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  • g76 8/9 pp. 9-12
  • Avevo un tumore cerebrale

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  • Avevo un tumore cerebrale
  • Svegliatevi! 1976
  • Sottotitoli
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  • Rintracciata la causa
  • Un organo meraviglioso
  • Tumore cerebrale
  • Operarmi o no
  • L’operazione e dopo
  • Il miracolo umano
    Come ha avuto origine la vita? Per evoluzione o per creazione?
  • Il cervello: Come funziona?
    Svegliatevi! 1999
  • Il cervello umano racchiude un mistero
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1979
  • Il cervello: “Più di un computer”
    Svegliatevi! 1988
Altro
Svegliatevi! 1976
g76 8/9 pp. 9-12

Avevo un tumore cerebrale

ERO comodamente seduto su una poltrona e parlavo normalmente, quando a un tratto, mi dicono, il mio viso si alterò, divenne color rosso vivo e gradualmente si mutò in grigio bluastro. Il mio corpo si irrigidì come se fosse avvolto in fasce d’acciaio. Quindi mi rilassai e i miei arti cominciarono a tremare. In circa mezzo minuto il mio viso divenne bianco come un lenzuolo. Mi si arrestò la respirazione, e sembrai morto.

Comunque, subito la respirazione riprese. Mi tornò il colorito e sembrai profondamente addormentato. Quando arrivò il medico, stavo riprendendo coscienza, ma ero in preda agli spasmi. Ero stato colpito da una convulsione, per la prima volta nella mia vita. Il mio dolore non derivava dalla convulsione stessa, ma dalle mie proprie azioni violente durante l’attacco. Avevo slogato e rotto il braccio destro e avevo subìto fratture da compressione alla spina dorsale!

Questo non doveva essere il mio ultimo incontro con questa strana forza che all’improvviso si impossessò del mio corpo. Tre settimane in ospedale ripararono un po’ il braccio rotto, ma tornai a casa solo per avere un’altra convulsione. Fu meno grave della prima, ma il braccio offeso fu di nuovo danneggiato.

Che cosa causava questa allarmante perdita del controllo del corpo che mi colpiva senza preavviso? Per scoprirlo mi feci visitare da un neurologo, specialista dei disordini del cervello e del sistema nervoso.

Rintracciata la causa

Prima, un esame molto accurato non rivelò nessuna significativa anormalità fisica o mentale. Sondando ulteriormente, il neurologo fece un EEG (elettroencefalogramma). Circa venti poli elettrici o elettrodi posti in parti scelte del mio cranio ricevevano gli impulsi elettrici estremamente deboli, e un elettroencefalografo li registrava come onde su un nastro di carta. Normalmente, gli impulsi sono emessi con frequenza costante e sono identici da entrambi i lati della testa. Ma onde insolitamente lente, rapide o acute possono indicare che c’è qualche cosa che non va. L’anormale attività elettrica in una sola area di solito significa che in quella parte del cervello c’è la malattia.

Questo esame rivelò ciò che il neurologo cercava! Il tracciato che venne fuori dalla macchina indicò un’attività anormale in una parte del mio cervello. Avrei dovuto però fare esami ulteriori per confermarla, quindi tre settimane dopo entrai in un ospedale neurochirurgico. Lì fui presto preso in un vortice di esami e analisi. Due altri EEG confermarono che l’attività anormale era nella parte destra del mio cervello. Questo significò che si doveva ispezionare il cervello stesso per rintracciare la causa dei miei misteriosi attacchi.

Prima di tutto, il medico mi iniettò in una vena sul dorso della mano destra un composto radioattivo. Dopo alcuni minuti, questa sostanza percorreva la profusione di vasi sanguigni del mio cervello, e un dispositivo alquanto simile al contatore Geiger cominciò a esplorare la radioattività, tracciandone la posizione su una pellicola. Le concentrazioni anormali possono indicare crescite dannose. Questa procedura relativamente innocua rivelò una leggera ombra che fornì la prova che ci stavamo avvicinando al colpevole!

Ma per un’identificazione positiva ci volle un altro esame ancora. Questo, chiamato angiografia, presenta alcuni pericoli potenziali. In una delle due più grandi arterie del collo che vanno nel cervello mi iniettarono una speciale sostanza colorante. Essa mi riempì subito le arterie del cervello, facendole apparire chiaramente ai raggi X. Ma la sostanza colorante può anche causare alcuni effetti allucinogeni e possibilmente la cecità momentanea. Nel mio caso l’effetto collaterale fu un senso di sofferenza che costituì la parte peggiore di tutta la serie di esami. Dovetti stare a letto tre giorni per riprendermi.

Un altro esame rischioso, chiamato encefalografia, richiede di togliere parte del fluido che bagna di continuo il cervello e di sostituirlo con aria. L’aria funziona da mezzo di contrasto per far apparire chiaramente nelle fotografie con i raggi X la forma del cervello. Si può quindi notare qualsiasi alterazione della forma normale del cervello.

Ma nel mio caso questo esame non fu necessario perché l’angiografia rivelò la situazione. Essa mostrò chiaramente un tumore sotto la superficie del mio cervello e ne indicò perfino la grandezza. L’intruso fu smascherato! Mi sentii stupito e sorpreso che nella mia testa ci fosse un tumore mortale, che probabilmente cresceva ogni giorno.

Pur sapendo da alcuni mesi che c’era qualche cosa di serio, un tumore al cervello era l’ultima cosa che io sospettassi. Infatti, non avevo mai avuto in vita mia nemmeno un mal di testa! Ma seppi in seguito che i tumori si manifestano in diversi modi, secondo il loro tipo e la loro posizione. Per capire quanto mi era accaduto, dovetti imparare qualche cosa intorno al cervello stesso.

Un organo meraviglioso

Il chilo e mezzo circa di materia grigia che è nella nostra testa contiene press’a poco dieci miliardi di cellule nervose chiamate neuroni, un numero pari a due volte e mezza l’attuale popolazione della terra! Vari gruppi di neuroni controllano diversi compiti del corpo. Quando muoviamo per esempio braccia, mani, gambe, o piedi, il comando viene da un gruppo di neuroni. Altri gruppi di neuroni controllano le facoltà di vedere, parlare, ragionare, e così via. Il modo in cui funzionano è meraviglioso.

Ciascun neurone trasmette una piccola carica elettrica a un altro neurone preselezionato, che, a sua volta, manda il proprio impulso ad altri neuroni. Questo può paragonarsi all’uso del vostro telefono per selezionare un altro telefono fra molti milioni di telefoni e fare rapidamente un collegamento mediante molte linee e relais. Ma i neuroni fanno collegamenti non con milioni, ma con miliardi di altri neuroni e quasi istantaneamente. Si stima che l’attività giornaliera del cervello è più di cento volte superiore a quella di tutti i collegamenti fatti da tutti i centralini telefonici del mondo messi insieme!

Le cellule cerebrali fanno ovviamente una buona quantità di lavoro, e questo richiede combustibile. Infatti, benché costituisca solo il 2 per cento circa del nostro peso, il cervello consuma circa il 25 per cento di tutto l’ossigeno che il corpo usa: più di qualsiasi altra parte, anche a riposo. Per provvedere tutto questo ossigeno e altre sostanze nutritive, circa il 20 per cento di tutto il sangue che il nostro cuore pompa affluisce al cervello, circa 1.400 litri al giorno!

Ma sebbene sappiamo che grandi quantità di energia sono consumate per mantenere attiva la nostra mente, non sappiamo ancora esattamente come funziona il cervello. Nessuno sa che cosa fa produrre a questi miliardi di neuroni pensieri, emozioni o sogni. Uno specialista del cervello commentò di recente alla televisione inglese che oggi conosciamo molte cose sulla luna, poiché gli uomini vi sono andati e ne sono tornati. Ma una volta si pensava che fosse una luce splendente da un foro nel cielo. Questo, egli disse, è all’incirca l’attuale livello della comprensione che abbiamo del cervello e delle sue funzioni.

Tumore cerebrale

Ora supponete che in questo meraviglioso meccanismo si introduca qualche cosa che non dovrebbe esserci. Che accade alla sua funzione? Il tumore cerebrale, come quello che avevo io, è un intruso che non dovrebbe esserci. Alcuni tumori sono cancerosi, o maligni, e possono crescere molto rapidamente, causando la morte in soli pochi mesi. Altri crescono più lentamente e possono essere non maligni, o benigni. Ma essi pure possono causare la morte, a meno che non siano curati.

Come hanno inizio i tumori cerebrali? Non si sa per certo, sebbene un tipo, chiamato metastatico, abbia origine da un cancro in un’altra parte del corpo che libera alcune cellule. Il torrente sanguigno le porta al cervello, dove stabiliscono una nuova colonia.

Entrambe le specie di tumori sono composte di tessuto anormale che si nutre famelicamente della provvista di sangue del cervello. Infatti, il loro appetito di sangue supera quello del cervello stesso! Mentre crescono, distruggono o spingono da parte e danneggiano i neuroni circostanti, in una ricerca di spazio che causa il cattivo funzionamento del cervello dovuto al tessuto danneggiato o all’accresciuta pressione.

Mal di testa, nausea e vomito, vertigini, cambiamenti mentali e convulsioni possono essere tutti sintomi di un tumore cerebrale, ma nessuno di questi prova necessariamente che ce ne sia uno. Per esempio, per nessuna ragione evidente, una persona può avere semplicemente un attacco di convulsioni in tutta la sua vita.

Tale attacco o accesso epilettico può avvenire quando il cervello ha quella che potrebbe chiamarsi una “tempesta elettrica”. Un tumore o altra malattia può far ripetutamente scaricare all’unisono grandi masse di cellule cerebrali, creando impulsi elettrici molto più forti del normale. Secondo l’area affetta, questo può causare improvvise contrazioni dei muscoli così che la vittima perde bruscamente coscienza, il suo corpo compie movimenti a scatti e smette di respirare. È raro che da tali attacchi derivino ferite o morte a meno che le scariche del cervello non persistano così che la persona sia sotto un attacco continuo, chiamato status epilepticus.

Operarmi o no

Ora dovevo prendere una decisione. Avrei dovuto farmi togliere l’intruso? La prima operazione dei tempi moderni per togliere un tumore cerebrale fu compiuta nel 1884. In principio il paziente si sentì bene, ma dopo un mese circa morì di meningite, un’infiammazione delle membrane protettive che coprono il cervello. Delle poche operazioni che furono compiute dopo questa, per qualche tempo più della metà furono mortali per i pazienti e solo circa un decimo dei pazienti furono completamente guariti.

Non fu che dopo la prima guerra mondiale che la chirurgia cerebrale divenne più frequente ed ebbe maggior successo, mentre i chirurghi apprendevano di più intorno al cervello ed escogitavano nuove tecniche operatorie. Naturalmente, non tutti i tumori sono prontamente operabili. In alcuni casi si può togliere senza pericolo solo parte del tumore, e spesso si preferisce la terapia delle radiazioni quando i tumori maligni affondano profondamente nel cervello.

Ma il mio medico mi assicurò che il mio tumore quasi certamente non era maligno, e che era in una delle posizioni migliori per rimuoverlo con successo, avendo buone opportunità di completa guarigione. Egli raccomandò vigorosamente di toglierlo, ma lasciò a me la decisione. Conoscevo altri certamente affetti da tumori che, per timore, si erano rifiutati di sottoporsi alla chirurgia, ma avevo preso la mia decisione. Ero risoluto a farmi operare. Volevo fare tutto il possibile per tornare a una vita utile e normale anziché essere in uno stato di salute in graduale declino che mi avrebbe condotto a una morte prematura.

Due giorni dopo il chirurgo e il suo personale, dieci persone in tutto, mi visitarono. Considerando l’operazione proposta, dissi loro che a causa delle mie credenze basate sulla Bibbia desideravo non usassero affatto il sangue. Alcuni giorni dopo il chirurgo acconsentì di compiere l’operazione senza trasfusione sanguigna.

L’operazione e dopo

Durante l’operazione egli mi tagliò un pezzo di cranio di circa dieci centimetri per sei e mezzo affinché si potesse giungere all’area dov’era il tumore. Tagliato un lembo del tenace avvolgimento protettivo del cervello, o dura madre, il sottostante cervello fu scoperto e il tumore fu rimosso senza complicazioni. Quindi fu suturata la dura madre e fu rimesso a posto il pezzo di cranio. Dopo l’operazione mi fecero una cura intensiva solo per due giorni, e il quinto giorno camminavo senza aiuto. Il nono giorno ebbi il piacere di vestirmi da solo e di essere portato a casa in auto da mia moglie.

Ma questo non pose completamente fine alla mia esperienza. È comprensibile che il cervello si oppone all’intrusione del bisturi. Quando il chirurgo toglie il tumore non può fare a meno di distruggere alcuni neuroni e di danneggiarne altri. Si formano gonfiori. I neuroni danneggiati hanno bisogno di tempo per riprendersi. Rimane tessuto cicatrizzato. Le cellule cerebrali, a differenza delle altre, quando sono distrutte non si sostituiscono, ma mediante qualche inspiegabile tuttavia meraviglioso processo, possono ristabilire i circuiti nell’area in cui è stato tolto il tumore. Questo richiede tempo.

Benché io sembrassi a buon punto nella via della guarigione, sei mesi dopo l’operazione ebbi tre altre convulsioni. Appresi che la guarigione completa poteva richiedere fino a tre anni, ma almeno sarei guarito. La mia capacità di ragionare non fu affatto alterata, e la mia memoria era buona come lo era sempre stata.

Sono molto grato al chirurgo per la sua grande abilità, e sono grato ai sinceri amici che mi visitarono nei periodi di ricovero in ospedale. Ringrazio anche di poter continuare a manifestare gratitudine al Creatore, che diede al nostro corpo tale meravigliosa facoltà di ricupero. Davvero, il mio apprezzamento per la vita stessa è aumentato. È bello essere vivi! — Da un nostro collaboratore.

[Diagramma a pagina 9]

(Per la corretta impaginazione, vedi l’edizione stampata)

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