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  • Ne comprendete il significato?

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  • Ne comprendete il significato?
  • Svegliatevi! 1982
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  • I pericoli del troppo e del troppo poco
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Svegliatevi! 1982
g82 22/1 pp. 23-24

Ne comprendete il significato?

MANGIARE e bere sono alcune delle normali attività della vita. Essenziali? Sì. Piacevoli? Certo. Eppure a volte possono entrambe causarci problemi, in genere per il fatto che ne abbiamo troppo o troppo poco.

Tutti abbiamo visto immagini dei corpicini gonfi ed emaciati di bambini che muoiono lentamente di fame in qualche nazione colpita dalla carestia. Ma abbiamo anche visto i segni di ciò che il dott. Kurt Franke dell’Università tedesca di Göttingen definisce uno dei più comuni disturbi dei paesi ricchi: l’obesità. Nella Repubblica Federale di Germania, ad esempio, una persona su due e un bambino su quattro sono di peso superiore al normale.

Il peso eccessivo non influisce solo sull’aspetto, ma può mettere a repentaglio la salute. La pubblicazione Tages-Anzeiger avvertiva recentemente che “pestilenza, guerra, fame e morte sono seguiti da vicino da un quinto cavaliere apocalittico: la sovrabbondanza!” E aggiungeva: “Mai prima nella storia tante persone hanno mangiato tanto”. Ma la gente se ne rende conto?

Non solo è piacevole mangiare ma lo è anche bere. Gli alcolici, se se ne fa un consumo moderato, si possono bere. Ma in molti paesi il consumo di alcolici è in aumento. Notate la percentuale d’aumento nel consumo degli alcolici tra la fine degli anni cinquanta e il principio degli anni settanta nei seguenti paesi: Nuova Zelanda 13, Canada 17, Regno Unito 20, Svezia 26, Stati Uniti 32, Irlanda 41, Danimarca 54, Repubblica Federale di Germania 61, Paesi Bassi 83.

È risaputo che il bere troppi alcolici può causare vari problemi sia al bevitore che a quelli che gli stanno vicino. Il bere eccessivo danneggia il fegato e il cervello e può provocare una morte precoce. La rivista New Scientist del 26 febbraio 1981, dopo avere ribadito il fatto ben noto che l’alcool uccide le cellule cerebrali, parla dei vuoti lasciati da quelle cellule morte e dice che il cervello degli alcolizzati cronici è meno denso di quello dei non alcolizzati. Un crescente numero di persone e di gruppi, inclusi certi organismi governativi, stanno facendo risuonare un avvertimento più forte e più chiaro che mai. Ma la gente se ne rende conto?

Non secondo Mikolai Tolkan, uno scienziato polacco. Parlando a un congresso internazionale sull’alcolismo, egli ha detto che in Polonia il consumo di alcool è aumentato del 35 per cento in cinque anni e ha avvertito che questa tendenza, registrata in tutto il mondo, se non è arrestata potrebbe rappresentare per l’umanità una minaccia maggiore della bomba atomica. “La bomba [dell’alcool] sta già scandendo i secondi e pochi se ne rendono conto”, ha concluso.

I pericoli del troppo e del troppo poco

Non c’è dubbio, ovunque guardiamo si vedono persone che fanno ‘del mangiare e del bere’ la loro principale preoccupazione, alcune per scelta, altre per necessità. Perché questo è pericoloso? Non tanto per il danno arrecato alla salute fisica — cosa di cui le persone il più delle volte non si rendono conto o che semplicemente ignorano — ma per il danno arrecato alla salute spirituale. Cosa intendiamo con ciò?

Chi ha da mangiare e da bere in abbondanza può sentirsi compiaciuto e troppo sicuro di sé. Dando tanta importanza alla soddisfazione dei desideri fisici può diventare egocentrico. Perdendo di vista il bisogno spirituale, si può arrivare al punto di rinnegare Dio, se non a parole, con le azioni. Gli israeliti, prima di entrare nella Terra Promessa, furono avvertiti di questo pericolo: “Quando Geova tuo Dio ti avrà introdotto nel paese . . . e avrai mangiato e ti sentirai sazio, guardati dal dimenticare Geova”. — Deut. 6:10-12, Traduzione del Nuovo Mondo, ediz. inglese del 1971.

D’altra parte, chi ha troppo poco da mangiare e da bere può essere costretto a dedicare quasi tutto il proprio tempo solo a cercar di sopravvivere. Il cibo necessario a tal fine diventa la preoccupazione principale, escludendo ogni altra cosa, anche i bisogni spirituali.

Questo è ben illustrato da un esperimento condotto negli Stati Uniti nel 1945. Un gruppo di uomini fu messo a un “regime da fame” per sei mesi. Si scoprì poi che quel regime li aveva resi indecisi e pessimisti, aveva tolto loro ogni iniziativa e li aveva quasi completamente privati dell’interesse per le cose spirituali.

Per quanto riguarda il mangiare e il bere, sia l’intemperanza che l’eccessiva preoccupazione perché non si ha abbastanza possono nuocere alla propria relazione con Dio. Comprensibile e pure appropriata quindi è la preghiera di un uomo di venticinque secoli fa che voleva avere l’approvazione di Dio: “Non mi dare né povertà né ricchezze. Fammi divorare il cibo prescrittomi, affinché io non mi sazi e in effetti non ti rinneghi e dica: ‘Chi è Geova?’ e affinché io non sia ridotto in povertà e in effetti non rubi e non inveisca contro il nome del mio Dio”. — Prov. 30:8, 9.

Qualcos’altro di cui renderci conto

Per essere felici dobbiamo renderci conto dei pericoli fisici che esistono sia a mangiare e bere troppo che troppo poco. Ma un’altra cosa essenziale per essere felici fu menzionata da Gesù nel Sermone del Monte quando disse: “Felici quelli che si rendono conto del loro bisogno spirituale”. (Matt. 5:3) Quindi se ci preoccupiamo troppo del mangiare e del bere fino al punto da trascurare i nostri bisogni spirituali, questo non contribuirà certo alla nostra duratura felicità.

Considerate l’infelicità di coloro che vissero prima del diluvio noetico e che non ‘si resero conto del loro bisogno spirituale’. Erano così occupati a ‘mangiare e bere’ che ‘non si resero conto di nulla finché venne il diluvio e portò via tutti’. — Matt. 24:38, 39, versione di Salvatore Garofalo.

Quando i discepoli di Gesù gli chiesero: “Quale sarà il segno della tua presenza e del termine del sistema di cose?” egli rispose: “Come furono i giorni di Noè, così sarà la presenza del Figlio dell’uomo”. (Matt. 24:3, 37) Le persone dei giorni di Noè erano così assorte a ‘mangiare e bere’ e in altre quotidiane attività della vita che non prestarono attenzione all’avvertimento di Noè circa l’imminente diluvio. Così sarebbe avvenuto, disse Gesù, negli “ultimi giorni” al tempo del suo ritorno. — II Tim. 3:1.

Ovunque ci giriamo, possiamo vedere i segni che oggi la gente fa veramente ‘del mangiare e del bere’ la principale preoccupazione, spesso a discapito della propria spiritualità. Viene annunciato un messaggio di avvertimento, ma la gente se ne rende conto?

Ciò che più conta, ve ne rendete conto VOI?

[Immagine a pagina 23]

È pericoloso fare del mangiare e del bere la principale preoccupazione?

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