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  • Le elezioni nell’Uruguay e la Chiesa Cattolica

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  • Le elezioni nell’Uruguay e la Chiesa Cattolica
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Svegliatevi! 1972
g72 8/12 pp. 24-27

Le elezioni nell’Uruguay e la Chiesa Cattolica

Dal corrispondente di “Svegliatevi!” nell’Uruguay

PER molti anni l’Uruguay ebbe una posizione incomparabile nel Sudamerica. Era noto per la sua prosperità economica e la sua legislazione sociale fra le più progredite del continente.

Comunque, questa pacifica e prospera immagine è andata rapidamente scomparendo in tempi recenti. “Arrestate le penurie e l’inflazione!” è stata la generale protesta negli ultimi pochi anni. “Le tasse ci tolgono il respiro!” si lamentano i commercianti. “Perché i cibi sono così scarsi?” chiedono le massaie. “Percepiamo salari da fame!” protestano i lavoratori.

Il tradizionale, pacifico modo di vivere nell’Uruguay è stato sostituito da scioperi e dimostrazioni di operai e studenti. Ma non è tutto. Gruppi di terroristi hanno scatenato un’ondata di lancio di bombe, rapine, rapimenti e altri atti diretti principalmente contro la polizia e il governo.

Per fronteggiare ciò, il governo ha limitato i diritti individuali e mobilitato le forze armate per combattere i terroristi, chiamati Tupamaros. A causa di questa agitazione, sentimenti di paura, ansietà e disperazione hanno sopraffatto molte persone. Molti speravano che le elezioni nazionali tenute verso la fine del 1971 alleviassero in parte questa pressione.

Mentre il giorno delle elezioni si avvicinava, la situazione politica appariva confusa per entrambi i partiti politici tradizionali e conservatori. Uno è il Partido Nacional (Partito Nazionale), pure chiamato blancos. L’altro è il Partido Colorado (Partito Colorado), pure chiamato colorados.

Dal 1830 questi due partiti hanno governato il paese a turno. Ma un sempre crescente numero di persone ha desiderato cambiare drasticamente questa situazione che dura da tempo. Pensano che ci voglia un cambiamento per salvare il paese dal disastro economico e ristabilire la pace e l’ordine sociale.

Molti altri, benché desiderino le riforme, temono i cambiamenti radicali. Si preoccupano per i cambiamenti che potrebbero verificarsi nel normale modo di vivere uruguayano se elementi di sinistra vincessero le votazioni. Ad ogni modo, sembrava molto difficile vincere sia i blancos che i colorados nelle elezioni. Nelle precedenti elezioni questi partiti avevano avuto oltre l’80 per cento dei voti.

Il motto dei partiti di sinistra era: “Unitevi per vincere!” Ma era possibile? Anni fa, nessuno avrebbe preso sul serio una simile coalizione di piccoli partiti. Ciò nonostante, in Uruguay stava accadendo qualche cosa che avrebbe prodotto una grande sorpresa su molti. Riguardava la Chiesa Cattolica.

La Chiesa in crisi

La storia della Chiesa Cattolica in Uruguay è stata un’eccezione alla regola in Sudamerica. Nel 1919 le autorità uruguayane operarono una completa separazione fra Chiesa e Stato. Dopo di allora la potenza e l’influenza del clero diminuirono. La costituzione escluse la religione dal governo e concesse uguali diritti a tutte le religioni.

Comunque, ciò che ha sorpreso molti di recente è stato vedere un crescente numero di sacerdoti partecipare attivamente alla politica. E non riguardava solo i partiti tradizionali, ma questa volta riguardava i movimenti terroristi.

In una sorprendente intervista televisiva, il sacerdote gesuita Juan C. Zaffaroni scandalizzò il suo uditorio approvando pubblicamente la condotta dei terroristi. Gli fu chiesto: “Crede che la violenza sia compatibile con la morale cristiana?” La sua sorprendente risposta fu: “Anche Cristo impugnerebbe il mitra se fosse vivo ora”.

La polizia cominciò subito a coinvolgere sacerdoti cattolici nel movimento sedizioso. Quando fu preso un gruppo di Tupamaros dopo ch’era stato rapito un importante banchiere, si scoprì che uno del gruppo era un sacerdote di nome Indalecio Olivera. Un altro sacerdote uruguayano di nome Uberfil Monzón fu arrestato in Paraguay e accusato di far parte di un’associazione internazionale di insurrezionisti con quartier generale in Uruguay.

I giornali El País e La Mañana riferirono che sia la polizia che le forze militari, perquisendo le chiese di Montevideo e di altre città, avevano trovato enormi quantità di letteratura rivoluzionaria. Insieme ad essa fu detto che c’erano armi, munizioni e attrezzature per preparare congegni esplosivi. In una chiesa fu catturato un insorto ricercato da tempo.

Ulteriori sorprese

Comunque, i sinceri cattolici avrebbero avuto un’altra sorpresa. Fu pubblicamente annunciato che il Partito Cattolico Democratico Cristiano si sarebbe unito al comunista FIDEL (Frente Izquierda de Liberación), al partito socialista, al partito rivoluzionario degli operai, al movimento pro-Castro 26 de Marzo e ad altri gruppi politici di sinistra. Insieme avrebbero formato un nuovo partito di coalizione di sinistra detto Frente Amplio (Vasto Fronte).

Alcuni dignitari ecclesiastici condannarono la fusione “cristiano-comunista”. Ma altri approvarono e perfino applaudirono questa nuova alleanza. Si verificò così una profonda rottura negli ambienti cattolici. Tuttavia, il vicario generale dell’Arcidiocesi di Montevideo, Haroldo Ponce de León, disse: “Ritengo che nessun partito di quelli rappresentati alle prossime elezioni sia vietato ai cristiani”.

Una pubblicazione gesuita, Perspectiva de Diàlogo, approvò la formazione del Frente Amplio. La pubblicazione criticò aspramente il governo perché “reprimeva le classi popolari a vantaggio dell’oligarchia nazionale e del colonialismo esterno”.

I membri più conservatori della chiesa rimasero scandalizzati e delusi per l’approvazione della coalizione di sinistra da parte di alcuni ecclesiastici. Un lettore cattolico di un importante giornale di Montevideo scrisse: “Sembra impossibile che ci siano ancora sacerdoti del popolo di Dio i quali si sforzano di divenire capi del Fronte marxista. . . . si servono del sacerdozio per sostenere le orde di Lenin, Mao, Castro e altri uomini ‘santi’”.

“Campagna calda”

Gli animi si accesero. La campagna divenne infuocata. A volte divenne persino “esplosiva”. Furono lanciate bombe letterali contro le sedi dei partiti rivali.

Talvolta la campagna politica sfociò in sanguinosi scontri. Feriti e morti furono le sfortunate conseguenze della lotta politica nei mesi che precedettero il giorno delle elezioni. Successivamente ci fu anche un duello alla pistola fra due candidati presidenziali perdenti combattuto a causa di commenti fatti nei discorsi della campagna.

La nuova coalizione di sinistra, il Frente Amplio, si preparò alle elezioni con una grande esibizione pubblica. Quasi tutti gli alberi e i pali della luce e tratti dell’asfalto e dei marciapiedi delle principali vie di Montevideo e di molte altre città furono verniciati coi colori del nuovo partito, rosso, blu e bianco.

Gruppi di giovani furono mandati a riparare e pulire strade e piazze. Furono fatte quotidianamente mostre artistiche in diverse parti della città. Squadre ambulanti di pronto soccorso offrirono gratuita assistenza medica e misurarono la pressione del sangue alle persone per le strade. Furono tenuti per le strade grandi raduni per sostenere i candidati del Frente. Cartelli, macchine con altoparlante, innumerevoli volantini, raduni e altra pubblicità del Fronte parvero eclissare gli sforzi degli altri partiti.

Gli osservatori esterni si chiedevano: È possibile che gli Uruguayani, stanchi delle loro difficoltà in anni recenti, facciano un cambiamento e diano la loro preferenza al fronte cattolico e di sinistra? Le elezioni si svolgeranno pacificamente, dato che i terroristi favorevoli al Frente Amplio hanno dichiarato d’essere decisi a ottenere la vittoria con la forza se necessario?

Il giorno delle elezioni fornirà la soluzione?

Finalmente giunse il giorno delle elezioni. La domenica 28 novembre sorse luminosa e limpida. L’atmosfera era carica di tensione. Per la prima volta il voto era obbligatorio ed erano previste sanzioni. Si attendeva un numero di votanti senza precedenti.

Non appena si cominciarono a contare i voti, si vide che i due partiti tradizionali avevano ricevuto la maggioranza dei voti. L’ultimo calcolo indicò che il partito dei colorados aveva vinto, seguìto da vicino dai blancos. Ecco i risultati:

Partito Colorado 680.440 voti

Partito Blanco 667.860 voti

Frente Amplio 303.178 voti

Il nuovo presidente, Juan M. Bordaberry, assunse l’incarico il 1º marzo 1972.

Alcuni giorni dopo il suo insediamento in carica i prezzi del carburante furono raddoppiati. Ci fu poi un generale aumento di prezzi in ogni luogo e alcuni articoli aumentarono del 200 per cento. Gli scioperi degli operai e altre manifestazioni di agitazione ripresero.

Il mercoledì 12 aprile quindici terroristi riuscirono a evadere in maniera spettacolare dal Penitenziario di Punta Carretas. I detenuti fuggirono attraverso le fogne. Il venerdì 14 aprile una serie di scontri fra terroristi e polizia causò la morte di dodici persone.

Il giorno seguente il Parlamento Uruguayano definì la situazione “stato di guerra interna” e approvò la limitazione delle libertà personali. Furono concessi ulteriori poteri all’esercito per reprimere le attività sovversive e sorvegliare i detenuti sediziosi. Scontri a fuoco fra terroristi e forze armate continuano ancora a fare le loro vittime e distruggere proprietà. È ovvio che le elezioni non hanno risolto i problemi dell’Uruguay.

Anche la Chiesa Cattolica ha ricevuto un duro colpo. La disunione che si è manifestata nelle sue file rispetto alle controversie politiche è assai evidente. Ciò ha indotto un crescente numero di persone ad abbandonarla.

È ovvio che c’è grande bisogno di un cambiamento non solo in Uruguay, ma in ogni paese dove esistono agitazione e incertezza. Benché gli uomini non siano d’accordo sul modo in cui dovrebbe avvenire questo cambiamento, l’infallibile Parola di Dio, la Bibbia, ci dice come avverrà certissimamente non solo per l’Uruguay, ma per tutta l’umanità. Il tempo di questo drastico cambiamento è molto, molto vicino. Da che parte sarete voi quando verrà?

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