedi. Durante l’anno di servizio del 1970 la filiale spedì oltre 447.000 libri!

      Essendo il libro Verità disponibile in tante lingue vernacolari, fu compiuto uno sforzo speciale per raggiungere quanti agricoltori era possibile in grandi estensioni di terreno di questo paese. La maggioranza di questi agricoltori è a chilometri di distanza e si può andare da loro solo in auto. Nella sede filiale della Società questi territori agricoli furono indicati sulla carta e le congregazioni furono incoraggiate a richiedere territori agricoli. La reazione fu buona. Alcune congregazioni accettarono territorio a oltre 320 chilometri da casa. Furono percorsi migliaia di chilometri per portare a quegli agricoltori la buona notizia del Regno. Un gruppo percorse in auto circa 500 chilometri quadrati, visitò 100 poderi e distribuì 90 libri Verità. Molte persone affamate di verità sono state trovate e assistite da questi fratelli per mezzo di corrispondenza o visite ulteriori.

      IL CAMPO PORTOGHESE IN SUD AFRICA

      Nella storia dell’Angola abbiamo menzionato che Henrique Vieira visitò Luanda mentre andava in Sud Africa. Egli si stabilì a Johannesburg e vi prestò servizio in una congregazione. Ma il fratello Vieira non era il solo immigrato dal Portogallo. A causa della prosperità e delle eccellenti opportunità d’impiego che il Sud Africa offriva, migliaia di Portoghesi, Greci e persone di altre nazionalità vi si sono trasferiti dall’Europa. Si calcola che nel Reef abitino circa 80.000 Portoghesi.

      Nel 1965 il fratello Vieira e sua moglie già cominciarono a trovare buon interesse fra questi Portoghesi immigrati. Pochissimi di loro impararono l’inglese e così si pensò che c’era bisogno di alcuni Testimoni di lingua portoghese per aiutare queste persone a ottenere il messaggio del Regno. Nel gennaio del 1966, si formò a Johannesburg un gruppo di undici proclamatori portoghesi. A Johannesburg i Portoghesi non si trovano tutti nello stesso luogo, quindi i proclamatori spesso trascorrevano un’intera mattina per trovare una o due famiglie e testimoniare loro, e alcune domeniche non ne trovavano nessuna. Ciò nonostante, il piccolo gruppo crebbe molto rapidamente e alla fine del 1967 si era formata una nuova congregazione con circa 50 proclamatori.

      Entro il campo portoghese ci fu in seguito una crescita costante non solo a Johannesburg e dintorni, ma anche altrove. In altre città del Sud Africa pure ci sono immigranti portoghesi. Così, dopo non molto tempo, c’erano gruppi di fratelli portoghesi a Durban, Port Elizabeth, Città del Capo e Bloemfontein.

      Di tanto in tanto questi fratelli portoghesi tornano a fare una visita a casa e fanno questo sempre con il principale obiettivo di testimoniare alla famiglia e agli amici in quei paesi e villaggi cattolici del Portogallo. Per esempio, quando un nuovo fratello e sua moglie tornarono in vacanza in Portogallo, si domandavano come avrebbero potuto cominciare a testimoniare alla famiglia. Con loro grande sorpresa e diletto, un membro della famiglia cominciò a testimoniare a loro! Si può immaginare quale felice riunione familiare fu quella!

      CAMPO GRECO IN SUD AFRICA

      All’inizio del 1969, si formò a Johannesburg una piccola congregazione greca per aver cura dell’interesse che c’era fra la comunità greca di approssimativamente 30.000 persone nel Reef. In quel tempo c’erano solo ventiquattro fratelli greci che facevano rapporto di servizio di campo. Ma dopo solo sedici mesi questa congregazione era cresciuta fino a sessantadue proclamatori, inclusi cinque pionieri regolari e ogni mese tre o quattro pionieri temporanei. Qui era un altro eccellente inizio in un importante campo di servizio.

      La popolazione greca è sparsa in tutto il Witwatersrand, per un’estensione di oltre novantasei chilometri. Così, per mezzo di una guida telefonica e dell’aiuto delle congregazioni di lingua inglese e di lingua afrikaans, la congregazione greca cominciò a compilare un “territorio di indirizzi” di tutti i Greci. Non molto tempo dopo la formazione della congregazione greca di Johannesburg, piccoli gruppi greci si costituirono in alcuni altri luoghi, anche in luoghi così lontani come Durban. Queste persone, che sono state sotto il pesante giogo della schiavitù religiosa della Chiesa Ortodossa Greca, presto riconoscono la verità e non perdono tempo a prendere una decisione. Quasi dal momento in cui si inizia con loro uno studio biblico, cominciano a frequentare le adunanze e a testimoniare ai loro amici e parenti.

      ASSEMBLEE CON ASPETTI INTERNAZIONALI

      Con la venuta di tutti questi stranieri, in Sud Africa le assemblee acquistano un vero aspetto internazionale. Alle assemblee di distretto e nazionali, ci sono per questi fratelli sezioni speciali nelle quali si presenta un programma nella loro propria lingua.

      Parlando di un’“assemblea internazionale”, le Assemblee Internazionali “Pace in terra” del 1969 superarono ogni cosa precedente nella storia teocratica del Sud Africa. Prima ci fu l’attesa. Quindi si ebbe la realizzazione, quando oltre 500 fratelli del Sud Africa assisterono all’assemblea di Londra e un notevole numero andò ad assemblee in altre parti d’Europa, compreso il gigantesco congresso di Norimberga.

      Per alcuni, questa non fu la prima assemblea internazionale. Ma per la maggioranza dei delegati, l’Assemblea “Pace in terra” di Londra del 1969 fu l’evento della loro vita. Fra questi furono i primi fratelli africani di qui che abbiano mai assistito a un’assemblea internazionale. Dieci di essi erano lavoratori in servizio continuo mandati dalla Società per mezzo del fondo viaggi del congresso. Essi furono grandemente incoraggiati da questa esperienza. Per molti era la prima volta che vedevano da vicino un aeroplano, per non parlare del viaggio aereo. Ma, la cosa che fece loro più impressione non fu la novità del viaggio aereo. Certo, di maggiore efficacia e utilità fu il cibo spirituale ricevuto all’assemblea. Ma questi fratelli africani pure si commossero profondamente per l’amore e l’ospitalità loro mostrati dai fratelli bianchi sull’aereo, e per l’esperienza di stare con fratelli bianchi nelle loro case in Inghilterra, qualche cosa che la legge non consente loro nel paese del Sud Africa. Quando si chiese a Nicolson Makhetha del Lesotho cosa gli aveva fatto più impressione, indipendentemente dal programma dell’assemblea, disse: “L’essere con i fratelli europei nella loro casa e vedere come applicano alla vita familiare i consigli ricevuti dall’organizzazione”.

      Questa esperienza mostrò ai fratelli africani che i testimoni di Geova sono davvero gli stessi in tutto il mondo, e tornarono con molte cose da dire agli altri fratelli africani. Come furono grati della generosità dei loro conservi cristiani che rese loro possibile avere questa esperienza!

      I delegati alle Assemblee Internazionali “Pace in terra” si rallegrarono tanto del cibo spirituale che attesero di avere di nuovo lo stesso programma, dal 31 dicembre 1969 al 4 gennaio 1970, alle Assemblee Nazionali “Pace in terra” in Sud Africa. E quali grandi folle assisterono! Alle tre adunanze pubbliche, nell’insieme ci furono 45.821 presenti e 1.294 furono battezzati.

      ECCELLENTE PROGRESSO IN S. ELENA

      All’assemblea internazionale di Londra del luglio 1969, alcuni fratelli del Sud Africa incontrarono George Scipio e sua figlia di S. Elena. Il fratello Scipio poté dir loro che testimoniare di anno in anno alle stesse persone in una piccola isola come S. Elena è una vera prova di fede e perseveranza. Ciò nondimeno, nel corso degli anni vi è stato fatto un meraviglioso progresso.

      Il territorio è stato lavorato così bene, e la nostra letteratura vi è stata così ben distribuita, che quando a un padrone di casa si chiede di prendere la sua Bibbia, non è insolito che esca con una copia della Traduzione del Nuovo Mondo. Con l’arrivo del libro Verità, nel 1969 la media degli studi biblici salì a 1,2 per proclamatore. Parecchie persone che avevano conosciuto la verità da qualche tempo furono aiutate a prendere una definita determinazione. Questo libro contribuì inoltre a ravvivare proclamatori inattivi.

      Mentre le loro file continuano a crescere, in S. Elena il coro dei proclamatori del Regno diviene sempre più alto. Nell’anno di servizio del 1975 si raggiunse il massimo di 99 proclamatori. Il territorio si è ora ristretto fino al punto che ogni proclamatore ha in media un territorio comprendente 51 persone. E ancora si trova buon interesse.

      GLI ISOLANI DI ASCENSION ODONO LA BUONA NOTIZIA

      La prima volta che si ricevette un rapporto da quest’isola situata circa 1.120 chilometri a nord-ovest di S. Elena fu nel 1965. Fu della sorella B. Taylor, il cui marito lavorava per la società Cable and Wireless Company ed era stato mandato lì da quella compagnia. In quel tempo la popolazione di quest’isola di approssimativamente 88 chilometri quadrati era di poco più di 300 abitanti. Lavorare tutta sola fu per questa sorella una vera sfida. Ma l’accettò e ogni mese fece in media 23 ore di servizio e tre studi biblici.

      Nel 1968 la popolazione dell’isola era cresciuta a 2.000. Quell’anno la sorella Taylor andò in Inghilterra per una visita. Quindi, George Scipio da S. Elena andò ad aver cura degli interessati. Il suo commento: “Le persone di quest’isola sono come pecore senza pastore”. L’interesse che trovò indusse il fratello Scipio a trasferire tutta la sua famiglia nell’isola di Ascension. Questo diede all’opera un grande impulso.

      In un caso uno studio biblico a domicilio si era tenuto alle ore 22 perché alcune settimane l’uomo faceva turni di lavoro fin dopo le ore ventuno. Siccome faceva molto caldo, avevano l’abitudine di tenere lo studio all’aperto sulla veranda, dove i vicini potevano vederli. Come risultato i vicini li schernivano. Mentre l’uomo faceva progresso e si rendeva conto che imparava la verità, commentò: “Ora capisco perché più persone non sono testimoni di Geova, perché hanno timore di ciò che direbbero e penserebbero i loro vicini”. La famiglia cominciò a frequentare le adunanze e a provarvi gioia. Dopo aver udito allo studio di libro del martedì quanto il tempo sia urgente e quanto lavoro ci sia ancora da fare, il giorno dopo l’uomo cominciò a testimoniare a tutti i suoi compagni di lavoro e provò grande gioia trovando un uomo che chiese una Bibbia e un libro per poter studiare anche lui.

      Dopo nove mesi, il fratello Scipio e la sua famiglia dovettero tornare in S. Elena. In ogni modo, si tennero in contatto con alcuni studenti biblici per mezzo della corrispondenza. Uno di questi interessati era un giovanotto che una mattina durante un’interruzione del lavoro era venuto alla casa del pioniere a chiedere se poteva avere un bicchiere d’acqua. Il giorno dopo venne di nuovo per un bicchiere d’acqua, si fermò per un po’ e nervosamente chiese quindi alla moglie del pioniere se aveva delle Bibbie da vendere. Gliene fu immediatamente provveduta una e fu invitato allo studio di libro. Egli si procurò un libro e venne. Il figlio tredicenne del pioniere cominciò con lui uno studio ed egli fece costante progresso.

      Dopo la partenza del fratello Scipio, questo giovanotto prese una ferma determinazione per la verità. Quando il suo datore di lavoro gli disse di tinteggiare edifici militari o ecclesiastici si rifiutò. Nemmeno il caposquadra principale poté fargli cambiare opinione con tutti i suoi argomenti.

      Negli ultimi tre anni non abbiamo ricevuto dall’isola di Ascension nessun rapporto di servizio di campo. La sola proclamatrice dell’isola che fece viaggi regolari nel Regno Unito e inviò rapporti era piuttosto irregolare. Pur non essendo sicuri di cosa le sia accaduto, forse Geova sa che lì vi sono ancora persone simili a pecore da portare ‘nell’ovile’. — Mic. 2:12.

      SOSTENUTA LA LEGGE DI DIO SUL SANGUE

      Di tanto in tanto si presenta in Sud Africa la questione del sangue. Per esempio: Una sorella africana, incinta di sei mesi, cominciò ad un tratto ad avere emorragie. All’ospedale i medici le ordinarono una trasfusione di sangue. Il fratello e la sorella Marsh spiegarono la loro posizione scritturale, solo per essere derisi dai medici e dalle infermiere. Essa era visitata ogni mezz’ora. In seguito, un’infermiera la informò che non poteva percepire il battito cardiaco del feto e che credeva il bambino le fosse morto dentro. Il medico ora volle estrarre il feto “morto”, ma non senza una trasfusione di sangue. Benché la sorella dicesse di sentire ancora i movimenti fetali, il personale medico insisté che il bambino era morto.

      Il fratello e la sorella Marsh lasciarono quell’ospedale e andarono in un altro. Durante il percorso il fratello incoraggiò la moglie a rimanere fedele, qualunque cosa accadesse. Arrivati all’altro ospedale, fu spiegata la loro posizione in quanto al sangue e l’infermiera di servizio notturno chiese loro di firmare una dichiarazione in tal senso. Un esame rivelò che il bambino era ancora vivo. Le fu fatto il trattamento e la nostra sorella si rimise rapidamente, ma doveva venire ogni due settimane per un controllo. Il medico acconsentì di compiere un taglio cesareo senza sangue. Quando giunse il tempo del parto, la sorella fu ammessa nell’ospedale. Ma mentre il personale si preparava per l’operazione, essa diede normalmente alla luce due gemelli. Come furono felici questo fratello e questa sorella d’esser rimasti fedeli alla legge di Geova!

      IL CAMPO INDIANO RISULTA PRODUTTIVO

      In Sud Africa c’è una popolazione indiana abbastanza grande, e nei recenti anni molte di queste persone sono venute nella verità. Nel Transvaal e nel Natal ci sono ora diverse congregazioni indiane. Anteriormente, alcune di queste persone erano indù, alcune cristiane nominali e altre musulmane. Comunque, ora si uniscono al resto dei servitori di Geova in Sud Africa, adorando Geova con spirito e con verità. — Giov. 4:23.

      NUOVA ESPANSIONE

      Per molti anni, in Sud Africa e nei territori limitrofi i fratelli avevano atteso un’altra visita del presidente della Società Torre di Guardia, N. H. Knorr, che era stato in Sud Africa per l’ultima volta nel 1959 quando aveva prestabilito l’ampliamento della sede filiale. Era di nuovo tempo di ampliare i locali della Betel, che nel 1970 erano utilizzati al massimo, con 68 membri nella famiglia. Quando nel giugno del 1970 il Ministero del Regno annunciò che le assemblee di distretto erano state annullate per tenere un’assemblea nazionale, ci furono grandi speranze che sarebbe venuto un visitatore da Brooklyn. Ma il Ministero del Regno annunciò solo a novembre: “Il fratello Knorr verrà!” I fratelli si rallegrarono e nulla poté trattenerli dal venire alle Assemblee “Uomini di buona volontà” indette per i giorni dal 7 al 10 gennaio 1971.

      Dato che nel Sud Africa c’è la segregazione razziale e che i vari gruppi razziali abitano in quartieri separati, si dovettero indire tre diverse assemblee. Gli Europei si radunarono nell’esposizione del parco Milner, quelli di colore nello stadio Union nella zona degli abitanti di colore e i fratelli africani si radunarono nel parco Mofolo nell’enorme complesso di Soweto dove abitano centinaia di migliaia di Africani.

      Il parco Mofolo è semplicemente un parco aperto fiancheggiato da alberi, senza nessuna sorta di locale. Quindi i fratelli africani, con l’aiuto di molti fratelli europei, intrapresero un enorme lavoro di costruzione per far sedere 30.000 persone ed erigere vari reparti. Essi edificarono anche gabinetti per la folla che si attendeva. I funzionari municipali che visitarono il posto fecero l’osservazione: “Siamo sorpresi di ciò che fate. Infatti, avete costruito due città!” Si riferivano alle sezioni zulù e sesotho del parco.

      A queste assemblee si provò per la prima volta qualche cosa con grande successo. Questo fu l’impiego di un solo gruppo di attori che rappresentarono un dramma con la pantomima, mentre il dialogo era udito simultaneamente in due lingue nelle diverse sezioni dello stadio. Questo fu un compito molto grande, che richiese molte ore di lavoro. Ma fu molto apprezzato dai fratelli che poterono tutti trarre beneficio dalle eccellenti lezioni dei drammi nelle proprie lingue.

      Il fratello Knorr fu tenuto occupato a correre da un’assemblea all’altra, per essere in tempo alle sue parti dei diversi programmi. Il suo discorso estemporaneo: “Questa è la Via”, fu specialmente apprezzato, e, in seguito, i fratelli continuarono a parlare a lungo dei meravigliosi consigli che così avevano ricevuti. Il grande culmine fu il discorso pubblico. All’assemblea di colore furono presenti 2.770 persone, a quella europea 12.252 e a quella africana 33.757, formando una somma totale di 48.779 persone! Questo fu un meraviglioso numero di presenti quando si considera che allora c’erano in Sud Africa solo circa 22.000 Testimoni.

      Nelle sue osservazioni di chiusura molto incoraggianti il fratello Knorr disse ai fratelli radunati in assemblea che erano stati fatti i progetti per ampliare lo stabilimento, la filiale e la casa Betel della Società a Elandsfontein. Egli spiegò anche come i proclamatori potevano aiutare.

      La stessa famiglia Betel apprezzò grandemente la visita che il fratello Knorr fece alla filiale. Egli osservò che la famiglia consisteva per lo più di giovani. Quasi tutti erano stati educati da genitori dedicati ed erano felici di essere alla Betel.

      La famiglia Betel di Elandsfontein ha anche alcuni anziani. Per esempio, c’è Andrew Jack, ora ottantenne, che fa ancora una piena giornata di lavoro. Gert Nel, nostro ex “servitore per i fratelli” ancora traduce La Torre di Guardia in afrikaans, benché abbia ora settantuno anni. La famiglia di Elandsfontein è felice, dimorando e lavorando insieme unitamente. La famiglia comprende quattordici fratelli e sorelle africani. Nella famiglia c’è un caloroso spirito di amore e unità, nonostante che i suoi membri vengano da ambienti così diversi. Mentre nella casa Betel la lingua ufficiale è l’inglese, questa famiglia rende servizio a persone di molte lingue: zulù, sesotho, xhosa, tswana, sepedi, tedesco, greco, afrikaans e portoghese. Essi sono felici di servire i loro fratelli non solo in Sud Africa, ma anche in Congo (Kinshasa, ora chiamato Zaïre), Mozambico, Rhodesia e Zambia, per i quali fanno lavoro di stampa.

      Quando il fratello Knorr informò i fratelli delle proporzioni dell’ampliamento degli edifici di Elandsfontein e che i fratelli stessi avrebbero costruito l’ampliamento, la risposta fu incoraggiante! Nella filiale cominciarono ad arrivare le contribuzioni. Si ricevettero tante offerte di prestiti che la sede filiale della Società dovette dire ai fratelli che erano sufficienti. Ma in quel tempo c’era nel paese scarsità di cemento e i fratelli si domandavano se avrebbero ottenuto tutto il cemento necessario. Proprio allora un fratello indiano telefonò e li pregò di prendere un’offerta di 500 sacchi di cemento (di 50 chili l’uno). Altri offrirono i loro autocarri per fare il trasporto per conto della Società e un fratello trasportò tutte le mattonelle per il rivestimento esterno di cui avevano bisogno dalla distanza di sessantaquattro chilometri. Una sorella pioniera africana pagò una ditta perché consegnasse 15 metri cubi di sabbia da costruzione. I fratelli veramente offrivano le loro cose materiali volontariamente per l’espansione dell’opera del Regno. — Prov. 3:9, 10.

      Vari costruttori, falegnami, elettricisti e altri artigiani molto capaci si resero disponibili per l’intero periodo dei lavori di costruzione. Altri vennero per diversi mesi. Centinaia di fratelli delle congregazioni vicine aiutarono i fine settimana. La partecipazione fu meravigliosa. Verso l’ultima parte dei lavori di costruzione, quando ci voleva molto aiuto per ripulire, a volte ci furono sul posto fino a 200 aiutanti. I fratelli si rallegrarono pienamente lavorando insieme e fra tutti prevalse uno splendido spirito di pace e unità.

      Pochissime cose furono fatte da ditte estranee, poiché c’erano fratelli che sapevano fare quasi ogni cosa, sì, architetto, ingegnere, elettricisti, idraulici, falegnami e così via furono tutti fratelli dedicati, felici di partecipare al lavoro di costruzione. Inoltre, questo progetto di costruzione provvide ai fratelli di varie razze l’ottima opportunità di lavorare insieme nel servizio del Regno. A causa delle leggi sulla segregazione, in genere si radunano separatamente, ciascuno nella propria comunità e nel proprio gruppo linguistico, ma qui fratelli africani, di colore, indiani e bianchi lavoravano insieme in un’unità che questo mondo non potrà mai raggiungere.

      Per illustrare la generosità dei fratelli, nota ciò che accadde il giorno che fecero la gettata di cemento del primo piano. C’erano molti fratelli per aiutare. Infatti erano tanti che ad alcuni si diede altro lavoro da fare. Il lavoro cominciò alle 6 del mattino, mentre era ancora buio, e alle 16,30 di quel pomeriggio erano stati gettati 184 metri cubi di cemento e la soletta era finita. I fratelli furono felici e fra loro prevalse uno spirito così meraviglioso che molti desiderarono aggiungere al contributo del loro lavoro un supplemento di offerte pecuniarie. Quando giunsero alla fine del giorno, riscontrarono che, con lo sconto, la spesa della soletta era di 3.300 rand e allorché si sommarono le contribuzioni di questi lavoratori, superarono questa somma! Quale spirito meraviglioso!

      L’aiuto venne da ogni parte. Una lettera commovente giunse da due sorelline dell’isola di S. Elena che scrissero: “Cari fratelli, vi preghiamo di accettare quest’offerta per il fondo della costruzione. Sandra e io abbiamo fatto una borsa di filo di nylon e l’abbiamo venduta per 1 sterlina. Io ho nove anni e Sandra ne ha sei. Affettuosi saluti cristiani”.

      I lavori di costruzione iniziarono il 6 maggio 1971, quando si ricevette l’approvazione del progetto di costruzione. In ottobre il sorvegliante di filiale sollecitava i fratelli perché terminassero l’edificio per la fine di dicembre. “Perché sollecitare?” chiedevano alcuni fratelli. Ma fecero il lavoro, e alla fine di dicembre il lavoro di costruzione era quasi completato. Si dovevano fare solo i ritocchi finali, la tinteggiatura e simili. La domenica 30 gennaio 1972, il lavoro fu completato e molti dei membri anziani della famiglia Betel si erano trasferiti in alcune delle diciassette belle nuove stanze da letto nella nuova ala della casa Betel. Ora lo stabilimento era ampliato di oltre 830 metri quadrati.

      Il lunedì mattina 31 gennaio 1972, il sorvegliante di filiale annunciò che alcune ore dopo il presidente della Società, N. H. Knorr, e il sorvegliante dello stabilimento di Brooklyn, M. H. Larson, sarebbero arrivati all’Aeroporto Jan Smuts per una visita al Sud Africa. Quale sorpresa! E quale meravigliosa visita fu quella! I fratelli Knorr e Larson si rallegrarono dell’edificio come se ne rallegrarono i 577 fratelli che assisterono alla dedicazione della nuova costruzione il mercoledì sera 2 febbraio.

      Tutto ciò si compì perché il popolo di Geova si offrì volenterosamente. (Sal. 110:3) Ora hanno un bell’edificio, costruito da mani dedicate, e per la metà di quanto sarebbe costato se il lavoro fosse stato compiuto da un’impresa commerciale. A Geova ogni lode per la volontà manifestata fra i suoi dedicati servitori!

      DI NUOVO LA CONTESA DELLA NEUTRALITÀ

      Nel 1972 la posizione neutrale dei fratelli giovani divenne in Sud Africa una contesa scottante. In precedenza, i testimoni di Geova avevano ricevuto l’esenzione dal servizio militare; ma ora, a causa di molta attività politica in Africa, ogni giovane bianco doveva sottoporsi all’addestramento militare. Siccome questi giovani fratelli si rifiutarono di farlo, furono invariabilmente condannati a novanta giorni di detenzione in caserma dove erano rinchiusi solo con gli indumenti intimi per essersi rifiutati di indossare l’uniforme. Quindi, prima che scadesse la condanna dei novanta giorni, erano di nuovo invitati a indossare l’uniforme e, se si rifiutavano, ricevevano altri novanta giorni di condanna. Sembrava che quei fratelli giovani sarebbero stati tenuti in prigione indefinitamente.

      Col passare del tempo, si fece a questa contesa sempre più pubblicità e le persone di mente imparziale si espressero a favore dei Testimoni, anche in Parlamento. Alla fine, la legge fu cambiata. Ora ogni fratello che si rifiuta di sottoporsi all’addestramento militare è condannato a un anno di detenzione nelle carceri militari, dopo di che è esentato dal servizio militare. Mentre in precedenza i cristiani neutrali erano tenuti in segregazione cellulare, ora sono incaricati di badare a se stessi in una sezione delle prigioni militari dove fanno un po’ di lavoro nell’orto per proprio conto, oltre a compiere lavoro non militare in campi di rugby e in altri campi sportivi in genere.

      AIUTO AI FRATELLI BISOGNOSI

      Il 13 ottobre 1972 i giornali del Sud Africa riportarono la notizia che i testimoni di Geova erano perseguitati nel Malawi e che fuggivano nello Zambia. La filiale del Sud Africa si mise in contatto con la filiale della Società nello Zambia per chiedere in quale modo i fratelli del Sud Africa avrebbero potuto essere d’aiuto.

      Dopo aver fatto un controllo sul posto, la filiale dello Zambia mandò al Sud Africa questo cablogramma: “I profughi del Malawi chiedono con urgenza tende impermeabili. Potete ottenere tende militari usate, tendoni di PVC o plastica spessa, teli impermeabili da mettere a terra o simili? Telefonate i particolari per la licenza d’importazione. Si tratta approssimativamente di 7.000 persone”. Il 18 ottobre, fu inviato un appello alle congregazioni dei testimoni di Geova del Sud Africa. La risposta fu rapida e generosa. Da tutto il paese, giunse nella filiale della Società a Elandsfontein una grande quantità di denaro e indumenti.

      A una vendita all’asta furono acquistati più di mille impermeabili ex militari. Molti di questi avevano piccoli fori o strappi e questi dovettero essere riparati. Il fine settimana del 21-22 ottobre ci fu una scena indimenticabile. Una ininterrotta colonna di auto, camionette, autocarri carichi di indumenti arrivarono alla casa Betel. Nel reparto spedizioni si costituirono due sezioni, per separare gli indumenti in indumenti da uomo, da donna e da bambino. Si impacchettarono solo oggetti buoni. Fuori c’erano circa 150 fratelli e sorelle che rattoppavano e cucivano gli strappi degli impermeabili. Funzionavano di continuo più di dieci macchine da cucire industriali. Tanti si offrirono come volontari che diversi dovettero essere mandati via. Tutti volevano proprio prendere parte nel fare qualche cosa per i loro fratelli che erano nel campo di Sinda Misale, in Zambia.

      La domenica mattina giunsero i due autocarri che erano stati offerti volontariamente. Il lunedì pomeriggio 23 ottobre, questi due grossi autocarri partirono per il campo di Sinda Misale con 948 grossi teli impermeabili, 157 grosse scatole e balle di indumenti e 1.111 coperte, gomitoli di corda, martelli, seghe, pale, e così via. Questi due autocarri portarono un carico di approssimativamente 34 tonnellate di merce. I fratelli del Sud Africa furono molto felici di poter partecipare in questo modo, oltre a innalzare fervide preghiere a favore dei loro fratelli malawiani.

      La fine di quella settimana, gli autocarri erano in Zambia. Uno di essi fu scaricato a Lusaka e quindi tornò in Sud Africa. L’altro, oltre a cinque autocarri più piccoli dei fratelli zambiani, presero la merce donata, in più cibo e contribuzioni offerti dai fratelli zambiani, e partirono per il campo. Ci vollero tre viaggi al campo per trasportare tutto ciò che i fratelli avevano donato.

      Quando gli autocarri giunsero nel campo e tra i fratelli malawiani si sparse la notizia che i loro conservi credenti del Sud Africa e dello Zambia avevano mandato loro teloni per ripararsi, indumenti e cibo, furono versate molte lagrime di gioia. Qui era la tangibile prova della veracità delle parole di Gesù in Giovanni 13:35: “Da questo tutti conosceranno che siete miei discepoli, se avrete amore fra voi”.

      I fratelli furono subito rimandati nel Malawi. Quindi, a causa dell’ulteriore persecuzione, fuggirono nel Mozambico. Ogni sforzo per inviare altri autocarri carichi di indumenti e cibo a questi fratelli nei campi del Mozambico fallì. I fratelli sudafricani cominciarono dunque a mandare indumenti per posta, facendo pacchi di dieci chilogrammi l’uno, per cui la tassa di spedizione era di 4,44 rand il pacco. Si mandarono in questo modo circa sedici tonnellate di indumenti. Inoltre, i fratelli mostrarono il loro vero amore per i fratelli malawiani che si trovavano nei campi profughi offrendo contribuzioni in denaro per acquistare cibo. In aggiunta alle contribuzioni singole inviate ai campi da molti fratelli del Sud Africa, altri 100.000 rand (142.000 dollari) furono spesi per il soccorso del Malawi. I fratelli del Sud Africa furono lieti di poter venire in aiuto dei loro fratelli malawiani quando erano in Mozambico, ed essi continuano a interessarsi amorevolmente di loro.

      GIOIOSO AVVENIMENTO INTERNAZIONALE

      Per i testimoni di Geova del Sud Africa, il 1973 fu l’anno delle assemblee internazionali. Prima di tutto, quasi 1.000 persone fecero il viaggio dal Sud Africa per assistere alle assemblee internazionali in Europa, Inghilterra e Stati Uniti d’America. Il loro entusiasmo contribuì a edificare lo zelo per la loro propria assemblea internazionale di Johannesburg. Per la prima volta il Sud Africa fu nell’elenco delle assemblee internazionali e attendeva molti visitatori dall’Europa e da altre parti del mondo.

      I fratelli predisposero di avere tre diverse assemblee, una per i fratelli bianchi, una per i fratelli di colore e indiani, e una per i fratelli africani. Essi si proponevano di combinare tutt’e tre le assemblee la domenica pomeriggio in una sola sessione, poiché sapevano che non avrebbero ottenuto il permesso di avere un’assemblea combinata per l’intero periodo. Ma si incontrarono problemi.

      Prima, il permesso di tenere a Johannesburg un’assemblea africana fu rifiutato. Si dispose dunque di tenere assemblee africane in cinque diversi centri. Invece di una sconfitta, questa risultò per il popolo di Geova una benedizione, giacché molti fratelli africani che non avrebbero potuto assistere furono in grado di permettersi la spesa di andare a un’assemblea più vicina.

      Ma ci furono altri problemi. A causa della contesa militare in questo paese, il dipartimento dell’interno non considerò i testimoni di Geova con favore. Di conseguenza, a molti probabili visitatori che avevano dichiarato di venire ad assistere all’assemblea dei testimoni di Geova fu rifiutato il visto. Fra questi ci furono il sorvegliante della filiale americana, Milton Henschel, e il segretario-tesoriere della Società, Grant Suiter. I fratelli sudafricani furono molto delusi.

      Ciò nonostante, le assemblee furono una vittoria divina! Molti fratelli vennero dall’Europa come turisti ed ebbero ottima compagnia con i fratelli sudafricani. L’assemblea africana per la zona di Johannesburg fu trasferita a Benoni, città circa trenta chilometri a est di Johannesburg. La domenica 6 gennaio 1974, il programma cominciò alle ore 9 e finì alle 12. In precedenza erano state prese tutte le disposizioni, e fra le 12 e le 15 tutti i fratelli delle due assemblee di Johannesburg e di quella di Benoni si trasferirono nello Stadio Rand di Johannesburg per le sessioni finali combinate. Tutti si meravigliarono per l’armonioso passaggio dai tre luoghi a un luogo solo, nello Stadio Rand. Essi arrivarono nello Stadio Rand in auto, in autobus e in treno in un flusso continuo e si riversarono nello stadio finché fu pieno, con un totale di 33.408 presenti. Molti stavano in piedi.

      Fu veramente uno spettacolo bello per i testimoni di Geova vedervi i loro fratelli africani, di colore e bianchi tutti associati nell’adorazione di Geova. Non c’era nessuna segregazione. Quelli che conoscevano l’inglese potevano mettersi a sedere in qualsiasi posto e i fratelli colsero l’opportunità per mettersi a sedere con i loro fratelli d’altre razze. Quelli che preferivano lo zulù poterono mettersi a sedere nella sezione zulù; quelli che parlavano sesotho, nella sezione sesotho. C’erano anche le sezioni afrikaans e portoghese. Fu veramente una folla “mista” e tutti furono molto felici. Infatti, furono così gioiosi che era difficile trattenerli dall’applaudire in eccesso. I fratelli non sono mai stati così felici, e molti descrissero l’occasione come un pomeriggio “indimenticabile”.

      Come avvenne questo? Sotto la guida divina e senza rendersene conto, essi avevano prenotato a Johannesburg il solo stadio riservato alle adunanze internazionali, interrazziali! Per questa sessione non fu necessario nessun permesso. Il totale dei presenti al discorso pubblico di tutte le Assemblee “Vittoria Divina” giunse a 56.286 persone, e 1.867 furono battezzati.

      CAMPAGNA SENZA PRECEDENTI IN TERRITORI ISOLATI

      L’anno 1974 risultò il migliore avuto fino ad allora nella predicazione della buona notizia del Regno. I Testimoni cercarono di raggiungere le persone che vivevano in estesi latifondi del Sud Africa e nei territori autonomi africani. Alcuni di questi luoghi non avevano mai ricevuto testimonianza. Pertanto, durante la campagna nei territori isolati, si fece uno sforzo speciale per raggiungere tutte queste persone. Le congregazioni cittadine accettarono prontamente l’assegnazione di territori lontani centinaia di chilometri. Si ottennero cartine speciali che mostravano ogni casa colonica europea, oltre a tutti i villaggi africani dei poderi. Le congregazioni europee cominciarono a percorrere tutti i poderi, testimoniando anche ai residenti africani. Dove gli Africani non capivano le lingue europee, i proclamatori europei usavano piccoli registratori a cassetta e facevano ascoltare sermoni registrati nella lingua della persona. Ci fu una tale richiesta di letteratura che durante questa campagna esaurirono quasi tutti i libri. Le congregazioni africane si concentrarono nei territori autonomi dove gli Europei non hanno il permesso di entrare. Nei tre mesi di campagna, si distribuirono 140.000 libri e più di 92.000 opuscoli, oltre a centinaia di migliaia di riviste. Alcuni gruppi di pionieri speciali, durante la campagna dei territori isolati, viaggiarono più di 14.000 chilometri per raggiungere tutti i poderi della loro assegnazione.

      Alla fine dell’anno di servizio del 1974, furono lieti di fare rapporto di uno splendido nuovo massimo di 4.055 battezzati e di un aumento del 14 per cento nella media dei proclamatori, con un massimo di 28.397. La distribuzione dei volantini Notizie del Regno diede ulteriore impeto all’opera.

      CONTINUA L’EVIDENZA DELLA BENEDIZIONE DIVINA

      L’opera di predicare il Regno per certo avanza di continuo. Infatti, già all’inizio del giugno 1975, s’erano battezzate quell’anno di servizio 2.462 persone. Si predispose di fare un’altra campagna in territorio isolato ancora più grande di quella del 1974, per raggiungere tutte le persone che erano nell’assegnazione di questa filiale.

      Nel frattempo, la produzione di riviste è aumentata fino al punto che lo stabilimento, la casa e gli uffici di Elandsfontein sono troppo piccoli e devono di nuovo essere ampliati. Mentre si scrive questo rapporto, si stanno facendo i progetti dell’ampliamento. Si predispone di costruire un ampliamento che raddoppierà lo spazio della sala da pranzo, della cucina e della lavanderia, l’aggiunta di 1.850 metri quadri allo stabilimento, la costruzione di un nuovo isolato per gli uffici di 370 metri quadri e l’aggiunta di una nuova grande Sala del Regno.

      I fratelli si rallegrano di ogni evidenza della benedizione di Geova. Ma essi si rendono anche conto che devono attendersi opposizione dal nemico. Attualmente, sono occupati con una causa alla Corte Suprema di Johannesburg per difendere i diritti dei loro figli africani in età scolare di frequentare la scuola senza cantare inni religiosi e partecipare a preghiere delle organizzazioni religiose false. Molti figli di Testimoni europei sono pure espulsi dalla scuola, ma per una ragione diversa. Ciò avviene perché si rifiutano di partecipare a marce di tipo militare, saluto alla bandiera e canto dell’inno nazionale. Essi non sanno quale sarà il risultato di queste contese, ma sono decisi ad andare avanti nella predicazione della buona notizia del Regno, confidando nella guida di Geova.

      Quando ricordano quella prima filiale con un solo uomo che ebbe inizio nel 1910 nel minuscolo ufficio usato dal fratello Johnston e lo paragonano con la loro eccellente casa Betel di oggi, e anche con le nuove filiali formate in Rhodesia, Zambia, Zaïre, Kenya, Madagascar e Maurizio, quale differenza! Quando pensano a quella macchina da stampa a plàtina alimentata a mano spedita da Brooklyn nel 1924, e installata dal fratello Phillips, e quindi visitano qui il loro stabilimento tipografico pieno di macchinari, che producono una grande quantità di riviste e altre pubblicazioni del Regno, quale espansione! Quando ricordano la piccola famiglia Betel di 21 persone del 1951, che abitavano in case separate e considerano l’unita e felice famiglia di 110 fratelli e sorelle di oggi, quale crescita! E quando notano che nel 1931, in tutti i territori sotto questa sede filiale c’erano solo 100 proclamatori, mentre oggi nella stessa zona ci sono più di 140.000 predicatori della buona notizia, come sono pieni di gratitudine verso Dio! I suoi atti sono oggi importanti, come lo furono altre opere divine del passato. Appropriatamente possono dire col salmista: “Questo è venuto da Geova stesso; è meraviglioso ai nostri occhi”. — Sal. 118:23.

      [Immagine a pagina 187]

      Casa Betel di Elandsfontein, nel 1952

      [Immagine alle pagine 240 e 241]

      Filiale e stamperia della Società Torre di Guardia, Elandsfontein, Sud Africa

Pubblicazioni in italiano (1950-2025)
Disconnetti
Accedi
  • Italiano
  • Condividi
  • Impostazioni
  • Copyright © 2025 Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania
  • Condizioni d’uso
  • Informativa sulla privacy
  • Impostazioni privacy
  • JW.ORG
  • Accedi
Condividi