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  • Fui un mago africano
  • Svegliatevi! 1972
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Svegliatevi! 1972
g72 22/8 pp. 8-12

Fui un mago africano

Narrato al corrispondente di “Svegliatevi!” in Liberia

UN MAGO africano non è un mago comune. Io lo so perché fui uno di loro.

Venivano da me a cercar vendetta contro nemici veri o immaginari. Determinavo la punizione e la impartivo con mezzi magici. Mi specializzai in divinazione e facevo magie per proteggere le persone dagli “spiriti dei dipartiti” o da quelli che cercavano di far loro del male.

Anni prima che io intraprendessi la pratica della divinazione, divenni un regolare frequentatore di un chiesa della cristianità e in seguito andai alla scuola di una missione religiosa. Perché? Ebbene, all’inizio della mia adolescenza mio zio mi condusse in una chiesa di Monrovia. Egli mi spiegò che quelli che non andavano in chiesa sarebbero andati nel fuoco dell’inferno, dove prima sarebbero bruciate le punte delle dita, poi un braccio, poi l’altro braccio, gli altri arti, e infine tutto il corpo. Quando sarebbe finito, Dio avrebbe fatto in modo che ricominciasse a bruciare tutto da capo, e ciò si sarebbe ripetuto, disse, a tempo indefinito.

Io avevo paura di bruciare. Quindi, insieme a molti altri, andavo in chiesa. Ma che frequentassi la chiesa non mi cambiò molto. La mia vera religione era ancora l’adorazione degli “spiriti” dei miei antenati.

Gli sforzi della mia chiesa per farmi smettere di adorare gli “spiriti” fallirono. Perché? La chiesa non mi insegnava che i morti non erano vivi per ricevere tale adorazione. No, la chiesa diceva tutt’altro. Mi veniva insegnato che ciascuna persona possedesse un’anima immortale che sopravvivesse alla morte del corpo. Questo solo rafforzava la mia credenza che i miei antenati fossero vivi e avessero bisogno d’esser placati. I miei parenti non cristiani, io ragionavo, non erano dopo tutto molto lontani dalla verità.

Imparai a fare il mago

Sfortunatamente non sapevo leggere la Bibbia per poter vedere esattamente ciò che diceva di Dio e delle sue vie. Finché non ebbi vent’anni il mio tutore non cedette per anni alle mie suppliche di mandarmi a scuola. Dopo tre anni, fui costretto ad accompagnare il mio tutore infermo nella città del capo mago del mio paese. Ivi seguii un corso di magia. Questo includeva il mestiere di preparare e somministrare veleni fatti con cortecce di alberi, foglie o fiele di alligatori. Questa conoscenza era essenziale per il lavoro di un mago i cui clienti cercassero vendetta contro i nemici.

Udita una lamentela, il mago determina se la punizione è meritata e fino a quale grado. Mentre imparavo a fare il mago la mia coscienza non fu turbata, nonostante gli anni che avevo frequentato la chiesa. Credevo che Dio non solo consentisse al mago di compiere il suo lavoro di far vendetta, ma anche gliene desse il potere.

La divinazione era un’altra esigenza per imparare il mio mestiere. I metodi di divinazione comprendevano che si guardasse l’acqua in un catino o in uno specchio. Per protezione contro gli spiriti dipartiti o le persone malvage, imparai a preparare vari “rimedi”. Spesso questi venivano messi in una bottiglia e sotterrata presso la soglia della casa, lasciando sporgere solo il collo della bottiglia.

Un giorno tutti i miei averi furono bruciati quando l’incendio distrusse il villaggio. Il mio abbattimento divenne sorpresa quando mi fu detto che questo era un segno degli spiriti secondo cui avrei ricevuto maggior potere. Il giorno dopo il capo dei praticanti mi diede un anello confidandomi: “Se te lo metti al dito e cominci a strofinarlo, diventi invisibile a chiunque ti sta accanto. Ecco le leggi dell’anello: Non guardare il sole a mezzogiorno; non mangiar cipolle!”

La prima volta che provai a strofinare l’anello, la gente mi passava accanto come se io non ci fossi. Ma la seconda volta fui grandemente deluso. Il mio confidente spiegò: “Non può operare tutte le volte, ma è un modo rapido di far denaro. Ti mostrerò come fare!” In seguito provvedevo anelli a un prezzo per rendere invisibile, anelli per gli uomini ambiziosi che cercavano potere e incarichi.

In un’occasione, feci un anello per il capo di un clan, ed egli me lo pagò circa L. 19.000, convinto che l’avesse reso invisibile e che avrebbe avuto potere come capo a tempo indefinito. Ma in un’occasione in cui sembrò che l’anello non operasse per lui, semplicemente gli dissi che lo spirito dell’anello stava visitando temporaneamente altre parti della terra.

Incertezza e confusione

Quando avevo ventiquattro anni, decisi di tornare a scuola. I miei genitori si fecero beffe dell’idea, ma non mi feci scoraggiare. Mi iscrissi alla scuola di una missione religiosa, e sebbene gli studenti, semplici ragazzini, mi deridessero, l’insegnante m’incoraggiò: “Fa il tuo meglio. Io ero grande come te e andavo a scuola. Ora ti insegno”.

Durante la lezione biblica, mi fu detto: “È sbagliato punire qualcuno perché ti ha fatto del male, o danneggiarlo con la magia”. Difendendo la mia convinzione che la magia fosse in effetti il mezzo di Dio per rendere male per male, ribattei: “Poiché Dio punisce le persone quando gli fanno torto, noi non facciamo altro che seguire il suo esempio e puniamo le persone quando ci fanno torto”. Ma l’insegnante sostenne: “Non lo dobbiamo fare. Questo spetta a Dio”. Ciò nondimeno, ragionavo fra me che se questo era vero, allora perché Dio faceva operare la magia? Questo non fu spiegato.

Ma la mia incertezza divenne confusione quando cercai di ragionare sull’insegnamento della Trinità. In risposta alla mia domanda come tre dèi potessero esistere in uno, mi fu detto che non potevo capire questo mistero. Insoddisfatto, chiesi come mai il “Padre” lo poteva capire ma il resto di noi no. Avrai la tua risposta domani”, ribatté. Ma il giorno dopo fui semplicemente punito e minacciato di espulsione se avessi fatto altre domande del genere.

Nella scuola della missione mi fu insegnato che la guerra non era sbagliata, poiché i cristiani si eran difesi in passato e dovevano continuare a difendersi. Da quanto avevo appreso in questa scuola Dio si schiera da una parte nei combattimenti e nelle contese, e per questa ragione eravamo esortati a pregare per vincere la partita di calcio. E quando effettivamente la vincevamo, eravamo convinti che Dio fosse stato dalla nostra parte.

Durante quegli anni continuai a fare sacrifici ai miei “rimedi” strofinandoli con il sangue di una vittima, di solito un pollo. Frequentavo i servizi ecclesiastici, ma riponevo fiducia negli spiriti e nella magia. Nonostante gli anni di istruzione ecclesiastica, ancora credevo che non ci fosse nulla come la magia africana praticata dai maghi per risolvere i problemi della vita.

Infine la verità

Nel 1956 ottenni letteratura da un cristiano testimone di Geova a Voinjama. In essa lessi che la pratica dello spiritismo, che comprende la divinazione, la magia, la stregoneria e il legare altri con una fattura, sia errata secondo Deuteronomio 18:10-12 e Rivelazione 21:8. Per avere un’ulteriore spiegazione andai a trovare questo Testimone. Mi fu detto chiaramente che la mia fiducia nella magia era spiritismo e condannata dalla Bibbia. Dio, appresi dalla Bibbia, era contrario a ogni forma di divinazione e di magia. Le successive parole del Testimone mi sorpresero: “Tutti quelli che continuano a praticare tali cose non sopravvivranno alla “guerra del gran giorno dell’Iddio Onnipotente”, chiamata Armaghedon, né vivranno nel glorioso nuovo sistema di cose!” — Riv. 16:14, 16.

Questo Testimone mi diede quindi con la Bibbia risposte a molte altre domande che feci. Cominciai a capire per la prima volta che “l’iddio di questo sistema di cose” è Satana il Diavolo e che anche le cosiddette chiese cristiane si trovavano sotto la sua influenza. (2 Cor. 4:4) L’effettiva verità è contenuta nella Bibbia. Dovevo studiarla per liberarmi dai lacci di Satana. In realtà avevo reso servizio al Diavolo e ai suoi angeli demonici. — Riv. 12:7-9.

Lo stupore che provai a tutto ciò — che in qualità di mago io fossi stato sviato dal Diavolo — fu così grande che non riuscivo a pensare quasi a nient’altro nelle successive due settimane. Alla fine di quel periodo avevo preso la mia decisione. Una mattina di buon’ora, prima che sorgesse il giorno, raccolsi tutti i miei oggetti di magia e il mio apprezzato anello magico. Dopo averli messi tutti in un sacco, lo gettai nel fiume. Intorno non c’era nessuno, ma sapevo che il vero Dio, Geova, osservava. — Prov. 15:3.

In quanto ai sistemi ecclesiastici, ero furioso d’essere stato ingannato a seguire la superstizione e il demonismo con la loro falsa dottrina che l’uomo abbia un’anima immortale. Questa falsa dottrina era stata la base dei miei stolti timori degli spiriti dei defunti. (Ezec. 18:4) E come fui lieto d’imparare che la Bibbia non insegna la misteriosa Trinità! Nella Bibbia potevo ora vedere che Geova è un Dio, che Gesù Cristo è invero il Figlio suo e che lo spirito santo è l’invisibile forza attiva di Dio. — 1 Cor. 8:6; Matt. 16:16, 17; Atti 1:8; 2:2-4, 16, 17.

Furono prese disposizioni perché un Testimone venisse nel mio villaggio a studiare con me la Bibbia. Ciò provvide l’accurata conoscenza di cui avevo bisogno per dedicarmi a Geova. Decisi di seguire l’eccellente esempio di Giosuè: “In quanto a me e alla mia casa, serviremo Geova”. — Gios. 24:15.

Servizio al vero Dio per tutta la vita

Quando si fu sparsa la notizia che avevo abbandonato la magia e ogni forma di spiritismo, fui convocato all’ingresso della locale società segreta “bush”. Qui il capo mago o zo mi chiese: “Sei stato tu a dire che non hai più tempo per Poro e Sande (società segrete native] e che hai gettato tutti i tuoi ‘rimedi’ nell’acqua?”

“Sì”, risposi.

“Non hai paura di tutta questa riunione, ammettendoci queste cose?”

A ciò risposi: “Non lascerò che il timore di voi mi faccia fare ciò che è male dinanzi al vivente Dio Geova!”

“Va e sii per il tuo Geova”, tuonò lo zo, “ma saprai chi siamo noi!” Questa era la chiara intimazione che potevo aspettarmi d’essere avvelenato con i “rimedi” magici. Andando via da loro e camminando diritto dinanzi a me, invocai la protezione di Geova mediante la preghiera.

Non mi colse nessuna calamità. Ma in seguito mio zio, capo della nostra famiglia, mi rinnegò ufficialmente con le parole: “Qualsiasi bene venga da te, non lo portare a me, e qualsiasi male venga da te, tienilo per te stesso!” Malgrado tale opposizione, trattai i miei parenti in maniera benevola, poiché sapevo che servire Geova significava vivere secondo gli alti princìpi che si trovano nella sua Parola la Bibbia.

Non essendo più mago, trovai lavoro come pulitore delle parti dei trattori a un salario bassissimo. L’uomo incaricato presto osservò che io lavoravo mentre gli altri se ne andavano via. Un giorno l’uomo incaricato era ubriaco all’ora dell’arrivo di un autocarro pieno di pezzi. Ricevetti quindi il materiale a lui spedito, verificando che tutti i pezzi fossero consegnati. I miei compagni di lavoro mi schernirono perché facevo questo lavoro senza esser pagato. Ma l’uomo incaricato apprezzò che gli salvassi il posto, e dopo breve tempo guadagnavo cinque volte più del mio salario originale.

Benché provassi soddisfazione facendo bene il mio lavoro secolare, sapevo che avrei provato una soddisfazione ancor più grande se avessi potuto dedicare maggior tempo alla predicazione delle verità bibliche ad altri. Mia moglie e io convenimmo dunque che dopo un congresso cristiano che si sarebbe tenuto a Gbarnga avrei intrapreso l’opera di predicazione continua. Lasciai il mio lavoro e portai tutti i miei averi e i miei risparmi con mia moglie e il mio figliuolo all’assemblea. Inaspettatamente i soldati interruppero l’assemblea e misero alla prova la nostra fede sulla questione di rendere un saluto religioso a uno stendardo secolare. Per tre giorni e tre notti non ci furono dati né cibo né acqua, essendo confinati in un campo aperto. Dopo il nostro rilascio trovammo che ogni cosa che possedevamo era stata rubata. Ma parecchi miei fratelli cristiani mi diedero del denaro, così che potei tornare alla mia casa. Tornato a casa, la prima notte, andai a caccia e uccisi due caprioli e un porcospino. Per il resto dell’anno sostentai la mia famiglia in questo modo.

Infine nel 1964 avverai il desiderio del mio cuore di servire Geova il più pienamente possibile. Divenni allora un proclamatore in servizio continuo del regno di Dio. Geova ha provveduto per noi in maniera meravigliosa, e io continuo il servizio che ho prescelto sebbene i miei figli siano ora sei.

Nel corso degli anni ho avuto la gioia di vedere la mia nipote e un mio zio accettare la verità della Bibbia, e altri componenti della famiglia sono ora interessati. Un’opportunità di mostrare amore cristiano si presentò quando il mio fratello maggiore si ammalò e fu portato nella nostra città perché fosse curato. Egli non venne a stare nella mia casa perché aveva fatto accanita opposizione alla mia decisione di servire Geova. Tuttavia andai da lui e lo portai a casa mia, gli diedi da mangiare e lo trattai come meglio potei. Dopo un periodo di tempo vennero altri della famiglia, dicendo: “Il tuo modo di servire Dio è molto bello. Non sapevamo che fosse così. Tu non ti sei rivoltato contro di noi, ma ci hai mostrato considerazione e rispetto in cambio del dispregio”.

Come son diverse le vie del vero cristianesimo dalle vie del mago africano! Invece di rendere male per male, faccio come dice la Bibbia: “Vincete il male col bene”. (Rom. 12:17-21) Quale felicità provo per aver abbandonato la magia africana e la falsa religione della cristianità e per essere uscito dalle tenebre, venendo alla gloriosa luce del servizio di Geova!

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